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“ADESSO

VI RACCONTO TUTTO
DI ME”
GIOVANNINO
GUARESCHI
(1908-1968)
A cura di
Luca Saltini e Alberto Guareschi

Biblioteca cantonale di Lugano


“ADESSO
VI RACCONTO TUTTO
DI ME”
GIOVANNINO
GUARESCHI
(1908-1968)
A cura di
Luca Saltini e Alberto Guareschi

Biblioteca cantonale di Lugano


TicinoLettura
Testi 2

Volume pubblicato in occasione della mostra

“Adesso vi racconto tutto di me”


Giovannino Guareschi (1908-1968)

A cura di Luca Saltini e Alberto Guareschi


In collaborazione con Archivio “Giovannino Guareschi”, Roncole Verdi (PR)

Divisione della cultura e degli studi universitari


Biblioteca cantonale di Lugano
15 maggio – 8 settembre 2018

Volume pubblicato nell’ambito del progetto


TicinoLettura con il contributo dell’Aiuto federale
per la lingua e la cultura italiana

© Biblioteca cantonale di Lugano, 2018


ISBN 9788890804533

Biblioteca cantonale
di Lugano
Indice

Introduzione 9

Giovannino Guareschi 11
Guido Conti

“Adesso vi racconto tutto di me” 13


Giovannino Guareschi

Incontro con Alberto Guareschi 23


Luca Saltini

Il percorso della mostra 30


Luca Saltini e Alberto Guareschi

Indice delle illustrazioni 41


Introduzione
Luca Saltini
Biblioteca cantonale di Lugano, collaboratore scientifico

Ricorrono quest’anno i 50 anni dalla mor- Di grande interesse è inoltre la conversa-


te di Giovannino Guareschi, popolare au- zione con Alberto, l’Albertino comparso
tore di don Camillo. Oltre ad essere ancora in molte storie dello scrittore, il figlio che
amatissimo dalla gente, aveva con il nostro lavora costantemente alla promozione
territorio un forte legame, basti pensare ai dell’opera di Guareschi. La parte conclu-
lunghi periodi trascorsi a Cademario. Per siva di questo libretto offre infine la possi-
questo, la Biblioteca cantonale di Lugano bilità di conoscere il percorso della mostra,
ha deciso di ricordarlo con una mostra re- con una serie di capitoli molto agili in cui
alizzata in collaborazione con l’Archivio sono presentate la vita e l’opera del grande
Giovannino Guareschi di Roncole Verdi autore della Bassa.
(PR). Il percorso racconta attraverso do-
cumenti, fotografie, disegni, lettere, ma-
noscritti e molto altro, la vita del grande
umorista, che non fu solo lo scrittore au-
tore di don Camillo, ma anche giornalista,
illustratore, sceneggiatore e imprenditore
agricolo. Impegnato in molte battaglie po-
litiche e civili, resta tutt’oggi un esempio
di coerenza e onestà intellettuale, una voce
che seppe parlare in modo semplice a mi-
lioni di lettori.
Questo volumetto, che continua la serie
di TicinoLettura, presenta un articolo di
Guido Conti in cui viene tratteggiata con
efficacia la figura di Guareschi, mettendo-
ne in evidenza tutta l’attualità. Segue un
testo dello stesso Giovannino Guareschi,
una lettera scritta agli allievi di una scuola
per raccontare sé stesso e la propria vita.

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Giovannino Guareschi
Guido Conti

Chi è Giovannino Guareschi? Uno boom economico, la modernità trionfante


scrittore di romanzi e di saghe, un e la rivoluzione del Concilio Vaticano II,
vignettista satirico, un giornalista, un Giovannino viveva in un mondo che non
illustratore di favole, un designer ante gli apparteneva più, non si riconosceva
litteram, un inventore di programmi più in quel teatro, ed era diventato
radiofonici, uno scrittore di pubblicità, un ancora più polemico. Non era contro il
grafico, un fotografo, uno sceneggiatore… comunismo sovietico, era contro tutte le
insomma, un vero figlio del Novecento. ideologie che impedivano agli uomini di
Per chi legge ancora il secolo scorso con pensare con la propria testa. Lo avevano
le categorie ottocentesche, non capirà etichettato dunque come un reazionario.
nulla di chi è Giovannino Guareschi L’onda dei tempi moderni aveva travolto
che raramente si trova nelle storie della le sue idee, i suoi principi. I suoi compagni
letteratura o, se viene citato in qualche di prigionia, allora giovani ufficiali,
nota a margine, è liquidato in due righe avevano fatto carriera occupando cariche
come autore di cinema o umorista. importanti non solo nello Stato, ma
Nato il 1° maggio del 1908, è stato un avevano tradito la causa per cui avevano
monarchico sotto la monarchia e ha resistito in campo di concentramento
combattuto sotto la sua bandiera, ha detto e avevano costruito un’Italia dove le
no al fascismo e per questo si è fatto oltre bustarelle, la corruzione e il malaffare,
due anni di campo di concentramento in erano all’ordine del giorno. Una storia
Polonia e poi in Germania. Dopo aver che ha creato quel tessuto molle, politico
perso il Referendum del 2 giugno del e sociale, dove oggi prospera il cancro
1946, Giovannino ammaina la bandiera delle mafie, sia al sud che al nord.
con lo stemma monarchico e difende Guareschi è difficile da etichettare con
strenuamente il parlamento contro la una sola parola, è una figura complessa
volontà di potere del Presidente del del Novecento, un artista poliedrico
Consiglio in carica, a dimostrazione che che ha saputo dare alla letteratura due
si è sempre battuto per la libertà degli saghe importanti, quella di don Camillo,
italiani. Negli ultimi anni di vita, dopo il Peppone e il Crocifisso che parla, con

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oltre 340 racconti, e quella della famiglia a tanti altri autori, è stato la coscienza
Guareschi, con oltre mille racconti, di questo paese che non riesce a trovare
pubblicati quasi settimanalmente una via d’uscita ai suoi problemi
dalla fine degli anni Trenta fino al 22 prima di tutto culturali. Rileggere oggi
luglio del 1968, giorno della sua morte. Giovannino è un modo per ripensare i
Due saghe che sono un unicum nella problemi dell’Italia di oggi, che hanno
storia della nostra letteratura dove la radici lontane. Ridere con Giovannino
piccola storia, quella del paese e di una è un modo per riflettere seriamente
famiglia qualunque, vive i drammi della su cosa siamo diventati, perché
Grande Storia. Senza dimenticare i abbiamo cancellato la nostra memoria,
grandi romanzi di prima della guerra, rinunciando a noi stessi, ai nostri sogni,
con Il destino si chiama Clotilde e al nostro futuro, al nostro orgoglio di
La scoperta di Milano, due grandi essere italiani. Un orgoglio che non
libri, degni di entrare nella storia del ha colore politico. Guareschi c’invita,
romanzo umoristico, non solo italiano. con i suoi articoli, i suoi film e le sue
E la sua Favola di Natale, scritta in vignette, a guardarci allo specchio, per
campo di concentramento, insieme ai ridere dei nostri difetti e dei nostri
pezzi umoristici dove prende in giro i pregi, sperando di risvegliare la nostra
comportamenti bigotti dei compagni dignità calpestata, come è accaduto per
di prigionia, ne fanno uno dei pochi lui, prima in campo di concentramento
umoristi che hanno scritto all’interno e poi con il carcere a Parma. Nella sua
del lager. Ecco chi è Guareschi, una vita e nella sua opera c’è una lezione,
figura che non si può etichettare con una che è quella di un uomo libero che l’ha
sola parola, con una sola definizione. pagata cara per le sue idee, per la sua
È stato un uomo che ha difeso prima libertà e per il suo desiderio di ridere del
di tutto lo Stato italiano e, a rileggere male. E questo insegnamento è doveroso
alcune sue opere, come L’Italia trasmetterlo, nella sua giusta lezione,
provvisoria, c’è da restare impressionati, senza lenti ideologiche o di parte, alle
ahimè, per l’attualità della lettura di un generazioni future.
paese che, ancora oggi, non ha risolto
i suoi problemi strutturali, di ordine
sociale, giuridico ed etico, a distanza
di quasi ottant’anni dalla nascita della
Repubblica. Giovannino, insieme a
Pasolini, a Flaiano, a Leo Longanesi, a
Indro Montanelli, a Leonardo Sciascia e

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“Adesso vi racconto tutto di me”
Giovannino Guareschi

Alla fine di maggio del 1964 Guareschi aveva movimentato la mia vita, quando...
ricevette presso la redazione del (Buon Dio com’è difficile per un povero
“Borghese” la lettera di una studentessa scrittore scrivere a una Professoressa di
dell’Istituto Tecnico Baccelli di Lettere!).
Civitavecchia. La ragazza, insieme ad Probabilmente è troppo tardi per i
altre compagne, aveva scelto lui come ragguagli sulla mia vita. E forse è meglio
autore da portare alla maturità e gli perché, per studenti che affrontano
chiedeva aiuto per presentarlo in modo l’esame di abilitazione, può risultare
adeguato alla commissione d’esame. “controproducente” includere il mio
Scriveva infatti che, mentre sull’opera nome fra gli scrittori contemporanei.
aveva raccolto molte informazioni, della Il massimo che mi è stato concesso in Italia
sua biografia non sapeva quasi nulla, non è di essere “contemporaneo”, ma nessun
avendo trovato sui libri a disposizione che critico o nessuna autorità nel campo
notizie vaghe e superficiali. La missiva delle Lettere m’ha concesso d’essere uno
fu accompagnata dai saluti del preside scrittore.
e da un’ulteriore richiesta da parte Probabilmente hanno ragione loro.
dall’insegnante di italiano che sosteneva Inoltre, mentre la mia spiccata tendenza
la domanda della sua allieva. Guareschi di destra mi rende sgradito alla sinistra,
rispose pochi giorni dopo, raccontandosi il mio passato di polemista (culminato
con l’ironia di sempre: con la galera) mi rende sgradito al centro.
In compenso, la destra mi considera un
Gentilissima Signora, estremista e mi mette sullo stesso piano
rispondo a Lei pregandola di ringraziare della sinistra.
il Signor Preside e di spiegare alla In definitiva sono “a Dio spiacente ed ai
signorina il ritardo col quale riscontro la nemici sui”. Se poi si consideri che mi sono
raccomandata del 29 maggio. macchiato – nei confronti dei giornalisti
Il fatto è che io, da circa nove mesi, e degli scrittori – della criminosa
mi trovavo in Svizzera per cercar di scorrettezza di aver avuto notevolissimo
sistemare l’infarto di mia spettanza che successo in Italia e all’estero, è chiaro

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che la mia posizione non potrebbe essere che si trattava d’una città stendhaliana
peggiore. e qui frequentai le prime quattro classi
Presentare il mio nome fra quelli degli elementari imparando quel poco e
scrittori contemporanei può essere fatale approssimativo italiano che poi doveva
per un esaminando. permettermi di scrivere articoli di giornale
Comunque, a titolo di semplice curiosità, e libri.
la mia vita non è ciò che comunemente Mio padre, che era un fissato delle
si dice un romanzo: infatti (e di questo macchine a vapore, aveva stabilito che
particolarmente mi fanno colpa i miei io diventassi ingegnere navale. Pertanto
colleghi) la mia vita ha un principio, un venni iscritto di prepotenza al locale
seguito ma manca della fine. Istituto Tecnico.
Passando ai dettagli, Le dirò che sono Il primo anno mi riuscì perfetto. Infatti,
nato troppi anni fa a Fontanelle, un paese mio padre non mi accompagnò in classe,
sparso fra l’erba medica della Bassa ma mi abbandonò nel corridoio e io
parmense. potei andarmene sul Lungo-Parma senza
Il fatto increscioso è avvenuto il 1° maggio essere notato.
del 1908 al primo piano della locale Correva l’anno 1918 e io lo lasciai correre,
cooperativa socialista (non sono figlio di anche perché era un anno difficile, tanto è
una cooperativa, però) e mia madre era vero che il 4 novembre scoppiò la pace e
maestra (insegnò per 49 anni) mentre mio incominciarono i guai.
padre si occupava di macchine agricole. Allora, per tenere tranquillo il popolo
Ho scarsi ricordi dei miei primi anni: lavoratore che non aveva la minima
ma sembra davvero che io fossi un voglia di lavorare, avevano inventato quel
personaggio molto riservato e mi tipo di lavoro che, mi pare, si chiama “a
industriassi a non mettermi in vista. regìa”. Mi spiego: si assume un lavoratore,
Verso i sei anni, qualcuno però si accorse gli si consegna una carriola pregandolo
che ero nato e fu una scoperta sgradevole di non andare a vendersela assieme al
perché l’uomo mi colse mentre svaligiavo badile. Poi gli si fa caricare della terra o
un susino del suo orto. della ghiaia nel punto A e lo s’induce a
Non comprese, il brav’uomo, che io, portarla nel punto B. Qui lo si convince a
essendo nato in una rovente atmosfera riportarla nel punto A. Dopo una trentina
socialista, non potevo possedere un di andata e ritorni, il lavoratore ha capito
concetto molto preciso della proprietà il meccanismo della faccenda e, caricata
privata. la ghiaia nel punto A, la porta nel punto B
Mi trasferii nella stendhaliana città di dove si siede e comincia a giocare a carte
Parma: ma io, lo confesso, non mi accorsi con gli amici. Poi gli viene sete e, siccome

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c’è lì, sempre tra i piedi, un ragazzino coi riuscirebbe più, anche perché i capelli
capelli alla bebè, lo manda a comprare da paggio non quadrano molto bene coi
vino e sigarette. baffi grigi).
Il ragazzino va, pure non essendo sul Nella scuola, come nella vita militare,
foglio-paga. In compenso i “mariden” l’unica regola valida per chi intende
(così erano chiamati quegli “scariolanti”) passarsela bene è di non farsi notare. Per
gli insegnano a fumare, a bestemmiare questo, il secondo anno d’Istituto Tecnico
e lo informano diligentemente su mi andò male. Mi lasciarono finire l’anno
particolarità molto interessanti ma non e poi mi spedirono in collegio. Lì mi
adatte a essere riferite a studentesse e a raparono a zero, mi introdussero a forza
professoresse degli istituti tecnici. dentro una divisa che mi andava stretta
Durante quel primo anno d’Istituto soprattutto nel punto dove doveva essere
Tecnico nessuno della scuola mi aveva “comoda” e ricominciai da capo.
notato. Mio padre aveva molto da fare e Ginnasio, adesso. Mio padre aveva
mia madre era convinta che non si può litigato con un ingegnere e si era accorto
strappare un angioletto coi capelli alla che gli ingegneri sono tutti dei cretini.
bebè dalle gonne della signora maestra Perciò aveva stabilito che dovessi
e buttarlo come un agnellino tra lupi diventare avvocato.
nell’inferno della scuola secondaria. Per la storia: diventai un “ginnasiotto”
Il fatto che io dovessi ripetere l’anno formidabile e con voti incredibilmente
venne accettato pacificamente. alti – merito della maturità cui mi
Ma il secondo anno mi andò male. Mio avevano portato i compagni lavoratori
padre il primo giorno di scuola, mi portò nel greto del torrente Parma – arrivai
fin dentro l’aula dove fui costretto a alla fine della quinta classe come un
rimanere fino al termine della prima, trionfatore. Sempre per la storia, il
ora. collegio è il Maria Luigia di Parma.
Poi ritornai ai miei lavori nel greto del Era stabilito che io frequentassi,
torrente: ma oramai era troppo tardi. La sempre da collegiale anche le tre classi
dannata professoressa di lettere mi aveva del Liceo. Ma ciò non risultò possibile
notato e, non vedendomi più comparire per una questioncella amministrativa:
nei giorni seguenti, incominciò a l’amministrazione del Collegio, infatti,
domandare ai ragazzi: “Ma quello con la nella sua grettezza quasi medievale non
frangetta, non viene più?”. accettava il pagamento della retta in
(Allora coi capelli lunghi alla bebè, cambiali.
facevo molto colpo sulle donne: adesso, Frequentai le tre classi di Liceo da
anche coi capelli alla Beatles, non mi esterno con la spesa complessiva di lire

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due al giorno: una lira di caffelatte e una come aiutante portiere nello zuccherificio
pagnotta di pane da una lira per passare di Parma. Fui per un anno anche
il mezzogiorno. istitutore al collegio Maria Luigia dove
In seconda liceo commisi una grave tutti mi prendevano sul serio eccettuati i
imprudenza: io fino a quel momento ragazzini a me affidati.
avevo praticato soltanto studentesse La fortuna, però, mi aiutò perché riuscii
che allora conducevano un treno di ad evitare di frequentare l’università e
vita molto sobrio e, coi compagni di potei affrontare la parte decisiva della
scuola, parlavano soltanto di faccende mia vita senza essere ostacolato da lauree
scolastiche. e diplomi.
Conobbi, invece, una ragazza Frequentai il corso di ufficiale di
“esterna” che, paga della sua licenza complemento d’artiglieria di corpo
di terza elementare, si disinteressava d’armata a Potenza e andai a prestare
completamente di cose scolastiche pure il servizio di prima nomina a Modena,
possedendo moltissime altre nozioni nel 6° Reggimento, comandato allora
interessanti. Inoltre aveva vizi perversi dal colonnello Marras che poi diventò
come quello di fumare o di andare al generale e Capo dello Stato Maggiore.
cinema e, così, mi mangiava in fumo e Io invece arrivai fino a tenente e tenente
fotogrammi pagnotta e caffelatte. sono ancora. Finito il servizio militare, mi
Superato brillantemente a luglio l’esame trasferii a Milano dove rimasi 25 anni.
di Stato, la famiglia, con la scusa che ero Stavano mettendo in piedi alla Rizzoli
“maturo” mi tolse l’appannaggio delle un settimanale umoristico chiamato
due lire quotidiane. «Bertoldo». Riuscii a infilarmi nel gruppo
Allora mi iscrissi all’università e che comprendeva nomi importantissimi
incominciai a lavorare per vivere. Così come Mosca e il grande Marotta. Lo
presi appunto il grave vizio di lavorare per stesso Saul Steinberg, oggi il più celebre
vivere e non me ne sono ancora liberato. disegnatore umorista degli Stati Uniti,
Provai un’infinità di mestieri: elettricista, uscì dal «Bertoldo».
caricaturista, cartellonista, xilografo, Per cause indipendenti dalla mia volontà,
scenografo, disegnatore, meccanico, scoppiò la guerra mondiale. Io ero stato
custode di depositi di biciclette. Non me fascista dal 1922 quando avevo 14 anni:
ne riuscì bene nessuno e allora ripiegai venni arrestato nel 1942 dai fascisti
sul giornalismo. Scrissi dapprima sulla per aver comunicato al rione Gustavo
«Voce di Parma», poi sulla «Gazzetta Modena, Ciro Menotti, Castelmorrone ciò
di Parma». Nello stesso tempo facevo la che in quel momento pensavo di tutta la
campagna saccarifera tre mesi ogni anno faccenda.

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Per salvarmi dal processo, mi fecero Parma, tredici mesi di galera: e, a onor
richiamare: l’8 settembre del 1943 fui del vero, ricevetti un trattamento che
catturato dai tedeschi che gentilmente solleticava molto il mio orgoglio perché
mi domandarono se preferivo continuare mi vedevo considerato alla stregua dei più
a combattere assieme a loro o se stimati professionisti in rapine, furti con
preferivo essere mandato in campo di scasso, violenze carnali, omicidi eccetera.
concentramento. Trascorsi i miei sei mesi di libertà vigilata
Risposi che avevo deciso di continuare a Roncole dove abito ancora assieme
la guerra per conto mio e, così, mi trovai ai miei due figli e alla mia unica ma
in un campo di concentramento presso sufficiente moglie.
Varsavia in Polonia. Mio figlio ha studiato a Cremona ed
Dicono i miei compagni di prigionia che è geometra. Mia figlia ha studiato a
mi comportai molto bene in quei 19 mesi Cremona e, arrivata alla terza liceo e alla
di prigionia. Può anche darsi. Quando vigilia dell’esame di stato, si è accorta
vennero gli inglesi a liberarmi ero 46 di percorrere una via sbagliata e ha
chili compresi gli stracci che indossavo, abbandonato la scuola.
i pidocchi, le pulci e gli zoccoli di legno Attualmente mio figlio e mia figlia che
all’olandese. si chiamano rispettivamente Alberto e
Poi gli americani mi liberarono dagli Carlotta, gestiscono un piccolo ristorante
inglesi e, dopo sei mesi di attesa, potei a Roncole (un’altra delle mie brillanti
tornare a casa dove trovai che una imprese).
sconosciuta aveva occupato il mio letto: si Mia moglie soprassiede. Soprassiede a
chiamava Carlotta ed era nata due mesi tutto, si capisce: un po’ come il sole che
dopo che ero stato catturato dai tedeschi. illumina e scalda ogni cosa dall’alto dei
Mi rimisi subito al lavoro: riconquistato il cieli. Amen.
mio appartamento di Milano occupato da Fra una disgrazia e l’altra, ho scritto
quelli che avevano vinto la guerra, fondai alcuni libri: La scoperta di Milano, Il
assieme a Mosca e Mondaini il «Candido». destino si chiama Clotilde, Il marito in
Incominciai a rompere seriamente le collegio (anteguerra).
scatole alla gente e continuai imperterrito La favola di Natale, L’Italia provvisoria,
anche dopo aver ricevuto una condanna Don Camillo, Lo Zibaldino, Diario
a 8 mesi di carcere per non aver trattato clandestino, Don Camillo e il suo gregge,
con sufficiente rispetto il Presidente della Corrierino delle famiglie, Il compagno
Repubblica. Poi inciampai contro un don Camillo.
pezzo grosso oggi defunto e monumentato Questi libri sono stati tradotti in tutte le
e mi feci, nel Carcere San Francesco di lingue principali (anche in “Braille” per

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i ciechi), eccettuata la italiana ed è forse genitori d’avermi messo al mondo. E
per questo che i critici italiani non hanno gratissimo sono al Padreterno perché
mai preso in considerazione i miei scritti. non m’ha fatto né peggiore né migliore di
Ho scritto anche sceneggiature tratte da quello che sono.
miei libri e poi rovinate irrimediabilmente Io volevo essere esattamente così come
dal cinema. sono. Diverso di così mi andrei largo o
Adesso sono seduto alla macchina per stretto.
scrivere: in mutande perché fa caldo, ma
fiero.
Ho un’ora di più di quando ho incominciato
a scrivere questa lettera: però non mi sento
vecchio.
Vorrei essere un gigante smisurato per
poter falciare, come quel vecchio che vedo
dalla finestra sta facendo nel prato di erba
medica, tutte le antenne della TV che levano
i loro tentacoli dal culmine delle case.
Detesto i “tifosi” anche se un atteggiamento
del genere è assai impopolare.
Il mio cane si chiama Amleto e zoppica nel
treno anteriore. Fisicamente mi presento
come un uomo di 56 anni con grossi baffi.
Sono sviluppato più nel senso verticale
che in quello orizzontale e, pertanto, sono
più alto che largo. Siccome il dottore
mi ha proibito di fumare, fumo soltanto
quando il dottore non c’è.
Dimenticavo l’hobby. Tutti hanno un
hobby (ammesso che si scriva così) e il
mio hobby è originalissimo perché ho
l’hobby di non avere nessun hobby...
Conduco una vita molto semplice. Non
mi piace viaggiare, non pratico nessuno
sport, non credo nelle vitamine. In
compenso credo in Dio.
Sono profondamente grato ai miei

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Incontro con Alberto Guareschi
Luca Saltini

I lettori di Giovannino Guareschi lo Al pianterreno del vecchio ristorante si


conoscono come Albertino, il bambino trovano il museo e l’archivio, mentre
protagonista, con la “Pasionaria” al piano superiore c’è una grande sala
e Margherita, di molte pagine dello con un camino. Accanto al fuoco sono
scrittore della Bassa, e, ancora prima, la sistemate un paio di panche da dove
dolcissima figura che, in sogno, visita suo si possono guardare le librerie che
padre prigioniero del lager nella Favola contengono la biblioteca personale di
di Natale. Alberto Guareschi però è anche Guareschi e le decine di traduzioni dei
la persona che, con la sorella Carlotta – suoi libri. Alberto sta seduto vicino al
la “Pasionaria”, appunto – si dedica da camino e guarda col suo viso disteso,
anni alla promozione della figura di suo parlando con una voce che ricorda
padre e alla conservazione dell’archivio quella di suo padre, anche se lui è molto
di Giovannino Guareschi di Roncole più pacato, almeno così sembra. Da
Verdi, frazione di Busseto. Qui lo scrittore quando Carlotta è mancata, nel 2015, la
aveva deciso di trasferirsi nel 1952, per sua testimonianza è ancora più preziosa.
rientrare nella sua Bassa dopo molti anni
trascorsi a Milano. Aveva aperto prima Che cosa ricorda di suo padre negli
un bar e poi un ristorante che aveva dato anni della sua prima infanzia, gli
in gestione ai suoi figli. Ora in questi anni tristi della guerra e della sua
spazi ha sede un’esposizione permanente prigionia?
a lui dedicata e l’archivio, dove si Nel 1943 quando mio padre venne
recano studiosi, appassionati e migliaia catturato dai tedeschi io avevo solo tre
di estimatori di Guareschi. Alberto, anni e di quel periodo non conservo
coadiuvato dalla sua famiglia, gestisce un ricordo preciso. Ricordo invece il
il traffico e supporta i ricercatori nelle periodo successivo, quello in cui lui era
esplorazioni tra le numerosissime carte: nei Lager tedeschi. Eravamo sfollati
manoscritti, lettere, disegni, fotografie, a Marore di San Lazzaro in provincia
giornali, riviste e molto altro materiale di Parma, nel palazzo scolastico, dove
tutto a disposizione degli studiosi. mia nonna, maestra elementare, era

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alloggiata. Ricordo che, al rientro a casa per assistere alla lettura della Favola
di mio padre, io mi sono spaventato mentre Arturo Coppola, l’autore delle
perché non capivo chi fosse quell’uomo “musiche di scena” nate nel Lager, lo
magrissimo con grandi baffi e con gli accompagnava con la fisarmonica. Mi
occhi spiritati. Per un certo periodo lo colpì moltissimo un effetto scenico che
considerai come un “forestiero” ed un doveva rappresentare la neve e che,
“usurpatore” perché si era impadronito stranamente, la faceva “cadere” dal
del mio posto nel letto di mia madre... basso verso l’alto.
Mia sorella, invece, nata due mesi dopo
la sua cattura, vedendolo per la prima Come era suo padre nella quotidianità?
volta, gli sorrise subito dicendo, a chi gli Il suo modo di vivere la quotidianità era
domandava chi era: “È un altro zio!” per me normale anche se, parlando con i
ricordando lo zio Pino, fratello di mio miei compagni di scuola, avevo scoperto
padre, che veniva spesso a trovarci. che i loro genitori avevano un ritmo
di vita e di lavoro molto differente.
Suo padre però si è aggrappato con Rientrato dalla prigionia dovette
forza al pensiero di lei bambino. Anzi ricostruire tutto quello che la guerra gli
quel suo figlio lontano è stata l’ancora aveva sottratto: la macchina, i risparmi e
che gli ha permesso di resistere alla il lavoro. Per questo dovette subito darsi
dura prova del lager. Spesso sognava da fare lavorando giorno e notte. Questa
di stare con lei e scrisse addirittura la iperattività lo rendeva molto sensibile e
Favola di Natale. Che impressione le nervoso e noi bambini dovevamo stare
fece assistere alla rappresentazione attenti a non disturbarlo quando era
che di quel racconto fu fatta a Milano, alla macchina da scrivere e quando
terminata la guerra? disegnava. Però, dopo avere fatto, come
Nel dicembre del 1946, tre mesi dopo il lui diceva, il “compito” rientrava nella
suo ritorno dal Lager, mio padre fondò normalità e la sera non dimenticava mai
assieme a Giovanni Mosca e a Giaci di raccontarci a puntate una bellissima
Mondaini il settimanale “Candido” e favola che, purtroppo, non ha mai
pubblicò La Favola di Natale scritta scritto e il cui protagonista era un
nel Lager. Il libro attirò subito la mia bambino, Cacochino. Ricordo sempre
attenzione perché scoprii, con piacere, che, finendo ogni puntata, lasciava il
che il bambino che compariva nei bambino in tremendi guai e che, nella
disegni assieme alla nonna ero io. puntata successiva, riusciva a farglieli
Ricordo come in un sogno che mio padre superare senza ricorrere al Deus ex
ci portò tutti all’Angelicum di Milano machina o alla bacchetta magica della

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fata di servizio. Le puntate erano tanto soggetto, sceneggiatura e dialoghi del
belle che mia madre che stava cucendo film “Gente così” che, purtroppo, non
o facendo la maglia, pian piano si ebbe successo. Poi scrisse soggetti e
avvicinava a noi per ascoltare. dialoghi per i cinque film della serie “Don
Camillo” aggiustando la sceneggiatura
Cosa ricorda del suo lavoro e del suo di Duvivier e Barjavel dei primi due e
modo di lavorare? scrivendo la sceneggiatura degli altri
Lui diceva che le idee per svolgere il tre film cui misero mano purtroppo
“compito” gli venivano sia dall’ambiente sceneggiatori ufficiali modificando e, a
in cui si trovava che dal “magazzino” dei volte, banalizzando i contenuti.
ricordi. “Per me l’azione dello scrivere
va divisa in due tempi” ha scritto in Cosa ricorda dei grandi attori con
un racconto di Osservazioni di uno cui suo padre lavorava?
qualunque. “Io scrivo anche piantando Sono stato sul set una volta sola nel
un chiodo. Per me l’azione dello scrivere 1951. Avevo undici anni e mi annoiai
va divisa in due tempi. Io scrivo una storia tremendamente perché quando
quando me la costruisco nel cervello, giravano un scena non capivo cosa
pezzo per pezzo. Quando la racconto a stesse succedendo e mi rifiutai di
me stesso. [...] Poi, quando ho trovato accompagnare mio padre una seconda
nel magazzino dei miei ricordi – o li volta. In quell’occasione incontrai
ho fabbricati nell’officinetta della mia Fernandel e di lui mi è rimasto il ricordo
fantasia – i pezzi occorrenti a comporre di un uomo serio che parlava solo in
la mia storia, il più è fatto. Non mi resta francese velocissimamente. L’incontrai
che strappare dalle mani di Giovannino una seconda volta nel mio ristorante a
il martello, il pennello, il trapano, la Roncole Verdi in occasione del pranzo
vanga, la zappa e costringerlo, con la di nozze di mia sorella: ricordo con
violenza talvolta, a sedersi a tavolino molto piacere il suo sorriso contagioso
e battere a macchina la storia che gli nella bellissima foto con Gino Cervi e
detterò”. con mio padre mentre tiene in braccio la 
mia primogenita Giovanna. Gino Cervi
Amava scrivere per il cinema? è venuto in seguito alcune volte a cena
Nel 1939 collaborò alla sceneggiatura nel mio ristorante e lo ricordo come una
di un famoso film, “Imputato alzatevi!” persona gentile e molto sensibile.
interpretato da Macario e nel suo archivio
ci sono diverse scalette per alti film che Ad un certo punto della sua
non sono stati realizzati. Nel 1949 scrisse vita, Guareschi ha cominciato a

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frequentare il Ticino, in particolare don Camillo nel 1959 e Don Camillo e
il paese di Cademario, dove passava don Chichì nel 1966.
molti mesi. Che significato aveva per
lui questo luogo? Perché suo padre decise di aprire un
L’avvicinamento di mio padre a ristorante?
Cademario avvenne nel 1954, in un La mia famiglia si trasferì a Roncole,
periodo cruciale della sua vita: era stato paese natale di Giuseppe Verdi, nel
querelato da Alcide De Gasperi per 1952. Allora non vi era ricettività
diffamazione a mezzo stampa per aver turistica nonostante le numerose visite
pubblicato un duro commento su di lui di appassionati verdiani e così mio
basato su due lettere a questi attribuite; padre, nel 1957, creò il Caffè Guareschi
sapeva bene che lo scontro gli sarebbe che oggi è considerato “Caffè storico”.
costato tantissimo, ma riteneva suo Nel 1964 aggiunse al Caffè il ristorante
dovere di italiano combattere la sua Guareschi per dare un’attività a me
battaglia anche senza speranza pur di e a mia sorella. E così è stato perché
non tradire i suoi princìpi di giornalista e nei primi anni noi due ce ne siamo
di italiano libero. Non si faceva illusioni occupati insieme. Poi ho continuato io,
sull’esito del processo e, pensando aiutato dalla mia famiglia (mia moglie
che, finita la battaglia e pagato il suo è di Cademario…) e l’ho gestito fino al
debito, non avrebbe più voluto vivere 1994, anno in cui dovetti scegliere fra
in Italia, cercò un posto nel quale la ristorazione e la cura del ricordo di
rifugiarsi. Così, in occasione delle sue mio padre e del suo archivio visitato già
visite a Lugano al depositario delle due allora da studenti e studiosi.
famose lettere, chiese a un conoscente
comune di cercargli un rifugio elvetico. Suo padre è stato travolto da un
Saldato il suo debito con la “giustizia” grande successo. Come ha vissuto
con quattrocento giorni di carcere duro questo impatto e come ha influito
e sei lunghi, umilianti, mesi di libertà sulla vostra famiglia?
vigilata a Roncole, nella primavera del Il grande successo non ha assolutamente
1956 salì a Cademario, con la speranza modificato il suo e nostro modo di
di poter trovare sollievo ai suoi già gravi comportarci perché ci ha donato la
problemi di cardiopatico. Il clima di simpatia e l’amicizia di tante persone per
Cademario gli fu di grande aiuto e vi bene. L’unico lato per me e mia sorella
passò ogni anno diversi mesi, riuscendo “negativo” era quello di non poter
a ritrovare serenità e il filo dei suoi disporre della compagnia esclusiva di
pensieri tanto da scrivere Il compagno nostro padre quando eravamo assieme

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per strada perché continuavano a Può dire qualcosa sulla fede di suo
fermarlo, a fargli firmare autografi padre?
e a fotografarlo. Ma si trattava di un La sua era una fede profonda, istintiva,
semplice dettaglio. trasmessagli dalla madre. I dialoghi che
ha creato tra don Camillo e il Cristo
Cosa ricorda del processo e del dell’altar maggiore ne danno la prova
carcere di suo padre seguiti alla perché sono nella piena osservanza
querela di De Gasperi? dell’ortodossia cattolica.
Anche se avevo solo quattordici
anni avevo seguito con attenzione la
vicenda del processo De Gasperi, della
condanna per averlo diffamato e del
rifiuto di mio padre di appellarsi contro
la sentenza: “Accetto la condanna come
accetterei un pugno in faccia: non mi
interessa dimostrare che mi è stato dato
ingiustamente”. Leggevo “Candido”
e i numerosi giornali che circolavano
per casa. Mio padre sapeva, anche se
di questo non parlavano, che noi figli
eravamo d’accordo con lui sulla sua
scelta e questo per lui era certamente
un conforto. Né lui né mia madre
hanno mai voluto parlare con noi dei
particolari per non turbarci e grazie
alla loro intelligenza e sensibilità che li
ha spinti a non drammatizzare la cosa,
siamo usciti da questa esperienza senza
traumi né complessi.

Come era il rapporto tra i suoi


genitori?
Ottimo: hanno litigato per tutta la
vita. Però, quando uno era assente
per qualche ragione, l’altro era come
smarrito…

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Il percorso della mostra
Luca Saltini e Alberto Guareschi

1. L’infanzia di Giovannino in stabili e facendo il mediatore. Il


(1908-1920) futuro scrittore viene iscritto alla scuola
Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi elementare “Jacopo Sanvitale”, dove
nasce il 1° maggio 1908 a Fontanelle, da termina le primarie. Passa nel 1918 al
Lina Maghenzani, maestra elementare, Regio istituto tecnico “Pietro Giordani”,
e Augusto Guareschi, negoziante di ma ben presto è evidente che Giovannino
biciclette, macchine da cucire e macchine non è portato per gli studi tecnici. Viene
agricole. La sua casa natale è in parte così iscritto al Ginnasio Romagnosi e
affittata alla locale sezione socialista diventa convittore presso il collegio Maria
che, nel giorno della festa dei lavoratori, Luigia di Parma.
è riunita per ascoltare un comizio
di Giovanni Faraboli. Faraboli è un 2. Giovannino studente liceale
sindacalista, socialista riformista, uno Al Ginnasio Romagnosi, Giovannino si
dei fondatori della Lega dei contadini rivela un ottimo studente, impegnato e
a Fontanelle. Saputo della nascita del serio, anche se un po’ irrequieto. Conosce
bambino, lo prende dalla camera di Cesare Zavattini, di sei anni più vecchio,
sua madre per presentarlo alla folla, che fa l’istitutore presso il Collegio
con l’auspicio di vederlo diventare un Maria Luigia per mantenersi agli studi
giorno un campione del socialismo! Il all’università. Zavattini intuisce subito le
sogno non si realizzerà, ma Faraboli doti non comuni di Giovannino e le mette
resterà nell’immaginario di Guareschi. in evidenza nei giudizi che deve redigere
È infatti questo sindacalista il modello in qualità di educatore.
su cui lo scrittore costruirà in seguito il Il 4 novembre 1925 il padre di Guareschi
personaggio di Peppone. viene dichiarato fallito per il pessimo
Nel 1914 la famiglia di Giovannino andamento dei suoi affari. La famiglia si
si trasferisce a Parma. Sua madre ha trova di colpo in povertà e può mantenersi
avuto un nuovo incarico presso la scuola dignitosamente soltanto grazie al lavoro
elementare di Marore, paesino situato a della madre e al suo diritto, in quanto
poca distanza dalla città. Il padre cambia maestra, ad occupare una casa presso la
lavoro, commerciando con poca fortuna scuola dove insegna. Giovannino deve

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però abbandonare il Collegio Maria notizie verosimili, piccoli racconti che i
Luigia e frequentare il ginnasio da lettori apprezzano. Collabora anche con
esterno. Il momento è particolarmente riviste umoristiche locali, dando sfogo alle
drammatico. Zavattini gli procura un sue doti di illustratore e disegnatore. Si
lavoro come correttore di bozze alla occupa di diversi numeri unici pubblicati
“Gazzetta di Parma”, consentendogli di in occasioni speciali, come “Bazar”,
avere un piccolo reddito per completare “Straparma”, “Sua maestà il carnevale”,
gli studi. Il rendimento scolastico però ne realizzando numerosi articoli e disegni.
risente in modo grave e Guareschi viene Di questo periodo (maggio 1933), è
rimandato in storia e latino nell’esame l’incontro con Ennia Pallini, commessa
di ammissione al liceo. Riesce a superare in un negozio di scarpe, che diventerà
lo scoglio grazie all’aiuto all’arciprete sua moglie e gli starà accanto per tutta
di Marore, don Lamberto Torricelli, che la vita. Si sposano il 10 febbraio 1940.
lo accompagna con ripetizioni per tutta Avranno due figli: Alberto e Carlotta.
l’estate. Questo sacerdote è una pezza Tutti loro troveranno spazio nelle pagine
d’uomo di oltre due metri, con mani di Giovannino: Ennia sarà “Margherita”,
grandi e piglio deciso. Gli sta vicino anche poi ci sarà “Albertino” e Carlotta
moralmente e diviene più tardi il modello diventerà “la Pasionaria”.
per don Camillo.
4. L’avventura del “Bertoldo”
3. Giovannino giornalista a Parma Nel novembre 1934 Guareschi parte per
Nel gennaio 1929 Giovannino si il servizio militare. Durante la ferma,
iscrive alla facoltà di Giurisprudenza l’amico Zavattini lo segnala ad Angelo
dell’Università di Parma, ma frequenta Rizzoli che sta cercando un redattore
raramente le lezioni e preferisce restare capo per il suo nuovo bisettimanale
attivo nel mondo dei giornali. Nel 1931 umoristico “Bertoldo”. Il “vecchio”
diventa infatti redattore del “Corriere istitutore del collegio Maria Luigia ritiene
Emiliano” – che nel frattempo ha infatti l’ex allievo ormai pronto per fare
assorbito la “Gazzetta di Parma” – e gli il grande balzo e raggiungere Milano.
viene assegnata la cronaca nera. Comincia Gli anni di lavoro trascorsi a Parma
così a muoversi tra la città e la campagna sono stati importanti per la formazione
con la sua bicicletta in cerca di notizie. di Giovannino nella professione
Gli spostamenti richiedono un grande di giornalista. Come disegnatore e
dispendio di tempo e i pezzi che riesce a illustratore si è impadronito delle tecniche
scrivere sono troppo pochi per guadagnare d’espressione vecchie e nuove, imparando
a sufficienza. Decide allora di inventarsi a impaginare con eleganza disegni e testi.

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Rizzoli decide quindi di assumerlo e, nel commedie radiofoniche o addirittura
1936, Guareschi si trasferisce con Ennia testi per fantasie musicali e letture in
nel capoluogo lombardo, dove lavora versi. Escono anche i suoi primi libri:
come redattore capo del “Bertoldo” fino al La scoperta di Milano (1941), Il destino
1943. Alla rivista collaborano le più belle si chiama Clotilde (1942), Il marito in
firme dell’umorismo italiano del tempo, collegio (1944), quest’ultimo pubblicato
ad esempio Carletto Manzoni, Giovanni quando era internato militare nei lager
Mosca, Vittorio Metz, Saul Steinberg. Una tedeschi.
delle rubriche curate da Guareschi servirà Nel 1942 riceve la notizia che suo fratello
da trampolino di lancio per autori quali minore Lodovico è disperso in Russia.
Oreste del Buono o Italo Calvino. La rivista Il fatto sconvolge Guareschi che, sotto
diviene un punto di riferimento per una l’effetto di una sbronza, urla in pubblico
controcultura alternativa alla retorica di improperi contro Mussolini. Viene quindi
regime. L’umorismo, la satira, l’ironia del arrestato dalla polizia politica e, a causa
“Bertoldo” costituiscono infatti un’arma dell’episodio, perde le collaborazioni
molto potente per mettere in ridicolo la con l’E.I.A.R, “La Stampa”, il “Corriere
prosopopea delle manifestazioni e del della Sera”. Viene anche richiamato alle
linguaggio del potere, favorendo la nascita armi e costretto a partire. Nel 1943,
di un certo senso critico. Il Ministero della dopo l’armistizio, le truppe tedesche lo
Cultura Popolare interverrà infatti più catturano insieme al suo battaglione presso
volte per cercare di tacitare la rivista e i Alessandria e lo inviano prima in Polonia,
suoi redattori. a Czestochowa e, successivamente,
nel campo di concentramento di
5. Gli anni della guerra Beniaminowo; passa poi in Germania, a
A Milano, Guareschi non si limita al Sandbostel, e a Wietzedorf, dove rimane
lavoro presso il “Bertoldo”. Collabora fino alla liberazione da parte degli anglo-
infatti con varie testate, dal settimanale americani, il 16 aprile 1945. Scoprirà in
“Tutto” di Rizzoli, a quotidiani del seguito con grande gioia che suo fratello
calibro del “Corriere della Sera” e non era morto, ma era riuscito a rientrare
“La Stampa”, a riviste come “Scena in Italia sano e salvo.
Illustrata”, “Illustrazione Italiana”,
“Illustrazione del Popolo”, “Film”. Inizia 6. Giovannino nel lager
anche a scrivere testi per l’E.I.A.R (Ente La vita nel lager è dura. Il cibo è scarso,
Italiano per le Audizioni Radiofoniche), l’acqua è distribuita da un’unica pompa
occupandosi di temi di attualità, tenendo che serve 10.000 persone, due volte al
diverse rubriche, scrivendo pezzi per giorno ci sono estenuanti appelli durante

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i quali si passano ore sotto la pioggia e 7. La Favola di Natale
al freddo. Molti uomini si ammalano, Durante la prigionia, Guareschi trova
altri muoiono. Si sviluppa però una molto conforto nel pensiero dei figli,
solidarietà tra i sopravvissuti. Ciascuno soprattutto di Albertino, che è il solo ad
mette a disposizione quello che sa e aver conosciuto. Nei sogni, il bambino
vengono organizzati corsi di diritto, viene a trovare suo papà. Nel diario dello
filosofia, letteratura, agraria, qualcuno scrittore ci sono spesso annotazioni come
costruisce addirittura una radio con queste: “Albertino mi chiama nella notte
pezzi di recupero. Dall’Italia giunge da dietro il reticolato” oppure “Questa
la notizia della nascita di Carlotta. Il notte è venuto Albertino a trovarmi”.
pensiero della bambina e del piccolo Il fantasma di Albertino diventa
Alberto costituiscono un fondamentale protagonista della Favola di Natale,
appiglio per non precipitare. A fatica, un racconto onirico e dolcissimo in cui
Giovannino resiste e in lui cresce una Guareschi immagina che suo figlio e sua
consapevolezza nuova. Fino a quel madre affrontino un viaggio fino a lui,
momento aveva ritenuto il suo compito incontrando strani personaggi, funghi
di umorista soltanto quello di far ridere parlanti, oggetti animati, angeli e possano
i suoi lettori. Ora si rende conto che condividere con lui il pranzo di Natale
può usare le sue doti per sostenere i fuori dal campo.
compagni nella disperazione. Il lavoro di Scritto nella notte di Natale del 1944,
giornalista satirico può diventare allora il libro non parla soltanto del desiderio
un mezzo per tenere viva la speranza di di casa e della mancanza degli affetti,
un ritorno e affrontare la dura realtà della ma possiede anche un forte contenuto
prigionia. Guareschi comincia a svolgere di denuncia del sistema dei lager e della
il suo lavoro come se fosse libero. Scrive, guerra, evidente in personaggi come le tre
disegna, racconta ai compagni favole cornacchie, l’uomo dell’oscuramento o
legate alla quotidianità che si aprono alla quello censore della poesia. Nessuna delle
speranza, che li fanno volare con la mente figure presenti nel racconto è inventata,
fino a casa. Questi scritti hanno la forza di così come i fatti narrati hanno tutti un
unire migliaia di persone e confluiranno, preciso riferimento alla realtà. Le tavole
nel 1948, nel lavoro più importante e realizzate per illustrare l’opera rendono
meno conosciuto di Guareschi: il Diario evidente questo contenuto polemico.
clandestino. Nel 2008 i figli cureranno La Favola viene letta da Guareschi
l’opera inedita tratta dal suo diario intimo davanti ai commilitoni, accompagnato
intitolata Grande diario. Giovannino da un’orchestra di fortuna radunata da
cronista dal lager. Arturo Coppola che ha anche composto

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le musiche. L’anno dopo, nell’Italia cui ancora era agitata l’Italia.
ormai liberata, la lettura verrà ripetuta Il “Candido” può fregiarsi di collaboratori
all’Angelicum di Milano, alle presenza di tutto rispetto: Carlo Manzoni,
degli ex prigionieri e delle loro famiglie, Massimo Simili, Alessandro Minardi,
anche di Albertino, che scopre di essere Leo Longanesi, Oreste del Buono, Indro
lui il protagonista del racconto. Montanelli e molti altri.
La rivista è occasione per Guareschi per
8. Il ritorno a Milano pubblicare testi che poi diventeranno
Guareschi rientra in Italia nell’agosto del libri, come L’Italia provvisoria (1947)
1945 e si mette subito al lavoro, cercando o lo Zibaldino (1948), ma soprattutto i
di radunare i vecchi collaboratori del racconti di Mondo Piccolo.
“Bertoldo”. Con Giovanni Mosca e Giaci
Mondaini, e il sostegno di Rizzoli, fonda 9. Il mondo piccolo di don Camillo
il “Candido”, settimanale umoristico di La prima puntata della serie di Mondo
accentuato impegno civile. Indipendente, piccolo compare su “Candido” nel
con simpatie monarchiche, il giornale dicembre 1946. Questa rubrica si affianca
combatte tutte le battaglie del dopoguerra alle altre battaglie del giornale e riflette
e della ricostruzione. Nel 1946, in la posizione personale di Guareschi
occasione del referendum istituzionale, che distingue l’uomo dall’ideologia.
si schiera risolutamente in favore della Il personaggio di Peppone, infatti,
monarchia, in una battaglia appassionata, è fermamente convinto della bontà
ma persa. Nel 1948, per le elezioni delle sue idee, le difende con forza, ma
politiche del 18 aprile, lotta invece contro quando deve prendere una decisione sul
il Fronte Popolare Democratico e sostiene piano morale, agisce secondo la propria
la DC. I disegni di Guareschi sono molto coscienza, infischiandosene delle direttive
efficaci e gli valgono anche numerose del partito. Il sindaco comunista e il
minacce di morte. Le sue vignette mettono suo antagonista sacerdote sono ispirati
alla berlina i comunisti, come quelle sulla a due persone realmente conosciute
“Obbedienza, cieca, pronta, assoluta” da Guareschi: il sindacalista Giovanni
dei militanti o quelle in cui i “rossi” Faraboli e il parroco di Marore don
vengono disegnati con la terza narice, Lamberto Torricelli. Si aggiunge la terza
quella servita per estrarre il cervello e figura immancabile nei racconti, ossia il
versarlo nell’ammasso del partito che Cristo dell’altar maggiore che trasporta
avrebbe pensato per loro. Questa satira, nell’azione il vero pensiero e la morale
dopo le violenze della guerra civile, riesce di Giovannino. È un Cristo sorridente,
comunque a stemperare la tensione da che spinge al dialogo con l’altro, in

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opposizione alle chiusure dell’ideologia. ma fu presto chiaro che era necessario
La prima raccolta di Don Camillo esce un professionista. Fu scelto così Gino
nel 1948, in piena campagna elettorale, Cervi. Come noto, l’accoppiata si rivelò
con l’intento di fare opposizione al Fronte straordinariamente azzeccata, tanto da
Popolare anche con questa pubblicazione. legare per sempre i personaggi ai volti dei
Il libro ha subito un successo incredibile, due attori.
viene continuamente ristampato. In Guareschi partecipò attivamente alla
seguito usciranno Don Camillo e il suo lavorazione dei film, oltre a scrivere le
gregge (1953), Il compagno don Camillo sceneggiature. Mancò soltanto sul set di
(1963) e Don Camillo e i giovani d’oggi, “Don Camillo e l’onorevole Peppone”,
uscito postumo nel 1969. L’epopea del girato mentre lui si trovava in carcere.
Mondo piccolo di Peppone e don Camillo Le versioni italiana e francese dei primi
verrà tradotta in varie lingue, fino a due film sono differenti, soprattutto
raggiungere anche paesi impensati, come perché in Italia i film vennero sottoposti
la Groenlandia o la Corea del Sud. a una certa censura e risultano tagliati in
diverse parti. La realizzazione dell’ultimo
10. Don Camillo al Cinema episodio della serie, “Don Camillo e i
L’avventura cinematografica di don giovani d’oggi”, fu abbandonata a causa
Camillo ha un prologo nel 1949, quando della morte di Fernandel. Gino Cervi
Guareschi scrive soggetto e sceneggiatura non volle recitare con un altro compagno
di “Gente così”. Il film viene girato lo e il film fu girato in seguito da altri
stesso anno ed è tratto da una serie di attori, senza però raggiungere nemmeno
racconti comparsa sul “Candido”. Qui lontanamente il successo dei precedenti.
i protagonisti sono di nuovo un prete –
don Candido –, un sindaco – Giusà –, un 11. L’affaire De Gasperi
contrabbandiere e una maestra. È però Guareschi aveva sostenuto la Democrazia
con la serie dedicata a don Camillo che Cristiana nelle elezioni del 1948, ma
arriva il vero successo, anche all’estero, negli anni successivi aveva assunto
soprattutto in Francia. Tra il 1951 e posizioni più critiche verso De Gasperi.
il 1965 vengono girati 5 film. Il regista Nel 1952, in occasione di un pranzo
dei primi due episodi è Julien Duvivier. dopo l’inaugurazione di un metanodotto
Il ruolo di don Camillo viene subito a Cortemaggiore, i due hanno modo
assegnato a Fernandel. Per la parte di di incontrarsi. Il colloquio è tutt’altro
Peppone, il produttore Angelo Rizzoli che amichevole. Lo statista rinfaccia a
avrebbe voluto lo stesso Guareschi e, in Guareschi il sostegno dato ai monarchici
effetti, lo scrittore si mise a disposizione, che hanno trionfato alle elezioni comunali

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di Napoli e gli annuncia di voler adottare per insufficienza di prove. Guareschi,
una linea dura verso il suo giornale. convinto di essere innocente, non poteva
Due anni più tardi, lo scrittore riceve la infatti accettare un’assoluzione di questo
fotocopia di due lettere di De Gasperi. tipo, perché avrebbe lasciato su di lui
La perizia calligrafica che fa eseguire l’ombra del dubbio. Lo scrittore sceglie
ne attesta l’autenticità. Le missive la galera. Si costituisce al carcere di
risalgono agli anni dell’occupazione Parma il 26 maggio 1954 e ci resta
e in una di queste l’autore chiede agli per 409 giorni. Durante la prigionia, i
angloamericani di bombardare Roma, giornali annunciano improvvisamente la
giudicata punto strategico, per favorire sua domanda di grazia. Per Guareschi
l’insurrezione, mentre nell’altra parla è un momento drammatico. Lui non ha
dei bombardamenti richiesti con un fatto nessuna richiesta del genere! È una
compagno del CLN. Guareschi le falsa notizia diffusa da ambienti vicini
pubblica con un duro commento e viene a De Gasperi per consentire allo statista
subito querelato dallo statista. Segue di dichiararsi pubblicamente disposto a
un processo durante il quale la perizia perdonare il suo detrattore. Tutto viene
fatta fare da Guareschi non viene presa chiarito e Guareschi ne parla in una
in considerazione, né vengono ascoltati i drammatica lettera a Ennia (30 luglio
testimoni a suo favore. Il tribunale non 1954).
gli concede neppure una controperizia.
La motivazione della condanna è 12. L’ultima stagione
l’asserita impossibilità che De Gasperi Nel periodo di incarcerazione, Guareschi
abbia scritto quelle lettere, per il suo alibi riceve migliaia di attestazioni di stima,
morale e perché in tribunale ha giurato lettere di amici e persone comuni che
che i documenti sono falsi. Mesi dopo la vogliono manifestargli la loro vicinanza.
magistratura decreta la distruzione delle Quando esce di prigione è però provato.
missive. Guareschi viene condannato a Fatica a riprendere a scrivere, deve
12 mesi di carcere per diffamazione. Si passare sei mesi di umiliante libertà
rifiuta di ricorrere in appello. Ritiene vigilata e subisce gli strascichi della
infatti di aver subito un’ingiustizia, vicenda De Gasperi. Per ragioni di
essendogli stato di fatto impedito di opportunità politica deve lasciare la
difendersi. Non riceve neppure l’allora direzione del “Candido”, arrivando
presidente del consiglio Scelba, recatosi addirittura a dimettersi nel 1961 in
in persona da lui per convincerlo vista di un suo probabile licenziamento e
presumibilmente a ricorrere in appello l’editore chiude il periodico. Viene accolto
il cui esito sarebbe stata una assoluzione a “La Notte” dall’amico Nino Nutrizio.

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Nel 1962 viene colpito da un infarto,
conseguenza della sua vicenda carceraria,
ma l’anno successivo è a Roma per
lavorare su un nuovo film, “La Rabbia”,
un documentario di attualità suddiviso
in due parti, affidate l’una a lui, l’altra a
Pasolini. Guareschi scrive anche per “Il
Borghese”, “Oggi” e realizza diversi testi
per la pubblicità. È sempre più affaticato
e si sente isolato. Vive ormai a Roncole
Verdi (Parma), dove ha aperto un caffè e
un ristorante. Ha anche comprato diversi
poderi, cercando di attrezzarli e affidarli
a contadini che potessero farli rifiorire.
È però il tempo dell’abbandono delle
terre da parte dei contadini e Guareschi,
deluso, abbandona questa avventura. Da
tempo ha preso l’abitudine di trascorrere
lunghi periodi di tempo a Cademario,
dove riesce a lavorare con serenità. Nel
1967 esce La calda estate del pestifero
e, l’anno seguente, Vita in famiglia
(postuma e non a sua cura). La sua salute
però è sempre più precaria. Muore per
un attacco di cuore a Cervia, il 22 luglio
1968.

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Indice
delle illustrazioni

p. 3 pp. 34-35
Giovannino Guareschi a tre anni, col Guareschi e De Gasperi durante
colletto di pizzo e i capelli alla “bebé” l’incontro a Cortemaggiore, 1952

p. 4
Giovannino Guareschi a Parma, 1933

p. 10
Giovannino Guareschi nella foto
segnaletica all’inizio della sua prigionia,
1943

p. 15
Sul set del primo film della serie di Don
Camillo. Guareschi, la moglie Ennia,
Fernandel. Brescello, 1951

p. 18
Ennia Pallini, 1934

p. 19
Ennia Pallini in una caricatura di
Giovannino

p. 22
La prima pagina di un’edizione
dell’“Arcibertoldo”

pp. 26-27
Giovannino Guareschi in posa ironica
nella redazione del “Bertoldo”, 1940

41
fr. 5.-

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