Sei sulla pagina 1di 3

Il giovane Mussolini secondo Bruno Vespa

06 novembre 2014

1Vespa, vacanze nostalgiche: "Ho dormito nel letto del Duce"

Un ruolo decisivo (per l'ingresso in guerra dell'Italia ) lo ebbero i socialisti e il loro eretico agitatore,
Benito Mussolini. Il futuro Duce cambi radicalmente opinione nel giro di tre mesi. In luglio era
fermamente neutralista, come la grande maggioranza dei socialisti; in ottobre manifest simpatia
per l'Intesa coniando la celebre italianissima frase sulla necessit del passaggio "dalla neutralit
assoluta alla neutralit attiva e operante". I compagni lo misero alla porta. L'espulsione avvenne il
24 novembre 1914, in un clima di rissa ben raccontato da Nicholas Farrell e Giancarlo Mazzuca in
Il compagno Mussolini. Accusato di indegnit morale e politica, Mussolini si difese in un discorso
interrotto da grida condite di calci e pugni tra le due fazioni: "Sar ghigliottinato da un ordine del
giorno che non dice i motivi di tale indegnit (...) Voi credete di perdermi: vi illudete.Voi mi odiate
perch mi amate ancora. Mi amate ancora perch sono e rimarr socialista Strappatemi pure la
tessera che ho sempre amata, ma io rimarr sempre socialista. Evviva il socialismo!". Lasciata la
direzione dell'Avanti!, Mussolini fond un proprio giornale destinato a grande fortuna, Il Popolo
d'Italia, che all'inizio fu visto con simpatia dai socialisti di sinistra, da Palmiro Togliatti ad Antonio
Gramsci. Il fondatore del Partito comunista, che sar il pi irriducibile avversario del fascismo,
invi alcuni articoli alla nuova testata. A scanso di equivoci, nel primo numero Mussolini scrisse: "Il
grido augurale una parola paurosa e fascinatrice: guerra!". Questo atteggiamento gli procur la
simpatia di tanti, a cominciare da Prezzolini, che gli telegraf: "Partito socialista ti espelle, Italia ti
accoglie".
L'allora trentunenne Benito Mussolini fu un esemplare voltagabbana. Trasform in un baleno il suo
grido "rivoluzione se ci sar guerra" in quello uguale e contrario "rivoluzione se non ci sar guerra".
Si detto che questo repentino cambio di fronte fu favorito dal denaro francese. Verificando diverse
testimonianze, Gaetano Salvemini accert che tali finanziamenti furono costanti a partire dalla
primavera del 1915. "Il Popolo d'Italia", lanciato da qualche sovvenzione industriale patrocinata da
Filippo Naldi, direttore del Resto del Carlino di Bologna, si trovava infatti in gravissima difficolt
per la modestia delle sottoscrizioni popolari. In aiuto di Mussolini intervennero prima i socialisti
francesi e belgi, con una sovvenzione mensile di 10.000 lire (pari a 60 milioni del 2001), poi
direttamente il governo di Parigi.
Pierre Milza racconta che i diplomatici francesi dell'epoca ricordavano un Mussolini vestito molto
dimessamente presentarsi con regolarit a palazzo Farnese a riscuotere il contributo. Linviato di
Parigi a Roma, Henri Gonse, annotava nel febbraio 1916: "Mussolini completamente nelle nostre
mani Ci fa continue richieste di denaro. Dobbiamo soddisfarle perch nella primavera del 1915 ci

stato grandemente utile. Non possiamo smettere ci che abbiamo fatto sinora senza che ne
nascano inconvenienti".
Nel 2009, grazie al sontuoso volume di Christopher Andrew, The Defence of the Realm, la prima
storia autorizzata dei servizi segreti britannici, si scoperto che pi tardi Mussolini ricevette
finanziamenti anche dagli inglesi. Nellautunno del 1917 le forze dellIntesa se la passavano male:
la Rivoluzione dOttobre aveva fermato lattacco della Russia alla Germania e, dopo Caporetto,
lItalia era allo stremo. Per evitare che noi facessimo una pace separata, il capo centro del
controspionaggio britannico a Roma garant al Popolo dItalia un finanziamento settimanale di 100
sterline, pari a 9000 euro di oggi.
Mussolini rispose soffocando i movimenti pacifisti di Milano. La storiografia prevalente riconosce a
Mussolini di non essersi approfittato personalmente dei finanziamenti stranieri. "Per lui il miraggio
del guadagno non aveva mai costituito un movente reale" scrive Milza nella sua biografia "ed egli
sapeva, lasciando la direzione dellAvanti!", che avrebbe penato moltissimo a ritrovare condizioni
materiali soddisfacenti come quelle che aveva conosciuto durante i due anni trascorsi alla guida del
quotidiano socialista".
La stessa Rachele Mussolini, nel libro di memorie La mia vita con Benito, ricorda i primi tempi del
Popolo dItalia come "un nuovo periodo di vacche magre".
di Bruno Vespa

Bruno Vespa: "Ho dormito nel letto del Duce a


Campo Imperatore"
Il conduttore di Porta a Porta ha visitato l'albergo in cui fu
prigioniero Benito Mussolini tra l'agosto e il settembre del
1943 e twitta: "Ho alloggiato nell'appartamento del Duce,
mobili bellissimi"
12 luglio 2013

Bruno Vespa
Vacanze abruzzesi per Bruno Vespa. Vacenze particolari. Il conduttore di "Porta a Porta" stato sul
Gran Sasso per assistere allo spettacolo di Pier Francesco Pingitore sulla liberazione del Duce
dall'albergo che stata la sua prigione tra il 28 agosto ed il 12 settembre 1943. Ma Vespa resiste a
tutto tranne che alle tentazioni. Cos ha trascorso una notte nell'hotel rifugio alle pendici del Monte
Aquila. Vespa per celebrare il momento storico ha twittato: "Albergo di Campo Imperatore. Ho

alloggiato nell'appartamento di Mussolini. Bei mobili d'epoca e la sensazione di toccare la storia".


Bruno figlio di Benito? - Ma c' un retroscena dietro la notte di Vespa sul Gran Sasso. Infatti da
anni gira tra le pieghe del gossip una leggenda che vuole Bruno figlio di Benito. Cos i maligni,
dopo aver letto il tweet di Vespa hanno sussurrato: "Ha dormito nel letto del padre". La leggenda
viene da lontano e racconta che il giornalista sarebbe stato concepito nel luglio 1943, quando il
Duce era prigioniero a Campo Imperatore dopo la caduta del fascismo. Le voci si erano fatte
insistenti soprattutto nel 2005.
La smentita - Al punto che Vespa stato costretto a fare un comunicato ufficiale per smentire le
male lingue: "Immaginavo che una risposta seria non sarebbe stata necessaria ma mi vedo costretto
a scriverla. Mia madre non ha mai lavorato nell' albergo dove fu portato il Duce e i miei genitori si
sposarono il 24 luglio 1943, il giorno prima della caduta del fascismo. Lascio all'intelligenza del
lettore valutare la verosimiglianza di una deportazione di mia madre a Campo Imperatore". Ma
nonostante la smentita la leggenda continua a girare tra i salotti vip. E Vespa con la notte a Campo
Imperatore ha fatto davvero poco per zittire chi gli sparla alle spalle...(I.S.)

Potrebbero piacerti anche