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Elaborato di ricerca
IL FUTURISMO E
FORTUNATO DEPERO
FORTUNATO DEPERO
Fortunato Alberto Lorenzo Depero è stato uno dei massimi esponenti del movimento
futurista, è fondamentale per lo sviluppo del cosiddetto secondo futurismo, ossia, la seconda
fase del movimento artistico.il secondo futurismo si distingueva dal primo per una maggiore
fusione tra l’arte e la realtà, e il suo inizio ebbe nel 1915 con Giacomo Balla, i quali attuarono
la stesura del “ Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo”. Nel manifesto si
dichiaravano astratti futuristi, essi si erano posti come l’obiettivo la nascita di un’arte che
coinvolgesse ogni aspetto della vita pratica, e tramite la fusione dell’arte con la vita
quotidiana i futuristi avrebbero rallegrato l’universo ricreandolo integralmente. Per
raggiungere tale scopo gli artisti avrebbero dovuto prendere ispirazione dall’impalpabile, per
poi combinarlo con la loro ispirazione, dando vita così a dei complessi plastici. Si trattava
delle nuove opere futuriste, che avrebbero soppiantato l’arte precedente, tramite l’uso di
materiali innovativi e la combinazione di tecniche fino a quel momento rimaste separate. Il
manifesto della ricostruzione futurista dell’universo dimostra la carica rivoluzionaria e
innovatrice dell’opera di Fortunato Depero, infatti fu un grande sperimentatore e cerco di
portare la sua arte in mezzo alla gente nelle strade, applicando i principi della ricerca
artistica futuristica ai diversi campi dell’arte e della produzione. Per raggiungere questo
obiettivo Depero non si limitò alle ricerche artistiche classiche, quali pittura, scultura e
architettura, ma si occupò della produzione di arazzi, scenografie, campagne pubblicitarie e
padiglioni. Nacque nel 1892 a Fondo, in provincia di Trento, dove svolse gli studi presso la
scuola reale Elisabettina, un istituto d’arte. Dopo aver completato gli studi Depero si recò a
Roma nel 1913, per visitare la mostra di Umberto Boccioni, durante questa occasione il
giovane artista entrò in contatto con il movimento futurista, dal quale non si distaccò più.
L’anno successivo tornò nuovamente a Roma dove ebbe la possibilità di conoscere Filippo
Tommaso Marinetti e molti altri artisti, tra cui Giacomo Balla. Allo scoppio della prima guerra
mondiale Fortunato si recò al fronte, dove rimase per poco tempo, dato che venne
esonerato per problemi di salute. Così decise di stabilirsi a Roma, dove cominciò a lavorare
con Balla. L’11 marzo del 1915 gli artisti pubblicarono il “ Manifesto della ricostruzione
futurista dell’universo”, con il quale diede inizio al Secondo Futurismo. Durante questo
periodo la produzione artistica di Depero fu caratterizzata da un forte astrattismo e
gradualmente fece ritorno alla figurazione, visibile nel progetto di un giocattolo KIKIGOLA,
un gallo degli accesi toni cromatici e da linee plastiche. Depero ebbe anche l’opportunità di
interfacciarsi con il mondo del teatro grazie a un famoso impresario il quale visitò lo studio e
gli commissionò gli apparati scenici e costumi per le opere teatrali; così ebbe inizio uno
stretto legame tra Depero e il mondo del teatro fino a quando non si consolidò nel 1917
quando conobbe poi la svizzero Gilbert Clavel, con il quale iniziò a lavorare un nuovo
progetto il Teatro Plastico, il quale aveva lo scopo di rivoluzionare il teatro comune, tramite la
sostituzione degli attori con delle marionette di legno. Lo stesso Depero realizzava arazzi
futuristi, ovvero mosaici di stoffe colorate di materiali diversi, sui quali erano rappresentati
dei mondi favolosi e magici. Dopo questo periodo impegnato con la vita di teatro fece ritorno
a Rovereto dove si dedicò alla realizzazione di una sua nuova idea La Casa d’Arte Futurista.
Quest’ultima fu ideata con lo scopo di produrre varie tipologie di prodotti di arredo per una
casa futurista, così da sostituire gli ormai superati suppellettili che occupavano le case
europee. Negli anni 20 Depero ricevette diversi incarichi come l’allestimento del Cabaret del
diavolo a Roma, un bar a tema dantesco, e dopo svariate esperienze ebbe l’opportunità di
ampliare i suoi orizzonti oltre i confini italiani, arrivando all’esposizione internazionale
dell’arte decorativa e industriali moderne di Parigi nel 1925; arrivò anche ad esporre alla
biennale di Venezia dove presentò il dipinto a olio Squisito al Selz, dedicato al
commendatore Campari, con il quale avviò un sodalizio che portò alla nascita di uno dei
progetti italiani di maggior successo: il Campari Bitter. Depero ebbe anche l’opportunità di
vivere a New York dove lavorò in vari settori, in particolare modo in quello pubblicitario, dove
gli furono commissionate numerose copertine di importanti riviste quali Vogue, Vanity Fair, e
molte altre. Sempre in questi anni firmò il manifesto dell’aeropittura futurista, una operazione
artistica che si poneva l’obiettivo di rappresentare le opere dalla prospettiva di un pilota di
aerei. Negli anni 30 del 900’ fece ritorno in Italia dove fu accolto con grande entusiasmo
dagli altri futuristi al punto che Marinetti lo presentò come il “trionfo del futurismo in America“.
Nel corso di questi anni Depero iniziò a rapportarsi anche con il regime fascista, tuttavia nel
dopo guerra l’artista dichiarò di aver collaborato col partito unicamente per motivi economici.
Fortunato nei suoi ultimi anni si dedicò alla realizzazione del primo Museo Futurista, che fu
inaugurato al pubblico nel 1959. Tuttavia, l’artista non poté prendere parte alla cerimonia per
problemi di salute, che dopo mesi lo portarono alla morte. L’arte di Depero fu rivoluzionata
dall’incontro con il movimento futurista in particolare con le opere di Giacomo Balla, le opere
di Depero dal 1914 e il 1916 furono caratterizzate da un accentuato astrattismo e una
tavolozza leggera, che al contempo riusciva a coniugarsi con una forte volumetria delle
superfici, un chiaro esempio si può notare nell’opera “ movimento d’Uccello “. Depero tornò
alla figurazione dopo pochi anni e tra il 1916 e il 1917 realizzò alcune delle opere più
importanti tutta la sua carriera artistica, infatti a questo periodo risalgono i primi arazzi
futuristici, che nacquero per caso durante i lavori per il fallito progetto dei Balletti russi. In
questi anni Depero aveva realizzato delle scenografie con dei collage di carte colorate e
data la grande disponibilità di tessuti colorati, rimasti inutilizzati, ebbe l’idea di sostituire le
carte e i collage con intessuto in eccesso. Inizialmente si trattava di collage di stoffe sul
supporto di cartone, che solo in seguito fu sostituito da ago e filo. Uno dei più importanti
compare la “Festa della Sedia”, in cui degli automi, immersi in un paesaggio incantato,
inscenano una danza in onore di una sedia dalla forma singolare. Nell’opera compaiono
alcuni elementi della cultura popolare cara Depero e sullo sfondo dei padiglioni che
ricordano i progetti realizzati per le campagne pubblicitarie. Proprio in quest’ultimo campo
Depero attuò una vera e propria rivoluzione, puntando sull’uso del carattere tipografico come
elemento grafico, coordinato a determinate scelte visive. Tra le campagne pubblicitarie più
fortunate vi fu la collaborazione tra l’artista futurista e l’omonima ditta di Davide Campari.
Depero si occupò della grafica e degli allestimenti per la Campari, il risultato più felice del
sodalizio Depero-Campari, e fu il progetto del packaging della bottiglietta per il Campari
soda. Il futurista pensò il contenitore a forma di tronco di cono o a calice rovesciato e doveva
essere in vetro smerigliato, con la base due righe in rilievo con la scritta “Preparazione
Speciale Davide Campari & C., Milano“ mentre nel campo centrale doveva comparire il
nome Campari soda impresso direttamente nel vetro, per garantire la massima trasparenza
del prodotto di colore rosso elettrico, simbolo della manipolazione umana sulla natura. Oltre
alla straordinaria creazione della tipica bottiglietta di Campari, Depero effettuò molteplici
poster pubblicitari tutti dal indistinguibile stile, caratterizzati da molte geometrie, linee
brusche, angoli rigidi ma tutti con colori sgargianti, e soprattutto curati anche nell’aspetto
tipografico, scegliendo caratteri particolarmente moderni per il tempo. Per lo stesso Depero“
l’arte deve marciare di pari passo all’industria, alla scienza, la politica, la moda del tempo,
glorificandole “, e continua “ l’arte della pubblicità è un’arte decisamente colorata, obbligata
la sintesi, un’arte giocosa, spavalda, esilarante, ottimista“.