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FILIPPO TOMMASO MARINETTI

LA VITA

Nasce ad Alessandria d'Egitto nel 1876, compì gli studi superiori a Parigi,
laureandosi successivamente in giurisprudenza all'Università di Genova. Egli
venne a diretto contatto con le novità della cultura Parigina, da cui ne assimilò la
lezione del Simbolismo. In francese scrisse le sue prime opere:

 le poesie: "I vecchi marinai" 1897, "la conquista delle stelle" 1902,
"Distruzione" 1904

 la commedia: "Re baldoria" 1905, successivamente tradotta in italiano.


Contiene una satirica rappresentazione della democrazia.

Nel 1905 fonda a Milano la rivista "Poesia" con l'intento di far conoscere i nuovi
scrittori. Nel 1909, sul giornale parigino "Le Figaro", lancia il suo "Manifesto del
Futurismo" che fu l'atto ufficiale della fondazione del gruppo futurista. Nel 1912
pubblica il "Manifesto tecnico della letteratura futurista", in cui definiva i
procedimenti della scrittura letteraria, essenzialmente alogica e analogica.

Egli fu noto anche per le sue doti di organizzatore di cultura, capace di suscitare
energie intellettuali e di favorirne il successo, utilizzando le tecniche moderne
della réclame, della diffusione editoriale e della ricerca del consenso, ottenuto
anche attraverso la provocazione e lo scandalo (come D'Annunzio).

L'IDEOLOGIA

egli perseguiva l'ideologia dell'attivismo e del dinamismo, di tipo individualistico e


antidemocratico, che lo portò nel 1909 a scrivere la "guerra sola igiene del
mondo". Nel "La battaglia di Tripoli" del 1912 in cui esaltò l'impresa Libica, e dopo
essere stato un acceso interventista, prese parte alla Prima guerra mondiale. Fu
inoltre favorevole all'avvento del fascismo, in cui si illuse di vedere realizzate le
sue idee rivoluzionarie.

Egli morì nel 1944 a Bellagio, sotto la Repubblica di Salò, nell'ultima di quelle
guerre in cui aveva ciecamente creduto.
IL MANIFESTO DEL FUTURISMO

Pubblicato sul "Figaro" di Parigi il 20 febbraio del 1909.

SIGNIFICATO IDEOLOGICO E POLITICO: il manifesto ha un significato


ideologico in quanto enuncia i principi della rivoluzione futurista, opponendo i
"futuristi" alla mentalità del passato, ritenuta "imbalsamata" e identificata con la
morte. Mentre la vita è da cercare nel movimento, in un'azione energica frenetica
e spavalda ("noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il
passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno"). Mentre sul piano
politico, egli identifica questo carattere energico e interventista, con lo spirito
rivoluzionario, che è identificato a sua volta con il "militarismo, il patriottismo, il
gesto distruttore dei libertari (rivoluzionari individualistici)".

L'ESALTAZIONE DELLA MODERNITA': Il programma futurista si basa sul


totale rovesciamento dei canoni tradizionali: all'ammirazione per le opere
antiche (ritenute oggetti da museo) si sostituisce "l’estetica della velocità"" ,
cioè una rappresentazione suggestiva e ricca di immagini analogiche della città,
del mondo industriale, delle "grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla
sommossa", dalle "maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali
moderne" del "vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri". Anche il
linguaggio tende a risolversi nell'azione, attraverso l'uso di uno stile perentorio
(cioè il fitto utilizzo di futuri e imperativi: "noi vogliamo") e nettamente scandito.
Il "noi" con cui è condotto il discorso determina l'autorità del gruppo; quello di
una nuova generazione di poeti, definititi simbolisticamente "incendiari".

BOMBARDAMENTO:
Marinetti descrive il "bombardamento ad opera dei Bulgari della città turca di
Adrianopoli, a cui assisté durante la guerra tra le due nazioni, nel 1912". Fa parte
della raccolta Zang tumb tuuum.

Temi: il dinamismo, la violenza e la spettacolarità della guerra.

Il brano celebra il rito igienico della guerra, del quale vuole esprimerne, con la
tecnica della parola in libertà, tutta la forza dinamica. La violenza e la ferocia
della guerra sono recepite da Marinetti come musica, come uno spettacolo
bellissimo e purificatore. Lo stile sostiene il messaggio, in quanto, le parole in
libertà servono a commentare l'avvenimento guerresco. L'autore vuole infatti
riprodurre le sensazioni evocate dal bombardamento in maniera oggettiva;
raccoglie perciò con molta attenzione le impressioni, le immagini i suoni e i colori
prodotti durante la guerra. La forma in cui vengono riportate le parole vuole
rievocare il disordine provocato dai bombardamenti, come ad esempio gli spazi
bianchi fra le parole, che corrispondono alle pause e ai silenzi; mentre il termine
"vampe" è scritto in corsivo piccolo e dislocato su linee verticali diverse, poiché il
poeta vuole alludere verosimilmente alle immagini dei bagliori e dei fuochi che i
colpi delle artiglierie accendono qua e là.

Sul piano linguistico vi sono:

 la mancanza di punteggiatura

 l'uso ossessivo dell'onomatopea

 l'uso dell'accumulo verbale: incontriamo serie di verbi all'infinito (sventrare,


balzare...) sequenze di vocali che si richiamano per analogia (azzannarlo,
sminuzzarlo...; oppure alture, palchi, loggione)

Malgrado l'intento di assoggettare il brano entro una tematica del tutto futurista,
Marinetti non riesce a ricorrere in maniera esclusiva alle parole in libertà. Nel
testo infatti troviamo frasi ancora di stampo tradizionale (non sento più i miei
piedi gelati).

ASPETTI LINGUISTICI: il verbo all'infinito suggerisce l'idea della continuità e


della durata; la presenza di termini con forte valenza onomatopeica, accentuata
dalla moltiplicazione di vocali e consonanti ( sbataccchiare come piatttti d'otttone)
amplificano la forza e al durata dei suoni. La forte presenza di avverbi di luogo
(su giù la la intorno in alto) accentuano il senso del movimento spaziale.

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