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TRE PERCORSI:
GENERI, TEMI,
PAGINE UTILI
GUIDA
ALLA SCRITTURA
FUNZIONALE
1
E CREATIVA
LABORATORIO
DI LESSICO
A PARTIRE DAI TESTI
PREPARAZIONE
AI TEST INVALSI
UNA RICCA
OFFERTA DI
AUDIOTESTI
Un nuovo inizio • Tempo di presentazioni 16
La tua antologia • Istruzioni per l’uso 21
I generi 24
Unità 1 La favola 26
Le caratteristiche • Un esempio • La mappa • La storia del genere
Castighi esemplari
Esopo, L’asino che portava il sale 29
Esopo, Il nibbio e il serpente 30
Esopo, Il corvo e la volpe 30
Fedro, La rana che scoppia e il bue 32
Fedro, Il cervo alla fonte 32
Jean de La Fontaine, Il lupo e la volpe davanti al tribunale della scimmia 34
Giovanni Arpino, Favole in coda A te la penna! 36
Buoni consigli
Esopo, Il leone e il cinghiale 39
Esopo, Il leone e il topo 39
Esopo, La donnola e le galline A te la penna! 40
Fedro, Il cane e il lupo ATTIVA 42
Jean de La Fontaine, Il leone malato e la volpe 44
Gianni Rodari, Il giovane gambero 46
Incantesimi e magie
Fiaba cinese, La pozza del sole e della luna 85
Le sequenze 89
Charles Perrault, Le fate ATTIVA 92
Le funzioni di Propp 96
Fiaba trascritta da Italo Calvino, Il principe che sposò una rana 100
Fiabe d’amore
Hans Christian Andersen, Il tenace soldatino di stagno ATTIVA 104
Fiaba trascritta da Italo Calvino, La ragazza mela Abilità 110
Da Le mille e una notte, Una prova d’amore 111
Fiabe di oggi
Gianni Rodari, Tonino l’invisibile 113
Bianca Pitzorno, L’incredibile storia di Lavinia A te la penna! 116
Stefano Benni, La Chitarra Magica 119
Dalla pagina alla pellicola Pinocchio 122
Vivere in città
Angela Galli Dossena, Aiuola di città 230
Giulia Niccolai e Adriano Spatola, Alberi stanchi 231
Marcello Argilli, Sport in città 232
Aldo Palazzeschi, La fontana malata 234
Franco Fortini, In una strada di Firenze 237
I temi 260
Katherine Paterson, Un posto tutto per noi • Anne Fine, A che gioco giochiamo?
Unità 6 La famiglia 292
Alberto Moravia, Noiosi ATTIVA A te la penna! 293
Ian McEwan, Una linea immaginaria 297
Laura Mancinelli, Il lieto evento 301
Lois Lowry, Uno zio particolare 304
Daniela Bettini, Una singolare conversazione Abilità 311
Vittorio Zucconi, Di mamma ce n’è una sola? ATTIVA 315
Unità 9 La paura 378
Anne Fine, A proposito di diavoli 379
Jutta Richter, Il Gatto delle cantine ATTIVA 382
Barbara Garlaschelli, Il telefono Abilità 387
Klaus Hagerup, Le paure di Olle 388
Roger Norman, Notte paurosa A te la penna! 392
Paola Zannoner, Un’occasione da non perdere 397
Dalla pagina alla pellicola Io non ho paura 402
Il riassunto 614
Che cos’è • Le fasi di lavoro 615
1 Il lavoro preliminare • 2 Individua la struttura del testo • 3 Individua le sequenze
e le informazioni chiave • 4 Stendi il riassunto
La lunghezza del riassunto 622
Prepararsi ai test
626 Invalsi
• Prova 1 628
• Prova 2 634
• Prova 3 642
Verifiche 650
2
Unità
Unità I GENERI: LA FIABA
La fiaba
Le caratteristiche
La fiaba è un tipo di racconto fantastico tramandato per secoli a voce dagli anziani attorno
al focolare o dalle madri accanto alle culle. L’origine delle fiabe risale quindi a un passato
molto lontano, quando ancora i confini tra mondo reale e mondo fantastico, tra natura e
magia erano più sfumati.
In tutti i paesi del mondo esiste una tradizione fiabesca molto ricca, che in tempi recenti è
stata raccolta e trascritta, a dimostrazione della popolarità che questo genere di narrazioni
ha avuto e continua ad avere.
Nonostante la diversa provenienza delle fiabe e la conseguente varietà dei loro contenuti, esi-
ste qualcosa che le accomuna e che ci permette di riconoscerle come tali: è il modo in cui sono
costruite, che corrisponde a un modello-base rimasto nella sostanza immutato nel tempo.
Per capire questo modello, partiamo dallo schema narrativo tipico di tutte le storie, che
prevede un inizio, uno sviluppo e una conclusione.
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64
Altri elementi da tenere presenti per riconoscere le caratteristiche della fiaba sono il tempo,
i luoghi e i personaggi.
Tempo e luoghi sono sempre indeterminati, e ciò è dovuto in parte all’origine antica di
questi racconti e in parte al loro valore simbolico ed esemplare. Quanto ai personaggi, oc-
corre ricordare che sono figure tipiche e ricorrenti, caratterizzate solo dal loro ruolo positivo
o negativo.
Tra i buoni troviamo i principi e principesse, fanciulle indifese, orfani abbandonati ecc.
Tra i cattivi troviamo matrigne invidiose, sorellastre e fratellastri gelosi, comari maligne ecc.
Ai personaggi “umani” vanno infine aggiunti i rappresentanti del mondo della magia: fate
e streghe, orchi, gnomi e folletti.
Un esempio
Proviamo ora a leggere insieme questa breve fiaba scritta dai fratelli Grimm.
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Unità
2 I GENERI: LA FIABA
Manca in questa fiaba un vero e proprio antagonista che contrasti le azioni della bambina.
Ma a pensarci bene la protagonista deve comunque combattere contro la tentazione di un
comportamento egoistico, che la porterebbe a tradire la sua indole. Possiamo quindi dire
che è l’egoismo il suo antagonista, anche se non si tratta di un personaggio in carne e ossa,
ma solo di un cattivo modello.
La mappa
A questo punto abbiamo individuato gli elementi principali del genere fiaba; li riassumiamo
in uno schema, che tu stesso completerai:
Si trova in una
È ostacolato da
situazione
difficile. ..................................................
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La storia del genere
La fiaba è nata nell’ambito delle antiche
tradizioni orali che i popoli si tramandava-
no di generazione in generazione. Non
avendo un testo scritto da rispettare, i primi
ignoti narratori spesso modificavano a
proprio piacere le storie, per adattarle al-
le esigenze di ascoltatori diversi o forse
per il puro piacere dell’invenzione. Perciò
accade che di una stessa fiaba siano giun-
te a noi più versioni, simili nei nuclei fonda-
mentali della trama, ma variamente elaborate
nei particolari.
Solo in epoca relativamente recente le fiabe
hanno destato l’interesse di letterati e stu-
diosi, che hanno cominciato a raccoglierle,
ordinarle e trascriverle rimanendo fedeli ai
modelli originali. In alcuni casi però, gli scrit-
tori moderni si sono lasciati catturare dal
fascino di queste antiche storie e le hanno
imitate, creando fiabe del tutto nuove.
Le fiabe più antiche di cui abbiamo notizia sembrano essere quelle indiane, ma le più famo-
se sono certamente quelle contenute nella raccolta Le mille e una notte, che è stata compi-
lata tra il XII e il XVI secolo in Egitto.
In Europa le prime trascrizioni di fiabe risalgono al XVII secolo: ricordiamo in particolare il
francese Charles Perrault (1628-1703), che raccolse le fiabe tradizionali del suo paese e le
riscrisse, conferendo loro una “forma” letteraria che le rese famose anche negli ambienti più
colti. Successivamente, nell’Ottocento, i fratelli Jacob (1785-1863) e Wilhelm (1786-1859)
Grimm raccolsero con altrettanto successo le fiabe della tradizione tedesca, mentre il russo
Aleksandr N. Afanasev (1826-71) trascrisse quelle della tradizione slava.
In Italia non c’è stato un interesse altrettanto vivace per le fiabe popolari, nonostante alcu-
ne raccolte scritte siano comparse a livello regionale già nel 1500. La prima raccolta siste-
matica è quella di Italo Calvino (1923-85), che nel 1956 ha pubblicato in un unico libro le
principali fiabe della nostra tradizione.
Tra gli scrittori che si sono cimentati con il genere “fiaba” creando storie di propria inven-
zione, ricordiamo il danese Hans Christian Andersen (1805-75), le cui fiabe sono oggi tra
le più conosciute e ammirate. Persino molti celebri romanzieri, come il russo Lev Nikolaevič
Tolstoj (1828-1910) o l’irlandese Oscar Wilde (1854-1900), si sono dedicati con successo a
questo genere letterario. Oggi anche in Italia la fiaba è un genere ripreso da molti narratori
per l’infanzia, come Gianni Rodari (1920-80), scrittore italiano di grande versatilità. Le fiabe
moderne conservano il carattere fantastico di quelle antiche, ma sono costruite in modo più
libero e non sempre rispettano lo schema tradizionale delle fiabe popolari di una volta.
67
Unità
2 I GENERI: LA FIABA
Pollicino
Questa è una delle più famose fiabe della tradizione popolare ed è stata rielabo-
rata da molti scrittori, tra cui il francese Perrault e il russo Tolstoj.
Sette fratellini si trovano alle prese con un orco terribile e proprio il più piccolo di
loro, quello che sembra il più gracile e indifeso, trova il coraggio e l’astuzia per
salvare non solo se stesso, ma tutta la sua famiglia. Noterai che la fiaba, accan-
to al tema fantastico della lotta contro l’orco, tocca anche un problema ben più
realistico: quello della povertà che spinge i genitori di Pollicino ad abbandonare
nel bosco i figli che non sono in grado di sfamare.
Un pover’uomo aveva sette figli, uno più piccolo dell’altro. Il più pic-
colo era così piccolo che, quando nacque, non era più grosso di un
dito. In seguito crebbe un pochettino, ma comunque restò di poco più
grande di un dito, e per questo lo chiamavano Pollicino. Ma Pollicino,
per quanto fosse piccolino, era molto abile e astuto.
Padre e madre diventavano sempre più poveri, e alla fine si ritrovaro-
no così a mal partito1, da non aver nulla con cui sfamare i bambini.
Padre e madre pensarono, pensarono, e decisero di portare i bambini
nel bosco, lontano, e di abbandonarli laggiù, in modo che non potes-
sero più tornare a casa.
Mentre il padre e la madre si dicevano queste cose, Pollicino non sta-
va dormendo, e sentì tutto. Al mattino Pollicino si alzò prima di tutti
gli altri e corse al ruscello, e si riempì tutt’e due le tasche di sassolini
bianchi. Quando il padre e la madre condussero i bambini nel bosco,
1 a mal partito: in diffi- Pollicino si mise dietro a tutti, e tirava fuori di tasca i sassolini bianchi
coltà. e li gettava sulla strada, uno dopo l’altro.
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Orchi, streghe e lupi cattivi
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Unità
2 I GENERI: LA FIABA
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Orchi, streghe e lupi cattivi
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Unità
2 I GENERI: LA FIABA
. ............................................................................................. . .............................................................................................
. ............................................................................................. . .............................................................................................
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Orchi, streghe e lupi cattivi
Raperonzolo ATTIVA
Questa fiaba ci parla della crudeltà di una strega che vuole impadronirsi della
vita di una giovane fanciulla. Toccherà a un principe audace e innamorato sal-
vare la ragazza dalle grinfie della strega, ma l’impresa non sarà facile, perché la
donna è astuta e potentissima.
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Unità
2 I GENERI: LA FIABA
4 risolvette: decise.
5 mondati: puliti.
6 gliene colse ... in ismanie: le venne un desiderio (vaghezza) ancora maggiore di mangiar-
ne altri e ricominciò a mostrare segni di impazienza.
7 Madonna: titolo di rispetto che si dava una volta alle dame.
8 maliarda: maga, fattucchiera.
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Orchi, streghe e lupi cattivi
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Unità
2 I GENERI: LA FIABA
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Orchi, streghe e lupi cattivi
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Unità
2 I GENERI: LA FIABA
Zio Lupo
In questa fiaba entra in scena il lupo, che si presenta nel suo ruolo più classico di
spauracchio dei bambini disubbidienti. La fiaba è curiosa e del tutto particolare,
perché introduce alcune variazioni rispetto alla tradizione: la protagonista non è
certo un modello di virtù; quanto al lupo, sembra quasi che sia costretto a difen-
dere il suo ruolo di cattivo per vendicarsi della beffa subita...
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Orchi, streghe e lupi cattivi
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Unità
2 I GENERI: LA FIABA
Abilità
Le tecniche
1. Leggi ad alta voce la fiaba. Nel racconto tutti i personaggi si esprimono in forma di dialogo: come hai
segnalato il passaggio dalla narrazione alle battute dei vari personaggi?
Risultava già chiaro dal testo. Ho fatto una pausa prima e/o dopo le singole battute.
Ho cambiato il tono di voce. Altro: ..................................................................................................
3. In quale parte della fiaba l’intensità della voce dei personaggi deve essere maggiore?
All’inizio. A metà della vicenda. Alla fine.
Lettura attiva
4. Senza rileggere la fiaba, riordina i seguenti eventi, che ti diamo in ordine sparso.
La bambina viene divorata. La mamma manda la bambina da Zio Lupo.
La bambina mangia le frittelle e beve il vino. Zio Lupo si accorge dell’inganno.
5. Quanto è durata la lettura della fiaba? Quanto durerebbe, se accadesse nella realtà, l’intera vicenda?
BIETTIVI DIDATTICI • Leggere ad alta voce in modo espressivo utilizzando tecniche adeguate.
• Leggere attentamente per essere in grado di riconoscere gli elementi
della storia.
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A te la penna!
Riscrivi la fiaba secondo il punto di vista del cattivo
Nelle fiabe classiche i comportamenti dei cattivi non hanno mai una giustificazione. Tuttavia la
fantasia ci può aiutare a vedere le cose da un altro punto di vista. Prova per esempio a leggere la
storia di Pollicino dal punto di vista della moglie dell’orco: per lei i comportamenti del marito non
sono affatto dettati da crudeltà, ma solo da un istintivo “appetito” che gli orchi non possono proprio
controllare, perché nessuno ha mai spiegato loro le regole di una buona “educazione alimentare”...
1 smodata: eccessiva.
2 esequie: funerali.
Prova a riscrivere in prima persona una delle fiabe che hai letto, assumendo il punto di vista di un
protagonista “cattivo” e giustificando i tuoi comportamenti. Ti proponiamo qualche idea:
• in Raperonzolo, Madonna Strampalata ha rapito la ragazza solo perché soffriva di solitudine... E l’ha
relegata nel deserto per insegnarle che una brava ragazza non deve parlare con gli sconosciuti...
• quanto a Zio Lupo, quella ragazzina golosa si è dimostrata veramente impertinente nell’offrirgli
polpette di somaro invece di frittelle! Come non riconoscergli il diritto di arrabbiarsi?
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Fiaba e antifiaba
Le fiabe sono racconti tradizionali che si reggono su elementi comuni e
ricorrenti, che ci permettono di prevederne lo svolgimento e, soprattut-
to, il finale. Ma che cosa succederebbe se “alterassimo” questi elementi
comuni e li trasformassimo a nostro piacere?
Alcuni scrittori moderni hanno provato a farlo, creando delle divertenti
Testi a confronto
Charles Perrault
Cappuccetto Rosso
C’era una volta in un villaggio una bambina, la più carina che si po-
tesse mai vedere. La sua mamma n’era matta1, e la sua nonna anche
di più. Quella buona donna di sua madre le aveva fatto fare un cap-
puccetto rosso, il quale le donava così tanto, che la chiamavano dap-
pertutto Cappuccetto Rosso.
Un giorno sua madre, avendo cavato di forno alcune schiacciate2, le
disse: – Va’ un po’ a vedere come sta la tua nonna, perché mi hanno
detto che era un po’ incomodata3: e intanto portale questa schiaccia-
ta e questo vasetto di burro –. Cappuccetto Rosso, senza farselo dire
due volte, partì per andare dalla sua nonna, la quale stava in un altro
villaggio. E passando per un bosco s’imbatté in quella buona lana4 del
Lupo, il quale avrebbe avuto una gran voglia di mangiarsela; ma
poi non ebbe il coraggio di farlo, a motivo di certi taglialegna
che erano lì nella foresta. Egli le domandò dove andava. La
povera bambina, che non sapeva quanto sia pericoloso
fermarsi per dar retta al Lupo, gli disse:
– Vado a vedere la mia nonna e a portarle una schiac-
ciata, con questo vasetto di burro, che le manda la
mamma mia.
– Sta molto lontana di qui? –, disse il Lupo.
– Oh, tutt’altro! –, disse Cappuccetto Rosso. – La
nonna sta laggiù, passato quel mulino, che si vede
di qui, nella prima casa, al principio del villaggio.
– Benissimo –, disse il Lupo, – voglio venire a ve-
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Orchi, streghe e lupi cattivi
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La storia di Cappuccetto Rosso fa vedere ai giovinetti e alle giovinette,
e segnatamente9 alle giovinette, che non bisogna mai fermarsi a di-
scorrere per la strada con gente che non si conosce: perché di lupi ce
n’è dappertutto e di diverse specie, e i più pericolosi sono appunto
quelli che hanno faccia di persone garbate e piene di complimenti e
Testi a confronto
di belle maniere.
tratto da C. Perrault, Cappuccetto Rosso
9 segnatamente: particolarmente.
James Thurber
Confronta Comprendi
1. Quali sono i principali elementi di differenza nell’antifiaba che hai
letto?
Il carattere dei protagonisti.
Il punto di vista di chi racconta la storia.
L’epoca in cui vivono i personaggi.
Il luogo in cui si svolge la vicenda.
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