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Francesco Fontanelli

«NON POSSO, NON DEVO, NON VOGLIO».


IL MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI

Abstract
The essay traces the artistic and ideological profile ofIldebrando Pizzetti in the years between
1910 and 1925, as the members ofthe so-called <generazione dell9Ottanta= undertook to carry
out their program for the renewal of Italian music. Through close reading of unpublished
correspondences, preserved in the Pizzetti Archive of the Istituto Treccani, it is possible
to shed light on the composer9s thought and the contradictions of the group: whilst Mali-
piero dreams of a <league= of young musicians, which advances compact and combative,
the author of Fedra chooses the path of a disenchanted individualism and, in a paper enti-
tled La «Senzatetto» (The homeless), expresses his distrust towards the strategies of cultural
activism. These divergences will break out with the arrival of Alfredo Casella, revealing a
deeper contrast, which involves the plane of compositional techniques and the correspond-
ing aesthetics. The second part of the essay tracks down the presence of Pizzetti within the
Società Nazionale di Musica, from the hesitant, almost forced, adhesion, to the refusal of
any collaboration with colleagues, who were accused of futurism. Besides the examination
of the reasons of friction between Casella and Pizzetti, a critical perspective that highlights
the similar background ofthe two composers is nonetheless suggested: supporting the view
of the Vocian thinker Bastianelli, they both share a problematic relationship with musical
modernity, which oscillates between openness and conservative reaction.

Sarebbe sin troppo facile inquadrare le vicende della cosiddetta generazione


dell9Ottanta nei termini di una dialettica tra conservatori e progressisti. Da una
parte avremmo certamente Pizzetti, che definiva la musica di Schönberg «ran-
cidume sostanziale», opera di un «poveretto»;! dall9altra Alfredo Casella, pala-
dino delle melodie di timbri e degli accordi per quarte, che a Parigi aveva eseguito
| Sechs kleine Klavierstücke op. 19, dedicando al loro autore un articolo colmo di
elogi? Lo schema è efficace ma regge solo in apparenza, minato da cortocircu-
tti e imprevisti riposizionamenti. Lo stesso Casella nel 1924, reduce dalla tournée
SA
Lote Ildebrando Pizzetti, Di Arnold Schönberg e di altre cose, «Il Marzocco», 21/51, 17 dicembre
» PP. 2-3.
2. Alfredo Casella, Arnold Schönberg et ses Suvres, «L'Homme libre», 1/72, 15
luglio 1913,
Fine tist. in Roberto Calabretto (cur.), Alfredo Casella. Gli anni di Parigi. Dai documenti, Olschki,
SIZE 1997, pp. 297-299.
- FRANCESCO FONTANELLI : . IL MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI -

italiana del Pierrot lunaire, si premurava di scrivere che l9atonalità era una «pri- sont en méme temps penseurs et poètes, expressions suprémes de notre nouvel |
gione», sintomo di «alienismo mentale» e di «nevrastenia iper-acuta», e invo- humanisme de Précurseurs.*
cava il «buon senso» del pubblico (come aveva fatto il collega Pizzetti qualche
anno prima). «Ciò che fu creduto magnifica aurora, non era che un ricchissimo, I germi della rinascita musicale si colgono in Francia, e Pizzetti sembra averlo
ma inesorabile crepuscolo»: quell9arte pancromatica, scaturita dalle convulsioni intuito prima degli altri. La sua voce risuona nel deserto dei <trionfi vani= perché
di un tardoromanticismo in «agonia», non poteva in alcun modo essere accolta & la voce autorevole del <precursore=: colui che, da una posizione privilegiata,
dai popoli latini, avidi di sole e di vita (parole che persino l9umbratile Malipiero, scruta i destini della creativita umana e indica la strada, in tempo di crisi («sur
antiaccademico per eccellenza, avrebbe sottoscritto convintamente).? Gli opposti la ruine d9une civilisation, au point terminus d9un cycle humain, au point initial
schieramenti si ritrovano d'accordo, esprimendosi col medesimo linguaggio. Più d9un autre»). Nelle pagine che seguono, verificheremo fino a che punto l'autore
che attribuire patenti di innovazione o conservatorismo, ci sembra quindi utile un di Fedra fosse disposto ad assolvere questo ruolo di guida. Lo studio dei carteggi
ribaltamento della prospettiva, che consenta di cogliere dall9interno la genesi di rivela una figura ben diversa da quella che i suoi compagni di generazione avreb-
certi processi. Si tratta cioè di capire che cosa fosse il Novecento per questi compo- bero desiderato: una sorta di profeta silente, poco incline all9attivismo, sempre
sitori e attraverso quali categorie essi declinassero l9ideale di una <musica nuova=. pronto a ritirarsi in un aristocratico isolamento per preservare un credo che non
In tal senso, il caso di Pizzetti risulta emblematico, al di là del giudizio di merito tollera compromissioni. Sono alcuni dei tratti distintivi del carattere di Pizzetti che
sulla sua produzione, perché funge da catalizzatore di tensioni latenti, rivelando le è possibile ravvisare già negli anni Dieci, quando Casella era ancora un mahleriano
coordinate di una temperie culturale e ideologica. Nel 1908, bastarono i cori gre- d'oltralpe e il ventottenne Malipiero vagheggiava la creazione di un9italica <lega di
gorianeggianti de La nave di d'Annunzio e la pubblicazione di due saggi sul teatro Davide=.
musicale di Debussy e Dukas per portare il musicista parmense alla ribalta, tra i
fautori del renouveau. I giovani più sensibili, che nell'ombra dell9incomprensione La nuova musica italiana, tra <già= e <non ancora
. e D < ee 99 ce 23

covavano il loro sogno palingenetico, potevano riconoscere in lui un indirizzo di La prima lettera che Malipiero invia a Pizzetti, l9u1 luglio 1910, è un appello affinché
stile, la promessa di un riscatto, come spiega Ricciotto Canudo dalle colonne del il compositore prediletto dal Vate, docente fresco di nomina all'Istituto Musicale
«Mercure de France»: di Firenze, dia il suo contributo a un9iniziativa nata dal basso, sotto il peso di una
realtà non più sostenibile. Era giunto il momento di fondare una casa editrice auto-
Certes, quelques jeunes esprits inconnus, jeunes, obscurs, suivent en Italie
gestita, che chiamasse a raccolta gli artisti di talento, traendoli fuori dalla disper-
nos derniers mouvements esthétiques, comprennent notre volonté de solida-
rité idéale méditerranéenne. |... | M. Ildebrando Pizzetti est la voix écoutée, sione e dall'anonimato. L9avallo pizzettiano avrebbe costituito un valore aggiunto,
sonore, savante de tous ces esprits fraternels perdus dans l'ombre des triom- quella garanzia di serietà con cui si sconfigge il pressapochismo:
phes vaniteux du jour.
À propos d9Ariane et Barbebleue, M. Pizzetti étudie toute la formation de la Io ci tengo a parteciparle il progetto per primo perché conoscendo da diversi
volonté musicale francaise, sur laquelle Debussy a attiré définitivement l9atten- suoi articoli i suoi concetti, ci terrei che lei subito si mettesse tra i fondatori della
tion du monde entier. Il voit là le signe certain de la renaissance de la race, des
Casa impedendo, con la sua persona, tutti i concetti dilettanteschi che afflig-
nouvelles affirmations esthétiques <latines=. |... | M. Pizzetti se range immé- gono l9Italia.
diatement, dans notre esprit, du côté des musiciens vraiment modernes, qui
Bisognerebbe riunire tutti quei giovani che vivono o per meglio dire imputridi-
scono in Italia, nelle piccole città, e che dispersi e cacciati dalla miseria, si sono
ritirati dalla vita musicale perché questa da noi non esiste. E perché? Perché non
3. Le citazioni sono tratte da Alfredo Casella, Arnold Schönberg e la nuova musica italiana,
«Musica d9oggi», 6/10, ottobre 1924, p. 301. In merito alla visione di Malipiero, basti menzionare
il seguente passo: «Arnold Schònberg, come lo Strauss, non è un innovatore, ma un rifacitore di 4. Ricciotto Canudo, Lettres italiennes, «Mercure de France», 73/263, primo giugno 1908,
vecchie musiche. |... ] Dove la materia musicale non è dominata dal <pensiero=, risalta l9artificio, PP. 566-567. L'articolo di Pizzetti cui si fa riferimento è Arte contemporanea. <Ariane et Barbebleu=.
perciò le astruserie armoniche dello Schònberg non appartengono ad una nuova tendenza, ma Conte en trois actes. Poème de Maurice Maeterlinck 4 Musique de Paul Dukas, «Rivista Musicale Ita-
sono come l9ossigeno per l9agonizzante. |... ] Il fenomeno Schönberg si ripete in tutti i tedeschi: la liana», 15, 1908, pp. 73-112.
ricerca affannosa per alimentare un fuoco che languisce, una musicalità esaurita»; cfr. Gian Fran- * Ricciotto Canudo, Littérateurs symphonistes, «Bulletin français de la S.I.M.», 4/3, 15 marzo
cesco Malipiero, Orchestra e orchestrazione II, «Rivista Musicale Italiana», 24, 1917, pp. 108-110. 1908, p. 304.

» 30» - 31:
. FRANCESCO FONTANELLI : 8IL MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI -

sono né dei dilettanti né degli accademici! Lei stesso sul <Secolo= parlava di un battaglia all9«affarismo» e al «filisteismo», nell9auspicio che possa realizzarsi una
giovane che ha scritto un libro su Mascagni! Ne conosco anch9io uno o due che «musica nazionale» adatta ai tempi moderni, idealmente connessa con le fonti
vivono solitari e abbandonati. |... | Bisogna muoversi, e organizzare qualche- inestinguibili della tradizione (richiamo, dai contorni piuttosto sfumati, all9arte
cosa di italiano per non morire di consunzione.° nobile e «grande» di Monteverdi, Frescobaldi e Palestrina).
La <lega= ha ricevuto il crisma dell9ufficialità, e iniziano a cogliersi i primi effetti:
La risposta è cordiale. Pizzetti apprezza l9idea di Malipiero e si dice molto grato per adesso che si sta tutti insieme, è più facile farsi riconoscere e far accettare i pro-
la «stima» dimostratagli. Tuttavia, non crede siano molti «i giovani le cui com- pri lavori nelle stagioni concertistiche.'° Ma il progetto ha i piedi di argilla. Renzo
posizioni meritino di essere conosciute», e insiste sul fatto che «occorre essere Bossi sembra un intruso, non in linea con l9estetica del gruppo 4 tra le pieghe di
rigorosissimi nell9accettare dei lavori>.9 Il comitato direttivo della casa editrice una missiva, mentre commenta i tratti stilistici del suo Sinfoniale, si lascia scap-
dovrà includere solo gente fidata, mossa da autentiche istanze di rinnovamento. pare una boutade non certo degna di un novatore: «la nostra musica deve, pur
Giannotto Bastianelli, l9autore del libro su Mascagni, formatosi alla scuola dei attraverso il carattere sinfonico, avere un sapore per quanto possibile italiano, cioè
vociani, è certamente una personalità di spicco, da accogliere senza riserve, ma melodico».! Il Maestro Pizzetti si defila, preferendo dedicarsi a tempo pieno alla
chi saranno gli altri componenti del gruppo? Pizzetti non se la sente di approvare composizione e alla didattica; non dà seguito alle richieste di aiuto per trovare un
a cuor leggero i nomi proposti dal collega veneziano. Accenna una qualche pre- editore compiacente, e il piano della casa editrice della giovane scuola italiana (cal-
ferenza per Respighi, «giovane di molta cultura musicale»; mentre Renzo Bossi, deggiato peraltro da Romain Rolland e da Paul-Marie Masson) naufraga. Due anni
figlio del più noto organista, non lo convince per nulla: «temo che da lui non si più tardi, Malipiero sfogherà il proprio risentimento nei confronti dell9indolente
potrà ottenere quello slancio, quell9entusiasmo e quel disinteresse che occorrono Ildebrando, reo di aver sottostimato il valore pratico, o quantomeno consolatorio,
per la fortuna della nostra impresa».* Le perplessità di Ildebrando non fermano della fratellanza tra gli artisti:
Malipiero, che confida nella stesura di un manifesto da diffondere nei principali
centri del nord Italia, come incentivo alla raccolta di fondi per la nascente associa- Io ho avuto spesso occasione di ammirare il tuo carattere, ti stimo come uomo
zione. Il proclama, dal titolo Per un nuovo risorgimento, uscirà il 2 luglio 1911 su «Le e non vedo altro modo di risolvere il problema della nostra <esistenza artistica=
cronache letterarie», concepito da Bastianelli quasi di getto, con ardore.= I cinque che legandoci fortemente per un principio, per un9ideale, e muovere compatti.
Purtroppo si potrà dire ch9io sto cacciando delle chimere, ma io non mi ver-
italiani 4 Bossi, Malipiero, Respighi, Pizzetti e Bastianelli 4 dichiarano la loro
gogno di dire ciò che penso |... ]. Ti parlai di tanti miei <vaghi= progetti per
6. La lettera si conserva a Roma presso l'Archivio Storico dell'Istituto dell9Enciclopedia Ita- editoria ..... etc. etc. e tu mi hai risposto che te ne infischi; sono convinto che la
liana: Fondo Ildebrando Pizzetti, ante 1883-1985, s. 1 Carteggio; 1894-1968, Ss. 5 <Amici=, 1897- vita parigina ti aveva urtato i nervi e ti faceva dire cose che non pensavi. Chissà
1967, fasc. 66, Gian Francesco Malipiero, 1910/07/11-1962/08/05, docc. 168, sc. 5 (d9ora in poi: che si possain un modo o nell9altro concretare qualche cosa. In Italia noi gio-
IEI, Fondo Pizzetti). Si avverte che, laddove non vengano forniti riferimenti bibliografici, i docu- vani siamo ostacolati ferocemente, e trovare con chi organizzare una difesa (per
menti citati nel corso del lavoro sono da considerarsi inediti.
7. Lettera di Pizzetti a Malipiero, Firenze, 21 luglio 1910; in Fiamma Nicolodi (cur.), Musica
italiana del primo Novecento. <La generazione dell'80° (Catalogo della mostra, Firenze, Palazzo
Strozzi, 9 maggio-14 giugno 1980), Coppini, Firenze 1980, p. 7.
8. Lettera di Pizzetti a Malipiero, Firenze, 18 aprile 1911 (Venezia, Fondazione Giorgio Cini, Mecha ° San à ze il 7 dicembre 1911, esprimendo una certa soddisfazio
ne:
Fondo Gian Francesco Malipiero; d9ora in poi: I-Vgc, Fondo Malipiero). I sospetti di <inadegua- nostro riguardo dime o Temo: enezia è già combinata el interesse che ovunque si dimostra al
tezza= troveranno conferma solo qualche settimana dopo, allorché Bossi insisterà per inserire nel mai <per era= ano di os ra : iaramente come la nostra <unione= porti dei reciproci vantaggi e che
piano editoriale un poema sinfonico del maestro di banda Gennaro Abbate (1874-1954), espri- Pizzetti) oi solo possa equivalere, dinanzi al pubblico, come tutti riuniti» (IEI, Fondo
mendo il proprio diniego per la Sonata composta da Bastianelli. «Questa, francamente, è una cosa
che non mi accomoda punto», protesta Pizzetti nella lettera dell911 maggio; «Facciamo una lega dic
ero va < tutte le furie, come si evince da un passo della sopraccitata lettera del 7
fra giovani sì o no?... E in caso che sì, che ci ha a far con noi l9Abbiate [ sic]?»; cfr. Nicolodi, Musica val
e a dire roba d rebbe capace con altrettanta ipocrisia musicale di fare <melodia italiana=
italiana del primo Novecento cit., p. 9. a da organetti, sudiciume da fogne... milanesi. Scusa se mi sfogo, ma mi ha indi-
ioni quell frase solita e schifosa <italiano= cioè melodico. Ma che melodico! Banalità, ecco il vero
gnato ue .

9. Lo stesso Bastianelli ricorda in una lettera inviata a Pizzetti: «O scritto l'articolo per Mali-
. « . |

s | |
y e suc ress della cassetta. | | ow, ae
piero. Bontempelli mi ha pregato di schiarirlo. Ma io ö paura di toglierci il gran fuoco con cui l9o Melodico?
E poi mancanza di ogni criterio artistico: che cosa vuol dire
[...] a musica di un <genio veramente= italiano sara ben diversa da quella musica che
scritto»; cfr. Marcello de Angelis (cur.), Giannotto Bastianelli. Gli scherzi di Saturno. Carteggio
DI . ¬ . . . x .

chiama italiana il MM° R. Bossi, sarà origi D etesto O le anime burocratiche, gli
1907-1927, LIM, Lucca 1991, p. 79. Un significativo stralcio del testo bastianelliano si può leggere impiegati | della mil sica». ) p perché soprattutto
P ara originale.
g
in Fiamma Nicolodi, Musica e musicisti nel ventennio fascista, Discanto, Fiesole 1984, pp.127-128.
+32 - 33:
- IL MAES TRO PIZZETTI NELLA < <LEGA= DEI MODERNISTI -
FONTANELLI :
. FRANCESCO

ci de
I La «Senzatetto» | c ome un ie teatr ale, con dialoghi accompagnati da ampie
una p piece
po di sollievo. È terribile l9ostilità che
quanto fantastica) & come trovare un lide , al a maniera di Illica, che descrivono e allo stesso tempo commentano
circonda.=
l9azione, offrendo un osservatorio privilegiato sul pensiero dell9autore. L È
i dell Ot- i
1quella |di una fredda sera d9i inverno: «una fanciulla, Lenin incerta
quasi una bimba», vaga cerca
rimordi dell'avventura dei musicist
Abbiamo indugiato nel ripercorrere ip irrisolte,
in questo nodo si celano le tensioni jun
ent riparo; le sue vesti sono s i i «Sii
| drucite, ma sotto gli stracci «siindovina un corpo di
tanta, tra slanci e fallimenti, perché es-
a più riprese, la storia dei decenni succ P me fom ». Stanca di peregrinare, giunge sull9uscio del «sontuoso villino»
i fattori di contrasto che segneranno, à= dei
co circa la definizione di una <italianit ove abita il direttore della Universal Theater and Concerts Compan |
sivi, a partire dal dilemma nazionalisti ncanto. L'idea di è «la
" Giovine Musica Itali iana», che h bussa ini cerca di «asilo». pinna
ciò con malcelato disi Un signore «ben
prodotti artistici. Pizzetti guarda a tutto di
di mutuo soccorso (offrendo una cassa vestito», segretario del Cavalier Mecenati, le spiega come funzionano le cose, rive
una corporazione, che funga da agenzia
« 3 -

nto
lascia «scettico»: egli può fare aftidame lando il perverso meccanismo di scambio a cui bisogna sottostare:
risonanza a chi forse non lo merita), lo
rgia», della propria «opera», «ma
N

su ciò che riesce a donare della propria «ene È l'interrogativo che pone I signo wan 4 Vedi,1, bimba
DI mia, le amiche del Ca V aliere, che occupano ora le

quali saranno glialtri che sapranno far altrettanto? ...>. resto»


pettando l9immagine di un «piccolo
ue fh C ca) 7 eticano continuamente perché > ognuna V VOIT ebbe mandar le altre in

a Malipiero nell'estate del 1913, pros : «Pensa,


te di una battaglia già persa in partenza
malora |
>je amiche del Ca vali
aliere, quando SI | presentarono a lui la prima
i V olta, 3 e

(due giovani, forse tre), sul fron gliI chiesero,


chiesero, ©come te, ; una casa, ) si si offrirono
of ri subito... interamente, come schiave,
già i musicisti tipo Zandonai e tipo Pra-
amico mio, che contro di noi ci stanno dozzine! E noi, 10
pronte a far di tutto... e a lasciarsi fare di tutto... 1°
, e gli ignoranti furbi 4 a
tella 4 vale a dire gli affaristi furbi
3 Le potenze di questo mondo dominano
almeno, s9& ingenui, di fronte a loro!».! >ee cerca il successo mondano nel connubio con il potere, e accetta di prostitu-
? a

bri-
che però capiremmo solo a metà, deru nome din ae Ù un pes sicuro. La fanciulla di Pizzetti risponde che
incontrastate nella visione di Pizzetti, ente celata
Una speranza c'è, intenzionalm
cando la sotto la cifra del disfattismo. nza: lire han1 o hisoono dia ciò, perché non vuole «padroni». Le amiche del Cava-
e <ineffabili= della cristiana Provvide splendori, perché in realtà sono
agli sguard i indiscreti, espressa nelle form ntic ato, " delle «vecchia una i mmantarsi di trionfi e di
«Senzatetto>, quasi del tutto dime
in uno scritto pizzettiano dal titolo La atten- à Nelp1 dietro una maschera di giovinezza,
nascondono
ulla che vive ai margini della città, la loro greve insi nific
la nuova musica italiana è un9umile fanci re i on della fiaba-p amphlet, & facile riconoscere
ibersagli della = tica
dendo fiduciosa che giunga la sua ora. della sua gene-
atmosfere de La piccola fiammiferaia, | molti a quali comuni ai colleghi
Il componimento, vagamente allusivo alle razione). Per esem lo si Hana del teatro 8alla moda= nei dialoghi
«Orfeo» il 17 dicembre 1911, a pochi mesi che il Cavaliere Intesse k ENS
apparve per la prima volta sulla rivista ermezzo»; stagione operistica. an car a corte, in fase di programmazione dell9imminente
ue=, e venne poi incluso, quale «int
dalla fondazione della <lega dei Cinq Dev record una
promette di consegnare in tempi
vicenda nuova «opera re.
ta nel 1914.!° Pizzetti costruisce la
in una silloge di scritti critici pubblica ambientazione an perche usa | Automusicografo Barbieri;!= sarà un9opera di
nità, quindi "hee en 00) un «arioso di Cornelia, tutto suitastineri» (unaroma-
Fondo Pizzetti). Bastia-
OC
IEÒEÒIItIH.ll1IÙ
Venezia, 13-14 luglio 1913 (IEI, per rendersi suggestiva).
12. Lettera di Malipiero a Pizzetti, riale di «Dissonanza», periodico di
con l'impresa edito Dal fondo del viale dun e | Por Anes à la française
nelli e Pizzetti tentarono una ripartenza ma Pizzetti, n es ugus9eo É personificazione dell'omonima
pubblicato dalla «Libreria della Voce»; sala da concerti di Ro ")
<composizioni musicali italiane moderne= i. Intru sioni dilet tante sche ed ma, luogo-simbolo del <risveglio sinfonico= nazionale. Aveva
l'uscita di soli tre numer
com'è noto, farà deflagrare l'iniziativa dopo averci lung amen te pensa to ¬ ripen sato;
e le armi: « dopo
eccessi modernisti lo costrinsero a ceder ti dirò, con tutta
dalla direzione della <Dissonanza=. [...]
sono venuto nella decisione di ritirarmi o prog ramm a, i0, 86 moi PP. 214-215.
ci della quale parlammo nel nostr
franchezza, che quella larghezza di criteri esteti 7. dvi teh > 1 5 9 Mer
ze, 30 aprile 1914, in de comporre 16. un frecciatina rivolta a Mascagni, che si servì dell9apparecchio per
a di Pizzetti a Bastianelli, Firen
in realtà, non sento di averla»; cfr. letter begoli Angelo Barbs 9 11), esprimendo giudizi entusiastici sulla sua efficacia; cfr. Giorgio Fara-
Angelis, Giannotto Bastianelli cit., p. 173. na era nota
30 luglio 1913; in Nicolodi, Musica italia l9avversione CI ars «The AMICA Bulletin», 50/ 6, 2013, p. 261. Del resto
13. Lettera di Pizzetti a Malipiero, Forte dei Marmi, questo
aspetto, con indulgente co i eri per la tecnologia. Casella avrà modo di ironizzare su
del primo Novecento cit., p. 10. 4 alquanto imbronciato 4 di
memorialistico dedicato all'amico compositore: On capire che un artist mpucità: « quando Pizzetti mi dichiara
14. Vifa un accenno Alfonso Gatto nel saggio a come me adoperi la macchina da scrivere, questa ingenuità rafforza ancor
le», 21, 1966, p. 105. la simpatia che pro
cfr. Bianco davanti alle sue carte, «L9Approdo musica Treves; lui; non si vuol bene agli amici anche per le loro debolezze?»; cfr. Alfr do
, in Id., Musicisti contemporanei. Saggi critici, Casella, Disson Pa¬...,per «Ars
15. Ildebrando Pizzetti, La «Senzatetto> Nova», 3/3, gennaio 1919, p. 1. on ee
Milano 1914, pp. 213-223.
* 35°
+34:
. FRANCESCO FONTANELLI : - IL MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI -

icò». Si accom- par giovine, sembra tale soltanto in virtù delle nuove iniezioni. Ma si tratta di
promesso, un tempo, di aiutare la fanciulla, «ma poi se ne diment
nini?) che teme una giovinezza artificiale, effimera. Vedrai, vedrai, sorellina! Un po9 di tempo
pagna adesso a «un celebre direttore d'orchestra italiano» (Tosca che passi ancora, e neanche le iniezioni varranno più a nulla.
(una Butterfly
di arrivare in ritardo per «il primo atto della <Sposa esquimese=» 4 Intanto pero...
anda di
condotta all9eccesso dell9esotismo polare) e, con smania esterofila, raccom - Intanto tu sei senza tetto, e noi pure. Ma che importa? Tu lo vedi: siamo forti
i: «Le
inserire nella programmazione concertistica 1 pezzi dei suoi autori preferit sento
tanto che© pospossiamo vive re >enissimo
ssi anche all9aperto, e possiamo ridere di qua-
Grand e Grossenstuck>».!* nque os ita e magar
gari di qualunque persecuzione.
| Anzi,| t'ho a dirir chiaro
chiaro ili
il
Disgustata da un simile spettacolo, la Giovine Musica Italiana abbandona mio pensiero? Penso che non dovremmo più chieder nulla a nessuno, né tu né
a sugli
gruppo, si accovaccia ai piedi di un albero e « canticchia una melodia intonat noialtri. Aspettiamo che gli uomini sentano veramente il bisogno di un9arte più
con
accordi della notte e del cielo stellato». La Natura la avvolge in un abbraccio, giovine e più forte. Forse essi stessi verranno a chiedercela.
fratellini sen-
una ninna-nanna di polvere di stelle, come fece con Hansel e Gretel, (Un momento di silenzio).
al
zatetto, dimenticati nella foresta da un9avida matrigna. E ci avviciniamo quindi - Dove ven andavate un momento fa, quanto v9ho incontrati?
3

bel-
lieto fine della storia, che non prevede peripezie o colpi di scena. La «bimba - Salivamo la collina, per attendere lassù il buon caldo sole di domani. Vieni
rischios i e non dà retta agli con noi?
lissima» immaginata da Pizzetti non imbocca sentieri
marzapane, - Vengo... E domani sera?
sconosciuti; ha la fierezza di rinunciare alle fascinazioni delle casette di
arsi 4 Torneremo ad aspettare il sole di domani l9altro.
dove si annidano streghe pronte a divorarla.= La compagnia di cui ama circond (Riprendono il cammino ascendente. E la città, giù in basso, dorme e russa)2°
i di
è quella di presenze familiari, con cui poter condividere i medesimi princip
cere la voce
libertà: destandosi dal torpore notturno, la fanciulla gioisce nel riconos
hanno il Nei Paragt af conclusivi de La «Senzatetto» si condensa tutto il portato ideologico
di «tre fratelli», che vagano sulla collina. Sono senzatetto, come lei, ma
d di Pizzetti, tra ansie di rinnovamento e spinte autarchiche. La creatività del musici-
sorriso sulle labbra. Uno canta Caro mio ben (aria settecentesca, non proprio sta rifugge le strategie del moderno engagement e si appaga della vita «all9aperto»
io». L9al-
la page); un altro dice, molto <pizzettianamente=: «Io me ne... infisch
ridendo delle persecuzioni in una natura rigorosamente <italica=, tosco-emiliana 2
legra combriccola incoraggia la Giovine Musica Italiana, invitandola ad entrare

Fa a at aman Feo, scendo Tima nic


Imento del progetto di una-_ nuova musica è rinviato a data da destinarsi, a
nel tempo dell9attesa. Gli orpelli di una modernita artificiale si dilegueranno come
mp
neve al sole (vanitas vanitatum) e l9avvenire offrirà agli artisti-pellegrini il premio
per le loro fatiche: sta prospettiva e demistifica il vacconte Beato te che hai ur <sens da an
d'Annunzio da <musicare9!», scriverà alla co con una wan Fedra < <a briele
4 La va male, sorellina. fondo, Ildebrando da Parma aveva : cevut sun AP unta di invidia. | In
di
- La va male. E quel che più duole non è l9esser senza casa, ma è che mentre 8senzatetto= come voleva far cred onaveva Cr mconmPensa ,enomerap oi così
me e di voi nessuno vuol sentir parlare, tutti credono di proteggere e di aiutare tuna continuava ad arrid a ere: un posto in Conservatorio, e la for-
la giovane musica italiana, in quanto che scambiano, per tale, una musica... Pisanelle à Ca arridergli con uno stuolo di collaborazioni dannunziane, da La
- Sappiamo, sappiamo quel che vuoi dire. Ma è tutto effetto delle nuove inie- nonlo ira Malipiero invece collezionava fallimenti e dispiaceri: il Poeta
zioni ipodermiche. Non capisci? Ma sì: ci sono oggi in commercio dei preparati mo ve a ricevuto ad Arcachon, e l9idea di mettere in musica il Sogno d9un tra-
di armonia debussyana, di cacofonia orchestrale straussiana, che sono come chi nto d'autunno dovette presto svanire. La favola pi $ um m
dicesse della fosfoimbina musicale. Ora, molta di quella musica che oggi a tanti tempi migliori venata di sottintesi
intesi
escatologici, conte Izzettiana, con quell attesa di
escatologici, conteneva una morale ostica per il
4
20. Pizzetti,
Pi ' La «Senzatetto» cit.,
18. Pizzetti, La «Senzatetto» cit., pp. 218-219. PP. 222-223.
21. Unadi Imension . 2 1:11:
19. In questa <integrità=, al tempo stesso etica e stilistica, si ravvisava il proprium dell9esperien?? come la rP ele di «at idillioot crepuscolare, che traspare nei titoli di alcuni lavori con-
pizzettiana. Ugo Ojetti parlava del compositore come di uno che conosce se stesso ¬ che per tutta accolta pianistica Da un autunno giàu lontano (1. Sole mattutino sul prato
la vita ha <tagliato la sua strada= «nella giungla, senza stancarsi, senza smarrirsi»; ricordando inol in8I ; na giornata pi
piovosa
edito, Monte Morello& sottoa provo
A
n el bosco, 3. Al Fontanino) o l Adagio per pianoforte rimasto
tre come questa attitudine gli fosse attribuita dallo stesso suo mentore d'Annunzio: «Una volta, 22. Lettera di o |
e ormai egli s'era chiuso a Gardone, ho udito Gabriele definirti così: <Ildebrando è un testardo a di Malipiero a Pizzetti, Venezia, 7 maggio 1912 (IEI, Fondo Pizzetti).
che nessun incantesimo distrae=»; cfr. Ugo Ojetti, A Ildebrando Pizzetti, «La Rassegna musicale=: N uova Italia, Scandicci 1088 4 | tan Francesco Malipiero: il sogno,
in Id., D'Annunzio e la musica, La
Pp. 335-336.
13/9-10, 1940, |
837
. FRANCESCO FONTANELLI - 8IL MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI -

necessario dare concretezza Da tema, si configura una fascia sonora, fatta di accordi dissonanti e sincopati
compositore di Venezia, ormai più che trentenne. Era
ero prova a rilanciare che prepara lo scatenarsi di una vera e propria eruzione materica. Triadi minori
Ci

alle speranze ultramondane e tornare a combattere. Malipi


a
7

guerra dell9Italia. Lo sorapposie si accavallano in un crescendo lacerante, distruggendo il fraseggio e


la sfida a Ildebrando, sull9onda emozionale dell9entrata in
tra le carte ensando N de fino al punto di massimo stress, in cui lo spazio è saturo e
apprendiamo da una significativa lettera del settembre 1915, rinvenuta
(© masse
e masse implodono
Imp odono ( (esempio0.2). Il canto
nto <pip izzettiano
iano= dell9inizio,
dell9inizi da declamare
d'archivio:
| p , è ormai solo un ricordo: attraversato il cataclisma, veniamo
Ho ricevuto oggi i 9 pezzi per pianoforte dell'amico Casella, mi piacciono assai, condotti nel sominie dell9inespressivo e del meccanico. Una scientifica ratio fa
. . de *

li trovo ricchi di tutti gli elementi che possono chiamarsi <musica=. Sono lieto ordine, assegnando
orco assegnando allaal'a mano
mano destra
d | ; rs sui i tasti tasi bianchi
i clust bi
..
e alla mano sinistra
che Casella venga a stabilirsi in Italia, dopo questa guerra le nostre forze devono 3 p sui tasti neri. Come si evince dalle testimonianze dei quaderni
sempre più raggrupparsi intorno al nostro ideale, lasciando libere le singole per- ise
schizzi, ; Inn modo elegiaco
8 nasce ilil primo
pri agosto del 1914,| alla notizia
izi dello scop-
sonalità, ma agendo di comune accordo per vincere una grande battaglia. Credi, pio el conflitto mondiale.* Casella stava lanciando, a suo modo, un messaggio al
amico, se ci disperdiamo, se i nostri sforzi si riducono a delle scaramucce iso- ee
edicatario del pezzo: :] i toni | nostalgici
ICI dell9elegia sono scossi | da fremiti di guerra;
late, facilmente sedabili dagli eserciti organizzati della camorra industriale, non è finito il tempo dei <sogni di terre lontane= evocati nell9Alcyone.
i,
riusciremo a nulla. Riusciremo a farci conoscere, ma come dei persi patologic
come curiosità transitorie ed effimere.=

La risposta di Pizzetti non è pervenuta, ma si può certo immaginare il suo sus-


sulto nel sentirsi annoverato tra i «persi patologici» bisognosi di rivincite! L'au-
IN MODO ELEGIACO
tore di Fedra, che debuttava alla Scala di Milano il 20 marzo di quello stesso anno, Nove Pezzi
era forse riducibile alle «curiosità transitorie ed effimere»? La sua eroina espri- N.8. _ ALFREDO CASELLA
meva ben altra autocoscienza quando, al culmine della trasfigurazione, si proiet-
stelle,
tava nei reami di una fama destinata a durare in eterno («Vi sorride, / o
su l9entrare della Notte / Fedra indimenticabile!»). Tra l9universo di Pizzetti e le
aspettative dei suoi coetanei più battaglieri inizia ad aprirsi un solco, che diventerà Lento

via via più profondo. Nella lettera, Malipiero ha parole di lode per i Nove pezzi
di Casella, appena pubblicati da Ricordi, e non vede l9ora che il valoroso artista

ei
iL

a!
arrivi in Italia per serrare le file e sferrare l'attacco. Ira quei pezzi, uno è dedicato
proprio «a Ildebrando Pizzetti». Porta il titolo In modo elegiaco e inizia con una
melopea arcaizzante che ha tutta l9aria di essere un omaggio al Maestro, appassio-
nato cultore della monodia gregoriana (esempio 1); nello specifico, come giusta-
mente osserva Minardi, si colgono le allusioni all9incipit della lirica I pastori.=° Ma
gli sviluppi del lavoro pianistico ci portano altrove, in un progressivo cammino di
straniamento e distorsione del modello. Una volta chiuso l9arco delle otto battute

Es. 1. Alfredo Casella, In modo elegiaco (Nove pezzi op. 24, III), bb.
1-8.
24. Lettera di Malipiero a Pizzetti, Mira Porte (Venezia), 7 settembre 1915 (IEI, Fondo
Pizzetti).
di
25. Gian Paolo Minardi, <À la manier de...= Casella, «Parole rubate. Rivista internazionale
studi sulla citazione», 3, 2011, p. 150. Casella conosceva bene I pastori, e ne possedeva lo spartito. ae
In una lettera a Pizzetti del 25 dicembre 1913, gli raccomanda di inviargli altre liriche, ma non a d dettagliata
Pizzetti). Si tratta analisi del brano rinvio al mio libro: Francesco F ontanelli, Casella, Parigi
26. Per un : +e

quella: «i Pastori ho giä in casa in un vecchio numero dell9S.L.M.» (IEI, Fondo


dell9 edizione che uscì, insieme a un coro de La nave, nel «Supplement de La revue S.I.M. d9octobre na 2015, pp, 18410, iste da <Notte di maggio= a <Elegia eroica=, Albisani-De Sono, Bolo-
1911».
-38- 839 -
. FRANCESCO FONTANELLI : - IL MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI :

lo avevano dimenticato, che la Patria vale più assai di alcune miserabili lotte di
allargando Grandiosamente interessi e di bassa camorra o gelosia personale.=

Gli auspici di Malipiero vengono finalmente esauditi (la sintonia con Casella è
totale, perfino nelle scelte terminologiche: si veda il riferimento alle insidie della
«camorra», che avevamo riscontrato nell9ultima lettera malipieriana del settem-
bre 1915). Sul fronte opposto, Pizzetti non sembra mostrare particolare interesse
! : PE i -
per le notizie che giungono da Roma. I «compagni di arte e di lotta» 4 così li
MIrTE IE BSF FE chiamava il loro caposquadra? 4 si prodigano per renderlo partecipe di questa
BF martel ato, quasi timpani svolta nella vita culturale della nazione; chiedono più volte le partiture della Pisa-
rali
nelle e dell9 Ouverture per una farsa tragica, allo scopo di includerle nei programmi
dei concerti della neonata Società, ma Ildebrando tace per alcuni mesi. «Caris-
simo, non hai mai risposto alle mie lettere! Che succede?», gli scrive Malipiero
l911 marzo 1917. Nel post scriptum di una precedente missiva, lo stesso chiedeva,
con qualche titubanza: «Tu verrai a tenere il discorso inaugurale? Spero di si».
ill

Chissà se i silenzi pizzettiani fossero da intendersi come un inconscio assenso


agli ammonimenti di Del Valle de Paz, redattore capo del periodico «La nuova
Es. 2. Alfredo Casella, In modo elegiaco (Nove pezzi op. 24, III), bb. 47-51. musica», che gli consigliava di stare alla larga da quella brigata di «guasconi»
senza scrupoli: perché lui, stimato compositore, doveva prestarsi a recitare la parte
di «quarto moschettiere», compromettendo la propria reputazione?=
Ex grege. <Nel= gruppo, ma non <del= gruppo Lo studio dei carteggi rivela, a tal proposito, un inedito retroscena. Il Maestro
Pizzetti, designato a pronunciare il discorso programmatico che desse il via ai
La storia dei rapporti di Pizzetti con la frangia <modernista= della generazione lavori della Società Nazionale di Musica, fino all'ultimo momento intende diser-
dell9Ottanta, nel periodo precedente al fascismo, è ancora tutta da scrivere. In par- tare; ma Casella <lo inchioda= alla parola data, con una lettera in cinque punti, in
ticolare, si tratta di far luce sul suo coinvolgimento (più o meno coatto) nei pro- cui si elencano i motivi che rendono insostituibile la sua presenza.= È così che, il
getti della Società Nazionale di Musica, nei mesi caldi che seguirono al clamoroso
scandalo dell9Elegia eroica di Casella, dopo la prima esecuzione al Teatro Augusteo 28. Alfredo Casella, Perché si è fondata la Società <Ars Nova=, «Orfeo», 8/7,
28 aprile 1917, p. 2.
del 21 gennaio 1917.= Per nulla scalfito dall9onta dell9insuccesso, il compositore 29. Cfr. Alfredo Casella, I segreti della giara, il Saggiatore, Milano 2016, p. 89 (prima ed. San-
torinese aveva dato vita a «un organismo di difesa, di incoraggiamento e di propa- soni, Firenze 1941).
|
ganda», con l'ambizione di riscattare le sorti della «più giovane scuola italiana». I 30. Lettera di Malipiero a Pizzetti, Roma, 27 febbraio 1917 (IEI, Fondo Pizzetti).
31. Del Valle de Paz trasse occasione, per la sua immagine dumasiana, da un concerto della
tempi erano maturi per una simile impresa, come spiegava in un articolo ospitato Società del Quartetto di Milano del 28 gennaio 1917, in cui vennero eseguite
opere di Casella,
sulla rivista del <nemico= Matteo Incagliati: Pizzetti, Malipiero e Castelnuovo-Tedesco. Il disappunto veniva espresso nei seguenti termini:
«Sinceramente ci dispiace di vedere accoppiato agli altri tre nomi quello di Ildebrando Pizzetti.
Trovai ovunque molto entusiasmo, [... ] soprattutto vidi con gioia il prodursi Questo musicista serio e convinto non dovrebbe permettere che il suo nome serva di réclame ad
una specie di società cooperativa di mutuo soccorso e di reciproco incensamento,
di un fenomeno assolutamente nuovo da noi: la camaraderie, il senso della la quale sotto la
soda ci fabbrica bene accreditata, ma non autentica, di musica italiana, cerca di adescare i gonzi e
necessità di un raggruppamento di mutua difesa, insomma l9accettazione della
nuove a | pazzi»; cfr. Edgardo Del Valle de Paz, Dissonanze... da risolvere 4 I tre Moschettieri, «La
formola <uno per tutti, tutti per uno=. Dobbiamo questo alla tragica, formidabile
ris _
Usica»,. 22/306,
. gennaio 1917, ; p. 48. Per la secca
CC replica di Casella cfr. Dissonanze... da|
lezione che si svolge oggi nel mondo intero, la quale ha rivelato a certi di noi che nak Venti... giorni dopo (Seguito a <I tre Moschettieri=), «La nuova musica», 22/307, febbraio
yp. 10. 1
32. 1coi \ 1 : . . . . .
tao | «Carissimo, Non è assolutamente possibile rinunziare al tuo discorso per moltissime
27. In merito alla corrispondenza, dai risvolti cruciali, che Casella intrattenne proprio in que gloni: 1) Il concerto è già annunziato così - 2) San Martino [Valperga] non accetterebbe certa-
mente di parlare,
giorni con Pizzetti, cfr. Fontanelli, Casella, Parigi e la guerra cit., pp. 239-241. e non avrebbe nemmeno il tempo di preparare qualcosa. E poi un discorso suo

- 40 : - Al:
. FRANCESCO FONTANELLI : - IL MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI -

16 marzo del 1917, Ildebrando proclama il tanto atteso discorso. Lo abbiamo ripor- Pizzetti cerca di ritagliarsi uno spazio di autonomia, ma in fatto di ideali e scelte
tato quasi integralmente in calce a questo articolo (cfr. Appendice, n. 1) perché si estetiche l9asserita libertà si rivela presto problematica. Emergono le stesse dina-
tratta di un documento importante, poco noto, da cui traspaiono con evidenza i miche che misero in crisi l9esperienza, alquanto traballante, della <lega= del 1911.
cardini della personalità artistica pizzettiana. Dopo i ringraziamenti di rito al conte Come selezionare gli autori e le opere conformi alle ambizioni insite nel motto
mecenate San Martino di Valperga e l'elogio, doveroso, degli sforzi organizzativi <ars nova=? Il campo inizia a restringersi. Una lettera di Malipiero a Pizzetti, datata
di Casella, l9autore di Fedra spiega che non sarà certo un «comitato d'azione», 21 maggio 1917, svela la reale causa che portò alla trasformazione della S.N.M in
con la sua intraprendenza, a operare il rinnovamento della musica italiana, giacché S.1.M.M., Società Italiana di Musica Moderna (cfr. Appendice, n. 2). L'aggettivo
«le società, le compagnie, i cenacoli, e simili, non hanno mai prodotto o formato, 8nazionale9, legato a un9appartenenza geografico-identitaria, era troppo vago,
in quanto tali, un solo artista: chi produce e forma gli artisti, è la vita». La capa- e volevano starci dentro tutti, inclusi i vari Gasco e Gandino, l'esordiente Giulia
cità di guardare ai fenomeni, traendone «spiriti di arte», si riceve sin dalla nascita, Recli e Renzo Bossi (che probabilmente non aveva cambiato idea sulla sua visione
come un dono, e poi si coltiva «per grazia divina e a spese tutte proprie e perso- di sinfonismo «melodico, quindi italiano»). La Società potrà proseguire solo se
nali». Pizzetti pone dinnanzi alle motivazioni del gruppo il primato <romantico= si avrà il coraggio di porre l9enfasi sul carattere <moderno= della proposta musi-
(con venature crociane) dell9interiorità, dell9intuizione ispirata. E da questa pro- cale, attraverso un9opera di selezione, che faccia emergere un compatto «nucleo
spettiva affronta anche il problema del nazionalismo, fonte di innumerevoli que- di giovani battaglieri». Malipiero sa che questo cambio di passo difficilmente
relles nella pubblicistica dell9epoca. La critica mossa a «qualche giovane musicista risulterà gradito al <mite= Ildebrando, e nella parte finale della lettera lo supplica,
con toni quasi disperati: «Ti prego, non ritirarti, senza di te tutto sarebbe finito»
nostro» (leggi: Casella) non va condotta nei termini dell'accusa di plagio, come
se fosse una colpa la mera somiglianza a «certe ultimissime musiche straniere» (si (tutto, compresa la carriera stessa del compositore veneziano, il quale aggiunge
che solo «ora», grazie a questa «riunione di forze», sente di «poter far molto»).
pensi alla politonalità del Sacre, portata sino al parossismo nell9Elegia eroica). Non
Caso vuole che, a distanza di poco più di una settimana, il 2 giugno, Pizzetti venga
è solo questione di tecnica compositiva o di stile, ma di «contenuto». Che cosa
nominato direttore dell9Istituto Musicale di Firenze: gli impegni sono troppi, e
anima quei lavori? Che cosa c9è «dentro», tale da potersi considerare prerogativa
l'artista cattedratico abbandona i <compagni di lotta= al loro destino. Malipiero si
di una «musica bella»? Con atteggiamento tutt'altro che avanguardista, Pizzetti si
congratula per la promozione di grado e ripone ogni residua speranza in Casella.
rivolge ai signori e alle signore del pubblico, e lascia a loro il responso: « giudiche-
rete quanto valgano i musicisti della Società Nazionale dai frutti che produrranno
[sottinteso: se ne saranno capaci!]».% Infine, pone le sue condizioni per la soprav-
ve posizioni polizza modo rende I consici Preti
| ile. Il congedo di Pizzetti da un ruolo leon
preminente nella gestione della S.I.M.M. non avrebbe dovuto implicare un effet-
vivenza dell9iniziativa: «Tutti insieme, tutti uniti, tutti buoni compagni: ma tutti
liberi>. Uomini, mai «gregge».
n° oe new 8menzioni ei suo! colleghi: Casella si premura di aggiornarlo
si Conca i na pie chie endogli le partiture delle opere da far eseguire
Fascio di Ì ac are, lo prega più volte di cedere qualche suo articolo per i
non sone da S va Ma 8o risposte stentano ad arrivare e, quando arrivano,
non avrebbe senso 4 3) Non si può chiedere ora ad Alaleona, non avendogli domandato in primo
4 4) Venendo come <oratore=, è logico rimborsarti le spese convenute, ciò che non potremmo
fare come semplice autore 4 5) Un discorso tuo sarà una ottima cosa, tanto è vero che quest'idea
alle prese con la creazione del libretto di D n wae
gio= | de provasse
prove Fun pr
nell afideres one de i = ° i Debora e Jaéle, certo disa-
ha incontrato l'approvazione unanime di noi tutti - Rimaniamo quindi intesi così»; cfr. lettera Venivano clou P pri p nsieri sul dramma musicale alla rivista caselliana, in cui
di Casella a Pizzetti, lunedì s.d. [marzo 1917]. La corrispondenza pizzettiana di Casella si trova
anch'essa nel Fondo Pizzetti dell'Istituto dell9Enciclopedia Italiana, con la seguente segnatura: $
State le innovazioni del teatro di Gordon Craig e ci si appassionava
1 Carteggio, 1894-1968, ss. 8, <Compositori=, 1901-1968, fasc. 97, Alfredo Casella, 1913/12/10-
1936/09/23, docc. 97, sc. 7 (d9ora in poi: IEI, Fondo Pizzetti).
33. Un giudizio che poteva esplicarsi sin da subito, in occasione del primo concerto della
S.N.M, nella Sala Accademica di Santa Cecilia. Dopo il pronunciamento del discorso, lo stesso 34. << e
Stata l9asse mblea della Società
3
et nazionale di musica. Io non so che succederà. Se
Pizzetti eseguì quattro sue liriche (I pastori, San Basilio, Il clefta prigione, Passeggiata) insiem® al Casella ries
sarebbe piaciuto fa.
soprano Anna Kruceniski, oltre a dirigere le due canzoni corali composte nel dicembre del 1915 ere i padrone della situazione ci sara da sperare, altrimenti finira nel nulla. Mi
(Per un morto, La rondine). Il resto del programma prevedeva un quartetto per archi di Respighi, le a Casella il d <«

undici coplas Por la nina de mi corazön e Il raggio verde di Castelnuovo-Tedesco, La notte dei mot
. Uro pondo=
giugno 1917 pondo= di di combattere. Vedremo» ; cfr. lettera di . Malipiero
.
a Pizzetti, Roma, 11
(IEI, Fondo Pizzetti).
di Malipiero e le Pagine di guerra di Casella.
- 42: * 43 :
:
. IL MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI :
. FRANCESCO FONTANELLI

ne congiunta Conte di San Martino il contenuto della tua lettera perché voglio evitare equivoci.
agli spettacoli di marionette e pupazzetti meccanici.= La partecipazio
peraltro con- Si capisce che tu rifiuti di dare l9opera tua forse perché temi si tratti di una manife-
di Malipiero e Casella al progetto dei Balli plastici di Depero aveva
mo. Pizzetti stazione futurista compromettente»
).58
tribuito ad alimentare i sospetti di contiguità della S.I.M.M. col futuris
no a difh- Potremmo continuare a lungo a rintracciare le fila di queste continue scherma-
corre ai ripari, e dichiara apertamente quali sono i motivi che lo induco
si ricava per via indi- glie, per le quali non basterebbe lo spazio di un articolo. Compiamo quindi un
dare. Il testo della lettera non ci è noto, ma il suo contenuto
intestata della salto negli anni Venti per soffermarci su un ultimo passaggio cruciale, rimasto
retta dalla risposta di Alfredo Casella, battuta a macchina su carta
sinora in ombra negli studi pizzettiani: ossia su ciò che accade nel momento in
Società Italiana di Musica Moderna:
cui Casella, con il benestare del Vate, porta in Italia il Pierrot lunaire, un <melo-
ma contro il dramma= espressionista. Nell9aprile 1924, Pizzetti scorge il proprio nome in uno
Anzitutto, né Malipiero né io strilliamo contro il dramma musicale,
stessa cosa. Tanto è degli opuscoli che accompagnavano i concerti della tournée e chiede le immediate
melodramma e le sue nefaste conseguenze, ciò che non è la
4 di teatro;
vero che io non escludo assolutamente di occuparmi 4 e fra breve dimissioni dal consiglio della Corporazione delle Nuove Musiche, reagendo con
<cantato=. [...] Riguardo poi
ma certo non sarà nulla di consimile al dramma una frase che ha la perentorietà di un imperativo categorico: «No, non posso, non
persone a
al Futurismo, mi spiace che tu parli nella tua lettera, come troppe devo, non voglio» (cfr. Appendice, n. 3). La formula non è casuale, e contiene
marinettiano
noi di molto inferiori. Io non [ho] mai accarezzato il futurismo un sottofondo di implicazioni storiche e ideologiche: si tratta della frase-simbolo
(di questo vuoi parlare?), e non ho stima che per la gente indipen dente come
del dissenso cattolico dinnanzi ai <pericoli= del mondo moderno, il non debemus,
qualche giovanotto
me. Certo, costretto a scegliere, preferisco le insulsaggini di non possumus, non volumus pronunciato in chiave antinapoleonica da Pio VII, poi
di troppa
che per lo meno cerca di fare diversamente dagli altri, all'accademia ripreso da Pio IX come atto di condanna degli ideali risorgimentali serpeggianti
E spero
gente. Ma futurista non sono, né Malipiero, e mai 4 credo 4 saremo. nel popolo dei fedeli.*9 In quella triplice scansione di <non=, c'è il rifiuto di una ces-
|... ] Spero di ricevere presto una tua
basti avertelo detto una volta per sempre. sione di sovranità che apra la breccia al caos irreparabile, al sovvertimento dell9or-
iali ti alterano il buon
lettera più... cordiale. Se le tue nuove funzioni direttor
un vecchio e dine. Casella risponde con fermezza alle proteste pizzettiane, dicendo che le sue
umore, sfogati sui tuoi professori e vari subalterni, ma non su
intenzioni erano tutt'altro che <sovversive=. Non si trattava di proporre Schönberg
fedele amico come il sottoscritto ... 5°
come modello, ma lo si portava nelle principali città d9Italia per farlo conoscere a
parmense
Il tono è risentito, e trapela il fastidio per quei giudizi del compositore un pubblico ancora troppo arretrato e per mostrare segnatamente, con un esempio
avversari
che sembrano sempre più convergere sulle posizioni di retroguardia degli dal vivo, <ciò che gli italiani non avrebbero dovuto fare= (cfr. Appendice, n. 4).* La
Santoli quido, solo per via di una nuova musica nazionale doveva semmai scorgersi nel lavoro che Casella
della musica moderna, persone «di molto inferiori» (come
l9arte <dege-
citare un nome, che dalle colonne dell9 «Orfeo» lanciava strali contro
o incor-
nerata= promossa dai dioscuri della SI.M.M.). Dilia poco, anche Malipier (EL Pon à ae i sa dei buoni amici»; cfr. lettera di Malipiero a Pizzetti, Roma, 17 giugno 1918
ha ottenuto
rerà in un simile contrasto. Dopo anni di fatiche ed emarginazione,
care la
un ruolo negli uffici ministeriali della «propaganda» e si affretta a comuni 38. Lettera di Malipiero a Pizzetti, Roma, primo luglio 1918 (IEI, Fondo Pizzetti).
, promuo- benedizione di Dio scenda su di voi, sul resto del mio Stato, e lo ripeto
buona notizia a Pizzetti: finalmente, da quella postazione, potrà aiutarlo ancy a <* ne ne
a
vendone i lavori nei circuiti internazionali;?= ma il collega si mostra indisponibile
srida 2 ve a ta È prego che siate tutti concordi | 2 ]. Avverto perö che non silevino piü certe
alla
santità della Ce e popolo ma di pochi, e che non mi si facciano alcune domande contrarie
riferisco al
collaborare. Malipiero accusa il colpo e resta deluso («Carissimo. Non delt feb 8osa, che, non posso, non debbo, non voglio ammettere»; cfr. discorso di Pio IX

Storia di Papa Pio 1X vol ae at Bott I ae del Motu proprio, cit. In Maurizio Marocco,
35. Cfr. Sebastiano Arturo Luciani, Verso un nuovo Teatro. Edward Gordon Craig
e la sua opera, 40. Nello note do vo. He \ Be 3 Torino 1856, p. 766 (corsivo nostro).
Nova», 2/5) ra adesione e presa di distanza era evidentissimo.
«Ars Nova», 2/2, gennaio 1918, pp. 4-8, e Mario Broglio, Il <Teatro Plastico=, «Ars Casella riconosceva al Di, TI pp! 1
dal seguirne le orme: ro a ignità di «capolavoro > ¬ nello stesso tempo metteva in guardia
aprile 1918, pp. 5-7. |
36. Lettera di Casella a Pizzetti, Roma, primo maggio 1918 (IEI, Fondo Pizzetti). nostri giovani nusicick Questa a esa culturale non verrà intesa come un tentativo di ricondurre i
di Stato a verso In uenze 0 soggezioni straniere oggi felicemente superate, ma invece
37. Malipiero scrive su carta intestata del Ministero dell9Interno (Sottosegretariato
come una utilissim
prospett ando un quadro roseo: «natural mente tu, liani un Dast a imostrazione della (invidiabile) indipendenza che oggi assicura ai nuovi ita-
per la propaganda all9estero e per la stampa),
Casella e Molinari, sarai rappresentato il meglio possibile, cioè si ha intenzion e di posto a parte fra le . giovani scuole europee ed americane»; cfr. Alfredo Casella, Arnold
d9accordo con MSchönber g ed ilif <Ds
<Pierrot lunaire=,9 nell9omonimo
9 .
libretto stampato dalla Corporazione delle Nuove
pezzi per pianofort e.
eseguire la tua Suite della Pisanella, la tua Farsa tragica, le tue liriche e i tuoi usiche, Roma 1 924,P.
5.
[...] Finora i concerti combinati sono a New York, in Olanda e in Svizzera. Non perdere tempo ¬
-45°
* 44°
FONTANELLI : - IL MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI -
. FRANCESCO

violoncello op. 40, Sebbene la parabola dei due musicisti appaia tanto differente nei suoi esiti, non
affiancava al Pierrot: il suo Concerto per due violini, viola e si
inconf ondibilmente può fare a meno di coglierne l9origine comune, in quella Francia di timo Nov a
segno della definitiva affermazione di uno stile chiarificato e
dai tempi del Fuoco?). Fu cento che voleva lasciarsi alle spalle i retaggi della tradizione: entrambi cercano una
<latino= (in fondo, non sognava questo d'Annunzio, sin
che la stessa opera musica rinnovata, antiaccademica, senza <sviluppi=. Il Pizzetti della Nave rifiuta
tale <strategia= di accostamenti che infastidi Pizzetti, forse più
nella sua arti- di rifarsi a un prototipo di coralità cinquecentesca che ingabbi, con le sue regol
di Schönberg. L'evento concertistico propagandato dalla C.D.N.M.,
sull9atonalità fosse la duttile prosodia del gregoriano. Preferisce, più bergsonianamente co ere i
colazione bipartita, lasciava intendere che l'alternativa vincente
to per quar- movimento tra i suoni, lasciare che la «fonte limpida» degli antichi modi za
una sola: il neoclassicismo di stampo caselliano. L'autore del Concer
* già prima che il caso pilli con naturalezza. Parla in questi termini della sua «polifonia» di chiaros ti,
tetto aveva intuito il disappunto dell9«amico-avversario»
i del 3 aprile 1924, che «lumeggiando diversamente il motivo musicale, distribuendo variam te le
della richiesta di dimissioni scoppiasse. In una lettera a Pizzett
del concerto inaugurale ombre, ha dato risalto a uno fra i caratteri espressivi affini del modo,
Casella si lamentava di non averlo visto a Firenze, alla fine o ne ha i
nuato la forza». L9intarsio pizzettiano somiglia al «divino arabesco > decant k
della tournée:
da Debussy: una musica 8per le orecchie, non per la carta=, con «un solo motivo
go che non solo continuo, che niente interrompa e che non ritorni mai su se stesso».* Similmente
So che stavi nel pubblico, ma non avendoti veduto poi, suppon
ma anche
il Pierrot lunaire ti abbia dispiaciuto (e questo lo sapevo già prima), Casella dava avvio alla sua fase di sperimentazione tecnico-stilistica creando |
le mie ultime
il mio nuovo lavoro, e questo mi duole, perché avrei sperato che Notte di maggio (1913), una musica polimodale, liberata dalla <gabbia= del diatoni-
ricerche ti riuscissero meno lontane di altri miei passati stili.< smo: i Nocturnes di Debussy venivano indicati come esempio di una nuova logi à
ne fatta di accostamenti <plastici= e screziature di timbri.* Le
principi, plaudendo a
Pizzetti <non può, non deve, non vuole= abiurare i suoi
dela contraddizione, Bet ¬ Casa afnano il loro guardo sala mad
a il rapporto con la ; À >< er
A suo dire, il Nove-
un'arte del rappel à l9ordre che considerava arida, senz'anima. e none sella oro sguardo sulla moderna
ntale definita da
cento stravinskijano aveva prodotto un tipo di musica strume ie ilpe ne contatto con l'ambiente fiorentino de «La Voce». Sono gli
«che vorrebbe giu-
molti «musica pura»: ma che cos'era, in realtà? Era la musica nell ine à ge dell Ottanta, a recensire La crisi musicale europea di Bastia-
o: quella in cui
stificare con una pretenziosa denominazione il suo vuoto assolut eda dna giudizi en usiastici. In quel volume, indirizzato ai giovani com-
così infausta, biso-
[...] <non c'è dentro niente=». Di fronte a una simile deriva, ned 8programe ate di un'autentica scuola nazionale, l9analisi si
da umanità, «una
gnava trovare la forza di reagire, opponendo un'arte di profon ns Ppio live lo. Da un lato, venivano esaltati i meriti del cosiddetto
ute in una lettera
musica piena della nostra vita». Queste riflessioni sono conten ne ebussiano: un arte ricchissima, formidabile per «introspe-
dell9Ottanta si con-
inviata a Casella nel 1929.* Le due estetiche della generazione ca» e per la «delicatezza addirittura miracolosa dei mezzi tecnici».
contro
trappongono in modo ormai palese: le ragioni del sentimento (espressione)
to che si consu-
le ragioni dell9oggettivismo (costruzione). Si intravede già il conflit 44. Ildebrando Pizzetti ;
etti, La musica «La N Nave» di Gabriele / d9Annunzio. L
per per «La 9 j
merà con le vicende del celeberrimo manifesto del 1934. seppe u >
Pepe Borca co vista Musicale Italiana», 14/4, 1907, p.858 ettera all'avv. Giu
* < LO S 1 u \ "x 3 . . ° ° .
nista plasmato ine "i sarà più quell amplificazione del materiale, quella retorica da professio-
x 6¬
reazionaria= psichica». ueste 1 ce au lezioni, ma verrä preso in un9accezione più universale e, finalmente
Giunti al bivio: le due soluzioni di una modernità
1895 cit ia Stefan] giudizio espresso da Debussy a casa del wagneriano Pierre Louÿs nel maggio
alli-
In conclusione, vogliamo avanzare una prospettiva critica che, come si diceva
LÌ LÌ de
.

Da queste tesi pres pocitisk, Debussy: Impressionismo e simbolismo, Discanto, Fiesole 1980 p.120
DI ,
e 0

nizio, vada oltre il facile schema del Pizzetti conservatore e del Casella progressista.
iti 8i : DA |
e mosse
pio, alle Pause del silenzio in l9immag
(1002).anche cui inari
aginario compositivo di Malipiero. Si pensi, ad esem-
ai quali il musicista an 917 , In cui «non si riscontrano né sviluppi tematici, né altri artifici
pera del cesellatore, pes S abbandona quando, rinchiuso nella sua officina, ama imitare l9o-
drammatiche en
41. Così Pizzetti aveva definito Casella nella dedica manoscritta delle Due liriche
>} . Gian Frances ipi ; .
ienna,
: Wiener Philermonischer Vas co Malipier o, Pause del silenzio. Sette espressioni sinfoniche,
napoletane (cfr. Casella, Dissonanze... cit., p. 1), ma possiamo credere che l'etichetta di «amico dell9autore.
46. Alfredo Casella L9évol er A Da 1926, prefazione

avversari fosse valida anche in senso inverso. P. 2; rist.in :u evolution de la symphonie, «L'Homme libre», 1
47. a retto, Alfredo Casella cit., pp. 309-310. 11/141, 22 settembre 1913,
42. Lettera pubblicata in Bruno Pizzetti (cur.), Ildebrando Pizzetti. Cronologia e bibliografia, La
Pilotta, Parma 1980, Pp. 209. Casella . /
ando Pizzetti, La crisi musicale, 9 «La Voce» :4/39, 1912, pp. 901-902, e Alfredo
J Giannotto B . .
43 Lettera di Pizzetti a Casella su carta intestata del Conservatorio <Giuseppe Verdi= di 1913 D are astianelli. La crisi musicale europea, «Revue Musi
»P- 41; rist. in Calabretto, Alfredo Casella cit. 0.288 © Musicale SIM», 10/3, marzo
Milano, 16 marzo 1929 (I-Vgc, Fondo Casella). |
847°
- 46:
. FRANCESCO FONTANELLI : - IL MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI -

Dall9altro, si introduceva una critica di carattere <morale=: la musica delle Images e <torsione metabolica= auspicata da Bastianelli: si appropria della conquista tec-
delle Estampes era «decadente», basava tutto il suo effetto su preziosità coloristi- nica debussiana 4 ossia la polimodalità, l9utilizzo di pentatoniche, scale a toni
che e volatili sinestesie. Quell9arte sensuale, priva di nerbo, doveva essere temprata interi e ogni altra collezione sonora svincolata dalle maglie del sistema tonale 4
dallo spirito <italiano=, con un sublime sforzo palingenetico. Si fissa, nelle pagine ma supera Debussy attraverso Stravinskij, inseguendo una tendenza geometriz-
del libro di Bastianelli, il paradigma dialettico dell'assunzione del modello e del suo zante, volta al recupero di <valori plastici= al tempo stesso classici e moderni (il
superamento. L9autore ne parla in termini quasi mistici: per dar vita all9ars nova volume, il disegno, la forma). Mediante il simultaneismo cubista, Casella disperde
italiana bisogna, quasi immergendosi in un fonte battesimale, «passare attraverso l9allure delle impressioni sottili, capovolge e annichilisce l9estetica francese; rein-
l'Inferno dei vizi e delle decadenze, compartecipando a tutto, per tutto appassio- venta una tradizione <italiana=! Questo indirizzo compositivo si imprime per
nandosi»; solo da un9«accettazione vigorosamente assimilatrice e trasformatrice lui, nell9evidenza di una storia: l9arte novecentesca nasce sulle ceneri della prima
della musicalità modernissima» potrà infatti scaturire la «grande musica d'una guerra mondiale, rigenerata dalla catastrofe meccanica che ha fatto piazza pulita
forte e schietta coscienza».* Il programma è abbozzato, ma è qui che le strade dei del romanticismo e delle sue propaggini. La stessa umanità sembra aver acquisito
due compositori si separano irrimediabilmente. Come dare <sostanza= all9impres- un volto nuovo: è una massa energica, dinamica, ordinata. In questo senso, Casella
sionismo? Come interpretare la sfida di una <reazione italiana=, dinnanzi alle sue è modernista perché scardina il soggetto, alienandolo, spingendolo «oltre il con-
supposte manchevolezze? venzionalmente <umano=>.*= Pizzetti guarda invece con orrore a questa moder-
nità automatizzata e spersonalizzante, e si ostina a percorrere la via di un inattuale
Pizzetti coglie appieno le sollecitazioni umanistiche e spiritualiste dell'amico
Bastianelli. Si inserisce nel solco dei decadenti, parlando la loro lingua (Debussy, lirismo.
l Riassumendo con un'immagine, la reazione dei due compositori dinnanzi alla
d'Annunzio, il mondo delle danze orgiastiche e delle morts parfumées), ma supera
decadenza impressionista= si manifesta sotto un segno opposto o, se vogliamo
tutto ciò con un più di <vita=, con un9iniezione di pathos soggettivo: «Fedra real-
complementare: Ildebrando intenderebbe infondere più sangue e anima a
mente vive, perché soffre», a differenza dei personaggi del Pélleas, «fanciulli senza
possibilità di coscienza virile».* Se Ildebrando <moralizza= il dannunzianesimo
e si preoccupa di porre un argine all9edonismo debussiano, Casella non sembra
vigore mosti quale dffallansed ancore
| | ele a nn
| armonico-ritmico>>
per nulla appassionato al risvolto edificante dell'operazione; non gli interessa se
Debussy sia un vero «Uomo» o un superficiale.= Egli opera con altri mezzi la
nonpalvide maïs ace . Lasciamo
| che sale (esso
us autore
autore ddee LaLa crisirt musicale
me europea
anon
ac mettere lo scacco. A suo dire, le soluzioni adottate dai due compositori (suoi
discepoli) vanno a dissolversi in una prospettiva inconcludente, poiché danno
48. Giannotto Bastianelli, La crisi musicale europea, Pagnini, Pistoia 1912, pp. 5-6; 13-14.
49. Giannotto Bastianelli, In attesa della <Fedra= di D'Annunzio e Pizzetti alla Scala, «Musica.
Giornale di cultura e di cronaca», 9/6, 15 marzo 1915, p. 1. Con accenti affini, Gatti individuava
la differenza pizzettiana rispetto al modello del Pélleas: «l9opera del maestro di Parma ha assai più San an we
n questo processo, la lettura degli scritti vociani di Soffici sulle avan-
sostanza, ha più carne, più muscoli, ed una vita più intensa: [...] la Fedra è anche una magnifica da citarli in alcuni artica li de lis Casella fu colp ito dai seguenti argomenti del poeta-pittore, tanto
d9ecce-
affermazione di italianità»; cfr. Guido Maggiorino Gatti, Fedra del M. Pizzetti. Un'opera LT si potrebbero iter ide i 916-18: « Chi desiderasse nomi celebri di precursori del cubismo,
zione, «Orfeo», 6/9, 27 marzo 1915, p. 2. nelle loro o A itare quelli di Masaccio, del Greco, di Tintoretto... Di tutti quei pittori che
so. Alla notizia della morte di Debussy, Pizzetti aveva pubblicato un necrologio in cui sotto- linee soavi
pere hanno cercato di esprimere 4 anziché l9incanto della luminosità iridata, delle
+1; . 3
poneva la figura del Maestro francese, e il suo lascito, al consueto vaglio moralistico. Nelle ultime la gravitazio Agent, dell elegante vaporosità 4 la sobria sodezza dei corpi e degli oggetti, il peso,
battute, invocava l'apparire di musicisti nuovi che, «ripreso il contatto con la vita vera, usciti fuori anzi, Der nee elle masse, | equilibrio dei piani e dei volumi. 4 La forza del chiaroscuro (Noterd
idente, che sotto questo aspetto la migliore
°

da quell9incantato palazzo di cristallo entro il quale hanno vissuto, [...] vadano via pel mondo,
J
< qe
arte italiana, il cui merito precipuo consiste
appunto in ues x Hu
liberi sotto il sole, a vedere e a conoscere il Bene e il Male e a vivere in più stretta fraternità di dolori il cubi questa sobrietà, sodezza, pesantezza, equilibrio, è d9essenza precisamente cubistica 4 e
e di gioie con tutti gli uomini. [ ... ] Non basta che un artista sia 4 come fu sempre Debussy 4 UN? liana).Ismo, perciò, , speci
p specialmente| consono alla nostra tradizione.
8ni D:
|... ] la madre di1: Picasso è |. ita-
cfr, ; i
squisito ricercatore e trovatore di rare bellezze e creatore di sogni, ma bisogna che egli sia anche 4 di ques N ae Soffici, Cubismo e oltre, Firenze, Libreria della Voce 1913, pp. 23-24; stralci
eld, Ion ssioni si ritrovano in Alfredo Casella, Arte e patria, «Musica», 10/2, 25 gennaio 1916
anzi soprattutto 4 un Uomo»; cfr. Ildebrando Pizzetti, Claude Debussy, «Il Marzocco», 23/13)
M Pr ssionismo e Anti-medesimo, «Ars Nova», 2/4, marzo 1918, p. 5 i
31 marzo 1918, p. 3. Casella si dissocid da questo modo di procedere, nel necrologio pubblicato . ®

human. Fe
.

centrally concemed with attempt to go beyond the conventionally


bi a

sulla propria rivista, affermando che la «critica» a un compositore del calibro di Debussy deve
a O

compiersi su un piano «essenzialmente tecnico», poiché «l9arte non è morale, [...] né propa C yn Den Earle, Luigi Dallapiccola and Musical Modernism
ambridge University Press 2013, p. 16
i 84;
sm în Fascist Italy, Cambridge,
ganda patriottica e religiosa»; cfr. Alfredo Casella, Claude Debussy, «Ars Nova», 2 /s, aprile 1918; 53. B
astianelli, La crisi musicale europea
. . oo.

cit., p. 181.
«

P: 4.

+48» + 49 :
. IL ce bl

: MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI -


. FRANCESCO FONTANELLI

a oggettivata di Casella si scarnifica rovine» sono «ancora fumanti», la mente ritorna al passato 4 «Ritroviamoci nel
esito a degli eccessi autoreferenziali. La music
Bastianelli en passant, ma con graf- tuo studio a Firenze nel 1911: quali erano gli italiani d'allora? E il loro spirito? Pote-
fino a perdere ogni alito di vita. Così la definisce
suoi postumi Commentari vamo immaginare che il nostro suolo generasse dei Farinacci? Scusa le chiacchiere
fiante incisività, alle soglie degli anni Venti, in uno dei Mi risveglio da un sogno tremendo, da un incubo». È bene lasciar risuonare i
musicali:
angosciosi interrogativi di Malipiero, come una cadenza sospesa, sulle ar omen-
a (dalla cui testa esce una tazioni pizzettiane del nostro saggio. Sarebbe toccato alla generazione successiva
quello scheletro della musica che & Alfredo Casell
bbe comporre benissimo un , il <sogno= di una musica moderna (italiana). Ma questa è
musica così macabramente smorta che la potre :su
teschio). un9altra storia.

co e magniloquente, diventa
La nobile arte di Pizzetti acquista invece un tono pateti
manierismo:
smo pizzettiano in fatti
L9ottocentismo melodrammatico, nonostante il rigori
a rifarsi sul povero reazionario
di declamazione e di strumentazione, comincia
nzianesimo che, ohimè,
maestro |... ].Il soggetto della Dèbora è poi diun dannu
belle ve ne sono ancora qui;
comincia a mostrar tracce d9arteriosclerosi. Pagine
.=
ma nel suo vino ormai Pizzetti ha messo molt9acqua

aver più niente da dire, e si


I profeti della nuova musica italiana sembrano non
si infrange. Malipiero conti-
chiudono a coltivare la propria differenza. I sogno
di musicisti, agenti nel comune
nuerà a lungo a desiderare un gruppo compatto
a ribadire quello che aveva
interesse. Casella lo deluderà.$$ Pizzetti continuerà
fraterna e animata da ideali
sempre detto, e cioè che quel progetto di una <lega=
del 1945 quando Malipiero,
comuni era un'utopia. Fino a che si giunge alle soglie
ti come mai sia finito tutto
preso da lacerante malinconia, chiederà all'amico Pizzet
sotto gli occhi e «le
in macerie. Mentre le «atrocità delle bande nere» scorrono
a= di Riccardo Zandonai, in Miriam
s4. Giannotto Bastianelli, A proposito della <Via della finestr
Giannotto Bastiane lli. La musica pura. Commentari musicali e altri scritti,
Omodeo Donadoni (cur.),
Olschki, Firenze 1974, p. 148.
nuovo dio della musica, Einaudi, Torino
5s. Giannotto Bastianelli, Pizzetti pizzettiano, in Id., II
197p.8,
157.
1928, pervasa da un'ironia amala.
56. Lo si evince da una lettera di Malipiero a Pizzetti del constata la
ero
Dopo essersi complimentato con Pizzetti per il successo di Fra Gherardo, Malipi
vedere coronata
distanza incolmabile tra il suo <ideale= e la realtà: «Sono lieto come sempre di
ragioni,
di successo la tua attività d9artista. Qualora tu fossi in decadenza io ne soffrirei per due
fedele al mio
pere ti seguo da vent'anni (dalla Nave a Venezia, 1908) e poi perché sono sempre
vorrei che in Italia ci fosse una scuola musicale fiorente e compat ta. Ma... e
meglio non t ni
senta in Italia una fortezza, con pont! levo
toi fossati pieni ta questo tasto. Ogni musicista rappre
i <tanks= e i velivo
da caccia L'an cqua (spesso stagnante) cannoni ecc. ecc. e ci sono perfino
ee amico Alfredo ha raggiunto una velocità impressionante»; cfr. lettera di Malipiero ®
izzetti, Asolo, 18 giugno 1928 (TEI, Fondo Pi | i
PORCO. izzetti). un ae rae
57. «Tu mi hai scritto 1
sogni. Per me ans e generosissime riguardo a una fratern
itä fra musicisti che tu inv es
cheresti e
cfr lettera di Pizzetti a ve :son del tuo parere. Voglio dire che la reputo del tutto utopistica:=i 58. Lettera di Malin;
i Malipiero a Pizzetti, Venezia, 23 giugno 1945 (TEL Fondo Pizzetti).
piero, 20 luglio 1934 (I-Vgc, Fondo Malipiero).
+ Si:
.50 -
. FRANCESCO FONTANELLI : * IL MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI :

APPENDICE [...] Dati i suoi scopi principalmente pratici, non occorre dunque dire che la Società
Nazionale di Musica non chiede né chiederà mai ai suoi soci di uniformarsi ad alcuna pre-
scrizione estetica. Non ha perciò ragione d9essere lo stupore che esprimeva qualche setti-
mana fa un critico per non aver trovato certe composizioni di alcuni componenti la nostra
società apertamente rivoluzionarie. |
Intanto è un po9 difficile determinare il carattere rivoluzionario di un9opera d9arte: e molte
volte l9arte più, in senso buono, rivoluzionaria, cioè più nuova, è quella che meno pare. Ma
poi, e perché la Soc. Naz. dovrebbe essere di rivoluzionari? Che vi sia, tra i suoi compo-
nenti, chi opera in senso diverso e magari opposto agli artisti nostri dell9ultimo cinquan-
1. Discorso di Pizzetti al concerto inaugurale della Societa Nazionale di Musica, tennio, può darsi, sarà: ma vi sono, insieme, altri che onestamente e nobilmente operano
16 marzo 1917 (pubblicato in <Tutti liberi=, dice Ildebrando Pizzetti, «Orfeo», nella linea della nostra tradizione classica e ottocentesca. L'attività degli uni non può né
8/7, 28 aprile 1917, p. 3) deve escludere o impedire l9attività degli altri. Chi, poi fra questi e quelli, sia più nel vero,
è questione sulla quale dovrà pronunciarsi il pubblico.
Signori e Signore, La Soc. Naz. di Mus., insomma, vuol essere ed è aperta a tutti gli artisti, di qualsiasi ten-
Gli amici miei componenti il Comitato d9Azione della Società Nazionale di Musica hanno denza, di qualsiasi convinzione. Essa offre loro di combattere con le loro proprie opere
voluto che a questo concerto, prima manifestazione della vita sociale, precedesse un breve le battaglie cui essi possan sentirsi preparati. La questione della bontà dei loro concetti
direttivi, e, di conseguenza, la questione del calore assoluto delle loro opere, non riguarda
discorso al pubblico, sulle ragioni che hanno promosso e determinato la costituzione della
la Società, ma loro stessi e il pubblico. [ ...] C9é fra noi chi pur sempre crede nella inesau-
Societä e sugli scopi che essa si propone. E 4 se non li conoscessi per quei gentili e cortesi
ribile vitalità e potenza del linguaggio armonico creato attraverso secoli di esperienze da
uomini che sono, direi che è stato per farmi scontare qualche mio peccato di critica, ma
cento e cento mirabili artisti, e benché attento e vigile a scoprire egli stesso nuove combi-
poiché li conosco so bene che hanno inteso darmi una prova di amicizia e di fiducia della
nazioni di accordi, nuove associazioni di suoni, sente di non poter rinunciare, per esempio,
quale non posso che ringraziarli 4 e hanno voluto che il breve discorso fosse tenuto da
agli eterni purissimi accordi consonanti? E continui ad usarli, e il Signore lo accompagni.
me.
C è invece chi degli antichi accordi consonanti non sente più il bisogno, e crede poter
[...] di una Società così intesa e costituita, che raccoglie in un fascio compatto e fecondo
limitare il suo linguaggio armonico a quelli dissonanti? Ed operi dunque secondo il suo
e significativo le troppo sparse energie musicali italiane, si sentiva già da qualche tempo-
convincimento, e la Fortuna lo protegga.
nell9aria la necessità, o almeno l'opportunità. Certo, è grande merito di uno di noi, voglio
dire di Alfredo Casella, l9aver preso l'iniziativa animosa e volenterosa perché quel che era
Ma 4 prevedo l9obiezione 4 la Soc. Naz. di Musica ha fatto suo un motto che dovrebbe
par voler dire qualcosa: <Ars nova=... Infatti, ma è questione di intendersi.
più o meno chiaro e più o meno vivo desiderio di tutti diventasse realtà; ma il favore che
N verità, a chi non volesse accettare per buono il motto si potrebbe chiedere se egli si
l'iniziativa del Casella ha subito incontrato nel mondo musicale italiano prova che ad agire
Nea Le see da ini paura de muovo Ma poi, che può voler dire, oggi, Ars nova se
eran maturi i tempi e ben disposti gli uomini. E di grande conforto deve poi essere, per gli
artisti componenti la Società, che ad essa abbiano calorosamente aderito, assumendone mova? MR siste orse a) mondo, può forse esistere, dell9arte che non sia
il patronato, molte delle personalità italiane nel campo dell9arte per una o per un'altra artista wen, se cata per ini ile necessità spirituale da un uomo che in quanto
ragione più famose: e che del Comitato del Patronato abbia accettata la presidenza quel domine Dian ; N mo, iverso 8 " altri uomini e, nel suo campo, superiore agli altri
gentiluomo benemerito delle maggiori istituzioni musicali italiane che è il Conte Enrico rigor di termine N il nova sare 8, nel motto della Societa Nazionale, pleonasmo? A
San Martino di Valperga. |... | À , è pleonastico. Ma è tuttavia significativo, in quanto esprime un concetto
biltà di elevatezza di severità di forza cui il sostantivo da sé non avrebbe forse fatto
di no ba \ . . Liv .

Se la Società Nazionale di Musica fosse sorta affermando 4 che so io? 4 di voler promuo-
vere una qualsiasi rinascenza artistica, o di voler favorire lo sviluppo e l'incremento della po a mente pensare.
mrc'è ete un'altra questione che potrà essere agitata a proposito delle opere dei
creatività musicale, a parte che avrebbe trovato ben pochi aderenti, avrebbe formulato un
e fin 3 « x .

Maèd 1 Componenti la nostra Società: la questione della italianità di esse musiche.


programma a priori assurdo. Già le società, le compagnie, i cenacoli, e simili, non hanno
mai prodotto o formato, in quanto tali, un solo artista: chi produce e forma gli artisti, è la un que possibile
bi credere o supporre che un artista a italiano
tats 4 e non dico soltanto di
questi tempi, a
vita, e saper guardare e sentire e comprendere la vita sì da trarne spiriti di arte, si nasce ¬ si cui il sentimento di nazionalità pare sia diventato in ogni cuore più vivo
|
i de
vole non mai __&ma;
plu ardente C
impara per grazia divina e a spese tutte proprie e personali. non 4 è mai possibile credere che un artista italiano possa non voler
essere ol: Le eu
» Don volersiersi sentire, non volere apparire italiano, negli spiriti e nelle forme della sua

«53.
+ 52:
FONTANELLI : . IL MAESTRO PIZZETTI NELLA <LEGA= DEI MODERNISTI -
. FRANCESCO

e giovane musicista nostro, opere che, SeGandino


ira etc. etc. Respighi si è ritirato, perché ha trovato pericolosodirir malemale di di se stesso
arte? Ma 4 si dirà 4 si scrivono pure, da qualch
musiche straniere. Ebbene,
per le loro ap parenze formali, somigliano a certe ultimissime
dato che ciò sia vero, bisogna avere il coraggio
di impostare la questione del valore in altri Per concludere, sono arrivato a convincere Casella che la sua preoccupazione di acconten
no a persuadere ea commuovere, non è tare tutti è molto pericolosa e gli consigliai, o di rifare di sana pianta la società sciogli
termini. Bisogna dire, cioè, che se esse non riesco
re, ma perché il loro contenuto dola, o di diminuire il numero del comitato d9azione, ma a quello che sarebbe stato eletto
già perché abbiano caratteri affini a certe musiche stranie
musiche straniere, troppo scarso, affidare l9incarico di scegliere i programmi e gli esecutori. Il Casella perun pezzo è rim to
sentimentale, emozionale, umano, è, come di quelle stesse ma
sizione, ma wagneriana, indeciso, quando ieri ci siamo trovati insieme dal Conte di San Martino 1 uale ha detto
troppo poco significativo. Non dire, dunque: <Bella compo quel
ca bella? No, no, perché dentro, c'è troppo meno di
debussysta, ecc=; sibbene <Musi
le istesse cose che avevo detto io a Casella ed ha tagliato la testa al toro sssamendo ku la
responsabilità di tutti i mutamenti. Ecco come egli ha risolto in bene la situazione: :
che noi crediamo poter chiedere alla musica=. [... |
egli eleggerà te, Casella, me e forse un altro, i quali dovranno decidere di comune accord
Signore e signori,
io devo parlarvi dei vari per la scelta dei programmi etc. etc. si farà propaganda giornalistica (creando un i
non voglio più olt re abusare della vostra cortese pazienza. Non
loro opere. Giudicare quanto val- ufficiale della società, o prendendo l'esclusività presso qualche rivista già ssistente), Si
musicisti che compongon o la Società Nazionale e delle pubblicherà qualche opera ritenuta eccezionale etc. etc. Una volta fissato un nucleo a io.
della loro attività è affar vostro. Soltanto
gano le loro intenzioni, le loro att ività, e i frutti vani battaglieri, egli vuole dare un carattere non di futurismo, ma di eccezione alle 5 sore
carattere e quali sono gli scopi della
vorrei avere sufficientemente chiarito qual è il vero che si eseguiranno, ed i concerti saranno fra due e dieci, secondo il numero delle opere
Società da essi composta. per che si troveranno degne di esecuzione. Dovremo riunirci una volta all9anno per sce ere
per il comune reciproco interesse e
Tutti insieme, tutti uniti, tutti buoni compagni,
Tutti fraternamente soli- i programmi noi. Anche all9Augusteo si sentirà l'influenza della Società etc etc L'inter
l'interesse della produzione artistica nazionale: ma tutti liberi. indivi- samento del Conte di San Martino è molto sincero e darà veramente frutti ma nifici Ti
in quanto artista, in quanto
dali nelle intenzioni e negli scopi pratici, ma ognuno, preso ano mio, di non ritirarti e di provare almeno per un anno. Io spero si nossa fare
insomma, quale può essere
duo, responsab le di sé stesso e delle sue opere. Una Societa, > we
e santo paese: dove gli uomini, on neue a programma mean dal tuo discorso, questo verrä rispettato
concepita e attuata in questo nostro bello e benedetto
pur sapendo agire concordi per un bene comune,
pur sapendo accettare qualunque ferrea
per
occorra, fare qualunque sacrificio
togliendo
e o Pose il titolo
a <nazionale=
on si viene à care
| line si.ani
utti i soci sono vs
favorevolia
disciplina nel comune interesse, pur sapendo, se
uomini, e non possono e non an | stata rivolta contro i Gandino, non contro di noi. Il Conte di San martino
il bene comune e altrui, rimangono e rimarranno sempre pi. Ti prego, non ritirarti, senza di te tutto sarebbe finito ed io ora spero di fare
potranno mai essere gregge. rs o con questa riunione di forza.
RR < dass stata per me una grande disillusione. Si è rivelato un dilettante
Sein | si che razza di roba. Incredibile!
Fondo Pizzetti) presto, ti prego cordialmente. | ... | Una stretta di mano dal tuo aff.mo
2. Lettera di Malipiero a Pizzetti, Roma, 21 maggio 1917 (IEI,
GFrancesco Malipiero
Carissimo amico,
dal 16 marzo non ricevo tue notizie e tu... puoi dire altrettanto di me.
Vorrei oggi farti sapere diverse cose avvenute in seno alla <Società nazional e di
musica=.
. Q ?

3.
cat di 8n:
L
Pizzetti . a Casella su carta intestata del Regio Istituto Musicale <Luigi
giu-
La serie dei sei concerti si è chiusa e le <critiche= raccolte da me e aggiunte al mio erubini di Firenze, 23 aprile 1924 (I-Vgc, Fondo Casella)
tutto ti
dizio personale mi hanno convinto dei molti errori commessi etc etc. Prima di
dirò di Casella; egli è stato di una attività sorprendente, ha fatto miracoli ma non cono=
Caro Casella,
sce I Italia ed i suoi errori derivano appunto da questo. Bisogna cominciare a discutere i Pochi giorni NE
titolo; | Società nazionale di musica=. La definizione <nazionale= ha scatenato un putiferio, simo pete na Napoli, interrogato da dei giornalisti, ho parlato ben, cioè col mas-
<tutti
tutti gli esclusi sono offesi, perché sotto il titolo <nazionale= vorrebbero leggere: per coloro che Lenna con ammirazione, di Schénberg e di te. E infatti io sento per tutti
a en! . Barilli mi ha ingiuriato, non mi saluta più, hai visto quello che ha scritto i rispetto, anche ome i convinzione e con fede nelle proprie convinzioni il massimo
furenti etc. etc. e co
di verno. Comet fuoco, Bustini, Settacioli [sic] sono
var sino à dichia pre in opposizione a me. Ma & ovvio che io non posso arri-
<ars nova e da questo contrasto derivano mi del loro stesso pensiero, se il mio sentimento, il mio pensiero son
più feroci critiche per le O ci sta il motto Versi. Parri;
usiche di Renzo Bossi, della vergine Recli, di Gasco, Alaleon4 + ZEILCIO
: mio 10 caro Casella,
a
avevo ragione
Di
di : non voler entrare nel consiglio della

«+55:
* 54°
: - IL MAES TRO PIZZETTI NELLA < <LEGA= = DEI MODERNISTI -
. FRANCESCO FONTANELLI

i programmi dei concerti della Corpora- il mio Concerto, fu precisame nte perché , non c9erano altrialtri lavori vostr
i nuovi da fare in
Corporazione delle Nuove Musiche! Ho visto |
quell9occasione.
te quello di Milano. I giudizi ivi dati
zione dati da Schönberg e da te: e ho visto specialmen Ti ricorderò
Corporazione, dunque anche da me. No, an voto con Popoi anc ora che 4_4 a norma della nostra regola 4 i consiglieri non hanno che
sul Pierrot e sul tuo Concerto sono firmati dalla
considerarmi dimissionario dal Consi- n At ivo, e per tanto la sola responsabilità finale di quanto si fosse pubblicato
non posso, non devo, non voglio. Ti prego dunque di
su <La Prora=. S9intende che rimarrei sarebbe unicamente imputabile ai tre <triumviri=. Quindi la ragione da te trovata per <svi
e I. i . . . e»

glio della Corporazione, di annunciare le mie dimissioni questa lettera. gnartela= & debole, né la posso riconoscere.
3 \ a .

ciò che ho fatto io ora, con


un socio, pagante. Al mio posto, tu avresti fatto
Credo dunque non me ne vorrai.
Ti stringe la mano il tuo abbastanza alto e rispettato perché 4 tu > nn; .
Ildebrando Pizzetti i
preoccuparti dell9opinione di
possa scarsamente
certe persone... P
Per ueultimo ne i non ho qualitàité da solo per accettare le tue dimissioni. Ti ha voluto con
noli
noiil coma: ante ed ha fatto di tutto perché tu venissi
Coman iSSi a completare questa | felice <unione
Corporazione delle Nuove era a= che desidero desidero mantenere a qual
Lettera di Casella a Pizzetti su carta intestata della
er q alunque costo. Ora, ; a lui spetta
petta di di deci
decidere sulla tua
4.
Pizzetti) cn . A giorni| lo vedròro e e gli gli riferirò.
rif Ma dubi
ubito assai che non l9accetter?
ccetterà neppur lui.i
Musiche, Roma, 26 aprile 1924 (IEI, Fondo
nr rando, pecs di inviarmi una lettera di dimissioni, mandami qualche scritto
r | la Prora. Mandami delle idee, e, dei piani per la prossim a stagione (a proposito,
dei piani sai ch
carissimo, voglio
ve dare | |9 Orfeo di Monteverdi, colla rappresentazione scenica? Credi di tutu che
che sisi possa
possa
sono certo che riceverò ancora altre volte
la tua lettera non mi è giunta inattesa, e del resto, os ruire una strumentazione | che si | avvicini
avvicini a quella originale?). Non essere con noi
avresti potuto trovare qualche pretesto
le tue dimissioni. Ti dirò però francamente che nu o sui prospetti che si spediscono attorno, ma aiutami, per il bene del nostro paese
4 che tu adduci. Perché devi sapere
più... solido che non quello 4 abbastanza cavilloso e avrei piacere che gli amici 4 quei pochi almeno che contano per ingegno
1curo C . rT e . < [ .

o programma del Quartetto furono


che 4 prima di tutto 4 le note pubblicate nel famos
la richiesta e non firmate. Quando giunsi
da me inviate alla Segreteria che me ne aveva fatto
no messo la paternità della C.D.N.M.
a Milano, la sera stessa del concerto, vidi che aveva L...] Ti abbraccio,
erano semplici note destinate a tentar di
4 e dissi che ciò non mi piaceva. Queste note sin- Casella
zialmente impreparato, e credo
illuminare 4 in tanta sventura! 4 un pubblico essen 4 lo
ceramente che 4 se le cose andar ono anche assai meglio di quanto si poteva sperare
pagnava. Ora 4 scendendo ai fatti
si debba a queste note ed all9opuscolo che le accom
Abstract
i 4 posi una cura gelosissima nel chia- Il saggio
nio oe ri quanta 8ca il: profilo artistico
ue e ideologico di Ildebrando Pizzetti nel quindicen-
4 tu devi ricordare che 4 nelle mie illustrazion altri
antagonistica 4 assunta da noi
rire la posizione assolutamente indipendente 4 anzi
ad attuare = je oi mem ri della cosiddetta <generazione dell9Ottanta= si impegnavano
t Lunaire, ma
Schönberg. Dissi categoricamente: ammiro il Pierro
carteggi inediti pes ee i rinnovamento della musica italiana. Attraverso l9analisi di
italiani nei confronti di del composito = ati nel Fondo Pizzetti dell9Istituto Treccani, si fa luce sulla visione
che non dobbiamo fare anziché come
lo porto in Italia piuttosto come un esempio di ciò ej parmense e sulle contraddizioni del gruppo: mentre Malipiero sogna una
a era la cosa essenziale, e mi venne
<lega= di .
|
un verbo nuovo al quale dovremmo attingere. Quest ova 8citi l9autore di Fedra sceglie la via
di un disincantato bari che avanzi compatta e battagliera,
Ma preferisco così. Quanto alle
detto che l9abbia persino dichiarato con troppa brutalità.
. :
1
o e, in sl:uno scritto dal titolo La
Ividualism «Senzatetto», esprime la
'propria sfiduciav e rso le strategie della militanza
.
di questo non credo tu abbia
note che precedevano il mio Concerto, mi sia lecito il dirti che
culturale. Tali divergenze esploderanno con
entrata in scena di :
i che la <Sinfonia= n°? piano delle Nanna di rede Casella rivelando un contrasto più profondo, che coinvolge il
avuto una giusta impressione all'audizione di Firenze. Scrivendom ripercorre la st positive e delle estetiche di PT
mpos riferimento. La seconda parte del saggio
era chiara (???) hai dimostrato una volta di più che non è facile sentire certa musica IM
dall9adesione Nea Poco nota della presenza pizzettiana nella Società Nazionale di Musica
un ambiente saturo di elettricità e con un temporale sempre pronto a scatenarsi (sen tacciati di futuri e, quasi forzata, fino al rifiuto di ogni collaborazione con i colle hi
contare il barbuto collega ebraico che in mezzo al finale si mette a dire: basta! 4 ©°= mo. Accanto alla disamina dei motivi di attrito fra Casella e Pizzetti viene
Uggerita una prospetti
esenta!
quanta civiltà lascio a te giudicare). Del resto 4 se ho detto che il Concerto rappr
v a critica che evidenzia le analogie tra i due compositori: facend
pata la lezione
di fronte a Schénberg una parola nostra di assoluta indip enden za, credo che diffic ilment* Na mod
del vo ciano Bastianelli, entrambi condividono un rapporto roblemati
5
ernità music ale, che oscilla tra
apertura e reazione identitaria.
entre Non ho detto che fosse la sola parola che si potesse trovare; ad es. un?
i
ae
a od un9altra di Malipiero avrebbero conseguito il medesimo scopo. Se si fecé

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