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LA VITA
Nasce ad Alessandria d'Egitto nel 1876, compì gli studi superiori a Parigi,
laureandosi successivamente in giurisprudenza all'Università di Genova. Egli
venne a diretto contatto con le novità della cultura Parigina, da cui ne assimilò la
lezione del Simbolismo. In francese scrisse le sue prime opere:
le poesie: "I vecchi marinai" 1897, "la conquista delle stelle" 1902,
"Distruzione" 1904
Nel 1905 fonda a Milano la rivista "Poesia" con l'intento di far conoscere i nuovi
scrittori. Nel 1909, sul giornale parigino "Le Figaro", lancia il suo "Manifesto del
Futurismo" che fu l'atto ufficiale della fondazione del gruppo futurista. Nel 1912
pubblica il "Manifesto tecnico della letteratura futurista", in cui definiva i
procedimenti della scrittura letteraria, essenzialmente alogica e analogica.
Egli fu noto anche per le sue doti di organizzatore di cultura, capace di suscitare
energie intellettuali e di favorirne il successo, utilizzando le tecniche moderne
della réclame, della diffusione editoriale e della ricerca del consenso, ottenuto
anche attraverso la provocazione e lo scandalo (come D'Annunzio).
L'IDEOLOGIA
Egli morì nel 1944 a Bellagio, sotto la Repubblica di Salò, nell'ultima di quelle
guerre in cui aveva ciecamente creduto.
IL MANIFESTO DEL FUTURISMO
BOMBARDAMENTO:
Marinetti descrive il "bombardamento ad opera dei Bulgari della città turca di
Adrianopoli, a cui assisté durante la guerra tra le due nazioni, nel 1912". Fa parte
della raccolta Zang tumb tuuum.
Il brano celebra il rito igienico della guerra, del quale vuole esprimerne, con la
tecnica della parola in libertà, tutta la forza dinamica. La violenza e la ferocia
della guerra sono recepite da Marinetti come musica, come uno spettacolo
bellissimo e purificatore. Lo stile sostiene il messaggio, in quanto, le parole in
libertà servono a commentare l'avvenimento guerresco. L'autore vuole infatti
riprodurre le sensazioni evocate dal bombardamento in maniera oggettiva;
raccoglie perciò con molta attenzione le impressioni, le immagini i suoni e i colori
prodotti durante la guerra. La forma in cui vengono riportate le parole vuole
rievocare il disordine provocato dai bombardamenti, come ad esempio gli spazi
bianchi fra le parole, che corrispondono alle pause e ai silenzi; mentre il termine
"vampe" è scritto in corsivo piccolo e dislocato su linee verticali diverse, poiché il
poeta vuole alludere verosimilmente alle immagini dei bagliori e dei fuochi che i
colpi delle artiglierie accendono qua e là.
la mancanza di punteggiatura
Malgrado l'intento di assoggettare il brano entro una tematica del tutto futurista,
Marinetti non riesce a ricorrere in maniera esclusiva alle parole in libertà. Nel
testo infatti troviamo frasi ancora di stampo tradizionale (non sento più i miei
piedi gelati).