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UNGA ?

E 1 Vita
Nato l’8 febbraio 1888 ad Alessandria d’Egitto, dove i genitori si erano trasferiti per motivi di lavoro
Il padre aveva trovato lavoro come operaio presso i cantiere del canale di Suez e muore nel 1890
per malattia/infortunio
La madre, rimasta vedova, riesce a mantenere la famiglia grazie alla gestione di un forno di pane
Ad Alessandria Ungaretti frequenta inizialmente un instituito tenuto dai padri salesiani e poi
prosegue in una prestigiosa scuola Svizzera, dove si interessa di letteratura e legge i maggiori
scrittori moderni e contemporanei
Verso la fine del 1990 si traferisce al Cairo, inizierà a collaborare con il quotidiano italiano
“Messaggero Egiziano”, pubblicando alcuni articoli di critica letteraria
Nel 1912 si reca a Parigi, dove frequenta i prestigiosi corsi del College de France e della Sorbon:tra
gli illustri maestri c’è il filosofo Bergson (uno dei maggiori esponenti del soggettivismo e del
vitalissimo del primo 900). Qui ha modo di approfondire la poesia decadente e simbolista, da
Baudelaire a Mallarme, che eserciterà su di lui un’influenza fondamentale
Frequenta gli ambienti dell’avanguardia artistica e letteraria e conosce importanti personalità del
tempo: Marinetti, Picasso, De Chirico

Nel 1914 si trasferisce a Milano e prende contatto con importanti esponenti del gruppo futurista
fiorentino, grazie ai quali pubblica le sue prime poesie
Il 24 maggio intanto l’Italia interviene nella Prima Guerra Mondiale e lui viene arruolato come
soldato semplice in un reggimento di fanteria e invitato a combattere nel Carso: qui comporrà le
liriche con il titolo di “Il porto sepolcro”, questi versi, insieme ad altri successivi, appariranno pochi
anni dopo è leggermente modificati in “Allegria di naufragi”
Combatte in Francia nella primavera del 191, alla fine del conflitto si stabilisce in Francia e si sposa
nel 1920. Collabora con “il popolo d’italia”, il quotidiano fondato e diretto da Mussolini, e con
“litterature”, la rivista d’avanguardia creata da Breton, …
Nel 1921 si trasferisce a Roma e ottiene un incarico come ministro degli esteri; nel frattempo per
necessita economiche, collabora come giornalista e saggista a prestigiosi periodici italiani e riviste
di punta europee
In questo periodo si avvicina alla religione cattolica e aderisce con entusiasmo al fascismo, convinto
che il regime autoritario di Mussolini potesse garantire una maggiore coesione nazionale e un ruolo
di preminenza del nostro paese nel contesto europea.

Nel 1931 pubblica la raccota “L’allegria”, contiene testi presenti nella raccolta “l’allegria dei naufragi”
ma rimaneggiati dal poeta anche in modo consistente
Nel 1933 esce la raccolta “sentimento del tempo”, che comprende poesie scritte dal 1919
Nel corso degli anni Trenta la sua fama si diffonde progressivamente e dieta uno dei più noti e
autorevoli intellettuali italiani, la sua figura diventa un punto di riferimento essenziale per
l’Ermetismo (nuova tendenza che si stava sviluppando)
Nel 1936 gli viene offerta una cattedra di Lingua e Letteratura italiana presso l’Università di San
Paolo in Brasile e accetta per poter ottenere finalmente una stabilità economica e si traferisce con la
sua famiglia. La sua serenità viene guastata da gravi lutti famigliari, il fratello (1937) e il figlio (1939),
e inoltre scoppia la Seconda Guerra Mondiale
Nel 1942 torna in Italia e ottiene la cattedra presso l’università di Roma (rimane fino al 1958) e a
novembre viene nominato Accademico d’Italia. Dalle esperienze traumatiche di questo periodo è
segnata la prima raccolta del dopoguerra, “il dolore”, alla quale seguiranno “terra promessa”/ “un
grido e paesaggi” e “il taccuino del vecchio”
Nel 1949 vede la luce il volume di prose “il povero nella città”; 1961 “il deserto e dopo”. Non bisogna
dimenticare la sua attività di traduttore
Negli ultimi anni riduce l’attività creativa e si dedica all’edizione completa e definitiva dei suoi versi,
pubblicati nel 1969 presso Mondadori con il titolo “Vita d’un uomo”
Tra il 1968 e il 197 riceve numerosi premi e riconoscimenti
Muore a Milano nella notte fra il 1° e il 2 giugno 1070

L' allegria
La raccolta così intitolata, nella versione in cui la leggiamo noi, è il frutto i un lavoro di revisione e
risistemazione che dura vent’anni; un gruppo di 32 poesie, composte al fronte tra il 1915/16, viene
stampato a Udine in sole 80 copie nel 1916 con il titolo di “porto sepolcro”(titolo ricavato dalla
poesia che apre il loro e ha valore di una dichiarazione di poetica, t3)
Questi testi sono pubblicati con altri nel 1919 con il titolo “allegria dei naufragi”, in seguito continua.
a intervenire sulla raccolta, escludendo alcuni componimenti ed aggiungendone altri e apportando
modifiche e correzioni
Nel 1923 uscirà una nuova edizione del “porto sepolcro” molto ampliata e accompagnata da una
prefazione di Mussolini. L’assetto definitivo viene fissato con l’edizione del 1931, che prende il titolo
di “L’Allegria” e le pubblicazioni successive riportano solo piccoli aggiustamenti. Infine nel 1969
entra a far parte del volume complessivo “Vita l’un uomo”

Le motivazioni alla base della scelta dei vari titoli ci sono fornite dal poeta stesso nelle note
dell’edizione del 1969; il “porto sepolcro” per esempio trae ispirazione dai racconti di due giovani
amici francesi, il “porto immerso” rappresenta per Ungaretti “ciò che di segreto rimane per noi
indecifrabile”, ovvero “quell’abisso” nel quale il poeta deve immergersi per cogliere un frammento di
verità e riportalo alla luce
Il secondo titolo, “allegria dei naufragi”, costituisce un’espressione ossimorica, perché i due termini
sono in forte contrasto tra loro; lui chiarisce il significato nelle note dell’edizione complessiva del
1969: “naufragi” fa riferimento alla precarietà della condizione umana, all’effetto distruttivo della
morte e a come sia tutto travolto dal tempo mentre “allegria” sta a significare “l’esultanza di un
attimo”, il gioioso stupore che ha origine dalla percezione di un inaspettato attaccamento alla vita,
della capacità di riprendere a vivere dopo una sconfitta.
Nell’edizione definitiva si decide di tenere solo il termine “allegria” forse con la volontà di
sottolineare ulteriormente l’elemento positivo dell’opposizione
L’opera contiene 74 liriche suddivise in cinque sezioni, la prima sezione è intitolala Ultime, 1914-15,
(raccoglie i testi d’esordio, gli ultimi ancora legati alla poetica futurista); la seconda, Il porto sepolcro
(1915-16) e la terza, Naufragi (1916-17), prendono il nome da poesie in esse contenute. Seguono
la sezione intitolata Girovago (1918) in cui viene affrontato il problema dello sradicamento e
dell’identità individuale, e la sezione conclusiva, Prime (1919) così intitolata perchè i temi e le
soluzioni formali preludono già nella sezione poetica successiva

•Concezione della poesia


A partire dal 1942 fino all’edizione definitiva del 1969 lui inizia a riordinare le sue poesie secondo un
progetto unitario, cui sceglie di dare il titolo di “Vita l’un uomo” per sottolineare il carattere
autobiografico; il carattere autobiografico non va inteso nel senso tradizionale di una narrazione che
ripercorre la vita dell’autore ma va spiegato attraverso la concezione della poesia elaborata da
Ungaretti. Si fonda sulla convinzione che la letteratura e vita siano strettamente connesse tra
loro e che in tale rapporto di interdipendenza la letteratura abbia un ruolo privilegiato, in
quanto è capace di abolire il tempo storico e di svelare il mistero eterno dell’esistenza

La parola poetica infatti ha il potere di trasfigurare e sublimare i singoli eventi vissuti, strappandoli
dalla dimensione contingente e materiale della storia e trasformandoli in esperienze di tipo assoluto
e paradigmatico (assume valore di esempio, di modello) da cui traspare la verità, il senso profondo
della realtà
In altre parole la poesia per lui consente all’uomo di liberarsi dal peso della memoria, intesa,
sulla base del pensiero di Bergson, come tutto ciò che si deposita nella coscienza, dal ricordo delle
vicende personali e collettive ai contenuti di tipo culturale. In questo modo si può ristabilire un
contatto con la dimensione autentica dell’essere, recuperando quella che il poeta chiama
“innocenza”, ovvero la condizione di purezza originaria, sottratta alla storia e all’inesorabile
trascorrere del tempo

Ricollegandosi alla lezione del simbolismo francese e al modello di Rimbaud e Mallarmé, lui ritiene
che il mistero eterno dell’esistenza non possa essere svelato attraverso il discorso continuo, tipico
delle scienze; di tale mistero l’uomo è in grado di conoscere solo alcuni rari frammenti isolati,
grazie alla forza di penetrazione intuitiva di cui si carica la parola poetica
Quest’ultima quindi assume il valore di un’improvvisa, di un’esperienza momentanea che consente
di accostarsi alla pienezza dell’essere
Il poeta quindi diventa una sorta di veggente e di sacerdote della parola, un essere privilegiato a
cui è concesso di esprimere l’inesprimibile, rivelando il fondo segreto della realtà, seppur in modo
frammentario e discontinuo
Tale concezione si oppone a quella dei crepuscolari, che proclamano la loro vergogna di essere
poeti, ma si allontana anche da quella di Pascoli e di d’Annunzio, secondo i quali al poeta spettava
il compito di trasmettere una visione complessiva del mondo
Tenendo conto di tutto ciò si comprende quindi che nell’ ”Allegria” la componente autobiografica
tende a perdere il proprio legame con la dimensione storica a causa di questa particolare “poetica
dell’attimo”, che procede per sporadici momenti lirici di eccezionale intensità in grado di superare
il carattere precario della vita umana. Così facendo al racconto delle esperienze personali del
poeta e delle vicende collettive di un’epoca si sovrappone quasi sempre la riflessione sulla
condizione umana in generale, fuori dal tempo e dalla storia

• I temi fondamentali
Questo passaggio dal piano storico, individuale e collettivo,a quello dei valori assoluti si può
cogliere analizzando il modo in cui viene trattato il tema centrale della raccolta:la guerra.
Nei versi dell’ “Allegria” racconta dell’esperienza vissuta al fronte, dove ogni aspetto della vita è
ridotto all’essenziale, l’esperienza della guerra diventa l’occasione per recuperare l’innocenza
originaria perduta e per entrate in contatto con una visione più autentica dell’esistenza
Spogliato da ogni retorica patriottica, il sentimento provocato “dalla prossimità e della quotidiana
frequentazione ella morte” durante i mesi in trincea consente di andare al di la della realtà
storica per prendere coscienza della contraddizione su cui si fonda la condizione umana in
ogni tempo, caratterizzata dalla sofferenza e dalla precarietà, ma anche dallo slancio vitale/
appetito di vivere (t5)
La traumatica esperienza della guerra provoca atteggiamenti contrastanti: talvolta rivendica la sua
condizione anonima di soldato tra i soldati, ricercando una sorta di conforto nella fraternità degli
uomini (t4); in altri casi tenta di ristabilire un rapporto più armonioso con con la realtà naturale
tramite un annullamento della propria umanità e regressione a semplice oggetto inanimato
(t7); altre volte ancora si impegna in un faticoso scavo interiore nel quale ritrova la
consapevolezza della propria identità, come uomo e come poeta (t9)

Un altro gruppo di temi e motivi fondamentali della prima raccolta poetica è anche il nomadismo,
l’esilio, il viaggio e la ricerca della patria lontana. Il poeta era nato da una coppia di italiani
emigrati all’estero e aveva vissuto a lungo a Parigi e quindi l’esperienza della guerra diventa un
pretesto per ricongiungersi con la sua terra di origine. Il senso di sradicamento e di estraneità che
emerge spesso nelle liriche è la prova evidente nel naufragio culturale che travolge i giovani
intellettuali dell’epoca ma diventa anche l’emblema che caratterizza la condizione umana in ogni
tempo e in ogni uomo (t2)
Il concetto di patria assume un significato simbolico, si fonde con l’immagine di un mitico paradiso
terrestre in cui il tempo è abolito e sopravvive quell’innocenza originaria che il poeta sogna di
recuperare

•Le soluzioni formali


E’ convinto che forma e sostanza siano fuse quando si tratta di vera poesia, Ungaretti sente
l’esigenza di cercare uno strumento espressivo innovativo e originale, che possa adattarsi alla sua
idea si poesia come illuminazione momentanea e recupero di purezza originaria
I primi esperimenti poetici mostrano un’influenza da parte dei simbolisti francesi e dei futuristi a
presenta un andamento di tipo discorsivo e frequenti dettagli di tipo descrittivo
Pochi mesi più tardi l’esperienza della guerra segna una svolta vera e propria nel suo percorso
poetico, infatti il contatto diretto con una condizione esistenziale ridotta ai suoi aspetti
elementari convince il poeta della necessità di adottare uno stile altrettanto spoglio e privo
di ornamenti superflui
Le liriche assumono quindi questo andamento e con l’obiettivo di raggiungere il massimo livello di
essenzialità attraverso un processo di continua riduzione e concentrazione dell’enunciato (t1, t8)

Si allontana dunque dalla magniloquenza del modello dannunziano, dai poeti crepuscolari (perdita
di fiducia nel valore conoscitivo della parola poetica); secondo Ungaretti la parola poetica possa
trovare la sua innocenza originaria, acquisendo una nuova verginità espressiva
Quindi sul piano lessicale si nota la tendenza e evitare termini del registro elevato e la maggior
parte delle parole proviene dal linguaggio comune ma si arricchisce di significati inediti grazie alle
originali scelte stilistiche e metriche. Lui infatti procede alla distruzione della metrica tradizione la
attraverso l’adozione di versi liberi per lo più brevi, talvolta composti di una sola parola, che
isolata assume il massimo rilievo nel testo. Sul piano visivo tale scelta si traduce in una
maggiore presenza di spazio bianco nella pagina mentre sul piano della lettura implica l’elevata
frequenza di pause e di silenzi
Anche la sintassi evita le costruzioni complesse e gli indugi di tipo descrittivo, la presenza di
subordinate è rara, c’è una quasi completa eliminazione dei connettivi logici e quindi il discorso
procede inondo discontinuo, per accostamento di frammenti e immagini. La punteggiatura è del
tutto assente allo scopo di rimuovere i legami di tipo logico-sintattico
Si incontra spesso lo stile nominale, in cui la mancanza del verbo toglie all’espressione ogni
effetto di concretezza e impedisce una precisa collocazione sul pano temporale
Ungaretti ricorre spesso al mezzo espressivo dell’analogia, che gli permette di eliminare tutti i
nessi logici e discorsivi

La poesia dell’800 aveva cercato di conoscere il reale in modo analitico, istituendo collegamenti
chiari e facilmente comprensibili (rotaie, ponti) tra le immagini o tra i concetti; è una conoscenza
lenta (paragone tra treno e moderno di comunicazione senza fili, la radio) e limitata. Ungaretti
contrappone un nuovo modo di fare poesia, rapido e sintetico, che sa mettere in contatto immagini
lontane, che apparentemente non hanno nessun rapporto tra loro e non esprimono un senso
immediato ed evidente. Così facendo supera la distanza che dal suo punto di vista separa la
realtà della storia da quella dimensione superiore e divina che rivela il senso delle cose

La sua concezione dell’analogia fu in parte influenzata da quella futurista dell’immaginazione


senza fili, della quale però viene rifiutato il movimento caotico. La strada che percorre è quella dei
simbolisti, Mallarmé si serve dell’analogia per cogliere il valore magico ed evocativo della parola

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