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LEZIONE 10

Ungaretti nel 1914 rientra a Torino per ottenere l’abilitazione all’insegnamento francese nelle scuole
italiane, quando scoppia la guerra tra Germania e Francia e U. si schierò in maniera diretta per l’intervento
militare dell’Italia nel conflitto. Anche Ungaretti quindi adotta la soluzione interventista che era condivisa
dalla classe colta, intellettuale italiana. Nel 1914 tutti i gruppi e le riviste di cultura erano più o meno tutte
orientate alla propaganda bellica. Quindi ad esempio l’Unità di Gaetano Salvemini, ma anche Popolo d’Italia
di Mussolini, la Voce e anche lo stesso d’Annunzio.

L’interventismo di Ungaretti in particolare si rifaceva a idee nazionaliste soprattutto per il recupero di


territori ancora soggetti all’imper austro ungarico. fu proprio in questi anni difficili che U. esordì a livello
letterario. Pubblicò la sua prima poesia nel 1915 sulla rivista l’acerba ed era una poesia intitolata “il
paesaggio d’alessandria d’Egitto”. L’esordio poetico di Ungaretti è nel 1915, quindi notiamo il lungo periodo
di formazione che caratterizzò Ungaretti che si dedicò non tanto a una formazione scolastica (quindi su libri
e lettura di altri autori) quanto piuttosto in un contesto vivo, nella partecipazione a contesti culturali-
artistici della Parigi in cui soprattutto risiedeva. Quindi sostanzialmente il suo avvicinamento all’attività
poetica fu definita da questo tirocinio osservativo nel senso che più che apprendere dai testi, apprese dal
contatto con poeti artisti e dalla frequentazione dei circoli culturali, tanto che nelle prime poesie uscite
sull’Acerba, la presenza di luoghi della Parigi, delle città italiane che poteva aver incontrato, appaiono nelle
sue prime poesie. Nella primavera del 1915 l’Italia entra in guerra e Ungaretti si arruola in fanteria, la prima
guerra mondiale si rivelò una guerra lenta fatta di attese. In un contesto del genere caratterizzato da un
ritmo lento della situazione bellica, Ungaretti riprese a scrivere poesie annotandole un po’ ovunque come
se si trattasse di una sorta di diario. Ungaretti scriveva ovunque potesse: su pezzi di carta, scatole di
proiettile questo senso della scrittura come testimonianza diaristica, come diario concreto e immediato
sarà uno degli elementi che poi si rifletteranno sulla resa poetica stessa. Nel 1917 la sconfitta di Caporetto
fu avvertita in maniera sconvolgente da parte di Ungaretti. Mentre l’autore era ancora nelle zone del Carso
sul campo di combattimento, si costituiva la raccolta poetica che poi uscirà nel 1916 stampata in 80 copie a
Udine a cura di Ettore Serra: sono le 33 poesie scritte in guerra che danno vita alla prima raccolta di
Ungaretti che è il Porto Sepolto. Questa prima raccolta rappresenta un punto di partenza. Importante è
sottolineare subito l’evoluzione di questa raccolta, importante è considerare che già questa prima raccolta
rappresenta un complesso organico, coerente e assolutamente compiuto di testi. Partendo da una raccolta
già coerente, questa stessa raccolta si evolverà in altre due raccolte: si trasformerà in una successiva tappa
che è Allegria di Naufragi per poi confluire nella terza tappa definitiva che è l’Allegria. Uno degli aspetti che
verrà sottolineato dal critico De Roberti sarà questa necessità di considerare la poesia di Ungaretti come
una poesia in evoluzione. La storia stessa delle sue due raccolte principali dimostra questo aspetto
fondamentale. Intorno a questo gruppo di poesie del Porto sepolto, avrebbe preso forma nel 1919 una
raccolta più articolata edita a Firenze dall’editore Vallecchi col titolo di “Allegria di Naufragi”, 105 poesie.
Ecco quindi che il Porto Sepolto si evolve anche se pur venendo assorbito in una raccolta più ampia,
mantiene sempre una coesione interna, una sezione che fino alla fine rimarrà sempre distinta. Una sezione
che rappresenterà sempre una fisionomia definita. Nonostante sia una prima raccoltà, già in questa sono
presenti gli elementi fondanti della poesia ungarettiana. La terza edizione con ulteriori aggiustamenti uscì a
Milano nel 1931 col titolo definitivo dell’”Allegria”, il numero di testi viene ridotto a 74 poi l’assetto ultimo
dell’opera sarà quello dell’edizione del 1942.

Edizioni: 1916,1919,1931,1942.
Le modifiche che toccano le Poesie del Porto sepolto sono di minore entità rispetto a revisioni che toccano
altri componimenti. La cosa importante da sottolineare è questa unità nel blocco iniziale delle poesie del
Blocco Sepolto.

Alla fine della guerra il poeta torna a Parigi dove lavora nel contesto giornalistico per il Popolo d’Italia,
lavora anche all’ufficio stampa dell’ambasciata italiana. Nel 1920 si sposa ed ebbe due figli. Nel 1921 si
trasferisce a Roma dove per circa un decennio lavora presso l’Ufficio Stampa del Ministero degli Esteri. In
questo periodo si svolge attorno al dissidio tra i due concetti di Ordine e Rivoluzione, di conservazione e di
rinnovamento, tutta la riflessione poetica di Ungaretti, quella tendenza che vedremo caratterizzata di
assunzione degli intenti innovatori e dal mantenimento di elementi della tradizione, quella dicotomia di
spinte diverse che caratterizza l’elaborazione poetica di Ungaretti. Nel 1933 viene pubblicata la seconda
raccolta di Ungaretti “Sentimento del tempo”. I testi della seconda raccolta che erano stati scritti a partire
dal 1919 erano comunque usciti in modo sparso anche su riviste negli anni 20. La raccolta sentimento del
tempo rappresenta una diversa posizione nei confronti dell’esperienza poetica da parte di Ungaretti.
Sentimento del tempo presenta linee e soluzioni poetiche diverse una delle caratteristiche più importanti
di Sentimento del tempo e che lo presentano più vicino agli elementi dell’ermetismo è una maggiore
oscurità formale e una maggiore complessità. Già il titolo della raccolta è di per sé ambiguo: sentimento del
tempo bisogna capire se intendere il tempo come tempo soggettivo (sentimento che noi abbiamo del
tempo) oppure se è da considerare come elemento di specificazione (sentimento del tempo inteso come
sentimento che il tempo ha di se stesso). In ogni caso l’elemento che è fondamentale e che viene
presentato fin dal titolo è che lo scorrere del tempo rappresenta il punto centrale della raccolta. La
concezione del tempo come qualcosa che scorre e che trascina un po’ con sé tutto ciò che caratterizza la
vita umana e la caducità della vita stessa. Nel 1936 viene ristampato: anche questa raccolta raggiunge la
sua forma definitiva solo un decennio dopo. Nel 1943 abbiamo l’edizione definitiva.

L’aspetto della modifica e della definizione ultima delle poesie rappresenta uno degli aspetti fondamentali
della produzione poetica di U. La critica arà concorde nel considerare la poesia di Ungaretti soprattutto da
questo punto di vista evolutivo, quindi considerando anche le varianti che nel corso delle edizioni si
susseguono come un elemento essenziale nella valutazione della poesia di Ungaretti. Anche Ungaretti
organizza una sorta di volume complessivo, quindi questi due volumi, Allegria e Sentimento del Tempo,
vanno a comporre i primi due volumi di un volume complessivo intitolato Vita di Uomo, che era un progetto
complessivo nel quale U. puntava a raccogliere tutta la sua produzione, sia quella già avvenuta che quella a
venire, comprese le prose in una sorta di edizione completa della sua attività letteraria. Importante è avere
questa visione e valutare l’importanza che nella pubblicazione delle diverse raccolte ha la revisione, la
modifica, l’intervento, una gestione dinamica dei propri testi. Mentre scriveva la seconda raccolta, U.
riprende a viaggiare, lascia l’impiego statale e viaggia come inviato della Gazzetta del Popolo e viaggiò in
Corsica, Olanda, Cecoslovacchia e tornò anche in Egitto, quindi riprende questa dimensione del viaggiatore.
Al termine del periodo di viaggi, di perigrinazione nel 1936 U. si trasferisce a San Paolo in Brasile per motivi
professionali: l’Università gli aveva offerto la Cattedra di Lingua e letteratura Italiana e in Brasile visse per
oltre 5 anni. Il fatto che si allontanasse in maniera così estrema dipendeva anche da un raffreddamento dei
rapporti col fascismo stesso. all’università San Paolo si occupò soprattutto dei grandi classici della
letteratura italiana dimostrando anche dal punto di vista professionale, oltre che per interesse diretto di
letterato anche per interessi didattici di tipo universitario, di occuparsi dei grandi della tradizione letteraria
italiana quindi si occupò su Dante, su Jacopone da Todi, Boccaccio, Manzoni e soprattutto Petrarca e
Leopardi che rappresentano dei riferimenti per alcune delle sue soluzioni stilistiche, quindi rappresentano
dei veri e propri modelli stilistici per U. stesso. il periodo brasiliano, se pur caratterizzato da un periodo
denso di lavoro all’università fu caratterizzato anche da momenti luttuosi: perse nel 37 il fratello Costantino
e perse anche il figlio Antonietto nel 1939. L’eco di questi eventi luttuosi si sentirà nella terza raccolta di
Poesie intitolata Il Dolore e pubblicata nel 1947, come anche nel volume Un grido e paesaggi del 1952.
Prima di queste due raccolte c’è un altro momento molto importante soprattutto dal punto di vista della
critica e cioè il lavoro che svolse Giuseppe de Robertis che nel 1945 curò il Volume Poesie Disperse che
oltre a riunire i componimenti che erano esclusi di fatto dai libri editi, presentava anche l’apparato delle
varianti dell’allegria e di Sentimento del Tempo. De Robertis dunque mette in luce in maniera netta
l’importanza che nella poesia di Ungaretti ha l’evoluzione testuale, l’evoluzione delle soluzioni interne alle
diverse edizioni, ma anche relative ai singoli testi. Questo mette in luce anche nel suo saggio del 1945 sulla
Formazione della Poesia di Ungaretti. Con De Robertis si mette in evidenza in maniera netta questa
tendenza di questa necessità di considerare l’evoluzione come uno degli elementi fondanti della poesia
ungarettiana. Questa visione del lavoro di Ungaretti rappresentò uno dei capisaldi dell’interpretazione di
Ungaretti stesso da parte della critica tanto che da quel momento i volumi furono accompagnati dalle loro
varianti. La vecchiaia non interrompe la volontà di Ungaretti che continua a pubblicare fino alla fine degli
anni 60, nel 1969 esce la silloge completa di tutte le sue liriche intitolata Vita di un uomo e nel 1970 muore
a Milano. Ripercorrendo la vita di Ungaretti già abbiamo avuto modo di individuare alcuni elementi
fondamentali della vita di Ungaretti, della sua formazione e abbiamo anche sottolineato alcuni elementi
caratteristici delle sue due principali raccolte poetiche: l’ Allegria e Sentimento del tempo.

Quando parliamo di Porto Sepolto ci riferiamo sempre alla sezione iniziale dell’Allegria.

Andrea Zanzotto- sottolinea il ruolo di innovatore che Ungaretti ebbe per la poesia italiana. Non a caso
Ungaretti non si forma direttamente in Italia, nel periodo di formazione in Italia una delle figure più
imminenti era quella di D’Annunzio che si richiamava a degli schemi di tipo poetico e letterario molto più
tradizionali soprattutto in rapporto alle innovazioni delle avanguardie. Ungaretti risente meno di questo
ambiente culturale e risente molto di più di quell’ambiente europeo consentendogli di risultare in esiti
poetici molto più vicini a quelli che avevamo individuato nelle personalità che nel dopoguerra segnavano un
nuovo modo di porsi nei confronti della nuova cultura del tempo e della tradizione. La poesia per Ungaretti
presenta in maniera netta diverse posizioni che vengono assunte dal poeta: alcune derivate dalle stessi
correnti innovatrici delle avanguardie, altre collegate alla poesia simbolista francese e a un recupero della
tradizione e comunque a una riconsiderazione della tradizione come elemento fondante della poesia di
Ungaretti. La poesia è un processo aperto, un’elaborazione dinamica. Di questo noi ce ne siamo resi conto
proprio perché per U. il testo poetico non è mai un punto d’arrivo definitivo ma un indicatore mobile di
direzione e rappresenta sempre una possibilità di evoluzione. In Ungaretti convivono stili differenti tant’è
vero che le stesse due grandi raccolte l’Allegria e Sentimento del tempo propongono quasi due poetiche
distinte, quasi inconciliabili, tanto sono diverse le soluzioni testuali che le due raccolte adottano. In questo
senso avremmo delle chiavi di lettura molto precise soprattutto per quanto riguarda i testi del Porto
Sepolto che rappresentano la poetica dell’Allegria. Alcuni elementi saranno opposti tra una raccolta e
l’altra: ad esempio nell’Allegria c’è l’impiego di un lessico assolutamente elementare e sostanzialmente
concreto, quindi le scelte lessicali delle poesie dell’allegria sono orientate verso un lessico semplice. Mentre
nel sentimento del tempo abbiamo un vocabolario letterario molto più elevato. Nell’allegria abbiamo una
sostanziale frantumazione della grammatica ma anche a livello sintattico, quindi a livello di costruzione
della frase, assistiamo a una frantumazione della grammatica con periodi di estensione minima. Dunque
abbiamo un atteggiamento più essenziale. In sentimento del tempo la sintassi è molto più ricca, fluida e
articolata. Anche dal punto di vista concettuale nell’Allegria vengono presentati enunciati lapidari, quindi
affermazioni e concetti definite. Mentre nel sentimento del tempo abbiamo una maggiore ambiguità: anche
lo stesso titolo rappresenta già un aspetto di questo tipo. Anche da queste semplici e enette opposizoni
capiamo che le due diverse esperienze poetiche di Ungaretti rappresentano due diversi modi di
interpretare e di intendere la poesia e sono esempi di questa convivenza di diversi stili che nella poesia
complessiva di Ungaretti è presente. Nell’Allegria il sistema stilistico è orientato a evidenziare in maniera
netta la parola singola, quindi frantumazione della frase per mettere in evidenza la parola singola, cioè c’è
un’attenzione alla parola intesa nella sua individualità proprio per sottolinearla in maniera più forte
possibile, anche per isolarla all’interno del verso e della frase. C’è una predisposizione del tempo presente:
quindi una volontà di semplificazione da parte del poeta che si orienta a una individuazione della parola ma
anche a una sua concretizzazione in uno specifico tempo. È un po’ come ricercare la parola e poi
presentarla sulla pagina in modo evidente. Per questo non c’è bisogno di ulteriori decorazioni. Anche in
questo senso capiamo che la cura retorica del testo dell’allegria è molto bassa, cioè la ricerca delle figure
retoriche è molto bassa, sarà molto alta in Sentimento del tempo dove anche per quanto riguarda l’uso
dell’analogia nell’Allegria abbiamo ancora la predilezione per l’introduzione della similitudine con il come
comparativo, quindi una maggiore linearità anche nel processo retorico. In sentimento del tempo abbiamo
soluzioni completamente diverse: si fonda sul recupero di forme e di stilemi della tradizione letteraria. Ecco
quindi che compaiono endecasillabi e settenari quindi una gestione più tradizionale del verso,
accompagnata da una struttura di strofe molto più articolata e simmetrica, anche le stesse metafore sono
meno concreto rispetot a quelle che si trovano in Allegria e Porto Sepolto e sono molto più complesse con
riferimenti frequenti alla mitologia classica. La retorica del testo del sentimento del tempo è molto più
accentuata. Quindi se da un lato, nell’allegria, abbiamo l’immediatezza della parola intesa come
testimonianza, come risultato di un recupero e anche di una operazione di essenzialità della parola stessa,
nel Sentimento del Tempo la parola è ornata (= c’è un lavoro retorico nei confronti della parola). Quindi
ecco che sia per quanto riguarda l’ordine nella frase, si sprecano le figure retoriche che sovvertono l’ordine
della frase, oppure si complicano i rapporti tra gli elementi della frase stessa. Abbiamo figure retoriche
come l’anastrofe, alliterazioni, ossimori e chiasmi, abbiamo quindi una cura molto più forte dell’aspetto
retorico-formale del testo. Se da un lato nell’allegria c’era la prevalenza del tempo presente che va di pari
passo con una maggior concretezza della ricerca della parola, nel sentimento del tempo abbiamo la
prevalenza dell’imperfetto narrativo, quindi un tempo più evocativo. Nella poesia di Ungaretti convergono
diverse spinte: una di è quella dei simbolisti francesi, quindi di Baudleire, di Mallarmè e dei grandi simbolisti
francesi. L’altra è quella delle avanguardie: U. nella gestione formale testuale tende ad adottare alcune
soluzioni proprie dei futuristi. Quindi convivono nella sua dimensione letteraria diverse linee: da un lato
abbiamo la spinta anti-classica dei futuristi: l’idea di rendere la parola come immagine, forma grafica,
quindi eliminare la dimensione linguistica della parola e farne una sorta di elemento pratico, concreto
(farne suono, rumore), l’impianto futurista era votato a questo. Dall’altro lato grazie a Baduleire e Mallarmè
si mantiene il lavoro lingusitico sulla parola, cioè l’attenzione nei confronti della parola non è solo come
rappresentazione di qualcosa che vada aldilà della dimensione lingusitica stessa, ma è considerata in sé
come elemento lingusitico autonomo, quindi mantiene nella sua gestione poetica sia un atteggiamento di
rottura della dimensione lingusitica che vede nella parola qualcosa che deve rimandare in modo concreto
ad altro, ma mantiene anche l’attitudine al lavoro linguistico autonomo. Quando parliamo della parola
scavata dal resto, recuperata e presentata nuda davanti al lettore sul bianco della pagina, ci avviciniamo a
quella esperienza propria dei simbolisti, che intendendo la poesia come comunicazione assoluta, si
concentrano su un termine specifico e lo caricano di significato. L’attenzione nei confronti della linea
simbolista è alla base della sua concezione poetica, soprattutto dello scavo della parola. Alcuni aspetti del
futurismo vengono mantenuti. In Allegria l’aspetto fondamentale è proprio quello dell’essenzialità: la
metrica, la sintassi si frantumano, le strofe sono brevi, ogni parola è soppesata. Quindi c’è un’attenzione
alla singola parola isolata, molto spesso anche impostata in modo da costituire un intero verso. In questa
impostazione anche la lettura stessa della poesia si presta molto ad essere lenta, una lettura sillabata che
deve prestare attenzione a ogni singolo vocabolo come se ogni singola parola emergesse dal silenzio
assoluto. È un effetto che si nota anche nella gestione redazionale: queste parole rade che emergono dal
bianco della pagina. Ogni parola è, in linea con quanto presentava già la poesia francese, ridotta
all’essenziale ma anche spinta verso un senso che spesso è misterioso. Il bagaglio lessicale è minimo,
primitivo, tendenza al concreto e all’individuazione del presente. La parola nuda, essenziale, è quella che
viene cercata dal poeta. A sottolineatura di questo alla parola essenziale corrisponde il concetto primitvo,
cioè non c’è un’ambiguità di fondo che sarà propria del Sentimento del tempo. Anche nella misteriosità
della parola singola c’è una direzione precisa: quel significato lapidario che è riscontrabile nelle liriche del
Porto Sepolto. L’enigma sta proprio in quella profondità misteriosa della parola stessa, ma l’idea è quella di
una sostanziale essenzialità che fa in modo che il lettore non si perda, c’è una direzionalità precisa nei
confronti della parola, anche se poi questa è spunto per ulteriori evoluzioni di riflessione. La parola chiave
per l’allegria è proprio essenzialità sotto tutti i punti di vista. Dall’altra parte nel sentimento del tempo
abbiamo un gioco illusionistico di figure retoriche nel testo: la cifra stilistcia del sentimento del tmepo è
proprio quella del gioco delle figure retoriche: qui non c’è densità della parola perché la parola è stata
ridotta all’essenziale, qui la densità è estesa lungo il testo stesso. c’è una densità fatta di elementi che
vengono presentati nella frase, nel verso con sollecitazioni dal punto di vista sensuale, emotivo, visivo.
Quindi una sensualità caratterizzata da una complicazione del linguaggio e delle scelte linguistiche. Allo
stesso modo il contenuto rappresenta spesso una polivalenza di significati a partire dal suo stesso tipolo
con la sua ambiguità semantica. Una cosa che le due raccolte hanno in comune è l’impiego dell’analogia:
l’aanlogia da parte di Ungaretti viene derivata da Mallarmè, anche da Leopardi e Marinetti ed è un
elemento fondamentale della sua scrittura. L’analogia consente di stabilire un rapporto di identità tra
diverse immagini. Sulla base di questoe elemntto poetico l’allegria e il sentimento del tempo sono concordi:
in entrambi c’è la tendenza a sotituire i rapporti logico con associazioni soggettive, quindi si procede più che
per costruzione logica, per associazione, per analogia. Anche nell’uso dell’analogia c’è una differenza tra
analogia e sentimento del tempo: mentre l’allegria è più esplicita dal punto di vista analogico e si avvale
ancora del nesso sintattico della comparazione, nel sentimento del tempo si procede per giustapposizone di
termini. Nonostante questa differenza che è in linea con la fisionomia delle due raccolte (è normale che ci
sia una ricerca formale più difficile nel Sentimento del tempo anche per quanto riguarda la realizzazione
delle figure analogiche). Entrambe le due raccolte attraverso l’uso dell’analogia che avvicina elementi
distanti, è concorde nella definizione della poesia di Ungaretti quando U. parla di poeesia si riferisce a
una sorta di stanza come illuminazione favolosa. Nella vertigine dell’analogia avvicinare elementi distanti
realizza quella intuizione di poesia comme illuminazione, interpreta la poesia come distanza. Per U. questo
aspetto rappresenta un elemento fondamentale, cioè la necessità di associare termini la cui distaqnza sia
maggiore proprio per provocare questa immaginazione senza fili, sostenuta anche dagli stessi futuristi,
determinata dall’avvicinamento vertiginoso delle immagini e dall’annullamento della distanza tra loro. In
questo senso troviamo quel disaccordo che c’è tra segno e significato: avvicinare in un’unica immagine
concetti tanto distanti mette in evidenza quella disarmonia del significato che è alla base dell’immagine
poetica stessa. C’è un altro aspetto da sottolineare: questi aspetti sono in linea con un’idea di poesia come
immaginazione, come evocazione. Anche quando la parola viene isolata rappresenta comunque uno spunto
di densità contenuta nell’essenziale. Non c’è solo questa immaginazione che viene originata dalla poesia,
dall’incontro tra parole distanti (quindi questo aspetto un po’sfuggente della poesia stessa). In Ungaretti c’è
anche l’attenzione alla descrizione di un mondo reale, cioè nonostante le tendenze della poesia stesa, c’è
comunque sempre la necessità di mantenere un contatto con il mondo e di sottolineare anche la
dimensione reale del mondo stesso, quindi quella descrizione del reale vissuto. Questa necessità di cogliere
la realtà stessa si coglie soprattutto nelle prime poesie apparse nel 1915 sull’Acerba: in queste prime poesie
presentano un Ungaretti capace di descrivere situazioni di insieme cogliendo i singoli particolari. Infatti
questa tendenza di adesione al reale è molto più accentuata all’inizio anche quando il giovane Ungaretti si
presentava molto vicino alla poetica dei Crepuscolari. Importante è sottolineare questo aspetto che oltre
alla dimensione simbolista c’è anche un attenzione all’elemento del reale. Nella raccolta dell’allegria
l’aspetto della concretezza è sicuramente centrale. Nelle 32 poesie del Porto Sepolto assistiamo ad un
passaggio se abbiamo parlato di un inizio vicino alle impostazioni di Palazzeschi e dei crepuscolari e
orientato verso un’attenzione più accentuata alla descrizione delle situazioni di insieme, il contesto in cui si
sviluppa il Porto Sepolto è un contesto che spinge alla chiusura. Quindi se l’io poetico nelle prime prove era
più orientato verso l’esterno, la situazione di guerra nel porto sepolto da un lato provoca la chiusura dell’io
proprio per la particolare situazione in cui l’individuo si trova in guerra, dall’altro lato il soggetto è chiuso
all’interno di un contesto che è un’esperienza reale ma per molti tratti indescrivibile. Quindi la chiusura che
avviene nel porto sepolto è determinata sia dalla condizione dell’io nel contesto bellico, sia dal contesto
stesso che paradossale e indescrivibile per i suoi tratti d’orrore, provoca una maggiore chiusura dell’io lirico.
Anche questo aspetto conferma l’introspezione dell’operazione infatti le prime poesie del Porto Sepolto
nascono come una sorta di diario personale, nascono su foglietti, su appunti. Q uesto aspetto del diario a
brandelli rappresenta un chiaro indizio di come ci sia un cambiamento interiore verso una dimensione più
intima di Ungaretti stesso.

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