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PAGINE LIBERE
V
da lucca comics al dialetto labronico
I MIEI ARTICOLI 2010

2010-2011
TESSERATTO EDITORE

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In queste pagine ho voluto raccogliere alcuni dei miei articoli che nel 2010 e 2011 ho
pubblicato su vari giornali e riviste:

− Il Nuovo Corriere di Lucca e Versilia


− forum immoderato degli immoderati
− miei blog su splinder e my space
− Il Blog dei Libri
− Lo Schermo
− La Voce di Lucca
− Parliamone
− Neteditor
− Progetto Babele
− Il legno storto
− Fornaci inForma
- La Gazzetta di Lucca

© Vittorio Baccelli 2011


Pagine Libere V – i miei articoli – da lucca comics al dialetto labronico
Tesseratto Editore

Stampato nel 2011 a Seville (E) dalla Lulu.com per Tesseratto Editore

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LUCCA JUNIOR 2010

LUCCA – La città si sta già preparando alla futura invasione dei comics. Oggi
parleremo di Lucca Junior, delle anticipazioni che fin'ora sono pervenute. Il filo
conduttore sarà lo sport: come è accaduto per le scorse edizioni con i percorsi
dedicati alla Storia, alla Musica e all’Astronomia, anche per il 2010 Lucca Junior
sceglierà un tema intorno a cui far girare le proposte culturali e di intrattenimento del
padiglione: sarà infatti lo Sport a fare da filo conduttore alle molte attività in
programma, a partire dal progetto “A scuola di sport”, che in settembre verrà
proposto, a titolo gratuito, alle scuole primarie e secondarie di primo grado di Lucca e
Provincia. Nei quattro giorni del Festival, all’interno del padiglione Junior, si parlerà,
si giocherà e si leggerà, quindi, di ciclismo e di vela con i libri per ragazzi dello
scrittore/illustratore Andrea Valente, di calcio, solidarietà e giornalismo sportivo con
Carlo Carzan e i suoi “Ti ricordi il calcio” e “Il calcio con le dita”; di Olimpiadi con i
giochi di ruolo per i più piccoli a cura di Roberto Grassi; di pattinaggio e di boxe con
i laboratori “in scatola” a cura di Manidoro; di sport nei cartoni animati con il
Quizionario dedicato ai più famosi “cartoni” degli anni ’80: da Mila e Shiro, a Holly
e Benji a Mimì e molti altri. Tra le altre numerose proposte sul tema, una su tutte
merita l’attenzione: la conferenza di presentazione del libro “Io spero che non faccia
più il terremoto”, nato dal progetto curato dalla Scuola Calcio Centese a
testimonianza del percorso svolto insieme ad un gruppo di bambini dell'Aquila
ospitati a Cento (FE) per un campus di sport e solidarietà. Il ricavato dei volumi
venduti sarà devoluto a sostegno della ricostruzione in Abruzzo. Allo sport è dedicato
anche il IV Concorso Internazionale per Illustratori e Fumettisti Lucca Junior 2010,
che vedrà la partecipazione di artisti italiani e provenienti dai Paesi dell’Est Europa e
sarà sponsorizzato in esclusiva da Original Marines. Titolo del concorso e della
mostra che ne deriverà: “Un giorno da campioni. Sport di ieri, oggi e domani”. A
Palazzo Ducale verrà invece inaugurata un'altra interessante mostra targata Lucca
Junior, che ospiterà le tavole di Gianni De Conno, importante illustratore e
scenografo italiano, già Presidente dell’Associazione Illustratori e docente di
Illustrazione Editoriale presso la Scuola del Fumetto di Milano. Come ogni anno
saranno, inoltre, realizzati nel padiglione Junior: laboratori creativi, spettacoli teatrali,
letture animate, presentazioni e incontri con gli autori, sessioni di illustrazione e
fumetto dal vivo e molto altro. Tra le proposte di rilievo: la collaborazione con
Mondadori Ragazzi per la presentazione di novità editoriali e con Franco Cosimo
Panini, che porterà nel Teatro di Lucca Junior due spettacoli della famosissima
Pimpa.

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A PONTETETTO IL SECONDO ROUND DELLA DISFIDA POETICA

PONTETETTO - Dopo il primo round tenutosi lo scorso 5 agosto a Calci (PI) e


vinto dalla squadra di Livorno, lunedì 23 agosto alle ore 21.00 a Pontetetto (LU),
presso la sala della Pro Loco (accanto alla chiesa), ci sarà il secondo appuntamento
della Disfida poetica dialettale Lucca-Pisa-Livorno organizzata dall’ Associazione
Culturale Cesare Viviani. Le formazioni delle squadre saranno così composte:
Livorno con Loretta Citernesi, Luciano Tarabella e Ermanno Volterrani; Lucca con il
gruppo dei Vegliarini (Lucia Fanucchi, Gavorchio e Giovanni Giangrandi); Pisa con
Diana Meini, Franca Nieri e Luciano Testai. Registi in panchina: Vittorio Baccelli,
Aldo Baiocchi, Sileno Lavorini, Gianfranco Cara e Mario Pellegrini. Presenterà la
serata Marco Vignolo Gargini. Seguiranno altri due incontri, in settembre a Livorno
e in ottobre a Borgo a Buggiano. Collaborano quest'anno con la Cesareviviani per la
realizzazione dell'evento: Circolo culturale "il soffio", Pacific Western University
Alumni, Circolo Sportivo del Bridge di Lucca, Circolo ACLI Fascetti, Poesie a
veglia, i Vegliarini, Associazione Umbrina, Quello che c'è in Toscana, Pro Loco
Buggiano Toscana, Pro Loco Pontetetto, Calci.it, e i Comuni di Calci e Buggiano.
L'augurio come sempre è, che vinca il migliore!

SPIGOLATURE

Dopo l'uscita della rivista sono stati in molti a chiedermi notizie sia sul giornale che
sulla redazione, a fornirmi indiscrezioni ed anche a commentare qualche articolo. Per
quanto riguarda la Tourist Card ho dovuto confessare di non saperne molto e li ho
mandati direttamente dagli interessati. Le strisce pedonali mancanti a Gallicano erano
già state notate da parecchie persone che ne hanno confermato la pericolosità, ed è
molto interessato l'intervento sulla pedonale Ponte all'Ania - Pedona, sì che mi è
stato segnalato anche il sentiero che va alla fontanina dell'Amore e altre pedonali che
da Fornaci si dipartono. In seguito ci occuperemo anche di queste, garantito. Tra le
altre segnalazioni, in molti sentirebbero la necessità di una piscina comunale a
Fornaci, non una piscina olimpionica, ma qualcosa di modesto e facilmente fruibile.
E altri un cinema all'aperto, almeno uno in Mediavalle. É stato poi segnalato che
dopo le 17 lungo l'Ania, nei pressi della cartiera, sul lato di Coreglia si sentono le
schioppettate di un qualche cacciatore di frodo: questa ultima segnalazione la giro
alle autorità competenti. Un'ultima cosa: anche se in ritardo rispetto all'anno passato,
il Parco Menichini è in questi giorni preso d'assalto, sopratutto nelle ore pomeridiane,
dalla zanzara tigre. Cosicché non è proprio possibile fermarsi a leggere, o a scrivere,
come faccio io, pena un fastidioso salasso. Ho provato a spostarmi al parco di
Pedona, qui l'infestazione è assai minore, ma la malefica zanzara è anche qui
presente.

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DISFIDA POETICA: IL SECONDO ROUND VA AI PISANI

P0NTETETTO – Se il primo incontro è stato vinto di stretta misura dai livornesi, il


secondo round della Disfida Poetica tra le squadre dialettali di Lucca, Pisa e Livorno
è stata vinta dalla compagine Pisana che era così composta: Luciano Testai, Diana
Meini e Franca Nieri. L'evento si è svolto nella sala della frazione di Pontetetto di
fronte ad un numeroso ed attento pubblico, tra il quale era presente anche il
Vicesindaco di Lucca, Giovanni Pierami. La giuria era così composta: Aldo Baiocchi
(Presidente di “Poesia a veglia”), Gianfranco Cara (Presidente del Centro culturale
“G. Caproni”), Mario Pellegrini (assessore del Comune di Calci) e Sileno Lavorini
(patron della sala polivalente Gambrinus). Numerosi gli applausi che hanno
interrotto le poesie dilettali, alcune delle quali erano veramente eslilaranti. Dal parlar
toscano sempre s'attingono cose nuove, ad esempio a Pisa gli imbianchini vengono
definiti “schiacciaragnoli”, e il cuore quando è affaticato dagli anni, fa “poiopio”.
Non poteva mancare da parte dei livornesi il mettere in rima un ferragosto che
sembrava proprio “la vigilia di Natale” con giubbotti al posto costumi da bagno.
Durante l'evento Vittorio Baccelli, Presidente della Cesareviviani, ha ufficialmente
presentato la seconda parte (settembre dicembre) della rassegna letteraria “al bridge
con l'Autore” organizzata presso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane dalla
Cesareviviani con in contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca.
“Vi saranno 16 pomeriggi, con la presentazione di 10 nuovi libri e il coinvolgimento
di 15 autori. 4 saranno le libere letture e 2 le conferenze. Tra i testi sono da ricordare
"Il Terrorismo" - di Antonella Colonna Vilasi, Mursia Editore; "Islam Fascismo
Nazismo" di Alberto Rosselli, Solfanelli Editore ; "L'assetato stupore" di Daniele
Babbini, Edizioni Clandestine. Le conferenze saranno tenute da Grazia Maria Tordi
"Dalle Antologie alla candidatura al Nobel" e da Bartolomeo Di Monaco "Ricordo di
Alfredo Bianchi". Una serie di appuntamenti, dunque da non perdere che avranno
luogo tutti i mercoledì non festivi alle ore 17. Due sono le novità che verranno
presentate il prossimo mese. La prima riguarda la “Targa Lucca Bridge” che sarà
assegnata al libro presentato nella rassegna durante l'anno, che avrà ottenuto il
maggior numero di preferenze da parte dei lettori. La seconda novità sarà il “Premio
Città di Lucca”, concorso letterario bandito dalla Cesareviviani di poesia e prosa.
Prosegue intanto la collaborazione con il circolo culturale “il soffio” riguardante il
Concorso Internazionale di Poesia “Piero Cervetti”, che ha concluso la fase selettiva
delle opere, e i vincitori saranno resi noti a settembre in una apposita serata di
premiazione.”
L'appuntamento per il terzo round della disfida poetica è per martedì 7 settembre a
Livorno presso l'ex cinema Aurora (a due passi dall'Ospedale) alle ore 21.

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IL PRIMO SETTEMBRE RIPARTE LA RASSEGNA LETTERARIA

LUCCA – Mercoledì 1 settembre alle ore 17.00 presso la Casermetta Santa Maria
delle Mura Urbane, per il ciclo “al bridge con l'Autore” è in scena la seconda parte
(settembre/dicembre) dell'edizione 2010 organizzata dalla Cesareviviani con il
contributo della Fondazione della Banca del Monte di Lucca. Questa rassegna va
ormai delineandosi come una delle più significative a livello regionale, sia per la
costante durata (un incontro settimanale per tutto l'anno), sia per lo spessore degli
interventi e degli intervenuti. Nel corso degli anni, oltre ai soci e agli esordienti, si
sono alternati autori e personaggi di spessore quali: Mario Luzi, Giorgio Saviane,
Alberto Fremura, Paolo Di Mizio, Romano Battaglia, Gaetano Giani-Luporini, Luca
Telese, Paolo Benvenuti, Domenico Nania... Come consueto, il primo evento del
ciclo, riguarda le letture libere che stavolta saranno condotte dallo scrittore lucchese
Martino De Vita, nato a Lucca il 9 maggio 1949. Conseguito il diploma di
Ragioneria, frequenta per alcuni anni la Facoltà di Lettere presso l'Università di Pisa.
Esordisce giovanissimo come paroliere e compositore di canzoni. Abbandonato
presto questo campo, si dedica completamente alla letteratura, occupandosi in un
primo tempo di poesia per passare successivamente alla prosa con racconti, diari e
romanzi. È anche autore di lavori teatrali e di sceneggiature cinematografiche tratte
dai suoi racconti. Nel 1989 pubblica il suo primo romanzo "Il Bimbo Nero" con la
Casa Editrice "Gazebo" di Mariella Bettarini e Gabriella Maleti, fondatrici della
rivista fiorentina "Salvo Imprevisti". Presentato prima a Firenze da Daniela
Marcheschi e poi a Lucca da Giampiero Neri, il libro è stato accolto dalla critica
italiana con notevole interesse. Lusinghieri apprezzamenti sono stati formulati,
infatti, da scrittori come Giuseppe Pontiggia, Stefano D'Arrigo, Giorgio Barberi-
Squarotti, Alessandro Tamburini e Paolo Ruffilli. In "La fuga di Atalanta" di Daniela
Marcheschi, lungo saggio sulla letteratura giovane italiana pubblicato dalla rivista
"Stazione Di Posta" di Paolo Codazzi, nel numero di ottobre del 1990 si legge: "…Il
tema dell'opera è di per sé singolare: la storia di un sognatore a occhi aperti a mezzo
tempo, la cui massima aspirazione è quella di diventare "un vero sognatore" a occhi
aperti e a tempo pieno… ci riuscirà all'apice di un delirio che la scrittura di De Vita…
sa rendere con un ritmo ed un montaggio funambolico, esaltati da rime, allitterazioni
etc., a sottolineare le valenze ironiche e grottesche della vicenda." Nello stesso
numero della rivista è anche pubblicato il racconto "Gli Indiani", tratto da "Qualcosa
scritto ad Ithaca", suo diario americano del 1980 già presentato dall'Associazione. Un
altro racconto, "La ragazza con gli occhiali" del 1997, appare nel N°17 di "Noialtri",
bimestrale di cultura ideato da Andrea Trimarchi. Nel 2003 pubblica per l'ETS di
Pisa, “L'uomo del Congresso”: in questo testo per gran parte della notte il dondolio è
impellente per il personaggio raffigurato. Poi finalmente verso l'alba si addormenta.
Quando si sveglia è in preda a crampi nelle gambe, tutto sudato e col bisogno di fare
subito una doccia. Un'insegna, tornata a lampeggiare, manda strani presagi. Il lieve

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rumore della veneziana lo fa sobbalzare, si avvicina alla finestra, vede la ragazza.


Vede se stesso in quell'assurdo abbigliamento da letto. Va sotto la doccia, torna in
camera, s'infila un accappatoio e non distoglie lo sguardo dal nudo...

NO ALLA CACCIA NO ALLE PREAPERTURE

Le preaperture della caccia comportano gravi rischi per la natura, perché colpiscono
sopratutto specie che hanno appena terminato la nidificazione. Inoltre, i calendari
venatori di molte regioni non applicano le nuove norme introdotte dall'art. 42 della
Comunità Europea, che impongono tutele ben precise per i periodi di riproduzione e
migrazione prenuziale degli uccelli. Le preaperture alle doppiette purtroppo si
tengono in ben 13 regioni italiane, cui si aggiungono altre quattro (Lombardia,
Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo) che pur non avendole deliberate, lasciano alle
singole province la possibilità di farlo. Solo due (Liguria e Piemonte) le regioni che
hanno deciso di non anticipare l'apertura della stagione, oltre alle province autonome
di Trento e Bolzano. Saranno dodici le specie di uccelli cacciabili, di cui quattro
(tortora, quaglia, beccaccino e marzaiola) con popolazioni in declino. Sparare in
questo periodo dell'anno vuol dire compromettere le popolazioni delle specie
coinvolte perché si colpiscono gli esemplari che hanno appena terminato la
nidificazione. I migratori provenienti dal Nord Europa, infatti, arriveranno nel nostro
paese solo alla fine di settembre. Ancor più grave, anche sotto il profilo giuridico, il
comportamento di molte regioni che ignorano le nuove norme introdotte nella legge
157/92 così come modificate dalla legge Comunitaria 2009 approvata di recente in
Parlamento. Il nuovo comma 1 bis dell'art. 18 della legge 157/92 introduce infatti il
divieto di caccia nei periodi di riproduzione e migrazione prenuziale degli uccelli.
Secondo le indicazioni fornite di recente dall'ISPRA per una corretta applicazione
delle nuove norme, le regioni avrebbero dovuto introdurre per alcune specie la
sospensione totale della caccia, e per la quasi totalità di esse l'avvio dell'attività
venatoria non prima del primo ottobre per farla terminare tra il 31 dicembre e il 20
gennaio. Solo Lazio e Puglia hanno inserito nei propri calendari venatori la fine
anticipata della caccia per i tordi, la beccaccia e diverse specie di anatre. La LAC sta
attentamente valutando la situazione e non esclude ricorsi ai TAR che, nei prossimi
giorni, potranno esser presentati insieme alle altre associazioni ambientaliste;
prosegue affermando che l'Italia deve applicare senza esitazioni le nuove previsioni
di legge, anche perché si tratta di stringenti obblighi comunitari. Oltre alle sciagurate
preaperture, c'è da segnalare che in questo periodo si moltiplicano gli interventi
strumentali sui danni degli ungulati e la loro pericolosità per il traffico, sulla sporcizia
dei piccioni, sui danni all'agricoltura degli storni e dei cinghiali, ecc. E ancora una
volta una ristretta cerchia di fucilatori prevarica la stragrande maggioranza degli
italiani (80%) che di questa barbara pratica, proprio non ne può più. Ma le lobby,
almeno per ora, sono sempre più forti delle maggioranze.

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POLITICA E DINTORNI

Inizio con il discorso dal predellino, con il quale Berlusconi lanciò l'idea del partito
senza tessere e senza i signori delle tessere. L'idea era ottima, ma si partì subito con il
piede sbagliato, cominciando il tesseramento e cooptando tutti i vecchi signori delle
tessere, Verdini in primis. Così se FI fu un partito di plastica il PDL nacque subito
come partito inesistente. La successiva cacciata di Fini dimostrò un atteggiamento di
tipo stalinista e sotto molti aspetti ricordò la cacciata della Rossanda e di quelli del
Manifesto dal vecchio PCI, solo che il PCI ne discusse prima in tutte le sezioni,
dimostrando una “democrazia” più ampia rispetto al neo-stalinista PDL. Almeno in
me, si è verificato il crollo del leader, che pensavo liberal democratico. E sento la
necessità che il centro destra si trovi un nuovo leader meno imbarazzante. E a Lucca?
C'è un centrodestra? O c'è una formazione eterogenea paleo-democristiana?
Sicuramente non autonoma, visto che per varare un rimpasto si devono sentire i boss
dei partiti di riferimento. E poi si portano innanzi proposte stravaganti quali i varchi
telematici, che non servono alla sicurezza, ma a far multe, e si vuol restringere la
rotonda del Giannotti, per far posto a stalli auto a pagamento. La città è già stata
svuotata dagli abitanti, si cerca ora di allontanare coloro che anche vi vorranno
entrare. Occorrono a mio avviso soluzioni drastiche, sia a livello locale che a quello
nazionale.

OSPEDALE UNICO DELLA VALLE DEL SERCHIO


«Questo posto è pieno di malati, se mi sbrigo riesco ad evitarli» dottor House

Con soddisfazione rilevo che ultimamente si è ricominciato a parlare sull'ipotesi, un


tempo sostenuta solo dal sottoscritto e da rare mosche bianche, dell'Ospedale Unico
della Valle del Serchio. Infatti le cronache cittadine abbondano in questi ultimi mesi
d’interventi sulla sanità lucchese. Oltre alle endemiche carenze e alle ventilate
soluzioni di queste da parte del politico o del tecnico di turno, ciò che mi preme
rilevare è il dibattito sul nuovo costruendo Ospedale della Piana di Lucca che si
intreccia alle infinite messe a norma dei due mezzi ospedali della Valle del Serchio.
Alcune decine d’anni fa, in tempi non sospetti, all’interno del dibattito che anche
allora si era aperto sulla razionalizzazione della sanità lucchese, lanciai una proposta
così articolata su due punti. 1. un'unica ASL nel territorio provinciale, nell’ottica di
una più snella organizzazione e nel risparmio di gestione. 2. individuavo poi la
necessità di tre nuovi moduli ospedalieri: Ospedale Unico della Versilia, Ospedale
Unico della Valle del Serchio e Ospedale della Piana di Lucca. La costruzione di
nuovi moduli monoblocco sarebbe stata più pratica ed economica delle eterne
razionalizzazioni, rifacimenti e messe a norma delle vecchie e, in qualche caso,
fatiscenti strutture. Monoblocchi che vedono una diminuzione complessiva dei posti
letto a causa del minor tempo d’ospedalizzazione del paziente e di tutta una serie di

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strutture sanitarie diffuse nel territorio che avvicinano ancor più il cittadino alla sanità
pubblica. E anche una diffusione sempre crescente del day hospital che abbatte i costi
di gestione e migliora e tutela la qualità della vita del paziente. L’Ospedale Unico
della Versilia divenne per primo una realtà operante, anche se non privo di difetti
(rintracciabili facilmente attraverso gli articoli apparsi sulla stampa) essendo stato il
capofila. Partì poi l’iter per il nuovo Ospedale di Lucca, e qui ho assistito alle
polemiche di coloro che non volevano che l’ospedale nuovo nascesse. Una volta
stabilita la volontà della costruzione del nuovo ospedale, sono iniziate altre
polemiche sulla sua localizzazione e tentativi di vincolare l'area di Campo di Marte,
che invece, sempre a mio avviso, dovrà essere sfruttata dalla città nell’ottica di un suo
sviluppo: è una piccola città a ridosso del centro storico. Nell’area di Campo di Marte
vedo futuri insediamenti commerciali, uffici, abitazioni, punti di aggregazione,
laboratori artigianali. Dunque nuovi monoblocchi ospedalieri e non ristrutturazione
dell’esistente, perché l’innovazione e l’uso di nuove tecnologie in ambito ospedaliero
ne sconsiglia, anche economicamente, il recupero. Inoltre l’avanzare delle
conoscenze sempre più ci indirizza ad utilizzare in maniera diversa e più sicura
l’ambiente ospedaliero: occorre evitare che queste strutture divengano fonti di nuove
e devastanti infezioni, all’interno dei padiglioni sanitari possono infatti svilupparsi
agenti patogeni d’estrema pericolosità, e questo va in tutti i modi evitato. L’ospedale
diurno, la riduzione dei tempi di degenza e molto altro ancora suggeriscono di
preparare nuove strutture dedicate ad hoc. Se per la Versilia il progetto è stato
realizzato da tempo, a Lucca e nella Valle del Serchio il discorso cambia. A Lucca si è
perso tempo per dissapori sull’assegnazione dei lavori e sono sorte divergenze di
esclusiva matrice politica, non ancora del tutto risolte a lavori in corso,
sull’ubicazione del sito. Eppure era stato stabilito il sito che i tecnici (Regione, ASL e
Comuni) avevano indicato nel 2003, quando (quasi) tutti, amministratori, politici e
sindacati, erano d'accordo. Dunque sta sorgendo a San Filippo, località che fu
accettata allora e che ritengo non solo valida, ma oggi l'unica soluzione. Nella Valle
del Serchio il discorso cambia completamente. Nel tempo mi sono trovato sempre
solo (o quasi) a sostenere la validità di un nuovo ospedale in posizione mediana:
Mologno o Campia. Le Amministrazioni invece si sono sempre arroccate sulla difesa
dell’esistente e l’ASL e la Regione non hanno mai preso in considerazione
seriamente, almeno fin'ora, l’esigenza di una nuova struttura. Gli ospedali di Barga e
Castelnuovo hanno subito depotenziamenti e si è arrivati all’integrazione dei due
vecchi ospedali che pur separati avrebbero utopisticamente dovuto avere una
funzione unitaria. Soluzione che nella pratica non poteva soddisfare né l’utenza, né le
amministrazioni, né il personale sanitario. La Valle del Serchio è così rimasta senza il
suo Ospedale Unico della Valle, e questo invece avrebbe dovuto essere una priorità. Il
numero d’abitanti, la concentrazione delle imprese, la conformazione montana, il
rischio sismico, sono fattori che indicano l’indispensabilità d’un nuovo presidio
ospedaliero nella Valle del Serchio. L’Ospedale Unico della Valle del Serchio è una

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necessità dovuta all’habitat collinare e montano, alla zona sismica, alla massiccia
presenza di insediamenti industriali e artigianali, ad una sempre più vasta presenza di
ospiti soprattutto nel periodo estivo, ad una viabilità precaria. Solo ultimamente si
sono sviluppate timide aperture verso l’Ospedale Unico anche a livello istituzionale.
Ma di creare un’unica ASL a livello provinciale - malgrado si sprechino gli interventi
sui minori costi della P.A. – ancora non se ne parla. E sono facile profeta: se passerà a
livello istituzionale l'ipotesi del monoblocco nella Valle, allora si apriranno le strade
ai campanilismi, che tanti danni hanno fin'ora arrecato, e invece del sito
scientificamente più mediano e idoneo, si cercherà, complice la politica, il sito che
accontenterà i “potenti” di turno. E questo, come a Lucca, sarà fonte d'infinite
polemiche.

PUCCINI PER AMICO

LUCCA - Mercoledì 8 settembre, alle ore 17.00, presso la Casermetta Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l’Associazione Culturale “Cesare Viviani” presenta il libro
di Mario Fedrigo “Puccini per amico”, Costa Editore, Bologna.

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Il volume (159 pp), è una biografia di Giacomo Puccini ricostruita attraverso


testimonianze originali che Fedrigo registrò sul nastro nei primi anni '70.
Mario Fedrigo, bolognese, è ordinario di Clinica Chirurgica Veterinaria
dell’Università di Bologna, giornalista pubblicista, collaboratore della “Gazzetta di
Parma” e del “Resto del Carlino”, a 30 anni è ‘colpito’ dalla passione per il
melodramma. L’interesse per la musica lirica, e quindi per l’illustre compositore
lucchese Giacomo Puccini, lo hanno portato a scrivere due libri sul tema, entrambi
pubblicati nel 2007: il primo è proprio “Puccini per amico”, il secondo è Gigliola
Frazioni – La Fanciulla del West, biografia del soprano bolognese.
L'introduzione a questo incontro, che fa parte della rassegna “al bridge con l'Autore”
realizzata con il contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca, sarà a cura di
Marco Vignolo Gargini. Ci dice l'Autore: «Nei primi anni settanta trovai, per caso a
Torre del Lago e Viareggio, documentazioni inedite su Giacomo Puccini. Allora il
Maestro era morto da circa cinquant’anni e in quelle zone vivevano ancora tante
persone che lo avevano visto, conosciuto e frequentato. Registrai le loro
testimonianze su nastro. Tutti racconti pieni di fascino. Mi informai dei percorsi da
seguire, delle persone da incontrare, delle cose da vedere, tutto finalizzato a sapere
cose di Puccini, ero molto curioso. Nelle case dove m’intrufolai c’erano persone
meravigliose. Da tutti raccolsi notizie sorprendenti su Giacomo Puccini e il suo
mondo. Molti lo avevano visto, gli avevano parlato; altri custodivano i ricordi dei
loro genitori e conservavano lettere e fotografie. In quei cinque chilometri di viale
che dal lago porta al mare, si respirava un’aria antica, bloccata nel ricordo
dell’illustre concittadino.»

LIVORNO

Dopo due round, che hanno visto il 5 agosto a Calci (PI) la vittoria di Livorno e il 23
agosto a Pontetetto (LU) il successo di Pisa, martedì 7 settembre a Livorno, presso
l’ex cinema Aurora in via Ippolito Nievo 28, ci sarà il terzo appuntamento della
Disfida poetica dialettale Livorno-Lucca-Pisa organizzata dall’Associazione
Culturale Cesare Viviani. Le formazioni delle squadre saranno così composte:
Livorno con Loretta Citernesi, Luciano Tarabella e Ermanno Volterrani; Lucca con il
gruppo dei Vegliarini (Lucia Fanucchi, Giovanni Giangrandi e Renzo Tori); Pisa con
Dina Paola Cosci, Diana Meini e Luciano Testai. Registi in panchina: Vittorio
Baccelli, Aldo Baiocchi, Sileno Lavorini e Marco Vignolo Gargini. Presenterà la
serata Gianfranco Cara. L’ultimo incontro, il gran finale, avrà luogo il prossimo 23
ottobre a Borgo a Buggiano e lì si stabilirà la vincente di questa entusiasmante
manifestazione.
Collaborano quest'anno con la Cesareviviani per la realizzazione dell'evento: Circolo
culturale "il soffio", Pacific Western University Alumni, Circolo Sportivo del Bridge
di Lucca, Circolo ACLI Calci (PI) “G. Fascetti”, Poesie a veglia, i Vegliarini,

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Associazione Umbrina, Quello che c'è in Toscana, Pro Loco Buggiano Toscana, Pro
Loco Pontetetto, Calci.it, e i Comuni di Calci e Buggiano. Ancora una volta, che
vinca il migliore!

VA A LUCCA IL TERZO ROUND DELLA DISFIDA POETICA

LIVORNO - L'ex cinema Aurora trasformato in centro polivalente e gestito da


giovani pieni d'entusiasmo, ha ospitato il terzo round della Disfida Poetica
organizzata dalla Cesareviviani, che quest'anno vede in campo le agguerrite squadre
di Lucca, Pisa e Livorno. Di fronte ad un divertito pubblico, in prevalenza di
livornesi, senza risparmiarsi colpi, le squadre hanno dato il meglio della loro
produzione dialettale. Se il primo round, giocato a Calci, ha visto la vincita della
squadra livornese, il secondo, giocato a Pontetetto ha sancito la vittoria di quella
pisana. E a Livorno è stata la squadra lucchese a sbaragliare le altre, se pur di stretta
misura. La squadra vincente era composta dal gruppo dei Vegliarini: Lucia Fanucchi,
Giovanni Giangrandi e Renzo Tori. La giuria era così composta: Vittorio Baccelli
(Presidente della Cesareviviani), Sileno Lavorini (Presidente del Concorso di poesia
“Coluccio Salutatis”), Aldo Baiocchi (Presidente di Poesie a veglia), Gianfranco Cara
(Presidente del Centro culturale “G. Caproni”), e Marco Vignolo Gargini
(Vicepresidente della Cesareviviani). Adesso c'è grande attesa per il finale che avrà
luogo il prossimo 23 ottobre alle 21.00 a Borgo a Buggiano presso la Polisala
Gambrinus, e lì si stabilirà la squadra vincente di questa entusiasmante
manifestazione. Gli organizzatori ci dicono che sono già stati avviati contatti con altre
realtà poetiche della Regione per allargare ulteriormente ad altre realtà la Disfida e
nel contempo si auspica il patrocinio della Regione Toscana per questa interessante
manifestazione che coinvolge e unisce molte e diverse realtà culturali e associative
del territorio.

VERSO IL RINNOVO DELLE RSU

Conosco già le obiezioni che verranno sollevate. Che si vada al rinnovo a fine anno,
non è per nulla certo. In primis perché Brunetta ha più volte dichiarato di voler
mutare i comparti del P.I., che nel nostro caso si tratterebbe di accorpare la Sanità con
i Regionali; poi c'è il fatto che l'Aran è commissariata e che da più parti se ne chiede
lo scioglimento. Poi ci sono anche problematiche che riguardano specificatamente la
nostra sigla. Non sappiamo ancora se ci presenteremo con il Sulpm o da soli:
questione questa demandata agli incontri che il nostro Commissario Fulvio Depolo
sta portando avanti in questi giorni. Con questa sigla, se rimarrà la vicinanza, dovrà
però esserci la massima chiarezza. Noi comunque dobbiamo esser pronti alla
scadenza di fine anno, anche se questa non si verificasse. Questo perché la nostra
sigla delle Autonomie, deve rappresentare un mutamento sostanziale, rispetto al

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passato, nei rapporti sindacali nelle varie realtà. Per poter operare bisogna innanzi
tutto curare l'organizzazione. E con questo intendo dire che occorre conoscere i
nominativi dei nostri iscritti, ente per ente; occorre anche sapere i nominativi degli
eletti nelle Rsu del 2007 nella sigla Sulpm/Ugl. Occorre controllare che i versamenti
sindacali siano fatti in maniera corretta e non verso altre sigle. Fatto questo c'è da
garantire la presenza nelle delegazioni trattanti, non dico in tutti gli enti, ma
sicuramente in quelli ove abbiamo Rsu o iscritti. Per far questo occorre sensibilizzare
e rendere disponibili anche nostri sindacalisti che sono andati di recente in pensione:
la Cgil lo sta già facendo da anni. Ci sono degli enti che non ne vogliono proprio
sapere della nostra presenza, non vogliono cioè che i territoriali partecipino alle
delegazioni trattanti. E qui abbiamo varie carte da giocare. L'Aran cessò il conteggio
elettorale quando come Sulm/Ugl eravamo abbondantemente oltre il 4%. In seguito a
questo stop sono partite le azioni legali contro l'Aran che hanno portato a due cose: il
commissariamento dell'Aran e la sospensiva decretata dal giudice delle elezioni 2007.
Pertanto, in virtù della sospensiva, tutto è ritornato come prima del 2007, ove il
Sulpm era rappresentativo, perché nel cartello Diccap, e la disciolta Ugl/Enti Locali
era rappresentativa perché affiliata al CSA. Anche questa ultima affiliazione fu
contestata dall'Aran perché avvenuta dopo le elezioni Rsu: ma questo, come tutti gli
atti dell'Aran, è opinabile. Un'ultima cosa: molti dei nostri iscritti, e anche Rsu, sono
stati convinti nel recente passato ad un cambio di sigla, ecco perché è opportuno
conoscere e contattare personalmente ogni iscritto e ogni Rsu. Spero d'aver dato
notizie e impulso alla nostra attività, e mi aspetto commenti e critiche a quanto ho qui
esposto.

IL TERRORISMO

LUCCA – Dopo il successo della presentazione del libro di Mario Fedrigo “Puccini
per amico”, Costa Editore, Bologna, che era il primo appuntamento della Viviani
inserito nel calendario del Settembre Lucchese, mercoledì 15 alle ore 17.00 vi sarà il
secondo evento: presso la Casermetta Porta Santa Maria delle Mura Urbane di Lucca,
sarà presentato il libro di Antonella Colonna Vilasi “Il terrorismo” edito da Mursia
Editore, Milano 2009, con la prefazione di Pier Luigi Vigna.
«La strage era stata pianificata con l’algida lucidità criminale dei professionisti del
terrorismo: l’ordigno, un chilo di tritolo, era stato nascosto in una cassetta per la carta
usata, proprio di fronte al palco da cui avrebbero parlato gli oratori.»
La strategia della tensione, gli anni di piombo, le BR, i NAR e le nuove cellule della
lotta armata: un’analisi rigorosa delle cause e delle conseguenze del fenomeno del
terrorismo di sinistra e di destra in Italia, analizzato anche alla luce di analoghi
movimenti internazionali. Questo saggio indaga, senza nessun pregiudizio ideologico,
le motivazioni, gli interessi e i metodi d’azione dei gruppi armati e terroristici

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inserendoli nel contesto sociale e storico in cui si sono sviluppati.


Dalla strategia della tensione degli anni Sessanta fino alle azioni armate più recenti la
ricostruzione delle trame eversive consente di leggere, per contrasto, anche il
complesso percorso di consolidamento delle istituzioni democratiche del nostro
Paese. Condurrà Marco Vignolo Gargini.
Antonella Colonna Vilasi, vive a Roma. Saggista con numerose opere all'attivo sulle
tematiche criminologiche-forensi. Come scrittrice si è messa in evidenza per essere
stata la prima autrice europea ad aver pubblicato una trilogia sui temi
dell'intelligence. Ha pubblicato numerosi saggi su tematiche di particolare attualità:
“Intelligence. Nuove minacce e terrorismo” (2008), “Intelligence” (2008), “Segreto
di Stato e Intelligence” (2008), “Europol” (2008), “Il bullismo” (2008), “Un conflitto
"atipico": l'embargo statunitense a Cuba” (2008), “Il mercato dell'energia in Italia”
(2008), “Crimine e onore. I codici di comportamento delle organizzazioni criminali”
(2008),”I crimini internazionali” (2008), “Note di criminologia al femminile. Dalla
parte delle vittime” (2008), “Frammenti di diritto pubblico generale” (2008), “La
grafologia” (2008), “'Ndrangheta, i mille volti di un sistema criminale” (2008), “Il
terrorismo marittimo in un contesto globale” (2008), “Le testimonianze dei bambini”
(2008), “Il terrorismo” (2009), “Io figlio parricida” (2009), “Pedagogia sociale.
Scritti di pedagogia sociale contemporanea” (2010), “Il recupero sociale. Nuove
prospettive di pedagogia sociale” (2010). È componente del Comitato scientifico per
il Premio giornalistico "Salerno".

11 SETTEMBRE

Quello sciagurato 11 settembre di nove anni fa, ero entrato dopo pranzo a prendere un
caffè in quel bar di via San Giorgio, che adesso più non c'è, ove in anni più verdi si
trovava il Minibar d'Emilio, ritrovo dei giovani impegnati di quel periodo. Stavo
recandomi al mio ufficio di piazza San Frediano quando, appena entrato, l'occhio mi
cadde sul televisore acceso. E non poteva essere diversamente: sia la barista che
l'unico avventore erano letteralmente incollati alla tivù. C'erano le Torri Gemelle e il
fumo usciva da entrambe. «Ma che è successo? » chiesi. «Hanno attaccato New York.
È la guerra. I terroristi». E poi silenzio, e anch'io mi trovai confuso, senza aver più
niente da dire, mentre nel televisore le scene si ripetevano e mostravano le due torri
cadere su se stesse. Impietrito, per un tempo indefinito rimasi a guardare anch'io
ipnotizzato le scene che si susseguivano ripetendosi sempre uguali nella loro
drammaticità. E non ricordo se poi quel caffè lo bevvi o meno. Sicuramente me ne
era passata la voglia. Telefonai a casa, rispose mio figlio più grande, sì avevano visto,
lo sapevano già. Restai inorridito, era iniziata la IV Guerra Mondiale, niente sarebbe
più stato come prima, il mondo era attonito, io con esso. Sì, la IV Guerra Mondiale, la
III era stata la guerra fredda, vinta dall'occidente, ma il blocco sovietico aveva fatto
tutto da solo per perderla. Rimasi esterrefatto per quell'attacco sfrontato non solo agli

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Usa, che si dimostrarono maledettamente superficiali e impreparati, ma all'intero


mondo civile. Proprio in quei giorni stavo scrivendo uno dei miei due romanzi, se si
può definirli così, dato che sono formati da un insieme di racconti, uno nell'altro, nel
solco della vera letteratura, quella antica, fantastica, come le Upanisad, la Bagavad
Gita, il Talmud, il Vecchio Testamento. Sì romanzi fantastici come quelli antichi,
mentre il romanzo moderno è nato nell'ottocento come costruzione borghese, ben
definita dal Gruppo 63 in particolare da Manganelli in Letteratura come menzogna, e
c'era anche Eco, prima che scoprisse che coi romanzi mallopposi poteva tirar su un
sacco di soldi. E le torri entrarono do prepotenza nella mia letteratura, erano più
fantastiche della realtà fantascientifica che stavo descrivendo. Ma poi l'occidente alzò
quella testa sonnecchiante stimolato anche dalla sveglia della Fallaci, ma questa è
un'altra storia. Un'altra storia ove l'occidente vorrebbe ricordare per rimuovere, ma
non può, il pericolo è dietro ogni angolo catodico (anche se oggi abbiamo gli schermi
piatti). Là si impiccano gli omosessuali, si seguita a lapidare la gente e in un nome di
un dio, indegno di chiamarsi tale, si compiono i più atroci misfatti, si vuol giocare
con l'atomica per cancellare Israele. E l'occidente seguita a dormire. Quante catastrofi
può creare un libro! L'islam che storicamente ha perso tutte le guerre moderne –chi si
ricorda che era alleato di Hitler– detta ancora ordini su vignette e libri. Fino a
quando?

LA “TESTATA” DI VIAREGGIO

VIAREGGIO – Castellani Fabio, membro della Segreteria Regionale dell'Ugl


Autonomie, riguardo all'episodio della “testata”, che tanto clamore sta suscitando, ha
così dichiarato: «Il 19 agosto 2010, prima sera, ore 21,00 -22,00 circa, una pattuglia
della Polizia Municipale si trova ad operare in zona Passeggiata a Mare e rileva la
presenza di alcuni motocicli e ciclomotori che, in area vietata alla sosta dei veicoli,
impediscono la possibilità per i veicoli di soccorso ad accedere nella peraltro stretta
via Modena, una parallela della Passeggiata sul lato mare della stessa. Iniziano
l’intervento rilevando le violazioni amministrative del caso e in questo fare vengono
raggiunti dall’assessore allo sport Ratti, di fresca nomina, e da un dipendente
comunale. I due, proprietari di veicoli in sosta irregolare, a quanto sembra, la materia
è oggetto di indagine giudiziaria e quindi gli atti relativi sono assoggettati a segreto,
dopo essersi rivolti agli agenti operanti con frasi minacciose e oltraggiose, sarebbero
passati a vie di fatto culminate in una testata ricevuta da uno degli Agenti al setto
nasale con determinazione di lesioni per almeno 15 giorni, quanto sopra è stato
pubblicato sulla stampa e su vari blog e forum. L’episodio ha visto nella mattinata
successiva il risentimento della rappresentanza sindacale del Corpo e della Rsu,
culminata in un incontro con l’amministrazione Comunale, leggasi con il Sindaco
purtroppo assente per precedenti ed improrogabili impegni fuori sede, incontro
seguito da una assemblea del Corpo nella quale il personale ribadiva, quanto
affermato da molti individualmente, la richiesta delle dimissioni dell’Assessore con

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voto a maggioranza (due astenuti). In questa sede si è poi giunti all’indizione di uno
sciopero del Comando P.M. per la giornata del 14 settembre. In data 15 settembre era
stata convocato dalla Prefettura un incontro per tentare una conciliazione tra le parti,
conciliazione che veniva a svolgersi in data 13 per richiesta della stessa Prefettura e
che a seguito di un’affermazione del Sindaco con la quale deprecava il
comportamento dell’assessore, prima affermazione chiara in questo senso dal giorno
dei fatti, veniva a chiudersi in modo interlocutorio. In data 14 comunque in luogo
dello sciopero veniva a svolgersi una ulteriore assemblea del personale nella quale la
pressoché unanimità dei presenti confermava lo stato di agitazione con nuova
fissazione dello sciopero a data successiva al 21 prossimo venturo. Nell’ambito dello
svolgimento sopra descritto lo scrivente, dirigente sindacale Ugl, ha assunto una
posizione assolutamente chiara e ben definita: l’amministratore in questione deve
essere rimosso dal Sindaco in quanto il suo agire non è assolutamente conciliabile
con qualsivoglia intervento ad incidere o comunque a condizionare l’operato di
Pubblici Ufficiali in uniforme nello svolgimento delle proprie funzioni d’Istituto, non
è assolutamente concepibile che un amministratore pubblico venga ad essere
coinvolto, se non addirittura artefice, in un gazzarra oltremodo ignobile, applausi al
partire dell’ambulanza con l’Agente ferito, insulti ed altro da un folto numero di
persone raccoltesi sul posto, ai danni di persone in uniforme rappresentanti
l’Amministrazione della quale il suddetto fa parte. In data 14 settembre nell’ambito
dell’assemblea del personale, ove la quasi unanimità ha espresso la volontà di
proseguire nell’agitazione non avendo ritenuto sufficiente la condanna espressa dal
Sindaco Lunardini dell’episodio, condanna che non è seguita da una chiara condanna
e del coinvolgimento nell’episodio di un rappresentante dell’amministrazione, il
sottoscritto ha nuovamente rappresentato direttamente al Sindaco, presente in aula,
che non poteva essere portata alcuna giustificazione al comportamento
dell’amministratore in quanto il suo fare era rivolto a persone chiaramente
individuabili e quindi nessuna giustificazione ed equiparazione era possibile e che per
la stessa Amministrazione era una opportunità liberarsi di un personaggio che così
gravemente era portato all’errore e che comunque aveva determinato un siffatto
imbarazzo per l’Amministrazione medesima. Per il 21 prossimo venturo è già fissata
una seconda fase di conciliazione con la Prefettura.» Siamo dunque in attesa delle
decisioni che scaturiranno dalla conciliazione prevista.

VIRGINIO BERTINI

LUCCA – La notizia della scomparsa del dott. Virginio Bertini ha lasciato nel
profondo dolore tutti coloro che lo hanno conosciuto e appezzato. Nell'Ugl lucchese,
ove contava numerosi amici, il cordoglio è stato unanime. Il Responsabile Politiche
del Lavoro Giuseppe Priolini ci ha dichiarato: «In nome di tutto il Sindacato Ugl
esprimo il dolore per la morte del dottor Virginio Bertini, un uomo perbene, che

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credeva in un mondo migliore, che vedeva la politica come un ideale al servizio dei
Cittadini. Un uomo che ha speso la sua via nell'aiutare il prossimo. Ho avuto la
fortuna di essergli amico, di condividere con lui molti momenti politici, di apprendere
e di far mia la sua vitalità, la sua forza e la sua capacità di aggregazione, di vederlo
lavorare fino a notte tarda solo per poter aiutare qualsiasi persona si rivolgesse a lui.
Non chiedeva quale tessera di partito si avesse in tasca, non chiedeva iscrizioni o
voti. Virginio era un'idealista, una persona che ancora credeva nel bene comune e non
nell'individualismo e mi piace ricordarlo con una frase che mi chiese di aggiungere
ad un suo intervento politico, una frase tratta da un brano dei Nomadi, una frase che
forse meglio di ogni altra racchiude la sua grande umanità e tutto ciò contro cui
lottava, “una politica che è solo far carriera, il perbenismo interessato, la dignità fatta
di vuoto, l'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto”.

MARIO ROCCHI

LUCCA - Indubbia la valenza della programmazione letteraria che la Cesareviviani


ha scelto per questo calendario del Settembre Lucchese. Oltre alle due conferenze
programmate, cinque testi sono stati proposti: “Puccini per amico” di Mario Fedrigo
(Costa Editore), “Il Terrorismo” di Antonella Colonna Vilasi (Mursia Editore), “Islam
Fascismo Nazismo” di Alberto Rosselli (Solfanelli Editore), “Amaro” (Prospettiva
Editrice) di Mario Rocchi e “L'assetato stupore” (Edizioni Clandestine) di Daniele
Babbini. Mercoledì 29 settembre, alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, si presenta il libro di Mario Rocchi “Amaro” edito da
Prospettiva Editrice, Civitavecchia 2009.
È un futuro inquietante quello che ci prospetta Mario Rocchi in questo suo ultimo
romanzo. In una ipotetica Italia sotto il giogo di una dittatura islam-clerico-fascista,
frutto di una corrosione della democrazia operata da un potere politico che
l’opposizione non è riuscita a contrastare, un intellettuale impegnato a formare le
menti alla ribellione, viene incarcerato e portato nei sotterranei delle Mura di Lucca.
In quel drammatico periodo, attraverso il contatto con altri prigionieri e quindi
durante la fuga organizzata da un kapò, avviene in lui una nuova presa di coscienza.
Si rende conto che le sue belle parole approdano a poco se non c’è chi le mette in
pratica, se non c’è la forza dell’azione. Diventerà quindi un agente clandestino di una
lotta sovversiva che si attuerà anche attraverso gesti terroristici. Nella speranza che
gli atti cruenti facciano risovvenire la gente che potrà così vedere all’orizzonte la
libertà e la giustizia per lungo tempo attese.
Mario Rocchi è nato a Lucca, iscritto da più di trenta anni all’Ordine dei Giornalisti
come pubblicista, ha seguito e segue la critica d’arte e la critica cinematografica
scrivendo per “La Nazione”. La sua prima pubblicazione è del 1996 con il volume
“In Cornice – Cronaca di quarant’anni d’Arte e di altre cose a Lucca” per la Baroni
Editore di Viareggio. Nel 2003 ha pubblicato il suo primo romanzo “Diario

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imprevisto di un serial killer” (Prospettiva Editrice), nel 2004, per la Maria Pacini
Fazzi Editore,“Sì, no, forse”, un libro intervista su Antonio Possenti e nel 2005 il
romanzo “Maledettamente mia” (Prospettiva Editrice). Nel 2006 pubblica sempre per
Prospettiva Editrice “Casa Balboa – cronache di ordinario disordine”, che verrà
tradotto in francese nel 2009 da Sylvie Huet per La dèrniere goutte (“Casa Balboa –
chronique d’un désordre ordinarie”), cui farà seguito “Le storie di casa Balboa – il
film a luci rosse” nel 2007 e “Merde di razza” nel 2008.
Sarà presente l'Autore, introduzione e letture critiche a cura di Marco Vignolo
Gargini. Il pomeriggio sarà dedicato alla memoria di Alessio Grandi. La rassegna
letteraria è realizzata con il contributo della Fondazione della Banca del Monte di
Lucca.

I PRIMI QUARANTA ANNI DI STAMPA ALTERNATIVA

La casa editrice, ma non solo, Stampa Alternativa festeggia in questi giorni i suoi
primi 40 anni di fantasiosa e provocante attività editoriale, al Castello di Belgioioso,
in occasione della mostra mercato “Parole nel tempo” il 25 e 26 settembre. Voglio
ricordarla, anche qui a Lucca, ove Marcello Baraghini più volte venne, ospite a casa
mia anche durante un nubifragio quando al mattino ci risvegliammo con le mie cose
che galleggiavano sul pavimento. Erano i favolosi anni '70 e lui era ospite coi suoi
opuscoli e libretti nello stand dei lucchesi a Lucca Comics. Voglio ricordarlo anche
per aver stampato la mia “Città sottile” (copertina di Elio Luigi Ardinghi), da alcuni
ritenuto il primo “millelire”. E anche per le tessere di Fotogiornalista dell'Agenzia
Stampa Alternativa, che hanno permesso a molti di compiere i primi passi nel mondo
del giornalismo free lance. Un'altra pratica era quella di permettere l'uscita a
qualunque stampato, con la dicitura di “supplemento a Stampa Alternativa”. Ma
andiamo per ordine, e raccontiamo la storia di questa casa editrice che molto ha
contribuito a quella che venne definita la “Controcultura” di quel periodo.
Nell’autunno del 1970 a Roma, Marcello Baraghini assieme a tre complici, registra in
Tribunale la testata periodica Stampa Alternativa, sul modello delle Alternative Press
inglesi e americane, per dar voce a quel movimento di controcultura italiano che per
tutti gli anni sessanta aveva espresso nuove ed originali forme di vita, arte e
comunicazione oltre che alla componente libertaria, rimasta orfana del movimento
sessantottino. L'attività, agli inizi, si svolge come agenzia di controinformazione,
attraverso una scarna pubblicazione periodica, numerosi opuscoli e altresì come
assistenza e servizi su problemi nuovi, scottanti, borderline: droga, aborto, obiezione
di coscienza. Non a caso il marchio era il disegno di un braccio la cui mano reggeva
una foglia di marijuana. Proprio il “Manuale per la coltivazione della marijuana”, che
vende più di mezzo milione di copie, provocherà la prima di una lunghissima serie di
denunce per apologia e incitamento a commettere reato al suo direttore responsabile.
Affina le sue capacità di penetrazione nei mass media con la battaglia contro i

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concerti pop rock a pagamento: nel mirino Zard e la sua agenzia; battaglia anche
contro il copyright che vedrà uscire libri con editori di fantasia: La Gran Bevuta di
Ferrara, ecc. Nel 1976 l’ennesima condanna senza i “benefici” per il libro “Contro la
famiglia - Manuale di autodifesa dei minorenni”, immediatamente esecutiva, provocò
al fondatore il mandato di carcerazione e così Baraghini entrò nella latitanza e
Stampa Alternativa, poco dopo si sciolse. Un anno dopo un'amnistia cancellerà tutti i
137 procedimenti a carico del direttore e così nel 1979 Stampa Alternativa riprende
l'attività con altri complici, questa volta come pura casa editrice. In questi anni,
nascono collane editoriali come la storica “Fiabesca”, tuttora in produzione e che ha
ospitato grandi successi come Favola d’amore di Hermann Hesse e molti altri classici
della letteratura. “Container Arte” e “Jazz People”, la prima dedicata a grandi pittori e
la seconda ai maggiori musicisti jazz del mondo; che per qualità e prezzi di copertina
segnano tutti gli anni ’80. Per esigenze di commercializzazione e promozione in
questo periodo Stampa Alternativa si affianca a una società, Nuovi Equilibri, tuttora
operativa. È nel 1989 che si fa strada l'idea di portare alle estreme conseguenze il
discorso del libro economico, anzi supereconomico, di qualità, per di più
sorprendente e provocante. L'idea si concretizza nella collana dei libri “millelire”, che
per tutto il decennio rivoluzionano il mercato editoriale non solo italiano, come
testimonia anche l’inserimento nell'enciclopedia Garzanti alla voce “millelire” e la
pubblicazione di libricini tuttora ever green come “Lettera sulla felicità” di Epicuro o
“Le parole” di Alda Merini. Nel 1994 la casa editrice inizia una lunga e proficua
collaborazione con uno dei geni del fumetto italiano, Benito Jacovitti, con la
pubblicazione del suo Pinocchio e successivamente di tutte le sue maggiori opere.
Nel 1997 nasce la collana “Eretica” che ospita grandi successi come “Banca
Bassotti”, “Quattro sberle in padella”, “Diario di un pedofilo”. Dal 2000 nascono
nuove collane musicali come “Sonic”, “Rock People”, “New Jazz”, “Sconcerto”, o di
approfondimento come “Eretica Speciale”, “Scritture” e ed “Ecoalfabeto”
interamente dedicata alla difesa dell’ambiente e dei diritti degli animali. Nel 2009
nasce la collana “Senza finzione”, inchieste alla vecchia maniera, che affrontano
tematiche scomode, con valenza politica e sociale, come terrorismo, criminalità e
abusi; scritte da insiders, che dall'interno conoscono i fatti. Come “C’era una volta
l’intercettazione” di Antonio Ingroia, “Maledetta fabbrica” di Daniele Biacchessi,
Patrick Fogli, Jean-Pierre Levaray, Alfredo Colitto e Valerio Varesi o “Voglio vivere
così” di Ansoino Andreassi. Nello stesso anno prendono corpo i nipotini scellerati dei
“millelire”, su iniziativa di Marcello Baraghini e Ettore Bianciardi: i “Bianciardini”,
il nome a tributo di Luciano Bianciardi, espiratore dell’iniziativa. Libri
“smaterializzati” per foliazione, privi di codice a barre e autoesclusi dal circuito
commerciale, non fosse altro che per continuare a tener viva la ricerca di nuove
provocazioni.

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III PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA "PIERO CERVETTI"

LUCCA – Mercoledì 6 ottobre alle ore 16.00 presso la Casermetta Santa Maria delle
Mura Urbane, si terrà la premiazione del III Premio Internazionale di Poesia “Piero
Cervetti” indetto dal circolo culturale “il soffio” con la collaborazione della
Cesareviviani. Le dieci poesie risultate finaliste perché votate dai lettori sono: “I need
a lover” di Teresinka Pereira (USA); per il “Sole siciliano”,di Giovanna Li Volti
Guzzardi (Australia); “Mare Mediterraneo: onde dell'Umanità!” di José Spadea
(Cordoba); “Io sono come te” di Piero Simoni (Livorno); “Mio figlio, tuo figlio” di
Sergio Fini (Fornaci di Barga); “Biro” di Daniele Marchi (Lucca); “La depression” di
Mirco Nannizzi (Lucca); “L'albero senza piani” di Maurizio Alberto Molinari
(Noviglio); “Dalle terme di Jean Varraud” di Giovanni Pacini (Firenze); “Aspettando
il passaggio del sole” di Fiorella Defons (Lucca).
Tra queste, sempre i lettori hanno potuto votare via internet le tre poesie vincitrici. I
vincitori saranno resi noti durante la serata della premiazione. Gli autori delle dieci
poesie finaliste riceveranno in omaggio l'Antologia del Premio. Condurrà l'evento
Maria Puccini, Presidente de “il soffio”, saranno presenti Franco Santi uno dei
fondatori del circolo, e il dott. Mosè Cervetti, fratello di Piero.
Nel retrocopertina dell'Antologia, così si legge: «Ricordare Piero così, a pochi anni
dalla sua morte, è compito ingrato perché è ancora vivo il ricordo di lui. Di famiglia
contadina e ci teneva alla sua stirpe, eppure così colto, così preparato nelle più
disparate anse della cultura. Con lui si poteva discutere dell'antica sestina,

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dell'esoterismo, della magia delle rune, ma anche di politica e di attualità. Aveva una
visione del mondo nietzchiana sempre alla ricerca di quell'uomo nuovo, di quel super
uomo che come il messia molti degli esoterici attendono. Ma nello stesso tempo
l'attesa è come aspettare Godot, una scusa, un sostare davanti a coppe di vino
toscano, una perdita di tempo allora? O un diversivo per poter addestrare la mente ad
andare oltre. Oltre il consueto, il desueto, la così detta normalità, i cui confini sono
labili, trasparenti, talvolta alfanici. Piero era anche questo, e molto di più, la sua
intelligenza, talvolta mascherata da un'aria sonnacchiosa, restava vigile e pronta
sempre all'emersione.»
Così i membri de “il soffio” hanno voluto ricordare il loro poeta-paracadutista, il loro
grande amico.

MARCO VIGNOLO GARGINI

LUCCA - Le letture libere organizzate ogni mese dalla Cesareviviani per ogni primo
mercoledì del mese, si terranno il 6 alle ore 17.30 presso la Casermetta Santa Maria
delle Mura Urbane e questa volta saranno guidate dallo scrittore lucchese Marco
Vignolo Gargini. Marco Vignolo Gargini è nato a Lucca il 4 luglio 1964. Laureato in
Filosofia (indirizzo estetico) presso l’Università degli Studi di Pisa. Lavora dal 1986
in qualità d’attore e regista in rappresentazioni di vario genere: teatro di prosa,
spettacoli multimediali, opere radiofoniche, letture in pubblico. Consulente filosofico
e operatore culturale, ha scritto numerose opere di narrativa edite e inedite (Bela
Lugosi è morto! edito da Fazi, Il sorriso di Atlantide, edito da Prospettiva), saggi
(Oscar Wilde – Il critico artista, edito da Prospettiva) e oltre venti traduzioni
dall’inglese e dal francese (Shakespeare, Wilde, Baudelaire, Rimbaud, Jarry). Nel
2005 il suo articolo Le poète de sept ans è stato incluso all’interno dell’ultimo
numero interamente dedicato a Arthur Rimbaud della rivista Cahiers de littérature
française nata dalla collaborazione tra il Centre de recherche sur la littérature
française du XIXe siècle dell’Università della Sorbona di Parigi e l’Università di
Bergamo. L’autore è stato inserito nell’edizione 2003 della Storia della letteratura
italiana contemporanea (Edizioni Helicon), a cura del prof. Neuro Bonifazi
dell’Università di Urbino e con prefazione del prof. Giorgio Luti dell’Università di
Firenze. Vari suoi articoli sono apparsi su periodici d’arte e letteratura. Molte sue
opere sono presenti in www.romanzieri.com e www.cesareviviani.135.it.
Ultimamente si è resa disponibile una nuova versione italiana di "The Picture of
Dorian Gray", sempre a cura di Marco Vignolo Gargini, traduttore di molte altre
opere di Wilde (Salomè, La decadenza della menzogna, Il critico come artista,
L'Anima dell'Uomo sotto il Socialismo, Penna, matita e veleno, La verità delle
maschere) e studioso acclarato dello scrittore irlandese. Di due anni fa il saggio di
Vignolo Gargini "Oscar Wilde Il critico artista", pubblicato dalla Prospettiva Editrice

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di Civitavecchia, che è stato apprezzato con ottime recensioni per la sua chiarezza
espositiva e completezza sul piano storico-critico. Questa nuova versione di Marco
Vignolo Gargini de "Il ritratto di Dorian Gray" nasce quindi dalla penna di un vero
wildologo, mi si passi il termine, nonché scrittore in prosa, che alle pagine dell'artista
di Dublino ha saputo dare un tocco personale rispettando l'originale con grande
scrupolo. L'apparato delle note è anch'esso molto curato, con riferimenti puntuali e
precisi degni di un lavoro filologico d'alto livello. Anche questo evento letteraria fa
parte della rassegna “al bridge con l'Autore” realizzata con il contributo della
Fondazione della Banca del Monte di Lucca. L'ingresso è libero.

A MASSA

MASSA CARRARA – Giunge la notizia a noi particolarmente gradita che il Comune


di Massa è stato condannato alla riassunzione di una dipendente che d'ufficio aveva
collocato a riposo. Era stato il Dirigente del personale di quell'Ente a collocarla in
riposo d'ufficio. A quel punto la nostra collega Dina Ceragioli, che aveva
precedentemente espresso la volontà di restare in servizio oltre i quaranta anni di
lavoro, si è rivolta a Massa alla nostra organizzazione sindacale ed è stata tutelata nel
ricorso dall'avvocato Rizieri Brondi. Il 28 settembre scorso si è svolta l'udienza
presso il tribunale di Massa, sezione Lavoro e il giudice monocratico ha dato ragione
alla ricorrente da noi assistita, intimando al Comune di Massa la sua riassunzione fino
al compimento del sessantacinquessimo anno d'età, il Comune inoltre è stato
condannato a rifondere le spese sostenute in giudizio dalla ricorrente.

CONCORSO COSPLAY

LUCCA – Piaccia o non piaccia ai puristi del fumetto, una delle attrattive della
rassegna lucchese è la sfilata, e il relativo concorso, dei cosplay. Quest'anno ci
saranno diversi cambiamenti nel sistema delle iscrizioni al concorso Cosplay di
Lucca Comics & Games 2010 che, pur rimanendo esclusivamente online con
conferma sul posto, non avrà un tetto massimo basato sul numero dei partecipanti, ma
sul tempo totale di sfilata. Sarà possibile iscriversi finché il tempo totale delle
esibizioni non raggiungerà la durata massima prevista. In questo modo sarà possibile
raggiungere un buon rapporto tra il numero dei partecipanti e il tempo della sfilata.
Tutte le informazioni relative ai tempi si trovano on line nel regolamento aggiornato

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per l'edizione 2010 che contiene tutte le novità introdotte, mentre la durata e gli orari
di Lucca Cosplay verranno comunicati quando sarà annunciato ufficialmente il
palinsesto delle esibizioni. Un'altra novità dell'edizione 2010 di Lucca Cosplay è la
selezione per l'European Cosplay Gathering. Si tratta di un evento la cui prima
edizione avverrà nel 2011 in concomitanza col Japan Expo di Parigi e che nasce da
una collaborazione tra quest'ultimo e varie realtà europee del cosplay. Nella normale
iscrizione alla sfilata competitiva, a patto di essere compatibili col regolamento
dell'ECG, sarà possibile indicare la propria disponibilità a partecipare anche alla
selezione, che avverrà unicamente nella giornata di sabato. Saranno selezionati un
singolo e un gruppo che concorreranno all'ECG nel 2011 come rappresentanti
dell'Italia con un viaggio spesato. La decisione sarà ad opera del delegato del Japan
Expo col supporto della normale giuria di Lucca Cosplay. I partecipanti sfileranno
comunque nel contesto di Lucca Cosplay e potranno essere premiati nel normale
ambito della gara. Torna anche il Lucca Movie & Cosplay 2, concorso dedicato ai
video in cosplay. La formula è la stessa dello scorso anno, così come il tema del
concorso e sarà possibile consegnare scheda di partecipazione e film iscritto entro il
22 ottobre. La premiazione avverrà durante Lucca Comics & Games 2010. La città
intanto si sta già preparando a questo avvenimento che, come consueto, riempirà le
strade di colori e di allegria.

LA SANITA' NELLA VALLE DEL SERCHIO

Ecco quanto ci ha rilasciato Giulio Fiorentini, attento cittadino di Fornaci di Barga,


sia per quanto riguarda le strutture ospedaliere, ma anche più in generale sulla qualità
della vita dei suoi concittadini. Infatti è proprio da Giulio che spesso si vengono a
conoscere gli aspetti più reconditi di queste contrade, ma anche le ipotesi per
migliorare i sevizi e per rendere la Valle sempre più accogliente. Questo intervento
verte, ancora una volta sulla Sanità, in un momento in cui si è riacceso il dibattito
sull'Ospedale Unico della Valle. Ma in attesa che questa struttura si concretizzi,
occorre un occhio di riguardo per l'esistente. Ma lasciamo la parola a Giulio
Fiorentini: «Dal primo di ottobre il dott. Daniele Bernardi è andato in pensione. Era
primario dei reparti unificati di Cardiologia degli Ospedali San Francesco di Barga e
Santa Croce di Castelnuovo Garfagnana. È stato promotore e organizzatore del
reparto di Cardiologia prima a Barga, poi a Castelnuovo, facendoli divenire di fatto
un reparto unico, fiore all'occhiello della nostra area d'utenza, con uno staff
infermieristico fantastico e professionalmente preparato. Lo ringraziamo ricordandolo
per la sua grande umanità e scrupolosità nelle sue diagnosi mediche, scrupolosità che
ha salvato numerose vite umane; gli auguriamo pertanto il meritato riposo. Spesso
sulla televisione sentiamo parlare di Malasanità, ma mai o di rado si parla a favore di
quanto funziona bene. Questo non fa notizia. Ci sono anche dei bravi medici che in
strutture pubbliche e nell'ombra svolgono con coscienza il proprio lavoro.

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Ringraziamo altresì il responsabile dell'ASL2 di Lucca per aver provveduto a


ricoprire il posto lasciato dal dott. Daniele Bernardi con il cardiologo dott. Emilio
Paolini, già operante all'interno dei due reparti unificati di Cardiologia, con elevata
responsabilità. Prima della nomine non nascondevamo la nostra preoccupazione, ma
conoscendo il valore del designato, siamo lieti della sua nomina a responsabile pro
tempore con le stesse prerogative di primario. Giusto era che l'utenza della Valle
fosse informata e cessasse così di preoccuparsi. Con la fiducia incondizionata della
popolazione auguriamo al dott. Paolini un buon proseguimento di lavoro in un reparto
tanto delicato come la Cardiologia.»

UN POMERIGGIO DEDICATO A PIERO

LUCCA- Un intero pomeriggio letterario è stato dedicato dal circolo culturale “il
soffio” ad uno dei suoi fondatori, il poeta paracadutista Piero Cervetti. Di fronte ad un
folto pubblico, nella sala della Casermetta Santa Maria si è svolta la premiazione del
concorso internazionale di poesia a lui dedicato che è giunto alla sua III edizione. La
poetessa Grazia Maria Tordi, che fu candidata al Nobel per la Letteratura nel 2007, ha
ricordato la figura di Piero, come amico e come conterraneo. Ha poi letto alcune delle
sue liriche. I vincitori del concorso sono stati: primo classificato, Giovanni Pacini di
Firenze con “Dalle terme di Jean Varraud”; secondo classificato, Fiorella Defons di
Lucca con “Aspettando il passaggio del sole”; terzi ex equo, Maurizio Alberto
Molinari di Noviglio con “L'albero senza Piani” e Mirco Nannizzi di Lucca con la
poesia in dialetto lucchese “La depression”. I vincitori e i dieci finalisti hanno
ricevuto in dono una copia dell'Antologia che contiene tutte le poesie dei partecipanti.
Le tre Antologie del premio possono essere sfogliate, e anche comperate, presso il
sito www.lulu.com.L'appuntamento è all'anno prossimo per la IV edizione del
premio.

DANIELE BABBINI

LUCCA - Indubbia la valenza della programmazione letteraria che la Cesareviviani


ha scelto per questo calendario del Settembre Lucchese. Oltre alle due conferenze
programmate, cinque testi sono stati proposti: “Puccini per amico” di Mario Fedrigo
(Costa Editore), “Il Terrorismo” di Antonella Colonna Vilasi (Mursia Editore), “Islam
Fascismo Nazismo” di Alberto Rosselli (Solfanelli Editore), “Amaro” (Prospettiva
Editrice) di Mario Rocchi e “L'assetato stupore” (Edizioni Clandestine) di Daniele
Babbini che mercoledì 13 ottobre, alle ore 17.00, presso la Casermetta Porta Santa
Maria delle Mura Urbane sarà presentato con l'introduzione tenuta dal poeta lucchese
Daniele Marchi.
Daniele Babbini nasce a Carrara l’11 dicembre 1976. Ama definirsi autore di canzoni

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e neofita della poesia. Musica e poesia: un binomio indissolubile nel processo


creativo di Daniele che si avvicina maggiormente a quel regno del possibile che è la
poesia con “L’ombra dell’anima”, pubblicato da La Versiliana Editrice. Opera prima
dove i suoi componimenti assumono la forma di appunti e schizzi sulla tela del
quotidiano, istantanee, stati d’animo impressi su carta prima che si volatilizzino.
Esce di seguito la sua seconda raccolta di poesie dal titolo “Il violino del diavolo”
pubblicato da Edizioni Clandestine. L’introduzione di questo libro è stata scritta da
Andrea Salieri (noto autore tra gli altri dei romanzi “L’urlo” e “L’omicidio
Berlusconi”), la copertina è un dipinto realizzato appositamente da Paolo Cossi
(vincitore del premio Albertarelli 2004 come miglior fumettista italiano).
Il ritorno alla musica coincide con l'inizio delle registrazioni del suo primo album,
anticipato dall'uscita del singolo “Lo psicanalista” uscito nel febbraio 2007 e “Pane
Caldo” uscito come singolo nel febbraio 2008 e finito in programmazione radiofonica
nazionale. Una delle canzoni di Daniele, dal titolo “Libero Barabba” ha dato il nome
ad una campagna internazionale di sensibilizzazione contro la pena di morte
sostenuta da Edizioni Clandestine e da novembre 2007 viene trasmesso da RAI Radio
1. Per tutta l’estate 2008 Daniele è stato il supporter ufficiale del tour nazionale di
Gatto Panceri, con il quale è nata una sincera collaborazione artistica che li ha portati
a scrivere insieme due brani per l’album di Daniele. Nell'aprile 2009 è uscito il suo
album dal titolo “Sono Cose Che Succedono” prodotto dalla One E Music di Gianni
Errera e distribuito in tutta Italia da EMI. “Il singolo Precario” pubblicato proprio il
primo maggio, il cui video (o Photo-Clip) per la regia dello stesso Daniele, entra in
programmazione su Music Box. Primo caso di video fotografico in programmazione
televisiva. Nel settembre 2009 ottiene il Disco d’Oro per il singolo “Meglio Solo”.
Il 12 settembre 2009 Daniele viene nominato Ambasciatore dei Diritti Umani nel
corso del gran concerto per la Difesa dei Diritti Umani al PalaFiuggi.
A novembre 2009 esce per Edizioni Clandestine la sua terza raccolta di poesie, quella
che andiamo a presentare alla Casermetta, dal titolo “L’Assetato Stupore”, che
ancora inedita ha ricevuto un premio speciale al “Premio Autore 2009” al Salone
Internazionale del Libro di Torino e il terzo premio al “Città di New York”. Anche
questo evento fa parte del ciclo “al bridge con l'Autore” realizzato con il contributo
della Fondazione della Banca del Monte di Lucca.

NO AI VARCHI TELEMATICI, NO ALLA RIDUZIONE DELLA


ROTONDA DEL GIANNOTTI

LUCCA – Alle volte mi piace riguardare indietro nel tempo e valutare i fatti del
giorno con ciò che si proponeva nel passato. A cavallo degli anni 70/80 quando ero
segretario del Partito Radicale a Lucca, ci fu un mio impegno per una chiusura totale
della città al traffico. Questo era dovuto e giustificato dal fatto che molti residenti
ancora stavano nel certo storico e vi erano tutte le attività per una qualità della vita

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decorosa. Cioè vi erano negozi, mercati, scuole, uffici, servizi e farmacie. Ma grazie
ad una politica di sviluppo totalmente errata questa situazione che poteva permettere
l'intera chiusura del traffico urbano in tutto il centro storico, è stata del tutto stravolta.
Si è favorito l'allontanamento degli abitanti e dei negozi storici con affitti esosi, si è
trasformato le abitazioni sfitte il monolocali per turisti, si è lasciato i fondi
commerciali in mano alle catene nazionali. Si sono tolti uffici, scuole e farmacie. Si
sono messi a pagamento tutti, o quasi, gli stalli per le auto attorno alla città. E così la
città è rimasta deserta. Fuori ci sono tutti i centri commerciali, perché uno deve
venire in centro? Per prendere una multa? O per pagare un parcheggio? Dunque oggi
occorre invogliare chi viene da fuori ad entrare in città. E per invogliare occorre
creare parcheggi anche gratis, senza però stravolgere in verde esistente attorno alle
mura, ma anzi questo va protetto e incrementato. I varchi telematici servono solo a
far multe e a sconsigliare l'accesso in città. Chi propone queste cose è sull'onda degli
Attila che hanno già stravolto il tessuto cittadino. Occorre un'inversione di tendenza:
favorire i negozi legati alla nostra tradizione commerciale, incentivare la possibilità
di reperire una casa ai lucchesi, creare nuovi parcheggi gratuiti (perché non sotto il
manto verde delle mura?), far tornare in centro anche farmacie, uffici, servizi. Far
scomparire ogni idea di varco telematico e aprire una discreta videosorveglianza nelle
zone a rischio piccola criminalità.

AUTONOMIE
Si è tenuta a Firenze la Segreteria Regionale Toscana della Federazione delle
Autonomie. Presente il Coordinatore Nazionale Fulvio Depolo, sono state affrontate
molte delle tematiche che in questo momento sono particolarmente sentite dalla
categoria. Tra queste è emersa l'esigenza di una miglior formazione dei nostri
dirigenti sindacali attraverso corsi d'aggiornamento che spazino dalla contrattazione
di 2° grado alla lettura critica dei bilanci. È stato affrontato il problema del mobbing
sui posti di lavoro che, sopratutto nel Pubblico Impiego, colpisce in prevalenza il
personale femminile. Si è deciso di dedicare un'attenzione particolare alle
problematiche locali che continuativamente si presentano, gli ultimi casi in Toscana:
la riassunzione al Comune di Massa di una dipendente messa “d'ufficio” in pensione
e reintegrata da Giudice, la “testata di Viareggio”, per la quale la polizia locale di
Viareggio ha indetto uno sciopero per la prossima settimana. Riguardo
all'organizzazione della struttura, il Commissario Nazionale ha espresso il proprio
compiacimento per il lavoro da tutti svolto e ha aggiornato i partecipanti sulle ultime
notizie che riguardano la rappresentatività, che sarà legata al prossimo conteggio
degli iscritti e alla nuova suddivisione dei comparti. Con un po' di disappunto è stata
accolta la notizia dello slittamento delle elezioni delle RSU, anche perché alcune
realtà avevano già iniziato ad attivarsi per questa scadenza. È stata altresì annunziata
ufficialmente la separazione con il Sulpm, con il quale però resta in vigore un

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protocollo di buon vicinato e sostegno reciproco in caso d'elezioni. Adesso, dopo una
fase ricognitiva per quanto riguarda gli iscritti e le RSU elette nel 2007, la
Federazione Regionale si accinge ad effettuare un maggior radicamento sul territorio,
con la ricerca di nuovi iscritti e la presenza nelle delegazioni trattanti. Sono in corso
colloqui anche per ottenere la nostra partecipazione al tavolo delle trattative dei
dipendenti della Regione Toscana. Anticipazioni anche su una futura maggior
autonomia sindacale dei nostri lavoratori delle Polizie Locali. La prossima Segreteria
si terrà a Massa prima della fine dell'anno.

LUCCA E L’EUROPA - UN’IDEA DI MEDIOEVO

LUCCA – Il periodo contrassegnato dalle varie manifestazioni culturali legate al


settembre lucchese, ha quest'anno visto una mostra-evento d'eccezione presso la sede
della Fondazione Ragghianti: “Lucca e l’Europa. Un’idea di Medioevo (V-XI
secolo)”. La mostra è stata organizzata in occasione delle celebrazioni per il
centenario dalla nascita di Carlo Ludovico Ragghianti e resterà aperta fino al 9
gennaio. Trattasi di un’ attenta selezione di oltre cento opere prodotte dal V all’XI
secolo, organizzate in undici sezioni, che esamina la creatività artistica lucchese
attraverso congrui riferimenti al contesto storico e culturale europeo. Un interessante
percorso espositivo dove l’opera d’arte - come Ragghianti ha insegnato nei suoi
scritti - è esaminata in relazione dinamica con i fenomeni coevi secondo una
metodologia che osserva criticamente i materiali raccolti e presentati senza giudizi
preconfezionati. La mostra evento si avvale anche di recenti studi sulle tipologie
decorative e sul loro retroterra intellettuale e culturale. Da segnalare la sezione dei
preziosi manufatti in avorio, materiale pregiato e raro destinato alle più raffinate
produzioni nell’arte tardo-antica; tra questi spiccano per la loro pregiata e ricercata
fattura la pisside in avorio proveniente dal Museo Civico di Livorno, il Dittico del
480 commissionato dal console Basilio e il Dittico consolare di Aerobindo del VI
secolo. Da questi importanti capolavori si coglie con chiarezza la nuova e diversa
dimensione creativa dell’arte tardo-antica, sotto la cui spinta tramonta l’estetica
classica. È presente anche una straordinaria raccolta di sculture in pietra: capitelli,

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architravi, transenne, colonne, pilastrini e timpani che, nell’insieme, documentano


l'evoluzione della decorazione architettonica dal VII al X secolo entro il suo contesto
intellettuale e culturale. Raffinati esempi ne sono la lastra con croce di Aquilea
(Lucca), il pilastrino proveniente dal Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna di
Arezzo e le lastre dell’antica cattedrale di Torino. La mostra si conclude con
testimonianze artistiche appartenenti agli anni di passaggio tra XI e XII secolo:
codici, sculture e monete che alludono in forma sintetica alla nascita della civiltà
comunale lucchese. Un rarissimo bronzo raffigurante un leone con volto umano ci
proietta poi idealmente verso la realizzazione di una futura mostra, che illustrerà lo
svolgimento dell’arte lucchese nei secoli centrali del Romanico (XII- XIII secolo). Il
percorso espositivo prosegue idealmente nella quattrocentesca Villa Guinigi sede del
Museo Nazionale quasi adiacente topograficamente alla Fondazione Ragghianti. Il
Museo ospita infatti una ricchissima collezione di reperti valorizzata da un recente
nuovo allestimento che ha coinvolto tutta la propria sezione medievale e il risultato è
stato giudicato estremamente positivo dai visitatori.

LA TESTATA

VIAREGGIO - Lo sciopero della polizia municipale indetto unitariamente da tutte le


sigle, ha avuto una partecipazione altissima. Il presidio davanti al Municipio, peraltro
tenuto in modo civilissimo come si conviene a dei tutori dell’ordine, è stato
accompagnato da due cartelli affissi al muro, che richiamavano il principio se
vogliamo banale, ma non troppo, che la legge è uguale per tutti. L’unico
dell’amministrazione che è andato a parlare con gli agenti presenti, il sindaco era a
Pisa a riceve re la salma di Franceschi, è stato il direttore generale Edoardo Rivola,
che ha proposto una convocazione delle Rsu per discutere vari punti, in cambio della
revoca dello stato d’agitazione; ma evidentemente non ha parlato formalmente con le
persone giuste perché ieri pomeriggio la Rsu ha detto di non saperne nulla, infatti lo
stato d’agitazione continua. La protesta degli agenti riguarda quattro punti precisi: in
primis la richiesta di revoca dell’assessore Mario Ratti, coinvolto nella nota bagarre
del 18 agosto con un agente nello svolgimento delle sue funzioni; la soluzione dei
problemi esistenti al comando e nei rapporti con ufficiali e vigili; gli impegni sul caso
Ratti presi dal Sindaco e non mantenuti; e poi questioni annose che erano quelle
proposte ieri per riaprire la trattativa. E cioè: nuova sede del comando della polizia
municipale; dotazione organica; trasformazione dei vigili part-time in full-time;
regolamento della PM; destinazione chiara dei proventi delle sanzioni
amministrative. Profondo comunque il malumore tra i lavoratori della PM presenti
davanti al municipio: hanno ricordato i problemi della disorganizzazione del corpo,
l’aumento degli agenti destinati al servizio in ufficio rispetto a quelli in azione sul
territorio, gli scontri per il trasferimento di incarichi e mansioni, tutte questioni
irrisolte da tempo rivolte al comandante Vincenzo Strippoli.

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LIVORNO MODENA

Il tema delle infrastrutture, e tra queste il collegamento con Modena, è stato l’oggetto
di un convegno tenutosi all'inizio dell'anno presso la sede della Camera di
Commercio di Modena. L’iniziativa si colloca tra i programmi frutto dell’intensa
azione sinergica avviata dalle Camere di Commercio di Modena, Reggio Emilia,
Lucca, Livorno e Pisa su tale tema, tenuto conto che i rispettivi territori presentano
problematiche comuni. Nel corso della giornata sono stati approfonditi gli aspetti
correlati alla realizzazione di un’arteria di collegamento tra le diverse realtà
territoriali, opportunità di sviluppo e crescita per tutti i sistemi economici interessati.
Nell’occasione il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sen. Altero Matteoli ha
tenuto uno specifico intervento, unitamente ai Presidenti delle Camere di Commercio
coinvolte. L'ipotesi di un collegamento autostradale tra Lucca e Modena, che
sembrava accantonato dopo che si era parlato del Tambura, è tornato così d'attualità,
dopo che, sia il ministro Matteoli che gli Enti modenesi, hanno espresso il proprio
parere positivo ad approfondire di nuovo l'argomento. Tra breve si riparlerà
approfonditamente del progetto e sono previste alcune varianti nella progettazione sì
che potremo parlare di Livorno Modena, dato che la strada si collegherebbe
direttamente alla Livorno Sestri Levante (A12). Nel XVIII secolo, quando i duchi di
Modena vollero la Via Vandelli, per collegare la capitale del loro stato al mar Ligure,
la Repubblica di Lucca si agganciò al progetto attraverso la “variante del Broglio”.
Altrettanta lungimiranza, nello stesso secolo, lo stato lucchese la ebbe nel connettersi
alla nuova strada Giardini-Ximenes, che rendendo carrozzabile il passo dell'Abetone,
pose la media val di Serchio e Lucca sulla via principale tra la Padania centro-
orientale e il porto di Livorno. Questo ruolo di Lucca fu riconosciuto nel secolo
seguente dal nuovo stato nazionale italiano. Ebbene gran parte della vecchia Statale
del Brennero è divenuta oggi autostrada. Stranamente però questa autostrada si
interrompe a Modena. Da lì a Livorno il progetto non è mai stato completato.
Tornando al collegamento con Modena, è giusto ricordare che questo progetto di
massima è sorto da quello che fu depositato da Berlusconi presso la Comunità
Europea, e che nel 2000 fu presentato pubblicamente a Castelnuovo Garfagnana
dall’ing. Moutier, nella sala del Parco delle Alpi Apuane, presenti e favorevoli anche
alcuni Sindaci di giunte di sinistra del modenese. Tutto questo spinge ad ulteriori
riflessioni. Diverse decine d’anni fa fu presentato un progetto di viabilità
autostradale da Lucca a Modena da parte dell’Associazione Industriali (che auspicava
nuovi collegamenti per lo sviluppo economico della provincia) e della SALT, ma
questo progetto si attirò un’alzata generale di scudi - cittadini, politici e ambientalisti
- poiché era veramente irrispettoso dell’ambiente essendo stato concepito su un
modello autostradale assai discutibile, sul tipo della bretella autostradale Viareggio-
Lucca. Passarono gli anni ed emerse un nuovo progetto più attento all’ambiente e per

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la maggior parte del proprio tracciato in galleria (circa l’80%). Questo ebbe fin
dall’inizio un seppur timido consenso da parte di molti e, il percorso probabile fu
presentato anche al Parlamento Europeo. Questo progetto di massima fu inoltre, come
già detto, nel 2000 illustrato dall’ing. Moutier a Castelnuovo Garfagnana in
un’affollata riunione alla quale parteciparono anche amministratori del modenese.
Questo tracciato diverrebbe parte integrante di una delle più importanti autostrade
europee previste: l’asse Berlino-Palermo. Si andrebbe a collegare il nord d’Europa a
tutto il versante tirrenico, con importanti ricadute per le nostre aziende e, per quelle
dell’Europa settentrionale che potrebbero così scegliere anche gli scali marittimi
tirrenici e, cesserebbero d’essere obbligate ad usare quelli dell’Adriatico come oggi
succede. L’altro beneficio, più locale, secondario e di riflesso, riguarderebbe
l’alleggerimento del transito lungo la Valle del Serchio – viabilità troppo spesso
ingolfata da traffico pesante e dai pendolari e servita da una vetusta rete ferroviaria.
Allora, secondo Matteoli, se ne riparlerà a breve, intanto già ha anticipato alcune
varianti nel percorso, sì che da oggi potremo parlare della Livorno Modena.

INUYASHA DAY

- Kagome e Inuyasha -

LUCCA - Il 30 ottobre a Lucca Comics si celebrerà l’Inuyasha Day al quale tutti fans
di Inuyasha potranno partecipare. Già sono aperte le iscrizioni per la sfilata
competitiva dell'evento tutto ispirato al celebre mezzo demone di Rumiko Takahashi
del quale saranno prossimamente programmati gli episodi finali (Inuyasha: The Final
Act) sull’emittente MTV. Intanto fans da tutta Italia si riuniranno a Lucca per
partecipare a giochi, sfide e a una carrellata di animazioni dell’Inuyasha Day che è
stato organizzato da Dynit e Starbright in collaborazione con MTV, e con la casa
editrice di fumetti StarComics e Viz Media Europe. Questo evento si terrà nel
contesto del Lucca Comics & Games. Nel corso della giornata gli appassionati di
Inuyasha potranno assistere alla proiezione di due episodi della tanto attesa ultima

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serie, sfidarsi in una gara di cosplay e partecipare a giochi per vincere premi esclusivi
in arrivo direttamente dal Giappone, tra questi un disegno originale firmato
dall’autrice del fumetto Rumiko Takahashi. All’interno degli stand di Dynit e
StarComics sarà realizzata una speciale postazione Inuyasha con le ultime collezioni
di DVD e manga. Il manga di Inuyasha, edito in Italia da StarComics, secondo i
responsabili ha venduto oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo, mentre l’anime,
composto da 167 episodi è stato trasmesso ciclicamente su MTV a partire dal 2001 ed
è, a oggi, uno tra i programmi di maggior successo sull’emittente. Inuyasha, racconta
le avventure di Kagome, una ragazza forte e compassionevole, oltre che molto
affascinante, che scopre di poter viaggiare tra il presente e il periodo Sengoku,
un’epoca di turbolenze interne in Giappone datata circa 500 anni fa, attraverso il
pozzo del santuario vicino casa. Trascinata in un altro tempo, Kagome si trova
coinvolta insieme ad Inuyasha, protagonista maschile della storia, mezzo demone e
mezzo umano, nella ricerca di una potente pietra sacra. Mentre molti nemici
cercheranno di ostacolare i due nel loro cammino verso il successo, Kagome scoprirà
di avere poteri sconosciuti dentro di sè e Inuyasha svilupperà forti sentimenti verso di
lei. L’appuntamento allora per tutti è i fans è per il 30 ottobre alle ore 12.00 all’Area
Palco Baluardo S. Paolino del Lucca Comics & Games dove si terrà l'evento
Inuyasha Cosplay! Questo e molto altro ancora all'edizione 2010 di Lucca Comics.
GRAZIA MARIA TORDI
LUCCA - Mercoledì 20 ottobre alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" organizza una
conferenza dal titolo "Dalle Antologie alla candidatura al Nobel" che sarà tenuta
dalla poetessa Grazia Maria Tordi. Poetessa, saggista e narratrice, laureata in Lingue
e Letterature straniere presso l'Università di Pisa, Grazia Maria Tordi, di antica
famiglia fior entina (Amanda Franchi nel celebre romanzo-dossier "Ho venduto
l'anima a Dio"), è considerata un'artista completa. Ha conseguito prestigiosi
riconoscimenti in tutti e tre i generi letterari in cui si è cimentata. Paroliere e poeta,
iscritta alla S.I.A.E., è autrice del pregevole CD "Le canzoni di Grazia Maria Tordi"-
Napoli festival, prodotto da Megaride-Napoli e distribuito da A.N.A.C.M./A. C. E. U.
Presente in alcune antologie scolastiche e dizionari, vari suoi testi poetici sono stati
tradotti in diverse lingue straniere. E' stata candidata ufficiale Nobel 2007 per la
Letteratura, ottenendo anche il Premio alla Carriera. Le sono stati inoltre conferiti il
"I International Award Fan-club Andrea Bocelli" e l'Investitura dei Cavalieri di San
Michele e San Giorgio per l'alta qualità e l'impegno sociale della sua opera artistica.
Recentemente ha ottenuto la massima onorificenza "Custos primi Salomonis sigilli-
Primum Praemium omnium gentium Salomonis sigillum MMVIII", oltre al I Premio
Internazionale "Associazione Italiana Amici del Marocco", e alla Medaglia di Gran
Croce. Tra i più rilevanti conferimenti ottenuti nel corso del 2009, da segnalare
l'Onorificenza "VI Honoris Magna Fibula Custodes Ordinis Salomonis Sigilli
MMIX", da parte del comm. Bogazzi dott. Enzo, Presidente dell'Associazione

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Culturale "InterArt" di Carrara-Avenza (MS), premiazione avvenuta alla presenza del


Console del Marocco. La conferenza è inserita nel calendario delle manifestazioni
culturali del Settembre Lucchese e fa parte del ciclo "al bridge con l'Autore"
realizzato con il contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca e con il
patrocinio del Comune di Lucca.

DISFIDA POETICA DIALETTALE – ULTIMO ROUND IL 23 OTTOBRE A


BORGO A BUGGIANO

Quest'anno la Disfida poetica organizzata dalla Cesareviviani ha visto non solo le


squadre di Lucca e di Pisa cimentarsi in rima, ma è stata allargata anche alla
componente dialettale livornese. L'anno passato gli incontri/scontri che sancirono la
vittoria della squadra lucchese, si tennero a Lucca, presso la Casermetta Santa Maria,
a Calci presso il Circolo Acli e a Borgo a Buggiano, ove fu giocata la bella tra le due
squadre, al teatro polisala Gambrinus.
La disfida 2010 è iniziata a Calci il 5 di agosto al circolo Acli, è proseguita a Lucca
presso la sala della Pro Loco di Pontetetto il 23 agosto, poi a Livorno il 7 settembre
presso l’ex cinema Aurora. Le tre squadre toscane hanno vinto un round a testa,
pertanto il gran finale, questa volta decisivo, si terrà al Gambrinus di Borgo a
Buggiano sabato 23 ottobre alle ore 21.00. Se l'anno passato fu la squadra lucchese a
vincere la Disfida, quest'anno la stessa squadra ha dovuto vedersela con due
compagini poetiche veramente agguerrite. Questa manifestazione sta lasciando un
buon ricordo sotto molteplici aspetti: il pubblico numeroso e attento è stato
veramente divertito dall'umorismo dialettale che sgorga dai poeti toscani, i
partecipanti hanno potuto conoscersi e anche se provenienti da realtà cittadine e
culturali diverse, socializzare assieme, inoltre l'associazionismo ha trovato nuovi
punti d'incontro. Sarà previsto un Trofeo per la squadra vincitrice (Trofeo COOP
Borgo a Buggiano), Premio Speciale per lo sketch più brillante, Premio Speciale per
il miglior attore dialettale. La squadra dei pisani, allestita da Mario Pellegrini, sarà
così composta: Luciano Testai, Diana Meini e Franca Nieri. La squadra lucchese sarà
composta da Lucia Fanucchi, Gavorchio (Domenico Bertuccelli) Giovanni
Giangrandi, riserva Renzo Tori. Quella livornese allestita da Gianfranco Cara vedrà:
Tarabella Luciano, Volterrani Ermanno, Citernesi Loretta, riserva Migliani Francesca.
Sileno Lavorini sarà l'organizzatore del gran finale al Gambrinus, ultimo round della
della disfida poetica. Condurranno l'evento: Marco Vignolo Gargini, Aldo Baiocchi e
Vittorio Baccelli. Stavolta registi in panchina saranno Sileno Lavorini e Gianfranco
Cara. Collaborano quest'anno con la Cesareviviani per la realizzazione dell'evento:
Circolo culturale "il soffio", Pacific Western University Alumni, Circolo Sportivo del
Bridge di Lucca, i Vegliarini, Pro Loco Buggiano, i Comuni di Calci, Buggiano.
L’idea della disfida poetica dialettale tra compagini toscane, nacque quasi per gioco
nel 2008 nella sala dell’Autorità di Bacino del fiume Serchio, mentre l’associazione

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pagine libere cinque vittorio baccelli

Cesare Viviani stava presentando l’Antologia annuale dei propri autori. Era sorto un
dibattito tra i soci e il vicesindaco Giovanni Pierami, e dal dibattito nacque l’idea
della disfida. Così la partita fu giocata sul serio, si allargò e assunse periodicità
annuale. Collaborano quest'anno con la Cesareviviani per la realizzazione dell'evento:
Associazione Culturale Toscana Quello che c'è in Toscana, Circolo culturale "il
soffio", Pacific Western University Alumni, Circolo Sportivo del Bridge di Lucca,
Circolo ACLI Calci (PI) “G. Fascetti”, Poesie a veglia, i Vegliarini, Associazione
Umbrina, Associazione Borgo nel Cuore, Pro Loco Buggiano Toscana, Pro Loco
Pontetetto, Calci.it, e i Comuni di Calci e Buggiano. Non resta dunque che dare il via
all'ultimo round della disfida, triangolare di quest'anno, con l'augurio che vinca il
migliore!

VIOLA GRIDELLINO

LUCCA – Per il ciclo letterario “al bridge con l'Autore” patrocinato dal Comune di
Lucca, mercoledì 27 ottobre, alle ore 17.00, presso la Casermetta Porta Santa Maria
delle Mura Urbane, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" organizza la
presentazione della raccolta di poesie "Viola gridellino" di Eliana Favilla, pubblicata
nel 2010 per “Le mimose”, Pontedera (PI). Viola gridellino è una tonalità tra il grigio
e il rosa, un viola pallido che, come titolo, ben rappresenta il filo conduttore
dell’ultima raccolta poetica di Eliana Favilla, teso tra una prima parte dedicata al
grigio della cementificazione incombente e una seconda parte consacrata al rosa della
nascita di una bambina, la nipote dell’autrice. Il contrasto cromatico riflette questo
stato d’animo misto di desolazione e speranza, la desolazione di una natura assediata
e oppressa dall’opera devastatrice dell’uomo, con i suoi ecomostri, e la speranza di
una nuova vita che si apre al mondo rinnovando l’attesa di una civiltà benigna, più
armonica e rispettosa dell’ambiente. Eliana Favilla, partendo dal proprio osservatorio,
difende il suo amore per le piante, i fiori, per il mondo vegetale in genere contro
l’indifferenza e la crudeltà senza colore e calore di chi sacrifica il verde e innalza un
canto di morte fatto di ruspe, cemento, asfalto. Manca l’ossigeno in questo ultimo
panorama contemporaneo e l’unica risorsa, quasi evocatrice, è la parola poetica che
chiama a raccolta e fa respirare ad uno ad uno i nomi delle creature superstiti, in
perenne sfida con il tentativo di sterminio della natura praticato da chi ha perso la
conoscenza e il valore di questi nomi. Viola gridellino è divisa in tre sezioni, “Grigio
medio”, “Rosa intenso” e “Chiaro e scuro”, la terza, a detta dell’autrice, è
un’appendice al di fuori di questa “contesa” tra il grigio della morte della natura e il
rosa della vita appena sbocciata. Questa raccolta di Eliana Favilla, edita per i tipi
della casa editrice Le mimose di Pontedera, è la quinta in ordine di tempo, dopo
L’erba delle rondini (2004), Il tempo del Liocorno (2005), Intimo golfo (2005) e
Fiore di nulla (2008), pubblicate per le Edizioni Del Cerro. Poetessa raffinata e
vincitrice di numerosi premi, Eliana Favilla è nata e vive a Lucca, dove ha insegnato
lingua e letteratura inglese. L'introduzione a questo pomeriggio poetico e le letture

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saranno a cura di Marco Vignolo Gargini, gli interventi critici a cura di Pierluigi
Scatena, sarà presente l'autrice. La rassegna è organizzata con il contributo della
Fondazione della Banca del Monte di Lucca. L'ingresso è libero.

BEHIND THE BROTHERHOOD - L’ARTE DI ASSASSIN'S CREED

In anteprima assoluta in Italia il Lu.C.C.A. espone quaranta opere per scoprire ciò che
sta dietro al famoso videogioco di Ubisoft. Un salto indietro nel tempo nella Roma
antica, al seguito del maestro della setta degli Assassini, per svelare i luoghi e le
avventure del nuovo episodio di Assassin's Creed. In occasione di Lucca Comics &
Games 2010, il Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art spalanca le porte a
Ezio Auditore, il protagonista del celebre videogioco di Ubisoft, per far conoscere in
anteprima in Italia le nuove ambientazioni e i nuovi personaggi della saga più amata e
attesa dai giocatori. Allestita nel primo e secondo piano del museo lucchese, è fruibile
la mostra Behind the Brotherhood. L'arte di Assassin's Creed, fino al 10 novembre,
realizzata in co-produzione con Ubisoft S.p.A. e Lucca Comics & Games, che espone
quaranta opere realizzate in digitale dagli illustratori di Ubisoft. Un’altra sfida
lanciata da Lucca Games e raccolta dal Lucca Center of Contemporary Art. Il
progetto espositivo abbracciato dal museo si inserisce nel decennale percorso
intrapreso dalla sezione dedicata al gioco e alla fantasy della rassegna internazionale
di Lucca che negli anni è passata dalla game art all’elaborazione della concept art per
il cinema. L’elaborazione di un immaginario figurativo che catapulta l’opera
multimediale interattiva nel patrimonio artistico della Toscana e dell’Italia
rinascimentale declinandola in quella peculiare chiave fantasy che ha fatto di Lucca

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pagine libere cinque vittorio baccelli

Games una delle manifestazioni di cultura giovanile più amate del mondo. La mostra
“Behind the Brotherhood. L'arte di Assassin's Creed” vede sette illustratori, Donglu
Yu, Gilles Belloeil, Martin Deschambault, Pascal Barriault, Oliver Martin, Patrick
Lambert e Vincent Gaigneux per le quaranta opere che creano un avvincente percorso
all'interno dei due piani espositivi. Il videogioco diviene così a pieno titolo uno degli
aspetti della cultura contemporanea, già l'anno passato con il videogioco Darksiders
di Madureira, era avvenuto questo interessante passaggio, oggi nuovamente
convalidato anche grazie all'integrazione del Museo lucchese.

IL BEAT AMERICANO SBARCA A LUCCA

Mr. Natural

LUCCA – Finalmente dopo Darwin ecco che la rassegna lucchese ha voluto ricordare
il movimento beat che dette il via a tutto l'underground, e non solo a quello
americano. Così ampio spazio è stato dedicato a a tutti quei disegnatori che in quei
colorati anni crearono dal nulla tutta una serie di riviste che furono dette giovanili e
che poi influenzarono la grafica di tutti quei movimenti che furono definiti di
contestazione creativa. Era il 1966 quando il Salone dei Comics sbarcò a Lucca e in
quegli anni era attivo proprio in città il movimento Beatnick C.13, che già da quegli
autori a piene mani attingeva anche nelle grafiche. In Palazzo Ducale, sono in mostra
immagini e argomenti trattati dai fumetti di quel periodo, che con un uso talvolta
caricaturale o grottesco di sesso, horror, psichedelia e rock n' roll, a partire dalla metà
degli anni sessanta, nell'America benpensante e perbenista, stretta tra i Kennedy e il
Viet-Nam, tentarono di minare alla base la cultura ufficiale e provarono a creare
un'alternativa giovanile globale. Nacque così un movimento multidisciplinare che fu
chiamato di controcultura, che partendo dalla California, a Berkeley tra gli
universitari, giunse a San Francisco, a Los Angeles, sfociando poi nel Village di New
York, e infine si diffuse anche in Europa partendo da Londra. Disegni contro la
guerra, contro il razzismo, a favore del femminismo, della libertà sessuale e
spirituale, della psichedelia.

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Sono così esposti albi con i disegni dei famosi Robert Crumb, Gilbert Shelton,
Richard Corben e Art Spiegelman, insieme ad altri meno conosciuti, che hanno però
contribuito a far imboccare una strada del tutto nuova al fumetto, non solo per le
tematiche affrontate ma anche per un segno e una grafica che rappresentarono una
vera novità, dagli attributi sessuali spiattellati in copertina all'ironica interpretazione
dei fumetti della Disney. Da ammirare ancor oggi con attenzione i disegni di Crumb
di “Mr. Natural” e “Fritz il Gatto”, e di Shelton gli esilaranti “Freak Brothers”.

PRIMO GIORNO A LUCCA COMICS


Fin dal primo giorno d'apertura, Lucca ce lo fa con forza sapere: è la madre di tutti i
festival, è la capitale mondiale del fumetto nell'era della globalizzazione, ombelico e
origine del grande circo vagante degli addetti ai lavori, appassionati, curiosi o
soltanto passanti del mondo delle nuvole parlanti. Da oggi e fino a lunedì si torna a
celebrare il rito annuale di Lucca Comics & Games, e pensare che tutto iniziò a
Bordighera nel lontano 1965 con la Comic Art di Rinaldo Traini. Ne è passata di
acqua sotto i ponti e la fiera, festa, kermesse, si è trasportata a Lucca l'anno
successivo per ripetersi ciclicamente come mostra, e dall'anno passato anche come
festival. Ma per noi lucchesi rimarrà sempre nel cuore come il Salone dei Comics”. E
subito a migliaia i visitatori e i primi cosplay sono a giro per il centro. Ma questo è
ancora nulla, da domani confusione da capogiro, in questi giorni, fino a lunedì
compreso, di immersione nel fumetto e in tutto quello che gli gira attorno. E non è
esatto affermare che tutto quello che gli gira attorno, come eventi, spettacolo, gadget,
giochi, musica, tornei e gare in costume di piccoli, grandi e super eroi, abbia preso il
sopravvento. Il fumetto, quello vero, di carta, degli albi e dei giornalini conosce un
suo stabile spazio, nel cuore dei più in su con gli anni, all'insegna della nostalgia e,
nei giovani che lo integrano con rete, blog, tivù, DVD, DVX, telefonini, gadget; è
proprio questa integrazione multimediale la chiave del suo rilancio e del suo costante
riproporsi rinnovato. E di spazio, per il vecchio e caro fumetto, ce ne sarà sempre e
comunque, nuovo e d'antiquariato, con gioia e sollievo per tutti, per gli addetti ai
lavori, per i collezionisti, per i fan ad ogni costo, per il curioso del fine settimana.
Non mancheranno comunque le novità editoriali dell'anno, già esposte negli stand
degli editori grandi e piccoli; le rarità da collezione e gli arretrati per chi si è perso
qualche cosa per strada nell'onda della nostalgia. Sono già tutte aperte le mostre
sparse nei magnifici palazzi storici della nostra città che spaziano dal beat americano
ai fumetti made in Libano. Quest'anno, come non mai, ce n'è proprio per tutti i gusti
per gli amanti delle nuvole parlanti.

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IL COMPLEANNO DI SUPER MARIO

La Nintendo per la prima volta partecipa alla rassegna lucchese. Da Grossostheim in


Germania, ove ha sede la Nintendo of Europe, è partito l'input per i festeggiamenti
del compleanno del famosissimo Super Mario. Input felicemente raccolto a
Vimercate, ove ha sede la filiale italiana dell'azienda di Kyoto, così che proprio a
Lucca Comics and Games, si stanno festeggiando i felici 25 anni di Super Mario, che
oggi rappresenta la serie di videogiochi più venduta di tutti i tempi, con oltre
240milioni di unità vendute nel mondo.
Oggi (domenica) alle 14.30 presso la sala Ingellis del padiglione Games, si svolgerà
un evento speciale che porterà Mario sul grande schermo. Andrea Babich, scrittore e
esperto di videogame, racconterà la storia di Mario, dalla nascita con l'esordio dei
primi episodi fino alle ultimissime avventure, attraverso sessioni giocate e raccontate
in sala. Un viaggio che dura da venticinque anni, e sicuramente non finisce qui.
Dunque da Lucca, tanti auguri Super Mario!

DINO LA SELVA

LUCCA - Mercoledì 3 novembre, alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
delle Mura Urbane, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" per il ciclo “al bridge
con l'Autore” organizza la presentazione dell'ultimo libro di Dino La Selva "Brevi
soste", Marco Del Bucchia Editore, 2010. In occasione di questo evento ci ha
dichiarato l'Autore: «Io non sono un grande poeta - forse neanche un vero poeta - e
con questa mia raccolta desidero soltanto lasciare un ricordo di me a familiari, parenti
e amici. In ordine approssimativamente cronologico, raccolgo dunque tutte le mie
poesie - belle, brutte, incomplete o zoppicanti che siano - con la speranza che, prese
nel loro insieme, possano rappresentare il mio più intimo e sincero atteggiamento nei
confronti del mondo in generale e della vita umana in particolare, in tutti i suoi

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aspetti.» Dino La Selva, è nato a Milano da genitori pugliesi, di San Marco in Lamis
sul promontorio del Gargano. Ha seguito il padre nei suoi spostamenti di lavoro in
giro per l'Italia, finché non si è stabilito a Lucca. Noto medico che per decenni ha
operato nella nostra città, non ha mai abbandonato la sua passione per la scrittura
tenendo alto il vessillo di tutti quei tanti medici che si sono impegnati con successo
anche nella letteratura. La Selva ha ottenuto recentemente lusinghieri risultati in
numerosi concorsi letterari. Al suo attivo: Fiabe di Capitanata (Firenze 1974), Lo
specchietto retrovisore (Milano 1986), San Concordio. Cronache e figure (Lucca
1997), Racconti minimi di San Marco in Lamis e dintorni (Lucca 2003), Mosaico di
paese (Lucca 2008).

PUBBLICO IMPIEGO

LUCCA – Sabato 6 novembre alle ore 10.00 presso la Casermetta Santa Maria delle
Mura Urbane si terrà un attivo del Pubblico Impiego dell'Ugl. Il tema dell'incontro è
“Nuova professionalità e servizi”, sarà infatti interessante valutare come l'avanzare
delle nuove tecnologie richiedano anche da parte del dipendente pubblico la
conoscenza delle nuove metodologie, sopratutto informatiche, che stanno alla base di
una migliore e più razionale fornitura dei servizi all'utenza. Anche sul fronte
sindacale, i dirigenti dovranno esser preparati e pronti alle nuove tecnologie al fine di
armonizzare i contatti e i confronti sia con i colleghi che con le Amministrazioni di
appartenenza. Conduce l'incontro Vittorio Baccelli, Commissario Regionale della
Federazione delle Autonomie.

CHIUSO IL SALONE

LUCCA – Tanto per i lucchesi il vecchio nome è rimasto “Salone dei Comics” e
allora perché non tornare a chiamarlo così? Comunque le nuvole parlanti anche per
quest'anno hanno chiuso i battenti ed è di rigore un piccolo bilancio. Non è stata
superata, anche se di poco, la soglia delle presenze dell'anno passato e questo è da
attribuire solo a Giove Pluvio che negli ultimi due giorni ha fatto i dispetti. Ma
l'affollamento c'è stato, e non poco, i banchi erano sempre circondati da acquirenti e
gli affari hanno galoppato, fuori e dentro gli stand. Anche gli incontri con gli editori
sono stati affollati e qualche risultato mi dicono sia stato raggiunto. Non ho capito le
richieste d'inserire il fumetto nel mondo delle arti: il fumetto è un'arte a tutto tondo
già da decenni, anche in Italia se pur in ritardo rispetto ad esempio col Giappone, ove
dalla nascita, manga e anime sono di pari dignità con la letteratura.
Ma ogni edizione ha le sue punte di qualità e di attrattiva.
Anche quest'anno la sfilata dei cosplay e la loro invasione delle strade cittadine è
stata uno dei punti forza della rassegna, anche se la pioggia ha provocato disagi.
Altra pagina da ricordare per l'edizione 2010 è stata la mostra dedicata al beat. Erano

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esposti albi con i disegni dei famosi Robert Crumb, Gilbert Shelton, Richard Corben
e Art Spiegelman, insieme ad altri meno conosciuti, che hanno però contribuito a far
imboccare una strada del tutto nuova al fumetto, non solo per le tematiche affrontate
ma anche per un segno e una grafica che rappresentarono una vera novità, dagli
attributi sessuali spiattellati in copertina all'ironica interpretazione dei fumetti della
Disney. Da ammirare ancor oggi con attenzione i disegni di Crumb di “Mr. Natural” e
“Fritz il Gatto”, e di Shelton gli esilaranti “Freak Brothers”.
L'altro punto di forza l'abbiamo trovato nel padiglione Games nello spazio Nvidia ove
venivano proiettati demo in 3D dei nuovi spettacolari giochi.
Ho voluto segnalare ciò che più ha colpito, ma sicuramente altri aspetti non sono stati
da meno, basti pensare alle tavole di Assassin's Creed proposte al Lucca Center of
Contemporary Art o alla festa dei 25 anni di Super Mario, e poi tutte le novità
editoriali esposte sui banchi, troppe per ricordarle tutte, e i numerosissimi disegnatori
presenti al lavoro...
Ma veniamo alle proposte. Gli esordienti e gli autoprodotti che erano nel padiglione
ad ingresso gratuito in piazza Grande: secondo me questa è una sezione da
valorizzare ulteriormente dandogli ancor più spazio. D'altronde è da qui che
nasceranno i nuovi disegnatori e i nuovi editori. Poi lo spazio dell'ex Campo Balilla:
non è un'area idonea, occorre ricavare uno spazio analogo in altro sito, perché non nei
pressi del Palasport? Con un “sentiero” d'accompagnamento per i visitatori. In ultimo
lascio le lamentele degli eterni scontenti: consiglio questi di recarsi altrove nei
prossimi anni nei giorni dei Comics! Perché non gite organizzate? Magari col
contributo del Salone!

ANTOLOGIA VIVIANI

LUCCA - Mercoledì 10 novembre presso la Casermetta Santa Maria delle Mura


Urbane alle ore 16.00 sarà presentata l'Antologia 2010 dei soci della Cesare Viviani.
Con interventi di: Maurizio Bassani – Luigi Damiano Battistoni – Piero Cervetti –
Bartolomeo Di Monaco – Fiorella Defons – Martino De Vita – Dr.Frame (David
Tazioli) – Dino La Selva – Giusi Piccinini – Mario Pellegrini – Grazia Maria Tordi-
Rustici – Marco Vignolo Gargini – Vittorio Baccelli – Francesco Galeota – Aldo
Baiocchi – Gian Gabriele Benedetti – Domenico Bertuccelli – Roberto Capperucci –
Luciano Testai – Diana Meini – Rolando Zucchini – Alberto Sordi – Sergio Fini –
Bianca Andreoni – Costanza Caredio – Piero Simoni – Maurizio Bassani – Domenico
Riccio – Rosy Previti – Lorena Lippi – Donatella Daini.
Anche quest'anno l'Associazione ha voluto lasciare il suo contributo fornendo ai
lettori una panoramica dei propri autori. Per il secondo anno consecutivo anche
internet ha contribuito alla redazione di questo lavoro, con alcuni autori amici su
facebook. Giunta alla sua decima edizione, l’Antologia si presenta ancora come una
raccolta che abbraccia le esperienze, la varietà e l’impegno di molte scritture diverse.

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È questa la particolarità del testo che il lettore si troverà davanti. Gli stili, le
tematiche, i generi si intrecciano formando un insieme che non sfigura affatto di
fronte ai florilegi di altre realtà associative nazionali. Ogni autore della “Cesare
Viviani” ha i propri interessi, le proprie letture, i propri specifici riferimenti letterari,
e il contributo devoluto per la formazione di questa antologia ne è un esempio
significativo. Corre l’obbligo di ricordare che la “Cesare Viviani” è una realtà che sta
per compiere diciotto anni di vita e che ormai rappresenta da tempo un sicuro
riferimento non solo per la città di Lucca, di cui è figlia, ma anche per le altre
province toscane. Riportiamo dalla prefazione: «Un’altra annotazione va aggiunta, e
riguarda lo spirito e la conduzione di tutti gli eventi della nostra associazione:
l’articolo 21 della Costituzione italiana è per noi sacro, anche se disatteso in larga
parte nelle cosiddette iniziative culturali. Stiamo parlando dell’articolo che recita
nella sua prima parte: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio
pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. La “Cesare
Viviani”, rispettosa da sempre di questo articolo e del suo più intimo significato, ha
ospitato e dato spazio a espressioni diverse, anche in contrasto tra loro, senza alcun
tipo di pregiudiziale ideologico-religiosa. L’autore che si trova a presentare la propria
opera trova così in noi la possibilità di parlare, di esporre il suo pensiero, senza
censure o trattamenti che lo mettano in difficoltà. Lo stesso tipo di presentazione
delle opere presso la “Cesare Viviani” è all’insegna della libertà e non riveste quel
carattere, ahimè, troppo spesso presente in altri contesti, che ingessa l’autore, lo
abbassa a ruolo di semplice spettatore che interviene solo alla fine, “per grazia
ricevuta”, dopo che altri hanno concluso la loro lezioncina scolastica impartita ad un
pubblico trattato come fosse un gruppo di scolaretti. La nostra associazione è ormai
ben conosciuta, anche a livello nazionale come una vera e propria scuola di lettura.
Infatti, è la lettura la vera chiave per affinare le proprie capacità letterarie. “Non
desidero conversare con una persona che abbia scritto più di quanto abbia letto”
scrive Samuel Johnson e, i nostri lettori-scrittori questo l’hanno ben compreso.»

MARIO PELLEGRINI

LUCCA – Mercoledì 10 alle ore 17.30, per il ciclo “al bridge con l'Autore”
organizzato dalla Cesareviviani, si terrà l'evento mensile delle Libere Letture che
questa volta saranno condotte da Mario Pellegrini. Pellegrini, vice Presidente della
Viviani è un calcesano doc, ex operaio di fonderia, da sempre nell'agone politico (è
stato eletto alle amministrative di Calci in una lista della sinistra radicale ed è
attualmente Assessore), ha pubblicato nel 2004 per la ETS di Pisa "D'amore e di
lotta", una raccolta di poesie a tema civile, e nel 2006 "Il sogno mancino". Mario,
detto «il Barbone» negli ambienti del dialetto pisano, continua con successo nella sua
attività di scrittore in prosa e poesia partecipando a numerosi concorsi letterari, tra
questi uno importante bandito dalla CGIL e un primo premio al primo concorso

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“Marino Matteoni” di Pontetetto. Le sue raccolte poetiche e di prosa possono essere


scaricate liberamente dalla pagina internet della Viviani e i più addentro ai lavori ci
dicono che un nuovo volume è quasi pronto per le librerie. L'impegno di questo poeta
spazia dalle problematiche legate al sociale ad una visione delle città di Lucca e Pisa,
antagoniste da sempre, ma in definitiva anche segnate da un buon vicinato. È grazie a
lui che numerosi autori lucchesi della Viviani si sono presentati con le loro opere sia a
Calci che a Pisa, ed è sempre grazie a lui che Calci si è tenuto il round pisano della
disfida dialettale tra poeti lucchesi, pisani e livornesi. Un Mario dunque tutto da
ascoltare e che nel presentare le libere letture letture dei soci, sicuramente non si
tirerà indietro anche davanti alle domande che il pubblico vorrà porgli.

LA NUOVA POLIZIA LOCALE

L'Ugl ha avviato il percorso costitutivo del nuovo sindacato di Polizia Locale.


Durante il convegno svoltosi presso la Sala Gonzaga del Comando della Polizia
Municipale di Roma, al quale erano presenti anche realtà della polizia locale della
Toscana, è emersa l’esigenza di iniziare un percorso per l’istituzione, all’interno della
Federazione Ugl delle Autonomie, di un Sindacato di categoria per la Polizia Locale.
Questa è la riflessione scaturita dalla volontà di approdare in tempi brevissimi alla
definizione di una normativa chiara, da troppo tempo auspicata per il settore Polizia
Locale. Al Convegno si è chiesto con forza uno strumento normativo che renda
possibile agli operatori della sicurezza lavorare con serenità e di concerto con altre
strutture dello Stato, muovendosi in sintonia gli uni con gli altri. Si è rilevato che lo
Stato riversa sempre maggiori deleghe in tema di sicurezza sulle autonomie locali,
con il paradosso dell’ultimo Decreto Sicurezza, dove, attraverso i prefetti, devono
essere chiamate le forze di polizia dello stato ad applicare ordinanze di sindaci. Il
territorio chiede agli operatori della Polizia Locale risposte che necessitano di
strumenti mirati e adeguati, strumenti che i lavoratori chiedono da tempo alla politica.
L’Ugl delle Autonomie vuol dare voce a queste richieste, dedicando un Sindacato di
categoria che possa sviluppare le tematiche fondamentali per il benessere degli
operatori della sicurezza e di conseguenza per i cittadini che fruiscono dei benefici di
una corretta gestione del settore. Per informazioni: Pamela Ciucci 348 9274629
Fulvio Sluga 339 7223541

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UNA COLLETTIVA FOTOGRAFICA ALLA 38

LUCCA – La Galleria 38 ha ultimamente sempre delle proposte interessanti da


mostrare. È la volta della collettiva fotografica "SHE SHOOTS or BEING SHOT" a
cura di Alessandro Romanini, che vede la partecipazione di artisti noti nel panorama
internazionale delle arti visive: Tina Winkhaus, Sarah Binotto, Eleonora Rossi,
Marina Abramovic, Vanessa Beecroft, Pattie Boyd, Marc Canter, Luca Gaddini, Eva
Sauer, Regina Josè Galindo, Filippo Brancoli Pantera, Alyssia Lazin; ospiti speciali
Nicola Quiriconi e Vip Cancro. L' inaugurazione si terrà sabato 20 alle ore 18.00. “La
femme n’existe pas” si poteva affermare parafrasando Lacan e riferendosi al
panorama artistico fino agli anni sessanta. Questo principio è stato nettamente
contraddetto a partire da quegli anni e le dinamiche completamente sovvertite negli
anni novanta quanto le artiste cominciarono ad appropriarsi in esclusiva di
determinati generi espressivi. In particolare la fotografia, prima come strumento di
documentazione di forme artistico-comportamentali (happening, performance),
successivamente come medium autonomo la fotografia si è conquistata un ruolo di
primo piano. La fotografia è uno strumento democratico ed economico, che ha
permesso alle artiste di conquistare il diritto di cittadinanza nel panorama dell’arte
aggirando quelli che già Virginia Woolf nel 1929 individuava nel suo “Una stanza
tutta per sé” come limiti strutturali per la partecipazione delle donne alla vita
creativa; limiti di ordine sociale, economico e politico. La mostra intende presentare

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un gruppo di artiste fotografe, che siano in grado dimostrare quanto variegato sia
l’universo espressivo femminile contemporaneo. In particolare viene messo in
evidenza il superamento di determinati stereotipi connessi alle forme espressive
muliebri. Il complesso delle opere dimostra il definitivo superamento
dell’atteggiamento militante contro i preconcetti patriarcali che vedeva compatto il
fronte delle artiste strutturare una feroce politica del corpo come luogo del discorso,
come scena privilegiata della rimessa in discussione dei tabù. Politica che trovava
nella performance che rinnova la dimensione liberatrice del “teatro della crudeltà” di
Antonin Artaud, l’emblema perfetto. L’affrancamento da questa dimensione militante
ha aperto ampi spazi alla pura sperimentazione estetica sempre connotata da un
plusvalore di carattere identitario e da un certo atteggiamento “deciso” e un po’
aggressivo che ha dato il titolo della mostra. L’espressione è sempre una questione di
sopravvivenza, fisica e mentale. Un altro dato certo riguarda la varietà e polimorfia di
questo specifico universo fotografico; la capacità tutta al femminile di far convivere
registri espressivi e moduli linguistici e tematici spesso, solo superficialmente,
antitetici. Estetica e politica, tradizione e innovazione, identità e morbosità. Anche a
livello tecnico troviamo una duttilità e flessibilità nell’utilizzo delle potenzialità del
medium. L’approccio espressivo maschile all’universo femminile è quasi sempre di
carattere estetico e di curiosa indagine attraverso lo strumento fotografico, di un
complesso e spesso insondabile universo. Parafrasando Francois Truffaut per fare una
bella foto è sufficiente avere una macchina fotografica e una donna. Si va dalla
fotografia istantanea, a quella tecnicamente ineccepibile, dalla cattura della realtà nel
suo scorrere all’artificialità del set passando per le forme del foto diario.
Quest’approccio libero delle artiste, privo di preconcetti tecnici e di genere è
sicuramente dovuto alla mancanza di una tradizione consolidata e dalla relativa
osservanza a quei principi che la storia stratifica in un reticolato di vincoli di genere,
tematici, rapporti con committenza e collezionismo. Un'altra mostra dunque, di buon
spessore e da non perdere, che la nostra città offre a tutti gli amanti delle arti
figurative.

DA ALIAS

Il dr. Vittorio Baccelli si è diplomato presso l’Istituto Tecnico Industriale “Enrico


Fermi” di Lucca nel 1975, fu poi allievo del prof. Guglielmo Pescetto (docente di
neuropsicologia presso l’Università di Pisa), del prof. Aldo Testa (filosofo, Università
di Urbino) e del prof. Antonio Russi (docente di Estetica alla Scuola Normale di Pisa.
Si laurea in Lettere Moderne ad indirizzo artistico all’Università di Pisa nel 1979 con
il massimo dei voti discutendo la tesi in Estetica con il prof. Antonio Russi della
Normale. Consegue poi una Libera Laurea in Scienze Umane e Sociali con il
massimo dei voti e lode discutendo una tesi sulla Dialogica con il filosofo Aldo Testa;
consegue successivamente un Master in Scienze Biomediche con la Pacific Western

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University di Los Angeles (USA). E' autore di numerose antologie di racconti


fantastici e anche di biografie di peronaggi al limite della realtà: Nikola Tesla, Johon
Titor e Luther Blissett. E' noto a tutti gli appassionati del genere fantastico per le sue
"Storie di fine millennio". La sua ultima opera antologica s'intitola
"omniaoperarotas". Le sue opere possono essere scaricate o acquistate in cartaceo da
www.lulu.com . E-mail: baccelli1@interfree.it

MARTINO DE VITA
LUCCA - Mercoledì 17 novembre alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" organizza la
presentazione di "Qualcosa scritto ad Ithaca" di Martino De Vita. Introduzione e
letture critiche a cura di Marco Vignolo Gargini. L'eneto è inserito nella rasegna “al
bridge con l'Autore, realizzata con il contributo della Fondazione della Banca del
Monte di Lucca. Martino De Vita è nato a Lucca il 9 maggio 1949, conseguito il
diploma di Ragioneria, frequenta per alcuni anni la Facoltà di Lettere presso
l'Università di Pisa. Esordisce giovanissimo come paroliere e compositore di canzoni.
Abbandonato presto questo campo, si dedica completamente alla letteratura,
occupandosi in un primo tempo di poesia per passare successivamente alla prosa con
racconti, diari e romanzi. È anche autore di lavori teatrali e di sceneggiature
cinematografiche tratte dai suoi racconti. Nel 1989 pubblica il suo primo romanzo “Il
Bimbo Nero” con la Casa Editrice Gazebo di Mariella Bettarini e Gabriella Maleti,
fondatrici della rivista fiorentina “Salvo Imprevisti”. Presentato prima a Firenze da
Daniela Marcheschi e poi a Lucca da Giampiero Neri, il libro è stato accolto dalla
critica italiana con notevole interesse. Lusinghieri apprezzamenti sono stati formulati,
infatti, da scrittori come Giuseppe Pontiggia, Stefano D’Arrigo, Giorgio Barberi-
Squarotti, Alessandro Tamburini e Paolo Ruffilli. Da “La fuga di Atalanta” di Daniela
Marcheschi, lungo saggio sulla letteratura giovane italiana pubblicato dalla rivista
“Stazione Di Posta” di Paolo Codazzi, nel numero di ottobre del 1990 si legge: «…Il
tema dell'opera è di per sé singolare: la storia di un sognatore a occhi aperti a mezzo
tempo, la cui massima aspirazione è quella di diventare "un vero sognatore" a occhi
aperti e a tempo pieno, ci riuscirà all'apice di un delirio che la scrittura di De Vita sa
rendere con un ritmo e un montaggio funambolico, esaltati da rime e allitterazioni, a
sottolineare le valenze ironiche e grottesche della vicenda.» Nello stesso numero
della rivista è anche pubblicato il racconto “Gli Indiani”, tratto da “Qualcosa scritto
ad Ithaca”, suo diario americano del 1980. Un altro racconto, “La ragazza con gli
occhiali” del 1997, appare nel N°17 di “Noialtri”, bimestrale di cultura ideato da
Andrea Trimarchi. Una positiva segnalazione de “Il Bimbo Nero” è presente nel
N°34 di "Storie" del 1998/99. Nel 2003 pubblica “L’uomo del congresso” per le
edizioni ETS di Pisa. Tra le opere, ancora inedite, di maggiore impegno, è doveroso
menzionare: “In fuga ed astinenza” (raccolta di racconti, 1972-1998), “Metasia”
(romanzo, 1979), “Qualcosa scritto ad Ithaca” (diario, 1980), “Avventure di un

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allocco al parco” (commedia, 1986), “La Luna in Bilancia”(romanzo, 1996), “Una


coscienza inesistente” (2007).

PRESENTATA L'ANTOLOGIA 2010


LUCCA - Presso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane di fronte ad un folto
pubblico è stata presentata l'"Antologia 2010" dei soci della Associazione Culturale
lucchese "Cesare Viviani". Il volume di quest'anno, (ultimo di una serie cominciata
nel 1996) contiene racconti degli scrittori soci: Maurizio Bassani, Luigi Damiano
Battistoni, Bartolomeo Di Monaco, Fiorella Defons, Martino De Vita, "Dr.Frame"
(David Tazioli), Dino La Selva, Giusi Piccinini, Mario Pellegrini, Grazia Maria,
Tordi-Rustici, Marco Vignolo Gargini, Vittorio Baccelli, Francesco Galeota, Aldo
Baiocchi, Gian Gabriele Benedetti, "Gavorchio" (Domenico Bertuccelli), Roberto
Capperucci, Luciano Testai, Diana Meini, Rolando Zucchini, Alberto Sordi, Sergio
Fini, Bianca Andreoni, Costanza Caredio, Piero Simoni, Maurizio Bassani, Domenico
Riccio, Rosy Previti, e Donatella Daini. Un doveroso omaggio anche agli amici
scomparsi Piero Cervetti e Lorena Lippi. Se l'Antologia di questo anno era dedicata
alla prosa, quella del 2011 sarà interamente dedicata alla poesia e già è iniziata la
selezione.
LUCCA OGGI
Ogni tanto è forse bene fermarsi un attimo e fare qualche piccola riflessione su
l'andamento generale di ciò che sta succedendo attorno a noi, nella nostra città e nei
dintorni. La prima cosa che mi ha colpito negativamente è stato il via libera dato dalla
Provincia alla caccia dello storno. Si adducono sempre mille scuse per poter ampliare
le specie cacciabili e ieri piccioni, cinghiali e ungulati, oggi gli storni sono a pagarne
le conseguenze. Eppure è di pochi giorni il sondaggio voluto dal Ministero del
Turismo, dal quale si evince chiaramente che l'80% dei cittadini non ne può più dei
residuali 500mila cacciatori. Questo sondaggio amplifica ancor più la percentuale di
negatività espressa verso la caccia dell'altro sondaggio di un anno fa commissionato
dal quotidiano Repubblica e che era stato ferocemente contestato. Altra cosa negativa
a mio avviso sono i varchi telematici che serviranno solo a scoraggiare ancor più
l'accesso in città e serviranno solo a far multe. Poi saranno chiuse di notte le sortite
considerate “a rischio”. E anche questa non mi sembra una bella notizia: forse invece
di usare le telecamere dei varchi per far multe, sarebbe stato meglio piazzarle nelle
sortite “critiche”. Ma non finisce qui: sul Giannotti si sta distruggendo la rotonda per
recuperare quattro micragnosi stalli auto, nel silenzio totale di Italia Nostra, Forza
Lucca, Soprintendenza e Procura. E le notizie dei nove indagati eccellenti per lo
Steccone e dell'Assessore lucchese rinviato a giudizio per un'opera di
sbianchettamento, non servono certo a rinfrancar lo spirito, senza dimenticare quei
giovani lucchesi che hanno tragicamente perso la vita in questi giorni. Sarà una idea

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personale, ma mi sembra che l'Amministrazione lucchese, al pari del Governo


nazionale, siano oggi alla frutta. Per tutti questi motivi oggi riflettere è d'obbligo,
sulle scelte amministrative, politiche, morali, etiche e anche sulla viabilità in
generale.
FORNACI E DINTORNI
Ma quali sono le carenze che ci si aspetterebbe di colmare per rendere ancor più viva
e appetibile questa frazione? Così, parlando un po' in giro, a ruota libera saltan fuori i
desiderata degli abitanti. Non gli si dice che ci si vuol scrivere sopra qualcosa per non
influenzarli. Ma vediamo un po' i risultati del chiacchiericcio. Non ci sono centri di
aggregazione per i giovani, tutto infatti non può esser lasciato al Cocktail Time per
quanto riguarda i giovani, e gli anziani? Il Parco Menichini, è un'alternativa credibile
solo per leggere il giornale o per far quattro chiacchiere. Ma attenzione! Anche
quest'anno a metà agosto è arrivata, come l'anno passato, l'invasione delle zanzare
tigre: e allora addio Parco! Poi c'è la viabilità pesante e sono in tanti a lamentarsi
perché il collegamento Ponte-Kme non è stato ancora attivato, e poi molti camion a
Ponte all'Ania hanno la pessima abitudine di girare verso Fornaci, malgrado il divieto
esposto. Sono in tanti a denunciare la pericolosità di camminare a piedi o in bici tra
Fornaci e Ponte all'Ania, c'è dunque la necessità di un collegamento pedonale: perché
non farlo? E sempre sui marciapiedi piovono critiche: sono maltenuti, in alcuni posti
mancano. E come possiamo in sicurezza fare skateboarding? Inoltre perché non
programmare qualche concerto al Parco Rosso in estate, di quelli di Opera Barga o
Barga Jazz? E si sente dire: manca la piscina. Non c'è una piscina comunale. E tra le
altre cose che mancano, perché in tutta la Valle d'estate non c'è un cinema all'aperto?
C'è anche la pessima abitudine di considerare le aree attorno ai cassonetti come
discariche: e qui sì che occorrerebbero le multe! E poi a fianco di piazza IV
Novembre automobilisti indisciplinati parcheggiano intasando il traffico! Le
lamentele dei pendolari sui collegamenti si sprecano: le strade sono pericolose e la
ferrovia è un disastro, ma qui si tocca aspetti troppo dolenti e irraggiungibili: basti
pensare a quando la Regione, decenni fa, parlò (a vuoto) di metropolitana di
superficie tra Piazza al Serchio e Lucca, o quando Tagliasacchi propose (inascoltato)
di mettere il limite di velocità di 70 su tutte le strade tra Lucca e la Val del Serchio,
togliendo divieti fantasiosi utili solo a far cassa per i Comuni. E per rimanere sulla
strada, i pendolari purtroppo sono tantissimi, c'è chi allargando il campo ha parlato
dell'assurdo semaforo piazzato al Piaggione e della rotonda del Giannotti che
l'Amministrazione lucchese vuol distruggere. C'è anche chi ha parlato del passaggio
pedonale davanti al Leclerc a Gallicano, che è del tutto cancellato malgrado l'estrema
pericolosità: ma noi è dal primo numero di questo giornale che (inascoltati) lo
diciamo! Chaier de doleance, così la comunità Europea chiama le richieste;
rimarranno inascoltate? Noi pensiamo di no, almeno quelle più facilmente
realizzabili, ed è per questo che insistiamo.

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UFO E VALLE DEL SERCHIO

I collegamenti tra gli ufo e la Valle del Serchio esistono, e non da oggi, ma vanno
assai indietro nel tempo. Il Gruppo Ricerche Ufologiche SHADO nasce nell'ormai
lontano 1971 proprio a Borgo a Mozzano, sull'onda emozionale creata in Italia in
quel periodo dal telefilm “UFO” di Gerry Anderson, infatti dopo la programmazione
di quell'innovativo e sorprendente serial tivù, nel nostro paese per un fenomeno a dir
poco inspiegabile, nascono come funghi decine e decine di gruppi di giovanissimi che
ispirandosi al telefilm si battezzano SHADO o SHADOW. Si assiste per la prima
volta ad un fenomeno di identificazione mai visto prima. Dopo quasi quarant'anni
molti, se non tutti, di questi gruppi si sono sciolti e disgregati, mentre il nostro rimane
ad oggi l'unico gruppo ufologico attivo presente in Italia ispiratosi alle gesta di
Straker e compagni. Ovviamente da quel tempo le cose sono cambiate e non poco, da
circolo di semplici adolescenti appassionati al fenomeno ufo il gruppo si è
trasformato in una équipe di maturi ricercatori che ancora dopo tutti questi anni sono
animati da entusiasmo e curiosità, ingredienti essenziali per portare avanti questa
difficile e complicata passione. Attualmente il gruppo è apolitico e senza fine di
lucro, è formato da appassionati provenienti da ogni ceto sociale e di diverse età, che
si prodigano in convegni, indagini, progetti, e altre attività tipiche di ogni gruppo
ufologico. Moreno Tambellini, fondatore del gruppo, è l'autore di “Alieni in Italia. 50
anni di incontri ravvicinati: 1945-1995”, edito dalle Edizioni Mediterranee, libro che
fu dall'autore presentato a Pian di Coreglia dal circolo culturale “il soffio”. E proprio
sull'onda delle recenti attività divulgative di questo gruppo e anche sui nuovi scenari

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dovuti all'apertura di molteplici archivi, ho voluto proseguire questo intervento


parlando di ciò che successe, o sarebbe potuto succedere a Roswell, riproponendo un
mio intervento tratto da “Nikola Tesla – un genio volutamente dimenticato” uscito per
le Edizioni della Mirandola.
“Non soltanto gli ufo esistono e il Pentagono americano ne è a conoscenza da quasi
sessanta anni, ma proprio agli alieni dobbiamo l’introduzione nel nostro quotidiano
del laser, del transistor e delle fibre ottiche. A sostenere la tesi che non siamo soli
nell’universo è stata una fonte autorevole: il colonnello Philip Corso, ufficiale dei
servizi segreti statunitensi sotto Mac Arthur e Eisenhower e, responsabile in Italia dei
servizi alleati durante la seconda guerra mondiale. Nel 1997 a Roma in occasione
della presentazione del suo libro “The day after Roswell”1 , Corso ha parlato del suo
incontro ravvicinato con la tecnologia degli extraterrestri. Ecco la registrazione delle
sue affermazioni, tra l’altro riprese anche dalla stampa italiana in quei giorni.
«La notte del 4 luglio 1947 una astronave aliena si è schiantata a Roswell nel New
Mexico. Sui radar della vicina base militare apparve una serie di blip seguita da
un’esplosione; poi si trovarono i rottami del disco volante e i cadaveri degli alieni.
Quella notte io ero responsabile della sicurezza di Fort Riley nel Kansas. Due giorni
dopo uno dei miei sergenti mi incitò ad aprire una delle casse di legno provenienti da
Roswell. Fui sconvolto: dentro c’era qualcosa sommerso in un liquido gelatinoso e
bluastro, una forma soffice e lucida come la pancia d’un pesce. Sulle prime pensai al
cadavere d’un bambino, invece era una figura umanoide lunga un metro, con braccia
e gambe lunghe e sottili, mani e piedi con quattro dita e una testa enorme a bulbo.
Toccai quell’essere: la pelle grigiastra era come tessuto. Il corpo era destinato
all’obitorio militare per l’autopsia. La vicenda non ebbe alcun seguito, per quindici
anni il Pentagono mantenne il più stretto riserbo. Solo nel 1961 divenni capo della
Divisione Tecnologica Straniera dell’esercito. Il generale Trudeau mi affidò lo studio
di un archivio speciale: il Roswell filed. Mi resi conto che era stato deciso di studiare
quella straordinaria scoperta. Durante la guerra fredda il pentagono era convinto che
il governo pullulasse di spie sovietiche e che la stessa Cia convivesse col Cremino:
quella documentazione non doveva finire nelle mani sbagliate! Dovetti agire con
molta cautela: selezionai venticinque industrie locali leali alla patria e affidai loro
dapprima solo informazioni tecniche e poi pezzi disaggregati dei materiali recuperati
nel crash spaziale, in modo che nessuna conoscesse l’intero marchingegno. La
tecnologia aliena ci è stata utile, straordinariamente. Da essa abbiamo sviluppato
apparecchi come i circuiti integrati, i transistor, gli acceleratori di particelle.
Nell’astronave c’erano fibre supertenaci, impossibili da tagliare o brucare, la cui
struttura era simile a una ragnatela: ne abbiamo ricavato il kevlar. C’era un pezzo di
metallo sottile e infrangibile: analizzandone la composizione molecolare scoprimmo
l’esistenza di reti a fibre ottiche. Trovai una specie di torcia elettrica: non funzionava
e pensai che mancassero le batterie. Invece messa sotto le radiazioni l’oggetto si

1 In italiano “Il giorno dopo Roswell”, ed. Pocket Books, acquistabile dal catalogo Hera Books.

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accese: era il laser. Gli esseri che erano nel disco erano creature prive di corde vocali,
in contatto telepatico fra loro, con quattro lobi cerebrali anziché due e con linfa al
posto del sangue. L’autopsia2 ha rivelato che erano dei cloni, degli umanoidi creati da
intelligenze aliene per attraversare lo spazio.»
E così lo stilo laser fu consegnato alla Hugues Aircraft, il chip di silicio all'Ibm, il
cavo vetroso alla Bells Laboratories, il tessuto kevlar alla Du Pont, il visore notturno
fu invece trattenuto subito dal Pentagono, poiché si era a conoscenza che i tedeschi
stavano studiando una cosa simile e già alcune ditte americane erano a contratto col
Pentagono per una realizzazione similare.”

LA ROTONDA DEL GIANNOTTI DI LUCCA IN PROCURA

Stamani, come privato cittadino, ho inviato un esposto denuncia alla Procura di


Lucca, avverso ai lavori in atto per la distruzione della rotonda del Giannotti di
Lucca. Ritengo infatti che con questo atto distruttivo si vadano violando le normative
di legge a tutela dei beni artistici, architettonici, storici, culturali e urbanistici.
Le Mura di Lucca acquistano il loro valore storico e architettonico solo grazie al
manto verde che si stende oltre esse: ridurre questo equivale a danneggiare
gravemente le Mura, cioè danneggiare l'aspetto stesso del monumento simbolo della
città. Danneggiare il monumento simbolo, significa danneggiare sia l'immagine che il
turismo indotto. Sono sconcertato dal fatto che associazioni in tutela di questi valori,
quali Italia Nostra, Vivere Lucca, Forza Lucca, ecc. non si siano minimamente mosse;
così come ritengo scandaloso che non si sia attivata la Soprintendenza.

METTERE I SIGILLI AL CANTIERE SUL GIANNOTTI

È quello che mi auguro, che siano messi i sigilli al cantiere che sta distruggendo la
rotonda del Giannotti e che si intimi la ricostituzione dello spazio verde esistente .
Penso che vi siano illeciti penali riguardanti la non ottemperanza di leggi che
tutelano i patrimoni storici, culturali architettonici e ambientali. In particolare
amministratori e soprintendenza. Mi auguro che il mio esposto la Procura vada
avanti. In quanto a Italia Nostra e ad Amerigo de Cesari che parlano di verde
recente, si ricordino che attorno alle mura era tutto verde, che poi nei momenti del
bisogno veniva allagato. La rotonda è ciò che resta di quel verde. E inoltre a ben

2 Santilli footage?

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cercare si legge: '..che segna l’inizio del degrado della piazza davanti alla porta
progettata e costruita da Ginese Bresciani fra il 1592 e il 1594 e quindi parte della
storica architettura cittadina..'

DI MONACO RICORDA ALFREDO BIANCHI

LUCCA - Mercoledì 24 novembre alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta


Santa Maria delle Mura Urbane, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" organizza
la conferenza "Ricordo di Alfredo Bianchi" che sarà tenuta dal presidente onorario
dell'associazione Bartolomeo Di Monaco con interventi di Antonio Corsi e Marco
Vignolo Gargini. A un anno di distanza dalla sua scomparsa, avvenuta il 23
novembre 2009, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" rende omaggio a Alfredo
Bianchi ricordando la sua figura professionale, la sua opera letteraria e artistica in
genere. Alfredo Bianchi è nato a Camaiore il 16.4.1922 ed è scomparso il
23.11.2009 a Lucca. Dal 1959 ha vissuto a Lucca dove, fino al 1982, ha svolto
l’attività di Dirigente Scolastico presso le Scuole Elementari del centro storico.
Educatore per professione e per vocazione, ha al suo attivo, come scrittore, alcuni
romanzi e raccolte di brevi racconti. Tra i romanzi, accanto a “Il Paesetto”, troviamo
anche “Il fiore rosso”, entrambi pubblicati a cura dell’Associazione Culturale
“Cesare Viviani”, “Un’isola piccolissima”, “Giovani fascisti”. Tra i racconti
ricordiamo “Storie di scalzacani”, “L’ululato”, “Harrié”, tutti inediti. È stato autore
anche di due raccolte di liriche, di cui una “Camaglioresi pigliate rimedio”, scritta in
vernacolo camaiorese. L’autore si dilettò anche di pittura e di incisione su rame e ha
partecipato a varie mostre sia a Lucca che a Barga. L'evento è inserito nel calendario
“al bridge con l'Autore” ed è l'ultima conferenza del ciclo che l'Associazione ha
predisposto per il calendario degli eventi culturali del Settembre Lucchese.

LUVATA E VIAGGI NEL TEMPO

Accostamento questo che sembrerebbe alquanto azzardato, ma se andiamo per


ordine vedremo che vi sono molte concause che fanno pensare a dei presupposti,
meno fantascientifici di quello che sembrerebbe. La LUVATA, per oltre dieci anni si
è impegnata nel progetto LHC per la fornitura di circa un terzo dei cavi
superconduttori necessari per i dipoli magnetici di LHC, oltre al cavo per i rivelatori
ATLAS e CMS. Dieci anni che hanno visto la partecipazione di numerosi tra giovani
laureati e tecnici specializzati che hanno formato una squadra altamente qualificata.
Ha sviluppato un metodo innovativo di produzione di fili superconduttori compositi
metallici Cu/NbTi. Ciò ha permesso una riduzione dei costi di fabbricazione e un
miglioramento della qualità del prodotto, potenziando la competitività aziendale a
livello mondiale. Tale metodo potrebbe in futuro essere esteso alla lavorazione ad
elevato standard qualitativo di altri materiali compositi metallici. Una volta

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terminata la costruzione del LHC (Grande Collisore di Adroni) di Ginevra i fili


superconduttori hanno subito una brusca frenata nelle richieste di forniture che sono
attualmente riservate solo ad apparecchiature mediche. Da qui la crisi dell'azienda e
la chiusura. Si definiscono superconduttori quei materiali che mostrano un
complesso fenomeno non descrivibile dalla fisica convenzionale detto
superconduttività o superconduzione. Al di sotto di una determinata temperatura
detta di transizione alla superconduttività, in modo repentino cessano di avere alcuna
resistenza al passaggio della corrente elettrica, ed espellono (completamente o in
parte) i campi magnetici presenti al loro interno (Effetto Meissner). La temperatura
di transizione, detta anche temperatura critica, dipende dalla natura del materiale e
dalla presenza di campi magnetici e dalla densità di corrente che attraversa il
materiale. In particolare il campo elettro-magnetico ostacola l'instaurarsi della
superconduttività e abbassa la temperatura di transizione. La temperatura di
transizione dallo stato normale allo stato superconduttore è molto diversa a seconda
del materiale: nei metalli puri è di pochi kelvin sopra lo zero assoluto, mentre è più
alta nelle leghe metalliche. In molti materiali ceramici contenenti rame e ossigeno è
particolarmente alta: tali ceramiche hanno una temperatura critica di oltre 120 K e
permettono di usare semplice azoto liquido, economico e facilmente disponibile,
come refrigerante. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i migliori
conduttori elettrici (rame, argento, oro) non sono di fatto superconduttori, o se lo
sono presentano superconduzione instabile anche con minimi valori di campo
magnetico, e solo a temperature assolute estremamente basse; sono invece buoni
superconduttori i cattivi conduttori come il piombo e il niobio, che hanno
temperature critiche più alte in assoluto per i metalli puri. Torniamo al Grande
Collisore di Adroni, una delle sue utilizzazioni sarà la scoperta del il bosone di
Higgs che è una ipotetica particella elementare, massiva, scalare, prevista dal
modello standard della fisica delle particelle. Nell'ipotesi che esista, sarebbe l'unica
particella del modello standard a non essere stata ancora osservata. Essa giocherebbe
un ruolo fondamentale all'interno del modello: la teoria la indica come portatrice di
forza del campo di Higgs, che si ritiene permei l'universo. Il campo di Higgs,
mediante rottura spontanea di simmetria dei campi elettrodebole e fermionico,
conferirebbe la massa alle particelle. L'importanza del bosone di Higgs nel modello
standard è anche dovuta al fatto che esso può garantirne la consistenza: infatti senza
l'esistenza di tale bosone il modello standard si rivelerebbe inefficace, dato che
descriverebbe processi con una probabilità maggiore di uno. Pur non essendo mai
stata osservata, secondo una parte della comunità scientifica vi sarebbero alcuni
indizi dell'esistenza di questa particella. Altre teorie sostengono invece che la
materia si origina dal “vuoto quantomeccanico”, le 4 caselle nere tra i 50 elementi di
“Classe A” e i 62 di “Classe B”, una sorta di canale del parto da dove viene partorita
la massa delle particelle sub-nucleari e sub-atomiche che costituiscono gli elementi
dal primo, l'idrogeno, all'ultimo, da poco battezzato Copernecio. Ma sicuramente

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l'LHC produrrà delle microsingolarità. Dal Large Hadron Collider (Grande Collisore
di Adroni) dovrebbero nascere le microsingolarità e queste dovrebbero essere alla
base della tecnologia dei viaggi nel tempo. Così almeno si legge nei post di Titor.
Ma cosa sta realmente succedendo a Ginevra? Gli americani dicono “the devil is in
the details” che in italiano vuol dire che il diavolo abita nei dettagli, ma anche dio,
per la verità, non se la cava male quando si da da fare. L'LHC è l'acceleratore di
particelle costruito presso il Cern di Ginevra, il più grande e il più potente mai
costruito dall'uomo, lungo 27 chilometri a 100 metri al di sotto della superficie,
immerso nel vuoto assoluto a -271° di temperatura, è costato ai contribuenti europei
cinque miliardi di euro e dovrebbe confermare l'esistenza del Bosone di Higgs detto
anche la Particella di dio, che fornisce la massa alla materia del multiverso e simula
il big bang . E adesso dovremo parlare di John Titor, che è un sedicente crononauta
che si è fatto conoscere pubblicamente attraverso alcuni forum di internet ad accesso
libero. Il suo primo post, con nickname “TimeTravel_0”, è del 2 novembre 2000 sul
forum del sito web del “Time Travel Institute”, che, diversamente da quanto
suggerisce il nome, è un semplice gruppo di appassionati sulla tematica del viaggio
nel tempo e non un istituto di ricerca scientifica sul viaggio nel tempo. Il suo ultimo
post, dopo aver annunciato il rientro nel proprio tempo, è invece del 24 marzo 2001.
Ciò che ha reso popolare John Titor a livello internazionale attraverso il tam-tam di
internet, tanto da attirare l'attenzione dei media tradizionali, a partire dal 2004 anche
italiani (come le riviste Nexus - New times e Focus e il programma televisivo
Voyager - Ai confini della conoscenza), sono state le sue dichiarazioni su come sia
possibile realizzare il viaggio nel tempo e soprattutto sui futuri avvenimenti
mondiali in quanto crononauta proveniente dal futuro. A prescindere infatti dalla
veridicità o falsità di quanto affermato dall'utente di internet presentatosi come John
Titor, il suo passaggio su internet ha alimentato molte discussioni su di lui e sul
futuro dell'umanità. Sono le microsingolarità alla base della tecnologia usata da Titor
per i viaggi nel tempo. Tra l'altro nei suoi post ha detto che questa tecnologia sarà
fornita proprio dal LHC di Ginevra e che il CNR scoprirà la dinamica virtuale dei
buchi neri, cosa successa anni addietro proprio al CNR di Pisa. Non resta che
attendere il futuro quando con l'uso delle microsingolarità si arriverà ai viaggi nel
tempo e quando per ottenerle occorreranno di nuovo i nostri superconduttori. A
questo punto chissà se una rinata LUVATA tornerà strategica.

DRONI E ADRONI

Assai divertente la confusione dei due termini, causata con molta probabilità dal
solito correttore automatico. Un tempo i refusi derivavano da errori nella battitura
con la macchina da scrivere, o erano vere e proprie sgrammaticature dovute a chi
batteva il testo. Comunque i refusi sono quegli “orrori” di battitura che sfuggono
sempre durante la stesura, lettura e rilettura del testo. E più si ricercano, più sono

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sfuggenti. Così oggi scrivendo un pezzo sul LHC mi sono trovato stampati su carta e
sul web dei droni al posto degli adroni. Come se a Ginevra si divertissero a far
scontrare tra loro dei modellini di aereo spia del tutto robotizzati e armati alla
grande! Ma rimettiamo ordine al verbo.
Un Unmanned Aerial Vehicle, tradotto letteralmente dalla lingua inglese veicolo
aereo senza pilota (autonomo o pilotato a distanza), conosciuto internazionalmente
con il suo acronimo UAV, è il termine con cui si definisce la categoria di veicoli che
volano senza l'ausilio di un pilota a bordo. Vengono chiamati informalmente droni,
italianizzando la parola inglese che significa fuco. Questi mezzi possono essere
completamente automatizzati (cioè seguire un profilo di volo pre-programmato) o
essere telecomandati a distanza da una stazione fissa o mobile. A lungo i droni sono
stati considerati solo un sistema di addestramento per piloti o utilizzati come
operatori di batterie antiaeree e operatori radar. Con l'evolversi delle tecnologie
implementate hanno fatto la loro comparsa anche i cosiddetti UAV Tattici, aerei
senza pilota con strumenti di ELINT (Electronic Intelligence) e macchine
fotografiche o telecamere per il controllo del territorio (UAVP,Universal Aerial
Video Platform), e anche con dotazioni di armi.
In fisica, un adrone (dal greco adrós, forte) è una particella subatomica soggetta alla
forza nucleare forte. Non è una particella fondamentale, bensì è a sua volta
composta da fermioni come quark e antiquark, e bosoni come i gluoni. Questi ultimi
sono responsabili della forza cromodinamica che lega i quark gli uni agli altri.
Come tutte le altre particelle subatomiche, il numero quantico degli adroni è stabilito
secondo le rappresentazioni del gruppo di Poincaré : JPC(m), dove J è lo spin, P la
parità, C la coniugazione di carica e m la massa. Inoltre gli adroni possono avere un
“sapore” come l'isospin (o parità G) o strangeness etc. La famiglia degli adroni è
ulteriormente suddivisa in tre sottogruppi: barioni: formati da tre quark, come i
protoni e i neutroni; barioni esotici, incluso il pentaquark, una particella composta da
cinque quark; mesoni: formati da coppie quark/antiquark, come i pioni e i kaoni. La
branca della fisica subnucleare che si occupa dello studio degli adroni è detta fisica
adronica. E con questo penso d'aver rimesso a posto il vocabolario, anche quello dei
termini esotici.

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LETTURE LIBERE

LUCCA - Mercoledì 1 dicembre alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" organizza un
pomeriggio di letture libere aperto a tutti, soci e non. Potranno essere letti brani
propri, di altri autori, in prosa e poesia. Il pomeriggio letterario è inserito nel ciclo
“al bridge con l'Autore” e sarà condotto da Vittorio Baccelli che presenterà in
anteprima i suoi ultimi lavori sul tema “droni e adroni”. Baccelli è il Presidente
dell'Associazione dal 2004 e ha al suo attivo oltre trenta antologie di racconti
fantastici, due libri che potremo definire fantascientifici, e varie biografie di
personaggi al limite della realtà: Nikola Tesla, John Titor, Luther Blissett. Anche
saggi su l'Arte Postale, su i Protocolli dei Savi di Sion, su il Libro dei Sogni, e sul
Teletrasporto Paranormale. È da poco uscito “omniaoperarotas” per Tesseratto
Editore, in due volumi, che raccoglie (quasi) tutti i suoi racconti scritti tra il 1998 e il
2009. Attualmente sta lavorando ad una antologia di racconti che avrà per titolo “Se
l'universo brulica di alieni… dove sono tutti quanti?” e ad un romanzo di
fantascienza da titolo (provvisorio) “Dopo l'Evento”. Il titolo del primo è mutuato
dal Paradosso di Fermi, nato nel 1950 quando, parlando con i colleghi alla mensa di
Los Alamos, un serissimo Enrico Fermi domandò: «Dove sono tutti quanti?», questo
paradosso porta il suo nome. Un pomeriggio dunque pieno di interessanti novità,
durante il quale sarà presentato il calendario gennaio/giugno 2011 della Rassegna.

CALENDARIO 2011

LUCCA – Nel corso delle Libere Letture alla Viviani è stato presentato il calendario
dei prossimi incontri della rassegna “ al bridge con l'Autore” gennaio/giugno 2011.

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Ventisei pomeriggi letterari che vedranno la presentazione di dodici nuovi libri, con
la presenza di ventiquattro autori. Spazio anche alle Libere Letture che saranno sei e
ai pomeriggi tematici su la Shoah e la letteratura erotica. Saranno coinvolti negli
eventi gli autori: Martino De Vita, Nicla, Aldo Baiocchi, Roberto Capperucci, Marco
Vignolo Gargini, Vittorio Baccelli, Luca Dachille, Sandra Maltinti, Marino
Magliani, Bartolomeo Di Monaco, Mario Rocchi, Leonardo Bonetti, Piero Simoni,
Andreina Manfredini, Pierangelo Scatena, Ermanno Volterrani, Dino La Selva, Elisa
Pellegrini, Giovanni De Liguoro, Mario Pellegrini, Stelvio Mestrovich, Giusi
Piccinini, Diana Meini e Luciano Testai. Come consueto gli incontri si terranno
presso la Casermetta Santa Maria delle Mura Urbane, tutti i mercoledì non festivi
alle ore 17.00 con ingresso libero.

“SOLO GLI STRONZI MUOIONO…”

LUCCA – La Cesare Viviani nella sua ultima presentazione pubblica ha voluto


ricordare Mario Monicelli. Marco Vignolo Gargini ha iniziato riportando una frase
del grande regista “Solo gli stronzi muoiono”, ha poi proseguito dicendo: «Pareva
immortale, invece… Se ne va l’ultimo grande esponente della commedia all’italiana,
ci lascia tutti con un gesto tragico di libertà contro la malattia, contro la morte,
unica, schifosissima padrona che ci tiranneggia con la sua oscena presenza. Questa
sua sfida ce l’ha anche mostrata, per esempio in alcune scene de “L’Armata
Brancaleone”, o in quella di “Amici miei”, quando il Perozzi coglie l’occasione
d’oro per fare la supercazzola al prete che lo sta confessando nell’estrema unzione.
Infatti, acciuffati per i capelli e trascinati nel fango, la scampiamo più e più volte,
per questo ci viene l’ardire di combatterla, evocarla per poi vedercela davanti,
vecchia, ossuta, trionfante. Non ci resta che fare l’ennesima figura di merda di fronte
a lei, recitare un coraggio, una convinzione, una posa da personaggi ridicoli quali
noi, essenzialmente, siamo. Mario Monicelli una volta disse durante una
trasmissione radiofonica: “solo gli stronzi muoiono”… Ha detto anche in
un’intervista televisiva: “Quello che in Italia non c’è mai stato, una bella botta, una
bella rivoluzione. Rivoluzione che non c’è mai stata in Italia… c’è stata in
Inghilterra, c’è stata in Francia, c’è stata in Russia, c’è stata in Germania,
dappertutto meno che in Italia. Quindi ci vuole qualcosa che riscatti veramente
questo popolo che è sempre stato sottoposto, 300 anni che è schiavo di tutti”…
Dichiarazioni di un viareggino d’origine mantovana, di un anarchico che sentiva più
di altri la morsa opprimente di una libertà assente nella vita di tutti. Una bella botta
da meritare, forse l’unico disperato tentativo di sbeffeggiare questa sorte che ci fotte
senza offrirci tante opportunità in cambio. Sì, solo gli stronzi muoiono, specie
quando non hanno mosso nemmeno un dito per irridere la tirannia della morte in
ogni dove, nella natura, nella politica, nella religione, persino nel sesso, persino
nell’orgasmo, la petite mort. Ma Mario Monicelli è stato un po’ meno stronzo degli

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altri, perlomeno ci ha provato a restare immortale, sfibrandosi fino in fondo per


risalire la china e continuare a lavorare, magari battendo il record di Manuel de
Oliveira, il regista portoghese tuttora vivo con i suoi 102 anni. Per me il suo gesto
finale non è una resa, un abbandono, una rinuncia, ma un’autentica supercazzola
permaturata con scappellamento a destra alla faccia della morte, come dire: “Vieni
pure qui! Sali le scale, io ti sto aspettando qua in cima… Che fai? Tentenni?” E la
morte, la più bischera di tutti (e per questo ci ha in pugno), è salita e non l’ha
trovato…»

GIOVANNA GEMIGNANI

LUCCA - Mercoledì 15 dicembre alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" per il ciclo “al
bridge con l'Autore" organizza la presentazione di "Livida Luna", libro di Giovanna
Gemignani edito da Mauro Pagliai Editore. Giovanna Gemignani è nata e vive a
Lucca. Fine conoscitrice dell’arte culinaria, con la passione per la scrittura, ha al suo
attivo la pubblicazione dei racconti Il vestito della comunione (nell’antologia Cattive
Bambine), Vietato l’ingresso ai fantasmi - L’amore sa aspettare (nell’antologia
Capannori anthology), Il terzo bottone sulla rivista online Sagarana. Livida luna
(Mauro Pagliai editore) è il suo primo romanzo edito. Un libro da leggere tutto d’un
fiato per capire meglio cosa siamo diventati e l’abisso oscuro in cui stiamo
precipitando Giovanna Gemignani sorprende il lettore con racconti taglienti e affilati
come la lama di un serial killer. Rapidi e inattesi. Storie metamorfiche che
trasformano il bene in male, i buoni in cattivi e viceversa. Brevi narrazioni, scritte in
uno stile asciutto ed essenziale, per raccontare tutto il dolore e la pena che si
annidano nella cosiddetta normalità e in una presunta innocenza, metafore
dell’orrore con cui facciamo quotidianamente i conti: egoismi, disamore, arroganza,
prepotenza, ansia di potere. Un libro da leggere tutto d’un fiato per capire meglio
cosa siamo diventati e la realtà che ci circonda.

SMALTIMENTO RIFIUTI

Se in certi paesi europei, come l'Austria, lo smaltimento dei rifiuti rappresenta una
risorsa, lo stesso non si può dire da noi. Basti pensare alle notizie di cronaca che
giornalmente giungono da Napoli, ma non solo da lì. In Austria e in alcuni paesi del
Nord Europa si è pensato ad un serio smaltimento dei rifiuti sin dagli anni '50 e si è
educato la popolazione, iniziando dalle scuole primarie, ad una raccolta differenziata
spinta. Da noi invece, in quegli stessi anni, l'indifferenziata regnava sovrana ed era
più economico mandare il tutto nelle discariche di Caserta, gestite tra l'altro (nella
stragrande maggioranza dei casi) dalla malavita organizzata. Non solo il nord, ma

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anche il centro ha intasato per decenni le discariche del sud gestite dal business delle
mafie. E questo purtroppo è successo pure nella nostra Provincia. Ci ritroviamo oggi
con i problemi ereditati in quegli anni, cioè in ritardo e nell'emergenza. Nel nostro
Comune la raccolta avviene sia a porta a porta che con i vecchi cassonetti, a seconda
delle frazioni. I cassonetti dovranno scomparire del tutto perché il malcostume
imperante li trasforma sempre in discariche abusive a cielo aperto, cioè attorno ad
ogni cassonetto si forma una discarica, con giuste e infinite lamentele di chi abita nei
pressi. La maggior parte dei rifiuti che produciamo può esser riciclata e questa è la
scommessa per il futuro. Servirebbe anche che i produttori di beni utilizzassero
imballaggi riutilizzabili, questa azione virtuosa dovrebbe esser incentivata. I
termovalorizzatori vanno bene solo nelle situazioni d'emergenza, come oggi al sud.
Mentre le discariche non vanno bene per niente, anche se alcuni rifiuti devono essere
interrati: amianto, macerie da costruzioni, ecc. Nella nostra Valle abbiamo un
bruciatore che doveva esser chiuso da decenni e che a mio avviso ha fatto più danni
della grandine. Abbiamo poi l'impianto che trasforma i rifiuti selezionati in
bricchette: ma che tipo di rifiuto selezionato usa? Si usa anche il pulper di cartiera?
E le bricchette che fine fanno? Vanno in discarica o vengono bruciate? E se vengono
bruciate, dove? Tutte domande che i cittadini si pongono e che giriamo direttamente
all'azienda Verde-Azzurro che gestisce l'impianto per una pubblica risposta. Mentre
all'Arpat chiediamo i dati sulla salubrità dell'aria attorno all'impianto. Comunque la
soluzione dell'emergenza rifiuti è la raccolta differenziata spinta, porta a porta, con
riciclo e riutilizzo, ma occorre anche partire da una riduzione dei rifiuti a monte,
cioè all'atto della produzione del bene di consumo. Il riutilizzo delle materie raccolte
deve essere appropriato, ad esempio la carta raccolta dovrebbe servire a tutto meno
che a fare la carta riciclata, che è altamente inquinante nella produzione e ha
impedito la riforestazione di aree grandi quanto due volte l'Italia. Ho letto
recentemente che un'azienda italiana che lavora la plastica riciclata è costretta ad
importarla dalla Francia, poiché quella raccolta in Italia è poca e non ben
differenziata. Andando indietro negli anni troviamo che nel milanese fu chiusa dalla
Finanza un'azienda garfagnina che produceva benzine dalla plastica usata.
Interessanti sono anche le aree di libero scambio ove materiali riutilizzabili, o
riparabili, vengono lasciati a chiunque voglia prenderli. Ricapitolando: raccolta ben
differenziata spinta porta a porta, riduzione di scarti e imballaggi alla fonte, riciclo e
riuso corretto dei materiali raccolti, eliminazione e bonifica del 99% delle
discariche, uso moderato dei termovalorizzatori (d'ultima generazione) legati
all'emergenza. Queste sono le ricette per trasformare i rifiuti da un'emergenza a una
risorsa. Qui si sta parlando dei rifiuti solidi urbani, per quelli speciali occorre che le
aziende forniscano e attuino piani di smaltimento all'atto della produzione. Ad
esempio il settore dell'auto va sempre più usando materiali del tutto riciclabili e
riutilizzabili.

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L'OSTINAZIONE LAICA

BARGA - Sabato 18 Dicembre 2010 ore 11.00 a Barga sarà presentato, per la prima
volta in Italia il saggio “L’ostinazione laica. L’esperienza giornalistica di Arrigo
Benedetti” di Alberto Marchi, in libreria per i tipi della Prospettivaeditrice di
Civitavecchia. Questo evento s'inquadra nell’ambito delle iniziative volute
dall’Amministrazione Comunale di Barga in occasione del centenario della nascita
del giornalista Arrigo Benedetti. La presentazione si terrà sabato 18 dicembre 2010
alle ore 11.00 nella sala Consiliare di Palazzo Pancrazi sita in via di Mezzo 45.
Saranno presenti l’Autore e l'editore Andrea Giannasi. Questa è la prima nazionale
del libro scritto da Alberto Marchi dedicato ad Arrigo Benedetti, giornalista e
scrittore lucchese di rilevanza internazionale, noto per aver fondato e diretto nel
dopoguerra importanti testate come Oggi, L'Europeo e L'Espresso; per esser stato tra
i fondatori del Partito Liberale e del Partito Radicale. La presentazione de
“L’ostinazione laica” sarà una valida occasione per approfondire la conoscenza di
una delle massime voci italiane del Novecento e anche per promuovere nuovamente
il Premio Giornalistico Nazionale istituito in memoria di Benedetti, voluto per il
centenario della nascita, dal Comune di Barga, dalla Provincia di Lucca,
dall’Unione Nazionale Cronisti delegazione della Toscana e dagli eredi, riservato
al mondo del giornalismo e ai migliori articoli pubblicati sul web. Una sezione è
anche riservata agli studenti delle classi quinta delle scuole secondarie di secondo
grado della provincia di Lucca. Informazioni dettagliate si trovano sulla pagina web:
www.comune.barga.lu.it/arrigobenedetti/arrigobenedetti.htm
Il Libro tratta della moralità della cronaca, il senso della laicità e il sogno di un'Italia
veramente europea. Si potrebbe sintetizzare intorno a questi tre fondamentali aspetti
tutta la ricca e complessa esperienza giornalistica di Arrigo Benedetti (1910-1976),
fondatore tra gli altri dell'Europeo e dell'Espresso e uno dei massimi giornalisti
italiani del Novecento. Anche lo studio di un segmento specifico della sua
straordinaria carriera, quale fu la collaborazione con Panorama, che iniziò nel luglio
1967 e terminò nel settembre del 1969, e che è l'oggetto di studio del libro di Alberto
Marchi L'ostinazione laica, edito da Prospettiva Editrice, consente di mettere bene a
fuoco le caratteristiche principali del suo straordinario modo di fare giornalismo. Il
suo sguardo di direttore era sempre rivolto alla realtà dei fatti, perché il lettore fosse
messo in grado di farsi un'idea propria e, sulla base principalmente di questo
assunto, anche come editorialista di punta di Panorama non mancò mai di far sentire
la sua voce autorevole in un contesto di grandi sommovimenti sociali e politici come
quelli della seconda parte degli anni Sessanta. Ma dalla rubrica I Tempi, che tenne
per soli due anni dopo la rottura con Scalfari avvenuta nel giugno del 1967 a seguito
di un duro scontro di idee sugli esiti della Guerra dei sei giorni tra Israeliani e
Palestinesi, emerge anche la solida cultura laica, liberale e di impronta radicale, di
Arrigo Benedetti, che può essere annoverato senz'altro nella cerchia di coloro che

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Gaetano Salvemini definiva i "pazzi malinconici", quella schiera di grandi spiriti


illuminati che appunto si contraddistinguevano, nell'Italia di volta in volta clericale o
comunista, per essere i riferimenti forti di tutti i democratici e i liberali d'Italia. E
Benedetti fu appunto ostinatamente laico, fino in fondo. E infine, non ultimo, una
sottolineatura merita il suo forte richiamo all'Europa, che mai lo abbandonò, e che
non deve essere letto in contrasto con il grande attaccamento che sempre manifestò
per Lucca, che spesso fa capolino anche negli articoli scritti per Panorama e che anzi
sembra divenire quasi una chiave di lettura per comprendere il mondo, come si
intuisce dai suoi numerosi romanzi in cui Lucca, con la sua storia, con la sua
bellezza ma anche con i suoi misteri, ritorna sempre come presenza imprescindibile.
Nella quarta di copertina leggiamo: «Grande giornalista e direttore di periodici che
hanno fatto la storia del giornalismo italiano del dopo guerra, quali l’Europeo e
L’espresso, oltre che prolifico romanziere, Arrigo Benedetti (1910-1976) non ha
tuttavia goduto di una fama postuma all’altezza della sua levatura intellettuale e
morale. Pur essendo riconosciuto come un caposcuola e un innovatore anche dal
punto di vista tecnico, il suo nome, a differenza di altri famosi professionisti della
carta stampata del nostro Paese, non è divenuto patrimonio collettivo di un pubblico
più vasto di quello costituito dagli addetti ai lavori. Eppure, a quasi trentacinque
anni dalla sua morte, la figura intellettuale di questo grande lucchese, laico e
Radicale, coetaneo e amico di Mario Pannunzio, si staglia nell’orizzonte della
cultura italiana del XX secolo come uno delle più autorevoli voci liberali. Con
questo studio si è inteso soffermarsi su un periodo limitato della sua vastissima
produzione giornalistica, quello della collaborazione con Panorama, settimanale per
cui, subito dopo il doloroso strappo con Eugenio Scalfari e L’espresso, tenne una
rubrica intitolata “I Tempi”, dal 1967 al 1969. Negli oltre cento articoli che scrisse
per il periodico milanese, si può senza esagerazioni affermare che c’è tutto
l’intellettuale e l’uomo Arrigo Benedetti, uno dei non moltissimi giornalisti italiani
del secolo scorso dal respiro autenticamente europeo, ma insieme profondamente
legato alla sua città natale, Lucca.» Alberto Marchi è nato a Lucca nel 1971, e vive
nella piccola frazione di Villa a Roggio, nel comune di Pescaglia (LU). Avvocato, è
pubblicista dal 2002 e ha collaborato in qualità di corrispondente con l'edizione di
Lucca de La Nazione, con i settimanali Toscana Oggi e Metropoli. Già addetto
stampa presso il Comune di Bagni di Lucca, ha collaborato anche con il portale
internet Supereva, dove si è occupato di tematiche riguardanti il mondo della
famiglia. Ha fondato il giornale on line www.europasera.it e attualmente collabora
con la rivista Parliamone diretta dallo scrittore Bartolomeo di Monaco, Presidente
onorario della Cesare Viviani. Ha pubblicato brevi saggi nell'ambito delle
pubblicazioni curate dall'Istituto per la Ricerca forestale e di documentazione sul
castagno e dal Museo del Castagno di Colognora.

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BAR IRIO

LUCCA - Mercoledì 22 dicembre, alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta


Santa Maria delle Mura Urbane, l'associazione culturale "Cesare Viviani" organizza,
in chiusura dell'edizione 2010 della rassegna letteraria “al bridge con l'Autore”, la
presentazione del romanzo di Alemanno Franchi "Bar Irio", Mauro Baroni editore,
2004. Alemanno Franchi è nato nel 1955 a Lucca dove vive e lavora. Fin da
giovanissimo si interessa alla poesia. Legge Giuseppe Ungaretti, i poeti della “Beat
Generation” e inizia a scrivere poesie. Una sua opera è inserita nell’antologia del
Premio letterario Il Molinello “Voci dell’anima” (Rapolano Terme, Siena, 1998). Ha
tenuto “reading” pubblici. “Bar Irio” è il suo primo romanzo. Alemanno Franchi su
questa opera scrive: «L’aria di giovinezza sognante, mi verrebbe in mente di titolare
questo mio intervento. Ovvero , m’è parsa, la narrazione di Alemanno Franchi, fin
dalla prima lettura il ‘passatempo’ dei giovani di un tempo passato, allorché, a
veglia, come si dice in Lucchesia, si narravano storie di ogni tipo, a volte panzane e
artifizi, per passar la sera e conciliarsi a poco a poco il sonno. Anche allora la gente
era oppressa o danneggiata dalle frequenti guerre, vicine o lontane; aveva bisogno di
distrarsi dai guai, ma anche di riflettere sui simboli e sui modi del vivere sociale con
quel tocco di ironia che la salvificava. E il microcosmo del bar di Irio serviva
proprio a questo.» L'Introduzione e le letture critiche sono a cura di Marco Vignolo
Gargini.

I FANNULLONI

I fannulloni stanno divenendo un business? Ma perché stupirci? I nostri politici la


sanno lunga su come mal trattare un’intera categoria di lavoratori e il ministro
Brunetta lo ha dimostrato molto bene! Quindi, sull’onda di un successo contro i
fannulloni meramente numerico e mediatico e mai analizzato o dibattuto con le parti
sociali, è nata l’esigenza improcrastinabile di mettere in piedi un organo di controllo
che potesse combattere senza tregua i famigerati fannulloni. Senza perdere del
tempo prezioso, nasce la Commissione anti-fannulloni, ma siccome siamo nel Bel
Paese, come d’incanto anche la Commissione anti-fannulloni… diventa fannullona!
Ovvero, in base al decreto che ha istituito la Commissione Indipendente per la
Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle Amministrazioni Pubbliche (CIVIT),
presieduta dal dr. Martone, questa ha l’obbligo di presentare un’unica relazione
annuale al ministro Rotondi. Fin qui tutto bene, no anzi male, perché l’incarico di
redigere la relazione annuale da inviare al ministro Rotondi, la CIVIT lo “gira” al
consigliere giuridico del ministro Rotondi! Veramente incredibile, un organo istituito
per combattere i fannulloni, non compila l’unico documento sulla relazione annuale
svolta per il quale viene profumatamente pagato, peraltro con denaro pubblico. Non

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è tutto, perché l’incarico di compilare questa relazione, sempre a pagamento, viene


affidato al consigliere del ministro destinatario della relazione annuale! In parole
povere, il documento viene redatto dallo stesso destinatario del rapporto. Verrebbe
da ridere, ma non tanto sapendo che in questo contesto di zelanti controllori dei
fannulloni, ogni minimo incarico sarebbe pagato non meno di 50 mila euro! Una
brutta vicenda che è venuta alla luce, grazie alle interrogazioni del Senatore Ichino.
Ma non dobbiamo dimenticarci, che all’inizio della storia di questa Authority, il
presidente doveva essere proprio il sen. Ichino! Regolamento di conti o solo un
sussulto di onestà?

TEMPO DI BILANCI

LUCCA - Si è conclusa in modo estremamente positivo l'edizione 2010 della


rassegna letteraria “al bridge con l'Autore” organizzata dalla Cesare Viviani. Innanzi
tutto è doveroso un ringraziamento alla Fondazione Banca del Monte di Lucca, che
ha creduto in questa iniziativa e al Comune di Lucca per l'attenzione da sempre
dimostrata. Un particolare ringraziamento alla stampa che ha seguito con attenzione
tutte le attività dell'Associazione. Si sono tenuti nel 2010 ben 42 pomeriggi letterari
che hanno visto la presentazione di 27 nuovi libri con la presenza di 30 autori. Le
letture libere sono state 8 e pomeriggi particolari sono stati dedicati a: Giorno della
Memoria, Shoah, Giornata nazionale della promozione della lettura, Pomeriggio
Nikola Tesla, Giorno del ricordo, e Riflessioni sul terrorismo. Due conferenze sono
state tenute da Grazia Maria Tordi sulla poesia e da Bartolomeo Di Monaco
sull'opera dello scrittore Alfredo Bianchi. Abbiamo avuto quali graditi ospiti
Alessandro Benvenuti, Rolando Zucchini, Guido Guastalla, Alberto Rizzi, Mario
Fedrigo, Antonella Colonna Vilasi, Daniele Babbini, Alberto Rosselli e Francesco
Galeota, che hanno affiancato i nostri autori locali. Mentre una giornata è stata
dedicata alla pratica del bookcrossing, sono state attuate collaborazioni con altre
associazioni riguardanti il Concorso di Poesia Marino Matteoni organizzato dalla
Pro Loco di Pontetetto e il Concorso Internazionale di Poesia Piero Cervetti
organizzato dal “il soffio”di Coreglia. É da rilevare un aumento delle presenze ai
pomeriggi e anche un aumento della qualità delle opere presentate, il che, in un
periodo di crisi editoriale come questo, non è cosa da poco. La II Disfida Poetica
Regionale ha visto quest'anno la partecipazione delle squadre di Lucca, Pisa e
Livorno e la nostra Associazione è stata coadiuvata nell'organizzazione da molte
altre associazioni locali: per il 2011 è stato richiesto il Patrocinio della Regione
Toscana. Un ottimo successo ha conseguito l'Antologia annuale (acquistabile dal
portale www.lulu.com) dei soci che quest'anno è stata aperta anche agli autori che
hanno siglato la loro amicizia con la Cesare Viviani nella pagina di facebook. Il
comitato scientifico della Viviani ha varato il calendario gennaio/giugno del 2011

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pagine libere cinque vittorio baccelli

che vedrà 26 pomeriggi letterari con nuovi autori che affiancheranno i soci, tra
questi: Luca Dachille, Sandra Maltinti, Marino Magliani, Leonardo Bonetti, Piero
Simoni, Pierangelo Scatena e Ermanno Volterrani. Il primo appuntamento dell'anno
è previsto per il 5 gennaio alle ore 17.00 presso la Casermetta di Porta Santa Maria
delle Mura urbane con “libere letture” condotte da Martino De Vita.

RIPARTE LA RASSEGNA LETTERARIA AL BRIDGE CON L'AUTORE


LUCCA – Mercoledì 5 gennaio alle ore 17.00 presso la Casermetta Santa Maria
delle Mura Urbane, per il ciclo “al bridge con l'Autore” parte l'edizione 2011
organizzata dalla Cesare Viviani. Questa rassegna va ormai delineandosi come una
delle più significative a livello regionale, sia per la costante durata (un incontro
settimanale per tutto l'anno), sia per la qualità degli interventi e degli intervenuti.
Nel corso degli anni, oltre ai soci e agli esordienti, si sono alternati autori e
personaggi di spessore quali: Mario Luzi, Giorgio Saviane, Alberto Fremura, Paolo
Di Mizio, Romano Battaglia, Gaetano Giani-Luporini, Alessandro Benvenuti,
Alberto Rosselli e Luca Telese. Come consueto, il primo evento del ciclo, riguarda
le letture libere che stavolta saranno condotte dallo scrittore lucchese Martino De
Vita nato a Lucca nel 1949. Conseguito il diploma di Ragioneria, frequenta per
alcuni anni la Facoltà di Lettere presso l'Università di Pisa. Esordisce giovanissimo
come paroliere e compositore di canzoni. Abbandonato presto questo campo, si
dedica completamente alla letteratura, occupandosi in un primo tempo di poesia per
passare successivamente alla prosa con racconti, diari e romanzi. È anche autore di
lavori teatrali e di sceneggiature cinematografiche tratte dai suoi racconti.Nel 1989
pubblica il suo primo romanzo "Il Bimbo Nero" con la Casa Editrice "Gazebo" di
Mariella Bettarini e Gabriella Maleti, fondatrici della rivista fiorentina "Salvo
Imprevisti". Presentato prima a Firenze da Daniela Marcheschi e poi a Lucca da
Giampiero Neri, il libro è stato accolto dalla critica italiana con notevole interesse.
Lusinghieri apprezzamenti sono stati formulati, infatti, da scrittori come Giuseppe
Pontiggia, Stefano D'Arrigo, Giorgio Barberi-Squarotti, Alessandro Tamburini e
Paolo Ruffilli. In "La fuga di Atalanta" di Daniela Marcheschi, lungo saggio sulla
letteratura giovane italiana pubblicato dalla rivista "Stazione Di Posta" di Paolo
Codazzi, nel numero di ottobre del 1990 si legge: "Il tema dell'opera è di per sé
singolare: la storia di un sognatore a occhi aperti a mezzo tempo, la cui massima
aspirazione è quella di diventare "un vero sognatore" a occhi aperti e a tempo
pieno… ci riuscirà all'apice di un delirio che la scrittura di De Vita sa rendere con un
ritmo ed un montaggio funambolico, esaltati da rime, allitterazioni etc., a
sottolineare le valenze ironiche e grottesche della vicenda." Nello stesso numero
della rivista è anche pubblicato il racconto "Gli Indiani", tratto da "Qualcosa scritto
ad Ithaca", suo diario americano del 1980 già presentato dall'Associazione. Un altro
racconto, "La ragazza con gli occhiali" del 1997, appare nel N°17 di "Noialtri",
bimestrale di cultura ideato da Andrea Trimarchi. Nel 2003 pubblica per l'ETS di

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Pisa, “L'uomo del Congresso”: in questo testo per gran parte della notte il dondolio è
impellente per il personaggio raffigurato. Poi finalmente verso l'alba si addormenta.
Quando si sveglia è in preda a crampi nelle gambe, tutto sudato e col bisogno di fare
subito una doccia. Un'insegna, tornata a lampeggiare, manda strani presagi. Il lieve
rumore della veneziana lo fa sobbalzare, si avvicina alla finestra, vede la ragazza.
Vede se stesso in quell'assurdo abbigliamento da letto. Va sotto la doccia, torna in
camera, s'infila un accappatoio e non distoglie lo sguardo dal nudo...

ATOMICHE TEDESCHE

Alle volte aspetti della storia che credevamo consolidati, iniziano a traballare. È la
volta delle atomiche che gli Usa fecero esplodere in Giappone, su due città, ponendo
così fine alla II Guerra Mondiale, ma anche suscitando forti dubbi su questa azione
bellica rivolta contro la popolazione civile, che ha segnato l'inizio della moderna
democrazia, quasi fosse un peccato originale. Ma torniamo alle due atomiche e alla
notizia apparsa su un giornale degno di fede, “L'Attualità”, periodico mensile
italiano diretto da Cosmo Sallustio Salvemini. La notizia è apparsa sul numero 10
(anno XIX) dell'ottobre 2010, a firma Carlo Morganti, dal titolo “Le atomiche sul
Giappone erano... tedesche”. L'autore dell'articolo ci dice che nell'ultima
pubblicazione di Dino Editore si rivelano avvenimenti documentati, inediti, di
grande importanza storica, dal titolo “Il testamento politico e spirituale di
Mussolini”; nella XIII confessione del 26 dicembre 1944, sita alla pagina 132
dell'opera, Padre Eusebio Zappaterreni (frate francescano, cappellano capo delle
Brigate Nere e assistente spirituale di Benito Mussolini) testualmente dice:
«Romersa mi rivelò che dopo la capitolazione della Germania, un tecnico tedesco
fece sapere agli americani che in un determinato punto della Selva Nera, sotto le
macerie di uno stabilimento, sarebbe stato possibile rinvenire delle bombe

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pagine libere cinque vittorio baccelli

disgregatrici. Compiute febbrilmente le ricerche ebbero esito favorevole. Recuperate


e rimesse subito in condizione di funzionare, dopo averne sperimentato l'uso nel
Nuovo Mexico il 16 luglio del 1945, furono proprio altri due di questi ordigni che
gli americani lanciarono prima su Hiroshima e poi su Nagasaki, rispettivamente il 6
e il 9 di agosto, distruggendo le due città giapponesi quasi del tutto.» Dunque quelle
due famigerate bombe erano di fabbricazione tedesca e non americana, come si è
ritenuto fin'ora. E fu soltanto il primo e il 25 luglio dell'anno successivo che gli
americani fecero esplodere le loro due prime atomiche, precisamente su l'isolotto di
Bikini. A differenza di quelle tedesche, le americane erano a base d'uranio, non di
acqua pesante. Tutta la storia documentata della bomba disgregatrice tedesca e
dell'uso che ne fecero gli americani è descritto in un libro pubblicato da Mursia solo
nel 2005 dal titolo “Le armi segrete di Hitler” proprio del giornalista italiano Luigi
Romersa. Washington offrì a Romersa una cospicua somma di danaro per l'acquisto
dei diritti del libro. Si ritiene che l'acquisto non sia avvenuto ma il libro è stato
pubblicato solo nel 2005. Sul web si legge che: “Romersa, soldato fedele e onesto
giornalista mise al sicuro il suo presunto lavoro” per pubblicarlo solo molti anni
dopo. Ancora sul web leggiamo: “Molto nota è la missione che il giornalista Luigi
Romersa intraprese, su ordine di Mussolini, alla ricerca di informazioni riservate
sulle armi segrete dei nazisti. Romersa effettuò la sua missione in Germania
nell'ottobre del 1944, dove inizialmente si incontrò prima con Göbbels a Berlino e
poi con Hitler a Rastenburg. Successivamente proseguì la sua visita alla base di
Peenemünde dove assistette all'assemblaggio della V2 e conobbe lo scienziato
tedesco Wernher von Braun, ma soprattutto Romersa fu testimone di un esperimento
di deflagrazione a terra di un ordigno nucleare sull’isola di Rügen, nel mar Baltico.
La sua testimonianza trova punti di verifica con gli indizi e le prove raccolti dallo
storico Rainer Karlsch.”

SODDISFAZIONE PER LA VIVIANI


LUCCA - Tempo di bilanci per le associazioni. Si è conclusa in modo estremamente
positivo l'edizione 2010 della rassegna letteraria “al bridge con l'Autore” organizzata
dalla Cesare Viviani. Innanzi tutto è stato espresso un doveroso ringraziamento alla
Fondazione Banca del Monte di Lucca, che ha creduto in questa iniziativa e al
Comune di Lucca per l'attenzione da sempre dimostrata. Un particolare
ringraziamento è stato rivolto alla stampa che ha seguito con attenzione tutte le
attività dell'Associazione. Si sono tenuti nel 2010 ben 42 pomeriggi letterari che
hanno visto la presentazione di 27 nuovi libri con la presenza di 30 autori. Le letture
libere sono state 8 e pomeriggi particolari sono stati dedicati a: Shoah, Giornata
Nazionale della promozione della lettura, Pomeriggio Nikola Tesla, Giorno del
ricordo, e Riflessioni sul terrorismo. Due conferenze sono state tenute
rispettivamente da Grazia Maria Tordi su la poesia, e da Bartolomeo Di Monaco
sull'opera dello scrittore Alfredo Bianchi. Vi sono stati graditi ospiti quali:

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Alessandro Benvenuti, Rolando Zucchini, Guido Guastalla, Alberto Rizzi, Mario


Fedrigo, Antonella Colonna Vilasi, Daniele Babbini, Alberto Rosselli e Francesco
Galeota, che hanno affiancato gli autori locali. Mentre una giornata è stata dedicata
alla pratica del bookcrossing, sono state attuate collaborazioni con altre associazioni
riguardanti il Concorso di Poesia Marino Matteoni organizzato dalla Pro Loco di
Pontetetto e il Concorso Internazionale di Poesia Piero Cervetti organizzato dal “il
soffio”di Coreglia. L'Associazione nel suo bilancio annuale rileva inoltre un
aumento delle presenze ai pomeriggi e anche un aumento della qualità delle opere
presentate, il che, in un periodo di crisi editoriale come questo, non è cosa da
poco.La II Disfida Poetica Regionale ha visto quest'anno la partecipazione delle
squadre di Lucca, Pisa e Livorno e la Viviani è stata coadiuvata nell'organizzazione
da molte altre associazioni locali: per il 2011 è stato richiesto il Patrocinio della
Regione Toscana. Un ottimo successo ha conseguito l'Antologia annuale
(acquistabile dal portale www.lulu.com <http://www.lulu.com/> ) dei soci che anche
quest'anno è stata aperta anche agli autori che hanno siglato la loro amicizia con la
Cesare Viviani nella pagina di facebook. Il comitato scientifico della Viviani ha
varato il calendario gennaio/giugno del 2011 che vedrà 26 pomeriggi letterari con
nuovi autori che affiancheranno i soci, tra questi: Luca Dachille, Sandra Maltinti,
Marino Magliani, Leonardo Bonetti, Piero Simoni, Pierangelo Scatena e Ermanno
Volterrani. Il prossimo appuntamento è previsto per mercoledì 12 gennaio alle ore
17.00 presso la Casermetta di Porta Santa Maria delle Mura Urbane; sarà proposto il
romanzo di Nicla Menchi, "Sopratutto buon umore", edito da Nerbini. Il pomeriggio
sarà condotto da Aldo Baiocchi. L'ingresso è libero.

NICLA MENCHI

LUCCA - Mercoledì 12 gennaio, alle ore 17.00, per il ciclo “al bridge con l'Autore”,
presso la Casermetta di Porta Santa Maria delle Mura Urbane di Lucca,
l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" organizza la presentazione del libro
"Soprattutto buon umore" di Nicla Menchi, uscito in libreria per le Edizioni Nerbini
di Firenze. Sarà presente l'autrice, condurrà l'evento Aldo Baiocchi. Nicla Menchi è
nata, un giorno di febbraio del 1927 in un paesino della montagna Pistoiese, dove ha
vissuto traslocando con frequenza da un parente all'altro, in villaggi fra boschi e
verdi vallate, fino ai 35 anni. Poi per lavoro si è trasferita a Pisa, dove ogni giorno
pensava al verde delle sue valli. Giunta l'età, ha scelto di ritornare in mezzo alla
natura, per aver modo di realizzare, caparbiamente tutto il pensato. Cercando,
pazientemente, ha trovato sulle colline del Monte Pisano, quasi mimetizzato fra
castagni e olivi e ricoperto di rovi, un rudere, che con amore e sacrificio è diventato
"La Casetta delle Selve". Da lì ha inventato una vita nuova: ha coltivato la terra e
fatto l'albergatrice con successo; dipinge, cuce e fa tappeti; ama gli animali prima di
tutto, osserva e parla con piante fiori e frutti ha deciso di scrivere, per raccontare

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allegramente, la soddisfazione del vivere dando forma alle idee. Il libro che la
Viviani si accinge a presentare è un testo limpido, con un lessico non inquinato da
parole scurrili o frasi abusate, in cui non si parla di sesso, tranne che un’allusione a
proposito di luciferina e delle lucciole! Tutti possono leggerlo, dai 12 ai 120 anni,
perché c’è amore ovunque: nella ricerca della casa, nella fatica per trovarla, nei rovi
che ostacolano e graffiano, nei fiori che spuntano, nella meraviglia che è dovunque e
nella gente. C’è amore per ogni tipo di lavoro, sopportazione per ogni avversità,
ricerca, sempre, del lato positivo. È un libro che parla di fiori, di alberi, di frutti, di
foreste, di funghi, del cane, di gatti, di un cavallo e di cinghiali, di pittura e di
pulcini. Di tanti lavori diversi realizzati con gioia. E di gente, tanta gente, che è stata
e partita con un ricordo felice. Una piccola odissea piena di lotte ma senza guerre.
Anche un poco Robinson senza Venerdì. Poi l’autrice è diventata l’albergatrice
straordinaria, e a questo punto bisognerebbe scrivere una pagina per ognuna delle
persone arrivate alla Casetta, da quando ha iniziato a oggi che scrive, ed è la prima
volta che la Viviani la presenta al suo pubblico.

IL MOSTRO DI EBERSDORF

LUCCA – Per i tipi di A.car Edizioni Lainate, è in libreria l'ultima fatica dello
scrittore lucchese Stelvio Mestrovich, dal titolo “Il mostro di Ebersdorf”.
Mestrovich, che fa parte della Cesare Viviani è uno scrittore che, dopo avere
pubblicato due romanzi in forma di diario "Suor Franziska" (che vinse il Premio
Viareggio Giovani-Farabolina) e "Il diario di Lucida Mansi", si è dedicato alla
narrativa poliziesca con "Venezia rosso sangue" (Dario Flaccovio Editore in
Palermo), "Delitto in Casa Goldoni" (Carabba Editore) e "La sindrome di Jaele"
(Kimerik edizioni), creando la figura dell'ispettore capo di Polizia Giangiorgio
Tartini. Stelvio Mestrovich è anche un musicofilo del tardo barocco, con particolare
conoscenza della vita e delle opere di Antonio Salieri. Grazie alla sua tenacia, nel
2000, è stata posta a Vienna una lapide commemorativa sulla facciata della casa in
Goettweihergasse n. 1, in cui il compositore legnaghese visse per oltre 30 anni, e a
Lucca è stata intitolata una strada ad Antonio Salieri (zona Pontetetto).
Relativamente alla Musica, Mestrovich ha pubblicato "W.A.Mozart, il Cagliostro
della Musica" (Edizioni Portaparole, Roma) e "Vita e opere dei compositori
dimenticati dal 1600 al 1900" (Carabba Editore). Quest'ultimo libro è stato
favorevolmente accolto nelle varie presentazioni ai conservatori musicali, tra i quali
il "Vincenzo Bellini" di Palermo. È inserito in diverse antologie e i suoi scritti sono
stati tradotti in una decina di lingue. Di lui parlano lo scrittore Bartolomeo di
Monaco nel suo libro "Leggiamo insieme gli scrittori lucchesi" (Maria Pacini Fazzi)
e Mauro Smocovich in "Dizionoir". Con "Il mostro di Ebersdorf", cambia lo
scenario, da Venezia si passa a Vienna e dintorni, e il protagonista: il commissario
Clemens Pallavicini prende il posto di Tartini. Il 9 gennaio 2008, alle ore 6 del

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mattino, viene trovato il corpo del trentacinquenne Werner Toman di Ebersdorf,


nudo, disteso a forma di croce nel suo zatterone sul Danubio, vicino al Prater, con un
coltello piantato in gola. Comincia da qui l'intricata indagine condotta dal
Commissario di Polizia Clemens Pallavicini, viennese ma di nobilissime origini
italiane, diplomato in pianoforte al Conservatorio di Vienna, che con l'aiuto
dell'ispettore Viktor Nowak, suo braccio destro, e della criminologa Brigitte
Heimlich, porterà a terribili e inquietanti sviluppi in una Vienna di inizio anno,
fredda e nevosa, ma di incomparabile bellezza. Il libro è in vendita a Lucca presso le
librerie "Lucca Libri" (in Corso Garibaldi) e "Ubik" (in via Fillungo) e in giugno
verrà presentato dalla Cesare Viviani.

NOT ONLY WOMEN

LUCCA – Fino al 23 gennaio al Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art è


visibile la mostra fotografica “Michel Comte. Not only Women. Feminine Icons of
Our Times”. La mostra, a cura di Alessandro Luigi Perna, Enrico Stefanelli e
Maurizio Vanni, porta nella nostra città circa sessanta immagini di uno dei più
grandi fotografi e ritrattisti contemporanei. Di lui Geraldine Chaplin ha detto: «È un
cavaliere errante della fotografia: un vagabondo, un avventuriero, un nomade con la
macchina fotografica». La sua carriera l’ha portato in tutto il mondo a realizzare
campagne pubblicitarie per marchi famosi – Gianfranco Ferré, Dolce & Gabbana,
Armani, Versace – che lo hanno reso tra i più ricercati fotografi di moda a livello
internazionale. Ma a renderlo unico è la sua capacità di ritrarre volti e corpi di cui è
un insaziabile e infaticabile cacciatore. Comte infatti considera il ritratto come una

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lente di osservazione privilegiata del mondo in cui viviamo e, nello stesso tempo, la
chiave di lettura per comprendere nel profondo le persone che incontriamo. La
fotografia per lui è un mezzo per accedere nei loro microcosmi, per violarne i
segreti, per raccontare quello che un’intervista non potrebbe mai narrare. Scatti di
vita, di arte e di emozioni allo stato puro che segnano espressioni, che condizionano
posture e che esaltano quelle sensazioni appannaggio di un vero e proprio indagatore
di anime. In maniera incessante nel corso della sua trentennale carriera Comte ha
ritratto non solo le celebrità della moda, ma anche quelle del cinema, dello
spettacolo, della musica e dell’arte. Davanti al suo obiettivo sono passati moltissimi
di coloro che sono entrati poi nell’immaginario collettivo della società
contemporanea. Anzi, sono state spesso le sue foto, finite sulle copertine di giornali
come Vogue, Vanity Fair e molti altri, a farne delle icone dei nostri tempi.
La mostra “Not only Women” nasce da un presupposto: troppo spesso è stato
indagato il ritratto di moda, e in particolare quello femminile, solamente dal punto di
vista iconografico e stilistico. Il più delle volte, agli occhi della critica, è il brand
coinvolto infatti a essere garante della bravura di un fotografo. Michel Comte ribalta
questo presupposto. I suoi scatti non si limitano ad essere indagini plastico-estetiche.
Le sue immagini non sono solo uno spettacolo ben congegnato che ha per
protagoniste le donne. Nell’inseguire la perfezione stilistica Comte scava
nell’intimità del soggetto femminile. Ne scaturiscono immagini nitide di volti e di
corpi stagliati su fondi neutrali. Oppure composizioni dove lo sfondo diventa parte
integrante di un primo piano che si nutre della luce e delle suggestioni delle superfici
attraverso le quali prende vita. Le donne da lui fotografate non sono mai oggetti,
sono sempre soggetti che, con la sua arte, il fotografo riesce a trasformare in icone
della femminilità contemporanea. La mostra “Not only Women” si pone l’obiettivo
di proporre un’idea diversa del ritratto di moda, attraverso una galleria di immagini
di donne destinate a sovvertire gli equilibri della ritrattistica e della fotografia
glamour. In esposizione immagini dal piccolo al grandissimo formato (da 30x30 cm
a 175x220 cm): nudi e ritratti di modelle, attrici e artiste tra i più significativi tra
quelli realizzati dall’artista nel corso della sua carriera. Tra le altre: Verushka, Iman,
Wallis Montana, Claudia Schiffer, Helena Christensen, Cindy Crawford, Carla Bruni
(famosi i nudi scattati dall’artista alla première dame di Francia), Letitia Casta,
Giselle Bündchen, Louise Bourgeois, Sophia Coppola, Catherine Deneuve, Isabella
Rossellini, Sharon Stone, Sophia Loren, Charlotte Rampling, Geraldine Chaplin,
Sandra Bernhard, Tina Turner, Whitney Houston.

SANT’ANTONIO

“Sant’Antonio, Sant’Antonio lu nimico dellu Dimonio…” recita una vecchia


filastrocca popolare, ma con la storia che voglio raccontarvi questa non c’entra

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proprio niente. Tra l’altro la memoria di questo santo, che è pure patrono di Fornaci
di Barga, è veramente infiocchettata di leggende e di aneddoti e costellata di
miracoli grandi e piccoli. Si ricorda che un ricco, ma molto basso contadino, avesse
stressato a lungo il santo per ottenere la capacità di poter saltare da solo in sella del
cavallo. Dovete capire che all’epoca, non riuscire a montare da soli in groppa alla
propria cavalcatura doveva essere una vera iattura, pensate alla vostra auto se
potesse partire solo a spinta e fosse sempre necessario l’aiuto di qualcuno.
Comunque ad un certo punto, il santo si arrese alle insistenze del basso contadino e
gli disse di saltare pure sulla sella. Il contadino spiccò il salto, ma per il troppo
impeto cadde oltre il cavallo. E qui il contadino esclamò la famosa frase, da allora
divenuta storica: «Troppa grazia, Sant’Antonio!»
Dovete anche sapere che una antica tradizione consiglia a coloro che cercano
disperatamente una casa, di prendere una piccola statua di Sant’Antonio e lasciarla
fuori da una finestra.
Il santo molto probabilmente lasciato alle intemperie, desidererà anch’esso un buon
riparo e aiuterà la sfrattato a trovare un’accogliente dimora.
Attenzione però, una volta trovato l’alloggio grazie all’intercessione del Santo, la
statuetta dovrà trovare nella nuova casa una degna collocazione, pena il ritorno ad
essere senzatetto. Ora dovete sapere che una mia amica, m’ha raccontato di una sua
lontana parente che aveva fatto un po’ di casino sulle attribuzioni del Santo.
Questa donna era infatti alla ricerca disperata di un marito e interpretando
malamente la tradizione popolare, volete sapere cosa fece?
Comprò ad un banchetto del mercato settimanale una statuetta di gesso di
Sant’Antonio (fino a una decina d'anni fa al mercato si compravano anche le
statuette dei santi) e la mise fuori dalla finestra della sua camera, accanto ai vasi dei
gerani.
Il tempo trascorse lento, ma di uno straccio di marito, nessuna traccia. Al che questa
donna, un mattino, inviperita, afferrò la statuetta e la scagliò lontana. Fuori dalla
finestra, ovviamente.
Si girò per riprendere le faccende nella camera, che aveva interrotto, quando udì un
colpo secco e una subitanea imprecazione: «Ma che cazz…» Subito ritornò alla
finestra e scorse un uomo che con una mano alla testa, imprecava e guardava in alto,
per capire da dove fosse provenuto quello stramaledetto corpo contundente.
La nostra cominciò a profferire scuse, gli fece cenno di aspettarlo che sarebbe scesa.
Infatti di corsa giunse in strada, convinse l’uomo a venire su da lei per medicarsi,
insomma, per farla breve dovete sapere che questi due dopo neppure sei mesi erano
felicemente marito e moglie, una coppia che ancor oggi resiste alle intemperie della
vita.

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SACCHETTI DI PLASTICA ADDIO

Con la nuova, recente legge l'era del sacchetto di plastica per la spesa, inquinante e
non sostenibile, si è conclusa. Il 2011, con il divieto di circolazione dei sacchetti non
biodegradabili per l'asporto delle merci segna un punto di svolta poiché dopo 50
anni si prendono la rivincita quegli strumenti utilizzati dalle nonne come le sporte in
tela, i carrelli della spesa, le retine che hanno tutte il pregio di poter essere
riutilizzate infinite volte a beneficio dell'ambiente e del portafogli. Il 1957, infatti, è
la data che segnò l'inizio dell'era del sacchetto di plastica, prodotto per la prima volta
negli Stati Uniti. Ne hanno decretato il successo le qualità peculiari: leggero,
resistente, economico, conveniente per portare generi alimentari, vestiario e altri
acquisti. I sacchetti di plastica ancora oggi sono tra gli oggetti di consumo più diffusi
sulla Terra. Un peso di soli pochi grammi e una media di pochi millimetri di
spessore, i sacchetti di plastica potrebbero sembrare completamente innocui se non
fosse che vengono prodotti a partire dal petrolio e in quantità incredibili. Fabbriche
in tutto il mondo sfornano circa 4-5.000 miliardi di buste di plastica l'anno, un
quarto dei quali viene prodotto in Asia, contribuendo ad immettere in atmosfera
tonnellate di emissioni di carbonio ogni anno. L'addio allo shopper di plastica è stato
salutato con favore da tutti coloro che da anni promuovono e appoggiano iniziative
volte a proporre soluzioni di riduzione dei rifiuti e alternative alla sporta di plastica
con contenitori "durevoli" in cotone e altri materiali. La soluzione, infatti, sta
nell'abolire o ridurre al minimo le sporte usa e getta e privilegiare sempre oggetti
che abbiano invece caratteristiche di riutilizzabilità. Antesignano di questa proposta,
nel 2009 il WWF ha scelto, ad esempio, di accompagnare la catena di grande
distribuzione Auchan nel processo di sostituzione dei sacchetti di plastica a favore di
borse in tela riutilizzabili, distribuite alla clientela presso i 51 punti vendita con la
produzione di materiali informativi in tutti i punti vendita, volti a sensibilizzare il
grande pubblico sulla necessità di anticipare, attraverso sane abitudini d'uso
individuali, l'entrata in vigore della normativa comunitaria disciplinante il bando dei
sacchetti in polietilene. Dal giugno 2009 al luglio 2010 il progetto ha fatto
risparmiare all'ambiente 30 milioni di shopper grandi in polietilene e 180 milioni di
sacchetti piccoli, per un totale di 1458 tonnellate di plastica, pari a una superficie di
45mila chilometri quadrati (circa due volte la superficie della Toscana). Il WWF ha
patrocinato e appoggiato anche iniziative esterne, quali "Porta la Sporta" promossa
dall'Associazione Comuni Virtuosi per invogliare cittadini e amministrazioni a
ridurre l'uso della plastica. Secondo i dati dello State of the Word sono 1,9 i milioni
di chili di plastica che finiscono ogni ora negli oceani del pianeta dove vengono
scambiati per cibo da diverse specie marine, particolarmente da quelle che si
nutrono di meduse o calamari, prede che somigliano ai sacchi di plastica quando
galleggiano in acqua. Questo errore può portare alla morte degli animali. Tra le
numerose specie minacciate sicuramente le tartarughe marine e i mammiferi marini.

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Accogliamo dunque di buon grado questa giusta legge e muniamoci di borse


riutilizzabili. Personalmente, e senza alcun disagio, già da due anni rifiuto i
sacchetti (anche quelli di carta) e mi sono munito di borse riutilizzabili in tessuto che
ho acquistato nei supermercati.

PINO DEODATO

LUCCA – Ancora un evento di spessore alla Galleria Claudio Poleschi Arte


Contemporanea, di via Santa Giustina 21. Sabato 15 gennaio, in galleria e nella
chiesa sconsacrata di San Matteo a Lucca, si inaugurerà la mostra personale di Pino
Deodato, dal titolo: Il Circo dell' arte. Pino Deodato è nato a Nao (Vibo Valentia) nel
1950. Vive e lavora a Milano. Muove la sua ricerca artistica tra pittura e scultura. Il
progetto di questa personale – scrive il curatore della mostra Enrico Mattei - ruota
intorno alla scultura che rappresenta la via dell'arte, tanto cara all'artista, e che nella
realtà appare sotto forma di un clown senza vestiti. Una figura chiave che
metaforicamente rappresenta colui che si spoglia di tutto per dare forza all'atto
creativo e torna bambino con il gioco. È il tramite che instaura il dialogo tra
l'imponente spazio della chiesa e la parte espositiva della galleria, delineando un
senso di marcia della visione, non a senso unico bensì alternato; questo per far
comprendere che non esistono nel progetto percorsi obbligati ma una sorta di circolo
vizioso che si instaura durante la fruizione: un circo dell'arte. La mostra è stata
concepita come un' unica grande installazione dislocata tra lo spazio espositivo della
galleria e la Chiesa di San Matteo, pittura e scultura in una continua concatenazione
di rimandi al mondo contemporaneo. La scultura mette in mostra la presenza umana
articolata in una miriade di personaggi che stanno sempre facendo qualcosa, ognuno
di loro appare impegnato in una sorta di professione o caratteristica di vita. Un
mondo immaginario che l'artista ha costruito con metafore e proverbi. La pittura
narra spazi metaforici e tensioni contrapposte: per un verso la concentrazione
spirituale, riparo nell’intimità domestica, tra gli oggetti e le cose familiari, raccontate
in un tempo rallentato e in un magico silenzio; per l’altro, il bisogno evasivo nel
sogno e nella memoria. L'atmosfera intima e raccolta della casa dialoga coi paesaggi
circostanti, anch'essi partecipi di questa riscoperta innocente: gli orizzonti dipinti da
Deodato hanno in sé l'incanto della fiaba e la cognizione della memoria. Il paesaggio
serve per raccontare la pittura come esercizio di stile e diventa la tavolozza del
pittore; il riferimento alla natura è molto vicino a quello usato dalle avanguardie
storiche: ad una prima lettura possiamo vederla come un racconto; dopo, invece,
come lo sforzo di Deodato di andare oltre nella rappresentazione di un nuovo
spettacolo dell’arte contemporanea . La ricerca di Deodato interpreta l'intimità stessa
dell'artista che rispecchia la vita di un uomo molto riservato.

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DIARIO DI CAMPAGNA

BARGA – Presso la sala consiliare del Comune si è tenuta la presentazione della


riedizione del volume “Diario di campagna” di Arrigo Benedetti edito da Maria
Pacini Fazzi in collaborazione con la Fondazione della Banca del Monte di Lucca.
L’iniziativa che è stata voluta dall’Amministrazione Comunale, in particolare ha
visto l’impegno organizzativo della consigliera delegata alla cultura Maria Giovanna
Stefani, presente all’incontro nella sala consigliare di Palazzo Pancrazi con il vice
sindaco Alberto Giovannetti. A presentare in modo efficace e interessante il volume
è stato Paolo Vanelli, critico letterario e curatore del volume, che ha parlato di
Arrigo Benedetti e del suo rapporto tra giornalismo e cultura. L’opera, la cui prima
edizione uscì postuma nel 1976, documenta l’intenso rapporto che legò per oltre un
decennio Benedetti alla sua terra di origine. Il Diario ha inizio nel 1959, anno in cui
Benedetti acquistò la Villa di Saltocchio, e si dipana lungo tutto il decennio
successivo documentando l’appassionata relazione dello scrittore con la Lucchesia:
profondi e variegati i legami con il territorio e con la sua cultura, affezionate le
frequentazioni “in villa” con amici, costante la sua partecipazione alla vita culturale
della città. La riproposta del Diario è stata possibile grazie alla disponibilità degli
eredi che stanno lavorando alla creazione di un Centro Studi che presto dovrebbe
concretizzarsi. Arrigo Benedetti (Lucca, 1 giugno 1910 – Roma, 26 ottobre 1976) fu
un grandissimo giornalista e scrittore, fondatore nel 1945 dell’Europeo e nel 1954
dell’Espresso. Nel 1959 acquistò la bella villa nella zona pre collinare attorno a
Ponte a Moriano, (nella frazione di Saltocchio), dove sognava di isolarsi per
dedicarsi con maggior impegno alla letteratura. Gli anni di Saltocchio segnarono
infatti una fertile ripresa della produzione letteraria di Benedetti: Il passo dei
Longobardi, L’esplosione, Il ballo angelico, e la riedizione di Le donne fantastiche
e Paura all’alba. E del 1959 l'acquisto della bella villa nella zona precollinare
attorno a Ponte a Moriano, dove sognò di potersi dedicare con maggior impegno alla
letteratura. Un soggiorno lucchese che questo Diario di campagna, (la cui edizione
uscì, postuma, nel 1979 e che oggi vede di nuovo la luce per volontà degli eredi
Benedetti nel centenario della nascita) documenta, riallacciando gli intensi rapporti
che legarono per oltre un decennio (1959-1969) il grande giornalista e scrittore alla
sua terra di origine.

ANEDDOTI

LUCCA - Mercoledì 19 gennaio alle ore 17.00, presso la Casermetta Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" per il ciclo “al
bridge con l'Autore” organizza la presentazione dell'ultimo libro di Roberto
Capperucci "Aneddoti di un vecchio veterinario", Edizioni Tassinari, Firenze, 2010.
L'autore riguardo a questo nuovo testo ci dice: «A seguito della pubblicazione di

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Poesie e Aneddoti, con il quale ebbi un'ottima accoglienza da parte dei lettori, ho
voluto pubblicarne uno di soli aneddoti. Quasi esclusivamente sono storielle
accadutemi durante la mia professione di medico veterinario, agli inizi degli anni
cinquanta, quando cominciai ad esercitare; i contadini allora non erano certamente
come sono oggi, anzi direi che sono completamente cambiati. La superstizione
imperava con i vari maghi e streghe che erano sempre all'ordine del giorno e spesso
venivano interpellati più di noi veterinari poiché da secoli erano diventati i veri
oracoli, nei quali il popolo campagnolo aveva una credibilità straordinaria. Se la
malattia dell'animale in cura si prolungava, spesso ci si rivolgeva a loro, che
trovavano sempre la scappatoia giusta per uscirne bene, magari accusando il
veterinario d'aver sbagliato la cura.»
Roberto Capperucci, nato a San Vincenzo (LI) nel 1927 e oggi residente a Calcinaia
(PI), medico veterinario in pensione, ha già pubblicato per i tipi delle Edizioni
Tassinari di Firenze numerose opere tra le quali "Il capostazione" (2006), "Viaggio
premio in Polinesia" (2007), "Una vita rocambolesca" (2008), "Il volontario" (2009),
tutte presentate nel corso degli anni alla Cesare Viviani. Introduce l'evento Aldo
Baiocchi, letture critiche a cura di Marco Vignolo Gargini, sarà presente l'Autore.

SHOAH - LA MEMORIA CORTA

LUCCA – Mercoledì 26 gennaio, alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane di Lucca, l’Associazione Culturale “Cesare Viviani” per il
ciclo “al bridge con l'Autore” organizza in occasione della Giornata della Memoria
un incontro dal titolo “Shoah - La memoria corta”. Durante il pomeriggio verranno
ricordati gli “olocausti” non contemplati nella legge italiana. Oltre un milione di
persone sterminate nei campi di concentramento nazisti sotto la categoria di
“zingari”, “omosessuali” “testimoni di Geova”, “asociali” ecc. che il legislatore
italiano, a differenza di quello di altri paesi, non ha voluto riconoscere e di
conseguenza ricordare. Una grave lacuna che conferma l’assunto orwelliano,
secondo cui “tutti sono uguali, ma qualcuno è più uguale di altri”.
L’incontro sarà tenuto da Marco Vignolo Gargini, traduttore, saggista e studioso del
movimento LGBTQ. Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge
n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla
proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in
commemorazione delle vittime dell'Olocausto e in onore di coloro che a rischio della
propria vita hanno protetto i perseguitati. Purtroppo anno dopo anno la giornata
dedicata alla memoria dell'olocausto si svolge in modo retorico, si continua a
prediligere la celebrazione a scapito della conoscenza: si ricorda e
contemporaneamente si rimuove. Si persiste a documentare la “follia hitleriana” e
non se ne ricercano le cause vere che purtroppo hanno coinvolto interi popoli. Cause
che non furono da attribuirsi ad una semplicistica ventata di pazzia, ma al contrario

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esse maturarono in ambienti politici dell’epoca, economici, culturali ed esoterici.


Siamo così bombardati da immagini, precise nei dettagli, agghiaccianti, condite da
commenti “dotti”, politicamente corretti, ma d’una semplicità sconcertante. Nel
contempo si giustificano movimenti terroristici come hezebollah e hamas e si è
giunti in alcuni casi limite ad ipotizzare vicinanze tra l’attuale politica d’Israele e la
Germania nazista. Vittime e carnefici sullo stesso piano anche se in tempi diversi, e
ciò è riprovevole e inaccettabile. Distorsioni dovute all’avvelenamento mentale
prodotto da cattive e mal digerite ideologie. Diciamoci la verità: c’è ancora una parte
d’umanità, e non solo europea, che mal digerisce l’esistenza dello stato democratico
d’Israele e tende costantemente a delegittimarlo, delegittimazione che significa in
questa fase storica: annullamento. Non si affrontano seriamente le problematiche
legate ad un antisemitismo tuttora diffuso ed estremamente pericoloso. Eppure i fatti
sono sotto gli occhi di tutti, ma chi ricorda l’amichevole incontro tra Hitler e il Gran
Muftì? Chi ricorda che la prima intifada in Egitto fu finanziata dal
nazionalsocialismo? Chi ricorda i battaglioni arabi inquadrati nell'Asse che si
fregiavano della svastica tra due foglie di palma? Ricordi inquietanti che vengono
rimossi a tutto vantaggio del nazislam che continua a seminare morte e odio nel
mondo. Si insiste nel descrivere nel dettaglio la vita nei campi di sterminio e mai ci
si domanda perché sia successo tutto questo proprio nella civilissima Europa. Non ci
si sforza di capire e di spiegare: è più semplice e più comodo dare la colpa alla
ventata di follia. Per l’islam invece c’è oggi un atteggiamento ben diverso, si cerca
di comprenderne la cultura (?), s’incoraggia la lettura del Corano, magari
allegandolo a quotidiani, si cercano giustificazioni, si tollera la folle sharia, eppure i
fondamentalisti dell’islam vorrebbero la nostra civiltà occidentale distrutta e la
nascita di un sultanato in Europa, pardon in Eurabia (grazie Oriana). E non si
limitano a volere a parole la distruzione della nostra civiltà occidentale,
materialmente hanno già iniziato a colpire, dalle Torri Gemelle a Beslan,
dall'uccisione di Theo Van Gogh agli attentati a Londra, Madrid, ecc. Allora,
giornata della memoria sì, ma non solo celebrativa ma di studio sulle cause, sui
motivi, quelli veri: dall'intolleranza religiosa all'alibi economico, dai piani esoterici
del nazismo all'intolleranza di razza. E memoria per le minoranze vessate da Hitler e
vessate anche oggi dai cittadini onorabili: rom, sinti, omosessuali, testimoni di
Geova, handicappati, avversari politici. E perché non anche una giornata della
memoria per tutte quelle stragi, superiori di numero, che il comunismo ha perpetrato
contro l’umanità? Una giornata della memoria che dovrebbe anche spiegare le
ragioni dell’esistenza dello stato d’Israele. Una giornata della memoria che dovrebbe
vedere l’intera civiltà occidentale schierata a sostegno della guerra contro il
terrorismo nella quale il popolo d’Israele da decenni è in prima fila anche per
affermare il proprio diritto ad esistere e per proteggere anche i nostri paesi. Dare una
mano a Israele oggi aprendolo all'Europa cioè alla Comunità Europea e sostenendolo
in ogni senso, è ricordare degnamente la Shoah! La Cesare Viviani, da anni ha

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affrontato queste problematiche e ha proposto, anche attraverso la gran mole di


letteratura che troviamo sull'argomento, una lettura più “vera” dell'evento e delle
cause che hanno portato ad esso. Inoltre, sempre la Viviani, ha affrontato i martiri
dimenticati di quei tristi giorni, che non furono solo il popolo ebraico, ma anche gli
avversari politici, i malati di mente, i testimoni di Geova, gli omosessuali, i rom, i
sinti, tutti coloro insomma che avrebbero potuto esser d'ostacolo all'ordine nuovo
voluto da quel neo-paganesimo che si definì nazional socialismo. E l'incontro di
mercoledì 26 gennaio, che si terrà alle 17.00 alla Casermetta di Porta Santa Maria
delle Mura Urbane, inserito nel ciclo “al bridge con l'Autore”, avrà proprio per tema
le shoah dimenticate, in memoria di tutti quei martiri minoritari, altrettanto
importanti, ma quasi sempre dimenticati.

RIPENSARE LA CITTÀ

LUCCA – Se un tempo si poteva parlare della chiusura dell'intero centro storico,


quello compreso entro le Mura, al traffico urbano, oggi le cose vanno assai
diversamente. Un tempo infatti i cittadini non se ne erano andati, scuole uffici e
servizi erano in centro. Ma poi tutto è cambiato, la borghesia è stata invogliata dalla
villetta a Sant'Anna, gli abitanti dell'Anfiteatro sono stati trasferiti a San Vito e al
Piaggione, Cittadella è stata distrutta e Pelleria ha rischiato una fine analoga. Se ne
sono andati via negozi, uffici, scuole, farmacie. Gli affitti sono saliti alle stelle con
perdita dei negozi di tradizione e degli abitanti con casa in affitto. Molte abitazioni
patrizie del centro storico sono state trasformate in monolocali. Se prima l'intera
città poteva esser “vissuta” a piedi dagli abitanti (in 15 minuti s'attraversa in
diagonale) oggi la situazione è del tutto mutata e l'esigenza primaria è quella di far
venire gente nel centro storico per rivitalizzarlo e per sollevare il commercio. Ma si
prosegue nel senso opposto, cioè in quello di render sempre più difficile l'accesso
alla città. Occorrono parcheggi gratuiti all'esterno, solo quelli in città possono restare
a pagamento; si deve tutelare ogni bene culturale e architettonico e il verde attorno
alle Mura, che è fondamentale per valorizzare il monumento, deve esser tutelato e
ampliato. La distruzione della rotonda del Giannotti va contro la valorizzazione delle
Mura, così come l'utilizzo per i Games dell'ex Campo Balilla. I Games devono esser
spostati alle Tagliate e il Campo Balilla ricostituito, così come la rotonda. Anche i
varchi telematici vanno nel senso dell'allontanamento della gente dalla città: perché
venire a Lucca quando vi sono centri commerciali ovunque in periferia? Per
prendere delle multe? Anni addietro dissi allora vicesindaco Riccio: “Se devo pagare
per venire in città, non mi ci vedrete più”. Quando non vi sono manifestazioni di
prestigio la città è morta: rivitalizziamola con parcheggi gratis all'esterno, con
vietare l'accesso ai SUV, con sorveglianza nei punti critici al posto dei varchi, con il
ripristino del verde attorno alle Mura. Tutto ciò può esser realizzato dall'oggi al

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domani, ma non basta, rappresenterebbe però un'importante inversione di tendenza.

LE ELEMENTARI DI FORNACI
FORNACI DI BARGA – L'opposizione in consiglio comunale è contraria alla
vendita dell'immobile che ospita le scuole elementari . Ecco quanto dichiarato dal
consigliere di Spazio Libero Guido Santini che è anche coordinatore Provinciale
Giovane Italia-Popolo delle Libertà. «Come giovani del Popolo della Libertà
(Giovane Italia) esprimiamo la nostra ferma contrarietà all'idea, ormai manifestata
pubblicamente da membri dell'amministrazione comunale, di vendere l'immobile
delle scuole elementari di Fornaci. In questo modo l'amministrazione si prepara a
privare il paese di un patrimonio del quale le generazioni future non potranno più
disporre! Ricordiamo benissimo le parole pronunciate dal Sindaco in occasione del
primo consiglio comunale da lui presieduto : in quell'occasione un impegno preciso
fu quello di non vendere l'edificio! Ci sono tantissime possibilità di impiego per una
struttura di questo tipo: pensiamo alle numerose associazioni del territorio che
spesso hanno difficoltà a trovare una sede nella quale riunirsi, oppure ai giovani che
vogliano portare avanti progetti da loro gestiti e soprattutto agli anziani del paese,
che hanno sempre meno possibilità di trovare ambienti nei quali ritrovarsi. Non
facciamo una polemica strumentale, vogliamo solo il bene della comunità e siamo
convinti che con questa politica si penalizzi sempre di più la frazione di Fornaci,
che ha già pagato molto in termini di beni pubblici alienati per mettere una toppa ai
bilanci (come la farmacia e l'ex sede distaccata del Comune). Un'amministrazione
comunale che abbia a cuore il futuro dei cittadini non può essere orientata solo a
“fare cassa”, tirando a campare nell'immediato e lasciando a chi viene dopo un
patrimonio impoverito da una gestione scellerata.»

LIBERE LETTURE

LUCCA - Mercoledì 2 febbraio, alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" per il ciclo
settimanale “al bridge con l'Autore” organizza un pomeriggio di libere letture aperte
a tutti, soci e non. Chiunque potrà leggere brani originali propri o di altri autori, in
prosa o poesia. Condurrà l'evento Vittorio Baccelli che per l'occasione proporrà
alcuni brani del suo ultimo libro “La filosofia del viaggio nel tempo”. Di questo
testo vogliamo proporre parte dell'introduzione: Queste pagine vogliono colmare
una lacuna e al contempo vogliono esser utili per coloro che hanno intrapreso una
ricerca al limite, sia sui viaggi nel tempo che sul teletrasporto e altre possibilità
future. Scienza e fantasia si sommano nella ricerca che si basa sopratutto su testi e
testimonianze da me reperiti sul web. Ecco a voi scienza, fantascienza, film e
manga. Tutti assieme per la costruzione di una grande impalcatura che sorregge e

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pagine libere cinque vittorio baccelli

costruisce la realtà nella quale scorriamo. Le intuizioni, la fantasia, le allucinazioni


fanno anch'esse parte integrante della creatività umana e le loro realizzazioni
modificano il presente e pertanto, il futuro. L'esistenza di un tempo fisico separato
da un tempo filosofico è un problema che è stato al centro delle preoccupazioni di
molti filosofi: da Heidegger a Bergson fino, risalendo indietro nel tempo, ad
Aristotele. Perché Aristotele si pose la domanda: cos'è il tempo? E rispose in un
modo molto complesso, in un modo molto involuto. Egli disse: «Il tempo è
differenza, è moto, è una rappresentazione della differenza tra ciò che viene prima e
ciò che viene dopo. Ma il moto è fisica. Chi determina la differenza di prospettiva
tra ciò che viene prima e ciò che viene dopo? Questo è il problema. È l'uomo che
determina le differenze o è la natura? Se è la natura allora, ovviamente, non vi è
alcuna differenza tra il tempo filosofico e il tempo fisico. Ma se è l'uomo, allora la
differenza c'è.»

PROCLAMATO DALL'UGL STATO DI AGITAZIONE PER TUTTE LE


CATEGORIE DEL PUBBLICO IMPIEGO

Dopo un anno di annunci mediatici, da parte del Ministro alla Funzione Pubblica, la
riforma della Pubblica Amministrazione si è rivelata un vero e proprio bluff.
Sebbene la riforma inizialmente abbia ottenuto dei risultati positivi, anche per via
dell’effetto della campagna “antifannulloni”, ora le deficienze del suo impianto
originario ed in particolare le profonde lacune attuative, rischiano di naufragare nella
più classica delle trappole, la nostra burocrazia e la lotta tra le burocrazie per la
salvaguardia delle sfere di competenza. L’attuazione della riforma, di fatto, ha
investito le Amministrazioni Pubbliche, di nuovi adempimenti burocratici, andando
a gravare una situazione già di per sé (in conseguenza alla scelta dissennata di
operare un taglio indiscriminato agli organici del personale con il blocco del turn-
over) ai limiti del possibile. La performance e la valutazione individuale, sono state
le parole chiave attraverso le quali, il Ministro Brunetta, aveva promesso al paese
una radicale trasformazione della vecchia e rugginosa Amministrazione Pubblica.
Ad esse si accompagnava un complesso sistema di premi e di sanzioni, sino al
licenziamento per scarso rendimento, sostenuto da una rivisitazione in chiave
privatistica del ruolo del dirigente. Ma l’impianto organizzativo generale e le
complicate e farraginose procedure di produzione dell’atto amministrativo e
l’organizzazione interna restavano tali e quali. Considerato che il fulcro della
riforma è costituito dalla valutazione dalla misurazione della performance
individuale è conseguente che premi e sanzioni ne siano i corollari obbligati. Ma le
risorse per i premi economici sono scomparse azzerate dalla legge di stabilità, che ha
congelato le retribuzioni e tagliato le risorse. Inoltre, proprio la presenza nella
riforma di alcuni elementi fortemente prescrittivi e punitivi nei confronti del
personale, non hanno fatto altro che deprimere il senso di appartenenza e la

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pagine libere cinque vittorio baccelli

reputazione di tanti dipendenti pubblici. Il risultato non poteva essere che un


fallimento annunciato! Per cambiare realmente e rendere la Pubblica
Amministrazione più efficiente e competitiva, si devono prima risolvere i problemi a
livello organizzativo e mettere mani sull’intero sistema. Si deve puntare sul valore
del fattore “Pubblico” e valutare con meticolosità l’impatto dell’azione
amministrativa, in un ambiente spesso privo di parti con cui confrontarsi. In
definitiva, l’interesse dei cittadini e delle imprese, che hanno seguito con attenzione
e favore questa riforma, era attratto dalla promessa di una trasformazione in positivo
dei servizi offerti dalle Pubbliche Amministrazioni. Invece di puntare su questa
aspetto, la riforma si è concentrata nel colpire il singolo dipendente, attraverso il
meccanismo del premio e della sanzione che, alla collettività, oltre che leggere una
notizia in più nella cronaca dei quotidiani, non ha portato nulla! Il motivo per il
quale è stato mancato l’obiettivo, è che la sanzione per il singolo dipendente è
diventato il vero cardine di tutta la riforma, attribuendo anche alla valutazione e alla
performance una valenza fortemente, se non esclusivamente, punitiva. Resta molto
singolare inoltre, che per organizzare il tutto, si è creata una Commissione di
Valutazione che, oltre ad avere un costo rilevante per tutti i cittadini, non ha nessuna
autonomia di potere, in quanto i suoi membri vengono nominati, e le retribuzioni
stabilite, dal Governo. Ma anche sul versante della democrazia sindacale la riforma
Brunetta non ha mantenuto gli impegni nonostante la tassatività della norma.
L’articolo 65, comma 3, del decreto legislativo “Brunetta” sebbene avesse, in deroga
all’articolo 42, comma 4, del predetto decreto legislativo n. 165 del 2001, prorogato
gli organismi di rappresentanza del personale anche se le relative elezioni erano state
già indette, aveva stabilito che “le elezioni relative al rinnovo dei predetti organismi
di rappresentanza si svolgeranno, con riferimento ai nuovi comparti di
contrattazione, entro il 30 novembre 2010”. Parole, nonostante scritte sulla carta, al
vento. Infatti il decreto legge del 30 dicembre 2009, n. 194, coordinato con la legge
di conversione del 26 febbraio 2010, n. 25, ha quindi ulteriormente prorogato la
rappresentatività delle Organizzazioni Sindacali, ai fini della partecipazione alle
trattative per i rinnovi dei Contratti collettivi di lavoro per gli anni 2010/2012, sulla
base dei dati già accertati per il biennio contrattuale 2008/2009. Questa situazione
produce una profonda, ingiustificata discriminazione fra le sigle Sindacali. Una
palese intollerabile forzatura delle regole che si traduce in un ingiustificato
vantaggio per quelle organizzazioni che con il differimento del voto mantengono
diritti e guarentigie sindacali che non gli spetterebbero. Per queste ragioni, la Ugl ha
proclamato lo stato di agitazione delle categorie del pubblico impiego, perché
occorre restituire centralità al sistema pubblico, superando quella descrizione del
servizio pubblico pregiudizialmente rappresentato come poco produttivo,
inefficiente, lento, pachidermico viziato da burocratismo e refrattario alla
modernizzazione, che è il fondamento ideologico della riforma brunetta e
ripristinare la democrazia della rappresentanza dei lavoratori, oggi, calpestata dalle

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decisioni dilatorie del Ministro della Funzione Pubblica.

SANITÀ

FORNACI DI BARGA - Da Giulio Fiorentini, attento cittadino di Fornaci, ma


anche portavoce degli utenti del cuore, riceviamo queste note che ben volentieri
pubblichiamo. Note in controtendenza rispetto alle fin troppe critiche che spesso su
ogni argomento sono sotto gli occhi di tutti, d'altronde si sa, le buone notizie, non
fanno notizia, ma alle volte ci rendono più ottimisti verso il futuro. Ecco quanto ci
scrive: «Presso l'Ospedale Santa Croce di Castelnuovo Garfagnana, segnatamente
nel reparto di Cardiologia, è stato impiantato un pace-maker ad un paziente con la
veneranda età di 97 anni. L'inserimento è stato eseguito dal primario dr. Emilio
Paolini. Il paziente, sig. Turri, gode di ottima salute a dimostrazione che la Valle del
Serchio può contare di un'efficiente struttura ove noi utenti del cuore ci sentiamo con
fiducia tutelati. Al primario – prosegue Fiorentini - dr. Emilio Paolini e alle
maestranze di reparto va il nostro plauso, altresì un grazie al dr. Tavanti responsabile
dell'Asl 2 che ci consente ancora di usufruire di un reparto tanto delicato come la
cardiologia.»
IL COLLEGATO AL LAVORO E SUOI EFFETTI

Nel prendere atto dell’intesa siglata per la regolazione del regime transitorio
conseguente al blocco del rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali del Pubblico
Impiego, confermiamo lo stato di agitazione, in attesa dell’applicazione da parte del
Governo del punto 5, relativo alla rappresentatività. Comunque l’ultimo regalo del
Governo in materia di lavoro è il “Collegato al Lavoro” divenuto legge n.183/2010,
con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 9 novembre 2010 ed entrata in vigore
il 25 novembre 2010. Ispirato dal sistema della riduzione dei diritti per i lavoratori,
in favore di una maggiore flessibilità per i datori di lavoro, oggi stanno emergendo
tutte le problematiche inerenti alla logica di “cedere i diritti in cambio di niente”.Tra
le diverse questioni che stanno creando seri problemi, c’è quella relativa ai rapporti
di lavoro a tempo parziale nel Pubblico Impiego (part-time). L’art. 16 dispone che le
Amministrazioni Pubbliche, di cui all’art. 1, comma 2, del decreto legislativo 30
marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni, entro centottanta giorni dalla data di
entrata in vigore della legge, nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede,
possono sottoporre a nuova valutazione i provvedimenti di concessione della
trasformazione del rapporto di lavoro, da tempo pieno a tempo parziale, già adottati
prima della data di entrata in vigore del citato decreto legge n.112 del 2008,
convertito, con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008. In definitiva le
Amministrazioni Pubbliche che hanno dipendenti con rapporto di lavoro part-time,
nei centottanta giorni successivi all’entrata in vigore del “Collegato al Lavoro”,
potranno sottoporre a “nuova valutazione” tutti i rapporti di lavoro trasformati da

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tempo pieno a tempo parziale, prima dell’entrata in vigore del D.L. 112/2008.
Questa nuova disciplina, se applicata dalle Amministrazioni Pubbliche senza tener
conto della correttezza e la buona fede, andrà a stravolgere la vita di tutte quelle
lavoratrici (la maggior parte)e lavoratori, che hanno scelto di rinunciare ad una fetta
del loro (misero) stipendio, per sopperire spesso, alle carenze dello stato sociale del
nostro bel paese! L’unica realtà oggettiva che potrà frenare le Amministrazioni dal
richiamare in servizio a tempo pieno tutti i lavoratori in regime di part-time, sono le
rigide limitazioni in materia di spesa pubblica, relativa alle spese del personale e di
assunzioni, che da quest’anno, riguarderanno tutte le amministrazioni pubbliche.

LUCA DACHILLE

LUCCA - Mercoledì 9 febbraio alle ore 17.00 presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" per il ciclo
settimanale “al bridge con l'Autore” organizza la presentazione del libro di Luca
Dachille "Amo la vita", Ed. Essedi. "Sono sola a casa... Mi è stata consegnata una
busta, anzi un plico sigillato, con sopra scritto PER MARIA CARLA. sottolineato
per me! Perché proprio a me e solo a me? A nessuno ha lasciato un messaggio...
Pensavo che finalmente sarei stato amato e sarei stato felice. Oggi dico, ad un prezzo
molto caro: la libertà di essere. Una lettera di un padre per la figlia, una terribile
verità scoperta... “ così si legge in quarta di copertina in questo testo, che è il primo
di un autore che pur esordiente, ha visto esaurire la prima edizione in brevissimo
tempo, sì che oggi ci troviamo davanti ad una seconda edizione. La cosa non poteva
lasciare indifferenti i soci della Viviani, poiché scrittori nella maggior parte dei casi
e autori di varie pubblicazioni. La reazione positiva del mercato ha destato interesse
attorno a questo Autore che la Viviani è lieta di invitare per la prima volta. Luca
Dachille è nato a Palo del Colle in provincia di Bari, ma è residente nella nostra
provincia (Porcari) da trenta anni ove vive sposato con due figli. Impiegato di
professione, lettore per hobby, e oggi anche scrittore al suo primo impegno
letterario.

NON È QUESTA LA CITTÀ CHE VORREI

LUCCA – Mi lascia stupefatto la notizia che i cacciatori verranno utilizzati nei


prossimi due giorni per uccidere i cinghiali nelle zone del fiume a ridosso della città.
Questo voluto dalla provincia, dopo che il Sindaco di Lucca aveva fatto abbattere un
cinghiale nei giorni scorsi alle porte della città. Barbarie bipartisan che dimostra una
incapacità a comprendere che siamo noi, esseri umani, ad aver invaso il territorio
degli animali. I cinghiali che incontriamo tra l'altro sono enormi e grassi come
maiali, non sono certo quelli della razza autoctona, ma sono stati importati ai soli
fini di caccia e non di ripopolamento, proprio dai cacciatori. Ci si dimentica che

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negli ultimi sondaggi l'80 per cento della popolazione non ne può più dei residuali
cinquecentomila cacciatori, che non dimentichiamolo mai, uccidono per solo
divertimento. Le eccedenze di animali vanno fatte gestire da esperti affinché ne sia
limitata la proliferazione magari con interventi biologici, non da cacciatori o da
politici ignoranti della materia. Questa ottica distorta porta a vedere gli animali
come nemici da abbattere: i gabbiani, i piccioni, le volpi, gli storni, gli ungulati in
genere, e adesso pure i cinghiali. Ma cosa sta succedendo a Lucca? Non vi rendete
conto che la gente viene allontanata dalla città anche da azioni sconsiderate come
questa? Allontanata anche dai varchi telematici, dalla riduzione del verde all'ex
campo Balilla e alla rotonda del Giannotti. Da idee degradanti come l'erba sintetica o
il trenino sulle Mura. E poi non meravigliamoci che la vivibilità di Lucca cada a
picco nelle statistiche. E purtroppo né a destra né a sinistra vedo personaggi capaci
di invertire questa nefanda tendenza.

IL 68 DEL MAGREB

In Italia e nei paesi occidentali il '68 esplose partendo dalle università e il tam tam fu
lanciato dai ciclostili e dai giornali di movimento. Nelle università scoppiò una
rivolta contro i baroni e una cultura ingessata. Poi dilagò la contestazione ovunque,
era la globalizzazione del movimento, dalla famiglia all'arte, dal femminismo ai
movimenti gay, dall'ambientalismo alla possibilità di creare una realtà “altra”. La
matrice iniziale fu individualista, spiritualista e libertaria. Dunque una ventata di
nuovo che doveva svecchiare ciò che di decrepito c'era nella realtà, uscita da due
guerre mondiali. Il giovanilismo sembrò trionfare assieme alla possibilità di
riscrivere il reale in termini creativi. Ma non continuò così: il comunismo più
reazionario e conservatore si fece strada, i baroni universitari ripresero il potere,
collettivismo e materialismo scacciarono le istanze libertarie, individualiste e
spiritualiste. Il pacifismo fu usato per motivi che di pacifista niente avevano. In
Italia l'icona Garibaldi fu soppiantata da quella del Che Guevara. Nacquero così gli
anni di piombo e lo stato mondiale delle multinazionali divenne il fantomatico
bersaglio, l'eroina seminò vittime e l'aids era dietro l'uscio. La ventata lasciò segni
positivi mettendo in crisi irreversibile, l'autoritarismo, la famiglia, la religione, la
scuola, il perbenismo, la sessualità, la politica: tutto venne rimesso in discussione.
Ma la svolta reazionaria creò danni a non finire. La destra politica non riuscì mai a
comprendere questo movimento e la sinistra giustificò estremismi ingiustificabili.
Oggi il Magreb sta vivendo un periodo analogo, dovuto principalmente a modelli
consumistici irraggiungibili per quei paesi, alla età giovanile di quelle popolazioni,
al tam tam mediatico che oggi non ha più i ciclostili, ma facebook. Più beni di
consumo e più libertà. Ma il pericolo è che le giuste esplosioni giovaniliste,
consumiste e libertarie vengano, come successe da noi, cavalcate dai peggiori
reazionari. Nel Magreb non vi saranno brigate rosse, né marxisti leninisti, ma il

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pericolo islamista è sempre presente e reale.

DUE SOLI

La gran stella sette dì brucerà,


a notte farà due soli apparire:
il gran mastin tutta notte urlerà,
quando il papa si dovrà trasferire.
(Nostradamus)

La Terra verrà illuminata e riscaldata da due Soli, ma soltanto per poche settimane.
La causa? L'esplosione di una delle stelle più brillanti del cielo notturno, visibile a
occhio nudo. La notizia arriva dall'Australia, dal fisico Brad Carter della prestigiosa
università del Queensland, e secondo il Daily Telegraph, il quotidiano del Regno
Unito, potrebbe succedere a breve, anche nell'ormai inflazionato e pieno di
catastrofi 2012. La candidata a scoppiare è Betelgeuse, una supergigante rossa di
classe spettrale M1-2 Iab, ovvero una stella in una fase già piuttosto avanzata della
sua evoluzione. Nella costellazione di Orione, guardando in alto a sinistra è quella
rossastra. L'altra in basso a destra, Rigel, è invece di color bianco-blu. Non è
vicinissima, ma neanche così lontana da non poterla vedere a occhio nudo: si trova a
640 anni luce dalla Terra. Con lo scoppio si trasformerà in supernova, un'esplosione
estremamente energetica che costituisce lo stadio finale dell'evoluzione delle stelle
massicce. Che esploda come supernova è sicuro, ma sapere quando accadrà è una
sciocchezza, chiarisce Piero Benvenuti, professore di astrofisica all'Università di
Padova e già presidente dell'INAF (istituto nazionale di astrofisica). Cosa succede?
Si esaurisce la sorgente, il combustibile nucleare che si trova all'interno della stella.
Questa collassa e i materiali che la compongono vengono proiettati verso l'esterno
creando una sfera di fuoco che si allarga a una velocità di 5, 10 mila chilometri al
secondo. Nel caso di una stella come Betelgeuse, relativamente vicina, l'evento
sarebbe visibile anche di giorno. Ma sarebbe davvero difficile definirlo come
secondo Sole. Esiste comunque una grande distanza. Basta pensare che la luce del
Sole arriva sul nostro pianeta in 8 minuti, mentre, quella di Betelgeuse, adesso e
quando sarà supernova, ci metterà 640 anni. Dunque quando vedremo l'evento,
questo sarà successo 640 anni fa. Dal punto di vista scientifico è una grande
opportunità di studio. È raro vedere un'esplosione galattica. Videro brillare una stella
gigante di giorno i cinesi nel 1054. Era nella nostra galassia, nella costellazione del
Granchio. Nel 1572 il danese Tycho Brahe ne osservò una e nel 1604 Giovanni
Keplero e Galileo Galilei ne videro un'altra a occhio nudo. Dove finisce la materia

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stellare? Un'enorme quantità di neutrini passa a velocità della luce in tutte le


direzioni, arriva sulla Terra senza trovare ostacoli. E gli elementi chimici interni alla
stella vengono espulsi, ma nel caso della stella Betelgeuse non ci raggiungeranno
mai perché viaggiano a una velocità inferiore della luce. Arriveranno radiazioni
energetiche, raggi gamma, X e ultravioletti. Ma prima di toccare la superficie della
Terra verranno assorbiti dall'atmosfera. Al di là della scienza e dell'astronomia una
volta di più una fa notizia la data 2012. La Terra potrebbe per qualche settimana dire
addio alla notte: l'affascinante ipotesi legata alla nascita della supernova prevista
entro il 2012 (o nel prossimo milione di anni). Per una o due settimane la Terra
potrebbe avere un secondo Sole: questo l'incredibile risultato dell'esplosione di una
delle stelle più luminose del cosmo, Betelgeuse che sta piano piano morendo.
L'affascinante vicenda stellare ha in realtà una coda polemica (e piccate smentite)
che - quanto meno - illumina chiaramente alcune dinamiche online: la descrizione
della prossima implosione di Betelgeuse in supernova è quanto descritto dallo
scienziato australiano Brad Carter, ed è l'unico fatto certo della vicenda. Betelgeuse,
la seconda stella più luminosa della costellazione di Orione, è una supergigante rossa
(le più grandi nell'Universo in termini di volume) che sta finendo il carburante al suo
interno: il suo collasso è previsto per un generico prossimo futuro che potrebbe
significare domani o un qualsiasi giorno del prossimo milione di anni. Sulle pagine
del sito australiano news.com.au, tuttavia, si parlava specificatamente del 2012 come
una delle possibili date per l'esplosione e si parlava per la stella di un'uscita di scena
in grande stile: un'esplosione così luminosa da trasformare sulla Terra la notte in
giorno e di dare per qualche settimana l'illusione che nel cielo vi siano due Soli. E in
questa forma la notizia è stata ripresa anche fuori dall'Australia: troppo grande
l'appeal creato dall'ipotesi fantascientifica dei due Soli e dall'accostamento con la
data che segna, secondo il calendario Maya, la fine del mondo per come lo
conosciamo. Ipotesi che ha da subito scatenato un ridda di commenti online, che si
sono spinti fino ad accostare la parola Betelgeuse con un nome demoniaco e a
paventare possibili danni alla Terra in conseguenza dell'esplosione. A quel punto la
vicenda (o almeno la parte sulla fine del mondo e i due Soli) è stata smentita dagli
astronomi che sono intervenuti e in particolare da Phil Plait, autore del blog Bad
Astronomy. Gli astronomi hanno spiegato che non vi è la possibilità che, a tale
distanza (più di 600 anni luce), l'esplosione della supergigante rossa possa causare
effetti sul pianeta Terra, a parte una fioca luce non paragonabile ad un secondo Sole.
E ricalcando l'articolo scientifico originario dell'australiano Carter, sembra che i
particolari più coloriti siano sono stati montati dal tam tam mediatico sulla vicenda.
Tornando comunque alle profezie, abbiamo iniziato questo intervento con una
quartina di Nostradamus e senza scomodare ancora una volta i maya, con il 2012,
andiamo direttamente in chiusura ai Pink Floyd con il loro brano “Due Soli
all'Orizzonte”:
«Nel mio specchietto retrovisore il sole sta tramontando

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affondando dietro i ponti sulla strada


e penso a tutte le cose buone che abbiamo tralasciato
e soffro premonizioni confermare i sospetti di un Olocausto a venire.
Il filo che lega il tappo che mantiene la rabbia lascia il posto
e all'improvviso è di nuovo giorno
il sole è a est, anche se il giorno è fatto di due soli al tramonto»

E chiudiamo definitivamente con la Profezia Hopi sulla fine del Quarto Mondo (il
nostro):
«Quando il Purificatore arriverà lo vedremo prima come una piccola Stella Rossa
che verrà molto vicina e siederà nei nostri cieli a guardarci. Ci osserverà per vedere
come abbiamo ricordato gli insegnamenti sacri. Questo Purificatore ci mostrerà
molti segni miracolosi nei nostri cieli. In questo modo sapremo che il Creatore non
è un sogno. Anche coloro che non sentono il loro collegamento con lo Spirito
potranno vedere il volto del creatore nel cielo. Le cose invisibili si faranno sentire
molto forte».

UN ALTRO REPERTO DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE DISTRUTTO

PONTE ALL'ANIA – All'imbocco della strada pedonale che da via del Molino va
alla rinnovata piazza Cavour, si trovava una piccola ciminiera in mattoni rossi a base
quadrata di piacevole fattura, alta circa 10 metri, che era l'ultimo reperto della
storica Cartiera Livi. L'altra mattina con una piattaforma sopraelevata, un operaio
stava smontandola mattone per mattone. All'esterno non vi era alcun cartello
indicante il cantiere e la cosa ha incuriosito gli abitanti della frazione. Un cittadino si
è azzardato a chiedere al proprietario del luogo che guardava i lavori, se fossero
autorizzati a distruggere un reperto di archeologia industriale di sì gradevole fattura.
Al che il cittadino, in tutta risposta è stato prima aggredito verbalmente, poi offeso e
spintonato via. I lavori di smantellamento sono ripresi nel pomeriggio e si sono
fermati solo quando una pattuglia del carabinieri è intervenuta identificando i
presenti. Ripartiti i carabinieri i lavori di demolizione sono proseguiti fino alla
distruzione dell'intero manufatto. La cosa ha lasciato sconcertati gli abitanti del
posto.

LA BRUT ART A LUCCA

LUCCA – Al Lu.C.C.A. allo Stellario fino al 15 di maggio sarà possibile ammirare


sessanta opere di Jean Dubuffet, organizzate in quattro sezioni. Una mostra questa di
rilevanza internazionale realizzata grazie alla collaborazione con la fondazione
Dubuffet. Jean Dubuffet e l'Italia è il titolo di questa prestigiosa mostra che offre al
pubblico pitture e sculture di questo artista d'oltralpe. Irriverente, anticonvenzionale,

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irritante, geniale, debordante e assolutamente libero da ogni schema possibile: Jean


Dubuffet è l’artista che ha sovvertito l’arte del Novecento. Per lui non è mai esistita
la definizione di “arte istituzionale”: il vero artista avrebbe dovuto rompere con ogni
cosa conosciuta, distruggere la superficialità dell’ordinario, togliere la maschera
dell’uomo sociale e civilizzato per far esprimere l’individuo selvaggio e puro che
ognuno trattiene all’interno di se stesso. Il percorso dell’avventura italiana di
Dubuffet, raccontato attraverso le opere che hanno segnato i cicli più significativi
del suo lavoro d’artista. L’esposizione è patrocinata da: Ministero per i Beni e le
Attività Culturali, Ministero degli Affari Esteri, Camera dei Deputati, Senato della
Repubblica, Fidam, Regione Toscana, Provincia di Lucca, Comune di Lucca, Apt
Lucca, Assindustria Lucca, Camera di Commercio Lucca, Confesercenti Lucca.
Importanti personalità del mondo della cultura e dell'arte si sono date appuntamento
al Lu.C.C.A. per il vernissage della mostra “Jean Dubuffet e l'Italia” curata da
Stefano Cecchetto e Maurizio Vanni. A tenere a battesimo l'inizio dell'esposizione
c'erano Lorenza Trucchi, storica dell'arte, massima esperta di Dubuffet, Sophie
Webel, direttrice della Fondation Dubuffet di Parigi, Ezio Gribaudo, artista, editore e
amico di Dubuffet, che hanno preso parte alla conferenza stampa di presentazione.
Non sono voluti mancare neanche l'artista Ivan Theimer, l'architetto Mario Botta, lo
storico dell'arte Marco Meneguzzo, il presidente del CAV-Centro Arti Visive di
Pietrasanta Carlo Carli e Dario Pinton, consulente per la Didattica di Arte
Contemporanea presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Tra i galleristi,
il parigino Frédéric Jaeger e un folto numero di collezionisti sia italiani che stranieri
tra cui Giuliano Gori della celebre Collezione Gori-Fattoria di Celle. Nella prima
settimana di esposizione, che ha già fatto registrare circa duemila presenze, si sono
fatti vedere anche l'artista belga Jan Fabre, i noti galleristi Giulio Tega e Claudio
Poleschi, il direttore della Gamec di Bergamo Giacinto Di Pietrantonio e l'artista
Valerio Adami.
SANDRA MALTINTI
LUCCA - Mercoledì 16 febbraio, alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l’Associazione Culturale “Cesare Viviani” per il ciclo “al
bridge con l'Autore” organizza la presentazione del libro “L’isola che non c’è” di
Sandra Maltinti, Società Editrice Fiorentina. Architetto classe 1955, ora scrittrice,
vive ad Empoli. Tutta l’Italia ha parlato di lei: è la protagonista di “elbopoli”.
Una lunga carriera di architetto, con piani regolatori e opere realizzate.
È stata a capo di diversi comuni come dirigente dei settori di assetto del territorio e
al comune di Portoferraio, fino al suo arresto, avvenuto il primo di giugno del 2004.
Nel romanzo autobiografico L’isola che non c’è Sandra Maltinti racconta i
settantadue giorni trascorsi, innocente, nel carcere di Sollicciano. Una denuncia
aperta sul senso della giustizia. Un atto dovuto, alle compagne di cella e a sé stessa:
per non dimenticare. Già signora dell’urbanistica portoferraiese, potente consulente

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del Sindaco e di fatto a capo di questo settore nella cittadina elbana, viene travolta
dall’azione della magistratura avvenuta a pochi giorni dalle elezioni amministrative
a Portoferraio, con il Sindaco arrestato in veste di candidato. Racconta nel suo primo
romanzo la sua esperienza, la sua verità, senza veli. «Male non fare, paura non
avere». Un assioma che accompagna le certezze di ognuno di noi. Fino a quando un
evento imprevedibile, accaduto contro ogni logica evidente, arriva a sconvolgere
tutto. In questo romanzo autobiografico, Sandra Maltinti racconta i settantadue
giorni trascorsi, innocente, nel carcere di Sollicciano. Una denuncia aperta sul senso
della giustizia. Un atto dovuto, alle compagne di cella e a sé stessa: per non
dimenticare, per mettere a nudo le illusioni e i miti ingannevoli sul mondo che
sopravvive dentro le mura del carcere, quel mondo parallelo che da fuori è proibito
vedere, e immaginare. Sandra Maltinti fu condotta in carcere, dove le furono prese le
impronte digitali, gesto che l’ha marchiata. Accusata di reati verso la pubblica
amministrazione e con 14 capi di imputazione nei suoi confronti, ha trascorso 72
giorni dietro le sbarre e si è vista negare per tre volte gli arresti domiciliari “perché
sostenevano fossi socialmente pericolosa”, ha affermato in una intervista. Dopo
quattro anni di processo è stata completamente assolta. “Non per non aver
commesso il fatto, ma perché il reato non c’era”, ha spiegato. «Non basta essere
innocenti – continua l’ex dirigente del Comune di Portoferraio – è difficile assumere
una ex galeotta. Dopo aver presentato 22 domande sono ancora senza lavoro. Se sei
stato in carcere sei marchiato a vita». Il processo oltre all’architetto Maltinti vide
coinvolte altre persone, tra cui l’ex sindaco del comune dell’Elba Giovanni Ageno,
deceduto per infarto pochi mesi dopo la scarcerazione.

LA RICREAZIONE È FINITA

LUCCA – Anche i tempi supplementari sono finiti e per il centrodestra lucchese è il


momento di prendere serie decisioni per le prossime elezioni in Provincia. Sì perché
la sinistra ha già il suo candidato e da tempo è impegnata in una campagna
elettorale. Questa volta il centro destra non ha nominativi fantasma o illustri
sconosciuti, ma tre esponenti, che non saranno perfetti, ma sono capaci di
amministrare e conosciuti da tutti. Sono Marchetti, Brunini e Dinelli: anche se
Dinelli ha dichiarato di non saperne nulla, ormai è in ballo. Il centrodestra può
vincere, solo se si presenterà unito in tutte le sue componenti, dal Fli all'Udc
passando per i cespugli e Pdl. Se non sarà unito verrà fatto un ulteriore regalo, tra
l'altro immeritato, alle sinistre che hanno amministrato la Provincia in maniera molto
vaga, con un'opposizione però altrettanto vaga e approssimativa. Ho da sempre
definito i dirigenti del centro destra lucchesi del tutto inadeguati, ma questa volta,
che hanno pure un candidato vero da scegliere tra i tre, voglio sperare che si
comportino in maniera politica e non fantasiosa. Ritengo in tutta sincerità, che il
candidato Brunini abbia una marcia in più rispetto agli altri, ma comunque uno

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pagine libere cinque vittorio baccelli

qualsiasi dei tre se presentato da uno schieramento che comprenda la totalità del
centrodestra, risulterebbe vincente. Ho scritto come la penso, la palla ora a chi è
delegato a fare le scelte.

SPEGNERE I VARCHI TELEMATICI

LUCCA – Dopo l'entrata in funzione dei varchi telematici la città si è svuotata, come
da tempo sostengo questi rappresentano un deterrente, un ulteriore vessazione al
cittadino che vorrebbe entrare in centro. Oggi troviamo di tutto, di più, fuori città,
perché entrare per prendere multe? Se un tempo si poteva parlare della chiusura
dell'intero centro storico, quello compreso entro le Mura, al traffico urbano, oggi le
cose vanno assai diversamente. Un tempo infatti i cittadini non se ne erano andati,
scuole uffici e servizi erano in centro. Ma poi tutto è cambiato, la borghesia è stata
invogliata dalla villetta a Sant'Anna, gli abitanti dell'Anfiteatro sono stati trasferiti a
San Vito e al Piaggione, Cittadella è stata semi-distrutta e Pelleria ha rischiato una
fine analoga. Se ne sono andati via artigiani, negozi, uffici, scuole e farmacie. Gli
affitti sono saliti alle stelle con la perdita degli esercizi di tradizione e degli abitanti
con casa in affitto. Molte abitazioni patrizie del centro storico sono state trasformate
in monolocali e nella maggior parte dei casi sono ancora sfitte. Se prima l'intera città
poteva esser “vissuta” a piedi dagli abitanti (in meno di 15 minuti s'attraversa tutta in
diagonale) oggi la situazione è del tutto mutata e l'esigenza primaria è quella
d'invogliare il cittadino e il turista a visitare il centro storico per rivitalizzarlo, per
sollevare il commercio, per far rivivere quell'atmosfera di convivialità che un tempo
esisteva. Ma si prosegue nel senso opposto, cioè in quello di render sempre più
difficile e sgradevole l'accesso alla città. Occorrono parcheggi gratuiti all'esterno,
solo quelli in città possono restare a pagamento; si deve proteggere ogni bene
culturale e architettonico e il verde attorno alle Mura, che è fondamentale per
valorizzare il monumento, deve esser tutelato e ampliato. La distruzione della
rotonda del Giannotti va contro la valorizzazione delle Mura, così come l'utilizzo per
i Games dell'ex Campo Balilla. I Games devono esser spostati alle Tagliate e il
Campo Balilla ricostituito, così come la rotonda. Anche i varchi telematici vanno nel
senso dell'allontanamento della gente dalla città: perché venire a Lucca quando vi
sono centri commerciali ovunque in periferia? Per prendere delle multe? Anni
addietro dissi allora vicesindaco Riccio: «Se devo pagare per venire in città, non mi
ci vedrete più». Quando non vi sono manifestazioni di prestigio la città è morta:
rivitalizziamola con parcheggi gratis all'esterno, con vietare l'accesso ai SUV, con
sorveglianza nei punti critici al posto dei varchi, con il ripristino del verde attorno
alle Mura. Tutto ciò può esser realizzato dall'oggi al domani, ma non basta,
rappresenterebbe però un'importante inversione di tendenza. E certo dichiarazioni
avventate come quelle dell'erba sintetica o del trenino sulle Mura servono solo a

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pagine libere cinque vittorio baccelli

discreditare ogni offerta turistica, commerciale e culturale. Se non vi saranno


cambiamenti vedo un futuro per Lucca da Museo, con biglietteria all'esterno per i
pochi avventori.

TEMPO SCADUTO

LUCCA – Con la solita lungimiranza che da sempre li contraddistingue i vertici del


centrodestra si sprecano in inutili e fuori tempo bizantinismi. Anche i tempi
supplementari sono finiti e per il centrodestra lucchese è il momento di prendere
serie decisioni per le prossime elezioni in Provincia. Sì perché la sinistra ha già il
suo candidato e da tempo è impegnata in una giornaliera campagna elettorale.
Questa volta il centrodestra non ha i soliti nominativi fantasma o di illustri
sconosciuti, ma quattro esponenti, che non saranno perfetti, ma sono capaci di
amministrare e sono conosciuti da tutti. Sono Marchetti, Brunini, Poggi e Dinelli:
anche se Dinelli ha dichiarato di non saperne nulla, ormai è in ballo. Il centrodestra
può vincere, solo se si presenterà unito in tutte le sue componenti, dal Fli all'Udc
passando per cespugli e Pdl fino alla Lega. Se non sarà unito verrà fatto un ulteriore
regalo, tra l'altro immeritato, alle sinistre che hanno amministrato la Provincia in
maniera molto vaga, con un'opposizione però altrettanto vaga e approssimativa. Ho
da sempre definito i dirigenti del centro destra lucchesi del tutto inadeguati, ma
questa volta, che hanno pure un candidato vero da scegliere tra i quattro, voglio
sperare che si comportino in maniera politica e non fantasiosa. Ritengo in tutta
sincerità, che il candidato Brunini abbia una marcia in più rispetto agli altri, ma
personalmente sceglierei Dinelli; comunque uno qualsiasi dei quattro se presentato
da uno schieramento che comprenda la totalità del centrodestra, risulterebbe
vincente. Ho scritto come la penso, la palla ora va chi è delegato a fare le scelte.
Però, in tutta onestà, mi sembra che le componenti del centrodestra siano, come al
solito, orientate verso il suicidio politico: tre o quattro liste diverse. Stefano Baccelli
ringrazia. Ad maiora.

LA RIFORMA BRUNETTA E IL PUBBLICO IMPIEGO


Come noto, la “riforma Brunetta” prevede, in materia di elezione delle Rsu nelle
pubbliche amministrazioni, due novità tra di loro correlate e cioè la riduzione dei
comparti da 12 a 4 e la proroga delle elezioni delle Rsu al 30 novembre 2010. Lo
scopo del legislatore è del tutto evidente: semplificare la giungla dei comparti e dare
rapido corso ai processi democratici di partecipazione dei lavoratori pubblici alla
elezione dei loro rappresentanti. Tutto regolare, quindi. Purtroppo no! Fino ad oggi –
e dopo una decina di incontri presso l’Aran - i sindacati che avrebbero dovuto
definire i nuovi quattro comparti, non hanno trovato un accordo. A risolvere il
problema è intervenuto il Consiglio di Stato affermando che «... la Sezione ritiene

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che il termine del 30 novembre 2010 definito dall’art. 65, comma 3, abbia natura
ordinatoria e sollecitatoria, ma che esso non comporti una preclusione alla
possibilità, dopo il 30 novembre 2010 e prima della definizione dei nuovi comparti
previsti dalla riforma del 2009, di indire e svolgere le elezioni delle rappresentanze
sindacali unitarie, che, dopo il decorso di detto termine, ben potrebbero essere
indette con riferimento alla situazione dei vecchi comparti, atteso il mancato
rispetto, da parte degli attori del sistema delle relazioni sindacali del pubblico
impiego, della tempistica prevista dalla legge e la conseguente incertezza sui tempi
di raggiungimento dell’accordo quadro, che non può andare a detrimento del diritto
dei lavoratori alla rappresentanza sindacale». Ne consegue l’impossibilità di «…
connettere all’art. 65, comma 3 del decreto legislativo 150 del 2009 efficacia
sospensiva indeterminata dei diritti di rappresentanza sindacale… di talchè la
disposizione sospensiva del diritto elettorale non può avere effetto comunque, dopo
il 30 novembre 2010, sul diritto al rinnovo delle rappresentanze sindacali, e ciò con
riferimento al vecchio quadro normativo…»

L'ECONOMIA DELLA VALLE


La crisi economica che tutto il mondo sta attraversando non poteva non avere delle
ricadute in negativo anche sul nostro territorio. La disoccupazione salita oltre il 10%
colpisce sopratutto le fasce di popolazione femminile e giovanile, e anche la cassa
integrazione, pur in diminuzione rispetto all'anno passato, è pur sempre presente.
Mentre la Kme riesce a contenere, anche con gli ammortizzatori sociali, gli esuberi
più volte presentati alla stampa, altre aziende destano preoccupazione. Iniziamo con
l'impianto di bricchettaggio della Verdeazzurro spa (di proprietà della Delca), che è
stato fermato in questi giorni e gli addetti sono a casa. Circola la voce che sia
imminente un cambio di gestione, ma questa azienda è avara di notizie: non si è mai
saputo con certezza ove vadano a finire le bricchette, malgrado ciò sia stato
pubblicamente chiesto più volte. Intanto continua a tener banco la vicenda Alumi.1,
l'azienda in località Socciglia che ha annunziato la volontà di chiudere lo
stabilimento che occupa 38 addetti. La produzione dovrebbe esser accentrata nello
stabilimento di Pontedera. Anche qui i lavoratori hanno al momento due opzioni:
cassa integrazione per due anni o trasferirsi a Pontedera. Altra azienda che sta
attraversando una grave crisi è la Se.Ver.A. che si occupa dello smaltimento dei
rifiuti in gran parte della Garfagnana. Vi è stato uno slittamento dello stipendio di
gennaio e si teme che il Comune di Castelnuovo possa scegliere un nuovo gestore
per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. All'Alce di Fornoli si ricomincia a
lavorare il tannino e altri progetti come il fotovolataico dovrebbero occupare vari
addetti. Ciò che sembra bloccato è invece il contestato impianto a biomasse che
davanti all'inquinamento di polveri sottili della Provincia (Lucca è al quinto posto in
Italia, per numero di sforamenti, dopo Torino, secondo gli ultimi rilevamenti) e alla

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pagine libere cinque vittorio baccelli

diminuzione degli incentivi per i certificati verdi, sembra non essere più nelle
priorità dell'azienda. Intanto i comitati per l'ambiente chiedono alla Verdeazzurro
che siano fornite pubblicamente informazioni su ciò che si sta preparando per
l'impianto di bricchettaggio nella zona industriale di Zinepri e all'Alce posti di
lavoro in occupazioni non inquinanti; i sindacati vogliono invece conoscere le vere
intenzioni del Comune di Castelnuovo sulla Se.Ver.A., così come chiedono garanzie
per i lavoratori della Alumi.1, mentre per Alce sono impegnati in riunioni e incontri
patrocinati dalla Provincia. La piccola ripresa economica alla quale stiamo
assistendo, al momento non è che migliori le cose nella Valle, ma fa ben sperare nel
prossimo futuro, anche se le situazioni di criticità appena descritte non stanno, al
momento, trovando una facile soluzione malgrado gli sforzi di tutte le parti sociali.
LA SPIAGGIA DEI CANI ROMANTICI

LUCCA - Mercoledì 23febbraio, alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l’Associazione Culturale “Cesare Viviani” per il ciclo “al
bridge con l'Autore” organizza la presentazione del libro "La spiaggia dei cani
romantici" di Marino Magliani, Edizioni Instare Libri. Marino Magliani è scrittore e
traduttore; tra le sue opere il romanzo storico “L'estate dopo Marengo” (Philobiblon,
2003), basato sulla vicenda di tre disertori napoleonici, veterani della campagna di
Egitto, e della loro impresa di portare in Europa una grossa quantità di hascisc.
“Quattro giorni per non morire” (Sironi, 2006), “Il collezionista di tempo” (Sironi
2007) diviso in quattro parti, infanzia, gioventù e esilio di uno scrittore in Olanda, e
Quella notte a Dolcedo (Longanesi 2008). I suoi racconti sono tradotti in olandese e
sono usciti sulla rivista Nuovi Argomenti e su antologie. L'anno scorso sempre con
la Viviani presentò “Non rimpiango, non lacrimo, non chiamo” (Transeuropa, 2010),
scritto assieme a Vincenzo Pardini, libro che attualmente è tra i dieci finalisti della
Targa Lucca-Bridge. La trama del libro “La spiaggia dei cani romantici”
si dipana in mezzo alla pampa, a Lincoln, ove l'estate finisce quando se ne vanno i
chicos piola (i ragazzi all'occhio), quelli che vestono camicie colorate e ogni anno
attraversano la pozzanghera per lavorare in Europa, nei locali notturni della Costa
Brava. Un giorno del 1983 da Lincoln se ne va anche Almeja, che ha fatto la guerra
delle Malvinas e vuole diventare calciatore: ha origini liguri, andrà in Italia a
cercarsi una squadra, e con lui partirà la sua ragazza. Una rotta diversa da quella dei
chicos piola, un itinerario nuovo. Una volta in Europa, però, il richiamo di Lloret de
Mar sarà ineludibile: la spiaggia dei ragazzi di Lincoln, le notti infinite, la costa
dove i giovani si riversano in vacanza, ma anche il luogo dove diversi soldati inglesi
trovano una morte violenta. Quante vite si consumano a Lloret, che cosa è stata la
convulsione degli anni ottanta? A distanza di quasi trent'anni una giornalista
olandese va alla ricerca di alcuni protagonisti di quell'epoca e, percorrendo un
cammino inverso rispetto a quello di Almeja, fa riaffiorare tracce di un passato che
sembra inghiottito dai flutti ma, a tratti, manda ancora bagliori. Conduce l'evento

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Bartolomeo Di Monaco, letture critiche di Marco Vignolo Gargini, sarà presente


l'Autore.

LIBERE LETTURE CONDOTTE DA MARCO VIGNOLO GARGINI

LUCCA - Le libere letture organizzate ogni mese dalla Cesare Viviani per ogni
primo mercoledì del mese, si terranno il prossimo 2 marzo alle ore 17.00 presso la
Casermetta di Porta Santa Maria delle Mura Urbane e questa volta saranno guidate
dallo scrittore lucchese Marco Vignolo Gargini. Marco Vignolo Gargini è nato a
Lucca il 4 luglio 1964, ed è laureato in Filosofia (indirizzo estetico) presso
l’Università degli Studi di Pisa. Lavora dal 1986 in qualità d’attore e regista in
rappresentazioni di vario genere: teatro di prosa, spettacoli multimediali, opere
radiofoniche, letture in pubblico. Consulente filosofico e operatore culturale, ha
scritto numerose opere di narrativa edite e inedite (Bela Lugosi è morto! edito da
Fazi, Il sorriso di Atlantide, edito da Prospettiva), saggi (Oscar Wilde – Il critico
artista, edito da Prospettiva) e oltre venti traduzioni dall’inglese e dal francese
(Shakespeare, Wilde, Baudelaire, Rimbaud, Jarry). Nel 2005 il suo articolo Le poète
de sept ans è stato incluso all’interno dell’ultimo numero interamente dedicato a
Arthur Rimbaud della rivista Cahiers de littérature française nata dalla
collaborazione tra il Centre de recherche sur la littérature française du XIX siècle
dell’Università della Sorbona di Parigi e l’Università di Bergamo. L’autore è stato
inserito nell’edizione 2003 della Storia della letteratura italiana contemporanea
(Edizioni Helicon), a cura del prof. Neuro Bonifazi dell’Università di Urbino e con
prefazione del prof. Giorgio Luti dell’Università di Firenze. Vari suoi articoli sono
apparsi su periodici d’arte e letteratura. Molte sue opere sono presenti in
www.romanzieri.com e www.cesareviviani.135.it.
Ultimamente si è resa disponibile una nuova versione italiana di "The Picture of
Dorian Gray", sempre a cura di Marco Vignolo Gargini, traduttore di molte altre
opere di Wilde (Salomè, La decadenza della menzogna, Il critico come artista,
L'Anima dell'Uomo sotto il Socialismo, Penna, matita e veleno, La verità delle
maschere) e studioso acclarato dello scrittore irlandese. Di due anni fa il saggio di
Vignolo Gargini "Oscar Wilde Il critico artista", pubblicato dalla Prospettiva Editrice
di Civitavecchia, che è stato apprezzato con ottime recensioni per la sua chiarezza
espositiva e completezza sul piano storico-critico. Questa nuova versione di Marco
Vignolo Gargini de "Il ritratto di Dorian Gray" nasce quindi dalla penna di un vero
wildologo, mi si passi il termine, nonché scrittore in prosa, che alle pagine dell'artista
di Dublino ha saputo dare un tocco personale rispettando l'originale con grande
scrupolo. L'apparato delle note è anch'esso molto curato, con riferimenti puntuali e
precisi degni di un lavoro filologico d'alto livello. Anche questo evento letterario fa
parte della rassegna “al bridge con l'Autore”. L'ingresso è libero.

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MOBILITAZIONE IL 9 MARZO NEL PUBBLICO IMPIEGO


L'Ugl del Pubblico Impiego ha indetto una mobilitazione nazionale per il 9 marzo,
quando a Roma dalle ore 15.00 alle 18.00, in Corso Vittorio Emanuele 116, davanti a
palazzo Vidoni, sede del ministero della funzione pubblica, una folta rappresentanza
dei lavoratori si ritroverà per dimostrare la propria protesta e sottolineare il forte
disappunto per l’interpretazione emessa dall’Aran, circa il rinnovo delle Rsu nel
comparto del Pubblico Impiego. L’Aran con una circolare, ha infatti rinviato sine-die
le nuove elezioni per il rinnovo delle Rsu, che avrebbero dovuto tenersi il 30
novembre 2010. Come noto, la “riforma Brunetta” prevede, in materia di elezione
delle Rsu nelle pubbliche amministrazioni, due novità tra di loro correlate e cioè la
riduzione dei comparti da 12 a 4 e la proroga delle elezioni delle Rsu. Lo scopo del
legislatore è del tutto evidente: semplificare la giungla dei comparti e dare rapido
corso ai processi democratici di partecipazione dei lavoratori pubblici alla elezione
dei loro rappresentanti. Tutto regolare, quindi. Purtroppo no! Fino ad oggi – e dopo
una decina di incontri presso l’Aran - i sindacati che avrebbero dovuto definire i
nuovi quattro comparti, non hanno trovato un accordo. A risolvere il problema è
intervenuto il Consiglio di Stato affermando che «... la Sezione ritiene che il termine
del 30 novembre 2010 definito dall’art. 65, comma 3, abbia natura ordinatoria e
sollecitatoria, ma che esso non comporti una preclusione alla possibilità, dopo il 30
novembre 2010 e prima della definizione dei nuovi comparti previsti dalla riforma
del 2009, di indire e svolgere le elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie, che,
dopo il decorso di detto termine, ben potrebbero essere indette con riferimento alla
situazione dei vecchi comparti, atteso il mancato rispetto, da parte degli attori del
sistema delle relazioni sindacali del pubblico impiego, della tempistica prevista dalla
legge e la conseguente incertezza sui tempi di raggiungimento dell’accordo quadro,
che non può andare a detrimento del diritto dei lavoratori alla rappresentanza
sindacale». Ne consegue l’impossibilità di «…connettere all’art. 65, comma 3 del
decreto legislativo 150 del 2009 efficacia sospensiva indeterminata dei diritti di
rappresentanza sindacale… pertanto la disposizione sospensiva del diritto elettorale
non può avere effetto comunque, dopo il 30 novembre 2010, sul diritto al rinnovo
delle rappresentanze sindacali, e ciò con riferimento al vecchio quadro normativo…»

300 MILA DIPENDENTI PUBBLICI IN MENO

Trecentomila dipendenti pubblici in meno entro il 2013:è questa la promessa del


ministro alla funzione pubblica, Renato Brunetta! Da questa semplice ma, efficace
affermazione, scaturisce che la riforma del pubblico impiego si basa solamente sulla
decimazione degli impiegati pubblici. Con il blocco del turn-over, contratti di lavoro
flessibile e collocamento a riposo, il ministro Brunetta prevede una diminuzione
dell’occupazione nel pubblico impiego di oltre 300mila dipendenti, pari ad un calo

93
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dell’8,4%. Inoltre, questo dato si riferisce al solo periodo che va dal 2008 al 2013.
Questo è quanto riferito dal ministro Brunetta, a un convegno nel quale è stato
presentato anche il rapporto dell’Ocse sulla riforma della pubblica amministrazione
italiana. Negli anni 2008 – 2009, si legge nel documento dell’Ocse, il personale si è
ridotto di circa 72 mila occupati, scendendo a circa 3,5 milioni di unità! Ma le
iniziative del ministro Brunetta hanno ridotto la spesa pubblica? Questo dato
importante, durante il convegno non viene detto! Non viene neanche menzionato, che
queste iniziative hanno drasticamente peggiorato la qualità dei servizi resi all’utenza.
Forse, in seguito per questo, ci penseranno i privati, come accade spesso
ultimamente, ricorrendo alle “privatizzazioni”. Se queste costano di più ai cittadini,
non fa nulla, l’importante che i lavoratori non siano “pubblici dipendenti”. Con
questo “trend” arriveremo ad una pubblica amministrazione, completamente gestita
da privati, attraverso società o cooperative, spesso nate “ad hoc” che con il senso
dello stato, non hanno nulla a che vedere. Se in futuro, un cittadino vorrà dialogare
con un rappresentante dello stato, da chi dovrà andare? Dal presidente della
Repubblica? Con la speranza che nel frattempo non abbiano “privatizzato” anche
questo! Nei Paesi Europei più avanzati, con i quali ci dovremo “interfacciare” le cose
stanno andando nell’esatto contrario ma, loro non hanno il nostro benamato ministro
Brunetta!

9 MARZO

LUCCA – L'adesione alla mobilitazione generale del pubblico impiego indetta


dall'Ugl per il prossimo 9 marzo, è l'ultimo atto di una battaglia iniziata da anni per
portare questa importante confederazione ad ottenere la piena rappresentatività nei
tavoli contrattuali di tutta Italia. Nella nostra provincia, il pubblico impiego di questa
sigla, sotto la guida del coordinatore Vittorio Baccelli si è negli anni consolidato, sì
che nell'ultima tornata elettorale si sono tenuti i congressi di categoria che hanno
visto l'elezione a segretari: prof. Angiolo Masotti per la Scuola, Daniela Scarpellini
per gli Enti Pubblici, Giuseppe Valentini per il CFS, dr. Vittorio Baccelli per le
Autonomie, e la nomina a coordinatore del dr. Siamak Barahmandpour per i Medici.
Successivamente lo stesso Baccelli ha ottenuto la nomina a Commissario Regionale
per la Toscana della Federazione delle Autonomie. La manifestazione del 9 si terrà a
Roma, nel pomeriggio davanti al Ministero della Funzione Pubblica per rivendicare il
diritto al rinnovo delle Rsu da tempo scadute e per sollecitare l'attuazione della nuova
suddivisione dei comparti.
FIGLIO DI RAZZA

LUCCA – Per il ciclo letterario “al bridge con l'Autore”, mercoledì 9 marzo, alle ore
17.00, presso la Casermetta di Porta Santa Maria delle Mura Urbane, l’Associazione
Culturale “Cesare Viviani” presenta il libro di Mario Rocchi “Casa Balboa – Figlio di

94
pagine libere cinque vittorio baccelli

razza” edito da Prospettiva editrice, Civitavecchia 2010. Si conclude con questo


romanzo la minisaga di casa Balboa, la storia della singolare famiglia lucchese.
Abbiamo assistito nei primi due libri alle vicissitudini di una famiglia particolare
dove papà Balboa, elemento anarcoide e a suo modo erotomane, stenta a tenere
insieme i vari componenti di quel nucleo che simbolicamente è rappresentativo di
tutta la nostra odierna società, un microcosmo di essa. Per cui le avventure divertenti
lasciano in fondo un amaro in bocca che è il sapore di una sottile angoscia
esistenziale. Il discorso continua con questo libro in cui è il figlio Maurizio a fare da
protagonista. Abbandonata la famiglia, sfoga i suoi istinti con ragazze di Lucca e di
Firenze, si ribella spettacolarmente ai datori di lavoro, torna all'università per poi
riabbandonarla per fare il suonatore di strada, evade a Cuba dove sfoga i suoi istinti
erotici e dove crede di aver trovato una sorta di amore. Salvo poi a ribaltare il tutto. E
si sente aleggiare, in tutte le sue mosse, la figura di papà Balboa, amato ma
ugualmente, fino all'ultimo, non degno forse di una amorevole confessione di affetto.
La lettura scorre piacevole e il divertimento è assicurato anche se, come in tutti i suoi
romanzi, Mario Rocchi non manca di fare un ripensamento sugli autentici valori della
vita. L'autore, Mario Rocchi è nato a Lucca, iscritto da più di trenta anni all’Ordine
dei Giornalisti come pubblicista, ha seguito e segue la critica d’arte e la critica
cinematografica scrivendo per “La Nazione”. La sua prima pubblicazione è del 1996
con il volume “InCornice – Cronaca di quarant’anni d’Arte e di altre cose a Lucca”
per la Baroni Editore di Viareggio. Nel 2003 ha pubblicato il suo primo romanzo
“Diario imprevisto di un serial killer” (Prospettiva Editrice), nel 2004, per la Maria
Pacini Fazzi Editore, “Sì, no, forse”, un libro intervista su Antonio Possenti e nel
2005 il romanzo “Maledettamente mia” (Prospettiva Editrice). Nel 2006 pubblica
sempre per Prospettiva Editrice “Casa Balboa – cronache di ordinario disordine”, che
verrà tradotto in francese nel 2009 da Sylvie Huet per La dèrniere goutte (“Casa
Balboa – chronique d’un désordre ordinarie”), cui farà seguito “Le storie di casa
Balboa – il film a luci rosse” nel 2007, “Merde di razza” nel 2008, “Amaro” nel
2009. Tutti testi che l'autore nel corso degli anni ha presentato anche con la Cesare
Viviani. Introduzione e letture a cura di Marco Vignolo Gargini.

CASSETTA POSTALE

PONTE ALL'ANIA - Con una busta affrancata ero alla ricerca di una cassetta postale
per imbucarla. Ma malgrado avessi attraversato tutta la frazione, non ero riuscito a
trovarla. Così ho pensato che in questo paese spariscono da un giorno all'altro non
solo le ciminiere storiche, ma anche le cassette postali. Ero già rassegnato a doverla
imbucare a Fornaci, quando ho pensato di chiederlo all'Andrea se ci fosse ancora una
cassetta postale: lui gestisce la Giornaleria e vende pure i francobolli, pertanto
dovrebbe saperlo. Di chiedere all'Ufficio Postale neanche a parlarne, come tutti i
piccoli uffici di tutta Italia, è quasi sempre chiuso. E l'Andrea è stato buna fonte di

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notizie, la cassetta c'è anche se brutta e rimpiattata, talmente rimpiattata – mi ha detto


– che per un intero mese non l'hanno neppure vista quelli che sono addetti a ritirare la
posta, così le lettere sono state tutte un po' in giacenza. A questo punto è di rigore un
invito alle Poste: mettete una nuova cassetta postale a Ponte all'Ania, magari nuova,
che nuove sono anche belle, e mettetela ben in vista, così tutti possono sapere che c'è
e funziona!

A PALAZZO DUCALE TRE MOSTRE SUL RISORGIMENTO


LUCCA - Sono state inaugurate tre mostre dedicate al 150° anniversario dell’Unità
d’Italia e al Risorgimento, allestite nelle sale di Palazzo Ducale. Si tratta di “I Cairoli,
madre e figli nel Risorgimento”, dedicato ai documenti del fondo “Benedetto
Cairoli”; “L'officina di uno storico e di un maestro”, che raccoglie gli studi e le
corrispondenze di Michele Rosi e “Tra uniformi e crinoline, dalla città-stato alla
Repubblica italiana”, collezione di abiti e uniformi d’epoca. Nella Sala Maria Luisa
di Palazzo Ducale ove si è tenuta la presentazione, oltre al presidente della Provincia,
Stefano Baccelli, che ha coordinato gli interventi erano presenti, tra gli altri, il
sindaco di Lucca Mauro Favilla, il vice Prefetto vicario Giuseppe Guetta, il
Segretario Generale della Fondazione Banca del Monte di Lucca, Giuseppe
Bartelloni, il presidente dell’Istituto Storico Lucchese, Antonio Romiti, Maria Pia
Paoli e Rita Bacchiddu della Scuola Normale Superiore di Pisa, e Marina Brogi, vice
direttrice dell’Archivio di Stato. Un particolare ringraziamento è andato a Carlo
Gabrielli Rosi che ha donato dopo la morte l'intero suo archivio risorgimentale alla
Normale di Pisa, archivio che è stato la principale fonte documentaria di questi
allestimenti. Le tre mostre invitano i fruitori a ripercorrere il passato per riconoscersi
nell'unità del Paese. Nella mostra dedicata ai Cairoli due sono i documenti che
riguardano Lucca, una lettera che segnala il fermo di un principino Borbone avvenuto
grazie al riconoscimento di un lucchese e una lettera di un figlio di Adelaide Cairoli
venuto a Lucca per partecipare al funerale di amico. E anche da queste mostre si può
rilevare l'importanza delle donne nei moti risorgimentali: erano i salotti, sempre
gestiti al femminile, ove s'intrecciava la passione patriottica all'impellenza dell'agire e
le uniformi e crinoline in mostra sono reperti autentici provenienti dalle casate
cittadine.

ARCHIVIO FOTOGRAFICO LUCCHESE

LUCCA - Nella sede dell'Archivio Fotografico Lucchese sito nella prestigiosa Villa
Bottini, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione delle attività per il 2011
dell'archivio stesso. Erano presenti Angelo Nencetti e Maria Pacini Fazzi, referente
dell'AFL. A partire dal 1979 il Comune di Lucca, con successive acquisizioni, venne
in possesso di tutta la produzione del fotografo Ettore Cortopassi (Lucca 1895 -
Lucca 1989) nonché di un suo cospicuo numero di apparecchiature e riviste

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fotografiche. Una realtà documentaria di ben 220.000 immagini: 145.000 negativi su


pellicola in rullo, 40.000 negativi su vetro e su pellicola di nitrato e 35.000 positivi.
Un archivio che giorno dopo giorno sempre più si amplia con nuove donazioni.
L'incontro è stato l'occasione per far conoscere meglio, anche ai cittadini, le attività e
le potenzialità di questo archivio. Si è parlato delle mostre recentemente svolte, quali
“Eugenio Ghilardi, cento anni 100 immagini”, “Tra Belle Epoque & Liberty” e “Col
vento nei capelli”. Mostre che hanno riscosso un meritato successo, e che hanno
stimolato gli “Amici dell'Archivio” a preparare nuovi eventi per l'anno in corso. In
particolare è in allestimento una mostra per il 150° anniversario dell'unità d'Italia che
verrà collocata a settembre in Palazzo Guinigi nel costituendo Museo Cittadino. Sono
state anche fatte circolare le bozze della “Guida all'Archivio Fotografico”, in fase di
stampa, che dovrà essere un percorso didattico capace di avvicinare sempre più
all'Archivio; guida rivolta non solo ai cittadini, ma anche e sopratutto agli studenti.
Sono stati intensificati i rapporti con altre realtà culturali che privilegiano l'immagine
e la fotografia, realtà non solo italiane, ma anche estere. Inoltre “Col vento nei
capelli” verrà riproposta nella sua interezza a Brescia su richiesta del locale
associazionismo. Le acquisizioni e le cessioni in custodia di ulteriore materiale
fotografico, avvenute nel corso degli anni e sempre più frequentemente, hanno reso
non più rispondente alla realtà custodita l'iniziale indicazione di '"Archivio
Cortopassi". Per questo si è cominciato a parlare tra gli addetti ai lavori prima, e
all'esterno poi, di "Archivio Fotografico Lucchese del Comune di Lucca". Divenuto
oggi uno straordinario contenitore di 650.000 immagini, messe quotidianamente a
disposizione degli utenti, da un personale che, attraverso una formazione adeguata, ha
acquisito una specifica professionalità. Il panorama tematico e storico è divenuto così
di più ampio respiro. Un Archivio dunque, patrimonio della città, sempre più vasto,
sempre più importante, da far conoscere e valorizzare ulteriormente.
GIULIANA BAUDONE
LUCCA – Presso l’Antico Caffè Di Simo, Giuliana Baudone ha presentato
ufficialmente alla cittadinanza di Lucca la sua candidatura alla presidenza di Palazzo
Ducale per Fli, Api, Liste Civiche “Verso il nuovo polo per la Provincia di Lucca”
Alla presentazione della candidata alla Presidenza di Palazzo Ducale, Giuliana
Baudone, erano presenti la Senatrice Emanuela Baio (Alleanza per l’Italia), i
coordinatori regionali di Fli Angelo Pollina e Massimiliano Simoni, e di Api Pierluigi
Piccini. La candidata ha annunziato un programma di rilancio della Provincia per
toglierla da essere il fanalino di coda in Toscana per la ripresa economica. Un
programma che non vedrà i rifiuti le Ato e la viabilità nei primi punti programmatici,
perché queste importanti problematiche vanno affrontate in aree più vaste se si vuole
ottenere una vera soluzione. I temi principali di una campagna elettorale, che si
rivolge ai giovani, ai disincantati dalla politica e a quel 40% che non ha votato,
riguarderanno la valorizzazione di temi fondamentali quali la cultura e il turismo.

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Baudone è dunque la candidata designata per dare battaglia a Stefano Baccelli,


presidente uscente e candidato del Pd e Gabriele Brunini, presentato alla corsa di
Palazzo Ducale da Pdl e Udc. Insomma, la rappresentante di Fli si schiera in questa
corsa verso la poltrona di presidente della Provincia; una scelta non facile, soprattutto
dopo la defezione dell'Udc. Dice la candidata: «È il tempo delle risposte che non
hanno colore politico, perché il malessere, la delusione così come la disoccupazione, i
timori per un futuro incerto, sono trasversali, appartengono a tutti. E allora la politica
può riconquistare il ruolo centrale che le compete. E dunque andare a votare per
esprimere il proprio dissenso dopo anni di silenzio, ora deve trovare una nuova
energia e aiutarci a governare in modo nuovo, fornendo risposte alle domande.
Crediamo fortemente che in una provincia dove dai monti al mare abbiamo poeti,
musicisti, uomini di ingegno e cultura, si debba puntare senza più incertezze sulla
valorizzazione di ciò che il passato ci tramanda, guardando al futuro.» Tra gli altri
erano presenti tra il pubblico, l'avv. Marco Brancoli Pantera, Maurizio Dinelli e
Arturo Marsili.
SANITÀ
FORNACI DI BARGA - Ecco quanto ci ha rilasciato Giulio Fiorentini, attento
cittadino di Fornaci ma anche portavoce degli utenti del cuore, sia per quanto
riguarda le strutture ospedaliere, ma anche più in generale sulla qualità della vita dei
suoi concittadini. Infatti è proprio da Giulio che spesso si vengono a conoscere gli
aspetti più reconditi di queste contrade, ma anche le ipotesi per migliorare i sevizi e
per rendere la Valle sempre più accogliente. Questo intervento verte, ancora una volta
sulla Sanità, in un momento in cui è acceso il dibattito sull'Ospedale Unico della
Valle. Note in controtendenza rispetto alle fin troppe critiche che spesso su ogni
argomento sono sotto gli occhi di tutti, d'altronde si sa, le buone notizie, non fanno
notizia, ma alle volte ci rendono più ottimisti verso il futuro. Ma in attesa che questa
struttura unica si concretizzi, occorre un occhio di riguardo per l'esistente. Lasciamo
comunque la parola a Giulio Fiorentini: «Si denigrano spesso gli ospedali italiani
perché non efficienti, criticando tutto e tutti, se ne parla raramente quando
funzionano. Allora è giusto farlo, anche perché la popolazione ne sia a conoscenza, al
momento del bisogno. Un grazie all'Ospedale Santa Croce di Castelnuovo, nello
specifico mi riferisco all'ambulatorio 2-HCA-G-Tiroideo dove da sei anni la Dr.ssa
Barbara Mazzi, specialista in endocrinologia, proveniente da Pisa, con il suo staff,
eseguono all'unisono, ecografia tiroidea, visita endocrinologica completa, il tutto
impostato via computer, eliminando cartelle, tempo prezioso e quant'altro. Cose che
non si vedono neppure nei grandi ospedali di capoluogo. Noi cittadini siamo
soddisfatti, perché il citato laboratorio ci evita lunghe trasferte in lontani ospedali. Un
grazie al responsabile ASL2 Dr.Tavanti, che sempre sensibile alle problematiche dei
pazienti, sta potenziando le attività legate alla patologia tiroidale, con il ritorno del
chirurgo Pietro Iacconi efficiente per gli interventi alla tiroide, grazie ad una
convenzione con l'Azienda Universitaria Pisana. Nel contempo chiediamo al

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Dr.Tavanti di evitare l'accorpamento tra i reparti di chirurgia e cardiologia; reparti


troppo delicati, per cui è meglio lasciare la divisione evitando anche corsie unificate
uomo-donna.»

LA DIGITALIZZAZIONE DELLE CARTE PASCOLIANE

CASTELVECCHIO PASCOLI - Sessantamila documenti di Giovanni Pascoli e della


sorella Maria, appartenenti alla fondazione di Castelvecchio intitolata al poeta,
saranno restaurati, catalogati e digitalizzati. Entro la fine del 2012 l'intera
documentazione potrà essere consultata in internet. L'intervento avverrà grazie ad un
finanziamento di 166mila euro derivante dall'8 per mille ottenuto dalla
Soprintendenza Archivistica della Toscana. Sarà così possibile visionare 36mila
documenti del poeta consistenti in note di lavoro, lettere e foto, e altre 24mila carte
della sorella Maria. Contemporaneamente in occasione delle celebrazioni del
Centenario della morte del Poeta previste per il 2012, si sta costituendo un Comitato
Nazionale promosso dai Comuni di Barga e di San Mauro in Romagna. Pertanto i
36mila documenti del Poeta, tra note, lettere e fotografie e i 24mila della sorella
Maria saranno consultabili on line solo dopo un'attenta analisi filologica, un lavoro
questo estremamente importante che consentirà agli studiosi e agli appassionati di
conoscere per intero l'importante archivio della Fondazione Pascoli. Il costituendo il
Comitato Nazionale per le celebrazioni del Centenario del Poeta vedrà la
partecipazione delle Regioni Emilia Romagna e Toscana, delle Province di Lucca,
Forlì e Cesena, degli Atenei di Bologna e di Pisa e di molte città significative per
Pascoli, come tra le altre Massa e Messina. La costituzione del Comitato Nazionale
sarà completata a breve e tra gli eventi più significativi sarà previsto un Convegno
Internazionale a Bologna sul Poeta e l'immaginario dell'Italia unita. Digitalizzazione
dei documenti e celebrazioni arrivano in un momento di riscoperta internazionale del
Pascoli: recentemente in Germania e negli Stati Uniti sono state tradotte sue opere
minori e in Francia i suoi testi sono tra quelli richiesti per il dottorato universitario.
Un'operazione culturale, questa della digitalizzazione delle carte del Poeta, che
sicuramente va incontro alle molteplici esigenze dei sempre più diffusi studiosi e
amanti della poesia di Giovanni Pascoli che oggi si annoverano in tutto il mondo.
Alla presentazione del progetto, avvenuta nel giardino di Casa Pascoli a
Castelvecchio, erano tra gli altri presenti, il Sindaco Marco Bonini, il senatore Andrea
Marcucci, Gianluigi Ruggio curatore di Casa Pascoli, Giuseppe Nava dell'Università
di Siena, Diana Toccafondi della Sovrintendenza regionale e e Giovanna Stefani
consigliere delegato alla cultura.

SALA PARI OPPORTUNITÀ

BARGA – Presso la Biblioteca Comunale di Barga titolata ai fratelli Rosselli, è stata

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inaugurata una sala dedicata alle Pari Opportunità. La sala porta una targa con su
stampigliato "Meglio accendere una candela che maledire il buio", celebre frase di
Eleanor Roosvelt che si ricollega direttamente al logo delle Pari Opportunità di Barga
ispirato all'espansione delle luce. Questa sala è stata voluta come luogo tutto dedicato
al mondo femminile destinato a divenire un punto di riferimento per la femminilità
dell'intera comunità. Questa realizzazione è stata fortemente voluta dalla locale
Commissione Pari Opportunità e sostenuta dall'intera Amministrazione. Questo
spazio dovrà divenire un luogo dove incontrarsi, dove passare del tempo assieme,
dove poter sfogliare libri, riviste e guardare un film per tutte coloro che vorranno
ritagliarsi un momento di incontro e confronto con altre donne. Durante la partecipata
inaugurazione sono stati ricordati i motivi che più di cento anni fa portarono alla
volontà di istituire un giorno per festeggiare le donne. Questo nuovo spazio, potrà
anche essere utilizzato come momento espositivo, per eventi al femminile da poter
condividere con le altre e con l'intera popolazione. Le dodici componenti della
commissione comunale per le Pari opportunità, saranno presenti un giorno alla
settimana per dare anche un segno di vicinanza istituzionale e non solo di spazio
fisico a questo progetto, rendendosi disponibili non solo per le donne ma anche per i
tanti giovani utenti che abitualmente frequentano la biblioteca. Insomma, un nuovo
punto di riferimento che, a detta delle promotrici: «non vuole essere un nucleo
“femminista”, ma semplicemente un crocevia di donne». All'inaugurazione della sala
erano tra gli altri presenti: il Sindaco Marco Bonini, Giovanna Stefani consigliere con
delega alla cultura, Caterina Campani, consigliere e membro della commissione P.O.
e Mary Campbell presidente della commissione P.O.

RACCONTO DI PRIMAVERA

LUCCA - Mercoledì 16 marzo, alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l’Associazione Culturale “Cesare Viviani” per il ciclo
settimanale “al bridge con l'Autore”, presenta il libro di Leonardo Bonetti “Racconto
di primavera” in libreria per i tipi della Casa Editrice Marietti, Genova-Milano 2010.
Leonardo Bonetti per la prima volta viene presentato alla cittadinanza dalla Viviani,
nato a Roma nel 1963, ha esordito per Marietti con Racconto d’inverno (2009),
romanzo che ha collezionato numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Nabokov
2009. Il noto critico letterario Walter Pedullà, così ha definito questo nuovo romanzo:
«Ha la madre in un istituto di cura sin da quando era bambino, ma è come se non
avesse nemmeno il padre il laureando in giurisprudenza protagonista del secondo,
indocile, sospeso e allarmato e ben disegnato romanzo di Leonardo Bonetti. L’orfano
non avrà pace finché non surrogherà sia l’assenza del genitore sia la perdita dello
scopo affidato alla rivoluzione sociale e politica. Proverà a far nido dentro una
famiglia cui danno il ritmo le donne, dalla inquieta e sfuggente Gaia a sua madre. A
disagio nel perpetuo tran tran della esistenza piccolo-borghese, tutti provano a

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ribellarsi: Lorenzo, l’amico più caro, fa parte di un gruppo anarchico


insurrezionalista; altri coltiva la nostalgia della lotta partigiana. Quando Gaia trova il
suo compagno ideale in un nomade in cui prende corpo il suo desiderio di fuga, il
protagonista si scopre solo, abbandonato al suo destino di uomo che non sa mettere
radici.» Introduzione e letture critiche di Marco Vignolo Gargini, conduce l'evento
Bartolomeo Di Monaco. Sarà presente l'Autore.

MONOBLOCCO

Ho da sempre avuto il sospetto che la Regione Toscana nei suoi primi piani di
razionalizzazione della sanità, avesse la volontà di eliminare entrambi gli ospedali
della Valle. Ma dovette far marcia indietro perché vi fu una reazione da parte degli
abitanti che già si erano visti tagliare stazioni ferroviarie, uffici postali, scuole. Scattò
allora una molla campanilistica per la quale uno dei due ospedali era meglio
dell'altro, a prescindere, ed era sempre l'altro che andava soppresso. Si trovò allora la
finta soluzione dell'integrazione dei due ospedali, idea partorita sicuramente da geni.
Finta soluzione poiché due ospedali dimezzati non avrebbero mai potuto fornire
risposte sanitarie coerenti con la richiesta dell'utenza. Finta soluzione che si è
dimostrata fonte di sprechi infiniti per la costante, indispensabile e improcrastinabile
“messa a norma” di due edifici che non potranno mai essere a norma. Finché si è
potuto, si è tirato avanti così: due mezzi ospedali virtuali per far credere che
l'ospedale ci fosse ancora. Ma le cose non potevano durare all'infinito e finalmente s'è
cominciato a dar ragione a quei quattro gatti, come il sottoscritto, che da sempre
chiedevano il monoblocco: l'Ospedale Unico della Valle del Serchio. E oggi in teoria
si da ragione a questa ipotesi e la si avvalla a livello istituzionale. È la soluzione
giusta, ma non si sa quando potrà andare in porto, in definitiva i soldi non ci sono, ma
ci saranno. E quando ci saranno? Non si sa, ma già ci sono i furbi che manifestano: io
l'ospedale lo voglio qui! Sì, perché la localizzazione non andrà lasciata ai singoli, ai
campanili, ma ai tecnici e agli esperti. Propongo di coinvolgere anche le due
Università della nostra provincia, Campus e IMT che dovranno affiancare i tecnici
degli Enti coinvolti nella scelta. Personalmente ho sempre sostenuto che l'area
idonea, poiché mediana, sia quella che va da Mologno a Campia, ma lasciamo la
scelta ai tecnici al di sopra dei campanili e non lasciamoci coinvolgere in una diatriba
che allontanerebbe ancor di più la realizzazione del monoblocco.

SPARIZIONI

Se a Ponte all'Ania spariscono da un giorno all'altro ciminiere e cassette postali,


Fornaci non è che sia indenne alle scomparse. Tempo addietro assieme ai nani da
giardino, sparirono panchine, giochi e boccagli di fontana. Tutto poi è ternato al
proprio posto con l'eccezione di una panchina di piazza IV Novembre che non s'è più

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vista. E adesso sono sparite le stecche delle panchine del Parco Menichini, rendendo
inagibili due panche. A questo punto è d'uopo un invito all'Amministrazione affinché
provveda al ripristino, essendo il Parco un punto di ritrovo essenziale per la vita del
paese e anche il biglietto da visita di molti, che da tutta la Valle qui si recano, o per
far divertire i propri bambini o per una sosta, in uno degli angoli più gradevoli della
Valle che molto ricorda i baluardi delle Mura Urbane di Lucca.

INTELLETTUALI E POTERE

Su questo argomento sono più che convinto d'aver scritto già da tempo, ma non riesco
a trovare il pezzo, neppure su internet. Internet comunque è poco affidabile per certe
ricerche controverse, sono sicuro che su questo argomento c'erano della pagine, ma
ultimamente nessun motore di ricerca riesce a trovarle: rimosse?
Ma andiamo per ordine, se mi riesce. Era il 1977 e a Bologna c'era il famoso
convegno sulla repressione organizzato dal movimento del '77. Così il 25 settembre
di quell'anno me ne passai girovagando davanti al cinema Odeon con la mia ragazza
dell'epoca, che divenne poi la mia seconda moglie. Fuori del cinema numerosi cartelli
propagandavano l'incontro “Intellettuali e potere”. C'era un sacco di gente che voleva
entrare, ma un rigido servizio d'ordine teneva tutti a distanza e si entrava uno o due
alla volta, coi documenti in mano. La cosa mi insospettì non poco, quelli del servizio
d'ordine sembravano degli autentici poliziotti e avevano un'aria di super efficienza.
Facemmo la coda e ci fecero entrare nell'atrio. Notai che alcuni del servizio d'ordine
avevano degli auricolari bianchi. Cosa normale oggi, un po' meno negli anni '70.
Dopo un po' di tempo che mi avevano preso la patente sentì una voce che veniva da
un auricolare. «Chiedigli se è nella redazione di Carcere Informazione». Dopo
qualche istante uno del servizio d'ordine, con la mia patente in mano, mi chiese: «Sei
nella redazione di Carcere Informazione?» Gli riposi di sì. Di nuovo sentì la voce
flebile dell'auricolare: «Può entrare». Quello del servizio d'ordine mi rese la patente
dicendomi che potevo entrare. «Ok! - dissi io – lei è con me». «Va bene entrate pure».
Così entrammo e tra quelli del servizio d'ordine, erano sette o otto, notai che uno di
loro aveva una mano abnorme, molto grande, come se fosse stata schiacciata da una
pressa, ma perfettamente funzionante. Anni addietro lessi che sulle scene del crimine
delle B.R. Erano state anche trovate delle impronte digitali eccessivamente grandi.
Entrati nel cinema mi meravigliai di nuovo, dentro ci saranno state al massimo
cinquanta, sessanta persone e fuori c'era una ressa che voleva entrare. Comunque ci
sedemmo e cominciammo ad ascoltare un relatore che dal palco stava parlando in
francese. Dopo una decina di minuti compresi che stava descrivendo un'azione di
guerriglia urbana in stile militare con assalto armato ad una banca. Al che dissi alla
mia compagna: «Sarà meglio uscire?» e anche lei fu d'accordo con me. Solo molti
anni dopo lessi che questo Convegno all'Odeon era stato un raduno del terrorismo
internazionale.

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FRANCO APRILE

Da Ravenna nella notte è giunta la notizia della morte di Franco Aprile, il cui nome è
legato alla nascita a Lucca del Gruppo Beatnik C.13 nel lontano 1965. Era questo il
gruppo dei “capelloni” che si riunivano nella centralissima via Cenami, e da qui partì
tutta una serie di atti e manifestazioni che per la prima volta riuscirono a scuotere il
tran tran sonnolento della città. Spinti all'inizio dalle mode dell'importata
contestazione anglo-americana, il gruppo riuscì a darsi uno spessore culturale e
sociale autonomo, ma legato al movimento di Bertrand Russell in Inghilterra, al
salotto milanese di Fernanda Pivano e alla redazione di Re Nudo. Franco collaborò
alla redazione dei due fogli del movimento, “Noi la pensiamo così... e via” (maggio
1967) e a “Esperienza 2” (dicembre 1977); fu tra gli arrestati il 4 novembre 1967
assieme a Bruno Lugano, Mauro Petroni, Enzo Guidi e Luciano Galli per una
manifestazione antimilitarista che aveva per slogan “W gli eserciti che non
esercitano”. Gli arresti ebbero una profonda eco in tutta la città e si assisté ad una
forte mobilitazione che coinvolse partiti politici, sindacati e società civile, e terminò
solo con la loro assoluzione. Numerosi sono i testi che hanno parlato sia di Franco
Aprile che del C.13, tra questi è doveroso ricordare: “Dove finisce la notte” – di
Virgilio Papini – Tipografia Biagini, Lucca 1998; “Paradiso psichedelico (Amsterdam
1967-74: la Mecca degli hippies)” – di Matteo Guarnaccia – AAA Edizioni, Bertiolo
1998; “Controcultura in Italia 1967~1997” – di Echaurren e Salaris, ed. Bollati
Boringhieri, Torino 1999; “I giardini del the (qui non è cambiato nulla)” –di Virgilio
Papini – Edizioni Sodalizio per l’arte, Lucca 2002; “Breve storia di Lucca Beat” – di
Enzo Guidi – Edizioni ETS, Pisa 2002; “Il vino arabo” – di Francesco Petri –
Edizioni ETS, Pisa 2002.
Non violenza, antinucleare, potere accademico, antiproibizionismo, e molto altro
ancora furono i cavalli di battaglia di questo movimento all'avanguardia che seppe
legarsi sia allo sperimentalismo artistico (neo-futurismo, pop-art, arte povera, mail
art) che all'impegno sociale. Ai familiari di Franco vanno le condoglianze dell'intera
redazione.

FUORI DAL CORO

Che attorno al 150° dell'Unità d'Italia vi fossero alcune polemiche, già s'era capito
dall'iter della legge che ha istituzionalizzato la data del 17 marzo. Che alla Lega non
piacesse, era risaputo e che vi fossero dei nostalgici dei Borboni, anche questo era da
mettere sul piatto della bilancia. Anche nel rimanente centro-destra vi sono dei mal di
pancia e basta guardare sul web “Il legno storto”, rivista filo berlusconiana per
trovare articoli in controtendenza, ripresi anche da “La voce di Lucca”. Anche ad
alcuni storici la data non è andata giù, infatti è clamorosamente sbagliata: l'unità

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d'Italia si completò con la Breccia di Porta Pia, avvenuta il 20 settembre 1870. Che
poi alcuni abbiano mescolato risorgimento con resistenza e costituzione, anche questo
ha creato altre frizioni. Ma emblematico è il comunicato del circolo culturale
Excalibur (nato a destra, guarda a sinistra, per andare oltre) a firma di Gianfredo
Ruggiero che è apparso sul web e che mi sembra giusto riportare integralmente:
«Amo la mia patria, ma non come è stata fatta da una ristretta cerchia d’intellettuali
distanti dal popolo combattuta da potenze straniere ai danni di un sud depredato e
violentato. Nella prima metà dell’800 l’Italia centro settentrionale era divisa in una
moltitudine di statarelli arretrati e in profondo ritardo sulla rivoluzione industriale
che, partendo dall’Inghilterra, stava cambiano il volto dell’Europa. Nel sud d’Italia la
situazione era molto diversa. Il meridione, dopo essere stato faro di civiltà con la
Magna Grecia prima e la Roma Imperiale poi, attraversò un periodo di decadenza
causato dalle continue dominazioni straniere e le successive vessazioni dei vicerè
spagnoli. La rinascita del sud avvenne nel 1816 con la costituzione del Regno delle
Due Sicilie, uno Stato italiano del tutto indipendente retto da sovrani italiani che
riprese il cammino di modernizzazione e di progresso culturale avviato da Federico
II, il più grande imperatore che l’Italia abbia mai avuto dai tempi di Roma. Sotto la
dinastia dei Borboni (a tutti gli effetti napoletani) fu avviata la riorganizzazione delle
amministrazioni locali cui fu data ampia autonomia (antesignana del federalismo
municipale con cui oggi si baloccano i leghisti), fu dato grande impulso all’industria
sia metallurgica che cantieristica, all’agricoltura, alla pesca ed anche al turismo,
segno di un diffuso benessere. Le ferrovie, inventate nel 1820, ignote in Italia, fecero
la loro prima apparizione a Napoli (1839). Nel 1837 arrivò il gas e nel 1852 il
telegrafo elettrico. La riforma agraria pose fine alle leggi feudali e permise di
bonificare paludi e di incrementare l’agricoltura. Grande impulso fu dato alla cultura,
all’arte e alle scienze: il teatro San Carlo, primo al mondo, fu costruito in meno di un
anno. In quegli anni sorsero il Museo archeologico, l’Orto Botanico, l’Osservatorio
Astronomico, l’Osservatorio Sismologico Vesuviano, la Biblioteca Nazionale,
l’Accademia delle Belle Arti, l’Accademia Militare la Nunziatella. Scuole pubbliche
e conservatori musicali erano presenti in ogni città. L’Università di Napoli, divenne al
pari della Sorbona di Parigi, il più grande polo culturale dell’Europa. Lo sviluppo
industriale fu travolgente con 1 milione e 600mila addetti contro il milione e 100 del
resto d’Italia. I primi ponti in ferro in Italia, opere d’alta ingegneria, videro qui la
luce. Le navi Mercantili del Regno delle Due Sicilie solcavano i mari di tutto il
mondo e la sua modernissima flotta, costruita interamente nei cantieri navali
meridionali, era seconda solo a quella Inglese. Nel 1860 contava oltre 9.000
bastimenti e nel 1818 era stata varata la prima nave a vapore italiana. Le industrie
tessili e metallurgiche si svilupparono in tutto il Regno (solo quella di Pietrarsa dava
lavoro ad oltre mille operai a cui si aggiungevano i settemila dell’indotto). Nel
Regno delle Due Sicilie la disoccupazione era praticamente inesistente e così
l’emigrazione (per tornare a questa situazione bisognerà attendere gli anni trenta del

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‘900). Gli sportelli bancari, altro segno di sviluppo economico, erano diffusi in ogni
paese. E’ qui che videro la luce i primi assegni. La Sicilia, la Campania ed il basso
Lazio erano ricchissimi di reperti archeologici etruschi, greci e romani che affiancati
da musei e biblioteche diedero un impulso alla costruzione di alberghi e pensioni per
accogliere i numerosissimi visitatori. Sorsero così le prime agenzie turistiche italiane.
Carlo III di Borbone fondò l’Accademia di Ercolano che diede l’avvio agli scavi
archeologici di Pompei ed Ercolano. Oggi Pompei è una delle città più visitate al
mondo. La sanità non era da meno con oltre 9mila medici usciti dalle Università
meridionali che operavano in ospedali e ospizi sparsi in tutto il territorio. Il Regno
delle Due Sicilie poteva vantare la più bassa mortalità infantile d’Italia. Le strade
erano sicure e la mafia, che soprattutto oggi affligge il sud e non solo, non esisteva
neppure come parola. Dal punto di vista amministrativo il Regno del Sud godeva
ottima salute, non a caso la Borsa di Parigi, allora la più grande al mondo, quotava il
Regno al 120 per cento, ossia la più alta di tutti i Paesi. Nella conferenza
internazionale di Parigi nel 1856 fu assegnato al Regno delle Due Sicilie il premio di
terzo paese del mondo, dopo Inghilterra e Francia, per lo sviluppo industriale. Come
mai allora Garibaldi con soli mille uomini riuscì ad abbattere un Regno così ben
organizzato e sostenuto dal suo popolo? Per dare risposta a questa domanda
dobbiamo prima capire chi fece realmente L’Unità d’Italia. A partire dai fratelli
Bandiera, che sbarcati a Cosenza il 16 giugno 1844 per organizzare la sollevazione
popolare furono invece accolti dai forconi dei contadini, tutti i tentativi di
insurrezione popolare, dalla Repubblica romana del 1849 di Mazzini ai moti
carbonari, ebbero risultati effimeri perché il popolo era del tutto assente e
disinteressato (a parte qualche malessere che sfociava in deboli rivolte). Al nord,
dominato dagli austriaci, l’insofferenza era invece marcata, ma per motivi economici
e non certo per idealismo patriottico. Di Italia Unita si parlava solo nei ristretti circoli
intellettuali liberali e nei palazzi della politica piemontese. Il minuscolo regno dei
Savoia era infatti smanioso di allargare i suoi confini e di contare sullo scacchiere
europeo. La prima e unica guerra risorgimentale condotta in prima persona dai
piemontesi contro l’Austria - comunque affiancati da regolari e volontari di altri stati
italiani, tra i quali ben 16 mila napoletani guidati da Guglielmo Pepe - si trasformò in
un disastro per le truppe sabaude. La seconda guerra d’indipendenza che portò
all’annessione della Lombardia fu vinta grazie all’apporto della Francia di Napoleone
III che a Magenta il 4 giugno 1859 sconfisse gli austriaci costringendoli alla resa. Al
generale francese Patrice De Mac Mahon, artefice della vittoria, a Magenta è stato
dedicato un monumento. La terza guerra per la conquista del Veneto fu vinta grazia
agli accordi con la Prussia di Bismarck. La condotta delle truppe sabaude fu
deludente e ancor di più quella della marina sonoramente battuta dagli austriaci nella
battaglia di Lissa. Anche la tanto mitizzata presa di Roma avvenne grazie agli
stranieri e non certo per il valore dei soldati piemontesi. I bersaglieri del generale La
Marmora poterono infatti attraversare trionfanti la Breccia di Porta Pia e sconfiggere i

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pochi soldati svizzeri posti a protezione del Papa solo perchè seppero approfittare dei
rovesci militari della Francia contro la Germania che costrinsero Napoleone III nel
1870 ritirare le sue truppe a difesa dello Stato Pontificio. Le Guerre d’Indipendenza
furono pertanto vinte più dall'abile diplomazia di Cavour che dal sangue italiano e,
cosa ancor più deprimente, senza alcun coinvolgimento popolare. A Parte le gloriose
cinque giornate di Milano, fatto rimasto sostanzialmente isolato. Riunito sotto la
corona Sabauda quasi tutto il nord, i Savoia volsero lo sguardo al ricco e prospero
Regno del Sud contro il quale attivarono, ancor una volta, la loro spregiudicata
diplomazia per ottenere il sostegno dell’Inghilterra. L’Inghilterra, che vedeva del
Regno delle Due Sicilie un pericolosissimo concorrente marittimo, fu ben felice di
assecondare le mire espansionistiche piemontesi. Si attivarono sopratutto i circoli
massonici inglesi, a cui erano affiliati i padri del risorgimento da Mazzini a Garibaldi
e lo stesso Cavour, per fornire quegli enormi finanziamenti necessari per corrompere
generali e ammiragli borbonici e spingerli al tradimento. Una cifra enorme fu
stanziata a tal scopo da Albert Pike, Gran Maestro Venerabile della massoneria di
Londra, e da Lord Palmerson Primo Ministro della Regina Vittoria. Ma erano
veramente mille i garibaldini? Certamente! Ma ogni giorno sbarcavano sulle coste
siciliane migliaia di soldati piemontesi congedati il giorno prima e protetti dalla flotta
Inglese dell’ammiraglio Mundy, a questi si unirono i soldati borbonici passati al
nemico per denaro insieme ai loro generali Landi e Anguissola. Da mille che erano i
garibaldini divennero in pochissimi giorni oltre 20.000, una vera e propria armata
d’invasione sotto mentite spoglie. Infatti non vi fu alcuna dichiarazione di guerra. Il
13 febbraio 1861 cadeva la fortezza di Gaeta, ultimo baluardo borbonico. Per tre
mesi, tanto durò l’assedio dell’isola, la città fu martoriata dai bombardamenti navali.
Eroico fu Francesco II, il giovane Re napoletano, ed eroica fu la sua consorte Regina
Sofia e l’intera popolazione che si strinse attorno ai loro sovrani nella strenua difesa
della loro libertà. Ignobile fu invece il comportamento del generale piemontese
Cialdini che non esitò un istante a scagliare oltre 160 mila bombe per massacrare
l’intera popolazione su ordine di Cavour. Con la capitolazione di Gaeta finì il
glorioso Regno che aveva fatto dell’Italia meridionale uno Stato autonomo ed
indipendente, prospero e moderno. E da qual giorno iniziò l’inesorabile declino del
sud reso possibile dalla incapacità e disinteresse dello Stato unitario prima e post
fascista poi. Nel 1860 – e qui arriviamo al vero motivo che spinse lo statarello
piemontese a inventarsi l’Unità d’Italia – il debito pubblico del Piemonte ammontava
alla somma di oltre un miliardo di lire di allora, una voragine spaventosa che il
piccolo Stato Sabaudo con i suoi 4 milioni di abitanti mai e poi mai sarebbe riuscito a
colmare per l’arretratezza della sua economia montana. Nel 1861, quando avvenne
l’unificazione del Nord con il sud, il Patrimonio aureo dell’Italia Unita era di 668
milioni di lire oro. Ebbene di questi ben 443 proveniva da Regno delle Due Sicilie e
solo 8 alla Lombardia (il resto dagli altri stati annessi). Questa enorme massa di
denaro proveniente dal sud permise di rimpinguare le disastrate casse del Regno di

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Savoia e a dare vigore alla sua asfittica economia. Appena sbarcato in Sicilia il
primo obiettivo di Garibaldi fu…la zecca di Palermo per impossessarsi dei 5 milioni
di ducati in oro depositati. Nei dieci anni successivi i piemontese effettuarono un vera
e propria opera di spogliazione. Svuotarono le casse comunali, quelle delle banche,
saccheggiarono le Chiese e smontarono i macchinari delle fabbriche per rimontarli al
nord. Agevolati in questo dai molti notabili meridionali subito accasati, per denaro e
potere, alla corte del nuovo sovrano. Nelle casse piemontesi finirono inoltre gli
enormi proventi dalla vendita dei beni ecclesiastici confiscati e del demanio
borbonico. Lasciando per sempre il suo Regno Francesco II disse profeticamente: “il
nord non lascerà ai meridionali nemmeno gli occhi per piangere”. Quello che il
giovane Re napoletano non poteva prevedere era l’ondata repressiva, i massacri di
contadini, la fucilazione dei renitenti alla leva, i villaggi bruciati, le brutali violenze
con tanto di esposizione di teste mozzate ad opera della soldataglia piemontese che
per dieci anni avrebbero martoriato il suo ex-Regno. Spiace evidenziarlo, ma a
macchiarsi le mani di sangue innocente furono in gran parte i bersaglieri. Alcuni
giornali stranieri (la censura del governo al riguardo era rigorosa) pubblicarono delle
cifre terrificanti nonostante fossero sottostimate: nel solo primo anno di occupazione
vi furono 8.968 fucilati, 13.529 arrestati in gran parte deportati nei campi di
concentramento e “rieducazione” al nord, 6 paesi dati alle fiamme, 12 chiese
saccheggiate. Complessivamente si parla di un milione di contadini uccisi e decine di
villaggi rasi al suolo. La chiusura per decreto di un numero imprecisato di scuole e di
Chiese. (Vittorio Gleijeses: La Storia di Napoli, Napoli 1981 - Isala Sales: Leghisti e
sudisti, Laterza Editore 1993 – Antonio Ciano: I Savoia ed il massacro del sud, ed.
Granmelo, Roma 1996). Antonio Gramsci, nato in Sardegna ma originario di Gaeta,
parlando della questione meridionale ebbe a dire”...lo Stato italiano è stato una
dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole,
crocifiggendo, squartando, seppellendo vivi i contadini poveri che gli scrittori
compiacenti tentarono di infamare con il marchio di briganti”. I briganti per
l’appunto…tutti i figli maschi erano obbligati, pena la fucilazione, a prestare il
servizio militare per sparare ai loro fratelli del sud. Per chi si rifiutava non restava
altra via che quella dei monti, braccati con l’infamante etichetta di “briganti”. Tanta
ignominia ai danni del sud ha provocato delle profonde ferite che ancora oggi stentato
a rimarginarsi, alimentate in questo dalle posizioni di supponenza etnica e di
antimeridionalismo del partito di Bossi. Per tentare di unire veramente l’Italia, per
superare i contrasti con la Chiesa e per sradicare il fenomeno mafioso bisognerà
attendere l’avvento del Fascismo. Il Concordato del ’27 pose fine al contenzioso con
la Chiesa di Roma, il grande programma di opere pubbliche e di bonifica diede lavoro
ai giovani meridionali e la politica repressiva del Regime, con il Prefetto Mori,
costrinse la mafia ad emigrare in America (per poi tornare al seguito delle truppe di
liberazione). Oggi festeggiamo il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.
Brindiamo pure, caro Presidente della Repubblica, ma non dimentichiamoci della

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Storia, se volgiamo guardare al futuro.»

I DATI DELLA QUALITA’ DELLA VITA


IN VALLE DEL SERCHIO

LUCCA - Lo stato di salute della popolazione è stato caratterizzato analizzando in


primo luogo i dati di mortalità generale. L’esame dei tassi standardizzati di mortalità
nel periodo 1992-2000 evidenzia una progressiva diminuzione della mortalità
generale su tutto il territorio provinciale, con un andamento analogo a quello rilevato
a livello regionale. Sia nella ASL2 Lucca che nella ASL12 Versilia i tassi di mortalità
generale, riferiti a tutte le età, risultano tuttavia superiori ai valori medi regionali in
entrambi i sessi, in modo statisticamente significativo. Tra le principali cause di
morte si segnalano le malattie cardiocircolatorie, con tassi di mortalità
significativamente superiori ai valori medi regionali in entrambi i sessi, e i tumori,
con tassi di mortalità particolarmente elevati nella ASL12 Versilia, in particolare per
il tumore al polmone. Partendo da questa premesse in Palazzo Ducale sono stati
presentati i risultati dell’indagine «Rapporto sullo stato di salute delle popolazioni
residenti nell’area della Valle del Serchio» condotta, per conto della Provincia di
Lucca, dal Dipartimento di Statistica ‘Parenti’ dell’Università di Firenze. Il presidente
della Provincia, Stefano Baccelli, è intervenuto per sottolineare come questa indagine
conoscitiva attuata con rigore scientifico e statistico stia alla base della conoscenza
del territorio e delle sue problematiche sulle quali poi le amministrazioni potranno
intervenire. I dati su natalità, morte, tipologia delle malattie, sembrerebbero uscire
dalla sfera delle attribuzioni delegate alla Provincia, ma risultano invece
indispensabili per attuare le scelte sia di bonifica del territorio che di una sua
valorizzazione. Il Presidente ha rimarcato come la conoscenza e la trasparenza siano
obiettivi primari come il conoscere per poi decidere. Se vi è un incremento
significativo a livello statistico di certe patologie, dei ricoveri e del numero dei
decessi, rispetto alle medie regionali, questo al momento sembrerebbe tipico non solo
della Valle del Serchio, ma dell'intero territorio provinciale. Pertanto questa indagine
è il punto di partenza su indagini similari in Versilia e nella Piana. Maura Cavallaro
assessore provinciale alle Politiche ambientali ha voluto ringraziare tutti gli enti e i
comitati che hanno contribuito alla stesura dell'indagine, indagine a costo zero per la
provincia perché inserita in un progetto nazionale del Ministero della Salute. Il
professor Annibale Biggeri dell’Università di Firenze è entrato nei dettagli
dell'indagine presentata che si svolge in un arco temporale che va dal 1970 al 2006
analizzando le morti, le tipologie delle morti e i ricoveri ospedalieri. I profili di
natalità partono addirittura dal 1901. Risulta dall'indagine che la Valle del Serchio ha
dei dati statistici al disopra della media regionale riguardanti le morti, ma anche le
ricadute di certi tipi di malattia, causa di morte o di ricovero sono ugualmente da
ritenersi al di sopra della media regionale. C'è una statisticamente rilevante presenza

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di malattie cronico degenerative, cardio circolatorie, renali, tumore al polmone e


tumori femminili. Il prof. Testa dell'Arpat ha parlato della presenza sul territorio di
metalli pesanti: piombo, cadmio e nikel, riconducibili alle patologie citate. Metalli
pesanti sopratutto ereditati da vecchie normative non rigide come le attuali, ma sui
quali dovrà essere concentrata l'attenzione. Si è parlato anche delle polveri sottili, le
PM10 presenti sopratutto nella Media Valle. In chiusura è intervenuto Emilio
Tampucci del Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano che a nome di tutti i
Comitati della Valle ha ringraziato la Provincia, il dott. Biggeri, l'Asl e l'Arpat per il
lavoro svolto che per la prima volta fornisce dei dati certi sui quali partire. La
diagnosi è stata fatta, occorre adesso la terapia.

AL VIA IL 34° RALLY “IL CIOCCO E LA VALLE DEL SERCHIO”

LUCCA – È stato presentato in Palazzo Ducale il programma 2011 del 34° Rally Il
Ciocco e la Valle del Serchio. Partirà da Barga e si chiuderà a Castelnuovo
Garfagnana tornando così nel calendario del Campionato Italiano Rally, aprendo il
24, 25 e 26 marzo la serie Tricolore più prestigiosa. Un ritorno previsto quanto atteso
nella Valle del Serchio, uno dei rally di più importante tradizione, tra i meglio
organizzati e più sicuri a livello europeo, che rappresenta un patrimonio sportivo da
tutelare, oltre che un evento di grande importanza per la produzione turistico
economica del territorio, per il ritorno di immagine che esso offre e per le centinaia di
persone che saranno attratte da questo evento. Tra i 70 iscritti ritroviamo Pier Paolo
Andreucci, bandiera sportiva non solo della Garfagnana, nonché campione italiano
rally 2010; per lui una nuova occasione, sulle strade di casa, per portare in bacheca il
sesto scudetto tricolore, nonché terzo consecutivo della sua prestigiosa carriera. La
manifestazione è stata presentata ufficialmente dal consigliere provinciale Arturo
Nardini, assieme al sindaco di Castelnuovo Garfagnana Gaddo Gaddi, all'assessore
allo sport del Comune di Barga Gabriele Giovannetti e a Marco Calamari del
comitato organizzatore. Il Rally prenderà il via giovedì 24 marzo alle 18 con la
cerimonia di partenza nel centro di Barga, mentre le ostilità sportive inizieranno
venerdì 25 alle 8 con arrivo della tappa 1 al Ciocco alle ore 19. Sabato prenderà il via
la tappa 2 dal Ciocco, e in questa frazione è prevista la prova che sarà trasmessa in
diretta TV da RaiSportDue, con conclusione della gara a Castelnuovo. Questo Rally è
la prima delle otto gare che costituiscono il Campionato Italiano Rally e apre la corsa
al titolo tricolore per Piloti e Costruttori e al il titolo Junior, quest'ultimo riservato alle
giovani promesse del rallismo di casa nostra con un importante sostegno da parte del
Csai. Scatta al Ciocco anche la caccia ai titoli Csai Indipendenti, Due Ruote Motrici,
per il Femminile e per vetture GT. Sempre al Ciocco prenderà il via anche il Trofeo
Clio R3 Top, uno dei trofei monomarca di riferimento per popolarità. Inoltre premi
per assistenza tecnica ufficiale, in questa che da anni, è una vera e propria una fucina
di campioni. Questo Rally avrà un'ulteriore importante validità: quella per il

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Challenge 6^ Zona e sarà una doppia validità, in termini di punteggio. Il coefficiente


2, infatti, raddoppierà i punti di piazzamento ottenuto al termine delle due tappe.
Opportunità da non perdere per chi ambisce al titolo di Zona, unita al fatto che nel
palmares di un pilota toscano non può mancare il Rally del Ciocco, una gara
tecnicamente impegnativa e carica di storia. Quindici saranno i Comuni della Valle
interessati all'evento che si dipanerà per complessivi 570 chilometri e comprenderà
13 prove speciali. La Valle del Serchio in questi giorni diverrà il punto d'incontro tra
sport e natura, un'occasione di spettacolo e divertimento, ma anche di pieno
godimento delle bellezze paesaggistiche e ambientali locali. Un connubio che ben
simboleggia la storia stessa di questa terra, che ha saputo conservare la propria
integrità, riuscendo sempre a guardare al futuro e al progresso. L'aspetto della
promozione turistica collegata al Rally non è di secondo piano, perché grazie ad una
gara di livello nazionale si promuove l'intera Valle, ove arriveranno piloti, giornalisti
e appassionati da tutta Italia, come sempre si è verificato nelle passate edizioni. Il
Rally porterà la Valle del Serchio sulle riviste di settore più note e diffuse, dunque
una promozione fondamentale per una zona che sempre più sta incrementando e
specializzando la propria offerta turistica.

PIERO SIMONI

LUCCA - Mercoledì 23 marzo, alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, per il ciclo letterario “al bridge con l'Autore”
l’Associazione Culturale “Cesare Viviani” organizza la presentazione delle poesie
edite e inedite del poeta livornese Piero Simoni. Una poetica quella di Piero che si
snoda nel percorso di una vita, attraversata dai momenti lungamente coinvolgenti
dell’industria, i quali hanno dato origine ad una osservazione istantanea della realtà,
colta e filtrata per immagini brevi dove, nella corsa quotidiana, è compresso lo spazio
dell’intima riflessione, comunque mai abbandonata; fino ad arrivare alla fase della
piena maturità, svincolata dai legami produttivi, in cui l’affermazione del disegno
poetico, sempre aderente alle vicende dell’umana contemporaneità, volge in volo
verso l’universale esistenza. Piero Simoni è nato a Livorno nel 1948. Tra le sue
pubblicazioni: 1976, I sassi che raccolgo Edinord, 3° premio al "Città di Bolzano";
2008, Anomia 2003 TA.TI. Edizioni (Como); Anomia 2005 Leonida Edizioni (RC);
Anomia 1995-1998 con il quale vince il premio editoriale "L'Incontro" XIII edizione
della Golden Press (Genova); 2009, Anomia 1999-2000 Aletti Editore (Roma),
semifinalista al Premio Tassoni di questo anno e finalista al "Giovane Holden" IV
edizione; 2010, Poesie 2007 Golden Press, segnalato a "L'Incontro" 2009; Poesie-
Autunno 2008 Leonida Edizioni, finalista al "Gaetano Viggiani" VII edizione; vince
la XXVI Edizione del Premio Letterario "La Mole" di Torino con i tigli nascosti
2009. Presente in numerose antologie di poesia e racconti, è inserito nell'Enciclopedia

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dei Poeti Italiani Contemporanei curata da Aletti 2009. Secondo Premio di narrativa
A.L.I.A.S. Australia 2010. Autore di interventi critici (Montale - Poeti e Poesia - n°
19 aprile 2010, Bàrberi Squarotti - Talento - n° 3/2010, Fontanelli - Il Foglio Volante
- n° 1/2011), figura in varie riviste tra cui Poesia, Poeti e Poesia, Orizzonti, Il foglio
volante. Presente per il suo operato nel "Talk Show alla livornese" andato in onda su
Telecentro 2 nel dicembre 2010. Negli anni settanta ha esposto opere visive in alcune
mostre personali e collettive in Italia. A cavallo tra gli anni '70 e '80 aderisce alla
"mail art" con partecipazione a numerose manifestazioni nazionali e internazionali. È
stato promotore della "Poesia postale" in Italia, all'inizio degli anni '80, stampando
anche, in ciclostile, una antologia e una rivista di "Poeti marginali postali" ,e un suo
testo poetico sperimentale "Al paese". Ricordato su Wikipedia come creatore della
“Poesia Postale”.Conduce il pomeriggio Fabrizio Cuneo, sarà presente l'Autore.

ANGIOLO GIANNINI

PONTE ALL'ANIA – Toccante cerimonia, quella all'interno dei festeggiamenti del


patrono del paese, San Giuseppe, che ha visto la titolazione della nuova piazza,
ricavata dal restauro dell'ex opificio Lunardi, a Angiolo Giannini. Titolazioni del
cuore quelle volute nella frazione, iniziate con il campo sportivo a Roni Stefani e del
parcheggio a Roberto Nutini. Tutti cittadini che con il loro impegno hanno permesso
alla frazione di crescere sempre più nella qualità e nella memoria. La cerimonia è
stata aperta dal Sindaco Marco Bonini alla presenza di un folto pubblico e di molti
amministratori, tra questi il Presidente della Comunità Montana Nicola Boggi. Dopo
il ricordo di Angiolo Giannini a cura del consigliere Luca Mastronaldi, vi è stata la
benedizione della targa, poi la banda ha intonato l'inno nazionale. Il Sindaco ha
voluto per l'occasione ricordare il prossimo inizio dei lavori per la regimazione delle
acque nella zona Menchi e il prossimo inizio dei lavori per la realizzazione della
bretellina KME–Ponte sul Serchio. Opere che entrambe avranno ricadute positive per
la frazione, perché regimeranno le acque e limiteranno al massimo il traffico dei
mezzi pesanti lungo la via principale del paese. Le celebrazioni del patrono sono
proseguite per tutta la giornata con la presenza anche del mercato ambulante.

CHELSEA TRACTORS

Ho scoperto per puro caso, navigando in internet, che a Londra i SUV sono chiamati
“Chelsea Tractors”, che tradotto in italiano fa: Trattori di Chelsea. Sarebbe come dire,
qui da noi, i “trattori dei Parioli” o di Porto Cervo, o di San Babila, insomma,
scegliete voi. Ma perché uno debba comprare un SUV, mi sono talvolta chiesto.
Inquinano, consumano, costano un occhio della testa e sono ingombranti. E neppure
servono per andare fuori strada; le nostre strade di collina o di montagna, non solo
quelle lucchesi, ma quelle di tutta Italia in genere, sono troppo strette per loro, si va

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bene con la Panda 4x4, anche quella vecchia, ma coi SUV no, non ci passiamo
proprio. Comunque talvolta succede che il dottor Tal dei Tali, abbagliato dalla stazza
e dalle cromature se ne torni a casa col suo bel SUV nuovo di zecca. Ma poco dopo
s’accorge della troppa larghezza del mezzo, che sulle strade americane andrà anche
bene, ma qui da noi, mettiamo nella Brancoleria, è un disastro. Per non parlare poi del
parcheggio. Oggi è già difficile trovare uno stallo a pagamento (gratis neanche a
parlarne), e per il SUV ce ne vogliono due. Succede allora che con la scusa del
parcheggio «Sai cara, non lo trovo vicino all’ufficio» il marito esce per il lavoro con
la macchina della moglie, che è una Y10, o una nuova 500, o ancor meglio una
Picanto, che queste sì che s’infilano in ogni buchetto e le puoi parcheggiare
tranquillamente, specie in città. E così alla moglie viene rifilato il Chelsea Tractor. A
dimostrazione di quanto ho appena scritto, se vi capita di passare per una piazzola di
parcheggio, chessò, dell’Esselunga o di qualche altro supermercato, fateci caso, sono
tante le casalinghe che arrivano a far la spesa col SUV del marito. Se non mi credete,
andate a controllare e le vedrete coi vostri occhi arrivare per la spesa alla guida del
trattore del marito, che costa, consuma, ingombra e che proprio nelle nostre strade
sterrate della lucchesia neppure ci passa, o ci passa veramente male. Su un blog ho
poi trovato questa descrizione: “…le vedi a mala pena dietro i vetri oscurati, lassù al
posto di guida che sempre più ricorda la cabina di guida di un TIR, nel loro carro
armato rigorosamente nero, queste donnine…” Il governo, anche se non l'ha fatto,
aveva promesso di togliere il bollo auto, in maniera graduale se si fossero trovate le
risorse: mi auguro che ai SUV il bollo non venga abolito (a tutti gli altri mezzi, sì), e
con piacere, ho letto qualche mese fa sulla stampa cittadina che c’era chi chiedeva
che i SUV non potessero circolare all’interno del centro storico lucchese. Una
richiesta che mi sembra estremamente logica e pure fattibile: da poi che c'è Metro, se
n'è fatte di tutte... questa almeno sembra logica, e poi non sarebbe certo il primo
centro storico italiano che viene vietato a questi “bestioni” .Bhè, giriamola al Chiari!

NEW YORK FESTEGGIA L’UNITÀ D’ITALIA CON INDUSTRIA GALLERY


La nuova galleria inaugurata con una collettiva di 46 artisti italiani dal titolo:
UN’ITA
NEW YORK – Alcuni artisti italiani famosi, che grazie all'impegno che Lucca ha
dimostrato in questi ultimi anni nella programmazione di rassegne di arti figurative,
hanno potuto mostrare le loro opere in città, sono presenti con loro opere alla mostra
UN'IT che si tiene a New York fino al 10 di maggio per i festeggiamenti dell'unità
d'Italia. Si possono infatti ammirare opere di artisti che sono stati presenti
recentemente in città con i loro lavori: Carla Accardi e Piero Dorazio (Lu.C.C.A.),
Gian Marco Montesano (Galleria Poleschi), Enrico Castellani (Fondazione
Ragghianti), Enzo Cucchi (Palazzo Guinigi), Mimmo Rotella (Giò Art), Rossella
Biscotti (Prometeogallery) e Sandro Chia (Chiostro Sant'Agostino, Pietrasanta),

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Mimmo Paladino (Galleria Ciardi, Pietrasanta), Massimo Kaufmann (Galleria Astuni,


Pietrasanta). Domenica 27 infatti New York ha celebrato l’Unità d’Italia con
l’apertura di Industria Gallery, una nuova galleria dedicata all’arte italiana, all’interno
di Industria Superstudio, spazio diretto dal fotografo Fabrizio Ferri. Industria Gallery
ospita per l’occasione una collettiva di 46 artisti italiani che con le loro opere
rappresentano un ponte culturale tra gli Stati Uniti e l’Italia. La mostra e la galleria
sono state inaugurate dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, nel
corso di un evento realizzato con il contributo dell’azienda orafa Vhernier, sempre in
prima linea per promuovere l’arte italiana. La mostra UN’ITA è stata prodotta e
curata dalla rivista Flash Art in collaborazione con Industria Superstudio, sotto l’alto
patrocinio del Consolato Italiano a New York e del Comitato Italia 150. UN’ITA
ospita artisti di generazioni e correnti differenti uniti da New York, città che li ha visti
vivere, lavorare ed esporre e da cui sono stati profondamente influenzati. Un percorso
che ricalca la storia dell’arte contemporanea italiana dai primi anni ’60 a oggi,
all’insegna della migrazione artistica. UN’ITA celebra i 150 anni dell’Unità d’Italia
attraverso le opere di Carla Accardi, Getulio Alviani, Alighiero Boetti, Enrico
Castellani, Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Gino De Dominicis,
Lucio Fontana, Jannis Kounellis, Carlo Maria Mariani, Fabio Mauri, Gian Marco
Montesano, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Alessandro Roma, Piero Dorazio,
Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Lucio Pozzi, Vanessa Beecroft, Rossella
Biscotti, Lorenza Boisi, Gianni Caravaggio, Damiano Colacito, Davide Dormino,
Daniela Di Donato, Rä Di Martino, Mimmo Rotella, Bruna Esposito, Ettore Favini,
Paolo Gonzato, Isola e Norzi, Massimo Kaufmann, Sebastiano Mauri, Samuele
Menin, Angelo Mosca, Gabriele Picco, Giada Ripa, Antonio Rovaldi, Pietro Ruffo,
Maurizio Savini, Donatella Spaziani, Santo Tolone, Luca Trevisani, Marcella
Vanzo.“New York è da sempre meta di pellegrinaggi, luogo in cui si incontrano e
convergono ricerche e visioni - afferma Carlo Traglio, presidente di Vhernier -
Industria Gallery, attraverso la mostra Un’Ita propone un percorso coerente e
ragionato che documenta un dialogo costante tra l’arte italiana e New York e, in
questo modo, celebra l’idea di un’Unità in continuo movimento.Giancarlo Politi,
editore e direttore di Flash Art, dichiara: “La scelta degli artisti di questa mostra? Si è
voluto puntualizzare, il presente e il passato recente, con qualche "esempio" più
storico”. Non si è mai pensato comunque, né per l'oggi, né per ieri, ad una rassegna
filologica: il comune denominatore della mostra è stato l'attenzione e l'amore verso
l'arte italiana. L'appuntamento è dunque a New York, presso Industria Superstudio, al
775 di Washington Street.

TARGA “LUCCA BRIDGE”

LUCCA – La prima edizione della Targa Lucca Bridge è stata assegnata. Si tratta di
una nuova iniziativa voluta dall'associazione Cesare Viviani, che è destinata ai testi

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che sono stati presentati nell'anno passato durante la rassegna settimanale “al bridge
con l'Autore” che si è tenuta con il patrocinio del Comune di Lucca e con il
contributo della Fondazione della Banca del Monte di Lucca. I lettori hanno avuto
due mesi di tempo per scegliere il proprio libro preferito. Questa prima edizione è
stata molto partecipata, la votazione è avvenuta via internet e ha coinvolto oltre mille
lettori. Il libro che ha ottenuto il più alto numero di consensi è stato “La leggenda dei
Turri” di Rolando Zucchini che è riuscito a battere i due lucchesi che si erano ben
piazzati durante la prima fase selettiva: Damiano Battistoni con “Vivere” e Martino
De Vita con “Metasia”. Rolando Zucchini è nato a Foligno (PG) il 6 Giugno del
1947. Nel 1972 si è laureato in Matematica presso l’Università degli Studi di Perugia.
La leggenda dei Turri si snoda tra realtà e fantasia, tra passato e presente, e narra la
storia di una difficile formula matematica per misurare la lunghezza di una semi onda
sinusoidale; una storia che si ricollega alle vicende dei Turri, guerrieri mercenari
spagnoli di antico rango, che nel 1300 conquistarono quella che attualmente è
denominata Rocca di Scandolaro, o Rocca Deli, ma che anticamente aveva preso il
nome di Rocca dei Turri proprio in loro onore. I Turri, come narra la leggenda, erano
in grado di volare. Intorno ad una vicenda principale s’innestano e confluiscono
piccole storie nelle quali convivono presente e passato, tradizione popolare e
fantascienza, figure paesane e altre di fantasia, non segue una trama prestabilita, ma
su un’idea di fondo scrive brevi episodi/racconti che s’intrecciano tra di loro fino alle
conclusioni finali. Sono storie semplici nelle quali, pur non affrontando grandi temi
di ordine politico e sociale, si avvertono, però, segnali di una ricerca di una serena e
rispettosa convivenza con gli altri, con la natura e con la nostra Terra, in armonia con
il creato e con il cosmo. Pur svolgendosi in un ambito ristretto e paesano, hanno la
pretesa di assumere un senso e un valore generale. Le storie hanno come protagonista
principale il personaggio di Dario Morganti, un venditore ambulante di libri e stampe
antiche ai mercatini dell’antiquariato. È un personaggio costruito su ricordi
autobiografici che si innestano in situazioni paradossali, strane, assurde e, in alcuni
casi, irreali e di pura fantasy. La scrittura alterna la prima e la terza persona. È una
scrittura pulita, scarna, essenziale, coinvolgente, per certi aspetti sperimentale, alla
ricerca, così com’è, di assonanze e dei ritmi musicali delle parole.
Alcune copie del libro vincitore sono ancora disponibili presso la sede della Cesare
Viviani.

STELVIO MESTROVICH

LUCCA - Sabato 2 aprile alle ore 23.30 e domenica 3 aprile alle ore 18.00 (replica),
su TVL, nella trasmissione "Amici del Giallo Pistoia" verrà presentato l'ultimo libro
dello scrittore lucchese Stelvio Mestrovich, dal titolo "Il mostro di Ebersdorf".
In libreria per i tipi di A.car Edizioni Lainate. Mestrovich, autore della Cesare Viviani
è uno scrittore che, dopo avere pubblicato due romanzi in forma di diario "Suor

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Franziska" (che vinse il Premio Viareggio Giovani-Farabolina) e "Il diario di Lucida


Mansi", si è dedicato alla narrativa poliziesca con "Venezia rosso sangue" (Dario
Flaccovio Editore in Palermo), "Delitto in Casa Goldoni" (Carabba Editore) e "La
sindrome di Jaele" (Kimerik Edizioni), creando la figura dell'ispettore capo di polizia
Giangiorgio Tartini. Stelvio Mestrovich è anche un musicofilo del tardo barocco, con
particolare conoscenza della vita e delle opere di Antonio Salieri. Grazie alla sua
tenacia, nel 2000, è stata posta a Vienna una lapide commemorativa sulla facciata
della casa in Goettweihergasse n. 1, in cui il compositore legnaghese visse per oltre
30 anni, e a Lucca è stata intitolata una strada ad Antonio Salieri (zona Pontetetto).
Relativamente alla Musica, Mestrovich ha pubblicato "W.A.Mozart, il Cagliostro
della Musica" (Edizioni Portaparole, Roma) e "Vita e opere dei compositori
dimenticati dal 1600 al 1900" (Carabba Editore). Quest'ultimo libro è stato
favorevolmente accolto nelle varie presentazioni ai conservatori musicali, tra i quali il
"Vincenzo Bellini" di Palermo. È inserito in diverse antologie e i suoi scritti sono stati
tradotti in una decina di lingue. Di lui parlano lo scrittore Bartolomeo di Monaco nel
suo libro "Leggiamo insieme gli scrittori lucchesi" (Maria Pacini Fazzi) e Mauro
Smocovich in "Dizionoir". Con "Il mostro di Ebersdorf", cambia lo scenario, da
Venezia si passa a Vienna e dintorni, e il protagonista: il commissario Clemens
Pallavicini prende il posto di Tartini. Il 9 gennaio 2008, alle ore 6 del mattino, viene
trovato il corpo del trentacinquenne Werner Toman di Ebersdorf, nudo, disteso a
forma di croce nel suo zatterone sul Danubio, vicino al Prater, con un coltello
piantato in gola. Comincia da qui l'intricata indagine condotta dal Commissario di
Polizia Clemens Pallavicini, viennese ma di nobilissime origini italiane, diplomato in
pianoforte al Conservatorio di Vienna, che con l'aiuto dell'ispettore Viktor Nowak,
suo braccio destro, e della criminologa Brigitte Heimlich, porterà a terribili e
inquietanti sviluppi in una Vienna di inizio anno, fredda e nevosa, ma di
incomparabile bellezza. Il libro è in vendita a Lucca presso le librerie "Lucca Libri"
(in Corso Garibaldi) e "Ubik" (in via Fillungo) e in giugno verrà presentato dalla
Cesare Viviani.

LIBERE LETTURE D'APRILE

LUCCA - Mercoledì 6 aprile alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l'Associazione Culturale "Cesare Viviani" organizza un
pomeriggio di libere letture aperte a tutti. Si potranno leggere brani propri o di altri
autori, in prosa o poesia, condurrà la poetessa lucchese Andreina Manfredini. Le
libere letture rappresentano un pomeriggio a scadenza mensile di estrema importanza,
poiché durante questo spazio vengono presentate le nuove proposte degli autori delle
Viviani e nel contempo sono un'anteprima per i nuovi autori che possono così farsi
conoscere, e far conoscere le proprie opere ancor prima di presentarle durante la
programmazione ufficiale. È anche un momento per gli autori dell'associazione di

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saggiare i propri ultimi elaborati ancora inediti e non definiti e dal pubblico trarne
utili consigli per meglio delineare le opere. Un pomeriggio dunque da non perdere,
anche per tastare il polso letterario dei nuovi elaborati degli associati. La cadenza
mensile di queste letture è stata fortemente voluta dai soci e dagli amici della Viviani,
proprio per le ragioni appena espresse. Saranno lette anche poesie di Pierangelo
Scatena e brani di Angelo Nottoli, due autori che saranno presenti con le loro opere
nelle prossime scadenza settimanali della rassegna “al bridge con l'Autore”.

ANCHE NOI ECCOCI PRESENTI!

Ad un anno dalla sua nascita, questo giornale non poteva mancare ad un


appuntamento tanto importante per Fornaci e per la Valle tutta. Siamo nati a Fornaci,
appunto un anno fa, e qui abbiamo la nostra sede ove si svolgono le periodiche
riunioni di redazione che danno vita al nostro/vostro foglio, pertanto ci sentiamo di
diritto, parte integrante del tessuto sociale del paese. E non è un caso che i nostri
redattori siano presenti continuativamente nella vita sociale e sopratutto nel
volontariato della Valle e non solo. Saremo dunque presenti per tutta la durata della
manifestazione con un nostro stand, così che i visitatori potranno non solo sfogliare i
numeri del giornale fin'ora usciti, ma potranno parlare e interagire coi membri della
redazione. La nostra presenza sarà anche finalizzata a raccogliere ogni opinione e
consiglio per rendere il nostro giornale ancor più valido, interessante e rispondente ai
desideri dei lettori. Ma, approfittando di questo piccolo spazio che mi è stato messo a
disposizione voglio anche parlare della Festa del Primo Maggio a Fornaci, e questo
significa per me riandare indietro nel tempo. La nascita è datata 1960 quando un
gruppo di amici, si ritrovarono per creare una festa a Fornaci che con cadenza
annuale avrebbe celebrato l'importante festa del lavoro, ma con uno spirito non di
parte e sicuramente diverso dagli analoghi festeggiamenti dell'epoca. Il Moto Club
locale fu in prima fila per la creazione di questo expo e partì così una prima
esposizione di motocicli e di Vespa. E a questa rassegna motoristica si affiancarono
sempre più numerose iniziative che attraverso l'associazionismo coinvolsero il
Gruppo Mineralogico, nel '72 la Mostra del Fiore, e poi tutto un susseguirsi di
collaborazioni che hanno portato all'attuale mostra ove tutti gli aspetti della Valle, e
non solo, sono presenti, dalle attività produttive, industriali e espositive alle
produzioni culturali. Non ricordo con precisione l'anno in cui per la prima volta
partecipai alla Festa, a cavallo tra gli anni '60 e '70, ma ricordo benissimo che venni
da Lucca con la carovana del Lucarotti che da sempre ha esposto qui i prodotti che
commercializzava, e commercializza, nella sua azienda. Mi ritrovai alla guida di un
camper nuovo di zecca che fu messo poi in vendita assieme a roulotte, a tende di ogni
tipo, a carrelli per auto, a tutto per il campeggio e molto altro ancora. Con il Lucarotti
avevo all'epoca una collaborazione per la propaganda dato che davo una mano allo
studio Lucii, ma questa fu la mia prima esperienza nel campo, anzi sul campo, delle

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mostre commerciali, esperienza che venne poi ripetuta negli anni successivi. Le mie
proteste sul fatto che mai prima d'allora avessi guidato un camper, rimasero
inascoltate, ma fortunatamente non mi trovai in difficoltà e tutto andò liscio. Furono
giorni di lavoro, ma anche di divertimento e da allora tutti gli anni, prima come
espositore, ma poi come fruitore, mai sono mancato a un'edizione di questa Festa!

PIERANGELO SCATENA

LUCCA - Buona affluenza di pubblico alla Casermetta Santa Maria per la


presentazione di “Nelle parole”, Edimond editore 2011, raccolta di poesie di
Pierangelo Scatena noto medico di Castelnuovo Garfagnana. Laureato in Medicina e
specializzato in Psichiatria e in Neuropsichiatria Infantile ha lavorato e lavora come
psichiatra nel servizio pubblico, impegnandosi nella realizzazione di una psichiatria
comunitaria e antistitiuzionale. Come medico ha pubblicato diversi e saggi su riviste
scientifiche. Ha deciso di pubblicare un suo libro di versi ("Egologie ed altre
sintoniche variazioni del nulla", Montedit editrice), raccogliendo alcune liriche scritte
nel corso degli anni, dopo essersi classificato primo al concorso di Poesia "J. Prévert
2000" del Club degli autori. Con lo stesso libro ha vinto il Premio Opera Prima del
concorso nazionale "Alessandro Contini Bonacossi 2001" e la Targa grande al premio
Nazionale "Antica Badia di S. Savino 2001". Ha pubblicato inoltre “Autalgie”,
Ibiskos editore, 2005, “Per prova e per errore” Bastogi editore 2007. Con “Nelle
parole” si è classificato al secondo posto per la sezione Poesia nella IV edizione 2010
del Premio letterario «Città di Castello». L'ntroduzione e le letture critiche sono state
a cura di Marco Vignolo Gargini, e l'Autore ha risposto esaurientemente alle
numerose domande sulla sua opera che il pubblico ha voluto porgli.

LA SCUOLA MATERNA DI FORNACI


FORNACI DI BARGA – L'opposizione in consiglio comunale è contraria alla
vendita dell'immobile che ospita le scuole elementari, e su questo argomento è già più
volte intervenuta anche sulla stampa, ma segue pure attentamente tutte le
problematiche legate all'istruzione. Ecco quanto dichiarato dal consigliere di Spazio
Libero Guido Santini che è anche coordinatore comunale del Popolo delle Libertà:
«Voglio segnalare la situazione che vivono tutti i giorni i bambini e le maestre della
scuola materna di Fornaci di Barga. Il cortile dove giocano gli alunni non ha un
manto erboso, così i bimbi tornano a casa coperti di terra o di fango, rendendo
necessari continui cambi di vestiti e scarpine da parte dei genitori. Non c'è inoltre una
tettoia o una tenda sotto la quale ripararsi, tanto che con il sole della settimana scorsa
i bambini sono stati costantemente esposti al rischio di malanni. Tutto questo si
aggiunge alla già penalizzata logistica della scuola, ospitata in una piccola porzione
delle scuole medie. Si dirà che questa è una sistemazione provvisoria ma visto che le
nuove materne sembrano ben lontane dall'essere realizzate chiedo l'impegno del

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Comune a trovare una soluzione in tempi brevi. Sistemare il terreno e montare una
qualche forma di copertura non dovrebbe rappresentare una spesa eccessiva, a meno
di non dover ammettere che il Comune non ha più la capacità di far fronte neppure
alle esigenze più elementari della collettività.»

ANDREA, UNO DI NOI DELL'UGL


Ecco quanto ha dichiarato Fulvio Depolo, Responsabile UGL Federazione Nazionale
delle Autonomie, dopo l'agguato ad un nostro sindacalista: «Se ne andava tranquillo, (
nel caos del traffico romano ) sul suo motorino: In due, su un’altra moto, l’hanno
affiancato e quello che era sul sellino posteriore (il casco integrale è una
consuetudine di tutti i banditi) l’ha “gambizzato”, prima di fuggire , con il
comportamento vigliacco ereditato dai gappisti. Andrea non è il primo sindacalista
UGL che – essendo fuori dal coro – paga pesantemente la sua “eresia” e la passione
civile condivisa con i tanti che su tutto il territorio si impegnano per riaffermare i
Valori del mondo del Lavoro ed il riscatto sociale secondo i principi del Sindacalismo
Nazionale. Forse ci risiamo. Ricordate gli anni di piombo, quando le versioni più
accreditate - in caso di episodi cruenti subiti da militanti della “parte sbagliata”,
facevano riferimento a faide interne ? Ricordate quando gli assassini delle brigate
rosse erano definiti “compagni che sbagliano”? La nostra solidarietà ad Andrea, che
avremo fortunatamente presto di nuovo nella sua unità produttiva ed a svolgere il
ruolo di dirigente provinciale della Federazione delle Autonomie, è affettuosa e
convinta, perché ha subito un grave attentato, che poteva avere conseguenze ben
peggiori, essendo un “obiettivo” noto ed individuabile. Sappia Andrea e sappiano
quelli che si illudono di poterci piegare che faremo il possibile per diventare tutti
“obiettivi sensibili”, incrementando il nostro impegno e dimostrando ai nemici di
sempre, ai seminatori di odio, che la nostra forza non è nella vendetta, ma nel
coraggio che accomuna i vecchi militanti della Cisnal ed i molti giovani lavoratori
che in numero crescente fanno riferimento al Sindacalismo Nazionale, individuando
nella coraggiosa azione dell’ UGL un contributo non trascurabile allo sviluppo civile
e sociale. Abbiamo celebrato i sessant’anni del nostro sindacato pensando di aver
superato i momenti più difficili che hanno caratterizzato diversi decenni . Troppi
segnali, su tutto il territorio nazionale, stanno ad indicare che l’antica insofferenza
nei nostri confronti riaffiora, forse con gestioni occulte. Vuol dire che ci attrezzeremo
in modo adeguato e che la nostra risposta sarà ferma e decisa, nel pieno rispetto
delle Leggi e nella convinzione del diritto di tutela delle nostre peculiarità.»

ANGELO NOTTOLI
LUCCA - Mercoledì 20 aprile, alle ore 17.00 presso la Casermetta di Porta Santa
Maria delle Mura Urbane, l’Associazione Culturale “Cesare Viviani” per il ciclo “al

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bridge con l'Autore”, organizza la presentazione del romanzo di Angelo Nottoli “Una
vita qualunque”, Lulu.com editore 2011. Angelo Nottoli, nato a Lucca nel 1966 e
artigiano, è alla sua prima esperienza narrativa. Ha già pubblicato l'anno passato una
raccolta autoprodotta di poesie dal titolo “La prima volta”. Nel calendario della
Viviani spesso vengono inserite delle opere inedite, e questa lo era fino a pochi giorni
fa, quando è uscita la sua prima edizione. Gli inediti rappresentano un'utile anteprima
per la conoscenza sia di nuove opere che di nuovi autori. Sul suo primo romanzo
Nottoli ci dice: «In un mondo dove le tradizioni tengono legate le persone e le
costringono a vivere una vita che non vorrebbero, l'unica alternativa è sognarla. Ma
non sempre il sogno è ciò che vogliamo, anzi... Questo fa sì che un uomo viva una
vita apparentemente normale.» Il testo infatti si dipana tra una vita lavorativa di
routine e la dimensione del sogno, in una realtà onirica appagante, conosciuta e non
più raggiungibile. Opera prima degna sicuramente di lettura e d'attenzione. Sarà
presente l'Autore.
FORNACI INFORMA
FORNACI DI BARGA – Storicamente la stampa locale nel comune di Barga è
sempre stata presente e molto attiva e anche l'informazione online non è da meno.
Infatti è stato in questi giorni presentato il nuovo quotidiano di informazione Giornale
di Barganews, fusione de Il Giornale di Barga online di Galeotti e Barganews di
Keane. A Fornaci intanto è in edicola il numero 7 di Fornaci Informa che presenta
tutta una serie di reportage nella Valle sul 150° dell'Unità, vari interventi sulla sanità e
notizie sulla vita delle frazioni. Questo coloratissimo mensile riporta anche il Rally
del Ciocco, Gian Luigi Ruggio parla del Pascoli e Emilio Lammari ci informa sulla
nascita dello stemma comunale. Un numero speciale, attualmente in costruzione, di
questo giornale sarà gratuitamente diffuso per la festa fornacina del 1° Maggio.

LE MURA
LUCCA – Le Mura Urbane sono il monumento simbolo della città, pertanto la loro
manutenzione e conservazione deve essere costante. Le Mura sono valorizzate dagli
spalti verdi su cui poggiano, pertanto ugual rispetto e valorizzazione deve essere
posto in essere nei riguardi del verde sottostante, che deve essere mantenuto,
ampliato, ma mai ridotto. Purtroppo ultimamente non siamo andati in questo senso e
si è assistito ad un utilizzo improprio del verde sottostante, dalla riduzione della
rotonda del Giannotti all'utilizzazione dell'ex Campo Balilla per Lucca Games, dai
cartelloni pubblicitari sugli spalti all'uso di Verdemura degli spalti sottostanti. Poiché
l'uso dell'ex Campo Balilla è stato a dir poco scandaloso, si parla di trasferire Lucca
Games, non verso il fiume alle Tagliate come più volte ho suggerito, ma nell'area che
sarà lasciata dai Vivai Testi. La liberazione di quest'area dovrebbe esser ben accolta
per ampliare il verde attorno al monumento, invece si pensa già ad usi impropri.

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Perché non togliere parcheggi in superficie, per allestirli sotto gli spalti? È questa la
soluzione per aumentare sia il verde che i parcheggi. Ricordo inoltre che quando ero
ragazzo, attorno alla circonvallazione vi erano siepi di mortella, oggi superstiti in
pochissimi tratti: perché invece non ripiantarle, magari assieme agli alberi mancanti?
E le ipotesi fantasiose tipo verde artificiale o trenino sulle Mura rimbalzate anche
sulla stampa nazionale, non fanno certamente bene all'immagine del nostro
monumento simbolo.

ERMANNO VOLTERRANI
LUCCA – Il dialetto livornese sarà di scena al prossimo incontro letterario della
Cesare Viviani. Mercoledì 27 aprile, alle ore 17.00 presso la Casermetta di Porta
Santa Maria delle Mura Urbane, per il ciclo “al bridge con l'Autore, l’Associazione
culturale “Cesare Viviani” organizza un pomeriggio dal titolo: “Il dialetto livornese:
Ermanno Volterrani”. Oltre ai propri lavori, Ermanno Volterrani introdurrà figure
fondamentali per la letteratura dialettale labronica tra cui Beppe Orlandi, Urano Sarti,
“Cangillo” e Sergio Galli. Volterrani è conosciuto dal pubblico lucchese per aver
partecipato l'anno passato alla “II Disfida Poetica Dialettale Toscana”, e in merito a
questo nuovo incontro ci ha dichiarato: «Qualche anno fa, ho scoperto la vera
passione per la scrittura e le Edizioni ETS di Pisa hanno assecondato le mie iniziative
nel dare alle stampe il mio primo romanzo “Da giugno a settembre” e il secondo,
“Albania. Racconti di un cavalleggero”, ha visto la luce nel maggio del 2008. di anni
Ho avuto l’onore di essere accolto, come socio, dal “Gruppo Internazionale di
Lettura” di Pisa la cui presidentessa Maria Paola Ciccone è l’autrice della prefazione
del volume di più recente pubblicazione. Scrivo in italiano e dialetto labronico, in
prosa e in poesia ispirato anche e soprattutto dagli episodi salienti della cronaca
locale e internazionale. Attualmente collaboro con la rivista mensile “Il Pentagono”
di Livorno sulla quale pubblico poesie e articoli sui personaggi della mia città
(principalmente coloro che hanno avuto un minore riscontro dal punto di vista
storico) e storie di varia natura su monumenti e reperti. Sul "Corriere di Livorno", con
il quale ho collaborato per un certo periodo, hanno ricevuto consensi gli articoli su
“Mario der ri’overo”, la “Ciucia”, Beppe Orlandi, Urano Sarti e un viaggio
immaginario nella nostra città attraverso le fotografie d’epoca in regalo con il
quotidiano, ma anche la cacciuccata d’avanti guerra in Borgo dei Cappuccini o la
storia del pentagono del Buontalenti, allorché il Castello di Livorno fu elevato al
rango di città, e il conseguente sviluppo urbanistico e multirazziale. Tutti gli articoli e
alcune poesie sono reperibili sul mio sito http://evolt.interfree.it, sul blog accessibile
attraverso il sito stesso o su facebook.» L'appuntamento è dunque per mercoledì e si
preannunzia salace e divertente, nel pieno spirito dissacratore della poetica dialettale
labronica.

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pagine libere cinque vittorio baccelli

Stampato nel giugno 2011


a Seville (E)
da lulu.com
per Tesseratto Editore

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