Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
VITTORIO BACCELLI
PAGINE LIBERE
IV
dal giovane holden alla disfida poetica
I MIEI ARTICOLI 2010
2010
TESSERATTO EDITORE
1
pagine libere IV vittorio baccelli
In queste pagine ho voluto raccogliere alcuni dei miei articoli che nel 2010 ho
pubblicato su vari giornali e riviste:
Stampato nel 2010 a Seville (E) dalla Lulu.com per Tesseratto Editore
2
pagine libere IV vittorio baccelli
FUTURISMO!
Nel corso del 2009 moltissime, in Italia e all'estero, sono state le mostre e le
manifestazioni in ricordo dei cento anni dalla pubblicazione del Manifesto Futurista.
Anche i mailartisti si sono mobilitati per questa importante scadenza. Il via è stato
dato da Walter Pennacchi che ha creato una “Premiata Lattoneria Futurista” e un
“Gratta e Leggi”, poi Caterina Davinio con l'evento Virtual Mercury House della
Biennale di Venezia 2009 che ha celebrato il centenario del Futurismo. Infine Vittorio
Baccelli con la pagina su facebook “FUTURISMO 1909 2009” che proprio in questi
giorni ha raggiunto e superato i 2000 fan! Il Futurismo è fondamentale come
movimento nella storia delle avanguardie europee, da esso si dipartono quasi tutte le
3
pagine libere IV vittorio baccelli
ricerche artistiche del XX secolo. Il movimento ebbe il merito di porre al centro della
sensibilità artistica temi che si sarebbero poi imposti in tutte le forme della
produzione culturale: la velocità, la guerra, la metropoli, l'individuo. L'esaltazione
della modernità andava di pari passo con il rifiuto della vecchia idea di un'arte d'élite,
relegata agli spazi dei musei e della cultura aulica, sostituendo al culto del passato, la
necessità di esplorare il mondo del futuro. Probabilmente pochi sanno che il
Manifesto di Fondazione del Futurismo, firmato da Filippo Tommaso Marinetti, fu
pubblicato integralmente per la prima volta il 5 febbraio del 1909, sulla “Gazzetta
dell’Emilia” e solo qualche giorno dopo il testo venne ripreso da altri quotidiani
italiani, come “L’arena” di Verona e “Il Piccolo” di Trieste, fino al lancio mondiale su
“Le Figaro” di Parigi il 20 febbraio, data che è divenuta poi quella “ufficiale”.
F.T.Marinetti fece di tutto per completare il documento entro la fine del 1908 per
poterlo promuovere, con un evento mediatico mai visto, che oggi lo si chiamerebbe
globale, all’inizio dell’anno nuovo. Ma il disastroso terremoto di Messina fece
rinviare l’operazione, anche se il primo a pubblicare il testo fu comunque il giornale
emiliano. Le ragioni di questa scelta avevano probabilmente un’intenzione
provocatoria: Marinetti considerava, infatti, Bologna “la città più passatista d’Italia”
e, da quel che si sa, all’apparizione del Manifesto, il capoluogo felsineo non si
scompose più di tanto. Un’iniziativa inedita che si sarebbe potuta affrontare in Italia
in questo centenario, poteva essere una mostra sul Futurismo e le donne, argomento
trattato da Claudia Salaris in un volumetto di una quindicina di anni fa. Lo
straordinario apporto al Futurismo di figure quali Benedetta Marinetti, moglie di
Filippo Tommaso, grandissima pittrice e autrice del visionario romanzo “Astra e il
sottomarino”, la leggendaria danzatrice Giannina Censi, l’autrice del “Manifesto della
donna futurista” e del “Manifesto della lussuria” Valentine De Saint-Point, crediamo
non sia ancora stato valutato pienamente. Le celebrazioni ufficiali programmate , pur
con la mancanza appena segnalata, hanno comunque avuto la funzione di far
conoscere al maggior numero di persone ciò che gli studiosi e gli appassionati già
sanno, e a giudicare dalla quantità e dalla qualità delle pubblicazioni e delle mostre
realizzate, l’obiettivo sembra essere stato centrato. Da più parti invece si invoca la
necessità di un dibattito sull’attualità del Futurismo o una sua possibile
attualizzazione, sottintendendo che proprio questa avrebbe dovuto essere la finalità
del centenario. Ed è qui che la questione si fa più complicata. Il movimento futurista,
tutti gli storici dell’arte ne convengono, è finito con la morte del suo fondatore nel
’44; e non solo per ineludibili motivi politici, tra questi il legame strettissimo di
Marinetti con Mussolini, ma soprattutto perché Marinetti fu il mecenate, il
trascinatore e l’organizzatore del Futurismo come movimento organico, nonché colui
che amalgamava tra loro gli artisti delle varie discipline e indicava delle finalità
comuni. Nel dopoguerra, infatti, la maggioranza di essi, Prampolini, Depero, Delle
Site e tanti altri, continuò a lavorare, ma in proprio. Lucio Fontana, uno degli artisti
più importanti degli anni sessanta, dichiarò esplicitamente la derivazione futurista del
4
pagine libere IV vittorio baccelli
suo “Manifesto dello spazialismo”. Negli anni ottanta poi, sotto l’egida di Renato
Barilli, fece la sua comparsa il “Nuovo Futurismo”, corrente artistica di scarsa durata
che però lanciò l’oggi celebre Marco Lodola: la sua accattivante produzione seriale di
light-boxes colorati lo imparenta però più alla Pop Art che al Futurismo. Ma anche
l’influenza non dichiarata o involontaria del Futurismo sulle avanguardie coeve e su
quelle a venire è ben documentata e rintracciabile. Ad esempio, un non-musicista
come Brian Eno senza dubbio ha sempre operato con una mentalità “futurista”; e non
solo perché ha scandagliato con un approccio sempre sperimentale e innovativo ogni
territorio musicale, ma soprattutto perché è stato l’unico – e con esiti sublimi – a
cimentarsi con la musica per astronauti, vedi l’album Apollo, edito dalla Virgin nel
1983. Ed è evidente il collegamento con l'aero pittura e l'aero poesia marinettiane e,
ne costituisce il naturale sviluppo. L’attualità del Futurismo consiste dunque nel
concreto agire di ogni singolo artista che ne trae in qualche modo ispirazione. C’è chi
ha sempre tenuto fede al motto futurista, quello sì sempre attuale, “ricordarsi sempre
di sputare tutti i giorni sull’altare dell’arte”. C’è chi ne ha musicato due testi sacri: il
Manifesto stesso, contenuto nel cd “Gerarchia ordine disciplina”, e il testamento
marinettiano “Quarto d’ora di poesia della X Mas” – oltre a un’altra poesia, “Quota
zero” del futurista triestino Bruno Sanzin. Se l’arte è innocua, non è arte post-
contemporanea. Se l’arte è soltanto rappresentata e non vissuta, non è arte post-
contemporanea. Se non modifica o ribalta la prospettiva delle idee date e delle
certezze acquisite non è arte post-contemporanea.
I mailartististi hanno celebrato (e continuano anche adesso... ) in tutto il mondo i 100
anni del Manifesto Futurista, perché il Futurismo fu precursore della mail art, con Ivo
Pannaggi che nel 1920 realizzò i famosi “Collaggi Postali”.
5
pagine libere IV vittorio baccelli
7. Non v'è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un
carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita
come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti
all'uomo.
8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci
alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'impossibile? Il Tempo
e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già
creata l'eterna velocità onnipresente.
9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il
patriottismo, il gesto distruttore dei liberatori, le belle idee per cui si muore e il
disprezzo della donna.
10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e
combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà
opportunistica e utilitaria.
11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa:
canteremo le marce multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali
moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri,
incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi
che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i
ponti simili a ginnasti giganti che fiutano l'orizzonte, e le locomotive
dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio
imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al
vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta. È
dall'Italia che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza
travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il FUTURISMO perché
vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori,
d'archeologi, di ciceroni e d'antiquari. Già per troppo tempo l'Italia è stata un
mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la
coprono tutta di cimiteri.
NO IMPIANTO A BIOMASSE
In lucchesia, secondo l'Arpat, le polveri sottili PM10 che stanno da tempo inquinando
l'aria, dipendono anche dalla combustione del legname, sia nelle case che nei campi.
Dunque non solo le auto, sono responsabili, ma anche le biomasse. Così a Capannori
s'è vietato l'accensione di caminetti e stufe a legna nelle case provviste di altri metodi
di riscaldamento. Questa ordinanza ricalca quanto sperimentato a Treviso due anni fa,
quando i cittadini hanno dovuto rinunziare alle veglie passate davanti al caminetto.
Nel 2006 anche Formigoni in Lombardia aveva proposto di vietare l'uso di caminetti
e stufe a legna, accusate d'emettere polveri sottili PM10 cento volte più di un diesel.
Poi soprassedette per la protesta dei produttori e venditori di stufe e camini. Ma se
6
pagine libere IV vittorio baccelli
bruciare biomasse inquina cento volte più di un diesel, che senso ha proporre in
lucchesia impianti che bruciano biomasse per ricavarne energia?
7
pagine libere IV vittorio baccelli
LUCCA – Mercoledì 10 febbraio alle ore 16.30 presso la Casermetta Santa Maria
delle Mura Urbane, l'associazione Cesareviviani interviene su il “Giorno del ricordo”
Con la Legge N. 92 del 30 marzo 2004 la Repubblica Italiana ha istituito il “Giorno
del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle
vicende del confine orientale” e ha concesso 'un riconoscimento ai congiunti degli
infoibati. Scopo del riconoscimento del Giorno del Ricordo è quello di 'conservare e
rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe,
dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e
della più complessa vicenda del confine orientale' (articolo 1, comma 1 della legge
citata). La terribile pagina di storia a cui fa riferimento il Giorno del Ricordo è quella
che interessò i territori dell'Istria a partire dall'autunno del '43, subito dopo
l'armistizio, fino al 1947, dove furono rastrellate, deportate e uccise migliaia di
persone, per lo più italiani, dai partigiani delle armate di Tito. L'inizio dell'eccidio
risale al '43, subito dopo l'armistizio, nell'Istria abbandonata dai soldati italiani e non
ancora controllata dai tedeschi, quando i partigiani slavi gettarono nelle foibe, fosse
rocciose profonde fino a 200 metri, centinaia di cittadini italiani considerati 'nemici
del popolo'. Ma fu nel 1945, durante i quaranta giorni dell'occupazione jugoslava,
dall'ingresso di Tito il primo di maggio fino all'arrivo delle truppe anglo - americane a
metà giugno, che la carneficina delle foibe raggiunse l'apice dell'orrore. Lo sterminio
fu condotto senza distinzioni politiche, razziali ed economiche, seguendo le direttive
di Tito che ordinava di eliminare i fautori del nazionalismo. Furono arrestati fascisti,
antifascisti e partigiani, cattolici ed ebrei, uomini, donne, vecchi e bambini,
industriali, agricoltori, pescatori, poliziotti e carabinieri, militari e civili, secondo un
disegno che prevedeva l'epurazione attraverso torture, fucilazioni e infoibamenti. La
persecuzione, soprattutto in quella 'terra di nessuno' vicina al confine sottoposta
all'amministrazione jugoslava, la violenza e l'efferatezza delle esecuzioni, precedute
spesso da processi sommari, torture e linciaggi, determinarono l'esodo che nel
dopoguerra allontanò quasi tutta la popolazione italiana dall'Istria. Ancora oggi, dopo
circa sessant'anni, non ci sono cifre ufficiali relative ai deportati, agli italiani uccisi
durante la prigionia e, soprattutto, agli infoibati scomparsi nell'autunno del '43 e nella
primavera del '45. Non sono, però, gli zeri in più o in meno a ridurre la portata di
questa tragedia, di cui è importante conoscere le cause e le dinamiche per evitare che
in futuro qualunque essere umano si possa ritrovare protagonista, vittima o carnefice,
di una storia di persecuzione. Il 10 febbraio è un giorno per ricordare, per raccontare,
per capire e condividere la memoria dopo anni di silenzio. Dopo il riuscito evento
sulle shoah dimenticate questa Associazione ha deciso di dare spazio e voce ad una
altro aspetto dell'intolleranza umana, ricordare, non per rimuovere, ma per
approfondire e comprendere, al fine di non ripetere gli errori passati. Compito anche
degli scrittori far sì che il ricordo permanga.
8
pagine libere IV vittorio baccelli
IL VOLONTARIO
LUCCA – Mercoledì 10 febbraio alle ore 17.30, presso la casermetta Santa Maria
delle Mura Urbane, presentazione dell'ultimo libro di Roberto Capperucci, "Il
volontario", Edizioni Tassinari, Firenze. Introduzione a cura di Mario Pellegrini.
Roberto Capperucci è nato a San Vincenzo (LI) il 16 febbraio 1927 e risiede
attualmente a Calcinaia in provincia di Pisa. Dopo aver frequentato il Liceo Classico
si è laureato nel 1952 presso l'Università di Pisa. Ha svolto principalmente l'attività di
libera professione sui grandi e piccoli animali, inoltre ha ricoperto la carica di
veterinario comunale in tre Comuni della provincia di Pisa: Vicopisano, Calcinaia e
Cascina, quest'ultima in qualità di Direttore del Mattatoio Comunale.
Dopo la pensione, continuando inizialmente ad esercitare la libera professione, ha
iniziato a scrivere racconti, aneddoti e poesie che per lui rappresentano un modo di
trascorrere più serenamente la "vecchiaia" e di sentirsi sempre vivo partecipando con
gli altri ai dolori e alle gioie che la vita ci riserva, pronto con le sue "battute" a
colpire, quando lo ritiene necessario, personaggi che per lui vanno contro corrente.
Per le Edizioni Tassinari ha già pubblicato nel 2006 "Il capostazione", nel 2007
"Viaggio premio in Polinesia" e nel 2008 "Una vita rocambolesca", tutti testi che nel
corso del tempo, la Cesareviviani ha presentato al proprio pubblico.
9
pagine libere IV vittorio baccelli
fotografici o cinematografici tratti da altri lavori. Una copia del lavoro su dvd con
sopra riportato il titolo del corto. Le opere con le schede allegate dovranno essere
spedite a: Interrete – Via Milano 44 73051 Novoli (Lecce) entro e non oltre il 30
maggio 2010. L’organizzazione richiede una tassa di iscrizione di euro 30,00.
10
pagine libere IV vittorio baccelli
deforestazione selvaggia, e poi cosa su vuol fare della Valle? Un insieme di camini
fumanti? E l'inquinamento? E le polveri sottili? E le statistiche sui tumori? Per
trovare risposte a queste domande è sorto il Comitato che ha come referente Pietro
Frati di Ghivizzano.
COREGLIA ANT.LLI – Numerose sono state le riunioni per preparare una lista, per
le prossime elezioni comunali, nettamente collocata a destra. Alcuni esponenti di
questa area, non riconoscendosi del tutto in quanto va delineandosi, hanno deciso di
dar vita ad una nuova lista e sono già al lavoro per allestire un programma elettorale
che vada incontro alle reali esigenze della popolazione. È stato individuato Pietro
Frati, esponente storico di questa area a Coreglia e referente del neo-nato “Comitato
antinquinamento di Coreglia Antelminelli e Barga” quale candidato a Sindaco per
questa formazione.
Qualche anno fa Gianni Oliva nel suo libro Foibe scriveva: «A sessant’anni dagli
avvenimenti delle foibe e degli infoibati restano ancora una strage negata esclusa
dalla coscienza collettiva della nazione […]. Con legge 92/2004 l’Italia ha
riconosciuto ed ha istituito il 10 febbraio come il “Giorno del Ricordo” in memoria
delle vittime delle foibe e degli esuli istriani, giuliani e dalmati. Lo scopo della legge
è stato quello di ridare quella dignità e riconoscimento, mancato per lunghi anni, a chi
fu tragicamente ucciso, ma anche a tutti i sopravvissuti che furono costretti ad
abbandonare le loro case per fuggire dai massacri per mantenere la propria identità di
essere italiano»
La commemorazione di oggi del 10 febbraio data simbolo del Trattato di pace di
Parigi, che nel 1947 sancì la perdita dei territori dell’Istria e di Pola, un giorno
dedicato alla riflessione e al ricordo di una delle pagine più oscure della storia del
nostro paese.
L’esodo di 350 mila italiani sfollati d’Istria, Fiume e Dalmazia, politicamente
emarginati ed economicamente azzerati, è tuttora memoria di quei luoghi in cui si
consumò tra il 1943 e il 1947 il genocidio di migliaia di italiani innocenti. Le foibe,
infatti, hanno rappresentato una vera e propria pulizia etnica concertata a tavolino dai
comunisti slavi del maresciallo Tito e dai partigiani comunisti italiani delle Brigate
Garibaldi. Un progetto politico lucido, ideato da Tito e Kardelj sin dall’autunno 1943
che ebbe inizio con la cosiddetta “epurazione politica titoista” snodando attraverso la
complicata ed intrecciata fase tra gli irriducibili antagonismi nazionali, gli ostacoli da
parte del movimento di resistenza italiano (la strage di Porzus consumata pochi mesi
prima), l’ipocrisia di Togliatti del PCI e il pesante ricordo delle stragi compiute in
11
pagine libere IV vittorio baccelli
12
pagine libere IV vittorio baccelli
PIAZZA SCALPELLINI
LUCCA – La statua del toro dorato, di Balzano, posta in piazza Scalpellini ha destato
apprezzamenti positivi da parte della cittadinanza, che all'inizio era rimasta perplessa.
In qualsiasi ora del giorno, possiamo vedere bambini che giocano con la statua o
turisti che si accingono a fotografarla. Infatti questa statua d'oro, non è per niente
incongrua con il paesaggio urbano medioevale circostante, già contaminato da
vestigia romane. L'accostarsi di più stili, sopratutto in urbanistica genera un
paesaggio postmoderno che risulta, con l'inserimento del toro più che apprezzabile.
Allora perché non stimolare l'Amministrazione all'acquisto della statua? Basterebbe
solo un basamento ovale in pietra serena su cui poggiarla.
D'altronde su questa statua molte sono state le venature culturali con cui è stata
accolta, e anche se nata come dependance di una mostra, è un'opera più che valida in
sé stessa. L'immagine del toro caduto ci rimanda al carnefice e alla vittima, ma anche
alle difficili decisioni dell'uomo, che rimanda, rimanda, dovrà poi “tagliar la testa al
toro”. Toro come punizione, come nel “Rose Madder” di Stephen King, ove l'uomo
brutale si trasforma in una sorta di Minotauro. Il Minotauro che nacque dall'amore di
Parsifae, moglie di Minosse, per il Toro. Con Dante nella Commedia Divina, il Toro è
13
pagine libere IV vittorio baccelli
a guardia dei violenti, come a ricordare il mito greco che lo faceva rappresentante
della parte istintiva dell'uomo, la mattia bestiale, in contrapposizione alla razio. Per
gli antichi egizi fin dalla I dinastia il culto del toro Apis è vivo come divinità rurale
simbolo della generazione e della forza fecondatrice. Adorato a Menfi, fu presto
assimilato a Ptah, patrono della città, di cui fu riconosciuto come incarnazione. A Ra,
Apis deve il disco solare piantato, con l'ureus, tra le sue corna. I sacerdoti di Apis a
Menfi, conosciuti durante l'Antico Regno come "Bastoni di Apis" battevano la
campagna alla ricerca del Toro recante il marchio divino, marchio che doveva essere
presente su più parti del corpo dell'animale. Lo scopo era quello di fare di esso il
successore dell'Apis regnante. Quando un Apis moriva, veniva sepolto secondo un
rituale preciso, dopo essere stato sottoposto a mummificazione. Al termine del
cerimoniale funebre, veniva calato nei sotterranei del Serapeum, dove andava a
raggiungere le precedenti incarnazioni del dio. Veniva allora posto sul trono il nuovo
Apis, fatto che costituiva un'occasione di festa. Dopo essere stato mostrato al popolo,
il Toro divino veniva condotto nel santuario, dove era destinato a vivere con il suo
harem di giovenche, per non uscire più se non in occasioni di processioni che
richiedessero la sua presenza. Oltre a ricevere offerte dai fedeli, nell'Apeion, il Dio
Toro rendeva anche responsi in qualità di oracolo. Flash back forniti da questa statua
dorata: l'Uomo Toro che è in noi, potrebbe anche risvegliarsi tra icone e uso della
foglia d'oro, tra la carnalità più sudamericana e le nostre strade. Fino a giungere
all'attualizzazione della nuova lama divinante: il Torocco.
14
pagine libere IV vittorio baccelli
15
pagine libere IV vittorio baccelli
È il titolo di un curioso articolo del giornalista arabo israeliano Khaled Abu Toameh,
apparso sul Jerusalm Post a gennaio del 2010. Ne diamo una traduzione riassuntiva,
perché è sicuramente un punto di vista ‘diverso’ del processo di pace. Buona lettura!
« Molti Ebrei e Arabi da queste parti rimpiangono i bei tempi quando non era ancora
iniziato il processo di pace in Medio Oriente – prima che Yasser Arafat e l’OLP
ritornassero in Cisgiordania e nella striscia di Gaza dopo aver firmato gli accordi di
Oslo. È giunta l’ora di gridare a gran voce che questo processo di pace è stato
disastroso per entrambi i popoli. Non vi siete mai accorti che sono stati uccisi molti
più Ebrei ed Arabi dopo gli accordi di Oslo che nel periodo compreso fra il 1967 e il
1993? Il processo di pace, che qualcuno definisce sarcasticamente “processo di
guerra”, è fallito - e bisogna prenderne atto. Non è possibile firmare la pace fra
Palestinesi ed Ebrei, non nell’immediato futuro. Il divario fra le due parti non si è
ridotto, e nessuno dei due si fida dell’altro. Quindi invece di parlare di “risoluzione
del conflitto”, dovremmo parlare di “gestione del conflitto”, e tentare di spingere
entrambe le parti a gesti di buona volontà. Israele ad esempio potrebbe allentare le
restrizioni, bloccare l’espansione degli insediamenti in Cisgiordania e migliorare le
condizioni di vita dei Palestinesi. I Palestinesi dal canto loro potrebbero fermare le
violenze e la propaganda contro Israele e dedicarsi alla costruzione di istituzioni
governative e di un’infrastruttura forte per il futuro stato palestinese. In ogni caso si
dovrebbe mantenere bassa l’intensità del conflitto nella speranza che possa avere
effetti benefici su entrambe le parti. Prima che il processo di pace iniziasse, chi
viveva in Cisgiordania o nella Striscia di Gaza poteva alzarsi la mattina, prendere la
macchina e andare in qualunque parte all’interno di Israele. Solo di rado si sentivano
notizie di terroristi suicidi e autobombe. Non venivano sparati missili su Israele né
16
pagine libere IV vittorio baccelli
Ancora nuovi ospiti d'eccezione per gli eventi proposti dalla Cesareviviani. È la volta
del sen. Domenico Nania, Vice Presidente del Senato che venerdì 26, se ne avuta la
conferma, sarà presente presso l'Associazione per presentare il suo ultimo libro “Una
nuova idea per l'Italia” in libreria per i tipi di Rubbettino Editore. Nel corso degli
anni, oltre ai soci e agli esordienti, si sono alternati negli appuntamenti letterari autori
e personaggi di spessore quali: Mario Luzi, Giorgio Saviane, Alberto Fremura, Paolo
Di Mizio, Romano Battaglia, Gaetano Giani-Luporini, Luca Telese e ultimo in ordine
di tempo il regista Paolo Benvenuti. L'incontro è previsto presso la Casermetta Santa
Maria delle Mura Urbane alle ore 11.00. Vittorio Baccelli, Presidente della
Cesareviviani condurrà l'evento coadiuvato da Marco Vignolo Gargini. Introduzione
a cura di Daniele Marchi.
DOMENICO NANIA
Nato a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) il 19 settembre 1950. Avvocato civilista,
sposato con Mara Iraci, ha due figli Elisabetta ed Alessandro e cinque nipoti. La sua
passione politica inizia da giovanissimo, fin dai tempi dell’Oratorio, quando si rende
17
pagine libere IV vittorio baccelli
METASIA
18
pagine libere IV vittorio baccelli
ANCORA LA VALLE
LUCCA - Giusto un anno fa pubblicai l'articolo “Tre passi nel delirio” ove facevo una
carrellata lungo le strade della Valle del Serchio. A un anno di distanza vediamo un
po' se la situazione è migliorata o se invece si deve registrare un peggioramento.
Certo è che mai si è voluto con precisione indicare la via dello sviluppo sostenibile di
questa area, che a fil di logica avrebbe dovuto essere turistico-ambientale-culturale-
commerciale, ma si sa, queste scelte sono principalmente in mano ai politici e di
questi ho sempre meno fiducia. Allora partiamo ancora una volta da Borgo Giannotti.
Se consideriamo le due principali vie storiche che da Lucca si addentrano nella Valle
del Serchio, dobbiamo riconoscere che gli infiniti lavori stradali sono quasi risolti.
Partiamo da Lucca e a un chilometro troviamo una rotonda un po' strettina, che
19
pagine libere IV vittorio baccelli
20
pagine libere IV vittorio baccelli
Che da noi il centro destra sia rappresentato in maniera inadeguata è da tempi non
sospetti che lo dico e lo scrivo. In questi ultimi giorni però si è passato il limite.
Dapprima c'è stata la proposta da parte di Oliviero Toscani di presentarsi anche con il
PDL per l'elezione a Governatore in Toscana. A questa proposta è stato risposto con
un silenzio quasi assoluto, con Matteoli unica eccezione a dichiarare l'ipotesi
interessante. Al che Toscani ha ritirato la sua candidatura definendo “babbioni” i
dirigenti del centro destra. Poi abbiamo visto la Toscana apripista di una folle legge a
favore dei cacciatori estremisti, le linee della quale sono approdate al Senato. In Italia
vi sono 500mila residuali cacciatori invisi all'80% della popolazione italiana. La
caccia è una vergogna da cancellare. C'è stata poi la lettera dell'on. Angelini su
Quattrocchi che dal blog di Bartolomeo Di Monaco è finita anche su Libero, ebbene
dal Coordinamento del PDL silenzio assoluto: ma li leggono i giornali? E invece sono
intervenuti infelicemente a favore dell'impianto a biomasse dell'Alce, fin'ora così
sostenuto da tutto l'apparato della sinistra toscana: CGIL, Rossi, Pedreschi, Bambini,
Pellegrinotti, Remaschi...
E proprio su questo impianto mi voglio soffermare. Per molti i piani aziendali di
21
pagine libere IV vittorio baccelli
Silvateam non sono chiari, invece sono chiarissimi e pubblicati su varie pagine web.
L’azienda da tempo si è dedicata al business della combustione di biomasse e di
rifiuti per produrre energia elettrica che gli viene pagata da quattro a cinque volte il
suo valore con gli incentivi statali, prima CIP6 e adesso Certificati Verdi, tutti soldi
presi dalle tasche dei cittadini o meglio dal 7% delle bollette della luce. Già molto
prima del 2000 la famiglia Battaglia aveva “fiutato” l’affare biomasse, tant’è che a
Rende (Cosenza) aveva attivato una centrale a biomasse che poi, nel 2002, cedette
alla Actelios SpA del Gruppo Falck, con un’operazione del valore complessivo di
circa 32,5 milioni di euro.
1997 - ICL propone a San Michele di Mondovì, in sostituzione della caldaia a
biomasse, un termovalorizzatore di rifiuti a servizio di tutta la Provincia di Cuneo
(potenza elettrica 19,6 MW): i maggiori introiti derivanti dovrebbero evitare la
chiusura del settore pannelli entrato in crisi per fattori di mercato.
1997/1999 - Opposizione al progetto da parte del Circolo Legambiente di Mondovì,
del Comitato Difesa Ambiente di San Michele, delle Amministrazioni di San Michele
e di molti paesi vicini.
Inizio 2000 - Accordo siglato in sede Provinciale tra ICL, Unione Industriale,
Sindacati, Amministrazione di San Michele e altri consistente nella rinuncia
all’inceneritore di rifiuti, a favore di una centrale elettrica a biomasse con potenza
elettrica di 8,5 MW. La soluzione viene presentata, come la precedente, per evitare la
chiusura del settore pannelli ICL.
2000/2003 - Opposizione al nuovo progetto, inizialmente solo da parte del Circolo
Legambiente di Mondovì e del Comitato Difesa Ambiente. Successivamente
l’opposizione viene rafforzata dall’esito della consultazione popolare, tenutasi nel
luglio 2001: gli abitanti di San Michele sono in maggioranza contrari alla costruzione
della progettata caldaia a biomasse, nonostante la preoccupazione per i posti di
lavoro. Conseguentemente ICL rinuncia alla centrale a biomasse.
Recentemente poi, il 19 luglio 2007, la Silvateam New Tech S.r.l. ha presentato di
nuovo domanda per la costruzione e l’esercizio di una centrale a biomasse nel
comune di Castagnola delle Lanze, progetto bocciato dalla Provincia di Asti con
determinazione del Dirigente del servizio Ambiente del 24 novembre 2009.
Il 21 settembre 2009 Alce S.p.A. ha infine presentato domanda alla provincia di
Lucca per la costruzione e l’esercizio di una centrale a biomasse analoga a quella di
Castagnole delle Lanze. Quindi un percorso tutto rivolto al business delle biomasse e
della termovalorizzazione dei rifiuti, caratterizzato da un continuo e grave ricatto
occupazionale. Alla luce di tutto questo percorso, è difficile credere che il problema
sia quello della scarsa redditività della produzione di carta semichimica (Alce di
Fornoli) o dei pannelli truciolari (ICL di Mondovì). Ma non sarà mica che il gruppo
Silvateam, di pari passo col settore tannino, intende mirare al massimo profitto
costruendo e gestendo impianti a biomasse e/o a rifiuti, molto più redditizi di cartiere
o produzione di pannelli truciolari, fregandosene se i posti di lavoro sono solo 15
22
pagine libere IV vittorio baccelli
invece di 80? Se così fosse nella realtà, è bene chiarire che ormai nessuno crede alla
favoletta triste della povera multinazionale che non regge la competitività con gli altri
produttori di carta o pannelli truciolari. Basta con le storielle. La verità, se è vero
quanto sopra, sarebbe che l’Alce darà un calcio ai lavoratori per avidità. Non vorrei
che avvenisse con il beneplacito delle istituzioni. Comunque a Mondovì hanno
continuato a fare pannelli truciolari e scommettiamo che anche a Fornoli troverebbero
i soldi per rimodernare la cartiera? Comunque non è veramente edificante mandare
avanti i lavoratori come sponsor dell'azienda, tra l'altro il ricatto occupazionale da noi
non paga: chi si ricorda la vicenda Bertolli?
A questo punto è indispensabile un referendum che veda coinvolti almeno gli abitanti
dei Comuni di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca.
PONTE ALL'ANIA
23
pagine libere IV vittorio baccelli
L'ex ministro degli Esteri Jorge Castaneda Gutman è ora convinto che la cannabis
debba essere legalizzata in Messico e negli Stati Uniti. "Secondo la Dea (il
Dipartimento antidroga Usa), il 60% dei profitti dei cartelli messicani deriva dalla
cannabis. Se cominciamo a togliergli quella sarebbe già molto. Non possiamo però
farlo da soli qui in Messico, gli Usa devono fare altrettanto". In un lungo editoriale
sulla rivista Foreign Policy, Castaneda scrive: "Il consumo di droghe degli Stati Uniti
non è diminuito per niente negli ultimi dieci anni, e non ci sono ragioni per pensare
che le cose cambieranno in futuro... Infatti, gli Stati Uniti sembrano andare nella
direzione opposta; ovvero, verso la depenalizzazione della cannabis, una maggiore
tolleranza verso forme di riduzione del danno da consumo di eroina, verso programmi
per curare i pazienti dipendenti da metamfetamine, e in generale verso l'adozione di
una politica meno repressiva sulle droghe. Come ad esempio la decisione di Obama
di non applicare le leggi federali contro la marijuana in quegli Stati che l'hanno
legalizzata per usi terapeutici. E' assurdo che centinaia di soldati, poliziotti e piccoli
spacciatori messicani muoiano a causa della guerra alla droga a Tijuana quando a
circa cento chilometri a nord, a Los Angeles -secondo quanto riporta il New York
Times- ci sono più negozi di cannabis terapeutica che scuole pubbliche. Una strategia
più saggia per il Messico sarebbe quella di unirsi agli americani che chiedono la
legalizzazione della marijuana e dell'eroina." Attualmente, Castaneda insegna alla
New York University.
BARTOLOMEO DI MONACO
LUCCA – Questo mercoledì per il ciclo al bridge con l'Autore, è la volta dello
scrittore lucchese Bartolomeo Di Monaco con “Uno sguardo sulla letteratura straniera
di ieri e di oggi”, in libreria per i tipi di Marco Valerio Editore in Torino. Il libro
contiene letture di romanzi dei seguenti autori: Amado, Andersen, Balzac, Brandys,
Brautigan, Bulgakov, Céline, Dickens, Flaubert, García Márquez, Gide, Green,
Hardy, James, Kleist, Kundera, Madame de La Favette, Léautaud, Myû, Ōe, Perec,
Pynchon, Rahimi, Schneider, Simenon, Sterne, Strindberg, Vian, Walser, Waugh,
Woolf, Zola. Bartolomeo Di Monaco, presidente onorario della Cesareviviani è noto
ai lettori sopratutto per la produzione narrativa, ambientata da sempre nella lucchesia,
sua terra natale, ma anche al mondo del web, grazie all’intenso lavoro di critica
letteraria, che ha dato vita a volumi pregevoli dedicati alla letteratura italiana di ogni
tempo. Appassionati e studenti hanno trovato nei suoi lavori approfondite schede di
lettura utili per affrontare le prove scolastiche e per selezionare le letture. L’Autore
torna con questo nuovo lavoro ad esplorare il fantastico mondo della letteratura,
24
pagine libere IV vittorio baccelli
Erano i primi anni sessanta, sì forse eravamo proprio nel '61 quando iniziai a
collaborare a Lucca con la Cisnal. Venivo dalla Giovane Italia, ove ero stato
segretario provinciale e il passaggio al Msi non era proprio riuscito a soddisfarmi. In
quegli anni, in quei luoghi, c'erano troppi con la testa girata all'indietro, che a stento
riuscivano a vedere oltre. Io marinettiano e futurista più o meno doc, proprio non mi
ci ritrovavo. Eppure Giorgio Almirante, che spesso veniva a Lucca, aveva una visione
chiara del futuro europeo che si prospettava. Ricordo in particolare, una sua venuta a
Lucca, quando volle visitare la Valle del Serchio ove aveva degli amici che da anni
non vedeva. Fu caricato sulla mia cinquecento azzurra, nuova di zecca, dato che tutti
gli altri avevano auto vecchissime poco affidabili. E proprio in quel giorno, Foffo, al
secolo Adolfo Cesari, che era segretario della Cisnal, mi disse: «Perché non vieni a
darmi una mano al sindacato?» E ci provai, trovando un ambiente lavorativo ancora
pieno d'entusiasmo e finalmente, proiettato in avanti. La Cisnal in quegli anni aveva
dei punti di forza a Lucca, quali la storica Cantoni, la Manifattura Tabacchi e a
Fornaci, la Metallurgica. Poi seguivamo un gruppo coeso di lavoratori
dell'escavazione del marmo ad Arni e avevamo tutta una serie d'iscritti tra i marittimi
che a Piombino lavoravano sui traghetti per l'Elba, che chissà perché come iscritti
facevano capo a Lucca. E così tutti i mesi ci trovavamo, un giorno sui traghetti
Piombino – Isola d'Elba, un altro ad Arni (vino, ricotta e salumi da favola), e spesso
davanti ai cancelli della Manifattura Tabacchi, della Cantoni e della Metallurgica con
pacchi di volantini in attesa dell'uscita dei turni. Migliaia di lavoratori, una marea
all'uscita di questi turni in quegli anni. Anni che ricordo ancora con piacere e con
nostalgia: qualche raro screzio con gli iscritti Cgil, ma roba da poco, e poi ci si
conosceva tutti, e tutti quanto operavamo per il bene dei lavoratori. E anche allora
alla Cisnal avevamo problemi di soldi, che (come oggi) non bastavano mai. E quando
proprio eravamo a secco, facevo con Foffo un salto a Pisa, ove nel suo ufficio sul
Lungarno, l'on. Nicolai ci accoglieva sorridente dicendoci: «Di quanto avete bisogno
questa volta?» e non ci rimandava mai indietro a tasche vuote, e con soddisfazione
ascoltava tutte le novità che dalla Cisnal di Lucca, arrivavano.
Oggi la Manifattura Tabacchi è notevolmente ridimensionata, la Cantoni (C.C.C.) è
25
pagine libere IV vittorio baccelli
quasi sparita e la Metallurgica, oggi Kme, molto ridotta nelle lavorazioni e nel
personale, ha ritrovato la nostra storica presenza, non più Cisnal, ma Ugl.
BIOMASSE NO
LUCCA - Fior d'esperti in questi ultimi giorni hanno illustrato alla popolazione i
gravi rischi legati ad impianti di questo tipo. Occorre allora riflettere sul perché
aziende come l'Alce, cercano di realizzarli. Il motivo è solo funzionale al profitto,
dato che con gli incentivi l'energia prodotta viene ricaricata di 4 o 5 volte il valore
reale. Soldi che in definitiva, sono i cittadini a sborsare. Per questo si dichiarano
improduttive le produzioni fin'ora svolte, siano esse di pannelli di truciolato, come a
Mondovì, o di carta semichimica come a Fornoli. Gravi errori da parte della
Provincia che invece di cercare nuove collocazioni lavorative per i 90 dipendenti,
usando avviamento e formazione professionale, ha invece imboccato la strada
dell'azienda perdendo sette mesi di tempo: perché? Grave errore anche da parte della
cooperativa UTA che ha sposato una causa da evitare. Inoltre le 3 sigle sindacali
presenti in azienda (Cgil, Cisl e Ugl) hanno loro iscritti anche nei comitati che
osteggiano l'impianto. Lavoro sì, biomasse no. I politici, i sindacalisti, gli
amministratori, le forze produttive che avvallano questa speculazione industriale,
faranno bene a cambiare in fretta, per la salvaguardia dell'ambiente, della salute dei
cittadini e dei posti di lavoro. Perseguire nella strada dell'impianto a biomasse, può
significare la chiusura dell'azienda e la perdita di posti di lavoro. Tutti assieme,
invece, dobbiamo ricercare valide alternative.
BERTA
Un’avventura storica per la conoscenza di questo personaggio, il cui epitaffio è
racchiuso nella lapide ritrovata, nella cattedrale di San Martino in Lucca, dal noto
regista lucchese Vincenzo Moneta. Vincenzo si è dedicato a raccogliere notizie su
Berta e su tutto quanto faceva parte del suo "mondo", dei suoi rapporti, dei suoi
interessi, per cercare di capirne la personalità, l'azione politica, il suo modo di essere
donna, madre, moglie. Insomma, anche noi, nuovi spettatori affascinati dalla non
conoscenza di questa donna, ci chiediamo quali ambizioni la muovevano? Che ruolo
ebbe nel "mondo" di allora? Quale influenza esercitò nella città di Lucca, dove visse
per circa trent'anni? E nelle altre città? Chi erano i Signori con i quali intesseva
rapporti? Quali erano i veri luoghi di potere? Che importanza poteva rappresentare la
piccolissima città di Lucca rispetto alle grandi città come Roma, Aquisgrana,
Bisanzio, Baghdad e Cordova, di cui lei stessa era una perfetta conoscitrice? E
ancora, quale influenza esercitò Berta su Roma? Quale potere ebbe nell'elezione dei
papi? Che ruolo poteva avere Berta in quel mondo politico economico fatto di false
alleanze, voltafaccia improvvisi, intrighi, terribili torture, e delitti? Oltre la lapide, la
26
pagine libere IV vittorio baccelli
sua storia si dischiude nei libri delle nostre biblioteche, da dove veniamo a conoscere
i suoi rapporti con l'oriente, la favolosa Baghdad testimoniata da una lettera, vergata
su seta bianca, che l'illustre donna inviò, per mezzo dell’eunuco Alì, verso la fine del
905, ad Al-Muktafì, Califfo di Baghdad. Questo ed altro ancora, lo scopriremo
domenica prossima nel corso di “Un Tè alle Cinque”, presso la chiesa di San
Lorenzo, in Orbicciano, alle ore 17,00. Lo spettacolo sarà accompagnato dalla voce
recitante di Pierangela Benedetti, oltre che dagli interventi di Vincenzo Moneta,
ricchi di affascinanti videoproiezioni. Al termine, come sempre, una buona tazza di tè
preparato secondo la tradizione orientale.
CAPANNORI - Dal Kazakistan un film poetico, sospeso tra due mondi, venerdì 26
febbraio alle 21.00 presso la biblioteca “Gli amici del melograno” di S. Leonardo in
T.zio nell'ambito della rassegna "Guardiamo Oltre”. Verrà proiettato il film “Tulpan”
(La ragazza che non c’è). Dopo aver assolto il servizio militare in marina, il giovane
Asa torna nella steppa Kazaka dove sua sorella e suo marito – che fa il pastore –
vivono una vita da nomadi. Per iniziare la sua nuova vita da pastore, Asa si deve
prima sposare. La sua unica speranza di matrimonio nel deserto della steppa è Tulpan,
figlia di un’altra famiglia di pastori. Il povero Asa scopre però con disappunto di non
piacere a Tulpan perché lei pensa che lui abbia delle orecchie troppo grandi. Ma Asa
non si arrende e continua a sognare una vita che potrebbe non essere possibile nella
steppa. Siamo nella steppa del Kazakistan. Il giovane Asa ritorna dalla sorella e il
cognato dopo aver portato a termine il servizio militare in marina. La coppia nomade
è dedita alla pastorizia: anche Asa, potrebbe fare il pastore ma prima deve sposarsi e
mettere su famiglia. La ragazza prescelta e mai conosciuta è Tulpan, figlia di un’altra
coppia nomade. Solo che Tulpan proprio non ne vuole sapere di Asa, perché "ha le
orecchie troppo grandi" e poi vorrebbe andare a studiare in città e cambiare vita. Asa
non si dà per vinto, attratto dalla possibilità di un’esistenza differente da quella nella
steppa, mentre si cimenta nella cura del bestiame e si confida con l’amico, che guida
un trattore. Sergey Dvortsevoy, regista kazako, è noto nei circuiti dei festival per i
suoi documentari. Tulpan è il suo esordio; un esordio baciato dal successo: il film gli
è valso il premio "Un Certain Regard" a Cannes. La visione di Tulpan, sceneggiato
dallo stesso regista con Gennady Ostrovskiy, ci offre uno sguardo naturalistico, quasi
da documentario, sull’esistenza faticosa, senza speranze di cambiamento, dei pastori
della desertica steppa del Kazakistan, una zona in cui la più vicina città è a 500
chilometri di distanza. In questa cornice realistica, dove i personaggi, tranne i
protagonisti, sono veri pastori nomadi e gli attori hanno vissuto con loro, nella stessa
tenda, per un lungo periodo. si innesta la vicenda personale di un povero marinaio
sognatore, indeciso tra la vita tradizionale nella steppa e l’attrattiva costituita da una
27
pagine libere IV vittorio baccelli
nuova esistenza nella città. La realtà "fuori dal tempo" dei pastori nomadi è filmata
con un occhio partecipe, che ne registra, senza retorica, la presunta innocenza e
ingenuità, nella malinconia di un mondo destinato al declino e alla scomparsa, un
piccolo universo fatto di valori tramandati, tradizioni, leggende e riti. Di contro, la
lontana città è una meta di attrazione e timore, pensata e sognata dai protagonisti
spesso con una visione molto distante dal vero, di modernità e civiltà illusorie, in cui
la speranza di guadagnare cozza contro la disoccupazione senza via d’uscita.
Splendida fotografia di un nulla, fatto di distese senza fine, polvere sollevata,
mandrie, tende nella steppa desertica.
DOMENICO NANIA
LUCCA - Ancora nuovi ospiti d'eccezione per gli eventi proposti dalla Cesareviviani.
È la volta del sen. Domenico Nania, Vice Presidente del Senato che venerdì 26 alle
ore 11.00, sarà presente presso l'Associazione nella sua veste di scrittore per
presentare il suo libro “Una nuova idea per l'Italia”, Rubbettino editore, collana
Transatlantico. Nel corso degli anni, oltre ai soci e agli esordienti, si sono alternati
negli appuntamenti letterari autori e personaggi di spessore quali: Mario Luzi,
Giorgio Saviane, Alberto Fremura, Paolo Di Mizio, Romano Battaglia, Gaetano
Giani-Luporini, Luca Telese e ultimo in ordine di tempo il regista Paolo Benvenuti.
Il dott. Vittorio Baccelli, Presidente della Cesareviviani condurrà l'evento coadiuvato
dal prof. Marco Vignolo Gargini. Introduzione a cura di Daniele Marchi. Quale
forma potranno assumere i partiti nella Terza Repubblica? L’Autore illustra, con una
lettura anche autobiografica, una prospettiva per la destra in vista di una nuova
stagione costituente che possa realizzare un equilibrio istituzionale. Guardando con
profondo senso dello Stato ai progetti federalisti e presidenzialisti che sono al centro
del manifesto di “Destra Plurale”, vengono passati in rassegna con linguaggio
appassionato e competente temi quali la legge elettorale, la diffusione del virus
dell’egemonia in segmenti importanti della società e delle istituzioni, la questione
morale e le tendenze oligarchiche che minacciano la democrazia degli Italiani. In
particolare, l’attenzione del lettore viene richiamata su due nodi centrali dello
scenario politico: la questione socialista rispetto al Partito democratico e il
berlusconismo rispetto al centrodestra. Domenico Nania è nato a Barcellona Pozzo di
Gotto (Messina) il 19 settembre 1950. Tra i fondatori di Alleanza Nazionale, durante
il primo governo Berlusconi viene nominato Sottosegretario ai Lavori Pubblici.
Componente delle Bicamerali De Mita-Iotti e D’Alema, è uno dei “quattro saggi” del
progetto di riforma costituzionale di Lorenzago. Dopo quattro legislature consecutive
alla Camera, nel 2001 approda al Senato, dove diviene presidente del gruppo
parlamentare di An. Nella XV Legislatura è Presidente della Giunta delle elezioni e
delle immunità parlamentari. Nella XVI Legislatura è vicepresidente del Senato della
Repubblica.
28
pagine libere IV vittorio baccelli
CONTAMINAZIONE
29
pagine libere IV vittorio baccelli
30
pagine libere IV vittorio baccelli
partecipazione di un’umanità troppo distante. “Se sotto una certa illuminazione tutto
sembrasse dar sul bianco, noi non concluderemmo che la fonte luminosa deve
apparire bianca”: una frase di Wittgenstein che sembra echeggiare in questo spazio
vuoto in cui i cappelli bianchi, così come gli alberi delle installazioni e delle
performance, nella loro natura plastica del plexiglas, sono presenze ‘segnalate’
dall’interprete e come additati allo spettatore. Le scarpe pongono alla coscienza l’idea
dell’assenza del procedere, così come il cappello pone la metafora della lontananza
dell’attività cerebrale, della consapevolezza… dunque è la metonimia del contenente
per il contenuto che ci dà la misura dei simboli. L’assenza dell’umanità mi pare un
altro aspetto caratterizzante l’attività artistica di De Stefani, dove, sottaciuta, è una
critica alle fondamenta della nostra società, che trascura l’umanizzazione
dell’individuo svuotando la natura del suo contenuto-sangue per prediligere il cieco
avanzamento verso un vuoto che non è tanto esteriore quanto interiore. Il distacco
tra natura ed umanità non è tanto in una disillusione rispetto ai contenuti, quanto
proprio, al contrario, nell’assenza dell’azione individuale, in quel vacuum di
assunzione di responsabilità : azione individuale che l’artista si assume, invece,
attraverso l’atto performativo. Nella continuità del bianco è implicita la possibilità di
ogni azione ulteriore… questo metro è, in definitiva, la vera chance che,
linguisticamente, esteticamente, ci viene consentita.
NANIA A LUCCA
LUCCA - È veramente piaciuto l'intervento del sen. Nania che nella sua veste di
scrittore ha presentato il suo ultimo libro, “Una nuova idea per l'Italia” Rubbettino
editore collana Transatlantico, nella nostra città. Un testo che ha piacevolmente
sorpreso, non solo per i contenuti d'indubbio spessore, ma anche per tutto il percorso
autobiografico che esso contiene. Tutto si è articolato attorno a quale forma potranno
assumere i partiti nella Terza Repubblica. L’Autore ha illustrato, con maestria e con
una lettura anche autobiografica, una prospettiva per la destra in vista di una nuova
stagione costituente che possa realizzare un equilibrio istituzionale. Guardando con
profondo senso dello Stato ai progetti federalisti e presidenzialisti che sono al centro
del manifesto di “Destra Plurale”, ha passato in rassegna con linguaggio appassionato
e competente temi quali la legge elettorale, la diffusione del virus dell’egemonia in
segmenti importanti della società e delle istituzioni, la questione morale e le tendenze
oligarchiche che minacciano la democrazia degli Italiani. In particolare, l’attenzione
del lettore è stata richiamata su due nodi centrali dello scenario politico: la questione
socialista rispetto al Partito democratico e il berlusconismo rispetto al centrodestra.
La mancanza di riforme genera la corruzione, e su questi temi si è acceso un dibattito
con i presenti, tra i quali: Bartolomeo Di Monaco, Maurizio Dinelli, Luca Leone e
Fabrizio Petri.
31
pagine libere IV vittorio baccelli
LUCCA – Dopo la presentazione del libro del Vice Presidente del Senato, Domenico
Nania, che ha suscitato molti positivi apprezzamenti, la Cesareviviani torna alla sua
normale programmazione. Mercoledì 3 marzo sarà presentato ufficialmente il libro
“Turpe Passione Erotica” di Matteo Cammisa con introduzione e letture critiche a
cura di Marco Vignolo Gargini. Matteo Cammisa, nato a Lucca nel 1985, inizia gli
studi musicali all'età di 11 anni. La passione crescente per le percussioni lo porterà a
scegliere la strada della professione. Entra al conservatorio nel 2004 e
contemporaneamente studia a Milano con il Maestro De Piscopo, nel 2009 ha
l'opportunità di studiare alla Truman State University dove rimarrà sotto la guida del
Prof. Bump per un semestre. Momentaneamente è insegnante presso la scuola Pacini
di Viareggio e percussionista stabile dell'orchestra di fiati della provincia di Lucca.
Allo studio e alle performance in orchestra o in band affianca la passione letteraria
ritrovandosi con un sempre più crescente numero di impegni. Nel 2006 collabora con
il canale Rai Futura leggendo poesie tramite webcam, lo stesso anno partecipa ad una
gara televisiva sul medesimo canale arrivando secondo. Nel 2007 entra a far parte dei
poeti scelti sul sito aphorism.it con la poesia “Doveroso addio”. In seguito, due
poesie, “Avventura è questa vita” e “Suoni ivi incastransi…”, vengono pubblicate
sull’antologia “Vita è questa avventura” in uscita con la rivista Poeti e Poesie
edizione Pagine. Nel 2009 dopo un percorso didattico come assistente al corso
d’italiano presso la Truman State University, Kirksville (Mo, U.S.A.) il racconto
“Giovanni e il marziano” viene scelto come materiale di studio per la classe dal prof.
Antonio Scuderi. Nel 2009 la poesia “Anima e Corpo” viene scelta come tema per la
mostra fotografica “Suicidio 3d” dell’artista Anna Banti presso il locale “Gatto nero”,
San Vincenzo (Li). Background notevole e vario dunque, per questo giovane
lucchese che la Viviani vuol far meglio conoscere alla cittadinanza.
UN MARCIAPIEDE MANCANTE
BARGA – Durante ogni ora del giorno o della notte, chi transita sulla statale che
attraversa sia Fornaci di Barga che Ponte all'Ania, noterà che su questo pericoloso
tratto, vi sono sempre alcuni pedoni che a loro rischio e pericolo camminano sui cigli
per raggiungere una delle due località. Infatti i due centri del barghigiano confinano
l'uno con l'altro, anzi sono ormai un'unica frazione. Una frazione che però manca di
collegamento pedonale. Del marciapiede e della sua necessità se ne parla ogni volta
che si avvicinano le elezioni, poi cala il silenzio. Eppure questa è un'opera
indispensabile che salda assieme due frazioni ormai di fatto già unite, e che tutela i
pedoni oggi costretti ad affrontare con rischi e disagi questo breve tratto. E c'è
pericolo, perché i sogli sono sconnessi e disastrati, e perché troppo spesso le auto
32
pagine libere IV vittorio baccelli
sfrecciano incuranti dei limiti di velocità. Cosa si aspetta per intervenire? che qualche
malcapitato venga investito?
IL CARCERE
LUCCA – Più volte è uscita sulla stampa la notizia che il carcere di San Giorgio è al
collasso. Ormai la criticità dei carceri italiani in materia di sovraffollamento, è una
ricorrenza ciclica. E sicuramente indulti e condoni non possono esser più la soluzione
per due motivi: il primo è che la stragrande maggioranza degli italiani è contraria, e il
secondo è che dopo pochi mesi i condonati riaffollano i carceri dopo aver commesso
tutta una serie di reati. Anche il carcere lucchese, come tutti gli altri, è in sofferenza e
vi sono già state manifestazioni pacifiche di protesta da parte dei detenuti, e prese di
posizione da parte degli agenti di custodia. Il San Giorgio ha la capacità di accogliere
fino a 82 detenuti, gli ultimi dati apparsi ci dicono che ve ne sono 196, con un
sovraffollamento del 139%. Vi sono 90 agenti di polizia penitenziaria in servizio, su
un organico che ne prevede 130. Adesso a denunziare la situazione è l'Ugl con una
nota inviata alla Direzione della Casa Circondariale lucchese: «La situazione
lavorativa è davvero al collasso per mancanza di personale. Attualmente sono
presenti 90 unità in servizio in luogo delle previste 130. I poliziotti penitenziari sono
costretti ad effettuare turni di servizio di 12 ore continuative, ed oltre. Non sono più
garantiti i diritti basilari dei lavoratori come la fruizione di ferie e riposi. Alcuni
lavoratori operano anche in cinque posti di servizio previsti “in modo dinamico” dal
modello 14. La gestione degli 80 detenuti presenti nel 3° reparto detentivo è ormai
insostenibile, oltre ad essere affidata ad un solo poliziotto penitenziario, il quale è in
possesso sia delle chiavi d'ingresso al reparto che delle celle. Essendo queste ultime
aperte tutti i giorni dalle 8 alle 20, siamo costretti ad affidarci alla “buona sorte” e
quando quest'ultima viene a mancare, bisogna ricorrere alle cure del medico del
pronto soccorso, come è avvenuto pochi giorni fa ad un collega, oltre alla speranza
che i detenuti non tentino di fuggire. Eufemisticamente potrebbe trattarsi di una
forma di premialità nel trattamento dei detenuti che non fuggono, pur potendo.
Lavorare nella casa circondariale di Lucca non è più, né sicuro, né dignitoso per i
poliziotti penitenziari. Il personale è sfiduciato. Pertanto l'Ugl polizia Penitenziaria
chiede un autorevole intervento della Direzione della Casa Circondariale teso a
ristabilire almeno le condizioni di sicurezza minime e i diritti basilari».
ITINERA
33
pagine libere IV vittorio baccelli
UN REGIME IN TOSCANA?
34
pagine libere IV vittorio baccelli
crearla, o non ha voluto crearla. Eppure quest'anno si era verificata un'occasione più
unica che rara: la disponibilità di Oliviero Toscani a presentarsi a Governatore.
Possibilità che poteva realizzarsi solo con l'appoggio del Pdl, che però nella sua
ottusa comprensione della realtà locale ha preferito ignorarla (unica eccezione di
rilievo: Matteoli) mettendo in campo una solita squadra perdente con personaggi privi
di spessore e l'incapacità di gestire il cambiamento. Mi scusi la candidata
Governatore, che mi sembrerebbe in gamba, ma è sconosciuta ai più. E allora
teniamoci il regime in Toscana grazie alle sinistre e anche alle destre, unite da
l'eliminazione delle preferenze e da una vergognosa legge sulla caccia. Ma poi non
lamentiamoci se schiere d'elettori insoddisfatti diserteranno le urne o si rivolgeranno
a quegli schieramenti che più sono razzisti e xenofobi, meglio è.
35
pagine libere IV vittorio baccelli
MASTRONALDI & C.
PONTE ALL'ANIA - Prosegue sulla stampa il ping pong tra il consigliere
Mastronaldi e il Sindaco su Ponte all'Ania, ma nessuno dei due si accorge che:
1. i marciapiedi sono tutti interrotti da barriere architettoniche (scalini e muretti);
2. manca l'indispensabile marciapiede tra Ponte all'Ania e Fornaci;
3. in via del Molino sfrecciano le auto provenienti da Pedona che hanno già abbattuto
tutta la segnaletica verticale, mentre manca quella orizzontale;
4. ci sarebbe anche un teatrino, che cade a pezzi dimenticato da tutti.
PONTE ALL'ANIA
Ponte all'Ania, è il paese/dormitorio nel quale abito e fino ad ora non era assurto alle
cronache, se non per la passata presenza dell'anarchico Gaetano Bresci che qui lavorò
con perizia in un opificio; bravo operaio, abile, stimato e benvoluto da colleghi e
direzione, sì che divenne in breve tempo capo operaio. Ed anche per il cattivo odore
che periodicamente, grazie alla cartiera Ania (Smurfit Kappa Ania paper), dal torrente
arriva fino al paese. Ma ultimamente il borgo ha avuto un forte rimbalzo sulla carta
stampata e tutto questo è dovuto ad un ping pong tra il consigliere Mastronaldi e
l'Amministrazione: ora sia ben chiaro che l'Amministrazione di Barga ha molto
investito su questa frazione, e importanti opere sono state programmate, ma vi sono
delle carenze oggettive che è giusto rimarcare, sfruttando anche il momento di
notorietà.
Riguardo alla viabilità, non solo l'asfalto della regionale è dissestato e c'è carenza di
segnaletica, sia orizzontale che verticale, ma ciò si verifica anche in via del Molino
ove mancano cartelli indicatori limitanti la velocità, e un dosso artificiale non ci
starebbe male, dato che proprio in questo tratto molti animali domestici sono stati
investiti e uccisi e spesso bambini giocano al lato della strada. Va bene impedire il
traffico pesante, ma riguardo all'accesso alla cartiera Kappa, durante la discussione
sui Patti Territoriali, in Provincia, alla presenza di amministratori di Barga e Coreglia
proposi, nell'indifferenza generale, il prolungamento lungo l'Ania della regionale e un
ponte Bailey all'altezza della cartiera. In questo modo si azzerava il transito di TIR in
via del Molino. E sempre la cartiera, malgrado le promesse e gli accordi è tornata ad
emettere cattivi odori. Arriviamo ai marciapiedi che sono intransitabili perché
presentano scalini e muretti, cioè vere e proprie barriere architettoniche che nessuno
36
pagine libere IV vittorio baccelli
PANNUNZIO
LUCCA - Interessante la lettera di Costanza Caredio su questa nuova kermesse
organizzata dal Comune di Lucca in occasione del centenario della nascita di
37
pagine libere IV vittorio baccelli
SAN LEONARDO IN T.ZIO - Venerdì 12 marzo alle ore 21 presso la biblioteca: “Gli
amici del melograno” nell'ambito della rassegna: “Guardiamo oltre” verrà proiettato
il film “Lontano da lei - Away from Her ” diretto da Sarah Polley. Un film che
commuove e fa sorridere.
"La memoria è il diario che ognuno di noi porta con sé", scriveva Oscar Wilde; ma, a
38
pagine libere IV vittorio baccelli
39
pagine libere IV vittorio baccelli
Il tema delle infrastrutture, e tra queste la Versilia Modena, sarà l’oggetto del
convegno di venerdì 12 marzo, alle ore 17,30 presso la sede della Camera di
Commercio di Modena. L’iniziativa si colloca tra programmi di cui all’intensa azione
sinergica avviata dalle Camere di Commercio di Modena, Reggio Emilia, Lucca,
Livorno e Pisa su tale tema, tenuto conto che i rispettivi territori presentano
problematiche comuni. Nel corso della giornata verranno in particolare approfonditi
gli aspetti correlati alla realizzazione di un’arteria di collegamento tra le diverse
realtà territoriali, opportunità di sviluppo e crescita per tutti i sistemi economici
interessati. Nell’occasione il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sen. Altero
Matteoli terrà uno specifico intervento, unitamente ai Presidenti delle Camere di
Commercio coinvolte. L'ipotesi di un collegamento autostradale tra Lucca e Modena,
che sembrava accantonato dopo che si era parlato del Tambura, sembrerebbe che ora
possa tornare d'attualità, dopo che, sia il ministro Matteoli che gli enti modenesi,
hanno espresso il proprio parere positivo ad approfondire di nuovo l'argomento.
Apprezzamenti per il rilancio di questa ipotesi viaria sono stati anche espressi
dall'Ugl che è sempre stata fautrice del progetto. Nel XVIII secolo, quando i duchi di
Modena vollero la Via Vandelli, per collegare la capitale del loro stato al mar Ligure,
la Repubblica di Lucca si agganciò al progetto attraverso la 'variante del Broglio'.
Altrettanta lungimiranza, nello stesso secolo, lo stato lucchese la ebbe nel connettersi
alla nuova strada Giardini-Ximenes, che rendendo carrozzabile il passo dell'Abetone,
pose la media val di Serchio e Lucca sulla via principale tra la Padania centro-
orientale ed il porto di Livorno. Questo ruolo di Lucca fu riconosciuto nel secolo
seguente dal nuovo stato nazionale italiano. Ebbene gran parte della vecchia Statale
del Brennero è divenuta oggi autostrada. Stranamente però questa autostrada si
interrompe a Modena. Da lì a Livorno il progetto non è mai stato completato.
Tornando all'attuale tracciato Versilia Modena, è giusto ricordare che questo progetto
di massima al quale si fa riferimento è quello che fu depositato da Berlusconi presso
la Comunità Europea, e che nel 2000 fu presentato pubblicamente a Castelnuovo
Garfagnana dall’ing. Moutier, nella sala del Parco delle Alpi Apuane, presenti e
favorevoli anche alcuni Sindaci di giunte di sinistra del modenese. Tutto questo
spinge ad ulteriori riflessioni. Per parlare della Versilia Modena bisogna andare
indietro nel tempo fino a diverse decine d’anni fa. Fu allora presentato un progetto di
viabilità autostradale da Lucca a Modena da parte dell’Associazione Industriali (che
auspicava nuovi collegamenti per lo sviluppo economico della provincia) e della
SALT, ma questo progetto si attirò un’alzata generale di scudi - cittadini, politici e
ambientalisti - poiché era veramente irrispettoso dell’ambiente essendo stato
concepito su un modello autostradale assai discutibile, sul tipo della bretella
autostradale Viareggio-Lucca. Passarono gli anni ed emerse un nuovo progetto più
attento all’ambiente e per la maggior parte del proprio tracciato in galleria (circa
l’80%). Questo ebbe fin dall’inizio un seppur timido consenso da parte di molti e, il
percorso probabile fu presentato anche al Parlamento Europeo. Questo progetto di
40
pagine libere IV vittorio baccelli
massima fu inoltre, come si è già detto, nel 2000 illustrato dall’ing. Moutier a
Castelnuovo Garfagnana in un’affollata riunione alla quale parteciparono anche
amministratori del modenese. Più che della LU-MO è giusto parlare della Versilia-
Modena, anche perché il tracciato viario dalla Versilia sbucherebbe in lucchesia,
precisamente a Valdottavo. Questo tracciato diverrebbe parte integrante di una delle
più importanti autostrade europee previste: l’asse Berlino-Palermo. Si andrebbe a
collegare il nord d’Europa a tutto il versante tirrenico, con importanti ricadute per le
nostre aziende e, per quelle dell’Europa settentrionale che potrebbero così scegliere
anche gli scali marittimi tirrenici e, cesserebbero d’essere obbligate ad usare quelli
dell’Adriatico come oggi succede. L’altro beneficio, più locale, secondario e di
riflesso, riguarderebbe l’alleggerimento del transito lungo la Valle del Serchio –
viabilità troppo spesso ingolfata da traffico pesante e dai pendolari e servita da una
vetusta rete ferroviaria. Gli occhi sono comunque puntati su Modena, ove venerdì si
discuterà di questo progetto. Chissà che non sia la volta buona.
LIVORNO MODENA
41
pagine libere IV vittorio baccelli
Il tema delle infrastrutture, e tra queste il collegamento con Modena, è stato l’oggetto
del convegno presso la sede della Camera di Commercio di Modena. L’iniziativa si
colloca tra i programmi frutto dell’intensa azione sinergica avviata dalle Camere di
Commercio di Modena, Reggio Emilia, Lucca, Livorno e Pisa su tale tema, tenuto
conto che i rispettivi territori presentano problematiche comuni. Nel corso della
giornata sono stati approfonditi gli aspetti correlati alla realizzazione di un’arteria di
collegamento tra le diverse realtà territoriali, opportunità di sviluppo e crescita per
tutti i sistemi economici interessati. Nell’occasione il Ministro delle Infrastrutture e
dei Trasporti sen. Altero Matteoli ha tenuto uno specifico intervento, unitamente ai
Presidenti delle Camere di Commercio coinvolte. L'ipotesi di un collegamento
autostradale tra Lucca e Modena, che sembrava accantonato dopo che si era parlato
del Tambura, è tornato d'attualità, dopo che, sia il ministro Matteoli che gli Enti
modenesi, hanno espresso il proprio parere positivo ad approfondire di nuovo
l'argomento. Dopo le regionali si riparlerà approfonditamente del progetto e sono
previste alcune varianti nella progettazione sì che potremo parlare di Livorno
Modena, dato che la strada si collegherebbe direttamente alla Livorno Sestri Levante
(A12). Nel XVIII secolo, quando i duchi di Modena vollero la Via Vandelli, per
collegare la capitale del loro stato al mar Ligure, la Repubblica di Lucca si agganciò
al progetto attraverso la 'variante del Broglio'. Altrettanta lungimiranza, nello stesso
secolo, lo stato lucchese la ebbe nel connettersi alla nuova strada Giardini-Ximenes,
che rendendo carrozzabile il passo dell'Abetone, pose la media val di Serchio e Lucca
sulla via principale tra la Padania centro-orientale ed il porto di Livorno. Questo
ruolo di Lucca fu riconosciuto nel secolo seguente dal nuovo stato nazionale italiano.
Ebbene gran parte della vecchia Statale del Brennero è divenuta oggi autostrada.
Stranamente però questa autostrada si interrompe a Modena. Da lì a Livorno il
progetto non è mai stato completato. Tornando al collegamento con Modena, è giusto
ricordare che questo progetto di massima è sorto da quello che fu depositato da
Berlusconi presso la Comunità Europea, e che nel 2000 fu presentato pubblicamente
a Castelnuovo Garfagnana dall’ing. Moutier, nella sala del Parco delle Alpi Apuane,
presenti e favorevoli anche alcuni Sindaci di giunte di sinistra del modenese. Tutto
questo spinge ad ulteriori riflessioni. Diverse decine d’anni fa fu presentato un
progetto di viabilità autostradale da Lucca a Modena da parte dell’Associazione
Industriali (che auspicava nuovi collegamenti per lo sviluppo economico della
provincia) e della SALT, ma questo progetto si attirò un’alzata generale di scudi -
cittadini, politici e ambientalisti - poiché era veramente irrispettoso dell’ambiente
essendo stato concepito su un modello autostradale assai discutibile, sul tipo della
bretella autostradale Viareggio-Lucca. Passarono gli anni ed emerse un nuovo
progetto più attento all’ambiente e per la maggior parte del proprio tracciato in
galleria (circa l’80%). Questo ebbe fin dall’inizio un seppur timido consenso da parte
di molti e, il percorso probabile fu presentato anche al Parlamento Europeo. Questo
progetto di massima fu inoltre, come già detto, nel 2000 illustrato dall’ing. Moutier a
42
pagine libere IV vittorio baccelli
GIUSEPPE PASCIUTI
Con Giuseppe Pasciuti e Piero Cervetti c'era una conoscenza dovuta sia ad una certa
comunanza di posizioni politiche, che alla frequentazione della Valle del Serchio, loro
ci abitavano, io non ancora, ma mi trovavo in quei luoghi in continuazione. Ma la
conoscenza si cementò in amicizia quando all'Ateneo Pisano ci trovammo tutti e tre a
frequentare, più per diletto che per piani accademici, le lezioni di sanscrito. Eravamo
in tre, coi libretti zeppi di “lode”, ma non eravamo mai integrabili agli studenti
modello o ai classici “secchioni”. Consideravamo l'Università un ambiente di ricerca,
ed eravamo ricercatori al di fuori dei piani universitari. Se Piero Cervetti approfondì
la tematica delle rune e compose mirabili poesie, Giuseppe Pasciuti ebbe nella poesia
e nella commedia i suoi affluenti. Piero, prematuramente scomparso, fu tra i fondatori
del circolo culturale il Soffio, che gli ha voluto dedicare il Premio Internazionale di
Poesia a suo nome. Pasciuti ha invece lasciato da anni la Valle del Serchio e vive a
Santa Croce sull'Arno, ma mai la sua terra e i suoi amici hanno voluto dimenticarlo,
così venerdì 19 marzo il Comune di Borgo a Mozzano gli ha dedicato la “Serata
d'onore”, appuntamento annuale dedicato a un personaggio del territorio “che si è
particolarmente contraddistinto nel proprio campo di appartenenza, tenendo alto il
nome di Borgo a Mozzano.” Di lui ricordo le silloge, Il senso del sublime,
Reminiscenze della mia terra, I fiori del silenzio e la commedia Liber Auri. Non
posso che congratularmi con questa Amministrazione che ha saputo riconoscere i
meriti di questo suo illustre concittadino, e non pecco di presunzione inviando queste
pubbliche congratulazioni anche a nome di Piero.
DINO LA SELVA
43
pagine libere IV vittorio baccelli
medico-scrittore Dino La Selva. Nato a Milano nel 1933 da genitori originari di San
Marco in Lamis (Foggia), presenterà i suoi scritti editi e inediti.
Ha pubblicato le seguenti opere in prosa: "Fiabe di Capitanata" (1974), "Lo
specchietto retrovisore" (1986), San Concordio. Cronache e figura" (1997), Racconti
minimi di San Marco in Lamis e dintorni (2003) e "Mosaico di paese" (2008).
Dal 1978 è socio dell'A.M.S.I. (Associazione Medici Scrittori Italiani) e dal 1993
dell'Associazione Culturale Cesareviviani con la quale ha già presentato tutti i suoi
libri editi. E sul suo ultimo libro, Bartolomeo di Monaco recentemente ha scritto:
44
pagine libere IV vittorio baccelli
45
pagine libere IV vittorio baccelli
del cugino Elio e la sua banda di monelli, del norcino Pasquale Scarpina e
l’uccisione del maiale, dei riti suggestivi della Settimana Santa, delle feste e
delle fiere paesane, del Natale, la veglia del morto, del carbonaio arricchito
Pietro Bonfitto, della energica bisnonna donna Barbara La Selva, della nonna
raccontatrice di fiabe, del nonno Antonio, medico pure lui, l’avvocaticchio, il
farmacista don Matteo Trotta, il donchisciottesco don Fabio, e così via,
costruiscono sulle pagine proprio come un prezioso mosaico (da ciò il titolo),
un’epoca che fu sanguigna, superba e intensamente amata: «È un mondo aspro,
duro, di sentimenti spesso violenti ma sinceri». Scrive ancora l’autore: «Il
paese aveva la sua voce, una voce ora più fioca e sommessa, ora più acuta e
potente ma continua, incessante, durante tutte le 24 ore del giorno e della notte,
per tutti i giorni del mese e per tutti i mesi dell’anno. Era come il respiro del
paese». Da sottolineare il bel capitolo intitolato La politica in cui è disegnato il
quadro delle lotte sociali, soprattutto del dopoguerra, che si estesero
rapidamente dappertutto e particolarmente nel Meridione, con la
rivendicazione delle terre da parte dei contadini. Il Sud dunque esce da questi
ricordi minutamente osservato e amato. L’autore aveva 12-13 anni quando
viveva questa esaltante esperienza, ed ora che ne scrive ne sono passati
moltissimi, eppure la memoria non ha dimenticato niente di quei lontani giorni:
«La mattina presto a Sammarco passava la lattaia con il suo branchetto di
capre, bussava alla porta dei clienti e mungeva loro il latte lì sulla soglia di
casa». Chi ama il Sud, o chi lo ha conosciuto quando ancora le sue usanze
erano incontaminate, trova in questo libro tutto il fascino e la suggestione che il
grande amore per la propria terra riesce a conservare e a trasferire intatto su di
noi. È forse per questo motivo che, nel corso della lettura, mi è spesso salito
alla mente il capolavoro di Salvatore Satta: “Il giorno del giudizio”.-
Mercoledì 17 marzo alle ore 17.00 presso la Casermetta Santa Maria delle Mura
Urbane.
LUCCA – Per giovedì 18 marzo il Pubblico Impiego dell'Ugl di Lucca ha indetto una
giornata contro il mobbing. «Già negli anni passati – ci dice Vittorio Baccelli
responsabile del pubblico impiego – l'Ugl ha dedicato una giornata a raccogliere
denunce e testimonianze contro questa pratica purtroppo diffusa tra i lavoratori,
sopratutto nel pubblico impiego. Le segnalazioni devono essere presentate ai vari
rappresentanti Ugl all'interno degli Enti o al 3335677653 o all'e-mail della
federazione delle autonomie: ugl.lucca@email.it .»
Questa pratica è spesso condotta con il fine di indurre la vittima ad abbandonare da sé
il lavoro, senza quindi ricorrere al licenziamento (che potrebbe causare imbarazzo
all'azienda) o per ritorsione a seguito di comportamenti non condivisi (ad esempio,
46
pagine libere IV vittorio baccelli
47
pagine libere IV vittorio baccelli
nei vari posti della nostra provincia. «Vogliamo ripetere questa esperienza che già
negli anni passati ci ha dato molte soddisfazioni – esordisce Vittorio Baccelli,
Presidente dell'Associazione – vogliamo così offrire un ulteriore stimolo alla lettura,
pratica che riteniamo fondamentale per il pieno sviluppo della personalità umana e
che settimanalmente noi cerchiamo di sviluppare. Questo giorno dedicato al
bookcrossing ci prepara ad affrontare meglio la data del 24 marzo, che è stata
dedicata alla “Giornata nazionale per la promozione della lettura” che celebreremo in
maniera adeguata. Vogliamo anche ricordare il 21 marzo, designata come “Giornata
della Poesia”.» Hai un libro che ti è piaciuto particolarmente e vorresti che qualcun
altro lo leggesse? Hai più copie d’un libro che hai già letto? Hai un libro che non ti è
piaciuto ma che a qualcun altro potrebbe interessare? Non hai più spazio in casa per
tutti i tuoi libri? Hai dei libri che sei sicuro non avrai tempo di leggere? Hai dei libri
che riguardano un argomento che non ti interessa? Queste e altre sono le situazioni
che possono spingerti al bookcrossing, cioè a lasciare un libro ove altri potranno
trovarlo. Il libro non dovrà sembrare abbandonato, questa è la prima regola, al
contrario dovrà divenire un libro liberato. Liberato alla lettura altrui. Si possono
lasciare i volumi liberati sulle panchine dei parchi, nelle sale d’aspetto (stazioni,
medici, aeroporti, ecc.) sui tavoli dei bar, delle mense, insomma ovunque la gente
passa o sosta. Questa pratica si è in breve diffusa in tutto il mondo. Puoi scrivere sulla
prima pagina del libro liberato il tuo nome o il tuo indirizzo anche e-mail, e quando e
dove è stato liberato. Il libro ritrovato e letto può esser nuovamente liberato e in
questo caso è bene annotare sul libro stesso la sua seconda liberazione. Puoi
preparare delle etichette di tua fantasia (o dei timbri) che indichino il
libro liberato. Su internet basta cercare alla voce bookcrossing su un qualsiasi motore
di ricerca, troverai siti italiani e stranieri sui quali potrai annotare il ritrovamento o il
rilascio. Sempre su questi siti ci sono vari tipi d’etichette già pronte, scaricabili che
potrai personalizzare a tuo piacimento e successivamente applicare al libro liberato.
Un’operazione globale questa che tende a trasformare tanti luoghi in vere e proprie
biblioteche all’aperto. Vi sono anche dei Comuni italiani che collaborano a questa
operazione culturale. Buon bookcrossing!
MONTI PISANI
AREA NATURALE PROTETTA DI MONTE CASTELLARE e VALLE DELLE
FONTI" - Domenica 28 Marzo 2010 piacevole escursione con gli Amici del Gruppo
Trekking Lastra a Signa. Il percorso ha inizio dal Passo di Dante, proprio dalla lapide
alla memoria (al monte perché i Pisani Lucca non ponno... Inf. Canto XXXIII). Si
raggiunge rapidamente il crinale (m.275) da dove nonostante la modesta quota si
gode un panorama mozzafiato che spazza dalla Corsica a La Spezia con una
privilegiata vista di Pisa. Si scende sull'importante crocevia del Castagno, ma
nessuno si aspetti un albero, ora c'è un grosso traliccio Enel. Qui inizia un
48
pagine libere IV vittorio baccelli
interessante, panoramico e soleggiato sentiero che da sulla valle di Asciano, sul piano
di Pisa e sul tratto terminale dell'Arno. Il percorso si mantiene orizzontale in quota
sul fianco del monte La Mandria e raggiunge il suggestivo paesino di eremiti di
Mirteto (m.282), da anni abbandonato, ma dove sono ancora evidenti interessanti
costruzioni, con la chiesa in pietra romanica. Il sentiero diventa ripido e scende nella
stretta Valle delle Fonti dove ancora si raccoglie l'acqua per Pisa e dintorni e sono
visibili i vecchi elementi di captazione, deposito e trasporto dell'acqua risalenti
all'epoca medicea. Il Cisternone spicca per imponenza e capacità ingegneristica ma
l'interno non è visitabile. Il cammino prosegue sulla vecchia condotta per risalire a
aggirare il paese a monte, per poi attraversarlo fino ala frazione di Valle. Per facile
stradello si raggiunge Villa Bosniaski (m.185), costruita dal naturalista polacco
attorno al 1850, colpita ed abbandonata nell'ultima guerra è ormai in rovina. Attorno,
annessi agricoli, resti di oliveti e frutteti con alcuni alberi esotici superstiti a
testimonianza di una sapiente e attenta ricerca ambientale. Dalla villa si ripercorre
l'ultima parte dello stradello per proseguire sul fianco del monte per raggiungere di
nuovo il Passo di Dante. Partenza da Santa Maria del Giudice, davanti alla farmacia
alle ore 8,30.
49
pagine libere IV vittorio baccelli
50
pagine libere IV vittorio baccelli
LUCCA - Che in Toscana non vi sia democrazia è da tempo che lo sostengo. Quando
una parte politica, nel nostro caso la sinistra, detiene le leve amministrative da
sessanta anni, si crea per forza un regime, anche con le migliori volontà possibili.
Senza alternanza, senza ricambio, non v'è democrazia. E le colpe non sono solo di chi
governa, ma anche di chi non è stato capace di creare un ricambio. E in queste
elezioni, proprio in Toscana, poteva nascere qualcosa di nuovo, e questo qualcosa
aveva un nome e un cognome: Oliviero Toscani. Il PDL non l'ha voluto, i babbioni
hanno preferito ignorarlo a beneficio delle solite minestre riscaldate. Sì però il
consociativismo l'ho visto con la presente legge regionale elettorale, quella che
elimina le preferenze e crea amministratori non eletti, ma designati: legge bipartisan
nata in Toscana per essere subito dopo esportata a livello nazionale. E il
consociativismo l'ho visto con l'astensione del Pdl sulla vergognosa legge regionale
sulla caccia, esportata subito dopo al Senato con un blitz dalle lobby dei cacciatori,
ma che per fortuna dovrebbe morire lì. Bipartisan anche nel sostegno delle scelte
dell'Alce con dichiarazioni azzardate e non sufficientemente meditate. A questo si
aggiunge che il nuovo partito “senza tessere” proposto da Berlusconi dal predellino,
non è affatto nato, ma s'è subito provveduto ai tesseramenti. Inoltre sui dirigenti locali
del PDL voglio stendere un velo, così come sui candidati designati. Basti ricordare
che da destra alla Provincia nel passato ad uno di questi preferimmo Tagliasacchi.
Invece il mio gradimento per Berlusconi non è per niente scalfito: attaccato in ogni
modo possibile e immaginabile, ha saputo reagire con fermezza e audacia fino a
riuscire a far tacere tutte quelle voci televisive becere, antiberlusconiane, sinistre e
oggettivamente comuniste della peggior specie stalinista.
Questi, in estrema sintesi i motivi per i quali in questa tornata elettorale, io voterò
Lega Nord pur riconoscendo i grandi meriti di Silvio Berlusconi, ma che dopo le
regionali, a mio avviso, dovrà profondamente rivedere il PDL nella forma, nella
dirigenza (anche locale) e nella sostanza.
51
pagine libere IV vittorio baccelli
52
pagine libere IV vittorio baccelli
le sue allucinazioni possono esser considerate parte integrante del suo genio.
Contrariamente al suo volere, un anno dopo la sua morte, la Marina statunitense dette
il via a quello che è passato alla storia come “Philadelphia Experiment”, sul quale
molta letteratura, anche scientifica si è cimentata.
Mercoledì 31 marzo alle ore 17.00 presso la Casermetta Santa Maria delle Mura
Urbane. Multimedia Paolo Rabassini.
Il gruppo culturale Excalibur ha diffuso sul web una nota sul nucleare che
effettivamente fa riflettere e che ritengo sia giusto conoscerla nella sua interezza.
53
pagine libere IV vittorio baccelli
Dal disastro di Cernobyl sono passati più di venti anni e la tecnologia in campo
nucleare ha fatto notevoli progressi, si parla di reattori di terza/quarta generazione
che, assicurano gli “esperti”, saranno più sicuri e affidabili di quelli attuali e, cosa
non da poco, produrranno meno scorie, oltretutto riciclabili. Di fatto ci chiedono un
atto di fede visto che a tutt’oggi queste centrali esistono solo sulla carta. Nessun
passo avanti è stato invece fatto per risolvere il problema del trasporto e dello
stoccaggio delle scorie radioattive che rimangono letali per millenni. Alla domanda:
«Come si pensa di affrontare la questione?» La risposta stizzita degli ingegneri
esperti è sempre la stessa: «Ci penseremo! È da quando è stato attivato il primo
reattore nucleare negli anni cinquanta che ci stanno pensando. Intanto a seguito del
"piccolo" incidente di Cernobyl del 26 aprile 1986 migliaia di persone sono morte e
altre ne moriranno, almeno fino al 2060 secondo uno studio di Carlo Rubbia. Il
governo sull’onda emotiva dei rincari petroliferi, ora in parte rientrati, e dietro
pressione della lobby nucleare, parla di costruire da 4 a 30 nuove centrali. Le
vecchie, che dovevano essere demolite vent’anni fa e i rifiuti radioattivi messi in
sicurezza, sono invece ancora lì in balia di sé stesse, in tutta la loro pericolosità. Vere
e proprie bombe ecologiche. Dopo 20 anni, e qualche figuraccia come quella di
Scanzano Jonico dove il governo è stato costretto a furor di popolo a fare dietrofront,
non è stato ancora trovato un sito dove stoccare i rifiuti radioattivi. Scorie che, come
sanno anche i sassi, ma che politici e scienziati filo-nucleare fingono di ignorare,
rimangono letali per millenni. Un altro aspetto su cui si tenta di sorvolare è quello
della fonte. L’uranio non solo è in pochissime mani (si passerebbe dalla dipendenza
da petrolio a quella da uranio), ma è oltretutto scarso e, se fosse pienamente utilizzato
dai quei paesi che dispongono di un gran numero di centrali, si esaurirebbe nel giro di
60/80 anni. Tralasciamo poi le considerazioni di ordine morale in quanto il plutonio
239, ricavabile dal decadimento dell’uranio, è utilizzato come detonatore per la
bomba al deuteruro di Litio (la bomba H). Tornando all’Italia la soluzione, per un
Paese come il nostro ricco di fonti energetiche naturali ed inesauribili, c’è ed è a
portata di mano, basta seguire l’esempio della Spagna che produce già il 25% del suo
fabbisogno energetico tramite fonti alternative e ha in programma la costruzione di 20
centrali ad energia solare che raddoppieranno la produzione pulita d’elettricità;
l'Austria produce già ora il 60% del fabbisogno nazionale da fonti rinnovabili; la
Germania e la Svezia si accingono a ridimensionare pesantemente il loro programma
nucleare a favore dell’energia pulita. In America non si costruiscono nuove centrali
da almeno dieci anni. Non solo: nel silenzio totale dei media italiani in Germania sta
per partire il progetto Desertec per la costruzione di una immensa centrale solare nel
deserto del Sahara in grado di produrre almeno il 15% del fabbisogno energetico di
tutta l'Europa entro il 2025. Secondo gli esperti di Siemens, una superficie di 300
chilometri quadrati nel Sahara, dotata di specchi parabolici, potrebbe essere
sufficiente a coprire il fabbisogno energetico di tutto il pianeta. Mentre noi perdiamo
tempo e sprechiamo denaro con le centrali nucleari, i tedeschi si preparano a
54
pagine libere IV vittorio baccelli
cambiare il mondo. «Il sole – ricordano in una petizione oltre 600 docenti e
ricercatori italiani - è una stazione di servizio inesauribile che in un anno invia sulla
Terra una quantità di energia pari a diecimila volte il consumo mondiale.» Se solo la
metà dei fondi attualmente utilizzati per la ricerca nucleare fossero destinati allo
sviluppo delle fonti pulite e rinnovabili di cui il nostro Paese è ricco, l’Italia (il paese
del Sole) in poco tempo potrebbe raggiungere la piena autosufficienza energetica,
senza alcun pericolo e a costi contenuti, attraverso grandi centrali termodinamiche e
la diffusione dei pannelli fotovoltaici sui tetti delle case e dei capannoni industriali. Il
problema per il nostro sciagurato paese è che per approntare un programma serio di
riconversione energetica associato ad una politica di riduzione dei consumi è
necessaria la presenza di uno Stato che sappia agire nell’esclusivo interesse della
Nazione. Invece ci ritroviamo ad essere governati da partiti e politici sempre in cerca
di scorciatoie. Per loro è più facile costruire una trentina di centrali nucleari e nel
contempo soddisfare gli appetiti dei soliti gruppi industriali che hanno il monopolio
della costruzione e conduzione delle cattedrali energetiche (da cui trarre magari
qualche beneficio economico, come spesso accade nei grandi appalti), che ridurre i
consumi e avviare un responsabile piano energetico finalizzato l’autosufficienza.
Tanto le conseguenze le pagheranno le generazioni future.
LEGA... LEGA...
LUCCA – Felice per il risultato della Lega, dato che anch'io l'ho votata, spiegando
bene le mie motivazioni, quando ho letto sulla stampa, che sull'onda del successo
elettorale, la Lega avrebbe chiesto a Lucca due assessori, mi sono cascate le braccia.
Ma allora niente cambia mai, mi sono detto, sconsolato. Fortunatamente leggo oggi
che s'è trattato di un malinteso, d'una uscita individuale fuori dal coro, scappata forse
nell'euforia del momento. Dunque la Lega niente chiede ad una amministrazione
della quale neppure condivide molti dei suoi punti programmatici. Meno male, a
questo punto mi sono un po' rasserenato, e mi auguro che in questo movimento non si
ragioni mai col manuale Cencelli in mano.
LUCCA – Ad una prima lettura sembrerebbe proprio che le rotonde, oggi tanto di
moda sulle nostre strade, non c'incastrassero proprio nulla con i varchi telematici: ma
da noi non è così. Siccome i varchi telematici sono avversati dai commercianti, che
sono sempre a richiedere nuovi stalli per la sosta, ecco che il solito assessore ha
ragionato così: riduciamo la grande rotonda sul Giannotti e creiamo nuovi posti auto.
I varchi telematici, non mi stancherò mai di ripeterlo, sono l'ultimo atto della morte
del centro storico. Servono solo a far multe e a scoraggiare l'ingresso in centro. Il
centro non può essere un museo riservato a qualche raro abitante e ai turisti, deve
55
pagine libere IV vittorio baccelli
essere una realtà vitale e viva. Non è vero che i varchi telematici garantiscono la
sicurezza. Se si volesse garantire questa, si metterebbero le telecamere nelle aree a
rischio, e non all'altezza targhe automobilistiche. E arriviamo alla rotonda che a mio
avviso è intoccabile: il verde attorno alle Mura non deve essere mai ridotto, ma se
mai ampliato. È il verde attorno alle Mura che fa risaltare il monumento. Se si
ricercano aree da destinare a parcheggi, si costruiscano parcheggi sotterranei, sotto gli
spalti c'è spazio in abbondanza. Ma si faccia attenzione e si creino anche parcheggi
gratuiti. «Il giorno che dovrò pagare per fermarmi a Lucca, non ci metterò più piede.»
Dissi anni addietro all'allora vice sindaco, e attenzione, sono in molti oggi a pensarla
così.
NIKOLA TESLA
Subito dopo la vittoria alle regionali ecco che dal centro destra escono posizioni
inopportune sulla Ru486. Le dichiarazioni di alcuni governatori e di altri dirigenti
confessionali vanno contro la logica, il buon senso e le aspettative della maggior
parte delle donne italiane. L'uso della Ru486 rappresenta una tecnica meno invasiva,
che va applicata nell'ambito della legge 194. La sofferenza della donna non deve
essere un elemento preventivo. Prima della 194 c'era tanta sofferenza ma c'erano
anche più aborti di oggi. Occorre puntare sulla responsabilità della donna e su una
corretta informazione per limitare sempre più le gravidanze indesiderate. Il centro
destra non deve essere reazionario, ma propositivo e innovativo, deve rifiutare le
sirene che vengono da un'etica religiosa superata e riscoprirsi nella sua laicità e nel
suo essere liberale. Noi radicali che stiamo nell'area del centro destra, dobbiamo
essere più incisivi e contare sempre più, anche perché senza di noi il centro destra è
zoppo, reazionario e facile preda delle sirene vaticaniste. L'Europa va verso una
laicità sempre più marcata, e anche l'Italia va in questa direzione: non comprenderlo
56
pagine libere IV vittorio baccelli
BARGA – Innanzi tutto un plauso per voler divulgare in rete le notizie e i documenti
all'interno dell'area di centro destra. Cosa questa che denota continuità su quanto a
suo tempo iniziato da Enrico Barsanti e durante le comunali proseguito dal
sottoscritto. Condivisione delle notizie e delle proposte sta alla base di una nostra
preparazione anche alle future battaglie sul territorio di Barga.
Adesso passiamo ai dati diffusi, veramente troppo riduttivi rispetto alla realtà. Senza
voler essere polemico con nessuno, ma in puro spirito costruttivo, ripeterò qui, quanto
da me già espresso sui media. Certo sono solo opinioni (ma mi pagano anche per
esprimerle) che non pretendono mai d'esser prese per oro colato, ma invitano alla
discussione e alla riflessione. Ricordo che a queste elezioni ho votato Lega Nord.
Speravo in un partito senza tessere e senza i signori delle tessere, come disse
Berlusconi dal predellino, ma così non è stato, fin'ora almeno...
1) Contro Berlusconi prima delle elezioni s'è scatenato di tutto, dalle faccende
familiari e personali, al lancio d'oggetti, alle accuse dei magistrati e dei
giornalisti, s'è toccata finanziariamente la Fininvest, s'è tentato di screditare
Bertolaso per colpire il governo del fare, s'è scatenata una gazzarra per non far
presentare le liste, s'è tentato di screditare l'UGL per colpire la Polverini. E
molto altro ancora, cose che sicuramente conosciamo tutti bene. Ma tutto
questo ha avuto l'effetto di far quadrato attorno a Berlusconi e di fargli
aumentare i consensi.
2) Riguardo alle liste e alle anomali presentazioni, che hanno portato
all'esclusione nel Lazio alla provincia di Roma della lista del PDL, e
all'identico rischio corso in Lombardia, ritengo che ci siano state anche delle
responsabilità interne alla destra. Infatti vi sono delle frange antiberlusconiane
anche tra noi, e sono tra coloro che a destra sono anche antiliberisti,
antiamericani e antiisraeliani: questi hanno una visione assai datata della
destra.
3) La dirigenza del PDL (prima FI) di Lucca è stata da me, da anni, sempre
definita inadeguata. Autoscelti e sempre autoriconfermati e autoreferenziali,
mai da loro ho visto un'autocritica, mai una seria riflessione. Anche oggi
cantano vittoria senza riflettere sulle situazioni locali.
4) I due ex consiglieri regionali sono responsabili come la maggioranza di CS
della legge elettorale, quella che non prevede le preferenze e crea designati e
non eletti. E questa legge fu subito riportata al governo centrale e divenne una
legge nazionale. Sono inoltre responsabili (con astensione) di una legge recente
vergognosa sulla caccia che vanifica ogni normativa CEE (e che sarà
sicuramente cancellata dai ricorsi) e che subito dopo è stata proposta con
57
pagine libere IV vittorio baccelli
58
pagine libere IV vittorio baccelli
GIOVANNI DE LIGUORO
LUCCA – Mercoledì 7 aprile alle ore 17.00 presso la Casermetta Santa Maria delle
Mura Urbane, per il ciclo “al bridge con l'Autore”, si terranno letture libere
coordinate dallo scrittore lucchese Giovanni de Liguoro. Giovanni de Liguoro è nato
nel 1943 a Lucca, dove vive e opera,laureato in Legge presso l'Università degli studi
di Pisa, si è dedicato, per qualche tempo, alla ricerca scientifica presso lo stesso
ateneo. Abilitato all'insegnamento di Discipline Giuridiche ed Economiche, ha
prestato il proprio lavoro presso l'Ufficio Legale del Monte dei Paschi di Siena. È
autore di numerosi scritti, sia in prosa che in versi, apparsi anche su riviste e giornali.
Nel 1971 ha dato alle stampe il libro, di carattere scientifico-filosofico, dal titolo " Il
mistero della vita ". Nel 1995 è stata pubblicata (Pacini Editore - Pisa) la sua opera in
versi: "Umanità". È del 2000,”Viola d'amore. Storia di un soldatino del '99” edito
dalla prospettiva di Civitavecchia. Due giovani reclute, una di Napoli, l'altra di
Lucca, s'incontrano in una caserma a Milano prima di essere inviate, coi loro
compagni, sul fronte di guerra lungo il Basso Piave. Sono " ragazzi del novantanove "
chiamati a fronteggiare l'esercito austro-tedesco dopo la disfatta di Caporetto. I due
soldatini, nell'imminenza della battaglia, si confidano i propri sentimenti, i ricordi, le
ansie, le aspirazioni. Nasce un'amicizia indissolubile, capace di superare perfino il
limite estremo della morte fisica. Si tratta di eroi sconosciuti, lontani dall'ideologia e
dalla retorica di regime. Sono uomini che combattono la loro lotta di sopravvivenza
contro la guerra, e anche una battaglia personale contro i falsi valori che essa
rappresenta.
Il destino di questi ragazzi riflette quello dell'umanità intera, perennemente in bilico
fra male e bene, istinto e ragione, mito e consapevolezza, odio e amore.
CRYSTAL DISCIPLINE
LUCCA – Una nuova interessante mostra alla Galleria 38 in via del Battistero si
inaugurerà sabato 10 aprile alle ore 18: Daniele Bacci presenta “Disciplina del
59
pagine libere IV vittorio baccelli
cristallo”, curata da Paolo Emilio Antognoli Viti. La citazione di una frase di Gio
Ponti (“L’architettura è un cristallo”) e di un suo motivo di design – geometrie
futuriste raggelate, losanghe da circo, memorie suprematiste, gli sportivi di Maleviè
tra anni venti e trenta – sono i punti di partenza di una riflessione che coinvolge la
relazione tra corpi, pedagogia, architettura e politica dal ‘modernismo’ europeo agli
anni ottanta. Una sorta di tableau-paravent, usato un tempo per nascondere il corpo,
per spogliarsi, oggetto del pudore e dell’erotismo, diventa schermo di proiezione,
sorta di spettacolo circense, e vagamente postmoderno. Dal punto di vista dei cristalli,
potrebbe essere il titolo alternativo del progetto. Il cristallo come un corpo
geometrico trasparente che, allo sguardo di un osservatore, rifrange una realtà
diversa, scomposta e sfaccettata, che diventa la metafora dell’invenzione dell’uomo
del fordismo: l’uomo-macchina del novecento, operaio e soldato, osservato attraverso
il prisma dell’ordine nuovo. Con l’imposizione del cristallo si rappresenta il corpo
docile, cartesiano, della sovranità disciplinare moderna. Esercizi ginnici, coreografie
spettacolari costruiti come esercizi di cristallografia e osservati dal punto di vista
della geometria dei solidi, poliedri, piramidi, prismi, parallelogrammi. Un’indagine
sulla spettacolarità attraverso un archivio fotografico di immagini sportive e
architettoniche del fascismo, che vengono scomposte, quasi rifratte, rallentate,
dirottate quasi alla ricerca dello scarto, del non programmato, della crepa imprevista
nella rappresentazione. La mostra rimarrà aperta fino al 20 di maggio.
60
pagine libere IV vittorio baccelli
STATE OF MIND
61
pagine libere IV vittorio baccelli
LUCCA – Altro evento d'eccezione al Lu.C.C.A. ospitato nel Palazzo Boccella allo
Stellario: con State of mind è di scena la minimal art della collezione Panza. «Ciò
che vedi è ciò che vedi», affermava Frank Stella nel 1958-59 quando con i suoi black
paintings inaugurava, probabilmente senza esserne consapevole, una nuova
incredibile e imprevedibile stagione dell'arte contemporanea: la minimal art. Alcuni
anni dopo, la critica ufficiale riconobbe alla minimal art, che si contrapponeva in
modo deciso all'espressionismo astratto degli anni '40 e '50 e alla coeva pop art, la
peculiarità di aver modificato l'approccio alle espressioni artistiche, il ruolo dello
spazio e del visitatore, ma anche ridisegnato le geografie dell'arte contemporanea: gli
Stati Uniti infatti prendono per la prima volta le distanze dall'arte europea, New York
diviene la capitale dell'arte e questo grazie anche alla pop art, a Fluxus e alla mail art
che nel '62 fu codificata da Ray Johnson. State of Mind è un evento che coinvolge
otto artisti della Collezione Panza, Lawrence Carroll, Lies Kraal, Timothy Litzmann,
Christiane Löhr, Emil Lukas, Jonathan Seliger, Séan Shanahan, Roy Thurston, che si
esprimono - sostiene il curatore della mostra Maurizio Vanni - ognuno in modo
proprio, attraverso il denominatore comune della minimal art con un dizionario
formale essenziale, con tecniche non relazionali di composizione pittorica, con
strutture costituite da grandi, anonimi ed essenziali volumi geometrici in sequenze
seriali, con l'impiego di materiali industriali quali legno, cera, punti metallici, pasta
per modellare, silicone, resina acrilica, lacca, acciaio inossidabile, poliuretano, vetro,
aghi, o desunti dalla natura, denti di leone, semi di edera, semi di caglio, crine di
cavallo, gambi d'erba, foglie. Ne scaturiscono otto installazioni pensate con la volontà
di coinvolgere il bianco e il vuoto dello spazio espositivo come componente attiva del
loro lavoro realizzato tra gli anni novanta e il duemila. Alla riduzione minimale delle
opere, nessuna parte, seppur nella sua essenza, assume più importanza di un'altra, si
contrappone l'esperienza della presenza fisica degli oggetti con lo spazio in modo da
determinare la conoscenza immediata delle forme e dei materiali. In questo tipo di
evento, l'attenzione deve spostarsi dall'interno all'esterno del lavoro, evidenziando le
caratteristiche reali della struttura, le qualità fisiche e spaziali dell'istallazione per
esaltare un rapporto inedito con l'osservatore. Al visitatore, infatti, non viene più
chiesto di concentrarsi sul significato intrinseco della creazione, ma di avere una sorta
62
pagine libere IV vittorio baccelli
di approccio poli sensoriale con il lavoro, di testare senza alcun pregiudizio il dipinto
monocromo o il volume con cui deve dividere lo spazio e di pensare solamente al
processo soggettivo di fruizione.
Nella nostra città è ormai un fiorire di ricerche delle arti visuali, quasi che si stia
assistendo ad un risveglio dell'interesse culturale in questo campo. Se in passato le
mostre figurative sulle avanguardie erano appannaggio prima della Galleria Paul
Klee, poi del Bureau de l'Art, oggi grazie alla Fondazione Ragghianti, alla Poleschi
Arte, alla Galleria 38 e al museo Lu.C.C.A., la città conosce un autentico risveglio
culturale.
STELVIO MESTROVICH
LUCCA - Lucca - Mercoledì 14 aprile alle ore 17.00, presso la Casermetta Porta
Santa Maria della Passeggiata delle Mura Urbane, per il ciclo "al bridge con l'Autore"
organizzato dalla Cesare Viviani, Stelvio Mestrovich presenterà i suoi libri “La
sindrome di Jaele” (Casa Editrice Kimerik) e “Vita e opere dei compositori
dimenticati dal 1600 al 1900 – vol. 1” (Casa Editrice Rocco Carabba). Stelvio
Mestrovich è nato in Dalmazia, a Zara, il 20 giugno 1948. Nel 2004 l'editore Dario
Flaccovio gli pubblica "Venezia rosso sangue", che è stato presentato alla Libreria
Feltrinelli di Palermo il 3 giugno dello stesso anno e successivamente a Venezia,
Vienna, Lecco,Viareggio, Lucca, Verona e Parma. Nel 2006 Mestrovich ha pubblicato
la biografia "W.A.Mozart, il Cagliostro della Musica", edito da Portaparole di Roma.
Per i tipi prestigiosi dell'Editore Carabba di Lanciano, è in libreria l'ultima fatica di
Stelvio Mestrovich “Vita e opere dei compositori dimenticati dal 1600 al 1900” che
segue di due anni il romanzo giallo "Delitto in casa Goldoni" pubblicato anch'esso
con la stessa casa editrice. Quest'ultima opera non vuole essere una piccola
enciclopedia di compositori un tempo famosi e poi dimenticati o quasi, bensì un libro
che, senza pretese di giudizi tecnici, ha un unico intendimento: fare conoscere "ai
più", in particolare modo "ai non addetti ai lavori", la vita dei compositori presi in
esame (il quadro non è completo, molti grandi nomi mancano ancora all'appello e
saranno studio di una futura pubblicazione), le loro gioie, i loro dolori, i trionfi e i
fiaschi, insomma la loro umanità, prima delle opere che, volenti o nolenti, hanno
caratterizzato positivamente lo scenario musicale di quasi tre secoli. Stelvio
Mestrovich da tanti anni ormai lucchese d'adozione, è musicologo del tardo barocco,
con particolare conoscenza della vita e delle opere di Antonio Salieri (grazie alla sua
tenacia, nel 2000, è stata posta a Vienna una lapide commemorativa sulla facciata
della casa in Goettweihergasse n. 1, in cui il compositore legnaghese visse per oltre
trent’anni), di Anton Diabelli, di Pietro Alessandro Guglielmi, di Andrea Luca
Luchesi, di Baldassare Galuppi e di altri ancora. Sempre da una iniziativa di
Mestrovich è nata l’idea di intitolare al direttore d’orchestra e compositore triestino
Victor De Sabata il ridotto del Teatro Giuseppe Verdi” di Trieste. Relativamente alla
musica, Mestrovich ha pubblicato i libri "Appunti di archeologia musicale”, Pagnini e
63
pagine libere IV vittorio baccelli
Martinelli Editori, Firenze 2002 e "W. Mozart, il Cagliostro della Musica", Edizioni
Portaparole, Roma. Mestrovich è anche un romanziere ed esordisce nella narrativa
gialla, dopo avere pubblicato due romanzi in forma di diario e cioè “Suor Franziska”
e “Il diario di Lucida Mansi”, creando il personaggio dell’ispettore capo della Polizia
di Stato Giangiorgio Tartini, al quale ha trasmesso la conoscenza della musica
classica e l’amore per Venezia e che lo vede protagonista de “La sindrome di Jaele”
Edizioni Kimerik, di “Venezia rosso sangue”Dario Flaccovio, 2004 e “Delitto in Casa
Goldoni” Editore Carabba.
64
pagine libere IV vittorio baccelli
contrabbandieri... e ancora storie nere.” Gli autori dei racconti sono: Francesco
Bertolucci, Lino Bologna, Sergio Calamandrei, Francesca Campolo, Rossana Giorgi
Consorti, Fabrizio Malfatti, Stelvio Mestrovich, Andrea Montaresi, Daniele Nepi,
Roberto Santini, Erminio Serniotti e Simone Togneri.
I MULINI AD ACQUA
LUCCA - Giornata d'eccezione per gli autori de “I Mulini ad acqua nel territorio di
Barga”(M.P.Fazzi Editore), Emilio e Raffaello Lammari, che nel pomeriggio di
mercoledì 21 saranno ospiti della Cesareviviani alla Casermetta Santa Maria delle
Mura Urbane. Nelle varie rassegne e sagre che numerose si aprono nella Valle del
Serchio nel corso dell'anno per le più svariate ricorrenze, con interesse, tutti abbiamo
ammirato le miniature tridimensionali dei mulini ad acqua, che un tempo erano
diffusi nella Valle. La minuziosità di queste installazioni ci faceva pensare ad un
paziente lavoro di ricerca e i due costruttori, padre e figlio, intrattenevano gli
spettatori incuriositi, spiegando in maniera dettagliata il funzionamento di questi
storici impianti. Le macchine e le loro modalità di funzionamento venivano anch'esse
relazionate con cura e con dovizia di particolari. Che ci fosse un serio studio, dietro
questi modellini, lo avevamo pensato, ma con l'uscita di questo libro, adesso ne siamo
certi. Lo studio sui mulini ad acqua, nato sei anni fa per una ricerca scolastica, copre
tutto il territorio di Barga in un arco temporale che va dall'800 al '900, ma con punte
di ricerca nelle fonti che scendono fino al 1500. La documentazione, più che
esauriente, è puntigliosa, mostrata con evidenza e si ferma agli anni '50 e '60 quando
gli impianti idraulici cessarono definitivamente la loro attività e furono soppiantati da
nuovi, moderni e più competitivi impianti industriali. La documentazione inizia dal
1543 quando l'Estimo di Barga fa menzione di oltre venticinque mulini ubicati lungo
la Corsonna, l'Ania, la Loppora e il Serchio. Le immagini delle strutture o dei loro
resti, si alternano ai documenti mostrati e, in un percorso didattico fanno piena luce
sul funzionamento della macchina idraulica. A completezza del testo, si trova un
piccolo sommario delle molte parole tecniche cadute in disuso dopo l'abbandono
dell'attività dei mulini. Né poteva mancare la descrizione della società contadine del
tempo e una disquisizione sulla storia dello stemma della Comunità di Barga e un
piccolo capitolo dedicato alla “trebbiatrice del Poeta” ancora in mostra nella casa di
Castelvecchio. Un volume che tocca i punti cari della tradizione e della cultura di
questo territorio, che recupera una lacuna storica e ferma una parte della memoria
collettiva che altrimenti rischiava d'andare dispersa.
Ci dice Raffaello Lammari: «Da ragazzo, la Corsonna era stata la mia "palestra", il
mulino la mia seconda casa. Rammento con nostalgia quell'età in cui, fischiettando
allegro, passavo davanti al vecchio mulino che si trovava sulla via per andare a
scuola, poco più in là dell'acqua della Corsonna. Rivedo nel mio ricordo l'amico
mugnaio che lo teneva vivo, il getto dell'acqua contro le pale, il rumore incessante
65
pagine libere IV vittorio baccelli
delle macine in movimento... Come potevo a quell'età, ne costruii uno tutto per me in
legno; la turbina era di latta, l'acqua non veniva giù dal torrente ma dal rubinetto
dell'orto... Niente è maggior testimone di una cultura e della presenza umana del
segno che lascia l'uomo con il suo lavoro. Proverò a raccontare della presenza dei
mulini idraulici sul nostro territorio, siano essi ancora integri o poveri resti di ciò che
furono, per il piacere di conservare e condividerne la memoria. Non abbiamo la
presunzione di fare una approfondita ed esauriente ricerca storica, cosa che non ci
compete. Io e mio figlio ci limitiamo a qualche piccolo accenno aprendo qualche
finestra su un tempo lontano, per il gusto di soddisfare la nostra curiosità, insieme al
passato più vicino a noi, rimasto nella memoria degli ultimi testimoni sopravvissuti.
Dedico questo mio impegno a mia moglie e a mio figlio. Ringrazio tutti quelli che
con tanta generosità mi hanno dato attenzione, permettendomi di raccogliere dati,
notizie, storie, aneddoti e materiale fotografico.»
• Mercoledì 21 aprile alle ore 17.00 presso la Casermetta Santa Maria delle
Mura Urbane, incontro letterario organizzato dalla Cesareviviani per il ciclo “al
bridge con l'Autore” - sarà presente l'Autore.
COL SERENI
66
pagine libere IV vittorio baccelli
67
pagine libere IV vittorio baccelli
nutre l’anima artistica di Sergio Fini.» Il terzo appuntamento, stesso luogo stessa ora,
è previsto per giovedì 6 maggio, dal titolo: “Pescando dove – vedere sentire
trasformare (poesia)”.
NO ALLA CACCIA
“Alla fine tra le starne e i cacciatori hanno vinto le prime”. Così recitano molti degli
interventi che sono stati pubblicati dopo la votazione in Senato. Ma così non è, infatti
l'80% della popolazione italiana non ne può più dei residuali 500mila cacciatori e la
caccia dovrebbe esser del tutto chiusa perché oggi, nel terzo millennio, non è più
accettabile che vi sia gente che si diverta ad uccidere animali indifesi. Ma gli interessi
purtroppo sono tanti e le lobby bipartisan dei cacciatori riescono a portare avanti blitz
come quelli in Regione Toscana. Comunque stop alle schioppettate a lepri e pernici
dopo il 10 febbraio. In ogni caso le Regioni per allungare la stagione venatoria anche
di soli dieci giorni dovranno rispettare il parere vincolante dell’Ispra, l’Istituto
superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che si spera dica sempre di no e
blocchi la proroga del calendario. Montecitorio ha dato il via libera all’ormai
famigerato articolo 43 della legge comunitaria che nella precedente formulazione di
un emendamento prevedeva la possibilità per gli enti locali di prorogare il periodo
della caccia per determinate specie. Norma che aveva provocato l’alzata degli scudi
dell’opposizione, ma anche di parte del Pdl, che aveva chiesto di trovare una
soluzione di compromesso, minacciando in caso contrario di votare contro. Da
segnalare un intervento «animalista» da parte di Renato Farina, Pdl, che ha letto un
brano contro la caccia dello scrittore russo Anton Cechov. Di Pietro, ha ribadito il
suo no all’articolo 43 motivandolo con la necessità di evitare «un’inutile
carneficina». Realacci ha detto: «Il Parlamento ha corretto una pericolosa deriva che
voleva la caccia fuori dalle regole». Comunque sono in molti a mal sopportare la
presenza del sen. Orsi nelle file del Pdl, poiché ritenuto portabandiera delle istanze
più estreme della lobby della caccia, posizioni queste in antitesi con un progetto
liberal di innovazione non solo politica, ma anche etica.
VARCHI TELEMATICI
LUCCA – Sembra che siamo giunti alla stretta finale e che i lavori per render
funzionali i varchi siano buon punto. Ma voglio allargare il discorso anche alle
rotonde, oggi di gran moda. Ad una prima lettura sembrerebbe proprio che le
rotonde, oggi tanto di moda sulle nostre strade, non c'incastrassero proprio nulla con i
varchi telematici: ma da noi non è così. Siccome i varchi telematici sono avversati dai
commercianti, che sono sempre a richiedere nuovi stalli per la sosta, ecco che il solito
assessore ha ragionato così: riduciamo la grande rotonda sul Giannotti e creiamo
nuovi posti auto. I varchi telematici, non mi stancherò mai di ripeterlo, sono l'ultimo
atto della morte del centro storico. Servono solo a far multe e a scoraggiare l'ingresso
68
pagine libere IV vittorio baccelli
in centro. Il centro non può essere un museo riservato a qualche raro abitante e ai
turisti, deve essere una realtà vitale e viva. Non è vero che i varchi telematici
garantiscono la sicurezza. Se si volesse garantire questa, si metterebbero le
telecamere nelle aree a rischio, e non all'altezza targhe automobilistiche e in punti ove
di rischi mini criminalità, non si vedono proprio. E arriviamo alla rotonda che a mio
avviso è intoccabile: il verde attorno alle Mura non deve essere mai ridotto, ma se
mai ampliato. È il verde attorno alle Mura che fa risaltare il monumento. Se si
ricercano aree da destinare a parcheggi, si costruiscano parcheggi sotterranei, sotto gli
spalti c'è spazio in abbondanza. Ma si faccia attenzione e si creino anche parcheggi
gratuiti. «Il giorno che dovrò pagare per fermarmi a Lucca, non ci metterò più piede.»
Dissi anni addietro all'allora vice sindaco, e attenzione, sono in molti oggi a pensarla
così. Se poi per entrare in città si correrà anche il rischio d'esser multati dai varchi il
deserto in città sarà ancor più evidente. Ma nessuno legge le notizie sul web
provenienti da quelle città ove i varchi sono in funzione? Queste stesse città sono
definite: Multopoli! Avanti così e facciamoci sempre male.
69
pagine libere IV vittorio baccelli
STATE OF MIND
LUCCA – Nella nostra città è ormai un fiorire di ricerche nelle arti visuali, quasi che
si stia assistendo ad un risveglio dell'interesse culturale in questo campo. Se in
passato le mostre figurative sulle avanguardie erano appannaggio prima della Galleria
Paul Klee, poi del Bureau de l'Art, oggi grazie alla Fondazione Ragghianti, alla
Poleschi Arte, alla Galleria 38 e al museo Lu.C.C.A., la città conosce un autentico
risveglio culturale. Altro evento d'eccezione al Lu.C.C.A. fruibile fino al 27 giugno, è
ospitato nel Palazzo Boccella allo Stellario, State of mind ove è di scena la minimal
art della collezione Panza. «Ciò che vedi è ciò che vedi», affermava Frank Stella nel
1958-59 quando con i suoi black paintings inaugurava, probabilmente senza esserne
consapevole, una nuova incredibile e imprevedibile stagione dell'arte contemporanea:
la minimal art. Alcuni anni dopo, la critica ufficiale riconobbe alla minimal art, che si
contrapponeva in modo deciso all'espressionismo astratto degli anni '40 e '50 e alla
coeva pop art, la peculiarità di aver modificato l'approccio alle espressioni artistiche,
il ruolo dello spazio e del visitatore, ma anche ridisegnato le geografie dell'arte
contemporanea: gli Usa infatti prendono per la prima volta le distanze dall'arte
europea, New York diviene la capitale dell'arte e questo grazie anche alla pop art, a
Fluxus e alla mail art che nel '62 fu codificata da Ray Johnson. State of Mind è un
evento che coinvolge otto artisti della Collezione Panza, Lawrence Carroll, Lies
Kraal, Timothy Litzmann, Christiane Löhr, Emil Lukas, Jonathan Seliger, Séan
Shanahan, Roy Thurston, «che si esprimono - sostiene il curatore della mostra
Maurizio Vanni - ognuno in modo proprio, attraverso il denominatore comune della
minimal art con un dizionario formale essenziale, con tecniche non relazionali di
composizione pittorica, con strutture costituite da grandi, anonimi ed essenziali
volumi geometrici in sequenze seriali, con l'impiego di materiali industriali quali
legno, cera, punti metallici, pasta per modellare, silicone, resina acrilica, lacca,
acciaio inossidabile, poliuretano, vetro, aghi, o desunti dalla natura, denti di leone,
semi di edera, semi di caglio, crine di cavallo, gambi d'erba, foglie.» Ne scaturiscono
otto installazioni pensate con la volontà di coinvolgere il bianco e il vuoto dello
spazio espositivo come componente attiva del loro lavoro realizzato tra gli anni
novanta e il duemila. Alla riduzione minimale delle opere, nessuna parte, seppur nella
sua essenza, assume più importanza di un'altra, si contrappone l'esperienza della
presenza fisica degli oggetti con lo spazio in modo da determinare la conoscenza
immediata delle forme e dei materiali. In questo tipo di evento, l'attenzione deve
spostarsi dall'interno all'esterno del lavoro, evidenziando le caratteristiche reali della
struttura, le qualità fisiche e spaziali dell'istallazione per esaltare un rapporto inedito
con l'osservatore. Al visitatore, infatti, non viene più chiesto di concentrarsi sul
significato intrinseco della creazione, ma di avere una sorta di approccio poli
sensoriale con il lavoro, di testare senza alcun pregiudizio il dipinto monocromo o il
volume con cui deve dividere lo spazio e di pensare solamente al processo soggettivo
70
pagine libere IV vittorio baccelli
di fruizione.
BARGA – Onestamente non mi sono piaciuti gli ultimi interventi apparsi sulla
stampa, nei quali in parole povere si dice che il marciapiede tra Fornaci e Ponte
all'Ania sarebbe utile, ma vi sono motivi tecnici (alberi e ristrettezza della strada) che
ne impediscono la realizzazione. Questo è palesemente falso, ma andiamo per ordine.
Durante ogni ora del giorno o della notte, chi transita sulla regionale che attraversa
sia Fornaci di Barga che Ponte all'Ania, noterà che su questo pericolosissimo tratto, vi
sono sempre alcuni pedoni e ciclisti che a loro rischio e pericolo camminano sui cigli
per raggiungere una delle due località. Infatti i due centri del barghigiano confinano
l'uno con l'altro, anzi sono ormai un'unica frazione. Una frazione che però manca di
collegamento pedonale. Del marciapiede e della sua necessità se ne parla ogni volta
che si avvicinano le elezioni, poi cala il silenzio. Eppure questa è un'opera
indispensabile che salda assieme due frazioni ormai di fatto già unite, e che tutela i
pedoni oggi costretti ad affrontare con rischi e disagi questo breve tratto. E c'è
pericolo, perché i sogli sono sconnessi e disastrati, e perché troppo spesso le auto
sfrecciano incuranti dei limiti di velocità. Cosa si aspetta per intervenire? Che
qualche malcapitato venga investito? (in passato mi dicono sia già successo). La
realizzazione dei marciapiedi sui due lati della strada è possibile e fattibile. Gli alberi
che costeggiano la regionale, non sono certo di gran valore: possono esser
tranquillamente abbattuti, basta che al loro posto se ne pianti un numero non uguale,
ma superiore. Pensate che in val di Serchio la Provincia ha abbattuto tutti i pini che
costeggiavano le strade principali senza ripiantarne altrettanti (e purtroppo poche voci
si sono alzate in proposito). Vi sono poi alcuni ostacoli in muratura, e forse questo è
un problema? Si tratta di abbattere al massimo tre angoli, cosa di ordinaria
amministrazione quando si fanno lavori del genere. Sulla regionale al confine con
Pian di Coreglia fu abbattuta un'intera abitazione, e forse non ce ne era la necessità.
Tutte scuse per non attuare un progetto indispensabile per le due frazioni del
barghigiano, tra l'altro fortemente voluto dalla popolazione.
71
pagine libere IV vittorio baccelli
LETTURE LIBERE
LUCCA - Mercoledì 5 maggio, alle ore 17.00, presso la Casermetta Porta Santa
Maria della Passeggiata delle Mura Urbane di Lucca, l'Associazione Culturale
"Cesare Viviani" organizza un pomeriggio con la presentazione del romanzo “Non
rimpiango, non lacrimo, non chiamo” di Marino Magliani e Vincenzo Pardini,
Transeuropa Editore, Massa. Questo romanzo a due voci è uscito in libreria il 3
marzo 2010. Due terre, la Liguria e la Toscana, di sensibilità e repertori linguistici
contigui, insieme vicine e lontanissime. Gli emigranti, i contadini, i pastori, gli
struggenti paesaggi rurali popolati di fantasmi e di storie senza tempo, sono i
72
pagine libere IV vittorio baccelli
personaggi più incisivi che popolano le pagine di questo libro corale, cupo, potente, a
tratti allucinatorio. Un assassino, fuggito da un penitenziario, è sull’altopiano.
L’aquila insiste nei suoi voli. I giorni passano e un anziano del luogo e l’assassino si
affrontano a fucilate. È un’estate rovente. Il toro si rende protagonista di scorribande
che incutono paura e rievocano antiche storie. Il padrone, affetto da manie, non riesce
a riportarlo nella stalla. Finché il toro non verrà catturato dalle forze dell’ordine.
Tutto sembra essere risolto. Invece è l’inizio della tragedia.
Marino Magliani è nato in Val Prino nel 1960. È traduttore e narratore. Vive in
Olanda sul Mare del Nord. Ha scritto Quattro giorni per non morire (2006 Sironi)
tradotto in olandese, da cui è tratta una graphic novel (2009 Transeuropa). Del 2008 e
del 2009, i romanzi “Quella notte a Dolcedo” e “La Tana degli Alberibelli”, entrambi
per Longanesi.
Vincenzo Pardini è uno scrittore lucchese nato nel 1950 nella Media Valle del Serchio
e vive oggi a Stabbiano. Collabora ai quotidiani "La Nazione" e "Il Giornale", al
supplemento "Tuttolibri" de "La Stampa" e alle riviste "Nuovi Argomenti" e
"Paragone". Ha pubblicato numerosi racconti e romanzi: La volpe bianca (La Pilota,
1981), Il falco d'oro (Mondadori, 1983), Il racconto della luna (Mondadori, 1987),
Jodo Cartamigli (Mondadori, 1989), La mappa delle asce (Theoria, 1990), La
congiura delle ombre (Theoria, 1991), un testo per ragazzi, Giovale (Bompiani,
1993), Rasoio di guerra (Giunti, 1995), Pumillo il gatto dei boschi (Laterza, 1999),
La terza scimmia (Quiritta, 2001), Lettera a Dio (peQuod, 2004), Tra uomini e lupi
(peQuod 2005, Premio Viareggio-Répaci) e Il falco d'oro (peQuod 2006). Da Jodo
Cartamigli, il regista Giovanni Veronesi ha tratto il film Il mio West con Leonardo
Pieraccioni, Harvey Keitel e David Bowie. Sempre per il cinema ha scritto il soggetto
Metronotte interpretato da Diego Abatantuono. Si è aggiudicato il premio Pasolini di
poesia 2001. Condurrà l'evento lo scrittore lucchese Bartolomeo Di Monaco.
LUCCA – Mercoledì 12 maggio alle ore 17.00 presso la Casermetta Santa Maria
della Passeggiata delle Mura Urbane, per il ciclo “al bridge con l'Autore”, si terrà un
pomeriggio letterario sul tema “Riflessioni sul terrorismo”. Fenomeno sul quale
molta letteratura è stata scritta e che ha purtroppo coinvolto stati e generazioni e
implica seri ripensamenti e riflessioni anche su: dittatura e democrazia. Dal
terrorismo islamico alle nostre BR, alle legittimazioni elettorali di partiti dittatoriali,
ieri fascismo, peronismo, falange e nazismo, oggi hezbollah e hamas, all'attacco alla
Torri Gemelle. O a lotte di liberazione nazionale, come quella cecena, che
imboccando la via del terrorismo hanno generato orrori come quelli di Beslan.
A trentadue anni dal ritrovamento del corpo esanime di Aldo Moro in Via Caetani a
73
pagine libere IV vittorio baccelli
MARIJUANA E PROSTITUZIONE
Brillanti operazioni? Oggi leggo sul giornale che il solito ragazzino è finito in galera
per qualche piantina di canapa. Roba da matti! E chi l'ha arrestato ci si fa pure bello,
ma se i superalcolici - droga ben più pericolosa - sono di libera vendita ovunque.
Occorre legalizzare le droghe a partire proprio dalla canapa, tanto la politica
proibizionista fa solo danni: ma questo non è un governo liberal? e allora cosa aspetta
a cacciare i Giovanardi e a fare una legge seria sulle droghe? Il proibizionismo serve
solo alla malavita organizzata che ci guadagna pure alla grande. Altra grande notizia:
tutti denunciati perchè in un locale di lap dance si scopa! A me come a tutte le
persone normali piace scopare, anche a pagamento. E allora visto che il nostro è un
governo liberal, che si aspetta a legalizzare anche la prostituzione invece di lasciarla
in mano a leggi confusionarie? Carenza di leggi adeguate all'oggi che porta a
situazioni incongrue e, forze dell'ordine e giornalisti che non sono ancora pronti al
cambiamento: legalizzare canapa e prostituzione, pensino a questo i nostri
amministratori, invece di inventarsi emergenze legislative alle quali non può fregar
niente ai cittadini.
74
pagine libere IV vittorio baccelli
75
pagine libere IV vittorio baccelli
LUCCA - Mercoledì 19 maggio, alle ore 17.00, presso la Casermetta Porta Santa
Maria delle Mura Urbane di Lucca, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani"
presenta il libro di Luigi Damiano Battistoni "Come nuvole dentro il mare", edito
dalla Lulu.com. Luigi Damiano Battistoni è nato a Lucca nel '63, e risiede in città. Ha
vinto nel 2006 il concorso "Racconti nella rete" con un suo lavoro, "Appunti dal
sottopelle", uscito poi in un'antologia per i tipi della Newton & Compton.
"Vivere", in libreria dal 2007, è la sua prima vera opera di narrativa pubblicata, con la
quale ha vinto lo stesso anno la sezione Narrativa Edita del “Premio Letterario Circe”
III Edizione, Monterotondo in Roma (concorso patrocinato dalla Regione Lazio, dalla
Provincia di Roma, dal Comune di Monterotondo e dalla Regione Sicilia). Nel 2010
ha ripreso "Vivere" riadattandolo e pubblicandolo per la Lulu.com con il titolo "Come
nuvole dentro il mare”. Già dalle prime battute di “Come nuvole dentro il mare”
viene naturale domandarsi per chi è stato scritto: per un pubblico adulto o per un
pubblico giovanile? Scorrendo pagina dopo pagina, alla fine è inevitabile concludere
di come questo lavoro sia indirizzato sia ai primi quanto ai secondi. Se anche i libri
dovessero essere accompagnati dalle istruzioni per l’uso, di certo questo dovrebbe
essere corredato di un suggerimento gradito all’autore; quello di usare “Come nuvole
dentro il mare” come uno specchio dove vedere se stessi, e non come un vetro
attraverso il quale scorgere o vedere gli altri. Dunque di questo libro, specchio o vetro
che dir si voglia, sta al lettore farne l’uso che più l’aggrada; l’importante è che una
lettura come questa non vada perduta. Dalla prefazione di Mauro Baroni: «Ci sono
nella vita atti “immensi” d’amore che valgono tesori: un fiore che sboccia in
primavera, una foglia che cade in autunno, un bambino che ti cresce accanto e che ti
conduce al tragitto della maturità, magari mentre tuo padre se ne sta partendo per i
pascoli del cielo. Non lo dico a caso, mia figlia, Valentina, nasceva, mio padre
Valentino si consumava d’arterie e di cuore: è la legge della vita. “Il bambino è padre
dell’uomo”, diceva il poeta inglese Wordsworth, anche perché quell’uomo continuerà
a vivere in lui. E mio padre ha continuato a vivere in me, e mia figlia mi fa vivere.
Per questa ragione mi ha molto coinvolto il libro di Luigi Damiano, scritto proprio
per il figlio Davide, e con la sua intensa partecipazione, andandogli incontro quasi
come faceva Tolstoj con i suoi alunni (basti pensare ai Quattro libri di letture). In
verità lo spirito, l’élan vitale di Battistoni ad un tragitto, a un percorso di crescita, di
maturazione, di educazione sentimentale non è solo del (e per) il bambino: è lui
stesso che acquisisce sensibilità, anche perché gli è “pari”, non si assurge a rabbi:
anzi trova e scopre la verità attraverso Davide. Questo libro insomma è un vero e
profondo atto di amore, e come tutti gli atti di vero amore comporta la donazione
completa, la perdita di sé per entrare in comunione con l’altro, e oso dire, un sacrale
sacrificio. Winston Churchill, in un discorso alla radio nel 1943, affermava che “il
miglior investimento per una comunità è mettere del latte dentro i bambini”’ vorrei
aggiungere che occorre mettere dentro i bambini, come ha fatto Luigi Damiano,
anche la fantasia, la creatività e, soprattutto, il “core”.» Introdurrà e accompagnerà
76
pagine libere IV vittorio baccelli
EDOARDO SANGUINETI
Claudio Comandini delle edizioni Noubs ci informa tempestivamente sul web che è
venuto a mancare Edoardo Sanguineti: «Poeta e studioso, nato a Genova nel 1930,
raro esemplare di italiano appartenente all'intellighenzia europea. La sua vasta ricerca
culturale, che si svolge inizialmente a Torino, lo porta nel 1961 a collaborare con il
compositore Luciano Berio alla realizzazione dell'anti-opera "Passaggio"; lo stesso
anno sono pubblicati i suoi primi studi su Dante e l'antologia dei "Novissimi", con
prefazione di Alfredo Giuliani (che asserisce: "il nostro compito è di trattare la lingua
comune con la stessa intensità che se fosse la lingua poetica della tradizione e di
portare quest'ultima a misurarsi con la vita contemporanea"). Dal 1963 al 1968 è uno
degli esponenti di punta del gruppo di sperimentazione poetica Gruppo '63, fondato a
Palermo. Lo stile che lo caratterizza soprattutto nei primi anni della sua attività è
marcatamente intellettualistico, in spiccata risonanza con le esperienze della musica
contemporanea, da cui trae una forte gestualità, e dell'arte concettuale, dalla quali
mutua la tecnica dell'assemblage. Successivamente, approfondisce nella poetica
l'attenzione alla concretezza del vissuto quotidiano, e a livello stilistico sia una
ricerca personale sulle forme metriche tradizionali, che una sorta di "frantumazione"
del verso "extralungo". Nel 1965 ottiene la cattedra di Letteratura Italiana; ricopre
l'incarico presso le università di Torino, Salerno, Genova. Uno dei nodi decisivi della
sua attività poetica e critica è quello relativo all'interfaccia fra linguaggio e ideologia:
intendendo questa come "visione del mondo, che, con il mondo, quindi cambia.
Prendiamo ad esempio il concetto di bello: «Il suo valore è uno dei più instabili della
storia dell'umanità.» Ancora molto attivo, aveva recentemente partecipato a Bologna
ad una presentazione dell'archivio di poesia sonora e di voci poetiche "La Voce
Regina", e avrebbe dovuto presentare il Festival del Pensiero Comico al Palazzo
Ducale di Genova: al riguardo ha lasciato scritto: «Nel mercato planetario, far ridere
è arma di potere.» La sua produzione è vastissima, ha scritto poesie, narrativa, testi
teatrali, cinematografici e per musica, articoli e saggi, ha tradotto testi classici e
contemporanei. Il suo primo libro è la raccolta poetica di "Laborintus" (Magenta,
Varese 1956); i suoi versi sono antologizzati in "Mikrokosmos. Poesie 1951-2004
(Feltrinelli, Milano 2004). L'esordio in narrativa è con "Capriccio italiano"
(Feltrinelli 1963); racconti e romanzi sono poi raccolti in "Smorfie" (Feltrinelli,
2007). L'edizione definitiva di "Ideologia e linguaggio" (Feltrinelli, 2001) è il suo
saggio più rappresentativo.»
77
pagine libere IV vittorio baccelli
78
pagine libere IV vittorio baccelli
Provincia Autonoma. Senza riuscire a smuovere più di tanto, l'idea è andata avanti nel
tempo coinvolgendo anche quei gruppi politici marginali che erano legati ad Amerigo
de Cesari (Innovatori e Italia Moderata). Timide posizioni anche da parte sindacale
(Uil, Cisnal e Ugl) sopratutto nei momenti dell'elaborazione dei piani di sviluppo
locale, ove si puntava il dito in primis sui benefici derivati dalle Provincie Autonome:
posizioni però che non hanno lasciato traccia nelle programmazioni adottate nel
tempo. Oggi però sembrerebbe “tempo scaduto” sopratutto per quanto riguarda la
provincia autonoma dato che si parla con sempre più insistenza di abolire quelle già
in essere. Inoltre da più parti si sente proprio la necessità di abolire tutte le provincie,
sacrificandole sull'altare dell'economia, dato che i costi non ne giustificherebbero i
benefici. Malgrado l'attuale congiuntura economica sfavorevole, c'è da tener di conto
dell'opposizione della Lega allo scioglimento delle Provincie, e questo genera ipotesi
di razionalizzazioni, come quella delle aree metropolitane che in Toscana vedrebbero
il sorgere dell'asse Firenze, Prato, Pistoia. E quest'asse penalizzerebbe ancor più l'area
di Pescia che ne risulterebbe ulteriormente marginalizzata. Da tutto questo rispunta
l'ipotesi, anche se minimale, di far transitare Pescia nella Provincia di Lucca.
Realizzabile o solo fantasia fuori tempo massimo? Non resta che attendere gli
sviluppi futuri.
ALBERTO RIZZI
79
pagine libere IV vittorio baccelli
quale si dedica alla sceneggiatura e alla regia, specie nel campo dei video,
riprendendo le frammentarie esperienze di cortometraggi e performance iniziate
alcuni anni prima, anche in questo caso nell'ambiente della mail art. La
collaborazione con quest’ultimo gruppo si interrompe di fatto, dal 2002: i soggetti
che presenta per altri cortometraggi non interessano, in quanto portano messaggi che
- come la maggior parte delle cose da lui pensate o realizzate - vanno contro il modo
corrente di pensare. Dopo una ricerca durata un paio di anni, riprende la realizzazione
dei video, auto producendoli con l’aiuto di “Brain Optional”, un gruppo di giovani di
Loreo, paese anch’esso situato in Provincia di Rovigo. Nel 2005 realizza "San
Valentino", cortometraggio ispirato al racconto omonimo di Vittorio Baccelli.
Compare inoltre come personaggio in “Q” (Adalberto Rizzi detto "Frate Pioppo") e
in tutti i successivi romanzi di Wu Ming; secondo il web in questo c'è lo zampino di
Umberto Eco.
80
pagine libere IV vittorio baccelli
d'onda. Ebbene questo artista parte proprio da queste concezioni, che già hanno
coinvolto in letteratura molti autori e cerca di renderle tangibili. Un punto di partenza,
sicuramente per addivenire ad altre e più complesse opere. La multidimensionalità
del multiverso, il cambiar onda per sintonizzarsi su un altro “quando” riportano alla
sensibilità e alla genialità di Tesla. Molte sono le percezioni che ci colgono
intrappolati nella sua “rete” o che ci avvolgono nell'installazione montata nel
seminterrato. Dal 22 maggio al 27 giugno 2010 al Lucca Center of Contemporary Art.
MACCHINA E MACCHINISMO
81
pagine libere IV vittorio baccelli
Mercoledì 26 maggio 2010 alle ore 18 nella hall del Lu.C.C.A. - Lucca Center of
Contemporary Art a Lucca sarà presentato il libro di Alessandra Scappini, Macchina e
Macchinismo nell’arte contemporanea (Edizioni Mimesis), con la partecipazione di
Lucilla Saccà, professore associato in Storia dell’arte contemporanea presso la
Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze, e il direttore del
Lu.C.C.A. Maurizio Vanni. Il libro presenta uno studio sull’influenza della macchina
e del macchinismo nelle esperienze artistiche contemporanee, esaminando idee ed
atteggiamenti attraverso riferimenti a scritti e testimonianze di artisti e teorici, che
diventano modelli emblematici nell’analisi di opere delle varie correnti e dei
molteplici nuclei di ricerca così da proporre al lettore un ampio repertorio
iconografico esemplificativo delle diverse posizioni e concezioni creative presente
anche nel CD allegato al volume. Un testo che prende spunto dalla invenzione della
macchina e dall’innovazione tecnologica ripercorrendo in un excursus dall’Ottocento
ai giorni nostri le sue implicazioni nell’immaginario individuale e collettivo relative
al rapporto tra natura e artificio, creatività e tecnica, artigianato e industria, estetica e
funzione, arte e scienza, produzione seriale e unicità dell’opera, manualità e ready
made, creazione e applicazione pratica sulla base di comportamenti diversificati di
rifiuto, esaltazione, assimilazione, assuefazione, accettazione, ironia che emergono
dallo scenario dei movimenti del XIX secolo alle avanguardie storiche del XX, e
dalle neoavanguardie ai tempi attuali. Con il supporto di teorici di rilievo che si sono
interessati in passato alla civiltà delle macchine, da Giedion a Klingender, da Banham
a Francastel, da Benjamin a Hauser, considerando gli svolgimenti del tema, sono
proposti secondo una cronologia generale aspetti e problemi che si innestano nella
fantasia dei romantici, nella verità naturale dei realisti, nella visione ottica degli
impressionisti, nell’enigmaticità visionaria dei simbolisti, per scandagliare
successivamente le questioni che si manifestano in seno alle prime avanguardie del
Novecento, dal Cubismo all’Espressionismo, relative al parallelismo con gli apporti
scientifici ed alla vita della metropoli industriale, proseguendo con la celebrazione
futurista dell’universo meccanico, e con gli apporti produttivisti e formalisti delle
avanguardie russe e delle esperienze neoplastiche. La disamina continua
focalizzandosi sulla dissacrazione ironica del macchinismo nel Dadaismo, New Dada
e Nouveau Réalisme e sulla negazione totale del tecnicismo propria della Metafisica,
del Surrealismo e delle ricerche informali ed espressioniste astratte, per trattare di
seguito l’implicazione della serialità meccanica nell’american way of life della Pop
Art. Lo studio si conclude con un’indagine sul recupero della tecnica in relazione alle
scienze logiche nell’Optical Art e nelle ricerche minimaliste in concomitanza
all’impostazione tautologica delle esperienze concettuali fino agli esempi recenti del
mondo elettronico tramite la fotografia digitale e la videoarte. Si distingue rispetto a
trattazioni quasi esclusivamente orientate a cogliere i nessi della macchina e del
macchinismo con il design e l’architettura, che nel volume sono accennati per
completare un quadro esplicativo concentrato essenzialmente sull’espressione
82
pagine libere IV vittorio baccelli
LUCCA – Mercoledì 26, alle ore 17.00 presso la Casermetta Santa Maria delle Mura
Urbane, per il ciclo letterario “al bridge con l'Autore” organizzato dall'associazione
Cesare Viviani, si terrà un evento d'eccezione che vedrà la presenza dell'architetto
Alberto Rizzi, noto artista contemporaneo multimediale. Nato nel 1956 ad Arco di
Trento, Alberto Rizzi inizia ad operare nella seconda metà degli anni '70 nella pittura
astratta, prima, allargando poi i suoi interessi ad altri campi dell'arte visiva e della
scrittura. Abita ora a Ceregnano di Rovigo e nella stessa provincia lavora come
insegnante di Storia dell’Arte. È nel corso dei primi anni '80 che si avvicina alla
poesia, ma solo dal 1991, grazie ai canali offerti dall'Arte Postale, entra in contatto
prima con fanzine e poi con riviste disposte ad ospitare i suoi lavori: inizia così un
lungo periodo di testimonianza poetica che trova spazio anche in letture, radiofoniche
e non. Quando l'autore si rende conto che con questo mezzo riesce a raggiungere un
pubblico maggiore con minor dispendio di mezzi, tempo ed energie rispetto all'arte
visiva, nel giro di alcuni anni, alla fine dei '90, si ritira da quella, per dedicarsi quasi
del tutto alla scrittura. Durante il periodo che va dal '89 al '93 è significativo il suo
apporto ad una fanzine di poesia, poesia visiva e performance, che gli permette di
acquisire buona parte dei contatti anzidetti: "The Mouth", questo il titolo del
periodico, fondata e curata assieme ad Alessandro Ceccotto, vedrà l'uscita di 12
numeri; e la partecipazione in essi di circa 120 artisti da ogni parte del globo: alcuni
di loro di fama internazionale: Amaro, Deisler, Fiorentino, Maggi, Padin, ecc. Dal '96
collabora prima col gruppo di Teatro Sperimentale "Luther Blissett", con lavori a
Bologna e Santarcangelo di Romagna, poi col Teatro Polivalente di Occhiobello,
nell'ambito del quale si dedica alla sceneggiatura e alla regia, specie nel campo dei
video, riprendendo le frammentarie esperienze di cortometraggi e performance
iniziate alcuni anni prima, anche in questo caso nell'ambiente della mail art. La
collaborazione con quest’ultimo gruppo si interrompe di fatto, dal 2002: i soggetti
che presenta per altri cortometraggi non interessano, in quanto portano messaggi che
83
pagine libere IV vittorio baccelli
- come la maggior parte delle cose da lui pensate o realizzate - vanno contro il modo
corrente di pensare. Dopo una ricerca durata un paio di anni, riprende la realizzazione
dei video, auto producendoli con l’aiuto di “Brain Optional”, un gruppo di giovani di
Loreo, paese anch’esso situato in Provincia di Rovigo. Nel 2005 realizza "San
Valentino", cortometraggio ispirato al racconto omonimo di Vittorio Baccelli.
Compare inoltre come personaggio in “Q” (Adalberto Rizzi detto "Frate Pioppo") e
in tutti i successivi romanzi di Wu Ming; secondo il web in questo c'è lo zampino di
Umberto Eco. L'evento vedrà la proiezione di alcuni “corti”: Chi sono io - Lo
specchio e la pistola – San Valentino. Vi sarà poi la presentazione del progetto
"O.O.P." e la lettura di poesie dalle raccolte che vi sono finora apparse e/o da quelle
che saranno portate dall'Autore. Letture a cura di Marco Vignolo Gargini, multimedia
Paolo Rabassini, sarà presente l'autore.
LA CORSA PLAYGROUND
LUCCA – Nuovo evento alla Galleria 38, in via del Battistero, 38: i due noti artisti
Paolo Baratella e Riccardo Ruberti presentano “LACORSA PLAYGROUND”con
inaugurazione giovedì 27 maggio alle ore 18. Paolo Baratella in merito all'evento ci
dice: «Il ciclo che presento ha un nocciolo duro, centrale, significativo: l'essere.
Questo nocciolo è rappresentato da un enigma detto il paradosso del pescatore:
Omero giunto alla spiaggia udì (essendo lui cieco) dei pescatori appena approdati, e
chiese loro cosa avessero preso. Uno di loro disse: "ciò che abbiamo preso lo
abbiamo gettato, e ciò che non abbiamo preso lo teniamo", alludendo al fatto che non
avendo pescato nulla stavano spidocchiandosi, gettando i pidocchi presi e tenendo
addosso quelli non presi. Omero, incapace di risolvere questo enigma, morì per lo
scoramento; il mistero dell'essere che resta chiuso in noi mentre inesorabilmente
gettiamo la vita… ed ecco la CORSA. Tutti corriamo e tutti gettiamo le nostre vite al
tempo, siamo i pidocchi gettati e anche quelli che teniamo; l'essere che noi siamo e
non conosciamo. Su questo paradigma ho raffigurato le corse edonistiche e quelle
drammatiche. Varchiamo il recinto di filo spinato per entrare nella ZONA , dove in un
luogo nascosto ognuno potrà realizzare i propri desideri di felicità. Come la grande e
sublime cantante araba Oum Calthoum, che manifestò il proprio essere al mondo con
la voce, nutrendo di dignità un popolo sottomesso e umiliato dal colonialismo,
finiremo nella zona del mistero dove tutti gli enigmi cadranno nel luogo della verità,
che non tutti sapranno riconoscere. La domanda di Edipo e la risposta della Pitia, la
sacerdotessa d'Apollo: "guardati, ucciderai tuo padre e farai l'amore con tua
madre"…, impossibilità esistenziale di uscire dal vortice delle generazioni: verità e
menzogna. Solo una ombra rimane, e si mostra come ciò che ancora teniamo,
continuando a correre nell'infinito spazio dell'inconosciuto, uguali e unici, come
l'onda che si infrange sulla riva, sempre uguale a se stessa, sempre diversa come ogni
essere.»
Riccardo Ruberti dichiara: «“Playground”, il parco giochi, è un punto di incontro, una
84
pagine libere IV vittorio baccelli
frontiera tra diverse coordinate spaziotemporali. Tra tempo e memoria, tra tempo
personale e memoria collettiva. Un soglia in cui la rappresentazione si fa
autoriflessiva, diventa essa stessa oggetto di indagine. In “Playground” spazio e
tempo perdono il loro specifico significato, la realtà cede il passo alla finzione, tutto
può essere verità e bugia. Si tratta di un contesto rimasto al di fuori della logica
temporale e spaziale della “realtà”. Segue una propria dimensione. Una sorta di Zona
stalkeriana, quella del film di Andrei Tarkovsky isolata ai confini del tempo e dello
spazio. “Playground”, diventa portatore di una narrazione dell’infanzia. Può anche
essere definito come un giardino ideale, un Eden nel quale coesistono tracce di
ricordi legati alla memoria popolare del passato e parti di vissuto contemporaneo. Il
lavoro è suddiviso in diverse parti; cinque lavori pittorici, cinque disegni, alcuni
collage in formato A4 e alcuni video. Il video all’ingresso contiene frasi e citazioni
tratte da documenti di diversi periodi temporali riguardanti memorie multiple e
frammentarie che si susseguono rimescolandosi lasciando immaginare una visione
del tempo non lineare, ma eventi e situazioni cicliche ogni volta nuove. In un altro
video un bambino che disegna la sua idea dei continenti che compongono il pianeta…
Tra i dipinti invece vediamo in “Maplaymondo” un universo sospeso. Una sorta di
pianeta all’interno del quale i bambini varcano un confine per andare “altrove”. Nel
retro invece, sull’altra faccia del “pianeta”, si vede la proiezione di un video di
pochissimi minuti: la visione del pianeta eseguita da un bambino, completamente
immaginaria che lascia pensare alle nuove coordinate di un altro mondo, per un'altra
realtà. I disegni, di medio e grande formato, rappresentano i bambini appartenenti a
un passato a tratti molto incerto e lontano: come presenze celate in attimi
cristallizzati, interrogano lo spettatore nel silenzio di un ambiente simile a un limbo,
nel quale domina il bianco, l'assenza di rappresentazione.»
85
pagine libere IV vittorio baccelli
RIZZI A LUCCA
LUCCA - Presso i locali del Circolo del Bridge si è tenuto l'incontro con l'architetto
di Rovigo, Alberto Rizzi, autore assai noto nei circuiti d'arte italiani. Nel suo
intervento si è soffermato sui suoi inizi pittorici dei suoi affluenti artistici che sono
poi sfociati nel circuito internazionale della mail art. Poeta e collaboratore di riviste
di poesia e di avanguardie artistiche, tra queste la prestigiosa "The Mouth", è passato
poi attraverso le esperienze di performance e di regista di cortometraggi. Tre suoi
"corto" sono stati proiettati in sala grazie all'aiuto di Paolo Rabassini: Chi sono io -
Lo specchio e la pistola – San Valentino. San Valentino è stato tratto dall'omonimo
racconto di Vittorio Baccelli pubblicato prima sulla rivista “Evasion” e poi
sull'antologia "Eclisse". Dopo la proiezione, davanti ad un attento pubblico, Rizzi è
passato ad illustrare il suo progetto poetico "O.O.P."oggi presente nei primi due
volumi: una sorta di autostoricizzazione poetica, sulle orme cavelliniane, che è già
presente in numerose biblioteche nazionali di tutto il mondo. Si è anche parlato della
sua presenza nel romanzo "Q" uscito per l'Einaudi a firma Luther Blissett ma
attribuito da buona parte della critica letteraria ad Umberto Eco. In "Q" troviamo
infatti Alberto Rizzi, detto fratel Pioppo, presenza che continua in tutte le opere
successive a firma Wu Ming. Visto l'interesse che ha suscitato l'incontro, si è parlato
di un prosieguo nella programmazione futura della Cesare Viviani.
TORDI E PICCININI
Con la pausa estiva, come di consueto, gli autori della Viviani si cimentano nelle
varie rassegne della Toscana. Inizia la nota poetessa Grazia Maria Tordi che
mercoledì 9 alle ore 18.00 terrà al Salone delle Terme di Bagni di Lucca un
pomeriggio in versi avvalendosi della collaborazione del prof. Marcello Cherubini.
L'evento fa parte della “Settimana di Terme “ organizzata dall'Associazione degli
amici di Terme di Bagni di Lucca, al termine cena buffet nel salone a cura
dell'Azienda Agricola Giocondo. Maria Grazia Tordi, saggista e narratrice, di antica
famiglia fiorentina, è considerata un'artista completa. Ha conseguito prestigiosi
riconoscimenti in tutti e tre i generi letterari in cui si è cimentata. Le sue poesie sono
state tradotte in numerose lingue straniere, musicate nella raccolta “Le canzoni di
Grazia Maria Tordi” e presentate l'anno passato a Napoli Festival. Nel 2007 è stata
candidata al Nobel per la Letteratura. Numerose le sue pubblicazioni, tra queste “Ho
venduto l'anima a Dio” dossier firmato Amanda Franchi, “Una terrazza piena di
stella” e L'ultimo kamikaze”.
Giusi Piccinini sarà invece presente giovedì 10 al Parco Pubblico di Capannori alle
ore 18.00 nell'ambito della rassegna “Passione Narrante” organizzata dalla locale
Biblioteca “Ungaretti”. Coordinerà l'evento Rita Lazzari. Giusi Piccinini, figlia unica,
86
pagine libere IV vittorio baccelli
è nata il 18 maggio 1975, scrive poesie dall’età di 12 anni e racconti dall’età di 15.
Abita a Lammari, e lavora al comune di Capannori da quattordici anni.
Ama immensamente la vita, adora gli animali, specialmente i gatti.
Ama sognare e volare con la fantasia, per questo si diverte moltissimo a scrivere fiabe
per bambini, recentemente ha pubblicato con la casa editrice “Giovane Holden”
l'antologia di racconti per bambini “Il clan dei Gatti”. Di questo testo Bartolomeo Di
Monaco ha scritto:
“Buongiorno a tutti i micini e le micine in ascolto, siamo su Radio Gatta, e chi vi
parla è Super Radio Micione! Da oggi c’è una bella novità, una rubrica radiofonica
dedicata ai più piccini. Se volete raccontare una storia divertente, particolare, o
parlarci di un fatto interessante che vi è accaduto, non esitate, chiamate il numero:
tre tre tre uno uno uno due due due, e sarete in onda su… Radio Gatta! Allora, che
aspettate? Correte al telefono! Ma ecco che arriva la prima telefonata, sentiamo un
po’ chi c’è alla cornetta… pronto? Sei in onda!”
Una storia che nasce così, raccontando alla radio le proprie esperienze, le nuove
conoscenze, le sperimentazioni quotidiane di un piccolo che ha a che fare col il
mondo per la prima volta, con le api, con l’amicizia e l’amore.
Non stiamo parlando di un piccolo… bambino, ma di un micio, Jimmy che, nato da
poco, inizia a raccontare, attraverso la radio, quella che sarà la sua esperienza nel
mondo mattesco e umano. Una vita mattesca vista con occhi da gatto, ovviamente, il
che corrisponde un po’ anche a vederla con occhi di bambino. Davanti ad un albero di
natale, infatti, un adulto potrebbe anche non stupirsi o, comunque, potrebbe sembrare
naturale che le decorazioni siano appese sui rami. Ma provate ad abbassarvi, ad
accucciarvi a terra e guardare con gli occhi di un gatto questo albero illuminato…
Cosa sarà mai? Che misteri chiuderà al suo interno? E se invece vi trovaste di fronte
– anzi, sotto – ad una tavola imbandita, con una bella tovaglia che penzola. Non
vorreste giocarci un po’? E quella cosa con le ali cos’è? Questo che invece profuma?
E quella palla di pelo?
FIORELLA DEFONS
LUCCA – Mercoledì nove giugno alle ore diciassette presso la Casermetta Santa
Maria delle Mura Urbane, per il ciclo “al bridge con l'Autore” organizzato dalla
Cesare Viviani si terrà un pomeriggio di libere letture aperto a tutti, ove verranno
proposte opere dei soci e no. Gli intervenuti potranno leggere brani propri o di altri
autori editi o inediti in prosa e poesia. Condurrà l'evento la poetessa e scrittrice
lucchese Fiorella Defons autrice di “Fra terra e Mare” ed. Essedì e “La tasca del
canguro” ed. della Mirandola. L'anno passato questa autrice ha vinto, per il premio
letterario il Muro Magico, il I premio "Il Treno” per la sezione poesia con
“Fotografia”.
87
pagine libere IV vittorio baccelli
Gli eventi dedicati alle libere letture sono molto importanti per l'associazione, poiché
permettono di conoscere in anticipo ciò che i vari autori stanno allestendo e, servono
agli autori stessi a saggiare il gradimento delle loro nuove opere.
L'OLOCAUSTO ARMENO
LUCCA – Giovedì dieci giugno presso la Casermetta Santa Maria delle Mura
Urbane, per il ciclo “al bridge con l'Autore” organizzato dalla Cesare Viviani alle ore
diciassette si terrà la presentazione del libro “L'Olocausto Armeno” di Alberto
Rosselli, Solfanelli editore di Chieti. L'autore, Alberto Rosselli, nato a Genova nel
1955, si è laureato in scienze politiche, è giornalista e collabora a diverse testate
nazionali, come studioso di storia contemporanea e militare ha scritto diversi saggi
fra i quali “Il Conflitto Anglo-Francese in Nord America 1756-763” pubblicato dalla
casa editrice Erga di Genova, e “I Quaderni Carlo Rosselli” per la Fondazione Carlo
Rosselli di Firenze. Il testo narra la persecuzione scatenata tra il 1915 e il 1918 dai
turchi nei confronti della popolazione armena residente in Anatolia e nel resto
dell'Impero Ottomano, che rappresenta forse e purtroppo il primo esempio dell'epoca
contemporanea di sistematica e scientifica soppressione di una minoranza etnico-
religiosa. Un piano di eliminazione che non scaturì soltanto dall'ideologia
"panturchista" e "panturanista" che stava alla base del sedicente partito "progressista"
dei Giovani Turchi, ma che traeva le sue profonde origini dalle antiche e mai del tutto
sopite contrapposizioni tra la maggioranza musulmana turca e curda e la minoranza
cristiana armena. Questa esposizione è una scelta quanto mai opportuna in un periodo
storico in cui si tenta a piccoli timidi passi, di portare alla luce vicende da sempre
nascoste e negate non solo dall’attuale governo di Ankara, ma anche da molti stati
anche appartenenti all’Unione Europea. La questione armena è tornata alla ribalta in
tempi molto recenti, nel 1974, quando, rispondendo a una denuncia del Tribunale
Permanente dei Popoli, il governo di Ankara ammise per la prima volta che tra il
1915 e il 1918 (in realtà un periodo ben più lungo) il popolo armeno aveva
effettivamente patito “un certo numero di vittime”. Da allora è stato come aprire il
mitico vaso di Pandora. Accurata l’analisi del profilo storico dell’Armenia, della
Chiesa armena e delle relative persecuzioni subite: si approfondiscono gli accenni
relativi le motivazioni strategiche e politiche che hanno portato alcuni Stati a non
riconoscere ufficialmente l’esistenza storica di un genocidio armeno, a fronte invece
dei chiari pronunciamenti in merito da parte di importanti istituzioni sopranazionali,
del Vaticano e del Parlamento Europeo. Sarà presente l'Autore.
LA CULTURA E FORNACI
88
pagine libere IV vittorio baccelli
dell'informazione sono tra i pilastri della nostra democrazia e garanti della libera
cultura. Forse, parole grosse, qualcuno penserà, relative alla nascita di un foglio come
questo, che ha il coraggio di uscire coprendo solo una piccola parte del territorio
attorno al fiume Serchio. Ma è mia intenzione intervenire, a cadenza mensile,
rivolgendomi a quei lettori che avranno il desiderio di leggermi, per far comprendere
come anche un piccola fetta di terra possa esprimere cose egregie a livello di
informazione e cultura. E parlerò, man mano che mi verranno in mente, dei
personaggi che qui costruiscono la cultura, erigono piccoli edifici, mattone dopo
mattone, permettendo ai loro affluenti di raggiungere l'intera lucchesia e andare oltre.
Saranno i personaggi che magari incontriamo ogni giorno, ma anche coloro che dalle
nostre parti sono transitati, forse lasciando un segno, o che nel passato hanno
posseduto un loro spessore la cui eco è rimasta fino a noi. Inizierei con il citare alcuni
di questi, che ho visto attorno alla redazione di questo giornale. Primo fra tutti Gian
Gabriele Benedetti, autore fornacino di silloge poetiche e attualmente collaboratore
della rivista telematica “Parliamone” diretta da Bartolomeo Di Monaco. Ha
pubblicato: Briciole di poesia (1986), Momenti (1988), Breve è lo spazio (1994),
Collage (1998), e un'opera di narrativa: Paese (1988). Passo rapidamente a Sergio
Fini, poeta, pittore, animatore dei Papalagi e molto altro ancora. Ali, Vola, “L'Anima
Leggera” sono i suoi ultimi libri.
Alla prima riunione della redazione c'era anche Roberta Bergamini scrittrice che ha
all'attivo due romanzi: “Disconnettimi il cuore” e “Preludio di un addio”. Sempre in
redazione Milvio Sainati che ha curato nel 1994 “80 anni di poesia” con poesie di
Geri di Gavinana (Giuseppe Geri), autore di un video su Casa Pascoli “Sul Colle di
Caprona – Casa Pascoli” e che quest'anno ha pubblicato con la tipografia Gasperetti
“50 edizioni del 1° Maggio a Fornaci” con la prefazione di Gian Gabriele Benedetti.
Tra le attività teatrali e d'animazione, oltre ai già citati Papalagi, registro “I mercanti
d'Arte” e Smaskerando. Tra i giornalisti abbiamo Vanni (La Nazione), Salotti e
Bellanova (Il Nuovo Corriere). Poi Maria Pia Baroncelli con le sue ceramiche e
Lucchesi che in Foraci espone i suoi “sassi”. Qui mi fermo, consapevole di aver solo
anticipato, con questa carrellata, ciò che andrò in futuro a dettagliare con più
precisione e dovizia anche di note critiche. Toccherò anche l'associazionismo
culturale, che pure esso ha lasciato un segno, e chiudo con il circolo culturale “il
Soffio” che nato a Ghivizzano, vide tra i suoi fondatori anche il poeta paracadutista
Piero Cervetti, nato a Barga, grecista insigne, teorico della sestina antica e profondo
conoscitore dell'esoterismo legato alla mistica delle rune, a lui è titolato il Premio
Internazionale di Poesia, giunto alla sua terza edizione, che si tiene a Ghivizzano.
Questo circolo allestì a Fornaci, presso l'hotel Cristallo tutta una seria di piccole
mostre d'autori inseriti nelle avanguardie e nello sperimentalismo delle arti figurative:
Carlo Marcello Conti, Demos Ronchi, Baj, Ruggero Maggi, e altri piccoli progetti di
Mail Art.
Che dire poi di una casa editrice, la Gasperetti, che ha pubblicato opere d'indubbio
89
pagine libere IV vittorio baccelli
spessore e della Giornaleria di Andrea di Ponte all'Ania ove passano i Nobel per la
letteratura e autori segnalati per il Nobel. Da non crederci? Ne riparleremo, o se
qualcuno è impaziente, può rivolgersi direttamente all'Andrea, che pure è tra i
personaggi di un mio racconto che vinse nel 2001 il primo premio per la letteratura
italiana indetto dall'Alias di Melbourne.
PONTE ALL'ANIA
Ponte all'Ania, è il paese/dormitorio nel quale abito da una ventina d'anni e fino ad
90
pagine libere IV vittorio baccelli
ora non era assurto alle cronache, se non per la passata presenza dell'anarchico
Gaetano Bresci che qui lavorò con perizia in un opificio; bravo operaio, abile, stimato
e benvoluto da colleghi e direzione, sì che divenne in breve tempo capo operaio. Ed
anche per il cattivo odore che periodicamente, grazie alla cartiera Ania (Smurfit
Kappa Ania paper), dal torrente arriva fino al paese. Ma negli ultimi mesi il borgo ha
avuto un forte rimbalzo sulla carta stampata e tutto questo è dovuto ad un ping ping
tra il consigliere Mastronaldi e l'Amministrazione: ora sia ben chiaro che
l'Amministrazione di Barga ha molto investito su questa frazione, importanti opere
sono state programmate, e alcuni lavori sono tutt'ora in corso, ma vi sono delle
carenze oggettive che è giusto rimarcare, sfruttando anche il momento di notorietà.
Riguardo alla viabilità, in via del Molino l'asfalto è dissestato e c'è carenza di
segnaletica, sia orizzontale che verticale, mancano cartelli indicatori limitanti la
velocità, e un dosso artificiale non ci starebbe male, dato che proprio in questo tratto
molti animali domestici sono stati investiti e uccisi e spesso bambini giocano al lato
della strada. Va bene contrastare il traffico pesante sulla regionale, ma riguardo
all'accesso alla cartiera Kappa, durante la discussione sui Patti Territoriali, in
Provincia, alla presenza di amministratori di Barga e Coreglia proposi,
nell'indifferenza generale, il prolungamento lungo l'Ania della regionale e un ponte
Bailey all'altezza della cartiera. In questo modo si azzerava il transito di TIR in via
del Molino. E sempre la cartiera, malgrado le promesse e gli accordi ogni tanto torna
ad emettere cattivi odori. Arriviamo ai marciapiedi che sono intransitabili perché
presentano scalini e muretti, cioè vere e proprie barriere architettoniche che nessuno
si è mai preso la briga di rimuovere. Indispensabile per la vita di Ponte all'Ania è la
pista ciclabile, o marciapiede, tra questa frazione e Fornaci di Barga. Durante ogni
ora del giorno o della notte, chi transita sulla regionale che attraversa sia Fornaci di
Barga che Ponte all'Ania, noterà che su questo pericoloso tratto, vi sono sempre
alcuni pedoni che a loro rischio e pericolo camminano sui cigli per raggiungere una
delle due località. Infatti i due centri del barghigiano confinano l'uno con l'altro, anzi
sono ormai un'unica frazione. Una frazione che però manca di collegamento
pedonale. Del marciapiede e della sua necessità se ne parla ogni volta che si
avvicinano le elezioni, poi cala il silenzio. Eppure questa è un'opera indispensabile
che salda assieme due frazioni ormai di fatto già unite, e che tutela i pedoni oggi
costretti ad affrontare con rischi e disagi questo breve tratto. E c'è pericolo, perché i
sogli sono sconnessi e disastrati, e perché troppo spesso le auto sfrecciano incuranti
dei limiti di velocità. Cosa si aspetta per intervenire? che qualche malcapitato venga
investito? (in passato mi dicono sia già successo). Ponte all'Ania è forse l'unica
località in Italia ad avere più parcheggi che abitanti, ma si continua a lasciare l'auto
sulla regionale bloccando spesso il traffico. E questi parcheggi sono fatti che peggio
non si può: un'asfaltata, le righe disegnate e via... adesso stanno lavorando attorno al
nuovo piazzale, che qualcosa cambi? sulle riviste d'urbanistica vedo parcheggi che
sembrano giardini: un'utopia?
91
pagine libere IV vittorio baccelli
Un'ultima cosa, ritorno a via del Molino, che manca di segnaletica orizzontale e
verticale, manca di dossi artificiali, ha l'asfalto tutto deteriorato, in questa via, c'è una
curva peggiorata da un capannone che non si capisce come sia stata data
l'autorizzazione a costruirlo, e che ha anche il tetto in amianto. E anche l'altro giorno
la solita auto a tutto gas da Pedona ci ha picchiato dentro e poi ha finito la corsa
contro un'altra auto. O se questo capannone venisse demolito? E se i costi della
demolizione venissero addebitati a chi ne autorizzò la costruzione? C'è anche un
teatrino a Ponte all'Ania, abbandonato e dimenticato da tutti.
Ricapitolando, mentre prosegue sulla stampa il ping pong tra il consigliere
Mastronaldi e l'Amministrazione su Ponte all'Ania, speriamo che entrambi si
accorgano che vi sono queste prioritarie emergenze:
92
pagine libere IV vittorio baccelli
pubblica in cui Fiat compie una scelta che non costa al bilancio dello Stato. Un
accordo che va incontro alle esigenze dei lavoratori del sito, della Campania e
dell'intero paese e che dimostra come tutte le organizzazioni sindacali, tranne una,
hanno saputo assumersi la responsabilità, con la speranza che anche se tardivamente,
tutti lo sottoscrivano.
SAMUELE VENTANNI
93
pagine libere IV vittorio baccelli
TRA LE RIGHE
Barga e Castelnuovo a luglio ospiteranno festival letterari, infatti la Valle del Serchio
si appresta a vivere in piena estate otto giorni di eventi eno gastro letterari ideati
proprio e per questi luoghi. Dal 15 al 18 luglio sotto la Volta del Menchi nel centro
storico di Barga si svolgerà il “Tra le righe” giunto alla sua quarta edizione.
Prospettivaeditrice e Libreria Poli con l’Amministrazione comunale e il Giornale di
Barga hanno messo in programma gli incontri serali che inizieranno con Vincenzo
Pardini che presenterà, intervistato da Andrea Giannasi, il suo ultimo lavoro uscito
con Fandango, a seguire la coppia in giallo Marani e Torre, poi una serata con
Claudio Storani e i corti del Centro sperimentale di cinematografia – scuola nazionale
di cinema di Roma. La serata di chiusura sarà dedicata agli scrittori lucchesi Mario
94
pagine libere IV vittorio baccelli
95
pagine libere IV vittorio baccelli
Il referendum sull'accordo del 15 giugno, firmato dalla Fiat con Fim, Uilm, Fismic e
Ugl, si svolgerà il 22 giugno, dalle 8 alle 21. Lo spoglio inizierà subito dopo e quindi
già in serata si conoscerà il risultato. A Pomigliano, quel giorno, non ci sarà cassa
integrazione: l'azienda ha infatti richiamato al lavoro, su richiesta dei sindacati, tutti i
5.200 dipendenti per agevolare la partecipazione al voto. Il quesito, al quale i
lavoratori dovranno rispondere con una croce sul Sì o sul No, è: ''Sei favorevole
all'ipotesi d'accordo del 15 giugno 2010 sul progetto 'Futura Panda' a Pomigliano?''
Le urne saranno dieci e dovrebbero essere collocate tutte nella sala dove vengono
consegnate le buste paga. I turni saranno tre: dalle 8 alle 10 voteranno i lavoratori
delle lastrature, della verniciatura e dello stampaggio ex Magneti Marelli, dalle 10
alle 12 gli addetti della 159, gli operai del turno centrale e gli impiegati, dalle 12 alle
14 i dipendenti della 147 (per il secondo turno le fasce orarie saranno rispettivamente
15-17, 17-19 e 19-21). I circa 310 lavoratori del polo logistico di Nola voteranno
dalle 12 alle 14 (primo turno) e dalle 14 alle 16 (secondo). La commissione elettorale,
già insediata, vidimerà le schede ed eleggerà il presidente. È stato chiesto di
partecipare alle operazioni di voto ai sindacati campani e a tutti coloro che lo
vorranno. L'accordo firmato a Pomigliano non lede diritti sindacali, tanto meno li
elimina, al contrario garantisce posti di lavoro e sviluppo. Se fino al giorno del
referendum si andrà avanti con una campagna ispirata al terrorismo psicologico,
anche da parte di alcuni rappresentanti politici, a rimetterci saranno soltanto i
lavoratori di Pomigliano, di tutto il vasto indotto e del Gruppo. Serve un sì, chiaro e
forte. Se non ci sarà una maggioranza consistente di sì al referendum del 22 giugno la
Nuova Panda volerà via dall'Italia, molto probabilmente nello stabilimento di Tichy
in Polonia. Infatti a meno di una settimana dal voto la Fiat lega in modo indissolubile
il destino della fabbrica di Pomigliano al giudizio che sarà espresso dai lavoratori
sull'accordo firmato il 15 giugno con Fim, Uilm, Fismic e Ugl, senza l'adesione della
Fiom. “La soluzione più facile sarebbe quella di smantellare tutto e andarsene fuori.
Si cerchi di non abusare delle buone intenzioni'', ha detto nei giorni scorsi
Marchionne che si trovava a Torino, nell'ufficio del Lingotto, ove continua lo studio
dei vari dossier presenti sul suo tavolo. Tra i principali studi ci sono il rilancio della
Chrysler e lo spin off, la separazione dell'Auto dalla società dei veicoli industriali e
delle macchine agricole, prevista dal piano strategico 2010-2014. Non basta una
maggioranza risicata per considerare applicabile un'intesa che prevede clausole
rigorose proprio per rendere effettivi gli impegni assunti e le conflittualità. L'accordo
raggiunto con 4 organizzazioni sindacali su 5 è stato un primo, enorme passo avanti,
ma per mettere sul piatto i 700 milioni dell'investimento della Nuova Panda,
Marchionne vuole la certezza che quasi la totalità dei lavoratori sia con lui perché la
fabbrica di Pomigliano può funzionare soltanto ''massimizzando la produttività e
lavorando come orologi svizzeri''. Altrimenti, senza un ampio consenso, l'accordo
verrebbe messo ogni giorno in discussione. La consultazione, che nell'accordo del 15
giugno è indicata come una delle condizioni per rendere ''operativo e praticabile'' il
96
pagine libere IV vittorio baccelli
piano, non lo preoccupa: ''Se i lavoratori non vogliono l'investimento basta che ce lo
dicano. Non costringiamo nessuno'', ha esplicitamente affermato, senza troppa
diplomazie e giri di parole, l'amministratore delegato della casa torinese a proposito
del referendum. L'ipotesi di un piano B è sempre stata presente anche se mai illustrata
nei dettagli. Sin dal primo momento, presentando il il piano strategico del gruppo,
Marchionne ha detto infatti che se la Fiat non sarà nelle condizioni di effettuarli in
Italia trasferirà all'estero i suoi investimenti.
97
pagine libere IV vittorio baccelli
Presso la Casermetta di Porta Santa Maria delle Mura Urbane di Lucca, l'associazione
culturale "Cesare Viviani" per il ciclo "al bridge con l'Autore" ha presentato “Diario
di un podestà antifascista. Coreglia Antelminelli Giugno – Dicembre 1944” di
Giovanni Gelati, prefazione di Alberto Cavaglion, introduzione di Giorgio Bernard,
copertina di Antonio Possenti, collana I racconti, Salomone Belforte editore, Livorno
2009, pp.130. Ha curato la presentazione di questo splendido libro che parla della
nostra Valle in uno dei periodi più difficili della sua storia, lo scrittore lucchese
Marco Vignolo Gargini, che domenica 18 luglio sarà presente a Barga inserito nella
rassegna letteraria "Tra le righe di Barga". Presente anche il dr. Guido Guastalla
proietario della Libreria Salomone Belforte di Livorno, che ha stampato il volume per
conto del Comune di Coreglia. Trovarsi, da livornese, a scampare ai bombardamenti
atroci del 28 maggio e 28 giugno 1943 che misero a ferro e fuoco la città labronica,
sfollato insieme alla famiglia a Coreglia Antelminelli, nella Media Valle del Serchio,
là dove un tempo si recava per la villeggiatura, costretto “moralmente” da antifascista
a diventare il Podestà del luogo per ovviare al vuoto istituzionale creatosi nell’estate
del ’44, in seguito a un’azione dei partigiani che avevano catturato le più alte cariche
del paese, e poi gestire diplomaticamente fino alla liberazione le enormi difficoltà e i
pericoli della fase finale, la più drammatica della Seconda Guerra Mondiale, evitando
a Coreglia ciò che era successo nella vicina S. Anna di Stazzema… questa, più o
meno, è la storia raccontata da Giovanni Gelati, avvocato livornese nato nel 1910 e
deceduto dieci anni fa. A Coreglia si incontrano personaggi noti dell'ambiente
lucchese, partigiani di tutto rispetto, come Pippo ed anche combattenti tedeschi,
persone per bene, ai quali si contrappongono partigiani inaffidabili (lo Slavo) e
tedeschi fanatici. Un'umanità dunque, composita e vera, al di la degli schematismi
ufficiali.“Diario di un podestà antifascista. Coreglia Antelminelli Giugno – Dicembre
1944” è un libro dove la scrittura è briosa, essenziale, precisa senza indulgere a
considerazioni pedanti o moralistiche, al di fuori d’ogni ottusità ideologica, quella
che per troppo tempo ha scritto una storia “pro domo sua” facendola divenire la
Storia Assoluta di un periodo non del tutto ancora esplorato e per tale motivo spesso
mistificato. Il diario ci porta ad essere protagonisti di vicende oggi impensabili e si
snoda tra i territori di Barga,Coreglia, fino a Lucca, Firenze e Livorno, con una
avventurosa sortita in Emilia alla ricerca dell'indispensabile farina.
PANNUNZIO
LUCCA - Presso il Circolo del Bridge sulle Mura Urbane, Vittorio Baccelli ha
presentato l'ultimo libro di Massimo Teodori "Pannunzio", in questi giorni in libreria
per la Mondadori editrice. Di fronte ad un folto e attento pubblico, in sintesi ecco il
suo intervento.
98
pagine libere IV vittorio baccelli
99
pagine libere IV vittorio baccelli
rafforza la mia opinione che l'eredità liberal democratica di Pannunzio non è oggi
appannaggio né di Scalfari né di Pannella, caso mai possiamo, forse e con tutte le
riserve del caso, assegnarla a Capezzone.»
CIMINIERE E FORNACI
Se da Fornaci volgiamo lo sguardo verso Lucca, vediamo sorgere in fondo alla
frazione la ciminiera delle vecchie fornaci, da cui per l'appunto Fornaci prende il
nome. Ma la ciminiera, simbolo della frazione, e le fornaci, non sono nel territorio di
Fornaci, ma in quello di Ponte all'Ania. Ciò è possibile perché le due frazioni sono
adiacenti: termina una, c'è un corso d'acqua la Loppora, e inizia l'altra. La vicinanza
ha portato a far sì che i due centri si siano uniti e lungo la regionale che li collega, a
qualsiasi ora del giorno e della notte vedremo bici e pedoni che vi transitano. E il
passaggio è a tutto loro rischio e pericolo poiché mancano i marciapiedi e le piste
ciclabili. Inoltre il ciglio della strada, da ambo i lati, è fortemente malmesso
aumentando così i rischi di chi vi transita. Se a tutto questo si somma che troppo
spesso le vetture in questo tratto vanno oltre il limite di velocità stabilito, ci troviamo
di fronte ad una vera e propria roulette russa. Giro la cosa agli amministratori:
Fornaci e Ponte all'Ania sono da oltre dieci anni un'unica frazione, che però è priva di
un collegamento pedonale: Comune e Provincia, forse sarebbe il momento di
soddisfare questa emergenza.
UN NUOVO GIORNALE
Da oltre un mese nella frazione fornacina, ma anche nei centri vicini, si va parlando
di un nuovo mensile che sarebbe in costruzione. Un foglio rivolto sopratutto alla
frazione di Fornaci ma che dovrebbe coinvolgere anche varie frazioni che si trovano
lungo la riva del Serchio. Anche se per ora di nomi non se fanno, si sa per certo che
una redazione è già all'opera e si sono susseguite varie riunioni, sì che almeno il
probabile nome è trapelato: Fornaci in Forma. Si giura sull'apoliticità, sul
coinvolgimento dell'associazionismo, delle fasce imprenditoriali, commerciali e di
quelle culturali della popolazione. D'altronde la pluralità dell'informazione è una
delle basi della democrazia, garantita pure dalla costituzione. La macchina ormai è in
moto, non resta che attendere, i meglio informati parlano di una prima uscita a fine
luglio. Vedremo.
100
pagine libere IV vittorio baccelli
EMOZIONI E SCUOLA
LUCCA - Mercoledì 23 giugno, alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l’associazione culturale “Cesare Viviani” per il ciclo “al
bridge con l'Autore” organizza la presentazione del libro di Antonio Corsi “Emozioni
e scuola nei programmi didattici e nei fumetti intellettuali”, Marco Del Bucchia
editore, 2009. L’opera costituisce il “rapporto” di una ricerca condotta dall’autore con
Mario Valeri, nell’ambito del dipartimento di studi sociali dell’ateneo fiorentino, a
proposito dell’attenzione che nella storia delle teorie psicopedagogiche, nei
programmi scolastici ministeriali (dalla materna alle scuole primaria e secondaria di
primo grado) fra il 1955 e il 2007, nonché nei cosiddetti “fumetti intellettuali” (di
Charles M. Schultz, di Quino e di Mell Lazarus), viene dedicata alla dimensione
emotivo-affettiva quale è vissuta in ambito scolastico nel corso delle età infantile e
preadolescenziale. Dalla complessa strutturazione dell’indagine emergono sia risultati
di incontestabile interesse per insegnanti, dirigenti scolastici, genitori, sia
un’originale proposta di organizzazione degli interventi di formazione in servizio
degli educatori (insegnanti, dirigenti, operatori scolastici a qualsiasi titolo e livello).
Sarà interessante per tutta una generazione cresciuta con questi fumetti, capire quale
può essere il senso e la risultante di questa ricerca accademica. E proprio a Lucca,
ormai capitale mondiale del fumetto, ove questi personaggi ce li siamo gustati in
anteprima e dal vivo, per poi acquistarli nelle testate in edicola, che in quel periodo
storico, che va dagli anni '60 agli anni '80 del secolo scorso, si chiamavano Linus,
Eureka, il Mago e altre. Sarà presente l’autore e condurrà il pomeriggio Marco
Vignolo Gargini.
PRIMA STRADA
La strada è uno dei miei soggetti preferiti e ricorrenti, e ben lo sa chi legge i miei
101
pagine libere IV vittorio baccelli
affluenti. La strada anche come percorso fisico, talvolta le mie strade portano ad
Hebron o a Kandahar, altre volte conducono me e il lettore in siti alieni. Strada anche
come percorso mentale, talvolta mistico e legata al viaggio. La strada è il punto
d'incontro per eccellenza, la strada che aspira ad urbanizzarsi, ma le resta indelebile il
senso del passaggio. Strade esoteriche, ma anche strade dietro l'angolo delle nostre
case.
Voglio brevemente parlare della pedonale che unisce via del Molino a Ponte all'Ania,
con Pedona, un tempo ricca di traffico, ma oggi scarsamente usata. Eppure nella sua
semplicità è bella e agevole, s'inerpica, non ripida, fino alla frazione più alta e ne
sbuca direttamente nell'abitato. Appena imboccata, ci fa dimenticare Tir e cartiere, ci
accoglie con l'odore di bosco. Prima di giungere all'abitato si passa davanti ad una
fonte limpidissima, però con la scritta “non potabile”; sarà vero? Ad occhio e croce
non sembrerebbe proprio. La fonte è adiacente ad un lavatoio che dà l'idea d'essere
ancora in uso, ben tenuto, anch'esso con limpidissime acque. Mancano solo le
lavandaie, ma tutto sembra pronto ad accoglierle, permane intensa la memoria del
luogo di lavoro casalingo della comunità. Lungo la pedonale, da qualche anno stanno
rinascendo i castagni, che mi dicono, un tempo qui la facessero da padroni.
Basterebbe curare un po' meglio il selciato e razionalizzare il verde, cose da poco che
mi permetto di suggerire, così come mi permetto di invitare tutti quanti a questa breve
passeggiata di dieci minuti.
LA STAZIONE
Tutti prima o poi ci siamo chiesti perché mai un posto di polizia debba chiamarsi
Stazione. Parlo delle stazioni dei Carabinieri che niente hanno a che vedere con
ferrovie e treni. Queste stazioni sono sistemate strategicamente in tutto il nostro
territorio, ma anche in tutta Italia, visto che in Toscana sono 330 e in tutta la nazione
circa 5000. Ma cerchiamo di andare all'origine di questo termine. Occorre discendere
nella storia fino a Napoleone Buonaparte, le cui truppe, durante le campagne di
guerra, e ne condusse fin troppe, necessitavano che nelle retroguardie si creassero
presidi fissi e sicuri, di militari che anziché avanzare nei territori conquistati,
rimanessero nelle aree occupate, per garantirne l'ordine e la sicurezza, sia per i
cittadini che per gli occupanti, al fine di controllarle e organizzarle secondo i dettami
napoleonici. Se all'inizio le Stazioni ebbero compiti sopratutto di polizia militare per
vigilare sui soldati implicati nelle operazioni, il modello gradualmente si estese anche
alla gestione della sicurezza della popolazione e delle attività civili di questa. Tale
assetto organizzativo fu subito recepito, sin dalla sua fondazione, dall'Arma dei
Carabinieri, avvenuta nel 1814 con origini sabaude sul modello della gendarmerie
françoise. Ecco come l'Arma ereditò da subito, fin dalla fondazione, questo
102
pagine libere IV vittorio baccelli
LUCCA - Mercoledì 30 giugno, alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l’Associazione Culturale “Cesare Viviani” per la rassegna
letteraria “al bridge con l'Autore” realizzata con il contributo della Fondazione della
Banca del Monte, organizza la presentazione delle due antologie “Demokratika” e
"Retroguardie" a cura di Ivan Pozzoni, Liminamentis Editore e “Accenti diversi,
storie diverse” a cura di Francesco Galeota, LAB editore. Conduce il co-autore
Vittorio Baccelli e sarà presente anche Francesco Galeota. Con questo appuntamento
l’Associazione Culturale “Cesare Viviani” chiude la prima parte della
programmazione 2010 che riprenderà il 1 di settembre dopo la consueta pausa estiva.
In Retroguardie nella prefazione leggiamo: «Perché Retroguardie? L’esaltazione del
testo-documento, senza nome e senza mercato, rafforzata da relazioni di solidarietà
tra editore, curatori e autori, è estremo antidoto contro i veleni del Post-modernismo e
della “morte della cultura” registrati dall’oscillazione schizofrenica moderna tra
narcisismi e massificazione. Più che Achille sulla strada d’Ilio (thumos) o Odisseo
vittorioso sulla strada del ritorno a casa (logos) ci sentiamo, e interpretiamo
l’esperienza poetica attuale, nei panni d’un anonimo Senofonte (emetto suoni
stranieri), sconfitti, in marcia coi diecimila sulla strada dell’Ellade, decisi a resistere
contro assalti e imboscate, dopo Cunassa; la nostra sorte - menestrelli combattenti del
terzo millennio- è resistere, vinti, in ritirata verso casa. E si sa che valore acquisisca,
in ritirata, una buona retroguardia…» Ne l' “Antologia Poetica Demokratika”, a cura
di Ivan Pozzoni, Liminamentis Editore, la crisi della nozione tradizionale di
comunità, effetto d’una trasformazione delle forme di dominanza e di resistenza nel
postmoderno, deve essere affrontata risolvendo i nuclei critici dell’etica tradizionale
mediante i modelli, meno afferrabili, dell’estetica tardo novecentesca: Demokratika,
intesa come uno tra i verbali (documenti) di riunione dell’agorà dell’arte, tendendo a
103
pagine libere IV vittorio baccelli
104
pagine libere IV vittorio baccelli
che alcuni sulla stampa la definirono “Ponte allo Spreco”. Vi furono anche dei ricorsi,
sia al Tar che alla Corte dei Conti, ricorsi che furono giudicati da questi organismi di
tutela, del tutto infondati. Malgrado le polemiche la costruzione del ponte è andata
avanti, vi è stata l'inaugurazione, la titolazione e oggi ci troviamo davanti l'opera
compiuta e funzionante. Che qualche beneficio l'abbia portato, è indubbio; Fornaci
adesso può chiudere il traffico con pochi problemi sulla regionale che attraversa
l'abitato, durante le principali manifestazioni, e questa chiusura che senza il ponte era
improponibile, porta notevoli vantaggi al commercio, al turismo e all'immagine della
frazione. Uno dei motivi addotti alla necessità di realizzare l'opera, fu quello di
bloccare il traffico dei mezzi pesanti diretti alla Kme nella frazione; anche questo
motivo fu fortemente criticato poiché la Kme ha da sempre il collegamento con la
ferrovia, pertanto se la Regione avesse voluto tener fede a ciò che dice, avrebbe
dovuto incentivare per l'azienda l'uso della ferrovia e non permettere il ponte. Ma così
non è stato, e oggi i mezzi pesanti col nuovo ponte non avrebbero dovuto più
attraversar Fornaci. Ma il collegamento con la Kme non è ancora aperto e molti si
domandano il perché. C'è anche un'interrogazione in merito in consiglio comunale.
Una volta aperto questo passaggio vi sarà sicuramente un altro beneficio per Fornaci
che non sarà più transitata dai mezzi pesanti diretti alla Kme. C'è poi un altro
progetto, sempre collegato al ponte, che vedrebbe un collegamento stradale tra il
ponte stesso e Barga, con una strada che passerebbe a fianco dell'Ospedale. Anche su
questo progetto gravano luci e ombre: C'è chi sostiene che ogni strada nuova aiuto il
commercio, ma c'è anche chi sostiene che con questa strada si bypasserebbe Fornaci
con forte danno al commercio della frazione. Potrà esser vero? Non resta che
stimolare il dibattito, ma sopratutto saranno gli anni a dirci ove stanno le ragioni.
Ben diverse le periferie industriali oggi, da quelle oniriche di Pasolini. Nei casermoni
di via Stalingrado a Piombino avere quattordici anni è difficile. E se tuo padre è un
buono a nulla o si spezza la schiena nelle acciaierie che danno pane e disperazione a
mezza città, il massimo che puoi desiderare è una serata a pattinare, o avere un
fratello che comandi il branco, o trovare il tuo nome scritto su una panchina. Lo
sanno bene Anna e Francesca, amiche inseparabili che tra quelle desolate case
popolari si sono trovate e scelte. Quando il corpo adolescente inizia a cambiare, a
esplodere sotto i vestiti, in un posto così non hai alternative: o ti nascondi e resti
tagliata fuori, oppure sbatti in faccia agli altri la tua bellezza, la usi con violenza e
speri che ti aiuti a essere qualcuno. Loro ci provano, convinte che per sopravvivere
basti lottare, ma la vita è feroce, la vita ha i denti come scrive King, e scorre
immobile, indifferente, senza vie d'uscita. Poi un giorno arriva l'amore, però arriva
male, le poche certezze vanno in frantumi e anche l'amicizia invincibile tra Anna e
105
pagine libere IV vittorio baccelli
Francesca si incrina, sanguina, comincia a far male. Silvia Avallone racconta un'Italia
che ha perso identità e di voce, apre uno squarcio su un'inedita periferia operaia nel
tempo in cui, la classe operaia non esiste più, ma è formata da stereotipi televisivi. Di
qua dal mare c'è via Stalingrado, una muraglia di case popolari decadenti modello
unione sovietica, che l'amministrazione comunale comunista ha assegnato agli operai
siderurgici che lavorano alla Lucchini. Di là dal mare invece c'è l'isola d'Elba, un
paradiso sognato e irraggiungibile popolato da ricche signore lombarde in vacanza. In
mezzo, proprio in riva al mare, ci sono loro, Anna e Francesca. Lascive, la bionda e la
mora di tredici anni quasi quattordici, vivono la loro ultima estate di innocenza prima
del liceo. A giudicare da come giocano tra le onde, da come si muovono davanti allo
specchio imitando le soubrette della tivù si direbbero capaci di arrivare molto
lontano, quelle due ragazzine. Ma in una periferia degradata come quella schiacciata
sotto la coltre di fumo dell'altoforno, non si può prevedere il futuro di una persona in
base all'aspetto o alle ambizioni: è sempre l'acciaio che domina. Per conoscere le loro
storie non basta guardare le forme giovani e perfette e il loro sguardo arrogante,
bisogna conoscere il vissuto delle loro famiglie, dei fratelli, fidanzati, amici e poi
naturalmente della Lucchini. Sandra e Arturo sono i genitori di Anna: lei è una
femminista e un'attivista di Rifondazione e nonostante la stanchezza e il tedio di tutto
il quartiere continua con la distribuzione del giornale. Lui naturalmente lavora
all'acciaieria, ma ancora per poco, perché in realtà Arturo è un uomo fantasioso, un
artista che vorrebbe spendere il suo tempo altrove, fare la bella vita, lanciarsi nel
business, sparire, poi tornare e magari sparire di nuovo. I genitori di Francesca
invece, purtroppo, non vanno più da nessuna parte. Sua madre, casalinga di origini
calabresi, passa il tempo a soddisfare le assurde richieste di un marito insoddisfatto e
violento. Lei, Rosa, dimostra venti anni in più della sua età e piange in silenzio tutte
le sere, sia quando i colpi sono per lei, sia quando il rumore delle botte arriva dalla
stanza di Francesca. Via Stalingrado – il cui nome è già tutto un programma - non è
solo il quartiere degli operai. È anche un posto in cui il futuro dura un attimo, giusto
il tempo perché un nuovo colpo inatteso ti venga sferrato contro. Alessio, Cristiano,
Mattia, Anna, Francesca, Lisa e le altre ragazze, tutti i protagonisti di questa storia
sono immobili e distanti, sopraffatti dalla violenza del ciclo continuo della
produzione dell'acciaio, eppure capaci di amarsi intensamente. Sono ragazzi capaci di
tutto e di niente: di fuggire di notte per fare l'amore dietro una barca e di rimanere
indifferenti quando la più grande struttura in acciaio al mondo, le torri gemelle, si
sgretolano sotto i loro occhi in diretta televisiva. Una storia crudele e tenera in cui
tutto è assurdamente vero. È vero che a quindici anni puoi lasciare la scuola per
andare a fare la vita, che la polizia può entrare in casa tua e buttare per aria tutto
perché cerca una prova di colpevolezza, è assurdamente vero che di lavoro si vive ma
si muore anche, che il salario a volte non basta neanche per la coca, che un padre può
darti la vita e può anche togliertela, che un bacio è sempre un bacio, anche se chi te lo
dà è la tua migliore amica. Un romanzo d'esordio che parla di un'adolescenza mai
106
pagine libere IV vittorio baccelli
vissuta, vinta, arresa, fusa come l'acciaio. Che parla dell'età dell'entropia e del caos,
quando i legami, anche quelli più forti, si spezzano e nell'aria, a ricoprire l'Elba, resta
solo una densa nube rossastra, frutto avvelenato dell'acciaio. Acciaio qui il vero
protagonista di una periferia urbana degradata, nel tempo post industriale, che sta
demolendo l'opificio e i suoi abitanti.
Durante la riunione dei dirigenti sindacali della Federazione delle Autonomie della
Toscana Ugl, è stata nominata la segreteria, che affiancherà il Commissario per la
Toscana Vittorio Baccelli. La segreteria è così composta: Carla Fabbrini
(commissario Arezzo), Antonella Stassi (commissario Grosseto), Duilio Guidi
(commissario Massa Carrara), Giuseppa Davi Seranella (CCIAA Pisa), Fabio
Castellani (Comune di Viareggio), Giuliano Giuseppini (pensionato Autonomie
Massa Carrara), Gianfranco Galli (pensionato Autonomie Lucca), Alberto Massa
(pensionato Autonomie Versilia). La segreteria tornerà a riunirsi sabato 24 luglio a
Pietrasanta, e in settembre a Firenze.
LUCCA - Si è conclusa la prima parte (gennaio giugno) della rassegna letteraria “al
bridge con l'Autore” organizzata dalla Cesare Viviani con il contributo della
Fondazione della Banca del Monte di Lucca. Si sono tenuti un questo periodo di
tempo 25 pomeriggi letterari che hanno visto la presentazione di 17 nuovi libri con la
presenza di 22 autori. Le letture libere sono state 4 e, pomeriggi particolari sono stati
dedicati a: Le Shoah dimenticate, Giornata nazionale della promozione della lettura,
Pomeriggio Nikola Tesla, Giorno del ricordo, e Riflessioni sul terrorismo. Abbiamo
avuto quali graditi ospiti Alessandro Benvenuti, Rolando Zucchini, Guido Guastalla,
Alberto Rizzi e Francesco Galeota, che hanno affiancato i nostri autori locali. Mentre
una giornata è stata dedicata alla pratica del bookcrossing, sono state attuate
collaborazioni con altre associazioni riguardanti il Concorso di Poesia Marino
Matteoni organizzato dalla Pro Loco di Pontetetto e il Concorso Internazionale di
poesia Piero Cervetti organizzato dal “il soffio” tutt'ora in corso. É da rilevare un
aumento delle presenze ai pomeriggi e anche un aumento della qualità delle opere
prodotte, il che, in un periodo di crisi editoriale come questo, non è cosa da poco. Il
comitato scientifico è intanto occupato nelle definizione del calendario
settembre/dicembre che vedrà come ospiti: Mario Fedrigo, Antonella Colonna Vilasi,
Alberto Rosselli, Daniele Babbini, Giovanna Gemignani Marchi, Sandra Maltinti e
107
pagine libere IV vittorio baccelli
Alemanno Franchi.
L'Associazione intende pubblicamente ringraziare, tutti gli Enti e le associazioni che
hanno contribuito affinché questa rassegna abbia avuto successo: Fondazione Banca
del Monte di Lucca, Circolo Sportivo del bridge di Lucca, Provincia di Lucca,
Libreria Salomone Belforte, Ugl, Comuni di Lucca, Capannori, Calci, Bagni di
Lucca, Barga e Coreglia Antelminelli. In preparazione anche l'Antologia 2010 degli
autori della Viviani e la Disfida poetica dialettale che quest'anno vedrà coinvolte le
squadre di Lucca, Pisa e Livorno in una triangolare piena di colpi di scena. La Disfida
avrà inizio il 5 agosto a Calci.
BARGA
BARGA - Il consigliere di opposizione, Guido Santini in merito al primo anno
dall'insediamento dell'amministrazione Bonini, così ci ha rilasciato: «E' tempo di
resoconti per tutte le amministrazioni comunali che si sono insediate nel 2009.
Ciascuna presenta il proprio “bilancio” del primo anno di attività... anch'io voglio
commentare l'operato dell'amministrazione barghigiana, in particolar modo con
riferimento alla frazione di Fornaci. Se si esclude l'attenzione dedicata agli edifici
scolastici rimangono ancora molti i fronti aperti. Nel corso degli anni il paese ha
perso una gran parte di quelle realtà che hanno costituito, per diverse generazioni, un
riferimento per la popolazione. Non esiste più il “Circolino”, non c'è più un campo da
tennis né un campo da calcetto realmente agibile. Il parco Menichini ha una
pavimentazione di materiale gommoso, regolarmente coperta da ghiaino, sulla quale i
bimbi scivolano. Non esiste niente di simile ad un centro diurno per anziani ed i
ragazzini hanno sempre meno alternative al bar come luogo di ritrovo. Spostando
l'attenzione sui marciapiedi, che sono un biglietto da visita per un paese a vocazione
commerciale, va evidenziato che nella parte superiore di Fornaci (in direzione
Frascone-Mologno) non hanno visto da moltissimi anni un intervento di messa in
sicurezza . Di tutto questo non solo le ultime amministrazioni sembrano essersi
dimenticate ma non c'è menzione neppure per il futuro!»
ROTATORIA
108
pagine libere IV vittorio baccelli
RAGION POLITICA
Chiamato in causa da più parti “ma perché non intervieni più sulla politica?” ho
deciso di buttar giù queste due righe. Il panorama politico cittadino proprio non mi
soddisfa. Mi piacque l'idea lanciata da Berlusconi dal predellino “un partito nuovo
senza tessere e senza i signori delle tessere”. Ma così non è stato e mi ritrovo
circondato da politici della mia area (centro destra) nei quali non mi riconosco e non
mi ci vedo, che si agitano pubblicamente su problematiche delle quali a me
personalmente – ma penso anche alla maggior parte dei cittadini – non potrebbe
importar di meno. E in questo clima anche i più capaci si sono prima pesantemente
appannati per poi scomparire del tutto. Posso dire di aver apprezzato le costruzioni
linguistiche e oratorie della Bergamini, e riguardo a Dinelli sostengo, e ho sempre
sostenuto, che all'interno dell'area è a mio avviso uno dei rari che sa ciò che dice e
comprende quello che gli altri dicono. E nel grigio panorama attuale, non è cosa da
poco. Che poi su varie cose non sia d'accordo con lui, questo è un altro argomento.
Altri mi hanno chiesto “ma non sarai mica divenuto finiano?” e anche a questo
voglio rispondere: sono d'accordo all'80% su quello che dice Fini, ma ritengo che
attualmente il leader vero e unico sia Berlusconi e preferisco il suo metodo,
pragmatico e liberal democratico lento, ad un serio centro destra finiano, con
posizioni calibrate e qualificanti, di una destra che però mal si distingue da una buona
sinistra. Solo dopo Berlusconi verranno i tempi di Fini.
ACCIAIO
109
pagine libere IV vittorio baccelli
mare, oltre via Stalingrado, c'è l'Isola, l'Elba con le sue signore milanesi, che
sembrerebbe rimandare al Paradiso, ma invece ci trascina al recente film “L'Isola”.
L'ambientazione rimanda invece a “Il libro dell'Opificio”, ove un pianeta opificio è
stato abbandonato a sé stesso, dismesso dall'avvento delle nanomacchine. Nei
casermoni di via Stalingrado a Piombino avere quasi quattordici anni è difficile. E se
tuo padre è un buono a nulla o si spezza la schiena nelle acciaierie che danno pane e
disperazione a mezza città, il massimo che puoi desiderare è una serata a pattinare, o
avere un fratello che comandi il branco, o trovare il tuo nome scritto su una panchina.
Lo sanno bene Anna e Francesca, amiche inseparabili che tra quelle desolate case
popolari si sono trovate e scelte. Quando il corpo adolescente inizia a cambiare, a
esplodere sotto i vestiti, in un posto così non hai alternative: o ti nascondi e resti
tagliata fuori, oppure sbatti in faccia agli altri la tua bellezza, la usi con violenza e
speri che ti aiuti a essere qualcuno. Loro ci provano, convinte che per sopravvivere
basti lottare. Un romanzo d'esordio che parla di un'adolescenza mai vissuta, vinta,
arresa, fusa come l'acciaio. Che parla dell'età dell'entropia e del caos, quando i
legami, anche quelli più forti, si spezzano e nell'aria, a ricoprire l'Elba, resta solo una
densa nube rossastra, frutto avvelenato dell'acciaio. L'Acciaio, qui è il vero
protagonista di una periferia urbana degradata, nel tempo post industriale, l'Acciaio i
cui mefitici vapori vanno cannibalizzando sia l'opificio che i suoi abitanti.
LA ZANZARA TIGRE
Al momento in cui scrivo, luglio è già iniziato, bene dovete sapere che l'anno passato,
di questi tempi, ci toccò a tutti di fuggire dal Parco Menichini perché bersagliati dalla
famigerata zanzara tigre. Un mese fa lessi su un giornale che quest'anno il clima era
stato sfavorevole per questo insetto, pertanto la sua fastidiosa presenza non si sarebbe
vista prima della metà agosto. Onestamente pensavo fosse la solita bufala dei
giornali, che come diceva Montanelli “hanno la maledizione di dover uscire ogni
giorno”, cioè in parole povere, alle volte il giornalista ha uno spazio vuoto e con
qualcosa lo deve per forza riempire. Tra l'altro leggevo di disinfestazioni in Versilia,
ma dalle nostre parti, nisba. Così mi stavo già preparando psicologicamente per
traslocare, e invece, fin'ora di zanzare tigre non c'è stata traccia. Che dire, se non
speriamo che duri così! Perché per il sottoscritto questo parco è anche un posto di
lavoro: leggo, scrivo, telefono... Per altri invece è indispensabile per far giocare i
bambini e per gli anziani per starsene al fresco e socializzare. Comunque questa volta
il giornalista non aveva dato una bufala, ma una verità. Restando con la speranza che
il clima resti sfavorevole alle zanzare tigre ancora per qualche altro mese!
PASSAGGIO PEDONALE
GALLICANO – Sicuramente, uno dei passaggi pedonali più transitati della Valle, è
110
pagine libere IV vittorio baccelli
quello che si trova sulla strada della Garfagnana, all'altezza dell'ipermercato Leclerc.
Centinaia di persone ogni giorno attraversano a piedi questo passaggio, per recarsi
dall'iper al centro commerciale che sorge sull'altro lato della strada. Ebbene le strisce
di questo passaggio sono oggi, non sbiadite, ma scomparse del tutto. Eppure la
pericolosità di questo attraversamento è lampante, pertanto lancio un appello a chi
deve provvedere affinché sia tolta questa fonte di pericolo il prima possibile.
GIULIANO GHELLI
111
pagine libere IV vittorio baccelli
tempo, una rivoluzione della nostra storia e nella nostra geografia. Il Tempo del
sogno si fa tangibile nelle sue opere, anche se solo alcuni sognando possono vedere e
udire gli spiriti di quel mondo e, al loro risveglio, comunicare agli altri questa loro
esperienza. Si crede che ogni antenato aborigeno, nei suoi viaggi, abbia sparso sulle
proprie orme una scia di parole e note musicali e che questi sentieri dei sogni siano
rimasti sulla terra come vie di comunicazione infra temporali fra tribù lontane. Ghelli
ci propone dei percorsi che potremmo definire le vie del tempo: tracce ripetute,
archetipi pieni di simboli, matrici desunte da opere di grandi artisti che vivono grazie
alle pulsazioni del proprio microcosmo. Composizioni che contengono un maggiore
coinvolgimento concettuale: una potente eloquenza psico-fisica scaturisce da certi
elementi fissi e da insoliti eventi figurativi.
L'autore scrive: «Nel mio lavoro le emozioni sono la componente più intrigante.
Lasciarsene invadere e conservarle, in una specie di scatola intima, insieme a oggetti,
paesaggi esteriori e interiori, memorie affettive e culturali, perfino sogni, è
indispensabile per un artista - e prosegue - mi succede spesso di intervenire con il mio
lavoro creativo per sognare di modificare la realtà. Anni fa, in un periodo di siccità
prolungata, ho cercato di difendere la terra dipingendo sulle tele tutta l’acqua che
potevo. Ora che il mondo è avvolto da paure di guerra, epidemie e fame sui miei
quadri abbondano, per reazione, i colori decisi e squillanti. La presenza quasi costante
dell’arcobaleno nei miei lavori è il segno dell’ottimismo: significa che la tempesta è
passata.» E anche la spiralata futurista appare in un omaggio ad un centenario ormai
trascorso, solcando il cielo non con ardimentosi arei, ma con macchine uscite dai
sogni di Leonardo. Sì, qui gli aerei sono le macchine volanti di Leonardo, come i
velocipedi, sempre di Leonardo pervadono l'opera pittorica, divenuti essi stessi
simboli, segni. Gli uomini di Magritte e altre icone della pittura si rincorrono in
queste opere. Nell'area seminterrato troviamo poi le sue sculture, l'esercito di
terracotta, l'elemento che ci lega direttamente alla terra, manichini coperti da segni
112
pagine libere IV vittorio baccelli
PIERO GILARDI
113
pagine libere IV vittorio baccelli
LUCCA - Piero Gilardi è nato a Torino, dove attualmente vive e lavora, nel 1942.
Negli anni '60 è stato uno dei protagonisti del Nouveau Realisme e della Pop Art
europea. Ha svolto un ruolo teorico e di propagatore per la nascita dell'Arte povera.
Ha lavorato per un decennio nelle periferie urbane e mondiali per lo sviluppo del
movimento della creatività collettiva. È stato il cofondatore di Ars Technica con Piotr
Kowalski e Claude Faure. Ha partecipato all'organizzazione delle mostre "Arslab.
Metodi ed emozioni" del 1992 e "Arslab. I sensi del virtuale" nel 1995 a Torino.
Partecipa oggi, al Lu.C.C.A., Lucca Center of Contemporary Art, alla doppia
personale con il fotografo statunitense Steve McCurry. Il titolo del progetto è «Time
after time». Proposte le riflessioni che i due artisti compiono sul concetto di tempo
che passa e si dissolve, ma che, ricreato attraverso le loro opere, diventa eternità. Con
i suoi “Tappeti-natura”, Piero Gilardi propone da una parte lo scorrere del tempo
cronologico attraverso il passaggio delle stagioni e dei luoghi presi in considerazione;
dall’altra un frammento di natura ricreato in vitro, ma con un dna alterato, che
richiama, ricorrendo al concetto di tempo esistenziale, a un ordine universale
indispensabile per l’armonia di tutte le cose. I suoi “Tappeti-natura” corrispondono ad
una personale rielaborazione del concetto di natura che deve confrontarsi con la
storia, con il presente in divenire, con lo spazio e con il tempo in progress della vita
vera. «Spero di poter riunire tutti i tappeti che sto realizzando in un luogo largo e
piano racchiuso da una cupola opalescente: in quell’ambiente rarefatto l’immagine di
ogni tappeto comincerà a dilatarsi e deformarsi secondo un ritmo organico
incomprensibile ma accettabile.» È il tatto che sorprende il fruitore dell'opera, questa
morbidezza innaturale di un soggetto iper reale, che omologa soggetti diversi, quasi a
volerci dire/ricordare che la natura è unica, nella sua matrice, nel suo mosaico
universale. «...la sua sofficità mi dava l'idea del comfort; non ho fatto che unirla al
desiderio latente dell'idea della natura.»
114
pagine libere IV vittorio baccelli
“Time after time” di Piero Gilardi e Steve McCurry - dal 9 luglio al 5 settembre 2010
al Lu.C.C.A., Lucca Center of Contemporary Art allo Stellario.
IL CASTELLO DI ASCIANO
Giovanni Fascetti, responsabile della sezione Unesco di Lucca e presidente del
Gruppo Culturale "Ippolito Rosellini", ha lanciato un appello su quello che lui
definisce "scempio" del castello di Asciano. Ma ascoltiamo le sue parole:«Quando
scoprii i resti del Castello di Asciano nell'agosto del 1991 provvidi immediatamente a
produrre un libro intitolato "Il Castello di Asciano ritrovato", edito per i tipi della
Macografica e presentato nell'autunno dello stesso anno con la partecipazione del
compianto Prof. Tangheroni. In contemporanea all'azione volta a far conoscere ai
cittadini il grande tesoro di loro appartenza presente sul territorio, provocai
l'intervento della Soprintendenza Archeologica della Toscana affinché tutta l'area
venisse protetta con l'apposizione di un vincolo archeologico; provvidi, più tardi, a
organizzare ciclotour da Pisa ad Asciano, continuai a parlare per anni in conferenze e
convegni di questo castello, celebrato nei versi di "Faida di Comune" dal Carducci e
sempre presente nelle cronache delle guerre tra Pisa e Lucca fra XXX e XIV secolo;
infine pubblicai ancora il castello nel mio libro "Il Monte Pisano, storia del
Territorio" pubblicato dall'ETS. Oggi, quanto rimane di questo illustre monumento è
stato, come denuncia un cittadino del Comune di San Giuliano, gravemente
sconciato. Non si tratta di un caso isolato: in tutta l'area del Monte Pisano abbiamo
castelli, torri, eremi, monasteri abbandonati e soprattutto vandalizzati, casi di ville
115
pagine libere IV vittorio baccelli
FORNACI IN FORMA
È L'ORA DI FINI?
Che F.I. Fosse un partito di plastica, sono stati in molti a sostenerlo, e che anche in
questa formazione ci fossero dei rigurgiti illiberali, la dimostrazione si ebbe a Lucca
116
pagine libere IV vittorio baccelli
GIOVANNI SANTINI
Ogni uscita di Giovanni Santini, oggi addirittura consigliere regionale, mi rafforza
l'idea della giustezza delle posizioni della destra di allora (io, De Cesari, Bacci) che
quando si presentò per il centrodestra (?) a Presidente della Provincia, a lui
preferimmo pubblicamente Tagliasacchi. L'ultima sortita del nostro riguarda il
mantenimento dei piccoli Comuni della Valle del Serchio. Ma vogliamo scherzare?
La Mediavalle ha 35mila abitanti, la Garfagnana 30mila, assieme fanno 65mila
abitanti, appena sufficienti per un comune medio, magari diviso in due circoscrizioni,
Mediavalle e Garfagnana, per la salvaguardia delle differenze storiche. Oggi il
cittadino della Valle è gravato da 21 Sindaci, da una pletora d'assessori, di consiglieri
117
pagine libere IV vittorio baccelli
comunali, da due comunità montane e a tutto ciò vanno aggiunti i segretari comunali,
i direttori, i revisori dei conti, ecc. E sul cittadino grava pure un ente totalmente
inutile quale la Provincia. E tutto questo ha un costo che ovviamente ricade sempre
sul cittadino. Semplificare significa, non solo meglio amministrare, ma anche
risparmiare.
IL 5 A CALCI (PI) E IL 23 A PONTETETTO (LU)
118
pagine libere IV vittorio baccelli
119
pagine libere IV vittorio baccelli
Vignolo Gargini e Mario Rocchi. Inoltre è in dirittura d'arrivo l'Antologia degli autori
dell'associazione per il 2010. Ma il prossimo appuntamento è per il 5 agosto alle 21 a
Calci ove si disputerà il primo round della Disfida Poetica che oltre a coinvolgere i
poeti dialettali di Lucca e Pisa, quest'anno vedrà la presenza di una componente
labronica. Ma non è tutto: due sono le novità che verranno presentate a settembre. La
prima riguarda la “Targa Lucca Bridge” che sarà assegnata al libro presentato nella
rassegna durante l'anno, che avrà ottenuto il maggior numero di preferenze da parte
dei lettori. La seconda novità sarà il “Premio Città di Lucca”, concorso letterario
bandito dalla Cesareviviani di poesia e prosa. Prosegue intanto la collaborazione con
il circolo culturale “il soffio” riguardante il Concorso Internazionale di Poesia “Piero
Cervetti”, che si trova nella fase selettiva delle opere, e i vincitori saranno resi noti a
settembre in una apposita serata di premiazione.
120
pagine libere IV vittorio baccelli
Alla rassegna “Fornaci in canto” sono rimasto colpito dall'originalità di una delle
band, i Norhod, che uscendo dai canoni del black metal con una sapiente fusione di
rock angelico/satanico ha presentato due brani inediti di indubbio spessore: “Doomed
to oblivion” e “Moonlight cry”. Ciò che colpiva maggiormente era il contrasto vocale
tra la voce maschile cupa, iperbassa, quasi ultrafanica e la voce femminile di stampo
angelico. Le due voci emergevano con forza dal tessuto musicale creato dalla band e
con esso interagivano. Purtroppo la giuria ha preferito altri gruppi più ortodossi, e
non è una novità che l'innovativo venga scartato. A parziale riconoscimento per
questo gruppo voglio tracciarne la storia, un po' complicata come spesso accade per i
gruppi che hanno qualcosa di non banale da dire.
I Norhod nascono nell'estate del 2009, da un'idea di Andrea (basso) e Michele
(tastiere), con il nome di Arianrhod. Subito vengono arruolati Giacomo e Bistru alle
chitarre, e Jev alla voce. Il progetto nasce principalmente per la composizione di
pezzi propri e, mentre questi prendono forma e nell'attesa di trovare un elemento alla
batteria e una voce femminile, nascono i Nocran; gruppo pensato come cover band.
Qualche mese dopo, data la presenza degli stessi membri, i due progetti si fondono
mantendendo il nome Arianrhod. Nome che verrà poi cambiato in Norhod (dalla
fusione dei due nomi). Nel frattempo la formazione si amplia con l'entrata di Jenny
alla voce, ad affiancare Jev, che già collaborava con la scrittura dei testi. Il gruppo
verrà colpito da ciò che è stata denominata "La maledizione del batterista", data la
particolare sfortuna in cui incappa nella ricerca del membro mancante. Dopo una
serie di tentativi andati male, a novembre il terribile sortilegio viene finalmente
spezzato dall'arrivo di Livio con cui si esibiscono nel loro primo live dopo solo 2
prove, insieme agli Auseris Sons. Nella primavera 2010 Andrea (basso) lascia il
gruppo e entra a farne parte Gabriele, che lascia il gruppo dopo solo 2 mesi per
divergenze musicali. A luglio del 2010 entra in sostituzione a Gabriele, Tommaso.
Nel frattempo i Norhod continuano a lavorare esclusivamente su pezzi propri. Questo
gruppo è lucchese e potete trovarli sia su My Space che su Facebook.
121
pagine libere IV vittorio baccelli
La redazione cominciò a riunirsi alla fine di giugno e l'uscita del giornale fu da subito
programmata per la fine di luglio. Ma il giornale era già pronto a metà luglio, così in
corso d'opera alcuni articoli risultarono ormai “scaduti”, come il Premio Cervetti e
Tra le righe di Barga. C'è stata inoltre una ridondanza di interventi, così che alcuni
non hanno potuto trovar spazio nel primo numero, ed altri sono stati sforbiciati per
lasciar spazio a nuovi avvenimenti. Ma da questa sforbiciata alcune cose voglio
recuperare e, spazio permettendo, pubblicarle sul nuovo numero. Cominciamo con la
cultura nella nostra zona, il primo occhio l'avevo rivolto a chi era giunto in redazione
e così recitavo: “Inizierei con il citare alcuni di questi, che ho visto attorno alla
redazione di questo giornale. Primo fra tutti Gian Gabriele Benedetti, autore
fornacino di silloge poetiche e attualmente collaboratore della rivista telematica
“Parliamone” diretta da Bartolomeo Di Monaco. Ha pubblicato: Briciole di poesia
(1986), Momenti (1988), Breve è lo spazio (1994), Collage (1998), e un'opera di
narrativa: Paese (1988). Passo rapidamente a Sergio Fini, poeta, pittore, animatore
dei Papalagi e molto altro ancora. Ali, Vola, “L'Anima Leggera” sono i suoi ultimi
libri. Alla prima riunione della redazione c'era anche Roberta Bergamini scrittrice che
ha all'attivo due romanzi: “Disconnettimi il cuore” e “Preludio di un addio”. Sempre
in redazione Milvio Sainati che ha curato nel 1994 “80 anni di poesia” con poesie di
Geri di Gavinana (Giuseppe Geri), autore di un video su Casa Pascoli “Sul Colle di
Caprona – Casa Pascoli” e che quest'anno ha pubblicato con la tipografia Gasperetti
“50 edizioni del 1° Maggio a Fornaci” con la prefazione di Gian Gabriele Benedetti.
Tra le attività teatrali e d'animazione, oltre ai già citati Papalagi, registro “I mercanti
d'Arte” e Smaskerando. Tra i giornalisti abbiamo Vanni (La Nazione), Salotti e
Bellanova (Il Nuovo Corriere). Poi Maria Pia Baroncelli con le sue ceramiche e
Lucchesi che in Foraci espone i suoi “sassi”. Qui mi fermo, consapevole di aver solo
anticipato, con questa carrellata, ciò che andrò in futuro a dettagliare con più
precisione e dovizia anche di note critiche. Toccherò anche l'associazionismo
culturale, che pure esso ha lasciato un segno, e chiudo con il circolo culturale “il
Soffio” che nato a Ghivizzano, vide tra i suoi fondatori anche il poeta paracadutista
Piero Cervetti, nato a Barga, grecista insigne, teorico della sestina antica e profondo
conoscitore dell'esoterismo legato alla mistica delle rune, a lui è titolato il Premio
Internazionale di Poesia, giunto alla sua terza edizione, che si tiene a Ghivizzano.
Questo circolo allestì a Fornaci, presso l'hotel Cristallo tutta una seria di piccole
mostre d'autori inseriti nelle avanguardie e nello sperimentalismo delle arti figurative:
Carlo Marcello Conti, Demos Ronchi, Baj, Ruggero Maggi, e altri piccoli progetti di
Mail Art. Che dire poi di una casa editrice, la Gasperetti, che ha pubblicato opere
d'indubbio spessore e della Giornaleria di Andrea di Ponte all'Ania ove passano i
Nobel per la letteratura e autori segnalati per il Nobel. Da non crederci? Ne
122
pagine libere IV vittorio baccelli
NO ALLA CACCIA
In Toscana è guerra contro le normative sulla caccia, anzi è guerra contro la caccia
stessa. Infatti in Italia l'80% dei cittadini non ne può più dei residuali 500mila
fucilatori. Ma andiamo per ordine.
Il calendario venatorio 2010-2011 presentato dalla provincia di Firenze, non è
piaciuto al Wwf Toscana poiché a suo parere, si conferma che la caccia continua ad
essere gestita più sulla base delle richieste dei cacciatori che sulle esigenze di tutela
della fauna selvatica. «Nonostante che il Wwf avesse chiesto formalmente, insieme
ad altre Associazioni di tutela ambientale, la corretta applicazione del dettato dell'art.
42 della nuova Legge comunitaria recentemente approvata a livello nazionale- ha
sottolineato Guido Scoccianti responsabile settore Caccia Wwf Toscana- nulla è stato
fatto in questo senso. L'articolo suddetto dispone infatti che per tutte le specie
cacciabili si tenga conto, come indicato dalle normative europee, dello stato di
conservazione e delle caratteristiche biologiche della specie per decidere tempi, entità
e modalità del prelievo. Questo significherebbe apportare al calendario modifiche
riduttive per numerose delle specie cacciabili. Ma si preferisce continuare a fare come
se nulla fosse, calpestando le norme comunitarie e le esigenze di tutela della nostra
fauna». All'associazione ambientalista non piace la conferma della "preapertura" (tra
l'altro si torna a due giornate invece che una), l'apertura anticipata ai primi di
123
pagine libere IV vittorio baccelli
settembre per alcune specie, poiché crea un gravissimo danno per le specie oggetto di
prelievo e per tutte le altre in un momento particolarmente sensibile della loro
biologia come la tarda estate. «Intanto in Regione ci si sta dando da fare per allargare
ancora le già larghissime maglie delle normative regionali - ha ripreso Scoccianti- la
modifica ai regolamenti in corso di discussione prevede che i cacciatori possano
iscriversi ad un numero illimitato di Atc (Ambiti territoriali di caccia). E il tanto
decantato legame cacciatore-territorio? Questa è una caccia contro ogni logica e
contro il parere del mondo scientifico» ha concluso Scoccianti. Il Wwf ha annunciato
che sta studiando le possibili azioni legali per ottenere il rispetto di tutte le norme.
Intanto la Corte Costituzionale ha bocciato, con sentenza n. 266 depositata in
cancelleria il 22 luglio scorso, sia la legge della Regione Lombardia 6 agosto 2009, n.
19 (Approvazione del piano di cattura dei richiami vivi per la stagione venatoria
2009/2010) sia l’art. 2 della legge della Regione Toscana 17 settembre 2009, n. 53
(Disciplina dell’attività di cattura degli uccelli selvatici da richiamo per l’anno
2009 ). La Consulta, su ricorso della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell'anno
scorso, ha ritenuto violati i presupposti della direttiva UE del 1979 sulla
conservazione dell'avifauna, per l'assenza di valide motivazioni a supporto di queste
deroghe, la mancanza di rigidi controlli e il mancato rispetto di una "piccola quantità"
riguardo al totale complessivo dei volatili da catturare in appositi impianti, per essere
poi ceduti ai cacciatori che praticano il tiro ai migratori da appostamento. La LAC
auspica che domani la Regione Lombardia non ripercorra la strada già dichiarata
incostituzionale, riproponendo una analoga legge regionale attualmente all'esame del
Consiglio Regionale stesso, con il parere dell'Ispra anche quest'anno negativo; quanto
ai richiami vivi illecitamente catturati, trattandosi di un danno al patrimonio dello
Stato, oltre che agli ecosistemi, la LAC sollecita le Regioni Toscana e Lombardia ad
attivare i meccanismi per la reimmissione in natura dei selvatici illecitamente sottratti
agli ecosistemi.
PIANO STRUTTURALE
BARGA – I consiglieri comunali Luca Mastronaldi e Guido Santini del PdL di Barga
hanno rilasciato un'importante dichiarazione riguardante il patrimonio storico
ambientale del Comune stesso. «La tutela del territorio rappresenta per noi un aspetto
fondamentale dell'attività amministrativa, per questo i consiglieri che rappresentano il
Popolo della Libertà nel consiglio comunale di Barga hanno votato negativamente
all'osservazione al piano strutturale presentata dalla società Il Ciocco s.p.a. In detta
osservazione la società sosteneva di essere portatrice, in base al vecchio piano
strutturale, del diritto all'edificazione di 21.000 mq. di costruzioni in località
“Comparini”, dei quali 5.000 mq. sarebbero stati da destinare ad uso turistico
residenziale. Va precisato che lo stesso ufficio tecnico del Comune si è espresso in
maniera tale da non riconoscere alla società alcun diritto acquisito.
L'osservazione è stata tuttavia in parte accolta, anche sulla base di uno studio (fornito
124
pagine libere IV vittorio baccelli
dalla stessa “Il Ciocco s.p.a.”) nel quale si mostra come determinati interventi non
sarebbero in contrasto con i vincoli imposti dal piano strutturale, in particolare non
interferirebbero con la vista di località “la Caprona”e di Casa Pascoli dalla collina e
dal duomo (punti panoramici identificati nel piano strutturale). Auspichiamo che nella
stesura del nuovo regolamento urbanistico, prima di dare il via ad operazioni che
appaiono meramente speculative, si tenga conto in primo luogo dell'interesse della
comunità barghigiana a preservare nel tempo il patrimonio storico ambientale che ha
ereditato!»
IL FUMETTO È LUCCA
Lucca Comics, ovvero l’appuntamento nazionale dedicato alla Nona Arte, propone un
primo parterre di mostre espositive ovvero cinque percorsi composti da tre personali
e da due collettive. Un mix che compone un mosaico colorato, associando l’arte di
Massimiliano Frezzato, autore del manifesto 2010 della Festival, alle visioni
introspettive di Ausonia, autore trasversale e polivalente, passando attraverso le
esplosioni di colore e i muscoli dei supereroi tratteggiati dal britannico Gary Frank,
grande firma del fumetto made in USA. Allo stesso modo si contrappongono le due
collettive che vedono, da un lato, un omaggio tout court all’era della produzione
fumettistica americana underground, con l’esposizione delle riviste originali che
hanno dato i natali ad artisti del calibrodi Art Spiegelman e Robert Crumb, e
dall’altro un’antologica su un paese in crescita dal punto di vista artistico: il Libano.
In questa terra, dove si incrociano religioni e etnie, il fumetto è diventato un mezzo di
scambio e promozione culturale, un dialogo tra i popoli per un percorso di armonia e
vitalità. La mostra, patrocinata dall’Unione Europea e realizzata in collaborazione
con il COSV, racconta questo momento di crescita e sviluppo, gettando luce su una
realtà di indubbio pregio. Ma i percorsi espositivi sono solo il biglietto d’ingresso al
magico mondo dei Comics: per la quattro giorni dedicata alla Nona Arte è infatti
prevista una lunga lista di eventi, incontri e ospiti che, come ogni anno,
fotograferanno il movimento Fumetto in tutte le sue componenti. Come nel caso della
Self Area, punto di incontro della realtà dedicata all’autoproduzionee luogo deputato
alla creatività più pura e alla jam tra fumettisti. Oppure lo Showcase, dove i grandi
nomi del Fumetto si alterneranno in performance in cui spiegheranno i misteri e i
segreti della loro arte. Confermato inoltre anche il connubio Teatro & Comics, nuovo
crossover e territorio di “sfida” tra due mondi artistici che si legano in un modo unico
e favoloso. Novità sostanziale di questa edizione sarà l’ampliamento dell’Area Pro,
situata a San Romano, con un nuovo spazio destinato alla Vendita di Licenze: questo
potenziamento, creerà un nuovo punto di incontro tra gli addetti ai lavori permettendo
così la nascita di un ulteriore livello di scambio professionale all’interno della
manifestazione. Spazio anche alla promozione dei nuovi talenti tramite gli Incontri
con gli Editor, dove i neo-pro potranno sottoporre i loro portfolio ai professionisti del
125
pagine libere IV vittorio baccelli
settore, e con la sesta edizione del Lucca Project Contest (il bando è scaricabile sul
sito della manifestazione). Il concorso, intitolato a Giovanni Martinelli, con la
partnership editoriale di Edizioni BD e patrocinato dalla Fondazione Banca del
Monte di Lucca, ha il merito di promuovere i progetti editoriali premiandoli con una
pubblicazione a livello nazionale.
126
pagine libere IV vittorio baccelli
127
pagine libere IV vittorio baccelli
aveva accettato il sito che i tecnici (Regione, ASL e Comuni) avevano indicato nel
2003, quando (quasi) tutti erano d'accordo. Dunque a San Filippo, località che fu
accettata allora e che anche oggi l'Ugl ritiene non solo valida, ma l'unica soluzione.
Nella Valle del Serchio il discorso cambia completamente. L'Ugl si è trovata sempre
sola (o quasi) a sostenere la validità di un nuovo ospedale in posizione mediana:
Mologno o Campia. Le Amministrazioni si sono sempre arroccate sulla difesa
dell’esistente e l’ASL e la Regione non hanno mai preso in considerazione seriamente
l’esigenza di una nuova struttura. Barga e Castelnuovo hanno subito depotenziamenti
e si è arrivati all’integrazione dei due vecchi ospedali che pur separati avrebbero
utopisticamente dovuto avere una funzione unitaria. Soluzione che nella pratica non
poteva soddisfare né l’utenza, né le amministrazioni, né il personale sanitario. La
Valle del Serchio è così rimasta senza il suo Ospedale Unico della Valle, e questo
invece per l'Ugl è la priorità. Il numero d’abitanti, la concentrazione delle imprese, la
conformazione montana, il rischio sismico, sono fattori che indicano
l’indispensabilità d’un nuovo presidio ospedaliero nella Valle del Serchio.
L’Ospedale Unico della Valle del Serchio è una necessità dovuta all’habitat collinare
e montano, alla zona sismica, alla massiccia presenza di insediamenti industriali e
artigianali, ad una sempre più vasta presenza di ospiti soprattutto nel periodo estivo,
ad una viabilità precaria. Solo ultimamente si sono sviluppate timide aperture verso
l’Ospedale Unico anche a livello istituzionale. Ma di creare un’unica ASL a livello
provinciale - malgrado si sprechino gli interventi sui minori costi della P.A. – ancora
non se ne parla.
128
pagine libere IV vittorio baccelli
ottenuto il maggior numero di preferenze da parte dei lettori. La seconda novità sarà
il “Premio Città di Lucca”, concorso letterario bandito dalla Cesareviviani di poesia e
prosa. Prosegue intanto la collaborazione con il circolo culturale “il soffio”
riguardante il Concorso Internazionale di Poesia “Piero Cervetti”, che si trova nella
fase selettiva delle opere, e i vincitori saranno resi noti a settembre in una apposita
serata di premiazione.
Le dieci poesie finaliste votate dai lettori per il III Premio Internazionale di Poesia
“Piero Cervetti” indetto dal circolo culturale “il soffio” con la collaborazione della
Cesareviviani, sono: “I need a lover” di Teresinka Pereira (USA); “Sole siciliano”,di
129
pagine libere IV vittorio baccelli
SECONDA STRADA
Proseguo con la descrizione delle strade, non quelle della mia fantasia, che lascio ai
miei racconti, ma quelle reali, quelle che fisicamente attraverso e percorro ogni
giorno. Tutti percorriamo strade diverse che talvolta s’intrecciano e poi nuovamente
divergono. La strada è anche la vita, la mia strada mi ha portato fin qui, oggi. Ho
percorso innumerevoli cammini, ho parlato, ho scritto, ho inventato nuove strade:
quelle reali s’intrecciano con quelle fantastiche. Nel ventesimo secolo tutti i tentativi
d’uccidere la strada sono falliti. Cento anni fa la strada per molta letteratura era
sinonimo di qualcosa d’orribile, una sorta di grande bestia incontrollabile, l’animo
più bruto delle genti. L’architetto fascista (e quello comunista) metteva le strade in
secondo piano per dar spazio alla creazione di grandi piazze per contenere e
controllare milioni di persone. All’urbanista Robert Moses a New York dissero
d’uccidere la strada e lui lo fece come meglio sapeva, ma in realtà ammise lui stesso
d’aver fallito. Costruì tre grandi passaggi: Canal Street e la 34a strada a Downtown,
la 125a a Harlem. Ma lui ne avrebbe voluto fare a dozzine per maciullare la città.
Non ci riuscì perché la gente più diversa scese in piazza.
Ma basta divagare, torniamo alla strada reale, quella che ho davanti a casa: via del
Molino, che da Ponte all'Ania porta a Pedona. Questa strada inizia con una
deviazione, infatti fin dai tempi delle cartiere che producevano cartapaglia, l'accesso
era troppo stretto per poter permettere il transito dei Tir. La deviazione aggira il
vecchio abitato e presenta due parcheggi. Ovviamente uno peggio dell'altro, ben
diversi dai parcheggi giardino che vediamo sulle riviste d'urbanistica: qui si asfalta,
poi si disegnano le strisce, si mettono due punti luce e infine si piantano due alberi
rachitici e s'abbandona il tutto. Questo nel primo parcheggio, nel secondo neppure si
piantano i due alberi. E proprio in questo parcheggio c'è un lampione che già dritto
più non è, e speriamo in bene... In questa strada sfrecciano le auto che scendono da
Pedona incuranti del centro abitato: cani e gatti sono già stati in passato investiti e
uccisi e qui giocano spesso bambini: ancora uno speriamo in bene... Perché manca la
segnaletica sia quella orizzontale che quella verticale. Anzi quella verticale c'era, ma
è stata abbattuta delle auto, e i resti sono ancora visibili piantati nel terreno. E sono
130
pagine libere IV vittorio baccelli
ancora visibili sul terreno i resti delle auto che cozzano contro un capannone (col
tetto in amianto) costruito proprio lì al lato della strada. Ma non finisce qui, la
pavimentazione della strada è malridotta, sfido io! Con tutti i Tir che ci passano e che
sono diretti alla cartiere Kappa Ania. E qui un altra digressione è di pragmatica:
quando si discusse in provincia il piano di sviluppo locale, c'erano dei fondi destinati
agli accessi alle attività produttive. Io spiegai agli amministratori che per eliminare il
passaggio del traffico pesante da via del Molino occorreva ripulire il vecchio tracciato
(militare) dalla regionale al lungo Ania, prima del ponte, venendo da Lucca, nel
territorio del Comune di Coreglia, poi con un ponte Bailey congiungere questa strada
alla cartiera. Ma parlai nel disinteresse generale e non se ne è ,fatto di nulla. La strada
poi prosegue senza considerazioni degne di nota, se non quella che all'ingresso della
cartiera c'era un fontana, che non era male, ma chissà perché da tempo è lasciata
senz'acqua, e qui proprio l'acqua non dovrebbe mancare. Da aggiungere che ogni
tanto si levano cattivi odori (sempre meno spesso per fortuna), che qualche cacciatore
di frodo approfitta del bosco dall'altra parte dell'Ania, e dopo le 17 si sente qualche
sparo durante tutto l'arco dell'anno e, qui mi fermo, un tempo la strada era attorniata
da castagni: perché non ripiantarli?
VA AI LIVORNESI IL PRIMO ROUND DELLA DISFIDA POETICA
RICORDARE PIERO
Ricordare Piero così, a pochi anni dalla sua morte, è compito ingrato perchè è ancora
vivo il ricordo di lui. Di famiglia contadina e ci teneva alla sua stirpe, eppure così
colto, così preparato nelle più disparate anse della cultura. Con lui si poteva discutere
dell'antica sestina, dell'esoterismo, della magia delle rune, ma anche di poltica e di
attualità. Aveva una visione del mondo nietzchiana sempre alla ricerca di quell'uomo
131
pagine libere IV vittorio baccelli
nuovo, di quel super uomo che come il messia molti degli esoterici attendono. Ma
nello stesso tempo l'attesa è come aspettare Godot, una scusa, un sostare davanti a
coppe di vino toscano, una perdita di tempo allora? O un diversivo per poter
addestrare la mente ad andare oltre. Oltre il consueto, il desueto, la così detta
normalità, i cui confini sono labili, trasparenti, talvolta alfanici. Piero era anche
questo, e molto di più, la sua intelligenza, talvolta mascherata da un'aria
sonnacchiosa, restava vigile e pronta sempre all'emersione.
SECONDO ROUND
Dopo il primo round tenutosi lo scorso 5 agosto a Calci (PI) e vinto dalla squadra di
Livorno, lunedì 23 agosto alle ore 21.00 a Pontetetto (LU), presso la sala della Pro
Loco, ci sarà il secondo appuntamento della Disfida poetica dialettale Lucca-Pisa-
Livorno organizzata dall’ Associazione Culturale Cesare Viviani.
Le formazioni delle squadre saranno così composte: Livorno con Loretta Citernesi,
Luciano Tarabella e Ermanno Volterrani; Lucca con Lucia Fanucchi, Gavorchio
(Domenico Bertuccelli) e Giovanni Giangrandi; Pisa con Diana Meini, Franca Nieri e
Luciano Testai. Registi in panchina: Vittorio Baccelli, Aldo Baiocchi e Mario
Pellegrini. Presenterà la serata Marco Vignolo Gargini. Collaborano quest'anno con
la Cesareviviani per la realizzazione dell'evento: Circolo culturale "il soffio", Pacific
Western University Alumni, Circolo Sportivo del Bridge di Lucca, Circolo ACLI
Fascetti, Poesie a veglia, i Vegliarini, Associazione Umbrina, Quello che c'è in
Toscana, Pro Loco Buggiano Toscana, Pro Loco Pontetetto, Calci.it, e i Comuni di
Calci e Buggiano.
132
pagine libere IV vittorio baccelli
FINITO DI STAMPARE
NEL MESE DI AGOSTO 2010
A SEVILLE (E)
DALLA LULU.COM
PER
TESSERATTO EDITORE
133