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GIUSEPPE UNGARETTI

VITA E OPERE
Giuseppe Ungaretti, detto Peppe dagli amici, nasce ad Alessandria d'Egitto nel 1888.
Questa esperienza segnerà molto i contenuti delle poesie ungarettiane. Qui frequenta gli
ambienti dei fuoriusciti anarchici, per esempio il gruppo di Umberto Pea (la baracca rossa).
Nel 1912 si trasferisce a Parigi dove frequenta l’università e ambienti molto importanti per la
sua formazione (entra in contatto con le avanguardia).
Nel 1915 viene chiamato come soldato a combattere sul fronte carsico e questa esperienza
sarà un’esperienza sconvolgente che sconvolgerà la sua vita.
Nel 1916 viene pubblicata la sua prima raccolta: “Il porto sepolto” (su ispirazione delle
vicende della guerra). Nel 1919 questa raccolta venne ripubblicata con alcune modifiche e
con il titolo ‘Allegria di Naufragi’. La terza edizione sarà del 1921 e si intitolerà ‘Allegria’.
Intorno al 1921 Ungaretti va a vivere a Roma ed entra in contatto con il barocco.
Nel 1933 esce una raccolta intitolata ‘Il Sentimento del Tempo’.
Intorno al 1936 Ungaretti si trasferisce a San Paolo del Brasile per accettare la cattedra di
lingua e letteratura italiana.
Nel 1939 muore il figlio e lui scrive ‘Il Dolore’.
Nel 1942 il poeta torna in Italia e insegna letteratura moderna all’università di Roma. Intanto,
sempre nel 1942 esce la ‘silloge’ (opera completa delle sue raccolte precedenti) con il titolo
‘Vita di un Uomo’.
Nel 1950 viene pubblicata ‘La Terra Promessa’.
Nel 1969 pubblica il ‘Taccuino del Vecchio’.
Muore nel 1970 a Milano.

POETICA
La formazione è legata all’esperienza biografica in Egitto, retroterra culturale basato
sull’esperienza, accanto al quale si sviluppa un’altro retroterra culturale che è quello della
cultura francese e dell’avanguardia. Con questa condivide la necessità dell’utilizzo della
ricerca di uno strumento espressivo nuovo, originale, non legato alla tradizione.
Ungaretti si differenzia sia dai poeti decadenti sia dalle avanguardie. Si differenzia dai
decadenti perché loro si allontanano dall’oggetto fisico e sono quindi più astratti (è come se
volessero negare la presenza dell’oggetto fisico) mentre Ungaretti vuole restare agganciato
alla realtà ed è quindi molto più concreto. Con le avanguardie si differenzia perché sono
trasgressive, si ribellano, c’è uno sperimentalismo ma va a criticare, colpire la tradizione in
nome della trasgressione. Per Ungaretti la parola poetica non serve a trasgredire, deve
servire nel significato primigenio, nel suo valore originario.
Ci sono differenze anche con i Vociani. Entrambi credono alla parola illuminazione, ma
quelle dei vociani sono più arricchite, lussureggianti, mentre Ungaretti è più essenziale.
Ungaretti ha anche una componente classica, infatti si dedica anche alla lettura di classici
italiani (come Petrarca, Leopardi, la letteratura Barocca) e di classici stranieri (come
Shakespeare).

Queste componenti (classicista e simbolica) confluiscono nella prima e nella seconda


raccolta. Entrambe queste fasi hanno in comune il culto della parola. La parola è caricata del
massimo della tensione espressiva e ciò indica la fiducia nel potere della poesia come
rivelazione della verità per mezzo della ricerca sulle parole. Quindi indagando sul significato
della parola il poeta arriva alla veritá. La poesia è dunque caratterizzata da un carattere
semantico estremo.

L’ALLEGRIA
Prima Fase
L’oggetto della raccolta è l’esperienza bellica, l’incontro con la guerra, che sfocia in
disperazione assoluta, da cui però Ungaretti parte per riflettere sull’esistenza umana e che
genera la poesia. I temi principali sono la fragilità estrema dell’uomo di fronte allo strazio
della guerra e il senso di fratellanza.
A livello stilistico: la parola è essenziale, scarnificata, come se fosse una parola che nasce
dal trauma dell’esperienza della guerra. I versi sono versicoli, brevi, spezzati, come se
fossero ferite sia fisiche che morali.
È importante lo spazio tra la parola scritta e lo spazio bianco. La parola rappresenta la voce
e lo spazio bianco rappresenta il silenzio che a sua volta simboleggia il trauma e la
sofferenza.
Al fianco di questo contrasto abbiamo un’elaborazione variantistica estrema. Si tratta di
diverse scritture dello stesso testo in cui Ungaretti cerca di eliminare tutto ciò che non serve.
Quindi magari abbiamo quattro o più versioni dello stesso testo.
Altri elementi essenziali sono la frantumazione sintattica (no punteggiatura) e la
frantumazione metrica (no metrica).
A livello grammaticale si nota l’uso frequente del presente indicativo, della prima persona e
dei deittici (leopardi, ex: questo-quello, usati per simulare il gesto di indicare con la mano)
per dare maggiore rilevanza al soggetto.
Il titolo della seconda raccolta (Allegria di Naufragi) si rifá all’ultimo verso dell'Infinito di
Leopardi ( “il naufragar m'è dolce in questo mar”).
Con Allegria di Naufragi s’intende la scoperta di fronte alla morte, al dolore, alla tragicità, nel
momento del naufragio l’uomo scopre che non è solo e che il suo dolore è quello di tutti.

SENTIMENTO DEL TEMPO


Seconda Fase
In questa fase si lascia dietro le spalle l’allegria e si ritorna all’ordine letterario. Il titolo va a
significare l’allontanamento dal vissuto e la ricerca di una poesia più astratta e sublime. La
metrica sarà una metrica tradizionale con un recupero della punteggiatura. Si parla di
preziosismo aulico (ovvero poesia preziosa in cui la vita viene presentata in maniera
trasfigurata). Abbiamo un forte ricorso all’analogia (difficoltà di comprensione). Questa
raccolta è ermetica. Si parla anche di recupero della lirica barocca, quindi di gongorismo.

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