collana diretta da
Gino Tellini
2
Laura Diafani
Ragionar di s
Scritture dellio
e romanzo in Italia (1816-1840)
3 Introduzione
3 1. La stagione degli esperimenti e del non finito
22 2. Questioni di metodo
147 III.
Pellico da Le mie prigioni alla Storia
della mia vita
147 1. Dalla tragedia alla memoria
x ragionar di s
153 2. Le mie prigioni: un libro di morali dettami
185 3. Lautobiografia impossibile: i Capitoli aggiunti
e i frammenti della Storia della mia vita
1
Giorgio Brberi Squarotti, Luscita in scena, nellopera collettiva Scrit-
ture di s. Autobiografismi e autobiografie, a cura di Ferdinando Pappalardo, Napo-
li, Liguori, 1994, p. 3. Per il romanzo epistolare, si veda la distinzione fra tre va-
rianti essenziali (monologica, unilaterale, dialogica) elaborata da Jean Rousset,
Une forme littraire: le roman par lettres, in Forme et signification. Essais sur les struc-
tures littraires de Corneille Claudel, Paris, Jos Corti, 1964, trad. it., Una forma
letteraria: il romanzo epistolare, in Forma e significato. Le strutture letterarie da Cor-
neille a Claudel, introduzione e traduzione di Franco Giacone, Torino, Einaudi,
1976, pp. 81-117 (Bibliografia, pp. 118-120); tale distinzione ripresa anche in Ulla
Musarra-Schroder, Narciso e lo specchio. Il romanzo moderno in prima persona, Ro-
ma, Bulzoni, 1989, pp. 47 sgg.
4 ragionar di s
solo alcuni testi decisivi nella storia della scrittura di s tra Sette e
Ottocento, con un occhio particolare alle lettere italiane e senza di-
lungarsi su fenomeni di larga portata ma di minor incidenza sul ca-
none letterario, come il proliferare di testi memorialistici dambi-
to teatrale, incrementati soprattutto da artisti italiani allestero2. Ce
n comunque abbastanza per rendersi conto che lOttocento si
apre come si chiuder portando alla ribalta il pronome di pri-
ma persona3.
Un salto di qualche decennio. Nel 1832 Le mie prigioni inaugu-
rano da noi la stagione della memorialistica risorgimentale: costi-
tuiscono la stazione di partenza, almeno sulla carta, del cospicuo fi-
lone che si estende dai testi editi dai prigionieri politici dei moti del
20-21 (da Pellico a Maroncelli, da Confalonieri a Pallavicino, da
Andryane ad Arrivabene) al compatto nucleo degli scrittori garibal-
dini. Tra i due canoni, quello della grande autobiografia moderna
di fondazione settecentesca e quello della memorialistica risorgi-
mentale, c soluzione di continuit. Il lasso di tempo che va dal se-
condo e al quarto decennio dellOttocento i circa sei lustri che in
Italia intercorrono tra la Vita di Alfieri (1790, 1798-1803; a stampa
nel 1808) e Le mie prigioni non produce opere compiute assimila-
bili, se non per via assai approssimativa, ai due filoni. Non a caso,
negli studi sulla fisionomia dellautobiografia romantica, capita
dimbattersi in una avvertenza come questa: I use the term Ro-
mantic autobiography to denote a type of life writing whose classic
instances are The Confessions, Dichtung und Wahreit, and The Pre-
lude4. Sintomatico che a fianco di questi tre referenti in terra fran-
cese, tedesca e inglese, manchi un esempio italiano: dopo le auto-
biografie di Alfieri, Goldoni e Casanova con leccezione di Lo-
renzo Da Ponte, autore dagli Stati Uniti di quattro volumi di Me-
2
Cfr. Silvia Tatti, Gli Aneddoti interessanti e piacevoli di Giacomo Gotti-
fredo Ferrari e lautobiografia teatrale tra Sette e Ottocento, in Quaderni veneti, 16,
1992, pp. 153-175.
3
Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e Novecento, Milano, Bru-
no Mondadori, 1998, p. 251.
4
Eugne L. Stelzig, Rousseau, Goethe, Wordsworth and the classic moment
of Romantic autobiography, in Neohelicon, xviii, 2, 1991, p. 256.
introduzione 5
5
Cfr. soprattutto Anna Dolfi, Da Ponte e la tipologia delle Memorie, nel-
lopera collettiva Miscellanea di studi in onore di Vittore Branca, 5 voll., Firenze, Ol-
schki, 1983, iv. Tra Illuminismo e Romanticismo, 1, pp. 137-182 e Andrea Battisti-
ni, Le Memorie di Lorenzo Da Ponte: tra romanzo e melodramma, ivi, poi, rivisto
e ampliato, con il titolo Lautobiografia melodrammatica, in Lo specchio di Deda-
lo, Bologna, Il Mulino, 1990, pp. 103-125.
6
Cfr. Ugo Foscolo, Italian periodical Literature, in Opere. Ed. Naz., xi, Sag-
gi di letteratura italiana, parte ii, a cura di Cesare Foligno, Firenze, Le Monnier, 1958,
p. 363; trad. it., La letteratura periodica italiana, ivi, p. 393 (e infra, p. 28).
7
Vincenzo Di Benedetto, Introduzione, in Ugo Foscolo, Sesto tomo del-
lio, edizione critica e commento a cura di Vincenzo Di Benedetto, Torino, Ei-
naudi, 1991, p. ix.
8
Silvio Pellico a Ugo Foscolo, Milano, 9 agosto 1818, in Epistolario di Silvio
Pellico, raccolto e pubblicato per cura di Guglielmo Stefani, Firenze, Le Monnier,
1856, p. 13.
6 ragionar di s
9
Antonio Piromalli, Pellico e la memorialistica del carcere, in Il Cristal-
lo, xxxiii, 2, 1991, pp. 35-44, poi nellopera collettiva Sentieri della libert e della
fratellanza ai tempi di Silvio Pellico, Atti del Convegno, Saluzzo, 6-7 aprile 1990, a
cura di Aldo A. Mola, Foggia, Bastogi, 1994, pp. 107-117, da cui si cita: 107.
8 ragionar di s
10
In mancanza di lavori critici complessivi sulla letteratura memorialistica
della prima met del secolo scorso: cos Trombatore, mezzo secolo fa (in Intro-
duzione, in Memorialisti dellOttocento, i, a cura di Gaetano Trombatore, Milano-
Napoli, Ricciardi, 1953, p. xxix); To date, no real study of Romantic autobio-
graphy has appeared, sentenziava appena un decennio fa Stelzig (in Rousseau,
Goethe, Wordsworth and the classic moment of Romantic autobiography, cit., p. 257).
11
Mi limito qui a indicare le principali e pi aggiornate fonti bibliografiche
per lo studio dellautobiografia. Per bibliografie di settore, cfr. Current Bibliography
on Life-Writing, in Biography (University of Honolulu, Hawai, Department of
English), e Bibliographie des tudes en langue franaise sur la littrature personnelle et
les rcits de vie, a cura di Philippe Lejeune, edita dal 1984 in Cahiers de smioti-
que textuelle (Paris, Centre de Smiotique textuelle de lUniversit de Paris X).
Utili le riviste settoriali A/B. Auto/Biography studies (University of Wisconsin,
Department of English, dal 1985), La faute Rousseau, pubblicata dallAsso-
ciation pour lAutobiographie et le Patrimoine Autobiographique, e Prima per-
sona: percorsi autobiografici, edita dal 1998 dalla Fondazione Archivio Diaristico
Nazionale (Pieve Santo Stefano, Arezzo). Selettiva (ma in realt assai larga) la bi-
bliografia di studi (1894-1994) fornita da Franco DIntino, Il genere autobiogra-
fia. Bibliografia di fonti e studi, nellopera collettiva Scrivere la propria vita. Lau-
tobiografia come problema critico e teorico, a cura di Rino Caputo e Matteo Mona-
co, introduzione di Raul Mordenti, Roma, Bulzoni, 1997, pp. 315-350 (che rivede
e aggiorna le voci contenute in Franco DIntino, Lautobiografia moderna, Ro-
ma, Carucci, 1989, poi, con il titolo Lautobiografia moderna. Storia, forme, proble-
mi, Roma, Bulzoni, 1998). Per gli ultimi decenni, si consulta con profitto anche la
Bibliografia in Bartolo Anglani, I letti di Procuste. Teorie e storie dellautobiogra-
fia, Roma-Bari, Laterza, 1996, pp. 151-166 e nellantologia, a cura dello stesso, Teo-
rie moderne dellautobiografia, Bari, Edizioni B. A. Graphis, 1996, pp. 165-171. Per
i generi contigui allautobiografia (biografia, libri di famiglia, memorie e diari), si
rimanda invece ad Andrea Cortellessa, Generi contigui allautobiografia. Bi-
bliografia selezionata di studi, nellopera collettiva Scrivere la propria vita, cit., pp.
351-366. Per una sintesi del dibattito critico intorno allautobiografia, cfr. lIntro-
duzione di Marziano Guglielminetti, in Memoria e scrittura. Lautobiografia da
Dante a Cellini, Torino, Einaudi, 1977, pp. vii-xx; le versioni riviste e ampliate dei
saggi di Andrea Battistini, Lo scrittore allo specchio (1979) e Lautobiografia e il su-
perego dei generi letterari (1986), che si leggono con i titoli, rispettivamente, Il flui-
do della vita e il cristallo della scrittura e Il superego dei generi letterari, in Lo specchio
di Dedalo, cit., pp. 129-162, 163-196; Giuseppe Nicoletti, Introduzione allauto-
biografia italiana del Settecento (1988), in La memoria illuminata. Autobiografia e
letteratura fra Rivoluzione e Risorgimento, Firenze, Vallecchi, 1989, pp. 5-66; Fausta
Garavini, Io come io, nellopera collettiva Controfigure dautore. Scritture auto-
introduzione 9
biografiche nella letteratura francese, Bologna, Il Mulino, 1993, pp. 7-28; lIntrodu-
zione di Bartolo Anglani, nellantologia Teorie moderne dellautobiografia, cit.,
pp. v-xvi e il saggio di Riccardo Scrivano, Teoria e critica dellautobiografia, nel-
lopera collettiva Scrivere la propria vita, cit., pp. 25-35. Ma si veda anche: Aldo
Scaglione, Lautobiografia in Italia e i nuovi metodi di analisi critica, in Forum
italicum, xviii, 2, 1984, pp. 203-216; Paul Jay, Whats the Use? Critical theory and
the study of autobiography, in Biography, x, 1, 1987, pp. 39-54 e The intimate cri-
tique. Autobiographical literary criticism, edited by Diane P. Freedman, Olivia Frey
and Frances Murphy Zauhar, Durham-London, Duke University Press, 1993. In
ambito italiano, si segnala infine il neonato Centro Interdipartimentale di Studi
Autobiografici Auts, diretto da Simona Costa (Universit di Macerata, Dipar-
timento di Lingue e Letterature Moderne).
12
Batrice Didier, Romanzo e autobiografia agli inizi dellOttocento: Atala,
Ren e i Mmoires doutre-tombe, nellopera collettiva Il segno dellio. Romanzo e
autobiografia nella tradizione moderna, Atti del Convegno, Pavia, 8 maggio 1990, a
cura di Elena Agazzi e Angelo Canavesi, Udine, Campanotto, 1992, p. 43.
13
Andrea Battistini, Genesi e sviluppo dellautobiografia moderna, nellope-
ra collettiva Italian autobiography from Vico to Alfieri (and beyond), Atti del Con-
vegno, Londra, 2 febbraio 1996, a cura di John Lindon, 1999 (supplemento a The
Italianist, 17, 1997), p. 21.
14
Franco Fido, Topoi memorialistici e costituzione del genere autobiografico
fra Sette e Ottocento, in Quaderni di Retorica e Poetica, 1, 1986, numero mono-
grafico: Lautobiografia. Il vissuto e il narrato, a cura di Gianfranco Folena, pp. 73-
85, poi, con il titolo I topoi del soggetto: allorigine della autobiografia moderna, in
Le muse perdute e ritrovate. Il divenire dei generi letterari fra Sette e Ottocento, Fi-
renze, Vallecchi, 1989, pp. 161-178, da cui si cita: 164.
15
Cfr. ibidem e Andrea Battistini, Genesi e sviluppo dellautobiografia moder-
na, cit., p. 21.
10 ragionar di s
E pi avanti:
16
Franco Fido, I topoi del soggetto: allorigine della autobiografia moderna,
cit., p. 162.
17
Ivi, pp. 164-165.
introduzione 11
18
Franco DIntino, I paradossi dellautobiografia, nellopera collettiva Scri-
vere la propria vita, cit., p. 297.
19
Ivi, p. 295.
20
Ivi, pp. 294-295. Queste, per sommi capi con una sintesi che certo non
rende ragione della complessit delle categorie ideologiche ed estetiche messe in
campo da DIntino; e me ne scuso , le conclusioni esposte nel breve paragrafo
Lautobiografia romantica, ivi, pp. 294-297, che sintetizza una tesi proferita dallo
studioso in alcuni saggi precedenti: Introduzione, in Giacomo Leopardi, Scritti e
frammenti autobiografici, a cura di Franco DIntino, Roma, Salerno, 1995, pp. xi-
xcvii; Silenzio, gioco, caos: la romanticizzazione dellautobiografia (Leopardi, Nova-
lis, F. Schlegel), nellopera collettiva Silenzio cantatore. Forme e generi letterari, Atti
del Convegno, Roma, 20-21 ottobre 1994, a cura di Valerio Massimo De Angelis e
12 ragionar di s
23
Batrice Didier, Romanzo e autobiografia agli inizi dellOttocento, cit., pp.
43-44.
24
Andrea Battistini, Genesi e sviluppo dellautobiografia moderna, cit., p. 21.
25
Id., Lautobiografia e i modelli narrativi secenteschi, nellopera collettiva Cul-
tura meridionale e letteratura italiana. I modelli narrativi dellet moderna, Atti del-
lxi Congresso dellaislli, a cura di Pompeo Giannantonio, Napoli, Loffredo,
1985, pp. 145-190, poi, rivisto e ampliato, con il titolo I simulacri di Narciso, in Lo
specchio di Dedalo, cit., pp. 21-80: 56.
14 ragionar di s
26
Cfr. ibidem.
27
Batrice Didier, Romanzo e autobiografia agli inizi dellOttocento, cit., p.
45, con allusione, naturalmente, al citato Le pacte autobiographique.
28
Cfr. Bartolo Anglani, I letti di Procuste, cit., pp. 117 sgg. In questo solco
si inserisce, per esempio, il recente contributo di Andrea Battistini, Lio auto-
biografico tra professione di veridicit e menzogna della scrittura, in Revue des tu-
des italiennes, xli, 1995, pp. 39-46. Interessanti anche alcune rapide considera-
zioni nellIntroduzione, di taglio eminentemente storico e non teorico, di Lucia
Martinelli a Memorialisti del XIX secolo, scelta e introduzione di Lucia Martinel-
li, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1995, pp. i-lii (su cui si veda la recen-
sione di Angelo Fabrizi, in Studi italiani, x, 2, 1998, pp. 195-199).
29
Per un esempio di analisi dei rapporti tra lautobiografia e il romanzo, cfr.
soprattutto Helmut Pfotenhauer, Literarische Anthropologie. Selbstbiographien
und ihre Geschichte, Stuttgart, Metzlersche Verlagbuchhandlung, 1987 (parzial-
mente trad. nellantologia Teorie moderne dellautobiografia, cit., pp. 103-110). Pi
in generale, per il debito dellautobiografia verso il romanzo, cfr. Patricia Meyer
Spacks, Imagining a self. Autobiography and novel in eighteenth-century England,
Cambridge, Harvard University Press, 1976; Georges May, Lautobiographie, Pa-
ris, Puf, 1979, 19842, pp. 169-196; Franco Fido, Topoi memorialistici e costituzione
del genere autobiografico fra Sette e Ottocento, cit., pp. 175-178; Bartolo Anglani,
I letti di Procuste, cit., pp. 117-149.
30
Just as eighteenth-century fiction writers used autobiographical devices
(the letter, the diary, the first-person narrative), so autobiographers made use of
the resources of fiction to emphasize and highlight the subjective and the perso-
nal (Eugne L. Stelzig, Rousseau, Goethe, Wordsworth and the classic moment of
romantic autobiography, cit., p. 249).
31
Nel tratteggiare cosa contraddistingue specificamente lautobiografia ro-
introduzione 15
Per una significativa coincidenza di date, gli anni che da noi in-
tercorrono tra la conclusione della Vita alfieriana (1803) e Le mie
prigioni (1832) i due testi presi a emblema, in Italia, della grande
autobiografia moderna di fondazione settecentesca e del nuovo
corso della scrittura autobiografica sub specie memorialistica , an-
che sul fronte del nostro romanzo costituiscono unepoca a s: il
venticinquennio che separa lOrtis (1802) dal decisivo decollo del
romanzo storico, nel 1827, percorso da molteplici fermenti speri-
mentali32. Per riassumere la situazione della narrativa in Italia
prima del 1827, stato detto, si potrebbe adattarle un ben noto
titolo teatrale, En attendant Manzoni 33. Ma bisogna aggiungere
che aspettando Manzoni di narrativa in realt se ne scrive, guar-
mantica, Stelzig evidenzia proprio la contiguit con il Bildungsroman (cfr. ivi, pp.
256-257); considerazioni analoghe svolge DIntino in Lautobiografia moderna, cit.,
p. 243. Sullautobiografia (e il diario) depoca romantica, si segnalano, oltre agli
studi gi citati: Rodolfo Paoli, Goethe e Stilling, ovvero pietismo e romanticismo
nella prima autobiografia romantica, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1949;
Francesco Orlando, Infanzia, memoria e storia da Rousseau ai romantici, Pado-
va, Liviana, 1966; Leonzio Pampaloni, Memorialisti dellOttocento, nellopera col-
lettiva Dizionario critico della letteratura italiana, diretto da Vittore Branca, Tori-
no, Utet, 1974, 19862, iii, ad vocem; Jacques Voisine, De la confession religieuse
lautobiographie et au journal intime: entre 1760 et 1820, in Neohelicon, ii, 3-4,
1974, pp. 337-357; Huntington Williams, Rousseau and romantic autobiography,
Oxford, Oxford University Press, 1983; Jerome Hamilton Buckley, The turning
key. Autobiography and the subjective impulse since 1800, Cambridge, Harvard Uni-
versity Press, 1984; Heidi I. Stull, The evolution of the autobiography from 1770-
1850. A comparative study and analyses, New York-Bern-Frankfurt, Peter Lang, 1985;
Franco Fido, Specchio o messaggio? Sincerit e scrittura nei giornali intimi fra Set-
te e Ottocento (rileggendo Benjamin Constant), in Quaderni di Retorica e Poetica,
2, 1985, numero monografico: Le forme del diario, a cura di Gianfranco Folena, pp.
73-81, poi in Le muse perdute e ritrovate, cit., pp. 149-160; Id., Topoi memorialistici
e costituzione del genere autobiografico fra Sette e Ottocento, cit.; Olga Ragusa, Au-
tobiografia italiana dellOttocento: orientamenti, in Annali dItalianistica, 4, 1986,
pp. 181-188; Michel Bastiaensen, Le journal personnel (1760-1820), in Neoheli-
con, xviii, 2, 1991, pp. 39-71; Jacques Voisine, Mmoires et autobiographie (1760-
1820), ivi, pp. 149-183. Attualmente in corso di stampa sono gli Atti del Convegno
Internazionale di Studi su Memoria e infanzia tra Alfieri e Leopardi, tenutosi a Ma-
cerata dal 10 al 12 ottobre 2002.
32
Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit., p. 17.
33
Franco Fido, Il fantasma dei Promessi sposi nel romanzo italiano dellOt-
tocento (1984), in Le muse perdute e ritrovate, cit., p. 186.
16 ragionar di s
34
Cfr. Gino Tellini, Sul romanzo di primo Ottocento. Foscolo e lo sperimenta-
lismo degli anni Venti, in Studi italiani, vii, 1, 1995, pp. 47-97, poi, con il titolo Fo-
scolo, Il Conciliatore e lo sperimentalismo degli anni Venti, in Filologia e Storiogra-
fia. Da Tasso al Novecento, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2002, pp. 29-88.
introduzione 17
35
Cfr. infra, pp. 38-40.
36
Franco DIntino, Da Alfieri a Leopardi, cit., p. 95.
37
Cfr. Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit., p. 3.
18 ragionar di s
38
Il pi fortunato senza dubbio quello raggiunto da Philippe Lejeune con
il citato Le pacte autobiographique; Lejeune stesso vi ritornato, con alcune im-
portanti precisazioni, in Le pacte autobiographique [bis], in Potique, 56, 1983, pp.
416-433 (saggio poi rifuso in Moi aussi, Paris, Seuil, 1986).
39
Cfr. Andrea Battistini, Lo specchio di Dedalo, cit., pp. 14-15.
40
Cfr. Friedrich Schlegel, Lettera sul romanzo, in Frammenti critici e scrit-
ti di estetica, traduzione e introduzione di Vittorio Santoli, Firenze, Sansoni, 1967,
pp. 218-219, cit. in Andrea Battistini, I simulacri di Narciso, in Lo specchio di De-
dalo, cit., p. 56.
introduzione 19
41
Le terme autobiographie forg en Allemagne et Angleterre au tournant du
XVIIIe au XIXe sicle, ne sera pas dusage courant avant la seconde moiti du XIXe
sicle (Jacques Voisine, Mmoires et autobiographie, cit., p. 176). Sulla nascita del
termine, cfr. soprattutto Id., Naissance et volution du terme littraire autobio-
graphie, nellopera collettiva La littrature compare en Europe Orientale, Confe-
rence de Budapest, 26-29 octobre 1962, Budapest, Akadmiai Kiad, 1963, pp. 278-
286. Una bibliografia sullargomento fornita in Giuseppe Nicoletti, Introdu-
zione allautobiografia italiana del Settecento, cit., p. 11n.
42
Cfr. Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit.,
pp. 1-2.
20 ragionar di s
43
Lettera cit. in Francesco DOvidio, Proemio, in Silvio Pellico, Le mie
prigioni, I doveri degli uomini, La Francesca da Rimini, con proemio di Francesco
DOvidio, cenni biografici di Michele Scherillo e note di Angelo Ottolini, Mila-
no, Hoepli, 1898, 19326, p. xivn.
44
Cfr. Giulio Ferroni, Per una tipologia del non finito nella letteratura italia-
na, in LAsino doro, ii, 4, 1991, numero monografico: Il non finito nella letteratu-
ra e nellarte, p. 64. Ferroni invita anche ad approfondire il rapporto privilegiato che
taluni generi (tra cui, in primis, lautobiografia) e taluni autori (tra cui Di Breme, Bi-
ni e Tommaseo) mostrano di intrattenere con il non finito (cfr. ivi, p. 54).
introduzione 21
45
Cfr. ivi, pp. 48-49, in cui Ferroni distingue ed elenca una serie di casi e di
questioni da prendere in considerazione, per un primo orientamento che agevoli il
percorso storico sulla tipologia del non finito. Delle dieci accezioni di non finito l
indicate, qui ce ne riguardano tre: la prima (il caso pi limitato e definito delle ope-
re interrotte, materialmente non concluse dai loro autori, in cui rientrano Il romito-
rio di SantIda del Di Breme e lautobiografia mancata di Pellico); la terza accezio-
ne, che considera le opere che hanno conosciuto redazioni molteplici, in prospetti-
va delle quali la prima si configura come non finita ( il caso delle Memorie poetiche
di Tommaseo e di Fede e bellezza nella prima edizione del 1840); e la quinta acce-
zione (i progetti non realizzati o attuati solo parzialmente [] testi di abbozzi, pro-
getti, prime idee di opere che spesso si trovano tra le carte degli scrittori, come
nel caso degli scritti autobiografici di Leopardi). Una nuova estetica della ricezione,
per cui la nostra cultura si annette materiali inediti, o dimenticati, o espunti, di-
chiarandoli testi (Emma Giammattei, In memoria della scriver lettere. Il gioco dei
carteggi, in Prospettive Settanta, 2-3, 1991, p. 416), sta moltiplicando linteresse per
lelaborazione di una estetica del non finito. Riguardo alla letteratura italiana, ca-
rattere pionieristico hanno il citato numero monografico della rivista LAsino do-
ro, ii, 4, 1991 e il successivo: iii, 5, 1992, numero monografico: Il non finito II: un
confronto italo-tedesco (in particolare, Premessa: non finito e frammento, punti di vi-
sta tedeschi e italiani, pp. 3-5, e lintervento di Remo Ceserani, Incompiutezza, sen-
so dellinfinito e frammentariet: considerazioni preliminari, pp. 6-16). Toccano la
questione del non finito nella scrittura autobiografica anche Klaus-Detlef Ml-
ler, Autobiographie und Roman. Studien zur literarischen Autobiographie der Goethe-
zeit, Tbingen, Niemeyer, 1976, pp. 63, 68; John Sturrock, The new model auto-
biographer (1977), nel volume collettivo Autobiography. Essays theoretical and critical,
a cura di James Olney, Princeton, Princeton University Press, 1980, pp. 51-63; Fran-
co DIntino, Lautobiografia moderna, cit. (in particolare, pp. 79-81, 90-98, 213-
216); Id., Introduzione, in Giacomo Leopardi, Scritti e frammenti autobiografici,
cit., pp. xi-xcviii (in particolare, pp. xiii-xix).
22 ragionar di s
fase irrequieta nel campo delle scritture dellio come in quello del
romanzo , generino tante opere non finite.
Queste considerazioni non vogliono certo esaurire la questio-
ne. Mi premeva mostrare come quella crisi dellautobiografia nel
primo Ottocento di cui si parla quanto meno da chiaroscurare: a
fronte della mancanza di opere che si presentino come autobiogra-
fie rispondenti al modello teorizzato dagli studiosi sulla scorta de-
gli insigni esempi tardosettecenteschi, sta tutta una serie di esperi-
menti e testi incompiuti che rilevano una poliedrica interazione tra
scritture dellio e romanzo. un virus, quello del non finito, a
quanto pare contagiosissimo in questi primi decenni del nostro
Ottocento, ma peraltro non necessariamente nefasto, se attecchi-
sce per un carica innovativa difficile da portare avanti.
2. questioni di metodo
46
Sulla distinzione tra autobiografia e memorialistica, cfr. almeno il classico
Philippe Lejeune, Le pacte autobiographique, cit., pp. 12-13 della citata trad. it.
introduzione 23
47
Cfr. Paola Luciani, Autobiografia dellessere e autobiografia dellagire: Rous-
seau e Alfieri, in Rivista di letterature moderne e comparate, xlix, 3, 1996, p. 293.
Lo stesso Battistini (in Il superego dei generi letterari, in Lo specchio di Dedalo, cit.,
pp. 163-196), affrontando la storia delle scritture autobiografiche in Italia, ha av-
vertito la necessit di postulare un macrogenere autobiografico, al di l delle ri-
strette categorie lejeuniane. Addirittura Arrigo Stara (in Autobiografia e romanzo,
in La Rassegna della letteratura italiana, s. viii, lxxxix, 1, 1985, pp. 128-141), trat-
tando del pieno Novecento, arriva a definire lautobiografia un carattere intrinse-
co e quasi statutario della parola romanzesca, come immanenza del discorso auto-
biografico dellautore in ogni atto di creazione immaginativa (ivi, p. 141).
48
Bartolo Anglani, Introduzione, nellantologia Teorie moderne dellauto-
biografia, cit., p. x.
49
Elena Agazzi, Introduzione, nellopera collettiva Il segno dellio, cit., p. 11.
50
Cfr. Franco DIntino, I paradossi dellautobiografia, cit., ripreso anche in
Raul Mordenti, Introduzione, nellopera collettiva Scrivere la propria vita, cit., p. 15.
51
Bartolo Anglani, Introduzione, nellantologia Teorie moderne dellauto-
biografia, cit., p. x.
24 ragionar di s
52
Cfr. Georges May, Introduction, in Lautobiographie, cit., pp. 9-13 (par-
zialmente trad. nellantologia Teorie moderne dellautobiografia, cit., pp. 67-70).
53
Cfr. Paul Jay, Introduction, in Being in the text. Self-representation from
Wordsworth to Roland Barthes, Ithaca-London, Cornell University Press, 1984, pp.
13-32 (parzialmente trad. nellantologia Teorie moderne dellautobiografia, cit., pp.
91-102).
54
Cfr. Georges Gusdorf, Conditions et limites de lautobiographie, nellope-
ra collettiva Formen der Selbstdarstellung. Analekten zu einer Geschichte des literari-
schen Selbstportraits, Berlin, Duncker & Humblot, 1956, pp. 105-123 (parzialmente
tradotto, con il titolo Condizioni e limiti dellautobiografia, nellantologia Teorie
moderne dellautobiografia, cit., pp. 3-18).
55
Andrea Cortellessa, Generi contigui allautobiografia, cit., p. 355.
introduzione 25
56
Andrea Battistini, Il fluido della vita e il cristallo della scrittura, in Lo
specchio di Dedalo, cit., p. 129.
57
Richard N. Coe (in When the grass was taller. Autobiography and the expe-
rience of childhood, New Haven-London, Yale University Press, 1984, p. xiv) scri-
ve di aver letto quasi seicento fonti primarie durante gli otto anni della ricerca.
58
Cfr. almeno i citati Georges May, Introduction, in Lautobiographie, cit.,
pp. 9-13, e Paul Jay, Introduction, in Being in the text, cit., pp. 13-32.
I.Allombra di quella divinit che si chiama Io .
Le proposte del Conciliatore
1
Silvio Pellico a Ugo Foscolo, Milano, 9 agosto e 9 settembre 1818, in Epi-
stolario di Silvio Pellico, cit., pp. 13, 14-15. Nella seconda citazione, i puntini di so-
spensione corrispondono a un taglio voluto da Pellico stesso, che raccomand al
primo editore dellepistolario foscoliano, Francesco Silvio Orlandini (cfr. Epistola-
rio di Ugo Foscolo, 3 voll., in Opere edite e postume, a cura di Francesco Silvio Or-
landini e Enrico Mayer, Firenze, Le Monnier, 1850-1862, vi-viii; le lettere di Pelli-
co si leggono nel vol. viii), di espungere un passo polemico sulle paure di Mon-
ti per la nuova iniziativa editoriale (cfr. Silvio Pellico a Francesco Silvio Orlandini,
Torino, 15 settembre 1853, in Epistolario di Silvio Pellico, cit., p. 401).
28 ragionar di s
Cos, nella tarda estate del 1818, Silvio Pellico annunciava a Fo-
scolo la nascita del Conciliatore, sperando di procacciarsi linte-
resse e magari la firma dellillustre esule. Dal canto suo, com no-
to, a esperienza conclusa, nel 1824 Foscolo non fu troppo genero-
so coi volenterosi conciliatoristi:
5
Utile la catalogazione fornita in Alessandra Briganti-Camilla Catta-
rulla-Franco DIntino, I periodici letterari dellOttocento. Indice ragionato (col-
laboratori e testate), Milano, Franco Angeli, 1990, pp. 46-47: se ne ricava agevol-
mente che largo spazio dato a narrativa di fantasia (favole, novelle), spettacolo
(dialoghi), variet, saggistica (critica letteraria), recensioni librarie; nessun spazio
invece alla narrativa empirica (biografie, autobiografie, memorie, agiografie, diari,
relazioni di viaggi); piuttosto, versi, cronaca e attualit (corrispondenze e polemi-
che), testi descrittivi, inediti, moda.
6
Ugo Foscolo, La letteratura periodica italiana, cit., p. 393.
7
Giorgio Petrocchi, Confalonieri e i racconti del Conciliatore, cit., p. 235.
30 ragionar di s
8
Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit., p. 3.
9
Cfr. soprattutto la rapida quanto limpida rassegna di testimonianze intes-
suta da Mario Santoro, Dal romanzo storico al romanzo decadente, Napoli, Li-
guori, 1970, pp. 10-15, la dettagliata ricostruzione di Rodolfo Macchioni Jodi,
Prodromi di narrativa ottocentesca, in Prodromi di narrativa ottocentesca e altri stu-
di, Messina-Firenze, DAnna, 1973, pp. 7-206, alle pp. 7-70, e Gino Tellini, Sul
romanzo di primo Ottocento, cit.
10
Vittore Branca, Prefazione, in Il Conciliatore. Foglio scientifico-letterario,
a cura di Vittore Branca, 3 voll., Firenze, Le Monnier, 1948-1954, i, p. xiii. Da que-
sta a tuttoggi fondamentale edizione (dinnanzi semplicemente: Il Conciliatore), si
citano i testi apparsi sul foglio azzurro.
11
Michele DellAquila, Profilo di Ludovico di Breme, Fasano, Schena,
1988, p. 136.
i. le proposte del conciliatore 31
manzo, verso cui, com noto, contro la diffidenza della cultura clas-
sicista, si fa esplicito e spiccato linteresse dei romantici lombardi. A
questo proposito sono particolarmente eloquenti alcune note pagi-
ne delle poco fa citate Avventure borsieriane: quel capitolo settimo,
Il pranzo, in cui lautore prende le difese del romanzo, Musa divi-
na che non ebbe culto in Grecia in una contemporanea lettera di
Pellico12, genere proscritto nella letteratura italiana moderna, la
quale ha la gloria di non averne o pochissimi, nella prima stesura
dellintroduzione al Fermo e Lucia 13. Nel libello di Borsieri il ro-
manzo viene difeso e propagandato come pittura delle passioni e
dei costumi contemporanei in funzione pedagogica e, dunque, co-
me una delle tre parti integranti dogni letteratura, a fianco di
teatro comico e di buoni giornali, [...] che sono destinate ad edu-
care e ingentilire la moltitudine14. Questo secondo la concezione
romantica dello stretto rapporto tra letteratura e societ contempo-
ranea, secondo il principio dellattualit e del carattere popolare
della letteratura (e non senza, da parte di Borsieri, un moralismo
un po angusto)15: bisogna combattere la corruzione colle sue stes-
se armi, e servirsi della pittura dei nostri costumi per insinuare ne-
gli animi svogliati qualche utile verit16.
Tre anni dopo, non suoner troppo diversamente la un po me-
no nota recensione di Pellico alle Lettere di Giulia Willet 17, pateti-
12
Silvio Pellico al fratello Luigi, 16 settembre [1816], in Silvio Pellico, Let-
tere milanesi (1815-1821), a cura di Mario Scotti, Torino, Loescher, 1963 (supple-
mento n. 28 del Giornale storico della letteratura italiana), p. 67. I Greci non
ebbero romanzi o non cominciarono ad averne se non quando gi toccavano alla
decadenza loro, si legge nelle coeve Avventure borsieriane, uscite il 19 settembre
1816 (Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno o consigli di un galantuo-
mo a vari scrittori, a cura di William Spaggiari, Modena, Mucchi, 1986, p. 84).
13
Alessandro Manzoni, Fermo e Lucia, a cura di Salvatore Silvano Nigro,
con la collaborazione di Ermanno Paccagnini, Milano, Mondadori, 2002, p. 5.
14
Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 87.
15
Cfr. William Spaggiari, Introduzione, in Pietro Borsieri, Avventure let-
terarie di un giorno, cit., p. xx e soprattutto Sebastiano Timpanaro, Unoperetta
di Pietro Borsieri ed una di Pietro Giordani (1987), in Nuovi studi sul nostro Otto-
cento, Pisa, Nistri-Lischi, 1995, pp. 37 sgg.
16
Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 85.
17
Nel n. 37 (7 gennaio 1819), del foglio azzurro (in Il Conciliatore, ii, pp.
15-19). La citazione che segue, ivi, p. 19.
32 ragionar di s
18
Mario Santoro, Dal romanzo storico al romanzo decadente, cit., p. 12.
Questa recensione di Pellico costituisce un chiaro e precoce esempio del fenome-
no messo in evidenza da Roberta Turchi, Introduzione, in Paride Zajotti, Po-
lemiche letterarie, a cura di Roberta Turchi, Padova, Liviana, 1982, pp. ix-x: nel
primo Ottocento, e particolarmente tra il 1827 e il 1831, la recensione [] con la
disputa del romanzo divenne il luogo deputato del dibattito culturale. I critici
non la usarono solo in senso illustrativo per dare il ragguaglio e per esprimere,
quindi, il giudizio su unopera, ma pi modernamente colsero in essa la possibi-
lit di sviluppare un discorso teorico che portasse a chiarire la funzione e le for-
me della letteratura.
19
Silvio Pellico, Lettere di Giulia Willet, in Il Conciliatore, ii, p. 18.
20
Mario Santoro, Dal romanzo storico al romanzo decadente, cit., p. 13. Il
i. le proposte del conciliatore 33
25
Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 83.
26
Ugo Foscolo, Notizia intorno a Didimo chierico, in Lawrence Sterne,
Viaggio sentimentale nella versione di Ugo Foscolo, a cura di Gianfranca Lavezzi, te-
sto inglese a fronte, Milano, Rizzoli, 1995, p. 393.
27
Giorgio Luti, Introduzione, in Ugo Foscolo, Scritti didimei, a cura di
Giorgio Luti (Milano, Longanesi, 1974), Firenze, Vallecchi, 1991, p. 5. Cfr. ivi, p.
6: il personaggio di Didimo [] dovette in primo luogo servire a sdrammatizza-
re lautobiografismo foscoliano, o quanto meno a depurarlo dalla matrice ortisia-
na [], mediante il ricorso a una arguta e sfumata sensibilit, dominata da uno
scettico controllo intellettuale e da un ermetico mimetismo che confonde le carte
e impedisce il sovrammettersi sistematico delle due immagini, quella del perso-
naggio e quella dello scrittore.
i. le proposte del conciliatore 35
28
Mario Santoro, Dal romanzo storico al romanzo decadente, cit., p. 11.
29
Nel n. 30, 13 dicembre 1818 (in Il Conciliatore, i, pp. 478-481).
30
Cfr. Vittore Branca, Nota, in Il Conciliatore, i, p. lxi.
31
Silvio Pellico al fratello Luigi, 3 aprile 1816, in Ilario Rinieri, Della vita e
delle opere di Silvio Pellico: da lettere e documenti inediti, 3 voll., Torino, Libreria
Ed. R. Streglio, 1898-1901, i, pp. 143-144 (ora anche in Silvio Pellico, Lettere mi-
lanesi, cit., p. 39).
36 ragionar di s
32
Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit., pp. 21-22.
33
Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 85.
34
Lettera di Silvio Pellico cit. in Piero Camporesi, Introduzione, in Ludo-
i. le proposte del conciliatore 37
37
Cfr. Piero Camporesi, Introduzione, cit., p. x: Il romanzo nel suo com-
plesso prendeva il nome di Ida; ci che abbiamo ritrovato (Il romitorio di SantI-
da, racconto preliminare) ne costituisce lantefatto, linnesto fantastico, la roman-
zesca vicenda che porta lautore (gi damerino alla moda) a trasformarsi in penso-
so estensore di memorie; e Rodolfo Macchioni Jodi, Il romanzo gotico di Lu-
dovico Di Breme, in La Rassegna della letteratura italiana, s. viii, xcvii, 1-2, 1993,
p. 96: Il testo, quale ci giunto, non rivela uno stadio definitivo di elaborazione,
ci che fra laltro testimoniato dalle lacune, sia pur scarse, che esso presenta.
38
Per i dettagli, cfr. Piero Camporesi, Introduzione, cit., pp. xi-xxiv.
39
Di Breme non solo istru di persona sulla scena le attrici [] ma giunse
a dirigere lopera stessa nel giorno della sua rappresentazione (Piero Camporesi,
Ludovico Di Breme e le sue lettere, in Ludovico Di Breme, Lettere, a cura di Piero
Camporesi, Torino, Einaudi, 1966, pp. x-xi). Riguardo lentusiasmo degli amici,
eloquenti sono alcune testimonianze epistolari di Silvio Pellico, in particolare la
lettera al fratello Luigi da Mantova, 11 novembre 1815: Di Breme ha fatto due
drammi intitolati Ida, parte prima, e parte seconda, soggetti dinvenzione, trattati
con incredibile piena daffetto. Borsieri [] rimasto colpito al sentire una lettu-
ra di quei drammi (Silvio Pellico, Lettere milanesi, cit., p. 26).
40
Le due azioni sceniche che componevano lIda non furono pubblicate, e
dopo linsuccesso mantovano non vennero pi rappresentate (s che oggi risultano
disperse) (Angiola Ferraris, Ludovico di Breme, cit., p. 92). Stando a una testi-
monianza dautore, la composizione dellIda e di unaltra rappresentazione, lEr-
nestina, risale alla primavera del 1815 (Di Breme a Filippo Chiotti, Milano, 19 di-
cembre 1815, in Ludovico Di Breme, Lettere, cit., p. 312).
i. le proposte del conciliatore 39
i suoi drammi sono forse la prima cosa in cui egli [Di Breme] abbia per
cos dire cominciato a tradurre s stesso; a Mantova non s recitato che il
primo e fece fiasco, ma il primo appunto era il meno teatrale 43.
41
Nella citata lettera al fratello dell11 novembre 1815, in Silvio Pellico, Let-
tere milanesi, cit., p. 26 (cfr. supra, p. 38, n. 39).
42
Silvio Pellico al fratello Luigi, Milano, 11 dicembre 1815, ivi, p. 28. Della
trasferta mantovana con Di Breme Pellico si ricorder ancora nel capitolo xciv del-
le Mie prigioni (Mi parea ieri che io vera venuto con Lodovico nel 1815).
43
Silvio Pellico al fratello Luigi, [Milano], 30 dicembre 1816, ivi, p. 77. Cfr.
le conclusioni di Angiola Ferraris, Ludovico di Breme, cit., pp. 93-94: Ispirata
ai canoni compositivi ed ai temi delezione del dramma lacrimoso, lIda dovette
per accentuarne la tendenza alla macchinosit dellintreccio e alla sovrabbondan-
za degli intermezzi narrativi e dei soliloqui lirici, affidati ad unattrice di grande
versatilit drammatica come Carlotta Marchionni []. Il riconoscimento della
fragilit strutturale del dramma indusse il Breme a tradurre in forme narrative il
complesso intreccio dellIda .
44
Giovanni Arrivabene, Intorno ad unepoca della mia vita. Memorie, Tori-
no, 1860, p. 13, cit. in Piero Camporesi, Introduzione, cit., p. xvi.
40 ragionar di s
45
Cfr. Piero Camporesi, Introduzione, cit., p. xviii.
46
Silvio Pellico al fratello Luigi, [Milano], 7 dicembre 1816, in Silvio Pelli-
co, Lettere milanesi, cit., p. 78.
i. le proposte del conciliatore 41
47
Cfr. due lettere di Silvio Pellico al fratello Luigi, [Milano, 10 maggio 1817]
e [Milano], 7 luglio [1817], ivi, pp. 88-89, 94: Quando avrai tempo vorrei che tu
mi mandassi per lui [Di Breme] una lettera, nella quale tu gli dicessi che tho lo-
dato questo suo Opuscolo [il Grand Commentaire] e gli consigliassi nondimeno di
non frapporre troppo indugio al compimento dellIda ; Il suo scritto francese [il
Grand Commentaire] terminato []. Dopo questo scritto verr lIda, la quale se
con erro, richiuder un nuovo tesoro di quelle idee generose che in Italia pi che
altrove sono cosa quasi nuova, e che tanto necessario di farvi germogliare. Uni-
ca testimonianza epistolare dautore sul romanzo mancato forse una lettera di da-
ta incerta a Federico Confalonieri: Ora vorrei gustare alcun poco dellaure laria-
ne, dove so che maspetta la pi leale e la pi disinvolta accoglienza; quindi venir-
ne a Valmadrera, tornare alla Valsesia e dar cos tempo al tempo onde ti venga for-
se la frega di salire meco il Sempione e di conoscere quelle poetiche rive da me pe-
regrinate con tanta delizia nello scorso anno. Ora nulla di tutto questo, e me ne
voglio andar solo, che solo amo pur anche assai di viaggiare, perch viaggiando so-
lo, e fermandomi due volte per giornata vengo scrivendo la mia Ida a misura che
bevo per tutti i sensi e tutti i pori le varie ispirazioni di quei cieli e di quei costu-
mi (Ludovico Di Breme, Lettere, cit., p. 442; il curatore attribuisce la missiva,
ma con molte incertezze, al luglio 1817).
48
Cos Di Breme nel luglio 1816 (cfr. Ludovico Di Breme, Lettere, cit., p.
345). A tale componimento da riallacciarsi, come ha ben visto Macchioni Jodi,
la lettera del 16 ottobre successivo, in cui Di Breme prega Giuseppe Grassi di sol-
lecitare lavvocato Bessone onde [] mi tragga fuori della Biblioteca reale di bei
documenti, sui Crociati piemontesi (cfr. Rodolfo Macchioni Jodi, Prodromi di
narrativa ottocentesca, cit., p. 78).
42 ragionar di s
49
Piero Camporesi, Introduzione, cit., p. xxv.
50
Cfr. Rodolfo Macchioni Jodi, Prodromi di narrativa ottocentesca, cit.,
p. 123.
51
Piero Camporesi, Introduzione, cit., p. xxix.
52
Cfr. soprattutto la lettera di Di Breme a Silvio Pellico, 17 marzo 1820, cit.
ivi, pp. xxx- xxxi.
53
Piero Camporesi, Introduzione, cit., pp. xxxii, xxxiv.
i. le proposte del conciliatore 43
54
Ibidem.
55
Ludovico Di Breme, Il romitorio di SantIda, cit., p. 45.
56
Cos Giuseppe Montani ricorda Di Breme nel suo gi citato commosso
elogio (in Antologia, xxxxii, giugno 1824, pp. 17-18). Ulteriori tratti autobio-
grafici nel personaggio di Teresa sono individuati da Michele DellAquila, Pro-
filo di Ludovico di Breme, cit., pp. 132-133.
57
Cfr. una lettera di Di Breme a Confalonieri del 1817 chiamata in causa in
Rodolfo Macchioni Jodi, Prodromi di narrativa ottocentesca, cit., p. 123.
58
Cfr. Angiola Ferraris, Ludovico di Breme, cit., p. 161.
59
Cfr. Rodolfo Macchioni Jodi, Prodromi di narrativa ottocentesca, cit.,
pp. 78 sgg., in particolare, pp. 96-99 e Piero Camporesi, Ludovico Di Breme e le
sue lettere, cit., p. xi.
44 ragionar di s
60
Ludovico Di Breme, Osservazioni sul Giaurro, in Polemiche, cit., p. 90.
61
Anco Marzio Mutterle, Introduzione, in Discussioni e polemiche sul Ro-
manticismo (1816-1826), a cura di Egidio Bellorini, 2 voll., Bari, Laterza, 1943, re-
print a cura di Anco Marzio Mutterle, Roma-Bari, Laterza, 1975, i, p. ix.
62
Angiola Ferraris, Ludovico di Breme, cit., p. 168.
63
Cfr. Ludovico Di Breme, Il romitorio di SantIda, cit., pp. 46-48.
64
Cos Di Breme in una lettera a Tommaso Valperga di Caluso, cit. Piero
Camporesi, Introduzione, cit., p. xl.
65
Ludovico Di Breme, Grand Commentaire, a cura di Giovanni Giuseppe
Amoretti, Milano, Marzorati, 1970, pp. 110, 111.
66
Ivi, p. 112. Su questi aspetti del pensiero di Di Breme, sono utili soprat-
tutto, per documentazione e finezza danalisi, le pagine di Carlo Calcaterra, In-
i. le proposte del conciliatore 45
70
La stessa figura del sacerdote-protettore costante tipica del romanzo go-
tico (peraltro passata senza variazioni significative nel romanzo storico), come ri-
corda Rodolfo Macchioni Jodi, Dal romanzo gotico al romanzo storico italiano,
in Italianistica, 2-3, 1994, pp. 389-416.
71
Non lunico ingrediente foscoliano rinvenibile nellopera: anche senza
dir niente della scelta del nome delleroina Teresa, non ai Sepolcri, ma allepisodio
di Lauretta nellOrtis, fa correre la memoria la triste vicenda di amore e follia, sin-
tetizzata per noi dal narratore, di Clarina e Giacomino. Manca in quella sfortuna-
ta storia solo laltro ingrediente foscoliano, la morte; ma daltra parte essa impre-
gna di s, con evidenti passi di necrofilia, tutto il Romitorio.
72
Ugo M. Olivieri, P. Borsieri e il romanzo darea lombarda nella prima met
dellOttocento, cit., p. 133.
73
Ludovico Di Breme, Il romitorio di SantIda, cit., p. 92.
74
Sullacceso sperimentalismo linguistico del Romitorio che contempla
francesismi, neologismi, arcaismi, parole rare, lombardismi, piemonte-
sismi , cfr. Piero Camporesi, Nota al testo, cit., pp. lxii-lxiii e Rodolfo Mac-
chioni Jodi, Prodromi di narrativa ottocentesca, cit., pp. 147 sgg.
i. le proposte del conciliatore 47
75
Ivi, p. lv (con citazione da Antoine Franois Prvost, Mmoires et aven-
tures dun homme de qualit, La Haye, s.e., 1749, parte i, p. 253).
76
Piero Camporesi, Introduzione, cit., p. xlviii.
77
Cfr. in particolare Ludovico Di Breme, rec. a Orazione in lode del conte
Pietro Verri milanese. Del prof. Adeodato Ressi, in Il Conciliatore, 49, 18 febbraio
1819 (in Il Conciliatore, ii, pp. 201-210), cit. anche in Carlo Calcaterra, Intro-
duzione, cit., pp. lxviii-lxix.
78
Ludovico Di Breme, Il romitorio di SantIda, cit., p. 9.
79
Alessandro Manzoni, Sul Romanticismo, Lettera al Marchese Cesare
DAzeglio, in Opere di Alessandro Manzoni, a cura di Lanfranco Caretti, Edizione
del Centenario, Milano, Mursia, 1973, p. 1153.
48 ragionar di s
lespediente della stampa ormai venuto cos a vile; chi d giudizi do-
gni libro per lo pi di siffatta gena, che non sarebbe gi un libro chio
ora presenterei, ove un qualche altro mezzo, un qualche pi incontamina-
80
Jean Rousset, Una forma letteraria: il romanzo epistolare, cit., p. 91.
81
Cfr. Ludovico Di Breme, Il romitorio di SantIda, cit., pp. 71 sgg.
82
Ivi, p. 102.
83
Ugo M. Olivieri, P. Borsieri e il romanzo darea lombarda nella prima met
dellOttocento, cit., p. 135.
84
Ludovico Di Breme, Il romitorio di SantIda, cit., p. 107.
i. le proposte del conciliatore 49
gi molto che si possa vivere per otto mesi consecutivi in una gran-
de citt (se non si abbia qualche laboriosa e continua occupazione, come
credo che i soli utili artigiani ve labbiano) e non perdere assai di quella
naturalezza e integrit di cuore, le quali certamente valgono ben di pi di
tutte le artificiali qualit che vi si acquistano invece. Lindividuo come
un frutto. A un per uno i frutti hanno un loro sapore, qual pi, qual me-
no delizioso, ma pur loro proprio, ed i pi lhanno buono, molti delizio-
sissimo. Ammassatene insieme qualche centinaia, stivateli, poco stanno a
fermentare, a guastarsi vicendevolmente, e non avrete gi pi che una fu-
mosa putrefazione, e di mille gentili sapori, un solo violento, aspro e po-
co men che incendiario al palato. Queste considerazioni morali in favor
della vita solitaria, adoperata come antidoto del contagio urbano, giova ri-
peterle, se anche dovessero parere comuni e ripetute gi troppo86.
85
Ivi, p. 3. La citazione che segue, ibidem.
86
Ivi, pp. 3-4. La citazione che segue, ivi, p. 4.
50 ragionar di s
Dichiaro una volta per tutte al mio lettore chio non mi credo gi in ob-
bligo di intrattenerlo di me e delle mie avventure in cui ebbi parte, se non
tanto quanto indispensabile onde porre lui in quella stessa situazione nel-
la quale mi trovai quando venni a conoscere la storia (ben altrimenti im-
portante) a cui questi miei casucci non servono che di necessario prologo88.
87
Ibidem.
88
Ivi, p. 14. La citazione che segue, ivi, pp. 14-15.
i. le proposte del conciliatore 51
89
Ivi, pp. 19, 20.
90
Ivi, p. 26.
52 ragionar di s
91
Ivi, pp. 28-29.
92
Suggestiva la lettura del Romitorio come romanzo di Kronos e Thanatos
proposta da Angiola Ferraris, Ludovico di Breme, cit., pp. 158-180.
93
Ludovico Di Breme, Il romitorio di SantIda, cit., p. 29.
94
Cfr. Rodolfo Macchioni Jodi, Il romanzo gotico di Ludovico Di Bre-
me, cit., p. 98.
i. le proposte del conciliatore 53
95
Ludovico Di Breme, Il romitorio di SantIda, cit., p. 106.
96
Nella voce dedicata a Di Breme, in linea con lintento politico della Bio-
graphie des Vivants, Guillon [] abilmente [] lascia scivolare accuse di adula-
zione, di carrierismo, di conformismo, per non dire dei rimproveri allo stile del
Breme poeta ed allanimosit contro chi non la pensa come lui (Marziano Gu-
glielminetti, Vendere le vite, in Sigma, 1-2, 1984, numero monografico: Vende-
re le vite: la biografia letteraria, p. 8).
54 ragionar di s
97
Cfr. Angiola Ferraris, Ludovico di Breme, cit., p. 18.
98
Marziano Guglielminetti, Vendere le vite, cit., p. 8.
99
Cfr. soprattutto Franco DIntino, Lautobiografia moderna, cit., pp. 58 sgg.
100
Giovanni Giuseppe Amoretti, Genesi del Grand Commentaire, in Lu-
dovico Di Breme, Grand Commentaire, cit., p. 31.
101
Come accade nel citato saggio di Guglielminetti, che considera il Grand
Commentaire quale documento della polemica anti-biografica che prende il via al-
la fine del Settecento (Vendere le vite, cit., pp. 7-9), e anche, fugacemente, nel vo-
lume di DIntino (Lautobiografia moderna, cit., p. 70).
i. le proposte del conciliatore 55
102
Ludovico Di Breme, Grand Commentaire, cit., p. 49. Le citazioni che se-
guono, ivi, pp. 53, 60.
103
Ivi, p. 61. Si avverte sin da ora che per le successive brevi citazioni in tra-
duzione italiana dal Grand Commentaire scelte talora per rendere pi scorrevole
la lettura ci si avvale della traduzione fornita in calce nelledizione citata.
56 ragionar di s
104
Ivi, p. 60.
105
Di Breme aveva particolarmente presenti due modelli di discorso auto-
biografico: la Vita di Alfieri e lAdolphe di Benjamin Constant. Sceglie il primo; ri-
fiuta il secondo (Giovanni Giuseppe Amoretti, Genesi del Grand Commentai-
re, cit., ivi, p. 32). Di Breme leggeva la Vita alfieriana a Milano nellestate 1808,
come testimoniano le lettere (cfr. Ludovico Di Breme, Lettere, cit., p. 112). Vice-
versa, un commento su lAdolphe si legge nella lettera del Di Breme, ormai prossi-
mo alla stesura del Grand Commentaire, a Madame de Stal, Milano, s.d. [ma pri-
mi di dicembre 1816], ivi, p. 395. Da non dimenticare che intorno al 1812 Di Bre-
me aveva aspirato senza esito a tre le biographe di quel grand homme del-
lAlfieri, come scriveva alla contessa dAlbany il 2 giugno di quellanno (cfr. Lu-
dovico Di Breme, Lettere, cit., p. 153).
106
Cfr. soprattutto Franco DIntino, Lautobiografia moderna, cit., p. 64.
i. le proposte del conciliatore 57
107
Ludovico Di Breme, Grand Commentaire, cit., pp. 135, 136, 137.
108
Ivi, pp. 145, 156. Il capitolo xiii, intitolato Principes en discussion Contro-
verse Tripots, etc. etc., occupa le pp. 146-182.
109
Cfr. Ludovico Di Breme, Degli studi e delle virt di Tommaseo Valperga di
Caluso. Cenni storici (1815), ora in appendice alledizione del Romitorio di SantIda,
cit., pp. 155-171.
110
Id., Grand Commentaire, cit., p. 63.
58 ragionar di s
111
Ivi, pp. 61-62, 64, 69. I corsivi sono miei. Si notino le consonanze con il
noto passo dellIntroduzione di Alfieri alla Vita: Avendo io oramai scritto molto,
e troppo pi forse che non avrei dovuto, cosa assai naturale che alcuni di quei
pochi a chi non saranno dispiaciute le mie opere (se non tra miei contemporanei,
tra quelli almeno che vivrai dopo) avranno qualche curiosit di sapere qual io mi
fossi. Io ben posso credere, senza neppur troppo lusingarmi, poich di ogni altro
autore anche minimo al valore, ma voluminoso quanto allopera, si vede ogni gior-
no e scrivere e leggere, o vendere almeno, la vita. Onde, quandanche nessunaltra
ragione vi fosse, certo pur sempre che, morto io, un qualche libraio per cavare al-
cuni pi soldi da una nuova edizione delle mie opere, ci far premettere una qua-
lunque mia vita. E quella, verr similmente scritta da uno che non mi aveva o
niente o mal conosciuto, che avr radunato le materie di essa da fonti o dubbj o
parziali ; onde codesta vita per certo verr ad essere, se non altro, alquanto meno
verace di quella che posso dare io stesso. E ci tanto pi, perch lo scrittore a soldo
delleditore suol sempre fare uno stolto panegirico dellautore che si ristampa, sti-
mando ambedue di dare cos ampio smercio alla loro comune mercanzia (Vitto-
rio Alfieri, Vita, introduzione e note di Marco Cerruti, Milano, Rizzoli, 1987,
pp. 49-50; i corsivi sono miei).
i. le proposte del conciliatore 59
112
Per il chiaroscurato misogallismo del Grand Commentaire, cfr. i capitoli iii
e vii, in particolare pp. 66 sgg., 86 sgg. delledizione cit.
113
Paola Luciani, Autobiografia dellessere e autobiografia dellagire, cit., p. 294.
114
Per questa tesi, cfr. supra, pp. 10-12.
60 ragionar di s
tore dellio, del problme de moi, sta nelle pagine del romanzie-
re (mancato); lautobiografo si nutre piuttosto del polemista e del-
lo scrutatore della societ contemporanea. Allabate Di Breme,
scrittore engag, non interessa lautobiografia di per s, ma solo in
quanto pu farsi veicolo di battaglie ideologiche.
Si veda infatti la struttura dello scritto. I primi tre capitoli del
Grand Commentaire da cui ho finora spigolato i passi salienti si pre-
sentano come una sorta di introduzione: pagine liminari di aperta
polemica e di ripetuta giustificazione che precedono la ricostruzio-
ne autobiografica. La quale inizia dal capitolo iv, intitolato Mon P-
re. Non accabler le faussaire sous la masse de la vrit, ma limi-
tarsi a opporre aux faits et aux indictions dictes par [] malveil-
lance delle precisazioni115: questo il metodo che lautobiografo di-
ce di seguire per une pnible obissance al padre, che na pas dai-
gn prouver de ressentiment la vue du menteur et sot article qui
le concerne116. Pi risentito e sciolto il piglio delle pagine successi-
ve, sulle quali non si stende pi lombra paterna. Nel capitolo v, ri-
dotto tout ce quil y a de vrai et dexact dans larticle que son Bio-
graphe assassin vous a vendu alla nata di nascita117, si procede ades-
so per citazioni, recise negazioni e articolate correzioni, ora in pri-
ma persona, ora in terza (questultima, verosimilmente, per attra-
zione dellil dellarticolo biografico del Guillon). Qualche esempio:
fut destin par son Pre ltat ecclsiastique. Faux. Mon Pre na de-
stin ses enfants qu lhonneur [].
Il fit ses tudes dans la maison paternelle. Non. Il suivit les cours de
luniversit [].
Promu au sacerdoce 22 ans par dispense dge. Faux; et mme si
compltement faux que je diffrai dune anne par-del le terme canoni-
que []118.
115
Ludovico Di Breme, Grand Commentaire, cit., pp. 70-71.
116
Ivi, p. 70.
117
Peraltro errata: cfr. Carlo Calcaterra, Introduzione, in Ludovico Di
Breme, Polemiche, cit., p. lxxxiii.
118
Ludovico Di Breme, Grand Commentaire, cit., pp. 74, 76, 77.
i. le proposte del conciliatore 61
4. lautobiografia sentimentale
nelle avventure letterarie di un giorno di borsieri
119
Ivi, p. 77.
120
Rispettivamente, ivi, pp. 74, 80, 82, 115.
121
Ivi, p. 180.
62 ragionar di s
della Giustizia. Scriveva bene in prosa ed in poesia, ragionava con elo-
quenza, si nudriva di molte letture, il suo intelletto gustava soprattutto le
indagini filosofiche e le scienze del bello. Era tenuto in pregio da Monti,
da Foscolo, da Manzoni, da ogni uomo che lo conoscesse, ed in lui ama-
vano non solo il nobile ingegno, ma le sode qualit dellanimo.
Non ti so dire quasi altro di Pietro Borsieri, se non che ci vedevamo
ogni giorno come amici allegri, studiosi, sempre in buona armonia. Ei fa-
cea progetti di libri dogni genere, ordiva drammi storici, e non saffretta-
va a compiere nulla; onde non diede pressoch niente alle stampe. Pub-
blic soltanto opuscoli doccasione, brevi poesie, cose poco notevoli; col-
labor nel Conciliatore. []
Perch con tante cognizioni e con segnalato ingegno non lasci egli
unopera letteraria notevole? Mutava troppo spesso progetti, sannoiava
dei lunghi lavori, e pi lo dilettava il leggere, pensare e discorrere che ac-
quistar fama dautore. In giovent ei diceva: troppo presto ; in vecchiaia
disse: troppo tardi 122.
122
Silvio Pellico, Pietro Borsieri, in Epistolario di Silvio Pellico, cit., pp. 466-468.
i. le proposte del conciliatore 63
123
Ludovico Di Breme, Grand Commentaire, cit., p. 174.
124
Irene Botta, Manzoni a Fauriel: lindication des articles littraires du Con-
ciliateur, in Studi di filologia italiana, xlix, 1991, pp. 204, 228.
125
Sulla possibile incidenza della lettura del Battistino sullautore dei Promes-
si sposi, cfr. in particolare Vittorio Cian, Gli alfieriani-foscoliani piemontesi ed il
Romanticismo lombardo-piemontese del primo Ottocento, Roma, Societ Nazionale
per la Storia del Risorgimento Italiano, 1934, pp. 87 sgg.; Riccardo Massano, Sil-
vio Pellico compilatore responsabile del Conciliatore, in Studi piemontesi, i, 1972,
pp. 3-31; Giorgio Petrocchi, Confalonieri e i racconti del Conciliatore, cit., pp.
243-244.
64 ragionar di s
126
Sebastiano Timpanaro, Unoperetta di Pietro Borsieri ed una di Pietro
Giordani, cit., p. 31.
127
Come, con termine non del tutto adeguato, si usa ormai chiamarli, pre-
cisa Timpanaro, che preferisce parlare di operetta (ivi, p. 32).
128
Andrea Battistini-Ezio Raimondi, Retoriche e poetiche dominanti, cit.,
p. 202.
129
Cfr. William Spaggiari, Due schede romantiche (1983), in In mezzo a lumi
de Gonzaghi heroi. Note e ricerche di letteratura moderna, Catanzaro, Pullano, 1993,
p. 90n. e Id., Prefazione, in Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit.,
p. xxi.
i. le proposte del conciliatore 65
130
Recentemente ripubblicata in William Spaggiari, Due schede romantiche,
cit., p. 83, da cui si cita il testo.
131
Per romanzo intendiamo quel genere (ora narrativo, ora dialogato) che
[] aveva avuto i suoi grandi modelli nel Settecento, e che continu a sussistere,
minoritario ma non per questo meno interessante e originale, nel primo Ottocen-
to, ben distinto dal nuovo romanzo ottocentesco: il genere a cui appartennero, vi-
cini nel tempo anche se di ben diverso valore, le Operette morali del Leopardi, il
Manoscritto di un prigioniero e il Forte della Stella di Carlo Bini, il Viaggio di tre
giorni di Luigi Ciampolini (Sebastiano Timpanaro, Unoperetta di Pietro Borsie-
ri ed una di Pietro Giordani, cit., p. 39).
132
Cfr. William Spaggiari, in Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un
giorno, cit., p. 1n.
66 ragionar di s
133
Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 5.
134
Cfr. Ludovico Di Breme, Grand Commentaire, cit., pp. 173 sgg.
135
Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 5.
i. le proposte del conciliatore 67
136
Cfr. Francesco Spera, Le avventure della satira di Pietro Borsieri, nello-
pera collettiva I bersagli della satira, a cura di Giorgio Brberi Squarotti, Torino,
Tirrenia Stampatori, 1987, pp. 181 sgg.
137
Cfr. Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit.,
p. 20 e anche William Spaggiari, Prefazione, in Pietro Borsieri, Avventure let-
terarie di un giorno, cit., pp. xix sgg.
138
Francesco Spera, Le avventure della satira di Pietro Borsieri, cit., p. 188.
Il Romanzo appartiene al genere filosofico ed alleloquenza propriamente detta,
fa dire Borsieri a Silvio P., dietro cui adombra lamico Pellico (Pietro Borsieri,
Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 85).
139
Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 105.
68 ragionar di s
140
William Spaggiari, Prefazione, ivi, p. xviii.
141
Andrea Battistini-Ezio Raimondi, Retoriche e poetiche dominanti, cit.,
p. 202. Sulle alternative alla forma canonica del trattato elaborate dagli scrittori ro-
mantici, cfr. ivi, pp. 200-203.
142
Per il rapporto tra le Avventure e lIntroduzione del 1815, cfr. soprattutto
William Spaggiari, Lopposizione dei romantici tra civile concordia e fortuna ser-
vile, in Il ritorno di Astrea. Civilt letteraria della Restaurazione, Roma, Bulzoni,
1990, pp. 11 sgg.
143
Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 5.
144
Sullinflusso montiano per ladozione della struttura dialogica applicata a
temi di polemica letteraria, cfr. William Spaggiari, in Pietro Borsieri, Avven-
ture letterarie di un giorno, cit., p. 1n. Sullincidenza del dialogo nella struttura ro-
manzesca delle Avventure, cfr. Francesco Spera, Le avventure della satira di Pietro
i. le proposte del conciliatore 69
Borsieri, cit., p. 187. Pi in generale, per luso della strutture drammatiche nel ro-
manzo primottocentesco, cfr. Roberto Bigazzi, Sul romanzo drammatico nel pri-
mo Ottocento, nellopera collettiva Studi di filologia e critica offerti dagli allievi a
Lanfranco Caretti, 2 voll., Roma, Salerno, 1985, ii, pp. 559-583.
145
Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 23. Sul motivo
della noia in Borsieri, cfr. ivi, p. 23, n. 30.
146
Cfr. ivi, pp. 52-57, da cui sono tratte le citazioni che seguono.
70 ragionar di s
147
Ivi, p. 5.
148
Ivi, pp. 48, 49.
149
Chi vuol conoscere a fondo i grandi argomenti delle nostre dispute lette-
rarie, frequenti il teatro, i caff, i gabinetti delle dame, si legge nellultimo capi-
tolo (Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 38).
i. le proposte del conciliatore 71
150
Ugo M. Olivieri, P. Borsieri e il romanzo darea lombarda nella prima met
dellOttocento, cit., pp. 123-124.
151
Ivi, pp. 125-126.
152
Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit., p. 20.
Per la consonanza daccenti tra il primo capitolo delle Avventure e il foscoliano Rag-
guaglio dunadunanza dellaccademia de Pitagorici, cfr. Ugo M. Olivieri, P. Borsieri
e il romanzo darea lombarda nella prima met dellOttocento, cit., pp. 126-127.
153
Cfr. Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 82 e n. Non
mancano comunque nelle Avventure elementi autobiografici di polemica strettamen-
te personale, a partire dal caso pi eclatante, nel capitolo ii, sulle sorti dellintrodu-
zione di Borsieri alla Biblioteca italiana respinta sul finire del 1815 (cfr. ivi, p. 38).
154
Ivi, p. 105. Le citazioni che seguono, ibidem.
72 ragionar di s
155
Le riassume brevemente William Spaggiari, ivi, p. 3n: la letteratura de-
ve parlare al cuore e non soltanto alla mente; anche gli uomini semplici possono
sentire e giudicare; i nomi non fanno la sostanza delle cose.
i. le proposte del conciliatore 73
156
Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 7. Le citazioni
che seguono, ivi, pp. 8, 9.
157
Detto questo, il mio Silvio P. prendeva gi il cappello per uscire, ma io
che mi sentiva una smania terribile di fare come gli altri il mio sermoncino (vedi
capitolo Io) (ivi, p. 88).
74 ragionar di s
158
Cfr. le indicazioni di William Spaggiari, ivi, p. 7, n. 1.
159
Le lettere al fratello Luigi si leggono in Silvio Pellico, Lettere milanesi,
cit., pp. 1-232. Sulla scorta di quelle missive, stato soprattutto Rodolfo Macchio-
ni Jodi, a puntualizzare, pur en passant, la suggestione foscoliana (cfr. Prodromi di
narrativa ottocentesca, cit., p. 74).
i. le proposte del conciliatore 75
160
Silvio Pellico al fratello Luigi, [luglio 1816], in Silvio Pellico, Lettere mi-
lanesi, cit., p. 50.
161
Silvio Pellico al fratello Luigi, [Milano], 18 luglio 1815, ivi, p. 19.
162
Silvio Pellico al fratello Luigi, Milano, 11 dicembre 1815, ivi, p. 31.
76 ragionar di s
dinanzi agli occhi. Fervore con cui si slancia a considerarlo. Delira di ver-
gogna e di speranza pensando a ci che lItalia e a ci che pu divenire.
Ama la figlia dun Lord. Tutto il bello e il sublime dellamore. Impossibi-
lit di sposare quella fanciulla per la differenza di condizione. Unidea lu-
minosa, gigantesca, gli sorge nella mente: rendersi degno di quella sposa
con una grande azione. Entra nelle truppe anglo-itale (che nobiliter. E
che non pu nobilitare lo scrittore?) colla romanzesca risoluzione di mo-
rire per la patria o di acquistare tal gloria da meritare gli applausi dellIn-
ghilterra. Qualche somma prodezza. Cattivo successo. Sacrificio dellIta-
lia. Tancredi disperato. Sono indeciso se lo far morire, o se far che il
Lord informato dalla propria figlia delle intenzioni eroiche di Tancredi, e
vedute le sue lettere, consenta al matrimonio. Tancredi va a Londra per
vedere ancora una volta lamata, e poi morire. Trova tutto spianato ed
felice. Se esamini bene, vedrai che una parte della storia dei tempi co-
spira a ingrandire questo lavoro. Lo scopo di presentare lideale del ca-
rattere italiano163.
163
Silvio Pellico al fratello Luigi, [Milano], 28 febbrajo 1816, ivi, pp. 36-37.
164
Rodolfo Macchioni Jodi, Prodromi di narrativa ottocentesca, cit., pp. 74-
75. Lo studioso ipotizza che proprio le troppo appariscenti [] risonanze di moti-
vi desunti dalla Stal e dal Foscolo, unite al contributo poco significativo che la
propria esperienza umana e sentimentale poteva offrire allautore, abbiamo indot-
to il giovane Pellico a desistere dal progetto. Sullimmanenza foscoliana, cfr. pure
Carlo Curto, Origine e unit dellispirazione del Pellico, in Lettere italiane, vi, 4,
1954, p. 354 e Mario Fubini, Lettere del Pellico (1954), in Romanticismo italiano. Sag-
gi di storia della critica e della letteratura, Bari, Laterza, 1971, pp. 96-97.
165
Tanto poco gli [a Pellico] si conveniva la parte delleroe e del ribelle!, com-
mentava Carlo Curto, in Origine e unit dellispirazione del Pellico, cit., pp. 354-355.
i. le proposte del conciliatore 77
166
Cfr. Pietro Borsieri, Avventure letterarie di un giorno, cit., p. 83 e n.
167
Come ha voluto vedere invece Macchioni Jodi (in Prodromi di narrativa otto-
centesca, cit., p. 73), trascurando laccento posto dal saluzzese sulla storia dei tempi.
168
Cfr. Silvio Pellico a Ugo Foscolo, [Milano], 8 gennaio 1816, in Epistolario
di Silvio Pellico, cit., p. 3. Ancora nelle Mie prigioni, nel capitolo l Pellico ricorda
lamicizia giovanile con Foscolo come intensa e privilegiata: siffatto iracondo uo-
mo, che colle sue asprezze provocava tanti a disamarlo, era per me tutto dolcezza
e cordialit, ed io lo riveriva teneramente. Sullamicizia Foscolo-Pellico, cfr. so-
78 ragionar di s
prattutto Carlo Tenca, Silvio Pellico (1854), in Saggi critici, a cura di Gianluigi Be-
rardi, Firenze, Sansoni, 1969, pp. 133-160.
169
Cfr. Silvio Pellico a Francesco Silvio Orlandini, Torino, 15 settembre 1853,
in Epistolario di Silvio Pellico, cit., p. 401.
170
Silvio Pellico a Ugo Foscolo, [Milano], 20 marzo 1816, ivi, pp. 5, 6.
171
Silvio Pellico al fratello Luigi, [luglio 1816], in Silvio Pellico, Lettere mi-
lanesi, cit., p. 50.
i. le proposte del conciliatore 79
172
Silvio Pellico al fratello Luigi, [Balbianino], 15 settembre [1816], ivi, pp. 65, 66.
173
Silvio Pellico al fratello Luigi, [Milano], 16 settembre [1816], ivi, p. 67.
80 ragionar di s
174
Silvio Pellico al fratello Luigi, [Milano, 30 gennaio 1818], ivi, pp. 126-127.
175
Rodolfo Macchioni Jodi, Prodromi di narrativa ottocentesca, cit., p. 77.
176
Silvio Pellico al fratello Luigi, Cascina Lambertenghi, 24 luglio 1817, in
Silvio Pellico, Lettere milanesi, cit., p. 106.
i. le proposte del conciliatore 81
quellapparenza volgare che deve aver luomo per piacere al volgo, e per
contrasto una tempra danimo elevata. Da siffatto contrasto desumo un
colorito, che non senzeffetto, a quel che mi pare, e traggo il vantaggio
di poter introdurre anche la turba nelle regioni della filosofia, senza che se
ne accorga, e se ne spaventi177.
177
Silvio Pellico al fratello Luigi, [Milano], 28 febbraio 1818, ivi, p. 131.
178
Cfr. Silvio Pellico, Breve soggiorno in Milano di Battistino Barometro, in
Il Conciliatore, 87, 1 luglio 1819; 100, 15 agosto 1819; 105, 2 settembre 1819 (in
Il Conciliatore, iii, pp. 11-20, 190-195, 273-277). Loperetta si legge ora anche in
edizione autonoma: Silvio Pellico, Breve soggiorno in Milano di Battistino Baro-
metro. Con una appendice di articoli dal Conciliatore, a cura di Mario Ricciardi,
Napoli, Guida, 1983. Da questa edizione si citer il testo dinnanzi.
179
Il 30 luglio 1819, nel pieno della composizione e pubblicazione del Batti-
stino Barometro, Pellico scriveva allamico Ferdinando Rossi, dalla villeggiatura di
Balbianino: da gran tempo non sono pi innamorato che della solitudine, del-
la natura selvaggia, dun mondo fantastico, diverso diverso assai da quello delle
citt; mi basterebbe un amico, polvere, schioppo, una barca, e la dimenticanza, il
82 ragionar di s
disprezzo di tutto ci che gli uomini fanno nei loro greggi (Silvio Pellico,
Lettere milanesi, cit., p. 383); e di l a poco soggiungeva: Milano un turbine vor-
ticoso che aggira gli uomini senza lasciarli in posa mai. impossibile qui dessere
poeta. Si pu ben essere osservatore, critico, politico, tutto ci che non innalza la
fantasia sino al bello ideale, ma questo bello ideale, la poesia oh per attingerla
ci vuol pace campestre, solitudine, compagnia tranquilla (Silvio Pellico a Felicia
de Conti Giovio, Milano, 8 ottobre 1819, ivi, p. 424).
180
Sui rapporti tra io narrato, io narrante e autore implicito nel Battistino, cfr.
soprattutto la brillante descrizione, condotta con gli strumenti della narratologia,
da Ugo M. Olivieri, P. Borsieri e il romanzo darea lombarda nella prima met del-
lOttocento, cit., pp. 137-140.
i. le proposte del conciliatore 83
Che cosa avrebbe fatto qui un uomo bene educato, cio che avesse let-
to romanzi? Non vera un momento da esitare. Precipitarsi ai piedi di Lui-
gia, a costo desser bastonato dal dottore Abbondio, piangere, dimandar
perdono e giurare per tutti i santi di volerla sposare, non fra dieci anni,
ma anche sul momento, a dispetto di tutti padri e di tutte le madri del ge-
181
Ivi, p. 140.
182
Ivi, p. 138.
183
Cfr. Silvio Pellico, Breve soggiorno in Milano di Battistino Barometro, cit.,
p. 21.
84 ragionar di s
184
Silvio Pellico, Breve soggiorno in Milano di Battistino Barometro, cit., p. 29.
185
Cfr. Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit.,
pp. 1-2. Lespressione pazzia daffetti appartiene a Baretti ed riportata ivi, p. 2.
i. le proposte del conciliatore 85
186
Cfr. Mario Ricciardi, Introduzione, in Silvio Pellico, Breve soggiorno in
Milano di Battistino Barometro, cit. p. 10 (il saggio si legge anche, con il titolo Il
Battistino Barometro: incunabolo di un possibile romanzo borghese, nellopera col-
lettiva Piemonte e letteratura 1789-1870, Atti del Convegno di Studi, San Salvatore
Monferrato, 15-17 ottobre 1981, a cura di Giovanna Ioli, Torino, Regione Piemon-
te-Assessorato alla Cultura, s.d. [ma 1983], 2 tt., ii, pp. 611-620). Le citazioni che
seguono, ivi, p. 11.
II.
Il vizio di parlar di s.
Progetti narrativi e autobiografici di Leopardi
Circa negli stessi anni in cui gli scrittori del Conciliatore sag-
giano le possibilit di una moderna narrativa moralistica e di ma-
teria contemporanea, il giovane Leopardi indugia nel sogno di
una moderna narrativa danalisi, introspettiva e di materia auto-
biografica. Soltanto un sogno, per quanto lungamente accarezza-
to. I risultati di tale protratta e velleitaria sperimentazione sono ri-
masti tutti sepolti a lungo tra le carte dello scrittore, perch pri-
vati ( il caso del cosiddetto Diario o Memorie del primo amore 1)
o perch non finiti ( il caso di tutto il resto, a partire dai cosid-
detti Ricordi dinfanzia e di adolescenza o Vita abbozzata di Sil-
vio Sarno, come propone la recente edizione critica , fino ai due
Supplementi e alla pi tarda Storia di unanima scritta da Giulio Ri-
valta pubblicata dal conte Giacomo Leopardi 2): tutti scritti, pur
nella variet degli stadi di elaborazione raggiunti, pur nella mol-
1
Carlo Leopardi testimoni che per il fratello quelle memorie [] doves-
sero sopprimersi (Appendice allepistolario e agli scritti giovanili di G. Leopardi a
compimento delle edizioni fiorentine, a cura di Prospero Viani, Firenze, Le Monnier,
1878, p. xxxi).
2
Cfr. Franco DIntino, Nota ai testi, in Giacomo Leopardi, Scritti e
frammenti autobiografici, cit., pp. 139-167 (dinnanzi SFA). Com noto, tali scritti,
88 ragionar di s
a eccezione della Storia di unanima, sono senza titolo negli autografi; circostanza
questa che ha generato frequenti oscillazioni (Diario del primo amore /Memorie del
primo amore ; Appunti e ricordi / Ricordi dinfanzia e di adolescenza /Vita abbozzata
di Silvio Sarno). Qui si seguono i titoli adottati in Giacomo Leopardi, Tutte le
prose e tutte le poesie, a cura di Lucio Felici e Emanuele Trevi, Roma, Newton &
Compton, 1997 (dinnanzi TPP ) da cui si citano tutti i testi leopardiani; per lo Zi-
baldone (abbreviato Zib.), si rimanda alledizione con premessa di Emanuele Tre-
vi, indici filologici a cura di Marco Dondero, indice tematico e analitico a cura di
Marco Dondero e Wanda Marra, Roma, Newton & Compton, 1997.
3
Novella Bellucci, Dal Diario ai versi damore. Scrittura e malinconia
nel primo Leopardi, in La Rassegna della letteratura italiana, s. viii, xcix, 1-2,
1995, p. 89. A una casistica del non finito leopardiano era dedicato lo studio di
Pier Giorgio Conti, Lautore intenzionale. Ideazioni e abbozzi di Giacomo Leo-
pardi, Losone, Alla Motta, 1966 (per gli abbozzi pi strettamente autobiografici e
da romanzo, cfr. pp. 124-132).
4
Tra i profili dellautobiografia, cfr. soprattutto Franco DIntino, Da Al-
fieri a Leopardi, cit., pp. 83-124 e Id., Silenzio, gioco, caos, cit., pp. 173-190; per le
storie del romanzo, si veda Gino Tellini, Sul romanzo di primo Ottocento, cit., pp.
95-96 e Id., Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit., pp. 29-30.
5
Oltre alla prima edizione del Diario del primo amore (con questo titolo ne-
gli Scritti vari inediti di Giacomo Leopardi dalle carte napoletane, a cura di Giovan-
ni Mestica, Firenze, Successori Le Monnier, 1906, pp. 165 sgg.), si segnalano: Dia-
rio damore. Discorso sulla poesia romantica. Appunti e ricordi e altre prose e dialoghi,
pref. e note di Flavio Colutta, Milano, Sonzogno, 1939; Memorie e pensieri damo-
re, a cura di Carlo Muscetta, Torino, Einaudi, 1943, 19562 (la nuova edizione, ora,
con introduzione di Giorgio Ficara, ivi, 1994); Diario damore, Firenze, Il Fiore,
1945; Memorie, a cura di Francesco Flora, Milano, Universale Economica, 1949;
Pensieri-Memorie del primo amore-Elegia I-Elegia II, introduzione di Sergio Solmi,
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 89
Alpignano, Tallone, 1970; Diario del primo amore e prose autobiografiche, a cura
di Giovanni Giuseppe Amoretti, Genova, Il Melangolo, 1981; Neuro Bonifazi,
Leopardi autobiografico: saggio, cronologia e testi, Ravenna, Longo, 1984; Diario
del primo amore, introduzione di Alvaro Valentini, Abano Terme, Francisci,
1987; Diario del primo amore, presentazione di Matteo Palumbo, Venosa, Osan-
na, 1997; Diario del primo amore e altri scritti autobiografici, a cura di Vincenzo
Guarracino, Milano, Bompiani, 1998. Riproducono pagine degli scritti auto-
biografici anche alcune antologie di memorie spesso centoni di passi auto-
biografici o costruite intorno al tema dellamore: Memorie della mia vita.
Spunti autobiografici dallo Zibaldone e da altri scritti, a cura di Beniamino Dal
Fabbro, Milano, Bompiani, 1942, 19432, 19453; Memorie della mia vita, Roma,
Gremese, 1989; Storia di unanima: memorie, Roma, Mancuso, 1993; Scritti da-
more e di politica, a cura di Leone Piccioni, Milano, SugarCo, 1993; Tristano.
Amore e morte, con un saggio di Alfredo Giuliano e immagini di Giovetta Fio-
roni, a cura di Goffredo Binni, Fondazione Cassa di Risparmio di Macerata,
1993; Pensieri damore, Genova, Ecig, 1993, 19982; Memorie della mia vita. Pagi-
ne scelte da una voce dello Zibaldone, a cura di Aldo Arminante, Napoli, LO-
rientale, 1997; Lamore nelle prose e nei versi, a cura di Davide Rondoni e Valen-
tino Fossati, introduzione di Paolo Ruffilli, Milano, Garzanti, 1998; Giacomo
Leopardi e lamore, a cura di Giorgio Saviane, nota critica di Giacomo Grassi,
Empoli, Ibiskos, 1998.
6
Le acque del dibattito critico intorno al Leopardi aspirante narratore era-
no ristagnanti dai tempi delle reazioni a catena innescate nei tardi anni Trenta da-
gli studi di Manlio Dazzi: si veda soprattutto il suo Leopardi e il romanzo, Milano,
Bocca, 1939, la immediata quanto dura replica di Giuseppe De Robertis (Leopardi
romanziere [1939], in Saggio sul Leopardi, Firenze, Vallecchi, 1973, pp. 137-140) e le
postille aggiunte da Angelo Monteverdi al suo Gli Appunti e ricordi di Giacomo
Leopardi (1909), in Frammenti critici leopardiani, Napoli, Esi, 1967, pp. 3-23. Di re-
cente, la lettura condotta secondo lestetica del non finito da Franco DIntino (cfr.
la lunga Introduzione, in SFA, pp. xi-xcvii) ha alzato un comprensibile polve-
rone. Si segnalano, a titolo desempio, ladesione entusiastica nella recensione di
Corrado Pestelli, in Studi italiani, viii, 2, 1996, pp. 163-175 (poi, ampliata,
con il titolo Editando le foglie di Sibilla. Gli scritti e i frammenti autobiografici di
Leopardi, le magiche carte dellio e lestetica internazionale del romanticismo, in Oc-
casioni leopardiane e altri studi sullOtto e sul Novecento, introduzione di Marino
Biondi, Roma, Bulzoni, 1998, pp. 145-179) e soprattutto la ragionata replica nella
recensione di Paolo Rota, in Studi e problemi di critica testuale, 56, 1998, pp.
201-207, che riconosce fra i tanti e corposi meriti ascrivibili al curatore quello di
far muovere il recanatese allinterno della temperie romantica e della riflessione
teorica di primo Ottocento (p. 205), ma, nel contempo, di contro allimmagine
di un Leopardi incline al frammento e allopera aperta, richiama severamente al si-
90 ragionar di s
gnificato che il momento del labor limae assumeva per lo scrittore (un richiamo che ci
sentiamo di sottoscrivere, considerando quello di DIntino un sagace esperimento di
lettura con spunti eccellenti, ma da non accogliere in toto perch, insistendo a oltran-
za sulla legittimazione del progetto a scapito del risultato, rischia di far perdere di vi-
sta che il progetto coincide con il risultato soltanto nella prospettiva, provvisoria per
lautore, del lavoro in fieri). La risposta non si fatta attendere: c una bella differen-
za fra titolare Scritti e frammenti autobiografici, come DIntino, o Appunti e ricordi, co-
me si legge sul frontespizio delledizione dei Ricordi dinfanzia e di adolescenza recen-
temente curata da Pasquini e Rota (Roma, Carocci, 2000) e che a quella di DIntino
si contrappone: le terminologie adottate rimandano a opposte estetiche di ricezione.
7
Per i problemi di datazione e le diverse proposte avanzate dagli studiosi al
riguardo, si rimanda a Franco DIntino, Nota ai testi, in SFA, pp. 139-167.
8
Giacomo Leopardi a Pietro Colletta, Recanati, 16 gennaio 1829, in Gia-
como Leopardi, Epistolario, a cura di Franco Brioschi e Patrizia Landi, 2 voll., To-
rino, Bollati Boringhieri, 1998, ii, p. 1608 (dinnanzi: Ep.; si avverte che citando da
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 91
13
Di un principio archivistico opportunamente parla, per gli appunti au-
tobiografici, DIntino (cfr. Introduzione, in SFA, pp. xv sgg.).
14
In TPP, pp. 1108-1113, da cui di seguito, per semplicit, si citano tali dise-
gni letterari senza ulteriori rimandi in nota.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 93
mente dalle superiore: poi data per pazza fu strettamente custodita, e da-
tale una monaca continuamente per guardiana, essendosi scoperta la sua
deliberazione di morire creduto o voluto credere effetto di pazzia. Final-
mente offertasi una volta alla sua custode, di andarle a prendere in unal-
tra stanza un paio di forbici, e lasciata andare col dirle che non facesse qual-
che pazzia, si precipit da una finestra.
15
Per il rapporto [] ambivalente del giovane Leopardi, destinato alla car-
riera ecclesiastica, con un tipo di vita monacale, si rimanda allaccurata ricostru-
zione di DIntino in SFA, p. 67, n. 66.
16
Giacomo Leopardi a Pietro Giordani, Recanati, 26 settembre 1817, in Ep.,
i, p. 143.
17
Cfr. il carteggio giovanile con Giordani, ivi, i, pp. 53 sgg.
18
Cfr. SFA, pp. 75-76, n. 86.
94 ragionar di s
cune lettere, forse anche per effetto della lettura del Werther e del-
lOrtis 19.
Quella della povera Monaca la storia di un tentativo falli-
mentare di prendere in mano e rovesciare il proprio destino non
diversamente dal proposito leopardiano di fuga del luglio 1819 e
del conseguente desiderio di morte. Questa miscela romanzesca di
clausura obbligata e meditazione sul suicidio, con i personaggi del-
la compagna confidente e del Chirurgo Giordani, lievita da da-
ti esistenziali o biografici che sono tutti confluiti anche nellaltro
progetto narrativo e autobiografico accarezzato da Leopardi in
quello stesso 1819, ovvero i citati Ricordi dinfanzia e di adolescenza.
Come questultimi, anche la storia di una povera Monaca si con-
figura quale romanzo di un conflitto dautorit e dellimpoten-
za20. Oltre che, in questo caso, romanzo della pazzia (pazza e
pazzia ritornano in tutto per ben tre volte nel pur breve disegno)
come etichetta facilmente affibbiata agli infelici da chi non ne
comprende la disperazione; motivo anche questo, sia detto qui per
inciso, di matrice autobiografica21.
Dunque, circa nello stesso torno di tempo in cui vergava gli ap-
punti dei Ricordi dinfanzia e di adolescenza, Leopardi disegnava
unopera narrativa anchessa parzialmente vincolata ai modelli del
Werther e dellOrtis (ma solo sul piano tematico, non strutturale,
non essendo rivenibile nel disegno alcuna traccia che faccia pensa-
re a una forma epistolare). Optava per questa volta non per un al-
19
Cfr. ivi, p. 63, n. 57.
20
la lettura dei Ricordi dinfanzia e di adolescenza suggestivamente proposta
da Franco Ferrucci, Il sogno del prigioniero, in Addio al Parnaso, Milano, Bom-
piani, 1971, pp. 129 sgg. (e ripresa da DIntino, Introduzione, in SFA, pp. lxi sgg.).
Sulla scrittura di s come il luogo di produzione di una vera identit che non rie-
sce altrimenti a manifestarsi e dunque sullautobiografia come il genere pi con-
geniale [] ai delusi, agli sconfitti, ai falliti, da Rousseau in poi, cfr. soprattutto
Franco DIntino, Lautobiografia moderna, cit., pp. 71-72 (che riprende alcune
considerazioni di Gusdorf in Conditions et limites de lautobiographie, cit.).
21
Per il nesso disperazione-pazzia agli occhi del mondo, cfr. soprattutto Gia-
como Leopardi a Pietro Giordani, Recanati, 19 ottobre 1818 e 19 novembre 1819, e
la lettera della fuga indirizzata al padre [s.d., ma Recanati, fine di luglio 1819], in
Ep., i, pp. 213, 350, 323. La volont suicida scambiata facilmente per pazzia og-
getto invece di Zib., 183 (23 luglio 1820).
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 95
22
Sulla questione del nome del protagonista, cfr. Franco DIntino, Nota ai
testi, in SFA, pp. 157-158.
96 ragionar di s
ri, mancano solo lelenco xiii, dove colpisce lo studioso dei pro-
getti narrativi e autobiografici di Leopardi il titolo Meditazioni
sopra la mia vita, le mie memorie ec.23 (oltre a un Libretto o Me-
moriale [Livret de Paul Louis Courier] che per rimanda esplici-
tamente al modello pamphlettistico di Courier de Mr), e la pi
tarda e breve lista xiv, risalente al 1833-1834, dove ci interessa solo
la Storia duna passeggiata.
Non mia intenzione insistere troppo su questi titoli, scarni
castelli in aria che evidente , a meno di forzature, restano
criptici in mancanza della coloritura (come diceva Leopardi) e
persino di un disegno articolato come quello riservato alla Storia
di una povera Monaca. Da un lato, mi preme aver fatto tocca-
re con mano la consistenza e la durevolezza dellinteresse leopar-
diano per la scrittura dellio: si tratta di ben altro che fuggevoli vel-
leit24. Dallaltro lato, mi interessa additare la molteplicit delle
forme prese in considerazione nei Disegni letterari che va ad accre-
scere di molto la pluralit delle forme esperite negli abbozzi: non
c solo il romanzo dispirazione wertheriana-ortisiana come i Ri-
cordi dinfanzia e di adolescenza del 1819 (e documentato dieci anni
dopo nei Disegni da Eugenio, romanzo [Werther], frammenti );
non c solo la storia di unanima, avviata nel 25 e recuperata nel
29, ma anche un tradizionalissimo, almeno nella dicitura, Me-
morie della mia vita; poi svariate raccolte di lettere non possiamo
sapere fino a che scritte ex novo o ricavate dalla corrispondenza pri-
vata dellautore e due curiose storie autobiografiche minime: Sto-
ria di un giorno, o delle disavventure di un giorno della propria vi-
ta e Storia di una passeggiata. C, infine, la struttura dialogica
comune, si sa, anche alla maggior parte delle coeve Operette mo-
rali attestata dal Dialogo tra lio antico e lio nuovo e da quel
Colloqui dellio antico e dellio nuovo che ha il privilegio di es-
23
Per la datazione di tale progetto allinizio del 1828 e sul significato del ti-
tolo (Meditazioni piuttosto che Memorie), cfr. Fiorenza Ceragioli, Lo Zibaldo-
ne pisano, in Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e
Filosofia, s. iv, iii, 1-2, 1998, pp. 195-204, alle pp. 196-197.
24
Sulla durevolezza dei propositi autobiografici leopardiani insiste partico-
larmente Novella Bellucci in Dal Diario ai versi damore, cit., pp. 88 sgg.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 97
quello che pi, la forza intima, e la propria e viva natura loro [dei com-
ponimenti del Petrarca], credo che verrebbero in una luce e che appari-
rebbero in un aspetto nuovo, se potessi scrivere la storia dellamore del Pe-
trarca conforme al concetto della medesima che ho in mente: la quale sto-
ria, narrata dal Poeta nelle sue Rime, non stata fin qui da nessuno inte-
25
Giacomo Leopardi, Le Rime di Francesco Petrarca, in TPP, p. 1026.
26
Cfr. Id., Disegni letterari, vii, ivi, p. 1111.
98 ragionar di s
27
Id., Le Rime di Francesco Petrarca, ivi, p. 1026.
28
Cfr. Franco DIntino, Nota ai testi, in SFA, pp. 163-164.
29
Emanuele Trevi, Leopardi prosatore, in TPP, p. 476.
30
Giacomo Leopardi, Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica,
in TPP, p. 988.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 99
31
Giacomo Leopardi a Pietro Giordani, Recanati, 21 giugno 1819, in Ep., i,
pp. 312-313.
100 ragionar di s
32
Giacomo Leopardi, Detti memorabili di Filippo Ottonieri, in TPP, p. 566.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 101
33
Natura e fortuna come le due variabili cruciali dellesistenza umana:
cfr. liscrizione che Filippo Ottonieri detta per la propria tomba (non ignaro del-
la natura / n della fortuna sua: ivi, p. 567).
102 ragionar di s
34
Vittorio Alfieri, Vita, Introduzione (p. 51 delledizione cit.). Le citazio-
ni che seguono, ibidem e p. 49.
35
Cfr. soprattutto la sintesi di Franco DIntino, Lautobiografia moderna,
cit., pp. 67 sgg.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 103
36
Cfr. Giacomo Leopardi, Discorso di un italiano intorno alla poesia roman-
tica, in TPP, p. 987: possiamo vedere non so sio dica senza pianto o senza riso o
senza sdegno, scialacquarsi il sentimento cos disperatamente come usa ai tempi
nostri, gittarsi a manate, vendersi a staia; persone e libri innumerevoli far profes-
sione aperta di sensibilit; ridondare le botteghe di Lettere sentimentali, e Ro-
manzi sentimentali e Biblioteche sentimentali []?.
37
Cfr. Zib., 64: Molti sono che dalla lettura de romanzi libri sentimentali
ec. o acquistano una falsa sensibilit non avendone, o corrompono quella vera che
avevano.
38
Cfr. Giacomo Leopardi, Discorso sopra lo stato presente dei costumi deglI-
taliani, in TPP, p. 1023, da cui sono tratte le citazioni.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 105
Il romanzo, la novella ec. sono alluomo di genio assai meno alieni che
il dramma, il quale gli il pi alieno di tutti i generi di letteratura, per-
ch quello che esige la maggior prossimit dimitazione, la maggior tra-
sformazione dellautore in altri individui, la pi intera rinunzia e il pi in-
tero spoglio della propria individualit, alla quale luomo di genio tiene
pi fortemente che alcun altro (Zib. 4367, 5 settembre 1828)39.
39
Su questo appunto aveva insistito mezzo secolo fa Piero Bigongiari, valo-
rizzandolo per discutere dellimpossibilit romanzesca del poeta di Recanati: cfr.
Piero Bigongiari, Leopardi e la Storia di unanima (1951), in Leopardi, Firenze,
La Nuova Italia, 1976, p. 463.
40
Cfr. Manfredi Porena, Leopardi autobiografo, in Scritti leopardiani, Bo-
logna, Zanichelli, 1959, p. 297 (seguito da Franco DIntino, Introduzione, in SFA,
p. lvii).
106 ragionar di s
Vedi chio tho scritto pur lungamente, e sempre delle cose mie, di-
mostrandomi contaminato di quel vizio chio detesto sommamente, e del
quale invero io mi stimo esser netto forse pi che non bisognerebbe con
questa gente con cui si vive43.
41
Giacomo Leopardi a Pietro Giordani, Recanati, 17 dicembre 1819, in Ep.,
i, p. 355.
42
Sebbene una funzione anche liberatoria la svolgano alcuni tra gli scritti au-
tobiografici leopardiani: cfr. Franco Ferrucci, Il sogno del prigioniero, cit., p. 129
e Franco DIntino, Introduzione, in SFA, p. xviii.
43
Giacomo Leopardi a Pietro Giordani, Recanati, 4 agosto 1823, in Ep., i, p. 739.
44
Giacomo Leopardi, Pensieri, xxii e xl, in TPP, pp. 632, 636.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 107
45
Giuseppe De Robertis, Leopardi romanziere, cit., p. 137.
46
Cfr. Piero Bigongiari, Leopardi e la Storia di unanima, cit., p. 464.
47
Cfr. Andrea Battistini, Il superego dei generi letterari, in Lo specchio di De-
dalo, cit., p. 183: lautobiografia si addice ai volitivi Cellini o Alfieri, il diario ai
contemplativi Leopardi o Zeno Cosini, la maschera letteraria di Svevo.
48
Come mai Leopardi non ha affrontato una lunga estensione in prosa del-
le sue memorie, che pure aveva progettato? Credo sia perch in lui la condizione
del ritorno della memoria-immaginazione (e quindi della poesia) risiede nella im-
prevedibilit e nella frammentariet senza le quali ricordo diventa assuefazione,
e come tale impoetico (Franco Ferrucci, Memoria come immaginazione in Leo-
pardi, in Lettere italiane, xxxix, 4, 1987, pp. 513-514).
49
Emanuele Trevi, Leopardi prosatore, in TPP, p. 479.
50
Joanna Ugniewska, Strutture saggistiche e strutture diaristiche nello Zibaldo-
ne leopardiano, in La Rassegna della letteratura italiana, xci, 2-3, 1987, p. 327.
51
Cfr. Franco DIntino, I paradossi dellautobiografia, cit., pp. 296-297 (per
ulteriori indicazioni bibliografiche, cfr. supra, pp. 11-12, n. 20).
52
Cfr. Emilio Pasquini, Leopardi 1819: fra sperimentalismo e tentazioni ro-
108 ragionar di s
53
Cfr. la testimonianza di Carlo Leopardi, in Appendice allepistolario e agli
scritti giovanili di G. Leopardi, cit., p. xxxi.
54
Giacomo a Carlo Leopardi, [Roma], 5 febbraio [1823], in Ep., i, p. 646.
55
Su quel sonetto come atto mimetico di schietta e intensa simpatia nei
confronti dellAstigiano, cfr. ora Christian Genetelli, In biasimo della facilit
di rimare. Leopardi, Alfieri e il sonetto, nellopera collettiva Carmina semper et
citharae cordi. tudes de philologie et de mtriques offertes Aldo Menichetti, dites
par Marie-Claire Grard-Zai, Paolo Gresti, Sonia Perrin, Philippe Vernay, Massi-
mo Zenari, Genve, Slatkine, 2000, pp. 495 sgg.
56
Per i debiti lessicali della prosa del Diario con quella della Vita, cfr. so-
110 ragionar di s
58
Ivi, pp. 96-97. Ma gi Binni (in Leopardi e la poesia del secondo Settecento,
cit., p. 92) aveva puntato il dito, pur senza indugiare in raffronti testuali, sulla ri-
presa dello schema scheletrico del primo amoruccio alfieriano nel Diario.
59
Cfr. Patrizia Girolami, Loffice du miroir. Autobiografia, pensiero e poe-
sia nel Diario del primo amore, in La Rassegna della letteratura italiana, s. ix,
ciii, 1, 1999, p. 86 e n.
112 ragionar di s
peggiore dellaltro. Serva questo per prova chio poteva forse ben per lap-
punto conoscere e giudicare la mia capacit e incapacit letteraria in tut-
ti i suoi punti60.
siccome quelle mie sciocche Memorie sul viaggio furono ben presto poi da
me corrette con le debite fiamme, non le rinnover io qui certamente, col
particolarizzare oltre il dovere questi miei viaggi puerili.
60
Vittorio Alfieri, Vita, iv, 2 (pp. 194-195 delledizione cit.).
61
Qui si far riferimento al testo fornito in Vittorio Alfieri, Mirandomi in
appannato specchio, a cura di Arnaldo Di Benedetto, Palermo, Sellerio, 1994.
62
Vittorio Alfieri, Vita, iii, i (p. 94 delledizione cit.). La citazione che se-
gue, ibidem.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 113
63
Arnaldo Di Benedetto, Postfazione, in Vittorio Alfieri, Mirandomi
in appannato specchio, cit., pp. 84, 82 (il saggio ora si legge anche in Arnaldo Di
Benedetto, Le passioni e il limite. Uninterpretazione di Vittorio Alfieri, nuova edi-
zione riveduta e accresciuta, Napoli, Liguori, 1994, pp. 21-35).
64
Cfr. Giacomo Leopardi, Diario del primo amore, in TTP, p. 1099.
65
Come Leopardi si autodefinisce nel Primo amore (vv. 67-68), forse in ot-
temperanza a certa numerologia stilnovistica (Franco Zabagli, La gigantessa [con
la segnalazione di una fonte latina per gli attributi della Natura nel Dialogo della
Natura e di un islandese], nellopera collettiva Leopardi. Viaggio nella memoria,
Catalogo della Mostra, Recanati, Palazzo Leopardi, 29 giugno-30 ottobre 1998, a
cura di Fabiana Cacciapuoti, Milano, Electa, 1999, p. 135).
66
Cfr. Giacomo Leopardi, Diario del primo amore, in TTP, p. 1099. Le cita-
zioni che seguono, ibidem.
114 ragionar di s
67
Ibidem.
68
Michele DellAquila, Leopardi. Lamore gli amori, in Le fondazioni del
cuore, cit., p. 78.
69
Giacomo Leopardi, Diario del primo amore, in TTP, p. 1096.
70
Cfr. in particolare le ricchissime note di Franco DIntino in SFA, pp. 3-44 e
le pagine centrali del saggio di Patrizia Girolami, Loffice du miroir, cit., pp. 81-99.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 115
71
Giacomo Leopardi, Diario del primo amore, in TTP, p. 1099 (su cui cfr. le
indicazioni di DIntino in SFA, pp. 42-43, n. 130).
72
Franco DIntino, Introduzione, in Giacomo Leopardi, Poeti greci e lati-
ni, a cura di Franco DIntino, Roma, Salerno, 1999, p. xiv.
73
Id, Scene di caccia: analisi di un topos leopardiano, in La Rassegna della let-
teratura italiana, s. ix, ciii, 1, 1999, pp. 112-131.
74
Cfr. Sergio Solmi, Introduzione ai Pensieri e alle Memorie del primo
amore, cit., p. 118. Ma si veda anche Alberto Folin, Esperienza della perdita e
malinconia, cit., pp. 80 sgg.
116 ragionar di s
75
Franco DIntino, I paradossi dellautobiografia, cit., p. 296.
76
Eccetto se dalla malignit della fortuna, o dalla sovrabbondanza medesi-
ma delle tue facolt, non sarai stata perpetuamente impedita di mostrare agli uo-
mini alcun proporzionato segno del tuo valore, avverte la Natura (Giacomo Leo-
pardi, Dialogo della Natura e di unAnima, in TTP, p. 514). Le citazioni che seguo-
no, ibidem.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 117
lebrata e levata al cielo, non dir da tutti, ma, se non altro, dal pic-
colo numero dagli uomini di buon giudizio. Il che comporta an-
che il privilegio di godere di uno stuolo di accaniti biografi:
77
Id., Dialogo di un Fisico e di un Metafisico, ivi, p. 527.
78
La prospettiva del non finito adottata da DIntino nel citato volume degli
Scritti e frammenti autobiografici leopardiani spinge lo studioso a valorizzare il sug-
gestivo archivio dei Ricordi, cui dedica ben una cinquantina di pagine circa la
met del centinaio che compongono lIntroduzione e in cui addita addirittura
lapice della creativit leopardiana; viceversa, lo porta a interessarsi poco a un te-
sto che si annuncia dotato di una struttura tuttaltro che aperta come la Storia di
unanima: cfr. Franco DIntino, Introduzione, in SFA, pp. xliv-xcvii (e la citata
recensione, di segno contrario, di Paolo Rota, in particolare alle pp. 205-207).
79
Giampaolo Rugarli, Il bruno dei crepuscoli (I non amori di Giacomo Leo-
pardi), con un Dialogo di Mario Luzi, Milano, Libri Scheiwiller, 1998, p. 219.
118 ragionar di s
80
Cfr. Franco DIntino, Introduzione, in SFA, pp. xvi-xvii, da cui sono trat-
te le citazioni.
81
Id., Poesia e grammatica. Di alcune sviste leopardiane, in Studi e proble-
mi di critica testuale, 50, 1995, p. 53. In questo contributo a latere delledizione
critica degli Scritti e frammenti autobiografici, lo studioso spiega il fascino che lab-
bozzo romanzesco ha esercitato su generazioni di lettori con una peculiarit: la
peculiarit della Vita abbozzata [Ricordi dinfanzia e di adolescenza] sta nello spe-
rimentare una riduzione dei due momenti creativi solitamente individuati e di-
stinti da Leopardi, ispirazione e studio, a un unico tempo (ivi, p. 55). Un gra-
do di studio, mi sembra il caso di ricordare, comunque minimo al cospetto
dellinfinito studio e fatica (Giacomo Leopardi a Pietro Giordani, Recanati, 30
aprile 1817, in Ep., i, p. 95) che per Leopardi sottinteso alla creazione poetica.
82
Cfr. Luigi Blasucci, Quattro modi di approccio allo Zibaldone, in I tem-
pi dei Canti. Nuovi studi leopardiani, Torino, Einaudi, 1996, p. 231, n. 7.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 119
83
Cfr. Angelo Monteverdi, Gli Appunti e ricordi, cit.; Danilo Bianchi,
Leopardi romanziere, in Giornale storico della letteratura italiana, lxxviii, 1921,
pp. 274-287; Manlio Dazzi, Leopardi e il romanzo, cit.; Fernando Figurelli, Gli
Appunti e ricordi del Leopardi, in La Rassegna della letteratura italiana, lx, 3-
4, 1956, pp. 473 sgg.
84
H. Porter Abbott, Diary fiction. Writing as action, Ithaca and London,
Cornell University Press, 1984, p. 34.
85
Per fare un esempio: scrisse [] o dett al suo amico questultima lette-
ra (Giacomo Leopardi, Ricordi dinfanzia e di adolescenza, in TPP, p. 1103).
86
Sul monologismo assoluto che caratterizza il Werther e lOrtis, cfr. Ulla
Musarra-Schroder, Narciso e lo specchio, cit., pp. 50-51.
87
Giacomo Leopardi, Ricordi dinfanzia e di adolescenza, in TPP, pp. 1103,
1102. Lo stesso meccanismo inclusivo compare nel Werther e nellOrtis particolar-
mente l dove lamico-editore prende la parola e prosegue la narrazione inserendo
altre lettere del protagonista, i suoi appunti e cos via (nel caso del romanzo di
Goethe, anche le prose liriche nello stile di Ossian composte e lette da Werther a
120 ragionar di s
apr la finestra ec. era lalba ec. ec. non aveva pianto nella sua malattia se
non di rado ma allora il vedere ec. per lultima volta ec. comparare la vi-
ta della natura e la sua eterna giovinezza e rinnuovamento col suo morire
senza rinnovamento appunto nella primavera della giovinezza ed. pensa-
re che mentre tutti riposavano egli solo, come disse, vegliava per morire
ec. tutti questi pensieri gli strinsero il cuore in modo che tutto sfinito ca-
dendo sopra una sedia si lasci correre qualche lagrima n pi si rialz ma
entrati ec. mor senza lagnarsi n rallegrarsi ma sospirando comera vissu-
to, non gli mancarono i conforti della religione chegli chiamava (la cri-
stiana) lunica riconciliatrice della natura e del genio colla ragione per
laddietro e tuttavia (cove questa mediatrice non entra) loro mortale ne-
mica, (dove ho qui sopra, come disse, bisogna notare chio allora lo fingo
solo) scrisse (o dett) al suo amico questultima lettera (muoio innocente
seguace ancora della santa natura ec. non contaminato ec.)88.
Lotte [libro ii]). Sulla facilit con cui lautobiografia accoglie altri generi, in parti-
colare pagine epistolari e diaristiche, cfr. soprattutto Andrea Battistini, Il supe-
rego dei generi letterari, in Lo specchio di Dedalo, cit., pp. 175, 186-187 e Franco
DIntino, Lautobiografia moderna, cit., p. 100.
88
Giacomo Leopardi, Ricordi dinfanzia e di adolescenza, in TPP, pp. 1102-1103.
89
Cfr. Id., [Supplemento] alla vita del Poggio e [Supplemento] alla vita ab-
bozzata di Silvio Sarno (di Ruggiero, o Ranuccio, Vanni da Belcolle), ivi, p. 1006.
Delloscillazione tra soggettivit e oggettiva nei Ricordi offre una sintetica e lu-
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 121
95
Sulla funzione pionieristica delle Confessions di Rousseau per lingresso
trionfale dellinfanzia nellautobiografia, cfr. Francesco Orlando, Infanzia,
memoria e storia da Rousseau ai romantici, cit., pp. 3 sgg., 13-40, ma anche Phi-
lippe Lejeune, Je est un autre, cit., pp. 10-31; Richard N. Coe, When the grass
was taller, cit., e la sintetica ricostruzione di Franco DIntino, Lautobiografia
moderna, cit., pp. 198 sgg., che cita, tra laltro, lesempio dellautobiografia di
Monaldo Leopardi, significativamente in ritardo rispetto alle tendenze coeve:
Credo che linfanzia mia niente offrisse di singolare, come non loffre ordina-
riamente linfanzia degli altri uomini (Monaldo Leopardi, Autobiografia e
dialoghetti, a cura di Anna Briganti, Bologna, Cappelli, 1972, p. 61). Sullimma-
gine dellinfanzia nella Vita alfieriana, cfr. soprattutto Arnaldo Di Benedet-
to, Ein Heldenleben: linfanzia e limmagine delluomo nella Vita, in Vittorio
Alfieri. Le passioni e il limite, Napoli, Liguori, 1987, ora in Le passioni e il limi-
te, cit., pp. 135-150.
96
Vittorio Alfieri, Vita, i, 5 (p. 64 delledizione cit.). Non v certezza, in-
vece, che Leopardi conoscesse le Confessions di Rousseau: cfr. infra, p. 132, n. 124.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 123
meccanismo per cui nelle prime pagine della Vita, Alfieri si dilun-
ga su di s omiccino per rintracciarvi indizi delluomo futuro.
Sempre per quando riguarda la materia prescelta, fin troppo
facile, ricorrendo a una delle griglie tematiche stilate in sede teori-
ca per il genere autobiografico, individuare nei Ricordi dinfanzia e
di adolescenza alcuni topoi dellautobiografia moderna97. Pochi, per
la verit, e tutti appartenenti a un ambito emblematico-esisten-
ziale: senzaltro quello fin troppo lacaniano dello specchio98 e il
momento metafisico di contemplazione della natura99. Alcuni al-
tri punti fermi dordine contenutistico, poi, si possono fissare: co-
me la quasi totale assenza di riferimenti alla propria attivit intel-
lettuale, in favore della vita interiore100. L dove pure confluiscono
ricordi delle proprie letture, questultime sono allineate alle espe-
rienze di vita vissuta, messe sullo stesso piano per le sensazioni cui
sono agganciate e per lessere sintomatiche del carattere dellio pro-
tagonista. Non a caso sono letture che tutte o quasi hanno pi di
una occorrenza in Leopardi. Baster un esempio particolarmente
significativo: Lettura di Virgilio e suoi effetti, notato quel passo
del canto di Circe come pregno di fanciullezza mirabile e da me
amato gi da scolare, dove quel passo del canto di Circe sono i
versi di Eneide, vii, 8-16 che vengono citati anche nel Discorso di
un italiano sulla poesia romantica [] come esempio di senti-
mentale antico e nello Zibaldone (1930, 16 ottobre 1821) e che,
97
Cfr. Franco Fido, I topoi del soggetto, cit., pp. 171 sgg., da cui sono trat-
te le citazioni che seguono.
98
Cfr. Giacomo Leopardi, Ricordi dinfanzia e di adolescenza, in TPP, p.
1001, dove il Leopardi ventunenne si specchia in un ritratto, oggi perduto, di s
fanciulletto. Su di esso come ritratto ideale, immagine di s in cui [Leopardi]
si riconosce, si piace, cfr. ora Stefano Ferrari, La psicologia del ritratto nellarte
e nella letteratura, Roma-Bari, Laterza, 1998, p. 111.
99
Cfr. Giacomo Leopardi, Ricordi dinfanzia e di adolescenza, in TPP, p.
1001: descriz. della veduta che si vede dalla mia casa le montagne la marina S. Ste-
fano e gli alberi da quella parte con quagli strabelli ec., mie meditazioni dolorose
nellorto o giardino al lume della luna in vista del monastero deserto.
100
Non mancano, vero, accenni a studi o piuttosto a letture isolate [],
ma sono scarsissimi, occasionale, fugaci, privi di autonomia e quasi soltanto in
funzione degli stati danimo che loro furono [] congiunti (Fernando Figu-
relli, Gli Appunti e ricordi del Leopardi, cit., p. 474).
124 ragionar di s
per finire, lasceranno tracce evidenti nella Vita solitaria, vv. 63-
66, e pi labili in A Silvia, vv. 9-10, 21-22101.
Dati fermi, infine, sono anche gli espliciti rimandi dautore al
Werther e allOrtis. I due romanzi giunta lora di dirlo Leo-
pardi li trovava nella biblioteca paterna, rispettivamente, nella tra-
duzione italiana Verter. Opera originale tedesca del celebre signor
Goethe trasportata in italiano dal D[ottor] M[ichelangelo] S[alom],
Venezia, Giuseppe Rosa, 1796102 e nella ristampa Ultime lettere di
Jacopo Ortis, Napoli, presso Gennaro Reale, 1811 e li leggeva, pi o
meno simultaneamente103, in quelle edizioni: per la ristampa del-
lOrtis testimonia infatti Zibaldone, 58 (dove Leopardi appunta
ediz. di Napoli 1811), per la traduzione del Werther i Ricordi stes-
si104. Avventurandosi nel terreno ancora insondato del romanzo,
101
Cfr. SFA, p. 69, n. 73.
102
Su questa traduzione, influenzata da preoccupazioni autocensorie, cfr.
Giuliano Manacorda, Materialismo e masochismo. Il Werther, Foscolo e Leopar-
di, Firenze, La Nuova Italia, 1973, pp. 22 sgg. e Riccardo Massano, Werther,
Ortis e Corinne in Leopardi (filigrana dei Canti), nellopera collettiva Leopar-
di e il Settecento, Atti del i Convegno Internazionale di Studi Leopardiani, Reca-
nati, 13-16 settembre 1962, Firenze, Olschki, 1964, pp. 415-435: 415-417.
103
Cfr. le argomentazioni di Emilio Giordano, Foscolo nello Zibaldone di
Leopardi, nellopera collettiva Letteratura fra centro e periferia. Studi in memoria di
Pasquale Alberto Lisio, a cura di Gioacchino Paparelli e Sebastiano Martelli, Na-
poli, Esi, 1987, pp. 791-812: 793 sgg.
104
Ezio Raimondi (nella recensione a Cesare Galimberti, Il linguaggio del
vero in Leopardi, Firenze, Olschki, 1959, in Lettere italiane, 1960, pp. 496-500; poi
ripreso da Riccardo Massano, Werther, Ortis e Corinne in Leopardi, cit., p.
416 e da Giuliano Manacorda, Materialismo e masochismo, cit., p. 25) ha notato
come un appunto dei Ricordi (Ecco dunque il fine di tutte le mie speranze, de miei
voti e degli infiniti miei desideri [dice Verter moribondo e ti pu servir pel fine])
sia un evidente calco della traduzione del Salom (Ecco dunque compiute tutte le
mie speranze, tutti cos finiscono i miei voti e glinfiniti miei desideri). Su Leopar-
di lettore del Werther, cfr. Giuliano Manacorda, Materialismo e masochismo, cit.
(interessato per a sceverare soprattutto la forte presenza wertheriana nei Canti, fi-
no alla conclusione per cui il Consalvo lunica traccia superstite artisticamente
compiuta dei famosi abbozzi per un romanzo autobiografico: ivi, p. 40; per i Ri-
cordi, cfr. ivi, pp. 168-169); e il contributo di Raffaella Bertazzoli, Il Werther
tra Monti e Leopardi, in Humanitas, liii, 1998, n. monografico: Leopardi poesia-
filologia-pensiero, a cura di Pietro Gibellini e Claudio Moreschini, pp. 131-154 (che
riscopre le suggestioni che il Werther esercit su Monti di cui rilegge gli sciolti Al
Principe don Sigismondo Chigi e, per questo tramite, su Leopardi).
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 125
105
Cfr. Giacomo Leopardi, Ricordi dinfanzia e di adolescenza, in TPP, pp.
1004, 1005.
106
Cfr. soprattutto Zib., 56 (questi piccoli diletti [] ci appagano meglio
che qualunque altro come dice Verter); 57 (circa le immaginazioni de fanciulli
comparate alla poesia degli antichi vedi la verissima osservazione di Verter); 64
(nellamore la disperazione mi portava pi volte a desiderar vivamente di ucci-
dermi: [] mi parea di sentire che quello mi sorgea cos tosto perch dalla lettu-
ra recente del Verter, sapevo che quel genere di amore ec. finiva cos, in somma la
disperazione mi portava l); 261-262 (5 ottobre 1820: Io so che letto Verter mi so-
no trovato caldissimo nella mia disperazione). Viceversa, anni dopo, nella lettera
a Francesco Puccinotti, Bologna, 5 giugno 1826, Leopardi sar aspramente critico
verso le Memorie del Goethe (cfr. Ep., i, p. 1174).
107
Cfr. Giacomo Leopardi, Ricordi dinfanzia e di adolescenza, in TPP, p. 1004.
Parimenti, in Zib., 58 (lunica menzione nellOrtis nello Zibaldone), Leopardi anno-
ta: Per unOde sullItalia pu servire quel pensiero di Foscolo nellOrtis lett. 19 e 20
Febbraio 1799, p. 200. ediz. di Napoli 1811. Per la presenza foscoliana in Leopardi,
cfr. le indicazioni bibliografiche in Emilio Giordano, Foscolo nello Zibaldone di
Leopardi, cit., p. 783, n. 4 (cui da aggiungere il poco significativo volumetto di Er-
nesto Guidi, Leopardi e lOrtis, Genova, Emiliano degli Orfini, 1947).
108
vero che nel Werther c uno sfondo sociale che non interessa a Leopar-
di, anche se sia detto qui per inciso lavvertimento wertheriano che lautenti-
cit [] dalla parte della realt contadina e popolare, simboleggiata dalla natu-
ra, dalle ragazze alla fonte, dai bambini, e persino del povero demente che gli av-
viene di incontrare (Franco Fortini, Introduzione, in Johann Wolfgang
Goethe, I dolori del giovane Werther, introduzione di Franco Fortini, trad. di Al-
do Busi, Milano, Garzanti, 1967, 19869, p. xiv) avvertimento che genera una vi-
126 ragionar di s
sione idillica di quel mondo lo stesso che si ritrova nel Leopardi di alcune let-
tere, come per esempio quella celeberrima sulla tomba del Tasso (Giacomo a Car-
lo Leopardi, [Roma], 20 febbraio [1823], in Ep., i, pp. 653-664).
109
Cfr. Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit.,
p. 29.
110
Cfr. Giacomo Leopardi, Ricordi dinfanzia e di adolescenza, in TPP, p. 1105
(e, in proposito, Emilio Pasquini, Leopardi 1819, cit.).
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 127
111
Id., Storia di unanima, ivi, p. 1106. La citazione che segue, ivi, pp. 1105-1106.
112
Cfr. Franco DIntino, Lautobiografia moderna, cit., p. 46.
113
Id., Da Alfieri a Leopardi, cit., p. 110.
128 ragionar di s
114
Id., Lautobiografia moderna, cit., p. 194.
115
Georges May, Conclusion, in Lautobiographie, cit., pp. 208-215 (trad. nel-
lantologia Teorie moderne dellautobiografia, cit., pp. 57-66, da cui si cita: p. 62).
Sullet dellautobiografo-tipo, cfr. soprattutto Wayne Shumaker, English auto-
biography. Its emergence, materials and form, Berkeley, University of California
Press, 1954, pp. 37, 43, 128; Georges Gusdorf, Conditions et limites de lautobio-
graphie, cit., p. 115; Roy Pascal, Design and truth in Autobiography, Cambridge,
Harvard University Press, 1960, p. 178; William L. Howarth, Some principles of
autobiography (1974), nellopera collettiva Autobiography. Essays theoretical and cri-
tical, cit., p. 86; Georges May, Lautobiographie, cit., pp. 30 sgg., e Anthony Oli-
ver John Cockshut, The art of autobiography in 19th and 20th century England,
New Haven, Yale University Press, 1984, pp. 4-5.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 129
116
Cfr. Umberto Saba, Storia e cronistoria del Canzoniere, Milano, Monda-
dori, 19632, p. 504.
117
Georges May, Conclusion, cit., trad. nellantologia Teorie moderne dellau-
tobiografia, cit. p. 62.
118
Sul verosimile prestito e sulla questione della datazione della Storia di
unanima al 1825 (che diamo qui per scontata), cfr. Franco DIntino, Nota ai te-
sti, in SFA, pp. 162-163.
130 ragionar di s
sventura grave ed amara fra tutte laltre, e forse pi grave ed amara a chi
sia dalle altre parti meno sventurato; cio della decadenza o della fine del-
la cara sua giovent119.
119
Giacomo Leopardi, Pensieri, xlii, in TPP, p. 636.
120
Cfr. Zib., 4241 (Bologna, 6 ottobre 1825), i cui antecedenti, per il valore che
la soglia del quinto lustro assume in Leopardi, sono rintracciabili nel Dialogo del-
la Natura e di un Islandese (del maggio 1824) e in Zib., 4130 (5-6 aprile 1825).
121
Cos nellAvvertimento al Sesto tomo dellIo (Ugo Foscolo, Scritti didimei,
cit., p. 38).
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 131
tra materia, perocch nella mia vita niun rivolgimento di fortuna ho spe-
rimentato fin qui, e niuno accidente estrinseco diverso dallordinario n
degno per se di menzione122.
ma pure con tutto questo mi persuado che agli uomini non debba essere
discara n forse anche inutile questa mia storia, non essendo n senza pia-
cere n senza frutto lintendere a parte a parte, descritte dal principio alla
fine per ordine, con accuratezza e fedelt, le intime vicende di un qualsi-
voglia animo umano.
122
Giacomo Leopardi, Storia di unanima, in TPP, p. 1106. Le citazioni che
seguono, ibidem.
123
Cfr. almeno lintervento di Giuseppe De Robertis, Le lettere come storia
dun anima (1933), in Saggio sul Leopardi, cit., pp. 55-65 e le antologie Storia di
unanima. Lettere scelte dallepistolario, a cura di Irene Riboni, Milano, Vallardi,
1935 e Storia di unanima. Scelta dallepistolario, a cura da Ugo Dotti, Milano, Riz-
zoli, 1982.
132 ragionar di s
124
Punti di contatto tematici e testuali tra le pagine liminari delle Confessions
e il Proemio della Storia di unanima sono indicati in Emilio Giordano, Dai Ri-
cordi dinfanzia e di adolescenza alle Ricordanze: il linguaggio e i percorsi dellau-
tobiografia, in Lettere italiane, xlvii, 1, 1995, pp. 112-113. Viceversa, DIntino pru-
dentemente ammonisce che nulla di preciso sappiamo, allo stato attuale degli stu-
di, su una eventuale lettura delle Confessions da parte di Leopardi (Franco DIn-
tino, Da Alfieri a Leopardi, cit., p. 107).
125
Cfr. Paola Luciani, Autobiografia dellessere e autobiografia dellagire,
cit., p. 306.
126
Cfr. Carlo Gozzi, Memorie inutili, a cura di Giuseppe Prezzolini, Bari,
Laterza, 1910, i, p. 21.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 133
grafica del finale steso lanno prima per il Dialogo della Natura e di
unAnima :
Non avendo in questo mio scritto a seguitare altro che il vero, dir del
mio spirito il male e il bene indifferentemente: ma perciocch molti sono
cos delicati e teneri che si risentono per ogni menoma parola che essi cre-
dano risultare in lode di chi la scrisse; a questi tali ed a chiunque fosse per
giudicare che io avessi nella presente storia trasandati i termini della mo-
destia, voglio per loro soddisfazione e contento, e per segno della opinio-
ne che io ho di me stesso, protestare in sul bel principio che io, conside-
rata gi da gran tempo bene e maturamente ogni cosa, stimerei fare un in-
finito guadagno se potessi (e potendo, non mancherei di farlo in questo
medesimo punto) scambiare lanimo mio con qual si fosse tra tutti il pi
freddo e pi stupido animo di creatura umana127.
Del mio nascimento dir solo, perocch il dirlo rileva per rispetto del-
le cose che seguiranno, che io nacqui di famiglia nobile in una citt igno-
bile della Italia128.
127
Giacomo Leopardi, Storia di unanima, in TPP, p. 1106. Si rammenti la ri-
chiesta dellAnima nel Dialogo della Natura e di unAnima (scritto tra il 9 e il 14
aprile 1824): Dunque alluogami, se tu mami, nel pi imperfetto [di tutti i viven-
ti]: o se questo non puoi, spogliata delle funeste doti che mi nobilitano, fammi
conforme al pi stupito e insensato spirito umano che tu producessi in alcun tem-
po (ivi, p. 515).
128
Id., Storia di unanima, ivi, p. 1106.
134 ragionar di s
129
Paola Luciani, Autobiografia dellessere e autobiografia dellagire, cit., p. 298.
130
Giacomo Leopardi, Detti memorabili di Filippo Ottonieri, in TTP, p. 557.
131
Sar quella sorta di autobiografia lirica che sono Le ricordanze non a ca-
so, con La sera del d di festa, componimento che mostra movenze wertheriane
(Luigi Blasucci, I tempi dei Canti [1993], in I tempi dei Canti. Nuovi studi leo-
pardiani, cit., p. 202) a riunire e sovrapporre la vena poetica dei Ricordi dinfan-
zia e di adolescenza e quella polemica della Storia di unanima (cfr. Michele Del-
lAquila, Memoria e scrittura nelle Ricordanze di Giacomo Leopardi, in Espe-
rienze letterarie, xxiv, 3, 1999, p. 6 e Emilio Giordano, Dai Ricordi dinfanzia
e di adolescenza alle Ricordanze, cit., pp. 114-116).
132
Franco Fido, I topoi del soggetto, cit., pp. 167-168.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 135
133
Giacomo Leopardi, Detti memorabili di Filippo Ottonieri, in TTP, p. 556.
Per riscontri nellepistolario, si veda almeno quel che Leopardi scriveva a Giorda-
ni sin dal 5 dicembre 1817: In Recanati poi io son tenuto quello che sono, un ve-
ro e pretto ragazzo, e i pi ci aggiungono i titoli di saccentuzzo di filosofo dere-
mita e che so io (Ep., i, p. 165).
134
Emanuele Trevi, Leopardi prosatore, in TPP, p. 479.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 137
135
Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit., p. 30.
136
Franco DIntino, Introduzione, in SFA, p. xviii.
138 ragionar di s
137
Pietro Brighenti a Giacomo Leopardi, Bologna, 1 giugno 1820, in Ep., i,
p. 409. Qui di seguito riprendo alcune considerazioni sulle riserve espresse da Leo-
pardi intorno alla pubblicabilit delle proprie lettere private che ho gi svolto in
La stanza silenziosa. Studio sullepistolario di Leopardi, Firenze, Le Lettere, 2000,
pp. 251-253.
138
Giacomo Leopardi a Pietro Brighenti, Recanati, 9 giugno 1820, in Ep., i,
pp. 410-411.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 139
mente si volesse dare la pena di scrivere, e riguardo alle prime, chi sa, che
Ella non potesse ridurle in guisa da non dispiacere alle persone che vi si
nominano139.
139
Pietro Brighenti a Giacomo Leopardi, Bologna, 17 giugno 1820, ivi, i, p. 412.
140 ragionar di s
140
Come ha visto bene DIntino (cfr. Da Alfieri a Leopardi, cit.).
141
Ivi, p. 124.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 141
io sospiro ogni giorno pi di rivedere voi altri miei cari, e in certe passeg-
giate solitarie che vo facendo per queste campagne bellissime, non cerco
altro che rimembranze di Recanati142.
142
In Ep., i, p. 1004.
143
Ivi, ii, p. 1459.
144
Si allude naturalmente alla lettera a Carlo Leopardi, Roma, 20 febbraio
1823, in Ep., i, pp. 653-654, il capolavoro romano di Leopardi secondo Binni (cfr.
Walter Binni, La lettera del 20 febbraio 1823 [1963], in La protesta di Leopardi, Fi-
renze, Sansoni, 1973, p. 267).
142 ragionar di s
145
Je vois en attendant que le temps minterdit le plaisir, ou pour mieux di-
re lhabitude de la promenade, je cours risque de me retrouver moi-mme, si je suis
tout seul mon dner (sotto la data Dimanche 15 9bre 1774 in Vittorio Alfie-
ri, Mirandomi in appannato specchio, cit., p. 11).
146
Cfr. Giacomo a Carlo Leopardi, [Roma], 6 dicembre [1822], in Ep., i, p.
578: Veramente per me non v maggior solitudine che la gran compagnia, e per-
ch questa solitudine mi rincresce, per desidero dessere effettivamente solitario,
per essere in effettiva compagnia, cio nella tua, ed in quella del mio cuore.
147
Cfr. Lawrence Sterne, Viaggio sentimentale (nella versione di Ugo Fosco-
lo), a cura di Gianfranca Lavezzi, cit., p. 142. Per ulteriori considerazioni su que-
sto tema rimando al mio Unsentimental travellers. La lettera di viaggio in Leopar-
di e in Tommaseo, nellopera collettiva Scrivere lettere. Tipologie epistolari dellOtto-
cento italiano, a cura di Gino Tellini, Roma, Bulzoni, 2002, pp. 153-177.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 143
148
Sulla funzione progettuale dellIndice leopardiano dello Zibaldone, cfr. ora
Fabiana Cacciapuoti, Lindice fiorentino e gli indici dello Zibaldone. Dal sistema al
progetto, nellopera collettiva Leopardi a Firenze, Atti del Convegno di Studi, Firen-
ze, 3-6 giugno 1998, a cura di Laura Melosi, Firenze, Olschki, 2002, pp. 239-250.
144 ragionar di s
per una sola o anche per pi polizzine)149. Oltre che preludio alla
nuova poesia leopardiana150, le Memorie della mia vita sono il per-
corso che pi degli altri sviluppato e aperto, perch fortemente in-
trecciato con la riflessione etica, logica, metafisica, estetica e lettera-
ria delle altre polizzine151. Ci possibile perch le Memorie della
mia vita si nutrono di appunti evocativi, del tipo di quelli dei Ri-
cordi dinfanzia e di adolescenza, ma pi spesso prendono la strada
della riflessione che lievita dallautobiografia. Sta di fatto che pro-
prio quella polizzina costituisce il pi corposo e cronologicamente
lultimo esperimento autobiografico leopardiano, nel duplice segno
dellevocazione memoriale e della meditazione etica, di autobiogra-
fismo e di scienza delle passioni il cerchio si chiude ; ma pi
delle seconde che dei primi. La voglia dautobiografia del giovane
Leopardi non si spenta cogli anni, ma ha preso i binari della poe-
149
Ogni brano che compone il testo [] scelto per uno o pi percorsi.
[] il brano che parla dellamore [] sar scelto per due percorsi, mettiamo il
Trattato delle passioni e le Memorie della mia vita (Id., La scrittura come memoria,
nellopera collettiva Leopardi. Viaggio nella memoria, cit., p. 60).
150
Cfr. Fiorenza Ceragioli, Lo Zibaldone pisano, cit., pp. 197-200 e Carlo
Caporossi, Dallo Zibaldone allEpistolario: riflessioni sulla rinascita poetica pi-
sana di Leopardi, in Il Veltro, xlv, 1-2, 2001, pp. 84-85.
151
Cfr. Fabiana Cacciapuoti, La scrittura come memoria, cit., p. 61: Il
percorso delle Memorie della mia vita che considerato da solo risponde ad une-
sigenza autobiografica in realt aperto, comunicante a seconda del significato
insito nei diversi brani del testo, cos da legarsi alla sfera etica che contenuta
nei percorsi del Trattato delle passioni e del Manuale di filosofia pratica, o a quel-
la logica e metafisica di Della natura degli uomini e delle cose, o a quella estetica
della Teorica delle arti, lettere. Parte speculativa, o ancora a quella letteraria del-
laltra Teorica. [] lanalisi delle passioni e dei sentimenti umani che si compie
nel Trattato delle passioni in parte comune al percorso delle Memorie della mia
vita, proprio perch dal fondo della memoria, e quindi dalla capacit di analiz-
zare se stesso e le proprie passioni, deriva poi la riflessione sulle pulsioni che
muovono i comportamenti individuali e che confluiscono nel gioco sociale.
Per come Leopardi considerasse le polizzine non richiamate (come le Memorie
della mia vita) pi importanti delle polizzine richiamate, cfr. Id., Polizzine ri-
chiamate e non richiamate, in Zibaldone di pensieri, edizione fotografica dellau-
tografo con gli indici e lo schedario, a cura di Emilio Peruzzi, 10 voll., Pisa,
Scuola Normale Superiore, 1989-1994, x, Indici e schedario, a cura di Silvana
Acanfora, Marcello Andria, Fabiana Cacciapuoti, Silvana Gallifuoco, Paola Zi-
to, p. 63.
ii. progetti narrativi e autobiografici di leopardi 145
152
Il piano dellopera edizione tematica dello Zibaldone di pensieri condot-
ta sugli Indici leopardiani prevede sei volumi, di cui il vi costituito dalle Me-
morie della mia vita. Finora sono usciti i primi quattro, a cura di Fabiana Caccia-
puoti e con pref. di Antonio Prete: Trattato delle passioni, Roma, Donzelli, 1997;
Manuale di filosofia pratica, ivi, 1998; Della natura degli uomini e delle cose, ivi,
1999; Teorica delle arti, lettere ec. Parte speculativa, ivi, 2000.
III. Pellico da Le Mie prigioni alla Storia della mia vita
1
Mario Fubini, Lettere del Pellico, cit., p. 95.
2
Cfr. Silvio Pellico, Lettere milanesi, cit.
3
Saveria Chemotti, Foscolo, Pellico e Il Conciliatore: dagli astratti furo-
ri ai nuovi doveri, cit.
148 ragionar di s
4
Paolo Mauri, Il caso Pellico: la Torino dei santi sociali, nellopera collet-
tiva Letteratura italiana. Storia e geografia, diretta da Alberto Asor Rosa, ii, 2, Let
moderna, Torino, Einaudi, 1988, p. 861.
5
Silvio Pellico a padre Gian Gioseffo Boglino, Villanuova, 11 settembre 1831,
in Epistolario di Silvio Pellico, cit., p. 64.
6
Paolo Mauri, Il caso Pellico: la Torino dei santi sociali, cit., p. 860.
7
Silvio Pellico a Andrea Ighina, Torino, 18 luglio 1847, in Epistolario di Sil-
vio Pellico, cit., p. 330.
iii. pellico 149
8
Silvio Pellico a Gian Gioseffo Boglino, Torino, 7 febbraio 1836, ivi, p. 127.
9
Silvio Pellico a Cesare Cant, Torino, aprile 1843, ivi, p. 252.
10
Niccol Tommaseo, Un affetto. Memorie politiche, testo inedito, edizione
critica, introduzione e note di Michele Cataudella, Roma, Edizioni di Storia e Let-
teratura, 1974, p. 113.
11
Cfr. soprattutto Silvio Pellico a Federico Confalonieri, Torino, 11 settem-
bre 1837 e Torino, 17 maggio 1838, in Epistolario di Silvio Pellico, cit., pp. 151-152,
174 (da cui tratta la citazione che segue) e anche lultimo dei Capitoli aggiunti, in
Opere scelte di Silvio Pellico, a cura di Carlo Curto, Torino, Utet, 1954, 19642, edi-
zione riveduta e corretta (dinnanzi: Opere), p. 611. Per le poche cose che Pellico
stampa in questi anni, cfr. Appendice, ivi, pp. 447-470.
150 ragionar di s
12
Cfr. Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, pp. 432, 580-581.
13
Cfr. ivi, p. 541.
14
Michele Scherillo, Cenni biografici, in Silvio Pellico, Le mie prigioni,
I doveri degli uomini, La Francesca da Rimini, cit., p. xxxv. Tredici in totale le can-
tiche pubblicate dallo scrittore: Tancredi, Rosilde, Eligi e Valafrido, Adello (edite nel
1830); Eugilde della Roccia (1834), Rafaella, Ebelino, Ildegarde, I saluzzesi, Aroldo e
Clare, Roccello, La morte di Dante (1837); Tasso e tre amici (1844).
15
Ibidem.
iii. pellico 151
16
Cfr. la nota di Aldo A. Mola, in Silvio Pellico, I saluzzesi. Cantica, a cu-
ra di Aldo A. Mola, nellopera collettiva Saluzzo e Silvio Pellico nel 150 de Le mie
prigioni, Atti del Convegno di Studio, Saluzzo, 30 ottobre 1983, a cura di Aldo A.
Mola, Torino, Centro Studi Piemontesi, 1984, p. 119. I romanzi storici in questio-
ne sono Raffaella (poi ridotto a racconto ed edito postumo a Torino nel 1877 e nel
1880) e labbozzo Ebelardo.
17
Silvio Pellico, Capitoli aggiunti, in Opere, p. 612.
18
Ivi, p. 611.
19
Silvio Pellico a Federico Confalonieri, 17 maggio 1838, in Epistolario di Sil-
vio Pellico, cit., p. 174.
152 ragionar di s
Ci che ho provato alla lettura di questi due volumi non credo daverlo
provato mai ad altre letture. Deriva ci in qualche parte dalla mia disposi-
zione attuale, e da altre circostanze che non possono essere comuni a tutti i
lettori, o realmente questo romanzo ci che mi pare, una delle pi belle,
delle pi nobili, pi perfette produzioni umane? Io non posso fare a meno
di riputarlo tale; vi scorgo Manzoni in una s ampia e sovrana manifestazio-
ne di potenza creatrice, di giusto e profondo criterio di energia e verit, di
destrezza e grazia, di tutte le doti che fanno il grande scrittore in generale e
il maestro grandissimo nella specie di produzioni di cui egli, primo, ha fatto
dono alla nostra letteratura, che mi sembra essersi dun volo innalzato dove
non ha in Europa chi lo superi dove sar sempre difficilissimo anche ai
sommi, anche ai Walter Scott, il seguirlo dappresso. [] mi rallegra som-
mamente che unopera s alta a formare il criterio e ad ingentilire i costumi
abbia avuto tanto incontro. Opere tali possono ben chiamarsi belle azioni!
Possa la nostra letteratura scuotersi dal giogo dei pedanti, e anelare ad altre
opere di questo merito. Oh, quanto venerabile la scienza del bello allorch
serve a far amare la virt voluta dal Vangelo! Oh, quanto misera e vana la
filosofia delle dottrine irreligiose! Ed oh, quanto consola il vedere in Manzo-
ni il cristiano senza pusillanimit, senza servilit, senza transazioni co pre-
giudizi dellignoranza, senza alcuna delle brutte lordure che purtroppo fan-
no torto a molta parte de credenti e che finora diedero causa agli increduli
di stimarsi i veri filosofi, i veri liberali. Ma ho la testa s piena delle vicende
lette, di quella Lucia tanto angelica, di quel Renzo tanto buon ragazzo, di
quel don Rodrigo cogli altri birboni suoi simili, di quel Don Abbondio che
mi ricorda il paurosissimo e pur benevolo Fortini; di tutti insomma que
personaggi, tanto al vivo rappresentati, ma in particolare dellarcivescovo Fe-
derico e di Fra Cristoforo che annoverandoli tutti, e fermandomi ora ai no-
minati ora ad altri, come la Signora di Monza, il nobile masnadiero che si
converte, etc., rimango rapito, e non so che dirne, tranne che simili inven-
zioni, simili scene, simili quadri di storia, simile fusione dinteressi e morali
e civici e religiosi, hanno per me un incanto, unefficacia senza pari []21.
20
Cfr. Miriam Stival, Un lettore del Risorgimento: Silvio Pellico, presentazio-
ne di Anna Maria Bernardinis, Pisa-Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Interna-
zionali, 1996, pp. 84 sgg.
21
Silvio Pellico a Federico Confalonieri, [1830], nellantologia Manzoni e gli
scrittori: da Goethe a Calvino, a cura di Lanfranco Caretti, Roma-Bari, Laterza,
1995, pp. 12-13.
iii. pellico 153
22
Mino Milani, Una lettura de Le mie prigioni, oggi, nellopera collettiva
Saluzzo e Silvio Pellico nel 150 de Le mie prigioni, cit., p. 31.
154 ragionar di s
23
Franco DIntino, Lautobiografia moderna, cit., p. 61.
iii. pellico 155
24
Silvio Pellico, Capitoli aggiunti, in Opere, pp. 601-602.
156 ragionar di s
25
Lucia Martinelli, Introduzione, in Memorialisti del XIX secolo, cit., p.
xiv. Per come Le mie prigioni escano cos dallambito dellautobiografia in un mo-
do molto sottile e suasivo, cfr. Giorgio Brberi Squarotti, Il palinsesto dellau-
tobiografia: Pellico, DAzeglio, nellopera collettiva Piemonte e letteratura 1789-1870,
cit., ii, pp. 665-695.
26
Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, p. 432.
iii. pellico 157
27
Silvio Pellico a Cesare Balbo, Torino, 20 luglio [1832], in Epistolario di Sil-
vio Pellico, cit., pp. 416-417. In proposito, si veda ledizione delle Mie prigioni, con
introduzione e commento di Egidio Bellorini, Firenze, Vallardi, 1907, dove il cu-
ratore riferisce dallautografo i passi che Pellico soppresse o modific nel testo del-
la prima edizione per ubbidire alla censura.
28
Paolo Mauri, Il caso Pellico: la Torino dei santi sociali, cit., p. 861.
29
Il libro di Pellico [] non aveva, in Piemonte, noie con la censura: il ta-
glio morale e religioso smorzava, agli occhi del censore, il possibile effetto politi-
co (Id., Il Primato e le Speranze, nellopera collettiva Letteratura italiana. Sto-
ria e geografia, cit., ii, 2, Let moderna, cit., p. 863). Infatti, leditore Bocca pot
in breve tempo diffondere una seconda edizione dellopera e [] la proibizione di
farne una terza giunse soltanto quando sul mercato librario erano comparse delle
edizioni che nel frattempo si erano stampate in Svizzera dalla tipografia Elvetica di
Capolago (Giancarla Bertero, Introduzione, in Rassegna bibliografica di opere di
Silvio Pellico [1818-1910], Catalogo della Mostra, Casa Cavassa, Saluzzo, 25 giugno-
1 ottobre 1989, a cura di Giancarla Bertero, Citt di Saluzzo, Assessorato per la
Cultura, 1989, p. 5). Tollerante fu pure latteggiamento verso una delle tragedie del
Pellico composte durante la prigionia, la Gismonda di Mendrisio (Torino, Bocca,
158 ragionar di s
32
Prefazione delleditore in Le mie prigioni di Silvio Pellico, Torino, Salesiana,
18878, p. 3. Marino Parenti (in Bibliografia delle opere di Silvio Pellico, Firenze, San-
soni antiquario, 1952) registra complessivamente, in poco pi di un secolo, 594 edi-
zioni delle Mie prigioni, di cui 334 le italiane, 170 le francesi, 28 le inglesi, 13 le tede-
sche, 17 le spagnole e 32 in altre lingue (riprendiamo i dati da Giancarla Bertero,
Introduzione, in Rassegna bibliografica di opere di Silvio Pellico [1818-1910], cit., p. 14,
n. 7). Sulla scia delle memorie del carcere, un nuovo record di vendite registra Dei
doveri degli uomini (1834): 10 edizioni nel solo 1834 (cfr. Marino Parenti, Un cente-
nario pellichiano e un primato editoriale, in La Bibliofilia, xxxvii, 1935, pp. 27-33).
33
Paolo Mauri, Il caso Pellico: la Torino dei santi sociali, cit., p. 862. Ri-
marca particolarmente lefficacia di tale modello cristologico Alberto M. Banti,
La nazione del Risorgimento. Parentela, santit e onore alle origini dellItalia unita,
Torino, Einaudi, 2000. Per lefficacia in senso politico del tono pacato e addirit-
tura indulgente delle Mie prigioni, cfr. almeno Letture autobiografiche di scrittori
dellet moderna, scelte e commentate da Letterio Di Francia, Firenze, Sansoni,
1912, con nuova presentazione di Luigi Baldacci, Firenze, Sansoni, 1963, p. 337;
Gaetano Trombatore, Silvio Pellico, in Memorialisti dellOttocento, cit., i, p. 19
(ma si veda pure lappassionata rivendicazione che Trombatore fa del significato
politico del libro, a dispetto degli intenti espliciti dallautore, nellIntroduzione, ivi,
p. xi); Antonio Piromalli, Pellico e la memorialistica del carcere, cit., pp. 109-110.
160 ragionar di s
34
Pietro Giordani a Giovan Pietro Vieusseux, 29 dicembre 1832, in Pietro
Giordani, Lettere, a cura di Giovanni Ferretti, Bari, 1937, ii, p. 52, ora in Carteg-
gio Giordani-Vieusseux 1825-1847, a cura di Laura Melosi, presentazione di Giorgio
Luti, Firenze, Olschki, 1997, p. 160, da cui si cita.
35
Paride Zaiotti inquisitore austriaco in Italia svergognato dal suo libro contro
Enrico Misley, in Scritti editi e postumi di Pietro Giordani, pubblicati da Antonio
Gussalli, Milano, Borroni e Scotti, 1856-1863, 6 voll. e un vii di Appendice, v, p. 53.
iii. pellico 161
36
Scritti editi e postumi di Pietro Giordani, cit., vii, p. 504.
37
Cfr. Giuseppe Prezzolini, Monti, Pellico, Manzoni, Foscolo veduti da viag-
giatori americani, in Pgaso, iv, 5, 1932, pp. 526-538.
38
Franco Boiardi, Pellico politico, nellopera collettiva Sentieri della libert
e della fratellanza ai tempi di Silvio Pellico, cit., p. 105.
39
Cos, rispettivamente, nella gi citata Prefazione delleditore in Le mie pri-
gioni di Silvio Pellico, Torino, Salesiana, 18878, p. 3 e in Guglielmo Stefani, Ai
lettori, in Epistolario di Silvio Pellico, cit., p. i.
40
Francesco DOvidio, Proemio, in Silvio Pellico, Le mie prigioni, I do-
veri degli uomini, La Francesca da Rimini, cit., p. xiii.
41
Cit. in Aldo A. Mola, Lenigma Pellico, cit., p. 375.
162 ragionar di s
42
Cfr. infra, p. 211, n. 58.
43
Giuseppe Mazzini, Epistolario, vi (Scritti editi e inediti, xiv), Imola, Ga-
leati, 1912, p. 81.
44
Si segnala anche la quarta edizione (lultima vivente lautore, nato nel 1797
e morto nel 1863), revue par lauteur et augmente dune correspondance indite
de Confalonieri, Paris, Gaume et Duprey, 1862, 2 voll.
45
Si veda quel che ne scrive lo stesso Pellico a Confalonieri, da Torino, il 14
dicembre 1837: La cosa che mha fatto qualche pena nel secondo volume, laver
parlato con unallegria s viva delle miserie di Pallavicini. Avrei preferito che vi get-
tasse piamente il mantello sopra (Epistolario di Silvio Pellico, cit., p. 163).
46
Cfr. Gino Capponi a Giovan Pietro Vieusseux, [ottobre 1837], in Gino Cap-
poni-Giovan Pietro Vieusseux, Carteggio, Firenze, Fondazione Spadolini-Nuova
Antologia, Le Monnier, 1994-1996, 3 voll., ii [1834-1850], con introduzione e a cura
di Aglaia Paoletti, premessa di Cosimo Ceccuti, 1995, pp. 119-120: lAndryane che
gli [a Confalonieri] prepara uno scritto palpitante! Cose proprio da fare ad un ga-
lantuomo venir voglia di ritornarsene allo Spielberg.
47
Giovan Pietro Vieusseux a Niccol Tommaseo, Firenze, 25 novembre
iii. pellico 163
52
Cfr. Traduzione de versi di Madamigella Maria Luigia Boyle a Silvio Pelli-
co, in Epistolario di Silvio Pellico, cit., p. 464.
53
Silvio Pellico a Cesare Balbo, Torino, 11 agosto 1832, ivi, pp. 80-81.
iii. pellico 165
Ma sia quella specie di favore che il pubblico ebbe sinora per me, sia
la curiosit che naturalmente mettono le narrate vicende dun cos detto
Carbonaro, sieno queste od altre ragioni, il libro in questi giorni si vende
a furia. Se non minganno, piace ai pi. Se nadirano tuttavia parecchi: e
sono gli ultra-liberali, ed alcuni della parte opposta, (i quali ultimi non
credono che si possa essere stato reo di Stato ed amare la religione). []
Quanto agli altri liberali, gli uni sono arrabbiati davermi voluto bene si-
no allaltro d, e si stimano obbligati in coscienza despiare questo pecca-
to, gli altri mi fanno la grazia di riputarmi solamente un uomo meno eroi-
co di loro, un uomo che i patimenti hanno degradato.
[] Ne ho ricevuto elogi grandi da taluni cherano o so credevano ir-
54
Silvio Pellico a G. Vico, Torino, 16 settembre 1832, ivi, p. 86.
55
Cfr., ad esempio, Silvio Pellico a Ottavia Masino di Mombello, 12 novem-
bre 1832 e a una lettrice francese, 14 novembre 1832, ivi, pp. 91, 92-93.
56
Si tratta di taciteggiare, nel capitolo xxxvi delle Mie prigioni ; verbo che
si converrebbe meglio [] alla maniera stilistica che al giudizio storico di Taci-
to cui Pellico lo riferisce invece (cfr. Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere,
p. 459 e n.).
166 ragionar di s
57
Silvio Pellico a Cesare Balbo, Torino, 27 novembre 1832, in Epistolario di
Silvio Pellico, cit., pp. 94-95.
58
Silvio Pellico a E. Beccardi, Torino, 15 dicembre 1832, ivi, p. 98. Pellico
forse lesponente pi rappresentativo di come i disagi, le privazioni, le umiliazio-
ni, la mancanza di prospettive possono [] spingere lesule [in questo caso il pri-
gioniero] a intraprendere un processo radicale di riesame della propria esistenza e
ad interrogarsi sulle scelte compiute, senza escludere la pulsione verso gesti estre-
mi ovvero, pi frequentemente, la sconfessione del proprio passato [] o la con-
versione religiosa, narrata nei dettagli e vista come rimedio al trauma terreno
(William Spaggiari, La lettera dallesilio, cit., p. 70).
iii. pellico 167
59
Cfr., a titolo di esempio, Augusto Placanica, Sulle Memorie storiche del
mio tempo di G. M. Galanti, nellopera collettiva Biografia e autobiografia degli an-
tichi e dei moderni, Atti delle i Giornate Filologiche Salernitane, Salerno-Fisciano,
2-4 maggio 1994, a cura di Italo Gallo e Luciano Nicastri, Napoli, Esi, 1995, p. 165.
60
Franco Fido, I topoi del soggetto, cit., p. 167.
168 ragionar di s
61
Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, p. 387.
62
Cfr. Andrea Battistini, I simulacri di Narciso, in Lo specchio di Dedalo,
cit., pp. 21-80.
63
Cfr. Silvio Pellico al signor abate N. N., Turin, 19 aot 1831 e a Cesare Bal-
bo, Torino, 2 settembre 1831, in Epistolario di Silvio Pellico, cit., pp. 67-68, 70-71.
La maniera di raccontare di s di Pellico riconducibile ancora allantica ma-
trice agostiniana delle Confessiones, secondo Guglielminetti (cfr. Introduzione, in
Carlo Bini, Il Manoscritto di un prigioniero ed altro, introduzione di Marziano
Guglielminetti, nota bibliografica e commento di Mario Ambel, Bologna, Cap-
pelli, 1978, pp. 5-18, poi, rivista, con il titolo Il manoscritto di un prigioniero, in
Marziano Guglielminetti, Gertrude, Tristano e altri malnati, cit., pp. 63-75: 66).
64
Sulla numerologia delle Mie prigioni e sul suo probabile significato ini-
ziatico, cfr. Aldo A. Mola, in Cugino Pellico, in Delta, ottobre 1989, pp. 89-
91 e Franco Molinari, Il fratello Federico Confalonieri e il buon cugino Pelli-
co, nellopera collettiva Sentieri della libert e della fratellanza ai tempi di Silvio Pel-
lico, cit., pp. 97 sgg.
iii. pellico 169
Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri an-
cora. Ma di ci non dir nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sua
bella, e dignitosamente risoluto di tenerle il broncio, lascio la politica
ovella sta, e parlo daltro.
65
Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, p. 389.
66
Ivi, p. 459.
67
Si vedano, per esempio, la scena della lettura pubblica della sentenza, il 23
febbraio 1822, sullo scalone dei giganti in piazza San Marco a Venezia, davanti a
un immenso popolo (ivi, pp. 497-498), la presentazione dellinfausta rocca di
Spielberg (ivi, pp. 504-505), lepisodio drammatico dellamputazione di una gam-
ba a Maroncelli (ivi, pp. 563-565).
170 ragionar di s
68
Silvio Pellico a Pietro Giuria, Torino, 24 febbraio 1842, in Epistolario di Sil-
vio Pellico, cit., p. 228.
69
Silvio Pellico a Pietro Giuria, Torino, 1 marzo 1842, ivi, pp. 230-231.
70
Cfr., per esempio, Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, p. 486 e n.,
per uninesattezza riguardo la decapitazione di Marin Faliero, doge nel 1355.
iii. pellico 171
71
Si veda, per esempio, nel capitolo xxiv: Ho fermato di non parlare di politi-
ca, e bisogna quindi chio sopprima ogni relazione concernente il processo (ivi, p. 433).
72
Ivi, p. 438.
73
Per lelenco dei libri posseduti dai prigionieri dello Spielberg, reso pubbli-
co nel 1925 dal Chiurlo, cfr. ora Miriam Stival, Un lettore del Risorgimento, cit.,
pp. 105 e sgg.
74
Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, pp. 533, 550-551.
172 ragionar di s
75
Ivi, p. 399.
76
Si vedano ora le recenti ristampe di alcuni suoi romanzi: La trilogia di Giu-
lietta, a cura di Antonia Mazza Tonucci, Azzate, Otto-Novecento, 1983; Lattrice, a
cura di Roberta Turchi, Napoli, Guida, 1984; Lamor tra larme, ovvero La storia mi-
litare e amorosa di Aspasia e di Radamisto, a cura di Ilaria Crotti, Milano, Franco
Angeli, 1987.
77
Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, p. 390. Le citazioni che seguo-
no, ivi, p. 391.
iii. pellico 173
78
Ibidem. La citazione che segue, ivi, p. 392.
79
Lesempio pi efficace e struggente, si ha forse nel capitolo xxii, in occa-
sione del trasferimento da Milano a Venezia, nella notte tra il 18 e il 19 febbraio
1821, attraverso il contrappunto acerbo tra il recente e soave passato, il cupo pre-
sente e il futuro incerto: Oh corsia di porta Orientale! Oh pubblici giardini, ovio
avea tante volte vagato con Foscolo, con Monti, con Lodovico di Breme, con Pie-
tro Borsieri, con Porro (ivi, p. 429).
80
Si veda, ad esempio, nel capitolo liv, lepisodio della lettera del prigionie-
ro consegnata ai familiari solo con un gravissimo ritardo che ne vanifica crudel-
mente gli intenti consolatori (ivi, p. 499).
174 ragionar di s
81
Franco DIntino, Lautobiografia moderna, cit., p. 165. Sui miti biblici
assai sovente accolti nella letteratura autobiografica, cfr. ivi, pp. 160-172.
82
Ivi, p. 169.
83
Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, p. 401.
iii. pellico 175
84
Cfr., a titolo desempio, nel capitolo vi, la lunga digressione sugli effetti
della lettura di Dante (ivi, p. 399).
85
Ivi, p. 419.
86
Ivi, p. 403.
176 ragionar di s
Una mente agitata non ragiona pi: avvolta fra un turbine irresistibi-
le didee esagerate, si forma una logica sciocca, furibonda, maligna: in
uno stato assolutamente antifilosofico, anticristiano.
Sio fossi predicatore, insisterei spesso sulla necessit di bandire lin-
quietudine: non si pu esser buono ad altro patto. Comera pacifico con
s e cogli altri Colui che dobbiamo tutti imitare! Non v grandezza da-
nimo, non v giustizia senza idee moderate, senza uno spirito tendente
pi a sorridere che ad adirarsi degli avvenimenti di questa breve vita. Li-
ra non ha qualche valore se non nel caso rarissimo che sia presumibile du-
miliare con essa un malvagio e di ritrarlo dalliniquit88.
(Il caso rarissimo contemplato da Pellico sia detto qui per in-
ciso di nuovo fa venire in mente un luogo manzoniano: fra Cri-
stoforo alle prese con don Rodrigo nel palazzotto di questultimo).
Contro lindividualismo agonistico alla Ortis, nelle Mie prigioni la
divinit che regna in noi una voce interna che non risponde
pi al nome di Io ma di Dio. E la scrittura dellio, da introspe-
zione e sanguigno omaggio a quella divinit che si chiama Io, si fa
testimonianza morale e limpido omaggio a ben altra divinit.
Il libro di morali dettami voluto da Pellico efficace per
proprio perch si sostanzia del vissuto e attinge non tanto alla tra-
dizione apologetica o trattatistica quanto alle risorse del roman-
zesco: lavvincente e travagliata storia di unanima assediata dal-
la fede ma anche dalle proprie ritornanti debolezze, secondo un
andamento sussultorio e umanissimo, tra tempi infami di ca-
87
Cfr. Silvio Pellico al signor Fea, [s.d], in Epistolario di Silvio Pellico, cit., pp.
427-428.
88
Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, pp. 419-420.
iii. pellico 177
89
Ivi, pp. 435, 436.
90
Ivi, p. 438.
91
Pi di una volta Pellico indugia nel dire: qualche tentazione di suicidio
mi prese, e talvolta temei dimpazzare. Ma, grazie al Cielo, erano smanie non du-
revoli, e la religione continuava a sostenermi (ivi, p. 439).
92
Cfr. ivi, p. 395. Verso la fine del libro Pellico neutralizza una possibile obie-
zione dei lettori (ma perch se erano tutti cos buoni, compresi i carcerieri, la vita
dei prigionieri era cos dura?), invocando la paura che rende le guardie passivi
178 ragionar di s
strumenti di sventura: tutti erano buoni intorno a me, ma tutti legati da somma
paura (ivi, p. 556).
93
Silvio Pellico a Gian Gioseffo Boglino, Camerano, 12 agosto [s.a.], in Epi-
stolario di Silvio Pellico, cit., pp. 417-418 (e si veda pure la lettera a Luigi Porro, To-
rino, 2 giugno 1852, ivi, p. 383).
94
Cos Angelo Jacomuzzi, in Silvio Pellico, Le mie prigioni, a cura di An-
gelo Jacomuzzi, Milano, Mondadori, 1986, p. 70n.
95
Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, p. 452.
96
Cfr. ivi, pp. 408-411.
97
Cfr. ivi, pp. 411-414.
98
Cfr. ivi, pp. 420 sgg.
iii. pellico 179
99
Cos Angelo Jacomuzzi, in Silvio Pellico, Le mie prigioni, a cura di An-
gelo Jacomuzzi, cit., p. 66, in calce al capitolo xx.
100
Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, p. 428.
101
Cos Angelo Jacomuzzi, in Silvio Pellico, Le mie prigioni, a cura di An-
gelo Jacomuzzi, cit., p. 107, in calce al capitolo xli.
102
Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, p. 467.
103
Cfr. ivi, pp. 438-439, 558.
180 ragionar di s
impietosito della poca luce che avevamo, disse che avrebbe implorato di
poter prolungare la nostra giornata facendoci mettere per qualche ora del-
la sera una lanterna alla parte posteriore dello sportello. La sua visita fu
nel 1825. Un anno dopo fu eseguito il pio suo intento. E cos a quel lume
sepolcrale potevamo indi in poi vedere le pareti, e non romperci il capo
passeggiando105.
104
Ivi, p. 440. Per il tema esplicito della provvida sventura, cfr. soprattutto ivi,
pp. 449-450.
105
Ivi, p. 558.
106
Ivi, p. 576.
iii. pellico 181
scita del racconto negli spazi aperti del mondo coincide necessa-
riamente con il compimento della narrazione, il congedo quasi
frettoloso da Pellico personaggio107. Dopo la scarcerazione, Pelli-
co segue se stesso sparuto e indebolito fino alleffettiva liberazione,
appena varcata la soglia della casa paterna a Torino. C appena il
tempo per suggerire, tra le righe, di aver trovato nel Lombardo-Ve-
neto, sulla strada del ritorno, solidariet per gli ideali che avevano
portato Pellico al carcere108; il tempo per chiudere circolarmente il
flusso della memoria, con una sorta di percorso allindietro della
mente che ripensa ai primi giorni della prigionia109, e per conge-
darsi con una chiusa che vuole essere un richiamo alla visione
provvidenzialistica propugnata nel libro110.
Tutto quel che si detto reso possibile dal fatto che si tratta
di una ricostruzione memoriale a posteriori, sottratta al magma
convulso delle urgenze sentimentali pur cos efficacemente rappre-
sentate dalle scrittore. In carcere Pellico vive tutto agli studi, e,
quando possibile, scrive, soprattutto tragedie, ma non la sua vita di
prigioniero. Le memorie del carcere le stender dopo, nel raccogli-
mento torinese. Le mie prigioni sono dunque memorie sul carcere,
non memorie nel carcere. Qualcosa di autobiografico scritto du-
rante la prigionia per c. Ci sono innanzitutto le quotidiane,
lunghe meditazioni intorno ai doveri degli uomini e di me in par-
ticolare111 incise e poi cancellate sul tavolo della cella dei Piombi.
Le quali consistono, sintuisce, in una sorta di lenticolare e meto-
dico esame di coscienza con una esplicita funzione autoterapeuti-
ca, di supporto alla conversione:
107
Angelo Jacomuzzi, Introduzione, in Silvio Pellico, Le mie prigioni, a
cura di Angelo Jacomuzzi, cit., p. 16.
108
Cfr. nel capitolo xcv, la scena di solidariet che ha per protagonista un ca-
meriere bresciano (Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, pp. 580-581).
109
Ivi, pp. 582-583.
110
Cfr. ivi, p. 590.
111
Ivi, p. 441. Le citazioni che seguono, ibidem.
182 ragionar di s
essi], pensai di svolgere con diligenza dor innanzi tutti i miei sentimen-
ti, scrivendoli.
112
Ivi, pp. 448.
113
Ivi, p. 442.
iii. pellico 183
114
Cfr. ivi, pp. 441-442: la Commissione, permettendo chio avessi calamaio
e carta, mi numerava i fogli di questa con proibizione di distruggerne alcuno, e ri-
servandosi ad esaminare in che li avessi adoperati. Per supplire alla carta, ricorsi al-
linnocente artifizio di levigare con un pezzo di vetro un rozzo tavolino chio ave-
va, e su quindi scriveva ogni giorno lunghe meditazioni []. Quando tutta la su-
perficie adoprabile del tavolino era piena di scrittura, io leggeva e rileggeva, medi-
tava sul gi meditato, ed alfine mi risolveva (sovente con rincrescimento) a raschiar
via ogni cosa col vetro, per riavere atta quella superficie a ricevere nuovamente i
miei pensieri.
115
Ivi, p. 442.
116
Questultime (stese tutte prima di approdare allo Spielberg, poich la con-
danna comporter crudelmente per il prigioniero la rottura di tutti i rapporti con
lesterno), non funzionano come termine di confronto per Le mie prigioni. Spe-
cialmente in quelle dirette ai familiari, per ovvie ragioni affettive che lo portano a
espressioni talora paradossali, Pellico si mostra soverchiamente tranquillo e in ot-
time condizioni di salute, in una situazione per molti versi invidiabile, quasi si tro-
vasse al servizio di ottimi e umanissimi signori. Cfr., a titolo desempio, alcune let-
tere al padre Onorato: Milano, dalla mia cella, 25 gennaio 1821, Venezia, 18 mag-
gio 1821 e 8 giugno 1821, Adelsberg, 20 marzo 1822, in Epistolario di Silvio Pellico,
cit., pp. 25-26, 29, 49.
184 ragionar di s
117
Silvio Pellico, Le mie prigioni, in Opere, pp. 475-476.
118
Cfr. Philippe Lejeune, Les brouillons de soi, Paris, Seuil, 1998, dove lo stu-
iii. pellico 185
123
Cfr. Silvio Pellico a Ottavia Masino di Mombello, Torino, 6 novembre
1836, in Epistolario di Silvio Pellico, cit., p. 140, da cui sono tratte le citazioni.
124
Cfr. Alcune nozioni autobiografiche scritte da Silvio Pellico e comunicate da
Federico Crger da Knisberga, ivi, p. 383 e la replica di Pellico, ibidem.
iii. pellico 187
125
Silvio Pellico a Antoine de Latour, 1834, ivi, pp. 119-120. Per il giudizio sulle Ad-
dizioni maroncelliane, cfr. pure Silvio Pellico a Andrea Ighina, giugno 1852, ivi, p. 384.
126
Silvio Pellico a Quirina Mocenni Magiotti, Torino, 2 maggio, 1836, in Ope-
re, p. 172.
127
Cfr. Aldo A. Mola, Pellico ritrovato (1984), nellopera collettiva Saluzzo e
Silvio Pellico nel 150 de Le mie prigioni, cit., pp. 11 sgg. Sulla dbacle archivisti-
ca degli scritti di Pellico per mette il dito opportunamente Franco Molinari
(in Il fratello Federico Confalonieri e il buon cugino Pellico, cit., p. 97).
188 ragionar di s
128
Negli anni ne sono poi saltati fuori alcuni frammenti sparsi, di cui taluni
editi postumi da Ilario Rinieri e altri segnalati da Domenico Chiattone: cfr. Ilario
Rinieri, Della vita e delle opere di Silvio Pellico. Da lettere e documenti inediti, 3 voll.,
Torino, R. Streglio, 1898-1901, ii, 1899, pp. 371-376 (ora tali frammenti si possono
leggere, con il titolo La storia della mia vita [frammenti], in Opere, pp. 43-45) e Do-
menico Chiattone, Per lAutobiografia e per I Costituti di Silvio Pellico e per
una recente riabilitazione, comunicazione del prof. Domenico Chiattone, Roma,
Tip. DellAccademia dei Lincei, 1904 (estr. da Atti del Congresso Internazionale di
Scienze Storiche, Roma, 1903), che d notizia di frammenti brevissimi dettati in
francese esistenti inediti nel museo di casa Cavassa di Saluzzo. Pronta per le stam-
pe gi nel 1834, essa [lautobiografia] non fu pubblicata per il probabile intervento
di re Carlo Alberto, attento lettore del saluzzese. Domenico Chiattone riusc a
strapparla alloblio e lavrebbe pubblicata come appendice alla sua biografia del Pel-
lico, purtroppo incompiuta e dispersa dopo la sua precoce morte (Franco Moli-
nari, Il fratello Federico Confalonieri e il buon cugino Pellico, cit., p. 97).
129
Silvio Pellico a Antoine de Latour, Turin, 7 novembre 1837, in Epistolario
di Silvio Pellico, cit., pp. 158-159. E si veda pure la lettera allo stesso, Turin, 14 avril
1838, ivi, p. 170: Quant mes fragments, ne vous htez pas: peut-tre vaudrait-il
mieux ne pas les publier. Cependant vous en tes le matre; et si vous les publiez,
je nai aucune difficult ce que vous retranchiez ce qui vous parat trop peu d-
velopp ou inopportun.
iii. pellico 189
130
Silvio Pellico, Capitoli aggiunti, in Opere, p. 606.
131
Ivi, p. 608.
132
Ivi, p. 612.
190 ragionar di s
Pour des livres, je nen plus faits; du moins, je nen ai plus achevs.
Jai quelques matriaux informes; je passe des mois sans pouvoir men oc-
cuper. Si une petite pice de vers sort de temps en temps de ma plume,
cest quelque bagatelle que je nai pu refuser un ami, un enfant, une
circonstance. Ma biographie est reste en silence: je ne suis pas press de len
faire sortir 135.
133
Cfr. La storia della mia vita [frammenti], ivi, p. 43.
134
Silvio Pellico a Federico Confalonieri, Torino, 17 maggio 1838, in Epistola-
rio di Silvio Pellico, cit., pp. 172-173.
135
Silvio Pellico a Antoine de Latour, 1843, ivi, p. 260.
iii. pellico 191
136
Silvio Pellico a Cesare Cant, Torino, aprile 1843, ivi, p. 252.
137
Silvio Pellico a Pietro Giuria, 27 luglio 1844, in Epistolario di Silvio Pellico,
cit., pp. 291-292. La richiesta di ripubblicare i Capitoli aggiuntivi proveniva da Sil-
vio Giannini.
138
Ivi, pp. 461-462.
192 ragionar di s
139
Silvio Pellico a Niccol Puccini, Torino, 28 gennaio 1845, lettera inedita
(Biblioteca Forteguerriana, Pistoia, Raccolta Puccini. Carte, Cassetta xviii, 4).
140
Cfr. le Notizie intorno alla Beata Panasia pastorella Valsesiana nativa di Qua-
rona, raccolte e scritte da Silvio Pellico, premessa una biografia dellautore, Torino,
Tip. G. B. Paravia, 1862 (estr. da Letture cattoliche, 9, fasc. 10, dicembre 1862).
141
Cfr. supra, pp. 9-14.
IV. Carlo Bini tra romanzo, autobiografia e prosa morale
Ho studiato il modo
per paragonare la prigione in cui vivo al mondo.
(William Shakespeare, Riccardo II, V, v)
E sento
che lio
poco per me.
Qualcuno da me erompe ostinato.
(Vladimir Majakovskij, La nuvola in pantaloni [1915])
1
Giuseppe Nicoletti, Firenze e la Toscana. Lettere dal carcere: Carlo Bini,
nellopera collettiva Letteratura italiana. Storia e geografia, cit., ii, 2, Let moderna,
cit., p. 818. Sulla posizione di Livorno nel contesto culturale e politico toscano pri-
mottocentesco, cfr. soprattutto Nicola Badaloni, Democratici e socialisti livornesi
nellOttocento, Roma, Editori Riuniti, 1966; Id., Il pensiero politico di F. D. Guer-
razzi, nellopera collettiva Francesco Domenico Guerrazzi nella storia politica e cultu-
rale del Risorgimento, Atti del Convegno di Studi, Livorno-Firenze, 16-18 novembre
1973, Firenze, Olschki, 1975, pp. 67-90; Toni Iermano, Frammenti di Risorgimen-
to: C. Bini-F. D. Guerrazzi. Lantirisorgimento-La cultura moderata, Napoli, Liguo-
ri, 1981, pp. 23 sgg.; Sebastiano Timpanaro, Antileopardiani e neomoderati nella si-
nistra italiana, Pisa, Ets, 1982, pp. 83-87, 199-202; Toni Iermano, Intellettuali e
stampatori a Livorno tra 700 e 800, Livorno, Nuova Fortezza, 1983, pp. 57 sgg.
2
Ernesto Sestan, Guerrazzi e il memorialismo toscano, nellopera collettiva
Francesco Domenico Guerrazzi nella storia politica e culturale del Risorgimento, cit., p. 33.
194 ragionar di s
3
Sebastiano Timpanaro, Alcuni chiarimenti su Carlo Bini, in Antileopar-
diani e neomoderati nella sinistra italiana, cit., p. 202. Su Timpanaro studioso di
Bini, cfr. ora Gino Tellini, In margine agli studi sul nostro Ottocento, in Il Pon-
te, lvii, 10-11, 2001, i, Per Sebastiano Timpanaro, pp. 114-122.
4
Si pu leggere lepigrafe, tra laltro, in Giorgio Fontanelli, Carlo Bini:
un eroe seduto?, in Bollettino della domus mazziniana, xxxvii, 2, 1991, pp. 167-
171: 167. Le spoglie di Bini, morto a Carrara il 12 novembre 1842 e sepolto inizial-
mente nel cimitero di quella citt, nel gennaio 1843 sono trasferite nel cimitero li-
vornese di Salviano grazie a una colletta degli amici e, infine, il 15 settembre 1895
sono traslate a Montenero.
5
Luca Toschi, Foscolo e altri Sentimental Travellers di primo Ottocento
(1982), nellopera collettiva Effetto Sterne, cit., p. 118. Poteva compiacersi di avere per
primo allogato a suo posto il Bini nella nostra storia letteraria dellOttocento Gui-
do Mazzoni (cfr. Guido Mazzoni, Prefazione, nellopera collettiva Carlo Bini [nel
centenario della morte], in Bollettino storico livornese, vi, 3-4, 1942, poi in volume,
Livorno, Deputazione di Storia Patria per la Toscana-Sezione di Livorno, 1943, da cui
si cita: p. viii); ma si rammenti che nel 1908 Pirandello menzionava il livornese nel-
la sua perlustrazione del filone carsico dellumorismo italiano (cfr. Luigi Pirandel-
lo, Lumorismo [1908], in Lumorismo e altri saggi, a cura di Enrico Ghidetti, Firenze,
Giunti, 1994, p. 109). Bini intanto ha cominciato a guadagnarsi un posto anche nel-
la storia degli intellettuali rivoluzionari in Italia: coevo al capitale saggio di Tim-
panaro (Alcuni chiarimenti su Carlo Bini, cit.) il contributo di Roberto Tacchi-
nardi, Per una storia degli intellettuali rivoluzionari in Italia: Carlo Bini e il Mano-
scritto di un prigioniero, in Inventario, xx, 5-6, 1982, pp. 81-90.
6
Giorgio Fontanelli, Carlo Bini: un eroe seduto?, cit., p. 170.
iv. carlo bini 195
7
Bini intraprende la versione di tre episodi di Life and opinions of Tristram
Shandy, gentleman nel 1829: la Storia di Yorick (dal volume i del Tristram Shandy,
edita in Indicatore Livornese, 12, 18 maggio 1829), la Storia di Le Fever (dal vo-
lume vi, in Indicatore Livornese, 13, 25 maggio 1829); il terzo, il Racconto di
Slawkenbergius (dal volume iv), titolato da Bini Il naso grosso, apparve verosimil-
mente postumo, per la prima volta negli Scritti editi e postumi del 1843, e anches-
so con data 1829, apposta dal curatore Silvio Giannini (poi nelledizione Lawren-
ce Sterne, Il viaggio sentimentale tradotto da Foscolo, Storia di Yorick, Il naso gros-
so, Storia di Lefevre, episodi del Tristano Shandy, tradotti da Carlo Bini, Firenze, Le
Monnier, 1855). Su questo versante dellattivit di Bini, cfr. Alma Borgini, Carlo
Bini traduttore, in La Rassegna della letteratura italiana, s. vii, lxviii, 2-3, 1964,
pp. 382-398 e Giovanni Maffei, Carlo Bini traduttore di Sterne, nellopera collet-
tiva Effetto Sterne, cit., pp. 341-389.
8
Si allude, rispettivamente, alla lunga lettera al padre, da Camaiore, 28 lu-
glio 1836, riportata in tutte o quasi le sillogi di scritti biniani, e alle Lettere allAde-
le, di cui si vedano le edizioni a cura di Adolfo Mangini e Dino Provenzal, Roma,
Formggini, 1925 e a cura di Enrico Emanuelli, Milano, Martello, 1944.
9
Giuseppe Mazzini, Note autobiografiche, a cura del Centro napoletano di
studi mazziniani, Napoli, 1972, p. 86. Fu causa indiretta, e per cos dire occasio-
nale della soppressione della rivista, proprio un articolo del Bini, contro la va-
196 ragionar di s
citare due giganti delle nostre lettere che si sono occupati fugace-
mente di Bini, ci sono voluti gli studi di Nicola Badaloni e soprat-
tutto di Sebastiano Timpanaro per attestare un poderoso colpo a
quellimmagine e tratteggiare larticolato ritratto di Bini come
scrittore maturo: il ritratto dellautore rivoluzionario del Mano-
scritto di un prigioniero e del Forte della Stella depurato il pi pos-
sibile ovvero per quanto consentono testi, documenti e testimo-
nianze sagacemente compulsati dai fraintendimenti di amici e
estimatori premurosi di tramandarne, s, la memoria ai posteri, ma
a modo loro.
Davanti a quel fiore a cui il sole manc che sarebbe Bini nel-
le testimonianze di Mazzini e Guerrazzi17, sono purtroppo ancora
attuali le parole che nella citata epigrafe mazziniana seguono e
completano quellimmagine: pochi / [] ne raccolsero sulla ter-
ra / il profumo. Chi lo legge oggi si andato a unire al novero di
quei pochi che alla morte dello scrittore consistevano negli ami-
ci e conoscenti che sostennero la spesa delledizione postuma dei
suoi scritti (1843) , rimpinguandolo poveramente. Il manipolo de-
gli estimatori di Bini infatti leggermente lievitato negli ultimi de-
cenni e non pu che rallegrare la notizia che da circa dieci anni se
ne pu raccogliere il profumo anche oltralpe18. Sono ormai lon-
tani i tempi in cui uno studioso francese del romanzo italiano
prontamente rimbrottata da Giovanni Rabizzani discorreva del
17
Limmagine mazziniana del fiore calpesto da molti, inavvertito dai pi, al
quale mancarono laria e il sole ritorna sia nella prefazione mazziniana alla prima
edizione degli scritti biniani (Ai giovani, in Scritti editi e postumi, cit., p. ix), che
in Guerrazzi (cfr. la citata lettera a Angelica Palli Bartolomei, in Scritti scelti di
Francesco Domenico Guerrazzi e di Carlo Bini, cit., p. 661: Quei suoi scritti sono
belli, anzi bellissimi, per un giovane che scriveva nel 26, 27; aveva 21 anni, ma
quei fiori non si possono dare per frutti). Come ha notato Giorgio Fontanelli, Bi-
ni stesso in molti luoghi delle sue opere [] inconsapevolmente collaborava alla
legittimazione di quel clich del quale doveva poi rimanere vittima (Giorgio
Fontanelli, Lo spirito del Risorgimento nellopera letteraria di Carlo Bini, in Rivi-
sta di Livorno, x, 2-3, 1960, pp. 204-209).
18
Risale al 1991 la traduzione francese del Manoscritto biniano, Manuscrit
dun prisonnier, traduit par Franois Bouchard, Paris, Jos Corti, 1991, comparsa
nella collana di auteurs romantiques; Bini viene l ascritto al filone sterniano che
attraversa lOttocento italiano, da Foscolo a Raiberti, a Dossi.
iv. carlo bini 199
19
Si allude a Jean Dornis, Le roman italien contemporain, Paris, Ollendorf,
1907, p. 18, cit. polemicamente in Giovanni Rabizzani, Sterne in Italia. Riflessi
nostrani dellumorismo sentimentale, con pref. di Odoardo Gori, Roma, Formggi-
ni, 1920, p. 145, n. 3.
20
Cfr. I memorialisti del XIX secolo, scelta e introduzione di Lucia Martinel-
li, cit., p. 87.
21
Gaetano Mariani, Il romanticismo di Carlo Bini, in Convivium, xviii,
3-4, 1950, poi, con il titolo Carlo Bini, ovvero un pastiche mancato, in Ottocento
romantico e verista, Napoli, Giannini, 1972, pp. 81-94: 93.
22
Marziano Guglielminetti, Introduzione, in Carlo Bini, Il Manoscritto
di un prigioniero ed altro, cit., pp. 5-18, poi, rivista, con il titolo Il manoscritto di un
prigioniero, in Marziano Guglielminetti, Gertrude, Tristano e altri malnati, cit.,
pp. 63-75, da cui si cita: p. 63.
23
Federigo Tozzi, Un dimenticato: Carlo Bini, cit., pp. 193-194. Le citazio-
ni che seguono, ivi, pp. 194, 203.
200 ragionar di s
24
Si allude, rispettivamente a Carlo Bini, Scritti editi e postumi, cit. e a
Scritti editi e postumi di Carlo Bini, con saggio introduttivo di Giuseppe Levanti-
ni-Pieroni, Firenze, Successori Le Monnier, 1869 (poi, con il titolo Scritti di Carlo
Bini, seconda edizione notevolmente accresciuta per cura di Giuseppe Levantini-
Pieroni, ivi, 1900). Unedizione finalmente affidabile del Manoscritto e del Forte
della Stella stata recentemente ricostruita da Gino Tellini in Carlo Bini, Mano-
scritto di un prigioniero e altre cose, a cura di Gino Tellini, Palermo, Sellerio, 1994
(dora innanzi semplicemente: Manoscritto di un prigioniero e altre cose ).
25
Luigi Baldacci, Presentazione, in Letture autobiografiche di scrittori dellet
moderna, cit., p. xiv. Sui principi ispiratori dellantologia del Di Francia, mosso da
intenti pedagogici, cfr. in particolare ivi, pp. xiii-xiv.
26
Marziano Guglielminetti, Il manoscritto di un prigioniero, cit., p. 63.
iv. carlo bini 201
27
Federigo Tozzi, Un dimenticato: Carlo Bini, cit., p. 194.
28
Lo stesso Timpanaro, ridimensionando notevolmente il valore critico del-
larticolo tozziano, ha riconosciuto allo scrittore senese il merito di essere stato il
primo a sottolineare la sostanziale mancanza, in Bini, di sentimento patriottico
(Sebastiano Timpanaro, Alcuni chiarimenti su Carlo Bini, cit., p. 261n.).
29
Cfr. Marziano Guglielminetti, Il manoscritto di un prigioniero, cit., pp.
63 sgg., da cui tratta la citazione.
202 ragionar di s
Forse, nessun altro scrittore quanto Carlo Bini lascia nel nostro ani-
mo un senso di giovinezza dolorosa e affrettata.
Carlo Bini era nato faceto e burlone; e in vece la sorte e la vita gli cam-
biavano il sorriso in una contrazione nervosa.
Il Bini era un timido: ma di quelli che di dentro son tutta energia e fer-
vore; di quelli che piangono senza che li senta e li veda nessuno. Ma rie-
scono a pigliare il sopravvento con certe loro violenze senza ritegno, sfac-
ciate, quando dicono quel che gli altri non si arrischierebbero n meno.
30
Sebastiano Timpanaro, Alcuni chiarimenti su Carlo Bini, cit., p. 261n.
Quasi un autoritratto ha definito lo scritto tozziano su Bini Giorgio Luti, che in-
dica come nel livornese Tozzi trovasse un compagno di strada scoperto dimprov-
viso (cfr. Giorgio Luti, Due paragrafi per Federigo Tozzi. i [1983], in Cronache dei
fatti di Toscana. Storia e letteratura tra Otto e Novecento, Firenze, Le Lettere, 1996,
pp. 132-133).
31
Federigo Tozzi, Un dimenticato: Carlo Bini, cit., rispettivamente, pp. 193,
iv. carlo bini 203
195, 195, 196-197, 199. A proposito della giovinezza [] affrettata del primo dei
cinque passi qui citati, Gino Tellini ha parlato di oscuro presagio autobiografico
(Gino Tellini, Carlo Bini, scrittore postumo e clandestino, in Carlo Bini, Mano-
scritto di un prigioniero e altre cose, p. 190; il saggio si legge anche in Gino Telli-
ni, Larte della prosa. Alfieri, Leopardi, Tommaseo e altri, Firenze, La Nuova Italia,
1995, pp. 117-137).
32
Federigo Tozzi, Un dimenticato: Carlo Bini, cit., p. 201.
33
Sebastiano Timpanaro, Alcuni chiarimenti su Carlo Bini, cit., pp. 230, 233.
34
Federigo Tozzi, Un dimenticato: Carlo Bini, cit., p. 197.
35
Cfr. Id., Con gli occhi chiusi, in Opere, a cura di Marco Marchi, introdu-
zione di Giorgio Luti, Milano, Mondadori, 1987, 19954, p. 20.
204 ragionar di s
Il cielo che trascolora tinto color di ferro dalle sbarre che tra-
versano locchio di chi guarda e il tempo raffigurato non classica-
mente con le ali velocissime ma identificato, senza neanche il tra-
mite rassicurante della similitudine, in una figura di piombo
sdraiata in un canto sono immagini allucinate che potrebbero
sbucare anche da qualche pagina tozziana, senza che nessuno si
meravigli. E i monti che paion sepolcri non sono lontani dai vi-
coli di Fontebranda come tanti baratri attraversati da Giulio
Gambi in Tre croci 37.
Con questo si vuol dire che solo Tozzi proprio Tozzi, e non
un altro lettore novecentesco poteva cogliere e propugnare in
quei termini, nel 1918, la modernit di Bini e della sua singolare ar-
te letteraria, tratteggiando un autoritratto pi che un ritratto. Lo-
riginalit tutta da scoprire di Bini si sarebbe pi tardi chiarita per
quel che : non consiste (almeno non soltanto, e non principal-
mente) nei tratti tragici, grotteschi e anche visionari che contrad-
distinguono talora la sua ironia e che tanto piacevano a Tozzi, ma
affonda le radici nella sua parabola ideologica che, approdando al
materialismo, allantiprovvidenzialismo, al comunismo38,
allorigine di un esperimento assolutamente eccentrico e isolato nel
quadro nella prosa del nostro primo Ottocento quale il Manoscrit-
to di un prigioniero. Ed una miscela sperimentale in cui il con-
trasto irrisolto e lirrazionale, aveva visto bene Tozzi, hanno un
ruolo precipuo.
36
Id., Un dimenticato: Carlo Bini, cit., pp. 197-198.
37
Id., Tre croci, in Opere, cit., p. 236.
38
Sebastiano Timpanaro, Alcuni chiarimenti su Carlo Bini, cit., p. 264.
iv. carlo bini 205
39
Gino Tellini, Carlo Bini, scrittore postumo e clandestino, cit., p. 200.
40
Ibidem.
41
Giovanni Maffei, Carlo Bini traduttore di Sterne, cit., p. 344.
42
Ibidem.
206 ragionar di s
43
Cfr. Giuseppe Levantini Pieroni, Introduzione, in Carlo Bini, Scritti
editi e postumi, cit., e la relativa discussione di Luca Toschi, Il rifiuto di Carlo Bi-
ni livornese, in Belfagor, xxxiv, 3, 1979, pp. 249-250.
44
Cfr. Giuseppe Giusti a Silvio Giannini, in Giuseppe Giusti, Epistolario,
ordinato da Giovanni Frassi, 2 voll., Firenze, Le Monnier, 1863, ii, pp. 2-3; poi ri-
stampato a cura di Ferdinando Martini, 5 voll., Firenze, Le Monnier, 1932, i (1822-
1843), pp. 560-561: Il Bini aveva molto ingegno, molto acume, molta lettura: ave-
va quella quieta malinconia che fa vedere le cose per un lato che molti non vedo-
no, e che invece di maledire si contenta di pungere; ma non era scrittore, forse per
non aver avuto tempo e per non essersi curato desserlo Non era sano, era stato
sempre in un solo giro di persone e di cose, era o sgomento o quasi sgomento di
s e degli altri. Di qui, secondo me, il bisogno di appuntare sulla carta ci che gli
passava davanti, e nello stesso tempo lincuria di pensare al poi e vivendo e scri-
vendo. Lingegno lo portava a pensare, la nausea e la fibra a tirar via, contento des-
sersi sfogato in qualche modo, senza badare pi oltre.
45
Cfr. Giovanni Rabizzani, Bini, in Sterne in Italia, cit., pp. 141-150 (e si ve-
dano i rilievi in proposito di Luca Toschi, Il rifiuto di Carlo Bini livornese, cit., p.
250).
46
Luca Toschi, Il rifiuto di Carlo Bini livornese, cit., p. 251. Sulloriginalit
della scrittura di Bini rispetto a Sterne, pur suo innegabile maestro di variet com-
positiva e stilistica, cfr. soprattutto Sebastiano Timpanaro, Alcuni chiarimenti su
Carlo Bini, cit., pp. 228-229.
iv. carlo bini 207
Uno scrittore difficile che il pi delle volte delude, che dopo aver-
ci donato una splendida immagine, ci tedia con un complesso e
slegato ragionare, lo definiva Gaetano Mariani nel 1950, lasciando
immutato il giudizio ventanni dopo47; e il Manoscritto era allora
un pastiche mancato, in cui lautore anestetizza la convinzio-
ne di una sua fondamentale incapacit allespressione prendendo
in prestito da altri autori forme e costrutti48. Non siamo troppo
lontani dalla linea promossa, negli stessi anni ma da una angola-
zione diversa, anche da Trombatore49, che ascrive lopera senzaltro
allambito della memorialistica; se i conti non tornano quando poi
ci si mette a leggere il Manoscritto, perch esso il memoriale non
di un solido patriota come Mazzini bens di un democratico
eversore e rivoluzionario, ma anche inesorabilmente fiaccato dal-
lo scetticismo e che come tale, sentendosi impotente, cerca un
illusorio rifugio nellumorismo alla Sterne e si abbandona a uno
sfogo di sentimenti vivi e brucianti; il quale sfogo, ineluttabil-
mente, si veste di una scrittura incontrollata e volubile. In-
somma, unopera memorialistica a tratti affascinante, ma, al co-
spetto degli altri grandi e posati monumenti della nostra memo-
rialistica ottocentesca, effusiva e che accusa [] il difetto di
unulteriore elaborazione. La controprova si trova, per linterpre-
te, nella scelta di Bini di lasciare inediti i suoi scritti: cosaltro vuol
dire se non che lautore stesso, a mente fredda, li considerava co-
se vane?
Linsistenza a ricondurre il Manoscritto al genere delle memo-
47
Gaetano Mariani, Carlo Bini, ovvero un pastiche mancato, cit., p. 81.
48
Ivi, p. 89.
49
Cfr. Gaetano Trombatore, Introduzione, in Memorialisti dellOttocento,
cit., i, pp. xxii-xxiii, da cui sono tratte le citazioni che seguono. Trombatore si
concentra, dato limpianto della sua antologia, su una interpretazione del libello
biniano in chiave politica e fa discendere i tratti peculiari della scrittura del Ma-
noscritto dallinstabilit dellideologia di Bini (contrapposta alla solida imposta-
zione del Mazzini) e da una crisi di sfiducia dellautore verso i rivolgimenti con-
temporanei: lumorismo alla Sterne allora una scelta stilistica conseguente allo
scetticismo e a un sentimento di impotenza; la spiccata versatilit e variet dei
toni (il variare di toni da un estremo allaltro) non lesito di un consapevole
progetto artistico, ma non altro che tratto intrinseco a una scrittura ch solo sfo-
go urgente e immediato, dunque estemporanea e volubile.
208 ragionar di s
50
Tommaso Scappaticci, Lo scrittore emarginato, cit., p. 118.
51
Cfr. Marziano Guglielminetti, Il manoscritto di un prigioniero, cit., pp.
66 sgg.: Quel che importa sottolineare, anche grossolanamente, limpossibilit
di annoverare il Manoscritto di un prigioniero nella memorialistica risorgimentale,
se non a rischio di stravolgere la sostanza, le forme ed il messaggio.
iv. carlo bini 209
52
Si veda la sagace e avvincente lettura di Luca Toschi, Il rifiuto di Carlo Bi-
ni livornese, cit. Cfr. anche Barbara Silvia Anglani, Sul Manoscritto di Carlo
Bini, in Studi italiani, viii, 1, 1996, pp. 19-33: Troppo spesso scambiato, oltre
che con un diario, con un pamphlet o un ibrido in concluso, il Manoscritto deve
essere ricondotto alla sua natura di esperimento, di cosciente intervento critico nel
dibattito sulla forma del romanzo, specie di fronte al grande successo ottenuto dal-
la narrativa storica (ivi, p. 19). Non si parla in questo caso tanto di rifiuto, quan-
to di risposta al problema del romanzo articolata su una dirompente proposta:
un umorismo basato sulla commistione di generi letterari diversi e sullosserva-
zione partecipata alla realt del suo tempo contro la separazione degli stili, al fi-
ne di creare un prodotto artistico che rispecchi la complessit della vita e della
situazione politica contemporanea (ibidem).
53
Cfr. Luca Toschi, Il rifiuto di Carlo Bini livornese, cit., pp. 260-261: era
[] lambito sociologico in cui si muoveva il romanzo nel primo Ottocento che
non soddisfaceva lo scrittore livornese. Si sa, invero, che il Bini aveva fatto una
scelta precisa eleggendo a suo diretto ed unico interlocutore il popolo [], specie
dopo il fallimento delloperazione Indicatore livornese, aveva deciso di concen-
trare le proprie energie nel tentativo di sensibilizzare la base operaia legata al gran-
de movimento del porto labronico. Dovr prima essere rinchiuso, isolato da tutti,
bisogner che il Granduca lo releghi in una torre, anche se in questo caso non
eburnea, perch decida di riprendere a scrivere rivolgendosi a quelluditorio che
ormai non era pi il suo interlocutore.
54
dato su cui convergono numerose testimonianze e ricostruzioni biogra-
fiche. Cfr., a titolo desempio, le parole di Giovanni La Cecilia, in Memorie stori-
che-politiche (1876), a cura di Ruggero Moscati, Milano, Fasani, 1946, pp. 45-46,
da collocarsi intorno al 1826-1828: Bini [] amava ardentemente i pi sventura-
ti delle classi lavoratrici. [] educ moltissimi operai al culto della patria e della
libert; e lampia ricostruzione di Ersilio Michel, Carlo Bini cittadino e patrio-
ta, nellopera collettiva Carlo Bini (nel centenario della morte), cit., p. 5. Si ricordi-
no, infine, anche le parole sulla lapide apposta alla casa dove Bini era nato det-
210 ragionar di s
tate da Guerrazzi dopo la morte dello scrittore: Di popolo nacque, col popolo vis-
se, popolano mor (cit. in Antonio Piromalli, Pellico e la memorialistica del car-
cere, cit., pp. 110-112).
55
Prima di avere preso usanza meco, [] aveva scelto gli amici suoi piutto-
sto tra i figli della plebe che del popolo (Francesco Domenico Guerrazzi, Me-
morie scritte da lui medesimo. A Giuseppe Mazzini intorno allAssedio di Firenze ed
ai casi della sua vita fino al gennaio 1848, Livorno, Poligrafica italiana, 1848, p. 34).
56
Piero Jahier, Dichiarazione (1916), in Poesie, Firenze, Vallecchi, 1964, p.
75, vv. 3, 9.
57
Cfr. Il prigioniero di Chillon. Poema romantico di Lord Byron, trad. di Car-
lo Bini (1830), in Scritti di Carlo Bini, cit., pp. 275-288, da cui sono tratte le cita-
zioni che seguono. Sul byronismo di Bini, cfr. soprattutto Toni Iermano, Fram-
menti di Risorgimento, cit., pp. 45 sgg.
iv. carlo bini 211
58
Sebastiano Timpanaro, Alcuni chiarimenti su Carlo Bini, cit., p. 220. Cfr.
Carlo Bini, Manoscritto di un prigioniero e altre cose, p. 100: O Silvio Pellico! io
non ti domando la tenera ispirazione, da cui sgorgava quella tua Francesca, che sar
un palpito del cuore finch lAmore sar una passione delluomo; ma ti domando
soltanto dinsegnarmi donde traesti la tua decenne pazienza, a costo di fare un fac
simile delle tue Prigioni, che io non tinvidio punto, n descritte n in pratica. Ma
di Bini si veda anche il Ricordo di Silvio Pellico (in Scritti di Carlo Bini, cit., p. 541),
breve nota scritta quando si sparse la falsa notizia della morte del Pellico, in cui
Bini ricordava di lui soltanto la Francesca da Rimini, [] ma taceva delle Mie pri-
gioni (Ernesto Sestan, Guerrazzi e il memorialismo toscano, cit., p. 27, n. 8).
59
Sebastiano Timpanaro, Alcuni chiarimenti su Carlo Bini, cit., p. 220.
60
Carlo Bini, Manoscritto di un prigioniero e altre cose, p. 11.
212 ragionar di s
61
Roberto Tacchinardi, Per una storia degli intellettuali rivoluzionari in
Italia: Carlo Bini e il Manoscritto di un prigioniero, cit., p. 81.
62
Per Guerrazzi lettore del Manoscritto gi durante la sua stesura, ai primi di
ottobre 1833, cfr. Carlo Bini, Manoscritto di un prigioniero e altre cose, p. 109. Sul-
le Note autobiografiche composte da Guerrazzi durante la prigionia al Forte della
Stella, cfr. Ernesto Sestan, Guerrazzi e il memorialismo toscano, cit.
iv. carlo bini 213
E ancora:
63
Carlo Bini al padre [Giulio Bini], dallo Stella, 17 settembre 1833, in Scritti
di Carlo Bini, cit., pp. 342-343.
64
Carlo Bini al padre [Giulio Bini], dallo Stella, 22 novembre 1833, ivi, p. 354.
65
Carlo Bini al padre [Giulio Bini], dallo Stella, 17 settembre 1833, ivi, p. 341:
Ora la vita attiva si mutata in vita contemplativa: n io saprei cosaltro raccon-
tarvi, se pur non fosse la storia dei mille grilli, che da mattina a sera mi svolazza-
no nel cervello. Ma questo nol comporteremmo n voi, n io, n quei signori de-
putati a leggere tutto ci che scriviamo.
66
Cfr. Sebastiano Timpanaro, Alcuni chiarimenti su Carlo Bini, cit., pp.
259-260: Il rapporto autore-pubblico, che era stato il problema che aveva indot-
to Carlo Bini al silenzio e al rinnegamento dei propri scritti romantico-mazzi-
niani [] aveva trovato, paradossalmente, una soluzione proprio nel periodo del-
la prigionia. C un rapporto autore-pubblico profondo, che consiste nellesprime-
re bisogni, esigenze di conoscenza e di liberazione []. La prigionia, proprio
escludendo del tutto per il momento, e rinviando caso mai a un futuro imprecisa-
bile, la questione del rapporto autore-pubblico in quanto comunicazione diretta
214 ragionar di s
vere servono tre cose chiarezza didee, uno stile a esse corrispon-
dente e un pubblico per cui scrivere67 , le prime due Bini le ha
conquistate attraverso una lenta maturazione che passa in parte per
i libri; in parte per loperato di giornalista e traduttore sulle pagine
dellIndicatore livornese; in parte per lattivit di cospiratore affi-
liato alla Carboneria prima e alla Giovine Italia poi; infine, in par-
te e sta qui la componente originale dellideologia biniana per
le esperienze plebee68 dello scrittore. Se, allaltezza della prigionia,
nel 1833, rimaneva insoluto, e per certi aspetti insolubile, il proble-
ma del pubblico per cui scrivere, proprio la totale, materiale im-
possibilit di un contatto con un suo pubblico e con qualsiasi pub-
blico, almeno a breve scadenza fornita dalla prigionia, costitu per
lui un incitamento a scrivere, intanto, per se stesso69.
Come obiettivo polemico Le mie prigioni sono probabilmente
presenti in filigrana pi di quanto non appaia a prima vista. Oltre
a rigettare esplicitamente la pazienza propagandata dal libro di
Pellico, il Manoscritto ribalta categoricamente, sin dallinizio, il te-
ma del valore provvidenziale della detenzione (caro a Pellico e fon-
damentale nelle sue memorie) in assurda irrazionalit della prigio-
nia70. Ed da ascrivere alloperetta anche laperto rovesciamento
del prodotto letterario, coi problemi connessi della censura, del tipo di lettore sia
pur clandestino a cui lautore avrebbe potuto rivolgersi, ec., mise Carlo Bini in una
eccezionale situazione di libert espressiva e di realizzazione del rapporto autore-
pubblico in quellaltro senso profondo a cui si accennava.
67
Ivi, p. 218.
68
Cfr. ivi, pp. 217-218.
69
Ibidem.
70
Si veda il paragrafo conclusivo del capitolo i del Manoscritto (Carlo Bini,
Manoscritto di un prigioniero e altre cose, p. 13). Cfr. pure Antonio Piromalli, Pel-
lico e la memorialistica del carcere, cit., pp. 110-112, dove sono riportati alcuni versi
di Bini proprio su questo tema: In una quartina che egli lasci scritto sulla porta
della sua cella a Portoferraio si legge: Stette qui Carlo Bini, un uomo reo / di-
rimpetto al Governo, e in tale ospizio / un dito non gli crebbe di giudizio, / ch
divent pi gobbo e meno altro! Un ghiribizzo giustiano sembrano i seguenti ver-
si nei quali, invece, c il motivo dellirrazionalit della prigionia: Un Barbagian-
ni che fa da Pavone / mi disse un giorno: Vada in prigione. / - Per qual ragione? /
Oh! si suppone. / - Ma il si suppone / non ragione! / Vada in prigione. / - Ma in
qual nazione / senza ragione / si va in prigione? / Ma che nazione! / Ma che ra-
gione! / - Che conclusione! / - Vada in prigione. / / Ma se ho ragione? / - Colla ra-
iv. carlo bini 215
Vorrebbe dir mille cose, alcune poi vorrebbe dirle pregando, dirle an-
che piangendo; vorrebbe che portassero a casa sua una parola di amore,
una consolazione; e se invece di un carceriere avesse un uomo dinnanzi
lo supplicherebbe di portare almeno un pane ai suoi figlioli71.
79
, tra i frammenti di Bini, quello che pi piace citare a Tozzi nel suo
Un dimenticato: Carlo Bini, cit.: I tedeschi non fanno mai di quei libri facili, tra-
sparenti, spumosi, oppio vero dellanima; i tedeschi fanno pensare, e tengono la-
nima del lettore in piedi da mattina a sera (ivi, p. 201).
80
Antonio Piromalli, Pellico e la memorialistica del carcere, cit., p. 112. un
aspetto su cui oggi concordano tutti gli studiosi di Bini e/o della memorialistica ri-
sorgimentale: cfr., per esempio, Giorgio Fontanelli, Carlo Bini: un eroe sedu-
to?, cit., pp. 170-171: nella memorialistica del tempo, il Manoscritto di un prigio-
niero e il Forte della Stella non debbono essere letti rapportandoli ai classici di quel
particolarissimo genere: niente a che vedere con la crisi che tanto fece mutare Sil-
vio Pellico, facendolo approdare ad alte e pi consolanti verit; e tanto meno con
la puntigliosa denuncia che Luigi Settembrini fa di tutte le infamie del carcere bor-
bonico. Certamente favorito da unesperienza analoga solo nella forma a questul-
time, in quanto in Toscana un re travicello mai si sarebbe comportato come cer-
ti austriaci allo Spielberg o i Borboni nel povero Sud, il Bini ricav da quella espe-
rienza tutto quanto fu possibile cavarne: come crescita e come scrittura. Lungi dal-
le pose titaniche del concittadino Guerrazzi ospite anche lui del medesimo carce-
re, il Bini vide altre cose, e di quelle parl, con sicurezza ma senza arroganza n va-
ticini. E in quelle poche cose, tocc a lui andare a coprire, dellampio e variegatis-
simo fronte risorgimentale, un settore altrimenti rimasto sguarnito: gi preveden-
do come fondamentali, dopo i diritti politici che gli parvero evidentemente pi
effimeri e strumentali, i diritti civili della gente.
81
Cfr. Gino Tellini, Carlo Bini, scrittore postumo e clandestino, cit.
82
Sebastiano Timpanaro, Alcuni chiarimenti su Carlo Bini, cit., p. 224.
218 ragionar di s
83
Cfr. Luca Toschi, Il rifiuto di Carlo Bini livornese, cit.
84
Carlo Bini, Manoscritto di un prigioniero e altre cose, p. 125.
iv. carlo bini 219
85
Sebastiano Timpanaro, Due cospiratori che negarono di aver cospirato (for-
se Giordani, certamente Bini), cit., p. 125, n. 24.
V. Tommaseo memorialista, diarista, narratore dellio
1
Si legge nel poemetto in quartine, edito con lo pseudonimo V. Erdiel, Pa-
pe Satan Aleppe. Macchietta, Assisi, Tip. Froebel del Collegio Principe di Napoli,
1882 (cfr. ora la ristampa anastatica, prefazione di Franco Fortini, introduzione di
Carlo Fini, notizia biografica di Gino Monacchia, Rimini-Firenze, Guaraldi,
1974). Ne tratta distesamente Giacomo Debenedetti, Tommaseo. Quaderni ine-
diti, Milano, Garzanti, 1973, pp. 167-181 (ma si veda pure Gino Tellini, Introdu-
zione, in Niccol Tommaseo, Fede e bellezza, introduzione e note di Gino Telli-
ni, Milano, Garzanti, 1992, p. xxiii). Per un ritratto giovanile di Tommaseo, si pu
ricorrere invece a Rosmini (ora in Niccol Tommaseo-Antonio Rosmini, Car-
teggio edito e inedito, 3 voll., a cura di Virgilio Missori, Milano, Marzorati, 1967-
1969, iii, Carteggio Tommaseo-Padri Rosminiani, pp. 138-139 e su cui cfr. Piero Fos-
si, Italiani dellOttocento: Rosmini, Capponi, Lambruschini, Tommaseo, Manzoni,
222 ragionar di s
Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1941, pp. 105 sgg. e Giacomo Debenedetti,
Tommaseo, cit., pp. 45 sgg.).
v. tommaseo memorialista 223
2
Marino Moretti, Incontro col patriarca, in Tre anni e un giorno, Milano,
Mondadori, 1971, pp. 213-216.
224 ragionar di s
3
Cfr. Giovanni Papini, Sul Tommaseo scrittore, in Niccol Tommaseo,
Opere. Ed. Naz., 1, Sul numero, opera inedita preceduta da un saggio di Giovanni
Papini Sul Tommaseo scrittore, Firenze, Sansoni, 1954: Quando salivo giovinetto
sul colle dove Michelangelo fu a balia e scorgevo sulla piazza bistorta, tra la chie-
sa intonacata e la trattoria dello Scheggi, quel vegliardo barbato di marmo bianco,
mi sentivo preso da un senso molesto di noia e gli voltavo in fretta e furia le spal-
le. Sapevo che era la statua del Tommaseo, ma non sapevo bene chi fosse stato il
Tommaseo, n molto mi importava di saperlo.
4
Giacomo Debenedetti, Tommaseo, cit., p. 31.
v. tommaseo memorialista 225
5
Gino Tellini, Introduzione, in Niccol Tommaseo, Fede e bellezza, cit.,
p. xxiii.
6
Franco Contorbia, Per un catalogo, nellopera collettiva Non c luogo, per
me, che sia lontano. Itinerari europei di Marino Moretti, Catalogo della Mostra bi-
bliografica e documentaria con una sezione di opere di Filippo De Pisis, Cesenati-
co, Casa Moretti, 3 luglio-12 settembre 1999, a cura di Manuela Ricci, testi di Ren-
zo Cremante, Franco Contorbia, Michela Scolaro, Bologna, Clueb, 1999, p. 16.
7
Cfr. almeno Saluto di Gianfranco Contini, nellopera collettiva Marino Mo-
retti, a cura di Giorgio Calisesi, Atti del Convegno di Studio, Cesenatico, 1975,
Milano, Il Saggiatore, 1977, pp. 12 sgg.
226 ragionar di s
8
Gino Tellini, Leredit di Palazzeschi (1988), in Larte della prosa, cit., p. 305.
9
Id., Su Tommaseo narratore e poeta, nellopera collettiva Niccol Tommaseo
e Firenze, Atti del Convegno di Studi, Firenze, 12-13 febbraio 1999, a cura di Ro-
berta Turchi e Alessandro Volpi, Firenze, Olschki, 2000, p. 127 (il saggio ora si leg-
ge anche in Gino Tellini, Filologia e storiografia, cit., pp. 215-236).
10
Cfr. Marino Moretti, Scrivere non necessario. Umore e segreti duno scrit-
tore qualunque, Milano, Mondadori, 1937.
v. tommaseo memorialista 227
11
Com noto, Capponi avanzava invece lipotesi, oggi per lo pi scartata,
che Leopardi si riferisse a Manzoni (cfr. la lettera a Fedele Lampertico, 9 novem-
bre 1875, in Lettere di Gino Capponi e di altri a lui, raccolte e pubblicate da Anto-
nio Carraresi, 6 voll., Firenze, Le Monnier, 1882-1890, iv, pp. 416-418). Su quei ver-
si della Palinodia, cfr. ora Donatella Martinelli, Tommaseo e Leopardi nellulti-
mo soggiorno fiorentino, nellopera collettiva Leopardi a Firenze, cit., pp. 395-423:
396-404.
12
Gino Tellini, Introduzione, in Niccol Tommaseo, Fede e bellezza, cit.,
p. x.
13
Nellintima sostanza Fede e bellezza propriamente la negativa dei Pro-
messi sposi, e laddove nel Manzoni c quella castit dordine superiore che impo-
ne il silenzio ad ogni tentazione autobiografica, tutto autobiografico il romanzo
del Tommaseo (Luigi Baldacci, Introduzione, in Niccol Tommaseo, Fede e
bellezza, a cura di Luigi Baldacci, Milano, Mursia, 1990, p. 9).
14
Carmine Di Biase, Autobiografismo e arte in Niccol Tommaseo. Saggi, Na-
poli, Federico & Ardia, 1967, pp. 11, 16. Ma su questaspetto, cfr. pure Gianfran-
228 ragionar di s
2. il memorialista
18
Cfr. Marco Pecoraro, Nota critica, in Niccol Tommaseo, Memorie
poetiche, p. 554.
19
Cfr. supra p. 128, nota 115.
20
Niccol Tommaseo, Memorie poetiche, p. 292.
230 ragionar di s
[]
veggo, mirando ai passati anni, o Gino,
distinto il mio cammino.
21
Id., Diario intimo, pp. 182, 288.
22
Id., Le memorie. A Gino Capponi, in Memorie poetiche, p. 334, vv. 6-11.
23
Georges Gusdorf, Conditions et limites de lautobiographie, cit., parzial-
mente trad. nellantologia Teorie moderne dellautobiografia, cit., pp. 3-18, da cui si
cita: ivi, p. 13.
24
Gianfranco Contini, Progetto per un ritratto di Niccol Tommaseo, cit.,
p. 20.
v. tommaseo memorialista 231
C qui tutta la miscela del libro: memorie limitate alla sola fa-
se giovanile, interrotte cio l dove la conquista di uno stile av-
venuta, e bilanciate sul solo versante intellettuale; in pi, leduca-
zione dellingegno intesa come cammino verso il vero di cui i
frammenti dinedite cose vanno a segnare tangibilmente i vari
gradi; memorie insomma dove conquista di uno stile e conquista
di una moralit vanno a coincidere.
Dal Settecento lautobiografia ufficiale che accompagni gli
scritti di un intellettuale, scienziato o uomo di lettere che sia, or-
mai una prassi anche in Italia, da Vico a Alfieri26. una formula
consolidata da noi a partire dal Progetto ai letterati dItalia per scri-
vere le loro vite di Giovanni Artico di Porca; il quale spiegava cos
tale progetto a Muratori, il 24 luglio 1721: In queste vite vorrei che
questi signori stendessero la storia de loro ingegni, cio da chi ab-
biano apparato il metodo de loro studi27. Com noto, da qui vi-
de allora la luce la Vita di Giambattista Vico scritta da se medesimo,
25
Niccol Tommaseo a Emilio De Tipaldo, 14-febbraio-1 marzo 1837, lette-
ra inedita cit. in Donatella Rasi, Storia di unamicizia: il carteggio inedito Niccol
Tommaseo-Emilio De Tipaldo, nellopera collettiva Alla lettera. Teorie e pratiche epi-
stolari dai Greci al Novecento, a cura di Adriana Chemello, Milano, Universit di
Padova-Dipartimento di Italianistica, Guerini Studio, 1998, p. 304 (il passo in que-
stione si legge anche in Raffaele Ciampini, Vita di Niccol Tommaseo, Firenze,
Sansoni, 1945, p. 245).
26
Cfr. Andrea Battistini, I simulacri di Narciso, in Lo specchio di Dedalo,
cit., p. 33.
27
Giovanni Artico di Porca a Ludovico Antonio Muratori, 24 luglio 1721,
cit. in Marziano Guglielminetti, Scritture autobiografiche nellet teresiana, nel-
lopera collettiva Economia, istituzioni, cultura in Lombardia nellet di Maria Tere-
sa, Convegni per il ii Centenario di Maria Teresa dAustria, Mantova, 2-4 ottobre
1980-Milano, 6-9 novembre 1980-Pavia, 24-27 novembre 1980, a cura di Aldo De
Maddalena, Ettore Rotelli e Gennaro Barbarisi, Bologna, Il Mulino, 1982, ii, Cul-
tura e Societ, p. 387.
232 ragionar di s
nellarco di tempo, proteso dalla vita del Vico a quella dellAlfieri, lauto-
biografia si svilupp come racconto di s concepito in funzione della pro-
pria attivit dintellettuale o di scrittore. Al massimo di estraneit a ci
che non appartiene strettamente al mondo degli studi (Vico) fece da con-
trappeso alla fine il minimo di estraneit in ordine ai medesimi problemi
(Alfieri)28.
28
Ivi, p. 390.
29
Non a caso nel suo profilo dellautobiografia moderna DIntino individua
nelle Memorie poetiche unautobiografia sconfinante nel saggio, esempio moderno
di res gestae intellettuali, con alle spalle una lunga tradizione e con il difetto di es-
sere sovrabbondante [] di discussioni filosofiche, estetiche (Franco DInti-
no, Lautobiografia moderna, cit., p. 180).
30
Niccol Tommaseo, Memorie poetiche, p. 7, da cui tratta anche la cita-
zione successiva. Meno ci interessa qui la polemica selezione operata dallo scritto-
re sul pubblico (distinguendo tra i lettori chi lama da chi non lama) e sui per-
sonaggi che hanno animato la sua vita (separando coloro che gli giovarono e piac-
quero da quelli che gli dispiacquero e condannando questultimi con il silen-
zio); distinzione liminare, questultima, che poi cadr nella seconda redazione,
Educazione dellingegno (1858), dopo essere costata a Tommaseo i rimproveri di
Vieusseux (cfr. Marco Pecoraro, Nota critica, ivi, pp. 537-538). Dietro quella se-
lezione del pubblico cera comunque un timore antico e radicato, se quando nel
1834 Vieusseux invitava Tommaseo a pubblicare un volumetto di sue poesie,
questi rispondeva: Quanto ai versi io non amo gettarli in luce. Perch spargere al
v. tommaseo memorialista 233
Sono frasi che, si badi bene, eccetto alcune varianti lessicali pas-
seranno cos come sono nella pi breve premessa alla redazione sti-
lata nel 58 (Educazione dellingegno ), dunque senza andare soggette
ad alcun pur minimo ripensamento. Lo scopo , come si ribadisce
nellultimo dei quattro libri, dare compita la storia dellingegno
suo 31 in quanto dotata di valore paradigmatico e dunque educativo
per chi si mette sulla faticosa strada delle lettere. libro didascalico
sullarte dello scrivere e di formarsi unarte dello scrivere che lievita
dalla vicenda autobiografica dellautore, dagli esordi fino alla matu-
rit, questultima testimoniata dalla folta Appendice di poesie32. Il te-
ma insomma quella delleducazione del letterato, caro allautore e
da lui affrontato in molteplici scritti, ma qui trattato programmati-
camente col supporto della propria personale esperienza vissuta.
In un libro siffatto interessa poco linfanzia, se non per sinte-
si estrema dove affiorano le poche figure e le molte esperienze che
furono fonte deducazione morale e artistica per lautore: si entra
quasi subito in collegio con lo scrittore, a seguire il dipanarsi ete-
rogeneo e sconnesso delle sue prime letture, a volte in quei veri e
propri elenchi di titoli e di nomi che tanto dispiacevano a Fubi-
vento le ceneri del mio cuore? Perdono quasi tutti di cuore; e che importa di me a
chi non mama? (Niccol Tommaseo a Giovan Pietro Vieusseux, Parigi, 1 aprile
1834, in Niccol Tommaseo-Giovan Pietro Vieusseux, Carteggio inedito, i
[1825-1834], a cura di Raffaele Ciampini e Petre Ciureanu, Roma, Edizioni di Sto-
ria e Letteratura, 1956, p. 185).
31
Niccol Tommaseo, Memorie poetiche, p. 225.
32
Cfr. ivi, pp. 311-467.
234 ragionar di s
33
Cfr. Mario Fubini, Le Memorie poetiche (1965), in Romanticismo italia-
no, cit., pp. 360-361.
34
Marziano Guglielminetti, Lautobiografia: aggiornamenti critici, nello-
pera collettiva La memoria, i lumi, la storia, Quaderno dellIncontro della Societ
Italiana di Studi sul secolo XVIII, Santa Margherita Ligure, 5-7 giugno 1986, a cu-
ra di Alberto Postigliola, con la collaborazione di Gennaro Barbarisi e Nadia Boc-
cara, Roma, s.e., 1987, p. 63. La citazione che segue, ibidem.
35
Cfr. Alessandro Volpi, Alla ricerca del giornalista ideale: la collaborazione
di Niccol Tommaseo con Giovan Pietro Vieusseux, nellopera collettiva Niccol Tom-
maseo e Firenze, cit., p. 41.
36
Cfr. Giacomo Debenedetti, Tommaseo, cit., p. 120: Le Memorie poetiche
sono unautobiografia della formazione intellettuale, morale e soprattutto lettera-
ria, da cui i fatti esterni, cronachistici, diaristici son quasi completamente elimi-
nati. Sono narrati invece i pensieri, le idee nel loro maturare, le vicende dei tenta-
tivi e dei progressi, direi, tecnici nellarte di scrivere. [] Le Memorie poetiche sa-
rebbero, sul piano dellautobiografia, un Bildungroman, dove il racconto si riduce
quasi a una radiografia del racconto.
37
Cos tra i topoi elencati da Franco Fido, I topoi del soggetto: allorigine
della autobiografia moderna, cit., pp. 167-168.
v. tommaseo memorialista 235
38
Il cambiamento di luogo [] spesso richiama la trama del viaggio, della
peregrinazione verso la terra promessa dellidentit, uno degli intrecci autobiogra-
fici di origine biblica (Franco DIntino, Lautobiografia moderna, cit., p. 151).
39
Andrea Battistini, Dalla Gorgone a Proteo, in Lo specchio di Dedalo, cit.,
p. 82.
40
Niccol Tommaseo, Memorie poetiche, p. 24.
41
Ivi, p. 25.
236 ragionar di s
Nella state ogni studio severo cess. Il teatro, e le veglie dopo il tea-
tro, e i lunghi sonni dopo le veglie, e il caff, e glidoli dellamore, e la let-
tura del Werther (al quale poi tenne dietro, com debito, lOrtis), e lo scri-
ver lettere ad imitazione di quelle, mi pigliavano tutto il tempo45.
42
Ivi, pp. 32-33.
43
Ivi, pp. 33, 34.
44
Ivi, p. 35.
45
Ivi, pp. 37-38.
v. tommaseo memorialista 237
51
Ivi, pp. 22, 27.
52
Ivi, p. 27.
53
Roberta Turchi, K.X.Y.: una sigla per recensire, nellopera collettiva Teorie
del romanzo nel primo Ottocento, cit., p. 21.
54
Niccol Tommaseo, Memorie poetiche, p. 210.
55
Ivi, p. 149.
v. tommaseo memorialista 239
Dicono: a che egli venuto ora in campo colle sue Memorie poetiche ?
Meno male chegli avesse scritta la Storia della sua vita. Ma scrivere come lin-
gegno suo si venisse svolgendo, non una grande vanit? E chi presume egli
di essere? Un Galileo, un Newton? Quante delle sue cose chegli condanna
sono migliori di quelle che prova! C molta boria in questo volume: Chi vo-
lesse, potrebbe con questo suo volume tagliargli bene le legna addosso59.
56
Ivi, pp. 150, 154.
57
Ivi, p. 98.
58
Sullinsistenza con cui Tommaseo chiedeva agli amici le impressioni loro
e di altri sulle Memorie poetiche, cfr. Marco Pecoraro, Nota critica, ivi, p. 540.
59
Emilio De Tipaldo a Niccol Tommaseo, 22 ottobre 1838, lettera inedita
cit. in Donatella Rasi, Storia di unamicizia, cit., p. 308.
240 ragionar di s
60
Marziano Guglielminetti, Memoria e scrittura, cit., p. 17. Sulla faticosa
legittimazione sociale e letteraria dellautobiografia, cfr. soprattutto Id., Scrittu-
re autobiografiche nellet teresiana, cit., p. 387 e Franco DIntino, Lautobiografia
moderna, cit., pp. 46 sgg.
61
Gianfranco Contini, Progetto per un ritratto di Niccol Tommaseo, cit., p.
10. La scelta di una forma spiazzante e destinata alla marginalit si ripete di l a
poco sul fronte della scrittura aforistica: cfr. Gino Ruozzi, Introduzione, in Nic-
col Tommaseo, Pensieri morali, a cura di Gino Ruozzi, Bologna, Il Mulino,
2001, p. 19.
v. tommaseo memorialista 241
Gli era mia destino oramai scrivere e scrivere e scrivere, vivere per
iscrivere; e scrivere talvolta per vivere: era mio destino non avere pi n
famiglia n patria n sede certa n domani sicuro; portare le pene e de
non miei sbagli e de falli miei; venire a forza derrori e di dolori, e di sa-
crifizii non senza merito, raddrizzando da me il cammino, cercando alla
mia vita uno scopo, al mio pellegrinaggio una missione; e trovarla e ac-
cettarla con gioia tra rassegnata ed orgogliosa, come lunica espiazione del
passato, come lunica porta dellavvenire, come soave e severa necessit.
62
Cfr. Niccol Tommaseo, Memorie poetiche, pp. 5, 309.
63
Ivi, p. 53, 68, 147.
64
Ivi, pp. 19, 30.
242 ragionar di s
Lettore, quando tu scorrerai queste carte, chi le dett sar morto. Pre-
ga per la sua pace: egli fin dora prega per la tua, o spirito ignoto. E que-
sti pensieri ti lascia, ultimo testamento, da fecondare con la meditazione,
con laffetto, con la parola, con lopera. Iddio abbia piet dellItalia66.
65
Cit. in Marco Pecoraro, Nota critica, ivi, p. 543.
66
Niccol Tommaseo, Un affetto, p. 129.
v. tommaseo memorialista 243
67
Cfr. una lettera tommaseana cit. in Michele Cataudella, Introduzione,
ivi, p. viii.
68
Cfr. Guido Verucci, Il cattolicesimo liberale e sociale di Tommaseo, nello-
pera collettiva Niccol Tommaseo e Firenze, cit., pp. 19-35.
69
Cfr. Niccol Tommaseo, Un affetto, p. 1.
70
Id., Diario intimo, p. 297.
71
Id., Memorie poetiche, p. 17.
72
Cfr. Niccol Tommaseo a Gino Capponi, Corf, 14 febbraio 1851, in Nic-
col Tommaseo-Gino Capponi, Carteggio inedito dal 1833 al 1874, a cura di Isi-
doro Del Lungo e Paolo Prunas, 4 voll., Bologna, Zanichelli, 1911-1932, iii (1849-
1854), 1922, p. 116.
73
La lettera a Capponi dellaprile 1851 (ivi, iii, p. 227) fu pubblicata da Tom-
maseo stesso nel suo Il secondo esilio. Scritti di Niccol Tommaseo concernenti le co-
se dItalia e dEuropa dal 1849 in poi, 3 voll., Milano, Sanvito, 1862, i, p. 134.
244 ragionar di s
74
Gianfranco Contini, Progetto per un ritratto di Niccol Tommaseo, cit., p.
6. Per Tommaseo pietoso, e falloso, editore dei testi scalviniani rimasti inediti;
cio quasi tutti (Mario Pazzaglia, Scalvini in Europa, nellopera collettiva Ro-
manticismo europeo e traduzione, Atti del Seminario Internazionale, Ischia, 10-11
aprile 1992, a cura di Lilla Maria Crisafulli Jones, Annalisa Goldoni e Romolo
Runcini, Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli-Circolo Geor-
ges Sadoul, Valentino Editore, 1995, p. 65), cfr. Giovita Scalvini, Scritti, ordina-
ti per cura di Niccol Tommaseo, Firenze, Le Monnier, 1860.
75
Cfr. Michele Cataudella, Introduzione, in Niccol Tommaseo, Un af-
fetto, p. ix.
76
Ivi, p. xvii.
77
Cfr. Alberto Manai, Ancora sul testo di Un affetto di Niccol Tommaseo,
in Rivista di letteratura italiana, vi, 1, 1987, pp. 101-160.
v. tommaseo memorialista 245
78
Niccol Tommaseo, Un affetto, p. 3.
79
Ivi, p. 52.
80
Cfr. ivi, p. 3: perch nessuno de presenti mi parve in Italia finora annun-
ziar queste cose con la necessaria schiettezza e calore, credetti mio debito alzar la
voce: e a tal fine abbandonai volontario le care terre dItalia, la lingua, amore e spi-
rito mio, gli amici provati, gli agi affettuosamente due volte proffertimi, leredit
di mio padre, la speranza di assistere benedetto e consolatore allagonia di mia ma-
dre. Il tema ritorna soprattutto ivi, pp. 23, 91.
81
Aldo Borlenghi, Linedito Un affetto del Tommaseo (1975), in Il succes-
so contrastato dei Promessi sposi e altri studi sullOttocento italiano, Milano-Napo-
li, Ricciardi, 1980, p. 41.
82
Cfr. Niccol Tommaseo, Un affetto, p. 22.
83
Marco Cini, Lesperienza dellesilio in Niccol Tommaseo, nellopera collet-
tiva Niccol Tommaseo e Firenze, cit., p. 292.
246 ragionar di s
ria privata affiora come forza centrifuga, come materia viva e pul-
sante appena incellofanata in un disegno, dipanandosi in una pro-
sa frammentaria a tratti accostabile pi a quella del diario che a
quella delle Memorie poetiche. La scrittura stessa tende a seguire la
spinte centrifughe delle istantanee della memoria e si mostra re-
frattaria al percorso mentale precostituito che, in teoria, di quelle
istantanee avrebbe dovuto fare un continuum teleologico; e Un af-
fetto rischia davvero di assomigliare pi che alla storia della forma-
zione politica ambta da Tommaseo proprio a quella storia della
sua vita che auspicavano i suoi contemporanei.
Questa volta lorganizzazione unitaria delle memorie si rivela
pura velleit. Dipender forse dalla stessa ideologia politica del-
lautore, piena di contraddizioni84. Rinuncio ad approfondire gli
aspetti ideologici, ma mi preme sottolineare come, quando lau-
tobiografia, la storia convulsa dellio prende il sopravvento sulle-
sposizione serrata del pensiero (pericolo da cui le Memorie poeti-
che si erano salvate), le carte delle memorie politiche per Tom-
maseo da postume si fanno private. C in questo un motivo cru-
ciale dellispirazione del Tommaseo memorialista. Conquistato
dalle Confessions di Rousseau, il campione di una perenne dispo-
sizione autobiografica [] sotto il velo di ragioni educative, poli-
tiche, sociale85, il Tommaseo delle memorie scrive per gli altri al-
meno quanto per se stesso: accanto al valore autoconoscitivo e au-
tochiarificatore della ricostruzione autobiografica, entrano in gio-
co finalit pedagogiche ed edificanti che travalicano la scrittura di
s. Se dietro la frenesia di ricordi, bilanci e autodefinizioni che im-
perversa magnificamente in quasi tutta lopera dello scrittore ci
sono sempre esigenze private prima che pubbliche, anche vero
che il passaggio dallesercizio autoanalitico al libro di memorie
implica non solo dare coesione e ideale unit ai frammenti della
propria vita, ma anche eleggere a destinatario un pubblico oltre
che se stesso. Per un artista che riguarda la letteratura come una
84
Cfr. Gianfranco Contini, Per il romanzo di Tommaseo, cit., pp. 268-269.
85
Gino Tellini, Su Tommaseo narratore e poeta, cit., p. 118. Per Tommaseo
lettore delle Confessions (ricordate nelle Memorie poetiche, p. 225), cfr. particolar-
mente Raffaele Ciampini, Vita di Niccol Tommaseo, cit., p. 111.
v. tommaseo memorialista 247
Le cose che diciamo e facciamo ogni giorno e che alla fine, sommate
insieme, rendono il peso e il valore della nostra vita, non sono tutte, per
fortuna, degne di memoria o almeno dattenzione da parte degli altri89.
86
Niccol Tommaseo, recensione a Giuseppe Cardella, Compendio della sto-
ria della bella letteratura greca, latina e italiana, seconda edizione (1828), cit. in Ro-
berta Turchi, Dalle recensioni alla Storia civile nella letteraria: gli articoli per
lAntologia di Niccol Tommaseo, nellopera collettiva Niccol Tommaseo e Firen-
ze, cit., p. 138.
87
Roberta Turchi, Dalle recensioni alla Storia civile nella letteraria, cit.,
pp. 136-137.
88
Niccol Tommaseo, Biografia universale. Traduzione veneta. Presso G. B.
Missiaglia (1827), cit. ivi, p. 137. La citazione che segue, ibidem.
89
Luigi Pirandello, Non parlo di me, in Occidente, ii, gennaio-marzo
1933, pp. 13-24 (ora in volume, con altri brevi scritti autobiografici: Non parlo di
me, Pavia, Ibis, 1994, da cui si cita: p. 11).
248 ragionar di s
ta che sia, nessuna indagine della verit, per quanto paia importu-
na, pu dirsi inutile e che la verit individuale (cosa singolare ma
infallibile), se fedelmente espressa, non pu non essere insieme la
verit universale90; e si sa che per il nostro autore, quando si pren-
de la penna in mano, il vero coincide con il proprio vissuto e la sua
indagine con lo scrutinio dellio. Stiamo parlando di uno scrittore
che nella nota iniziale al manoscritto di Un affetto appunta: senza
tenere quotidiana memoria delle cose vedute e provate, non si d
a conoscere lintimo de sentimenti e de fatti91; di uno scrittore
per cui uninstancabile pratica diaristica fonte di autoconoscenza
e dunque di conoscenza. innanzitutto questa convinzione, cor-
roborata da unautoantipatia92 che non concede sconti, che fa di
Tommaseo lestensore di un diario straordinario, citato come per-
la rara nello scarno panorama del journal intime italiano da chiun-
que si occupi, con cognizione di causa, della materia93. Ed que-
sta convinzione che fa s che egli intrattenga col suo diario un rap-
porto necessario, bench delle due grandi famiglie in cui si posso-
no distinguere operativamente i diaristi quelli che vedono nel
proprio giornale unopera parallela [] e quelli per cui il diario
lopera principale o esclusiva94 , egli appartenga alla prima. Le
caratteristiche di uomo tanto sensibile al frantumarsi indefinito
90
Niccol Tommaseo, Dizionario estetico, cit., i, p. 27 e Id., Ispirazione
e arte o lo scrittore educato dalla societ e educatore, Firenze, Le Monnier, 1858, p.
22. Su come lautonalisi interiore assuma in Tommaseo significato soggettivo e
universale insieme, perch nel limite umano che ognuno indaga meglio in
se stesso scorge il postulato dellinfinito, cfr. soprattutto Carmine Di Bia-
se, Il credo (1966), in Autobiografismo e arte in Niccol Tommaseo. Saggi, cit., pp.
113 sgg.
91
Niccol Tommaseo, Un affetto, p. 1.
92
Cfr. Gianfranco Contini, Progetto per un ritratto di Niccol Tommaseo,
cit., p. 12.
93
Cfr., a titolo desempio, Michel David, Il problema del diario intimo in
Italia, nellopera collettiva Journal intime e letteratura moderna, Atti di Semina-
rio, Trento, marzo-maggio 1988, a cura di Anna Dolfi, Roma, Bulzoni, 1989, pp.
83-84 e Marziano Guglielminetti, Biografia ed autobiografia, nellopera colletti-
va Letteratura italiana, diretta da Alberto Asor Rosa, v, Le questioni, Torino, Ei-
naudi, 1986, p. 877.
94
Franco Fido, Specchio o messaggio? Sincerit e scrittura nei giornali intimi
fra Sette e Ottocento, cit., p. 152.
v. tommaseo memorialista 249
95
Gianfranco Contini, Per il romanzo di Tommaseo, cit., pp. 268-269.
96
Id, Progetto per un ritratto di Niccol Tommaseo, cit., p. 12.
97
lo stesso uso che ha recentemente spinto DIntino a ritornare al titolo
Memorie del primo amore per il leopardiano diario, in considerazione del fatto che
nella cultura dellepoca i generi autobiografici (diario, o journal, autobiografia ve-
ra e propria, mmoires ecc.) non sono distinti in modo rigoroso, e memorie pu
valere sia ricordi, sia narrazione di avvenimenti degni di menzione, sia sempli-
cemente annotazioni, appunti, eventualmente presi giorno per giorno (Fran-
co DIntino, Nota ai testi, in SFA, p. 143).
98
Niccol Tommaseo, Diario intimo, p. 71, in un appunto senza data, ma
intorno al 1827.
99
Ivi, p. 177.
100
Ivi, p. 196.
101
Ivi, p. 141. Che anche in questo caso memorie stia a indicare il diario
sicuro Michele Cataudella, Il diario intimo del Tommaseo, in Quaderni di re-
250 ragionar di s
torica e poetica, 2, 1985, numero monografico, cit., p. 94. Si riferir invece senzal-
tro a Un affetto la frase scrivo un po delle memorie del 4 gennaio 1839 (cfr. Nic-
col Tommaseo, Diario intimo, p. 203).
102
Niccol Tommaseo, Diario intimo, p. 314.
103
Cfr. ivi, p. 84 (alla data del 18 febbraio 1833: piaceri della mia vita), p. 86
(alla data 5 marzo 1833: Tutti questi giorni occupato, non potei tener conto de
miei piaceri) e la nota di Raffaele Ciampini.
104
Questo mio cuore adunque non sar allegra mia vita fattor che daffan-
ni? (ivi, p. 59).
105
Ivi, p. 60. In proposito, cfr. Michele Cataudella, Il diario intimo del
Tommaseo, cit., p. 90. Per una casistica dei destinatari di un diario (lettore virtua-
le, escluso, intruso, tollerato, ammesso), cfr. Jean Rousset, Le journal intime,
texte sans destinataire?, in Potique, 56, 1983 (numero monografico: Lautobio-
graphie), pp. 435-443.
106
Niccol Tommaseo, Diario intimo, p. 306.
v. tommaseo memorialista 251
107
Si veda, per esempio, ivi, p. 75: Che mai ella stata finora la mia esistenza?
Superbia, umiliazioni, ignoranza. Che sar ella mai? Solitudine, povert e sventura.
Queste cose scrivo afflitto, ma tranquillo, pieno di fiducia in Dio, e desideroso che
mille tormenti del corpo e del cuore (?) valgano ad espiare le tante mie colpe.
108
Ivi, p. 73.
109
Su questaspetto dellispirazione dello scrittore, cfr. ora Donatella Mar-
tinelli, Fede e bellezza: gite, taccuini, pagine disperse, in Studi di filologia ita-
liana, lii, 1994, pp. 331-369.
110
Niccol Tommaseo, Diario intimo, p. 133. Michele Cataudella (in Il dia-
rio intimo del Tommaseo, cit., p. 93) propone una distinzione sommaria, nella
struttura polivalente del diario tommaseano, fra tre livelli: il livello dei dati di
fatto, delle cose minute che gli accadono nel giorno; il livello del rapporto [] con
la societ dei letterati e degli intellettuali e il livello della confessione, del riman-
do al suo mondo intimo.
111
Senza tener conto dei brani aggiunti da Vittore Branca, Il diario inti-
mo ma non integrale del Tommaseo. Inediti del Diario (1977), nellopera col-
lettiva Scritti in onore di Giovanni Macchia, 2 voll., Milano, Mondadori, 1983, i,
pp. 162-179 e Id., Questi sogni son troppo frequenti. Memorie inedite del Tom-
maseo per il 1830 nel cos detto Diario intimo, nellopera collettiva Miscellanea di
studi in onore di Marco Pecoraro, a cura di Bianca Maria Da Rif e Claudio Griggio,
Firenze, Olschki, 1991, ii, Da Tommaseo ai contemporanei, pp. 1-38.
112
Niccol Tommaseo, Diario intimo, pp. 87, 88.
252 ragionar di s
113
Cfr. Gianfranco Contini, Progetto per un ritratto di Niccol Tommaseo,
cit., p. 13, ma anche Giacomo Debenedetti, Niccol Tommaseo, cit., pp. 38-39.
114
Giovanni Macchia, Et le cur humain devient fou, cit. in Gino Telli-
ni, Su Tommaseo narratore e poeta, cit., p. 118.
115
Lio diseroicizzato il titolo del paragrafo dedicato a Fede e bellezza in Gi-
no Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit., pp. 78-82.
116
Vittorio Alfieri, Mirandomi in appannato specchio, cit., p. 31 (sotto la
data Domenica li 20 Aprile [1777]). La citazione che segue, ivi, p. 44 (sotto la
data Marted 29 Aprile [1777]).
117
Il celeberrimo aforisma si legge in Ennio Flaiano, Frasario essenziale per
passare inosservati in societ (nelledizione con introduzione di Giorgio Manganel-
li e una nota di Maria Corti, Milano, Bompiani, 1986, p. 53).
118
Cfr. Arnaldo Colasanti, Il Diario intimo di Niccol Tommaseo, nello-
pera collettiva Niccol Tommaseo e Firenze, cit., p. 373.
119
Cfr. ivi, p. 11 (sotto la data Dimanche 15 9bre 1774: je cours risque de me
v. tommaseo memorialista 253
retrouver moi-mme, si je suis tout seul mon dner) e p. 19 (sotto la data Sa-
medi, le 19 de Fvrier 1775: Arrive un danseur, ensuite pour dner avec moi; ce-
la me fait plaisir, quoique la compagnie ne soit pas bien amusante, parce que je me
fuirais un peu moi-mme, et de cette faon je me trouverais moins humili).
120
Cfr., per esempio, le lettere ad Antonio Rosmini, Parigi, 25 settembre 1834,
in Niccol Tommaseo-Antonio Rosmini, Carteggio edito e inedito, cit., ii (1827-
1855), pp. 260-264 (I sogni [] mi sono e ispirazione e conforto e occasione di
pensieri e consiglio daffetti); a Giovan Pietro Vieusseux, 8 aprile 1834, in Nic-
col Tommaseo-Giovan Pietro Vieusseux, Carteggio inedito, cit., i, pp. 186-191;
a Gino Capponi, Parigi, 18 aprile 1834, in Niccol Tommaseo-Gino Capponi,
Carteggio inedito dal 1833 al 1874, cit., i (1833-1837), 1911. Su questo tema, cfr. Ste-
fano Jacomuzzi, Lesperienza del sogno nella lirica del Tommaseo, nellopera collet-
tiva Niccol Tommaseo nel centenario della morte, Atti del Convegno di Studi, Ve-
nezia, 30 maggio-1 giugno 1974, a cura di Vittore Branca e Giorgio Petrocchi, Fi-
renze, Olschki, 1977; Vittore Branca, Il diario intimo ma non integrale del
Tommaseo. Inediti del Diario, cit.; Id., Questi sogni son troppo frequenti. Me-
morie inedite del Tommaseo per il 1830 nel cos detto Diario intimo, cit. Ma si ve-
da pure Mario Puppo, Aspetti e problemi dellarte del Tommaseo scrittore (1974), in
Poetica e poesia di Niccol Tommaseo, Roma, Bonacci, 1979, pp. 45-46 e Arnaldo
Colasanti, Il Diario intimo di Tommaseo, cit., pp. 372 sgg.
121
Gianfranco Contini, Progetto per un ritratto di Niccol Tommaseo, cit., p. 13.
122
Mario Lavagetto, Introduzione, in Italo Svevo, Zeno, a cura di Mario
Lavagetto, Torino, Einaudi, 1987, p. xx.
254 ragionar di s
123
Si cita dalla traduzione di Daniele Gorret in Vittorio Alfieri, Mirando-
mi in appannato specchio, cit., p. 59 (il testo originale in francese si legge ivi, p. 9).
Non a caso Alfieri chiamava le sue note diaristiche questi miei esami (ivi, p. 25,
sotto la data Gioved li 17 Aprile [1777]).
124
Michel David, Il problema del diario intimo in Italia, cit., p. 94. Nel ri-
percorrere il problema del diario intimo in Italia, Michel David evidenziava la
scarsit del materiale da esaminare o, per lo meno, di quanto ne stato pubblica-
to, e quindi la scarsit degli studi specifici (ivi, p. 81) e, dimostrandosi per niente
convinto della spiegazione psicologica-antropologica gli italiani popolo portato
allautobiografia, genere attivo ed estroverso, non al diario, contemplativo e intro-
verso avanzata a pi riprese dalla critica, perseguiva in un rapido disegno le ra-
gioni storiche e culturali del perch in Italia ci si sia occupati poco di pubblicare
ed esaminare diari, quando e come tale forma sia nata e in ossequio a quali mo-
delli si sia venuta affermando. Spiccano, in quella sempre attuale disamina, i rife-
rimenti alla cultura religiosa cattolica, nella fattispecie post-tridentina, che allop-
posto di quella protestante non promuove lautoanalisi scritta: difficile rintrac-
ciare nei testi dei grandi riformatori italiani della pedagogia [] il minimo consi-
glio riguardante la stesura di un diario regolare e cronologico di devozione. []
Solo Ignazio di Loyola, di cui abbiamo i frammenti dun diario spirituale (1546)
pieno di lagrime, d un curioso modello grafico settimanale per i sette esami par-
ticolari quotidiani, con due tempi e tre esami, in cui si registreranno le colpe in-
dividuali, sotto forma di punti disposti dopo una lettera-chiave (ivi, p. 92).
125
Gianfranco Contini, Per il romanzo di Tommaseo, cit., p. 268. La cita-
zione che segue, ibidem, n. 1.
126
Cfr. Andrea Battistini, I simulacri di Narciso, in Lo specchio di Dedalo,
cit., p. 33: se nei paesi protestanti la sostituzione del sacramento della penitenza
v. tommaseo memorialista 255
la via che, passando per Due baci (1831), porta a Fede e bel-
lezza, lopera con cui Tommaseo, risolta la questione del vero in
modo diverso dal suo collega Manzoni, volge le spalle alla narra-
tiva della storia e inaugura, anzitempo da noi, il moderno roman-
zo di analisi, su materia di vita contemporanea132. Nel panorama
della narrativa italiana del primo Ottocento, si sa, Tommaseo se-
gna il ritorno allio: mentre il romanzo storico si avvia a una irre-
versibile crisi, lautore di Fede e bellezza si riallaccia piuttosto al
modello dellOrtis, archetipo di una narrativa autobiografica, ego-
centrica e autoinvestigativa, ma nel segno personalissimo di un
egocentrismo autocritico e antieroico che molto si differenzia
dalla foscoliana mitologia dellio133.
Non si tratta in questa sede di indagare le molteplici connes-
sioni istituibili fra il materiale narrativo e il vissuto dellautore, n
di soppesare linvadenza autobiografica dellautore ch laspetto
129
Cfr. Roberta Turchi, K.X.Y.: una sigla per recensire, cit., p. 26.
130
Niccol Tommaseo, Memorie poetiche, p. 164.
131
Ivi, p. 178. A parte, ma sempre sulla strada del contemporaneo, sta il di po-
co successivo disegno dun romanzo critico, dove tartassare un po la piccola let-
teratura del tempo (ivi, p. 196).
132
Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit., p. 54.
133
Ivi, p. 78.
v. tommaseo memorialista 257
forse pi evidente nel romanzo e uno di quelli contro cui aveva ar-
gutamente polemizzato uno tra i primi e pi sottili esegeti di Fede
e bellezza, Carlo Cattaneo, nella sua celebre stroncatura sul Poli-
tecnico134. Non interessa qui lassodato rilievo autobiografico del
romanzo, per cui i due protagonisti, Giovanni e Maria, costitui-
scono due ipostasi dellautore. E non importa come tale autobio-
grafismo costituisca un limite per la creazione nel romanzo di una
ricchezza di vite potenziali135. Come non interessa, infine, che la
preponderanza dellelemento autobiografico e lafflato lirico che
sono le cifre caratterizzante dellopera sfilaccino le strutture narra-
tive e neutralizzino la fabula. Altri lo hanno gi messo in evidenza
molto meglio di quanto saprei fare.
Interessa invece che nella ricerca di una strada narrativa nuova,
autoanalitica, antiromanzesca, antiavventurosa e antieroica, venga-
no incontro al Tommaseo romanziere le scritture dellio: dal rac-
conto-confessione al diario, alla lettera. Fede e bellezza, opera nuo-
va nel panorama letterario di primo Ottocento, lesempio prin-
cipe di come, se tra Sette e Ottocento lautobiografia saccheggia le
strutture narrative del romanzo, contemporaneamente il roman-
zo a far suoi i molteplici registri della scrittura di s: cos accade nei
tentativi di quanti nel primo Ottocento sperimentarono forme
narrative inedite rispetto alla nostra tradizione romanzesca (dai
conciliatoristi a Leopardi, a Bini) o, nel caso di Tommaseo, di chi
volle creare unalternativa al modello imperante del romanzo stori-
134
Cfr. Carlo Cattaneo, Fede e bellezza di Niccol Tommaseo, in Il Poli-
tecnico, iii, 14, 1840, pp. 166-176 (ora in Scritti letterari, a cura di Piero Treves, Fi-
renze, Le Monnier, 1981, i, pp. 120-135). Per una rapida rassegna degli elementi au-
tobiografici prestati da Tommaseo al protagonista maschile del suo romanzo, cfr.
Mario Santoro, Dal romanzo storico al romanzo decadente, Napoli, Liguori,
1970, pp. 74-75.
135
Giacomo Debenedetti, Niccol Tommaseo, cit., p. 273. Cfr. Luigi Bal-
dacci, Introduzione, in Niccol Tommaseo, Fede e bellezza, a cura di Luigi Bal-
dacci, cit., p. 10: nei Promessi sposi [] larte punta alla creazione del personaggio
mentre il Tommaseo fallisce sistematicamente il tentativo []. Nato alla confes-
sione, sentiva i personaggi solo nella dipendenza della sua memoria; e cos i pi
riusciti sono quelli fermati in rapide istantanee, come appunto le donne del diario
di Giovanni. Metterli in movimento, quei personaggi, renderli autonomi non era
il fatto del nostro scrittore.
258 ragionar di s
136
Raffaele Morabito, Il romanzo di un moralista: Fede e bellezza, in An-
tiromanzi dellOttocento. Foscolo-Sterne, Tommaseo, Verga, Oriani, DAnnunzio, Ro-
ma, Bulzoni, 1977, p. 38.
137
Andrea Battistini, Il superego dei generi letterari, in Lo specchio di Deda-
lo, cit., p. 187.
138
Gino Tellini, Su Tommaseo narratore e poeta, p. 120. Sulluso delle scrit-
ture dellio in Fede e bellezza, cfr., oltre ai saggi di Tellini pi volte citati, anche
Franco Fido, Il fantasma di Promessi sposi nel romanzo italiano dellOttocento,
cit., pp. 194 sgg.
139
Cfr. Niccol Tommaseo, Fede e bellezza, pp. 6-34.
140
Cfr. ivi, pp. 35-53.
v. tommaseo memorialista 259
141
Mi riferisco, naturalmente, al testo secondo la prima edizione (Venezia,
Gondoliere, 1840). Si ricordi che il processo di revisione del romanzo, ispirato da
intenti di moralismo pedagogico, di ideale e comunicativa esemplarit approda
come ultima tappa alledizione definitiva del 1852 presso Borroni e Scotti, la qua-
le modifica anche limpianto strutturale del romanzo, specie con il cospicuo am-
pliamento del giornaluccio di Giovanni, e fonde insieme il Libro iii con il iv, il
v con il vi, s che lopera viene ad articolarsi non pi in sei ma in quattro libri
(Gino Tellini, Nota al testo, ivi, p. xlvii). Sulle tre redazioni del romanzo, cfr. so-
prattutto Aldo Borlenghi, La questione di Fede e bellezza, in Fra Ottocento e
Novecento. Note e saggi, Pisa, Nistri-Lischi, 1955, pp. 9-42 e Mario Puppo, Sulle
edizioni di Fede e bellezza (1957), in Poetica e cultura del Romanticismo, Roma,
Canesi, 1962, pp. 231-266.
142
Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit., p. 82.
143
Niccol Tommaseo, Fede e bellezza, p. 6.
144
Ivi, p. 35.
260 ragionar di s
145
Roberta Turchi, Dalle recensioni alla Storia civile nella letteraria, cit., p. 141.
146
Per luso della forma del diario nella narrativa, cfr. soprattutto H. Porter
Abbott, Diary fiction, cit. (indicazioni bibliografiche si leggono a pp. 16-17). La
studiosa vi isola tre general functions of the diary strategy: una funzione mi-
metica (garantire un realismo formale), tipica del romanzo settecentesco; una
funzione tematica, creare un effetto di isolation and self-reflection (one of the
great espressive advantages of the diary lies in its confinement of the reader to the
internal world of a single ego. [] We are restricted to a document that emanates
from inside the story); infine, una funzione temporale (ottenere un effetto di
immediacity, suspence and timelessness). Viceversa, per luso della scrittura epi-
stolare nel romanzo, cfr. Jean Rousset, Una forma letteraria: il romanzo epistola-
re, cit. e Margherita Di Fazio, La lettera e il romanzo. Esempi di comunicazione
epistolare nella narrativa, Roma, Nuova Arnica, 1996.
147
Cfr. Donatella Martinelli, Voci del toscano vivo in Fede e bellezza, nel-
lopera collettiva Studi di letteratura italiana offerti a Dante Isella, Napoli, Biblio-
polis, 1983, p. 322.
148
K.X.Y [Niccol Tommaseo], I prigionieri di Pizzighettone. Romanzo storico del
secolo XVI. Dellautore della Sibilla Odaleta e della Fidanzata Ligure. Vol. III, Milano,
presso A. F. Stella e figli, 1829, in Antologia, xxxvii, marzo 1830, pp. 107-108, cit. in
Roberta Turchi, K.X.Y.: una sigla per recensire, cit., p. 29, da cui si cita il testo.
149
Roberta Turchi, K.X.Y.: una sigla per recensire, cit., p. 38.
v. tommaseo memorialista 261
150
Cfr. Gianfranco Contini, Per il romanzo di Tommaseo, cit., pp. 265 sgg.
151
Niccol Tommaseo, Fede e bellezza, p. 5. La citazione che segue, ibidem.
262 ragionar di s
righe sotto, come per caso (Maria guardava alle nubi, allacque
dellOdet, a Giovanni: egli sotto le nebbie di Bretagna pensava al-
lItalia). Di descrizioni dei connotati dei personaggi non se ne
parla per tutto il libro152, figuriamoci di presentazioni preventive al
loro ingresso in scena.
Lultimo ingrediente del romanzo storico modaiolo riguarda
infine come fare la citata sezione cadaverica di ciascun pensiero
del personaggio: ovvero togliendo a questultimo, al soggetto pro-
tagonista, la parola sintende che a farlo il narratore onniscien-
te in terza persona e provvedendo a modificare o a interpretare
in vece sua. Che il pensiero per s Tommaseo avrebbe detto laf-
fetto diventi cadavere in mano al narratore per il nostro sicu-
ro. Notate queste osservazioni del recensore, oltre che divertente ed
efficace, la ricetta appare vaticinante, seppure come profezia rove-
sciata, per il romanzo di Tommaseo. come se lautore avesse scrit-
to Fede e bellezza ricordandosi di quella sua ricetta di un decennio
prima e rovesciandola accuratamente. Non cos, naturalmente;
che la ricerca di una strada autonoma di narratore, saldando i
conti con lo Scott e tentando di liberarsi dallautorit di Manzo-
ni153, era gi cominciata.
Insieme, le scritture dellio servono, oltre che come meccani-
smo narrativo efficace, alla fedele pittura del male e del bene154,
a rappresentare lo spettacolo pi intero che si pu della vita155 e
fare dunque opera non inutile come un romanzo156. Che cos
una lettera per Tommaseo? E perch la si legge? Ci soccorre il Di-
zionario estetico. Si pensi che questo scrittore avido di vero cos in-
vitava a leggere una raccolta di lettere:
152
Di nuovo evasivo, sotto le folte apparenze descrittive (parole di Conti-
ni), il ritratto tra fisico e morale di Maria in apertura del libro iii (cfr. ivi, p. 54).
153
Roberta Turchi, K.X.Y.: una sigla per recensire, cit., p. 29.
154
Niccol Tommaseo, Dizionario estetico, cit., ii, p. 386 (sui racconti di Pie-
tro Thouar).
155
Id., Diario intimo, p. 141.
156
Ivi, p. 89.
v. tommaseo memorialista 263
le del piccante a ogni costo), sarebbe per difficile dimostrare che le noti-
zie quivi raccolte non possono avere in alcun caso importanza []. Vole-
te voi prova che nessuna verit per minuta che sia, nessuna indagine del-
la verit, per quanto paia importuna, pu dirsi inutile?157.
due le ragioni del diletto che porgono le lettere familiari degli uomini in-
signi; la prima, lamore innato della umana mente per tutte le particola-
rit che conducono a conseguenze alcun po generali: perocch quella ve-
rit che guardata divisamente dal resto par piccola, si collega con infinite
verit di pi alto ordine. Scoperti codesti vincoli, lanimo gode percorre-
re danello in anello la lunga catena, e dalle infime cose salire alle somme.
Leggendo le lettere degli uomini insigni, noi li riguardiamo da due lati;
nelluno e si presentano in parte simili a noi; i difetti, i pregi, i bisogni, i
casi loro troviamo in noi stessi. Basta una relazione vera di somiglianza
perch lamor proprio ne vegga altre cento; ci crediamo grandi in parte,
anche noi, senza quasi volercelo: e lessere occupati alle cose nostre, nel-
latto che osserviamo le altrui, rende piacevole la lettura.
Laltro lato in che si guardano allora gli uomini grandi quello in che
pi dissomigliano a noi. Lamor proprio in codesta dissomiglianza vor-
rebbe pur vedere dello strano: vorrebbe giudicare di quel che non sa: per-
ch la parte dellindole altrui, ch diversa affatto dalla nostra, da noi in-
teramente ignorata. Noi crediamo conoscerla, ci vantiamo daverla indo-
vinata, ma invano. Non sindovina dellanimo altrui se non quello che si
pi o men confusamente sentito nel proprio. Ogni altra specie di razio-
cinio temerit [].
Questesercizio piacevole: e il chiamare ad esame le azioni, le parole
gli affetti duomo singolare, il coglierlo in contraddizione e strappare dal
suo labbro la confession de suoi falli, soddisfazione tanto pi saporosa
157
Id., Dizionario estetico, cit., i, p. 27.
264 ragionar di s
158
Ivi, i, p. 73.
159
Ivi, i, p. 74. Le citazioni che seguono, ibidem.
v. tommaseo memorialista 265
160
K.X.Y [Niccol Tommaseo], I prigionieri di Pizzighettone, cit. (in Rober-
ta Turchi, K.X.Y.: una sigla per recensire, cit., p. 29).
161
Gino Tellini, Il romanzo italiano dellOttocento e del Novecento, cit., p. 81.
162
Ivi, p. 64.
266 ragionar di s
163
Luigi Baldacci, Introduzione, in Niccol Tommaseo, Fede e bellezza, a
cura di Luigi Baldacci, cit., p. 14.
indice dei nomi
Abba, Giuseppe Cesare 200 Avogadro, Giovanni Andrea 262
Abbott, H. Porter 119n, 260n
Acanfora, Silvana 144n Baccini, Giuseppe 237n
Agazzi, Elena 9n, 23n Badaloni, Nicola 193n, 198
Agostino, sant 168 Balbo, Cesare 157n, 164 e n, 165,
Albany, Luisa Massimiliana vedi 166n, 168n
Stolberg-Gedern, Luisa Massi- Baldacci, Luigi 159n, 200n, 227n,
miliana Carolina Emanuella, 257n, 266n
contessa dAlbany Baldi, Bernardino 237n
Alfieri, Vittorio 3, 4, 6, 13, 14, 17, 33, Banti, Alberto M. 159n
56 e n, 57, 58 e n, 59, 102 e n, Barbarisi, Gennaro 231n, 234n
107n, 108-116, 122 e n, 128, 132, Brberi Squarotti, Giorgio 3n,
141, 142n, 150, 171, 231, 232, 236, 67n, 156n
237n, 252 e n, 254 Baretti, Giuseppe 69, 84n
Alighieri, Dante 171, 172, 175n, Barrili, Anton Giulio 200
236, 244 Bastiaensen, Michel 15n
Ambel, Mario 168n Battistini, Andrea 5n, 8n, 9n, 12n,
Amoretti, Giovanni Giuseppe 13 e n, 14n, 18 e n, 23n, 25n, 33n,
44n, 54n, 56n, 89n 64n, 107n, 120n, 168n, 231n,
Andria, Marcello 144n 235n, 254n, 258n
Andryane, Alexandre Philippe 4, Battistini, Mario 158n
159, 162 e n, 163 e n, 170, 171 Beccardi, E. 166n
Anglani, Barbara Silvia 209n, 216n Bdarida, Henri 158n
Anglani, Bartolo 8n, 9n, 14n, 23n Begey, Attilio 158n
Aristotele 69 Bellini, Bernardo 69
Arminante, Aldo 89n Bellorini, Egidio 44n, 157n
Arrivabene, Giovanni 4, 39 e n, Bellucci, Novella 88n, 96n, 110n
200 Berardi, Gianluigi 78n
Asor Rosa, Alberto 33n, 148n, Berchet, Giovanni 27, 61
248n Bernardinis, Anna Maria 152n
Atanasio 255n Bertazzoli, Raffaella 124n
270 ragionar di s
Bertero, Giancarla 157n Buckley, Jerome Hamilton 15n
Bianchi, Danilo 119n Busi, Aldo 125n
Bigazzi, Roberto 69n Byron, George Gordon 150, 171,
Bigongiari, Piero 105n, 107n 210n
Bini, Carlo 6, 19, 20 e n, 22, 65n,
162, 168n, 192-219, 257 Cacciapuoti, Fabiana 113n, 143-
Bini, Giulio 212, 213 e n 145nn
Binni, Goffredo 89n Cajumi, Arrigo 197n
Binni, Walter 110n, 111n, 141n Calcaterra, Carlo 37n, 44n, 47n,
Blasucci, Luigi 110n, 118n, 134n 60n
Bocca, Giuseppe 157 e n Caleppio, Giangirolamo 68
Boccaccio, Giovanni 69, 237n Caluso, Tommaso Valperga, abate
Boccara, Nadia 234n di 44n, 57
Boglino, Gian Gioseffo 148n, 149 Camporesi, Piero 36n, 37n, 38-
e n, 178n 40nn, 42-47nn
Boiardi, Franco 161n Canavesi, Angelo 9n
Bolza, Luigi 178 Cant, Cesare 149n, 163n, 190,
Bonfadio, Jacopo 237n 191n
Bonifazi, Neuro 89n Caporossi, Carlo 144n
Borgini, Alma 195n Capponi, Gino 162n, 221, 226,
Borlenghi, Aldo 245n, 259n 230, 243n, 253n
Borsieri, Pietro 5, 17, 19, 22, 27, Caputo, Rino 8n
28n, 30, 31 e n, 32, 34 e n, 35, 36 Cardella, Giuseppe 247n
e n, 38 e n, 61-74, 77, 80, 82, 83, Carducci, Giosu 197 e n
102, 173n, 219 Caretti, Lanfranco 47n, 152n
Bossuet, Jacques-Bnigne 100, Carlo Alberto 188n
102, 103 Carraresi, Antonio 227n
Botta, Carlo 68 Casanova, Giacomo 3, 4
Botta, Irene 63n Cassi, Geltrude 113, 114
Bouchard, Franois 198n Castromediano, Sigismondo 200
Bourdaloue, Louis 171 Cataudella, Michele 149n, 228n,
Branca, Vittore 15n, 30n, 35n, 243n, 244n, 249n, 250n
251n, 253n Cattaneo, Carlo 200, 257 e n
Breme, Ludovico Arborio Gatti- Cattarula, Camilla 29n
nara, marchese di 5, 17, 20 e n, Ceccuti, Cosimo 162n
21n, 22, 27, 28n, 30, 36-62, 63 e Cellerino, Liana 216n
n, 66 e n, 68, 80, 85, 173n, 187 Cellini, Benvenuto 107n
Briganti, Alessandra 29n Ceragioli, Fiorenza 96n, 144n
Briganti, Anna 122n Cerruti, Marco 58n
Brighenti, Pietro 138 e n, 139 e n Cesare 51
Brini, Teresa 121 Ceserani, Remo 21n
Brioschi, Franco 90n Chateaubriand, Ren 10
indice dei nomi 271
Chemello, Adriana 231n Da Ponte, Lorenzo 4, 13
Chemotti, Saveria 28n, 147n Da Rif, Bianca Maria 251n
Chiattone, Domenico 188n David, Michel 248n, 254n
Chiotti, Filippo 38n DAzeglio, Cesare 47n
Chiurlo, Ugo 171n DAzeglio, Massimo 161
Ciampini, Raffaele 163n, 228n, Dazzi, Manlio 89n, 91n, 119n
231n, 233n, 246n, 250n De Angelis, Valerio Massimo 11n
Ciampolini, Luigi 65n Debenedetti, Giacomo 221n,
Cian, Vittorio 62n 222n, 224n, 234n, 252n, 257n
Cicerone 100, 102, 103, 264 Del Cerro, Emilio 158n
Cini, Marco 245n Della Casa, Giovanni 237n
Ciureanu, Petre 233n DellAquila, Michele 30n, 37n,
Cockschut, Anthony Oliver John 43n, 110n, 114n, 134n
128n Della Rocca, Enrico 200
Coe, Richard N. 25n, 122n Del Lungo, Isidoro 243n
Colasanti, Arnaldo 252n, 253n De Maddalena, Aldo 231n
Colin, Mariella 158n Demostene 100, 102, 249
Colletta, Pietro 90 e n, 91n, 97, De Pisis, Filippo 225n
108 De Robertis, Giuseppe 89n, 91n,
Colutta, Flavio 88n 106, 107n, 131n
Compagni, Dino 244 De Sanctis, Francesco 197 e n
Cond, Luigi di Borbone principe De Tipaldo, Emilio 163n, 230,
di 100, 102 231n, 239 e n, 240
Confalonieri, Federico 4, 19, 20, Di Benedetto, Arnaldo 112n, 113n,
35, 41n, 43n, 63, 149 e n, 151n, 122n
152 e n, 162 e n Di Benedetto, Vincenzo 5n
Constant, Benjamin 56n Di Biase, Carmine 227n, 248n
Conti, Pier Giorgio 88n Di Breme, Ludovico vedi Breme,
Contini, Gianfranco 228n, 230n, Ludovico Arborio Gattinara,
240 e n, 244n, 246n, 248n, 249 e marchese di
n, 251, 252-255nn, 261n, 262n Didier, Batrice 9n, 13n, 14n
Cortellessa, Andrea 8n, 24n Di Fazio, Margherita 260n
Costa, Simona 9n Di Francia, Letterio 159n, 200 e n
Contorbia, Franco 225n DIntino, Franco 8n, 10, 15n, 17n,
Corti, Maria 252n 21n, 23n, 29n, 54n, 56n, 87n, 88-
Courier de Mr, Paul Louis 96 90nn, 92-95nn, 98n, 105-107nn,
Cremante, Renzo 225n 110n, 114-118nn, 120-122nn,
Crisafulli Jones, Lilla Maria 244n 127n, 129n, 132n, 137n, 140n,
Crotti, Ilaria 172 154n, 174n, 232n, 235n, 240n,
Curto, Carlo 76n, 149n 249n, 255n
Dolfi, Anna 5n, 248n
Dal Fabbro, Beniamino 89n Dondero, Marco 88n
272 ragionar di s
Dornis, Jean 199n Foscolo, Ugo 3, 5 e n, 14, 27n, 28 e n,
Dossi, Carlo 198n 29 e n, 33 e n, 34 e n, 62, 74, 76n,
Dotti, Ugo 131n 77 e n, 78 e n, 119, 125 e n, 130n,
DOvidio, Francesco 20n, 110n, 161 149, 173n, 195, 198n
en Fossati, Valentino 89n
Drer, Albrecht 222 Fossi, Piero 221n
Foucalt, Michel 255n
Emanuelli, Enrico 195n Frassi, Giovanni 206n
Erasmo da Rotterdam 222 Freedman, Diane P. 9n
Este, Beatrice d 75 Frey, Olivia 9n
Fubini, Mario 76n, 147 e n, 233,
Fabrizi, Angelo 14n 234n
Faliero, Marin 170n
Fanciulli, Giuseppe 197n Galilei, Galileo 239, 240
Fattorini, Teresa 121 Galimberti, Cesare 110n
Fauriel, Claude 63, 64 Gallifuoco, Silvana 144n
Fea, Leonardo 175, 176n Gallo, Italo 167n
Federico Barbarossa 158n Garavini, Fausta 8n
Felici, Lucio 88n Garibaldi, Giuseppe 200
Ferrari, Stefano 123n Genetelli, Christian 109n
Ferraris, Angiola 37n, 38n, 39n, Grard-Zai, Marie-Claire 109n
43-45nn, 52n, 54n Ghidetti, Enrico 194n
Ferrero, Giuseppe Guido 110n Giacone, Franco 3n
Ferretti, Giovanni 160n Giammattei, Emma 21n
Ferroni, Giulio 20n, 21n Giannantonio, Pompeo 13n
Ferrucci, Franco 94n, 106n, 107n Giannini, Silvio 191n, 195n, 197n,
Ficara, Giorgio 88n 206n
Fido, Franco 9 e n, 10n, 11 e n, Giannone, Pietro 13
14n, 15n, 123n, 134n, 167n, 234n, Gibellini, Pietro 124n
248n, 258n Gioberti, Vincenzo 64
Figurelli, Fernando 119n, 123n Giordani, Pietro 93 e n, 94n, 99n,
Fini, Carlo 221n 106n, 118n, 119, 136n, 159, 160 e
Fioroni, Giovetta 89n n
Flaiano, Ennio 252n Giordano, Emilio 124n, 125n,
Flora, Francesco 88n 132n, 134n
Folena, Gianfranco 9n, 15n Giordano, Giovan Battista 154,
Foligno, Cesare 5n 155, 164
Folin, Alberto 110n, 115n Giovio, Felicia 82n
Fontanelli, Giorgio 194n, 198n, Girolami, Patrizia 111n, 114n
217n Giuliano LApostata, imperatore
Forcellini, Egidio 249 100, 102, 103, 179
Fortini, Franco 125n, 221n Giuliano, Alfredo 89n
indice dei nomi 273
Giuria, Pietro 170 e n, 191n Jahier, Piero 210n
Giusti, Giuseppe 206n Jay, Paul 9n, 25n
Goethe, Wolfgang Johann 3, 10,
12, 79, 119 e n, 125 e n, 171 Kafka, Franz 195
Goldoni, Annalisa 12n, 244n
Goldoni, Carlo 4 La Cecilia, Giovanni 209n
Gonzaga, L. 158n Laforgue, Jean 3
Gori, Odoardo 199n Lampertico, Fedele 227n
Gorret, Daniele 254n Landi, Patrizia 90n
Gozzi, Carlo 3, 13, 132 e n Lantosca, Vincenzo Riccardi di
Gozzi, Gasparo 74 221, 224
Grassi, Giacomo 89n Latour, Antoine de 186, 187n,
Grassi, Giuseppe 41n 188n, 190 e n, 191
Gravina, Manfredi 237n Lavagetto, Mario 253n
Griggio, Claudio 251n Lavezzi, Gianfranca 34n, 142n
Guarracino, Vincenzo 89n Lejeune, Philippe 8n, 12n, 14, 22n,
Guasco, Carlo 65, 71 23, 121n, 122n, 184n
Guerrazzi, Francesco Domenico Leopardi, Carlo 87n, 93, 109 e n,
161, 194-196, 197n, 198 e n, 210 e 113, 126n, 141 e n, 142n
n, 212 e n, 217n Leopardi, Giacomo 6, 11n, 12, 20,
Guglielminetti, Marziano 8n, 53n, 21n, 22, 59, 65n, 87-145, 195,
54n, 168n, 199-201nn, 231n, 222, 224, 227n, 257
240n, 248n Leopardi, Monaldo 94n, 122n, 161
Guidi, Ernesto 125n Leopardi, Paolina 141
Guidiccioni, Giovanni 237n Levantini Pieroni, Giuseppe
Guillon, Aim 53 e n, 55, 60 200n, 206n
Gusdorf, Georges 24 e n, 94n, Licurgo 51
128n, 230n Lindon, John 9n
Gussalli, Antonio 160n Luciani, Paola 23n, 59n, 132n, 134n
Luciano 65, 100
Holbein, Hans, il giovane 222 Luigi XVII 179
Howarth, William L. 128n Luti, Giorgio 34n, 160n, 202n,
Hume, David 3 203n
Luzi, Mario 117n
Iermano, Toni 193n, 210n
Ighina, Andrea 148n, 187n Macchia, Giovanni 252n
Ignazio di Loyola 254n Macchioni Jodi, Rodolfo 30n,
Ioli, Giovanni 85n 38n, 41-43nn, 46n, 52n, 74n,
76n, 77n, 80n
Jacomuzzi, Angelo 178n, 179n, Machiavelli, Niccol 69
181n Maffei, Giovanni 195n, 197n, 205n
Jacomuzzi, Stefano 253n Majakovskij, Vladimir 193
274 ragionar di s
Manacorda, Giuliano 124n Meyer Spacks, Patricia 14n
Manai, Alberto 244n Michaud, Louis Gabriel 53
Manganelli, Giorgio 252n Michel, Ersilio 196n, 209n
Mangini, Adolfo 195n Michelangelo 224n
Manzoni, Alessandro 15, 20, 31n, Milani, Mino 153n
47 e n, 61-64, 148, 151-153, 155, Minghetti, Marco 200
161, 227n, 256, 260, 262, 265 Misan, Jacques 158n
Marchi, Marco 203n Misch, George 24
Marchionni, Carlotta 39n Missori, Virgilio 163n, 221n
Mareste, Adolphe de 28n Mocenni Magiotti, Quirina 187n
Mari, Lucia 197n Mola, Aldo A. 7n, 151n, 158n, 161n,
Mariani, Gaetano 199n, 207 e n 168n, 187n
Maria Teresa dAustria 231n Molinari, Franco 168n, 187n, 188n
Maroncelli, Piero 4, 169n, 171, Monacchia, Gino 221n
180, 186, 189 Monaco, Matteo 8n
Marra, Wanda 88n Mondadori, Arnoldo 225
Martelli, Sebastiano 124n Montaigne, Michel Eyquem de 55,
Martinelli, Donatella 227n, 251n, 101, 251
260n Montanelli, Giuseppe 200
Martinelli, Lucia 14n, 156n, 199n Montani, Giuseppe 43n
Martini, Ferdinando 206n Monterosso, Ferruccio 110n
Masino di Mombello, Ottavia Monteverdi, Angelo 89n, 119n
165n, 185n, 186n Monti, Vincenzo 27n, 62, 68,
Massano, Riccardo 63n, 124n 124n, 150, 173n
Mauri, Paolo 148n, 157n, 159n Morabito, Raffaele 258n
May, Georges 14n, 24n, 25n, 128n, Mordenti, Raul 8n, 23n
129n Moreschini, Claudio 124n
Mayer, Enrico 27n Moretti, Marino 222, 223n, 224,
Mazza Tonucci, Antonia 172n 225, 226 e n
Mazzini, Giuseppe 162 e n, 194, 195 Moscati, Ruggero 209n
e n, 196, 197n, 198, 200, 207 e n Mller, Klaus-Detlef 21n
Mazzoni, Guido 194n Munch von Bellinghausen, baro-
Medici, Lorenzino de 99, 100, ne 180
102, 103 Muratori, Ludovico Antonio 13,
Medici, Lorenzo de (il Magnifico) 75, 231 e n
223 Musarra-Schroder, Ulla 3n, 119n
Melan, Sebastiano 237, 238 Muscetta, Carlo 88n
Melosi, Laura 143n, 160n Mutterle, Anco Marzio 44n, 228n
Mestica, Giovanni 88n
Metastasio, Pietro 237n Nada, Narciso 158n, 163n
Metternich-Winneburg, Klemens Nerone 160
Wenzel Lothar 163 Newton, Isaac 239, 240
indice dei nomi 275
Nicastri, Luciano 167n 38n, 39n, 40 e n, 41n, 74 e n, 75
Niccolini, Giovanni Battista 161 e n, 76n, 78 e n, 79 e n, 80 e n,
Nicoletti, Giuseppe 8n, 19n, 193n 81n
Nigro, Salvatore Silvano 31n Pellico, Onorato 158 e n, 183n, 192
Novalis (Friedrich Leopold von Pellico, Silvio 4, 5 e n, 6, 19, 20 e
Hardenberg) 107 n, 21 e n, 22, 27 e n, 28 e n, 30,
Nozzoli, Anna 196n 31 e n, 32 e n, 33n, 35 e n, 36 e n,
38 e n, 39n, 40 e n, 41 e n, 42n,
Olivieri, Ugo M. 28n, 46n, 46n, 61, 62 e n, 67n, 71, 74-85, 147-
71n 192, 200, 201, 211 e n, 214, 215 e
Olney, James 21n n, 217 e n
Omero 69 Pepe, Guglielmo 200
Orazio 238 Perfetti De Witt, Adele 195
Orlandini, Francesco Silvio 27n Perrin, Sonia 109n
Orlando, Francesco 15n, 122n Peruzzi, Emilio 144n
Oroboni, Antonio Fortunato 178 Pestelli, Corrado 89n
Ottolini, Angelo 20n Petrarca, Francesco 97, 103, 171
Petrocchi, Giorgio 28n, 29n, 45n,
Paccagnini, Ermanno 31n 63n, 253n
Paladino, Vincenzo 45n Pfotenhauer, Helmut 14n
Pallavicino Trivulzio, Giorgio 4, Piazza, Antonio 172
162 e n, 163n, 163n, 200 Piccioni, Leone 89n
Palli Bartolomei, Angelica 197n, Pirandello, Luigi 194n, 247 e n
198n Piromalli, Antonio 7n, 159n, 210,
Pampaloni, Leonzio 15n 214n, 217n
Paoli, Rodolfo 15n Placanica, Augusto 167n
Papini, Giovanni 224 e n Porca, Giovanni Artico di 231 e n
Pappalardo, Ferdinando 3n Porena, Manfredi 105n
Palumbo, Matteo 89n Porro (famiglia) 172
Paoletti, Aglaia 162n Porro, Luigi 173n, 178n
Paparelli, Gioacchino 124n Porro Lambertenghi, Anna 43
Parenti, Marino 159n Postigliola, Alberto 234n
Parini, Giuseppe 67, 125 Prete, Antonio 145n
Pascal, Blaise 171 Prvost, Antoine Franois 47n
Pascal, Roy 128n Prezzolini, Giuseppe 132n, 161n,
Paschoud (tipografo) 54 185n
Pasquini, Emilio 90n, 107n, 126n Prina, Giuseppe 57
Pastro, Luigi 200 Provenzal, Dino 195n
Pazzaglia, Mario 244n Prunas, Paolo 243n
Pecoraro, Marco 228n, 229n, Puccini, Niccol 192n
232n, 239n, 242n Puccinotti, Francesco 125n
Pellico, Luigi 27, 28n, 31n, 35n, Pulci, Luigi 237n
276 ragionar di s
Puppo, Mario 253n, 259n Schiller, Johann Christoph Frie-
drich 171
Rabizzani, Giovanni 198, 199n, Schlegel, Friedrich 18 e n, 1, 107
206 e n Scolaro, Michela 225n
Ragusa, Olga 15n Scott, Walter 16, 152, 171, 260, 262
Raiberti, Giovanni 198n Scotti, Mario 31n
Raimondi, Ezio 33n, 64n, 124n Scrivano, Riccardo 9n
Rasi, Donatella 231n, 239n Scudry, Madeleine 172
Rasori, Giovanni 27 Sestan, Ernesto 193n, 211n, 212
Riboni, Irene 131n Settembrini, Luigi 217n
Ricci, Manuela 225n Sforza, Ludovico 75
Ricciardi, Mario 81n, 85n Shakespeare, William 171
Richardson, Samuel 13, 79 Shumaker, Wayne 128n
Rinieri, Ilario 35n, 188n Sismondi, Jean-Charles-Lonard
Romagnoli Sacrati, Orinzia 32 Simonde de 27
Rondoni, Davide 89n Solmi, Sergio 110n, 115n
Rosmini, Antonio 20, 221n, 253n Spaggiari, William 31n, 64n, 65n,
Rossi, Ferdinando 81n 67n, 68n, 72n, 74n, 163n, 166n,
Rota, Paolo 89n, 90n 216n
Rotelli, Ettore 231n Spera, Francesco 67n, 68n
Rousseau, Jean-Jacques 3, 9, 11, 12, Stal, Anne-Louise-Germaine
14, 17, 18, 19, 33, 57, 59, 78, 79, Necker 10, 16, 56n, 68, 76n
94n, 107, 122 e n, 132, 246, 255n Stara, Arrigo 23n
Rousset, Jean 3n, 48n, 250n, 260n Starobinski, Jean 24n, 121n
Ruffilli, Paolo 89n Stefani, Guglielmo 5n, 161n
Rugarli, Giampaolo 117n Stelzig, Eugne L. 4n, 8n, 12n,
Runcini, Romolo 244n 14n, 15n
Ruozzi, Gino 240n Stendhal (Henri Beyle) 12, 28n, 107
Sterne, Lawrence 34n, 65, 142n,
Saba, Umberto 128, 129n 195 e n, 206n, 207n
Salom, Michelangelo 124 e n Stival, Miriam 152n, 171n
Salvotti, Antonio 171 Stolberg-Gedern, Luisa Massimi-
Santini, Emilio 33n liana Carolina Emanuella, con-
Santoli, Vittorio 18n tessa dAlbany 37n, 56n
Santoro, Mario 30n, 32n, 35n, Stull, Heidi I. 15n
257n Sturrock, John 21n
Saviane, Giorgio 89n Svevo, Italo 107n, 193, 221, 253n
Savonarola, Girolamo 237n, 244
Scaglione, Aldo 9n Tacchinardi, Roberto 194n, 212n
Scalvini, Giovita 244 e n Tacito 165 e n, 169
Scappaticci, Tommaso 197n, 208n Tasso, Torquato 69, 100, 102, 103,
Scherillo, Michele 20n, 150n 126n, 141
indice dei nomi 277
Tassoni, Alessandro 237n Turchi, Roberta 32n, 172n, 226n,
Tatti, Silvia 4n 238n, 247n, 256n, 260n, 262n,
Tellini, Gino 4n, 15n, 16n, 17n, 19n, 265n
28n, 30n, 33n, 36n, 67n, 71n, 84n,
88n, 121n, 126n, 137n, 142n, 194n, Ugniewska, Joanna 107n
200n, 203n, 205n, 216n, 217n,
221n, 225n, 227n, 228n, 246n, Valentini, Alvaro 88n, 110n
252n, 256n, 258n, 259n, 265n Verga, Ettore 163n
Tenca, Carlo 78n Vernay, Philippe 109n
Teza, Emilio 112 Verucci, Guido 243n
Thouar, Pietro 262n Vespasiano da Bisticci 223
Timpanaro, Sebastiano 31n, 64n, Viani, Prospero 87
193n, 194 e n, 196n, 198, 201- Vico, Giambattista 13, 231, 232
204nn, 206n, 211n, 213n, 215n, Vico, G. 165n
217n, 219n Vieusseux, Giovan Pietro 142, 159,
Tommaseo, Niccol 7, 16, 20 e n, 160n, 162 e n, 163n, 221, 232n,
21n, 22, 149 e n, 162 e n, 163 e n, 233n, 234, 253n
192, 221-266 Virgilio 123, 171
Tommasini, Adelaide 91n Visconti Venosa, Giovanni 200
Tommaso dAquino, san 244 Voisine, Jacques 15n, 19n
Tonelli, Andrea 180 Volpi, Alessandro 226n, 234n
Toschi, Luca 194n, 196n, 206n,
209n, 218n
Tozzi, Federigo 197n, 199-204, Williams, Huntington 15n
217n Wordsworth, William 12, 107
Treves, Piero 257n
Trevi, Emanuele 88n, 98n, 107n, Zabagli, Franco 113n
136n Zajotti, Paride 32n, 228n
Trombatore, Gaetano 8n, 159n, Zauhar, Frances Murphy 9n
207 e n Zenari, Massimo 109n
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