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ERMETISMO

Questo termine, che non si riferisce a un vero e proprio movimento letterario quanto piuttosto a un comune
atteggiamento assunto da un gruppo di poeti si è sviluppato in Italia (Firenze) a partire dagli anni 20 del
„900.
L‟Ermetismo viene coniato dal critico Francesco Flora per sottolineare la difficoltà di comprensione di
questo tipo di poesia. I poeti ermetici, in modi concentrati ed essenziali, esprimono il senso di vuoto, la
solitudine morale dell'uomo contemporaneo, il suo “male di vivere” in un'epoca travagliata da tragiche
esperienze sociali e politiche come quelle della prima guerra mondiale e del ventennio fascista.
IDEOLOGIA: CONCEZIONE NEGATIVA DELLA VITA: la vita è un male senza spiegazione, c‟è un
senso di frustrazione e di impotenza provocato dalla dittatura fascista e dalla consapevolezza di appartenere
ad una generazione condannata all‟inazione.
Gli intellettuali erano privi di ideali positivi da trasmettere.
La poesia è un‟espressione pura, destinata non a comunicare all‟uomo verità o valori ma solo a suggerirgli
qualcosa che sta al di là della realtà, che né i sensi né la ragione possono capire.
LINGUAGGIO USATO: Il linguaggio usato è più intuitivo che logico e razionale e rivela ciò che nasconde
il subconscio. Il linguaggio è essenziale e privilegia la parola che risulta essere piena di significato.
La PAROLA è PURA, cioè ha una carica espressiva e forza evocativa e suggestiva. E‟ molto significativa

GIUSEPPE UNGARETTI ( 1888-1970)

CENNI SULLA VITA: Giuseppe Ungaretti nasce l‟8 febbraio 1888 ad Alessandria d‟Egitto.
In Egitto ebbe modo di intraprendere la lettura di Leopardi e Nietzsche. Nel 1912, pur frequentando gli
ambienti dell‟avanguardia, ebbe modo di approfondire la conoscenza della poesia decadente e simbolista.
Tornato in Italia nel 1914 decise di arruolarsi come volontario in un reggimento di fanteria durante la Prima
Guerra Mondiale e venne mandato a combattere sul Carso.
Nel 1921 si trasferì a Roma e aderì al Fascismo, convinto che la dittatura potesse rafforzare quella
solidarietà nazionale dalla quale si era sentito a lungo escluso.

Per molti aspetti Giuseppe Ungaretti può essere definito un poeta dalla doppia anima: rivoluzionaria e
classicistica. La prima, legata agli esordi e all‟incontro con le avanguardie (Futurismo: poesia innovativa in
cui le parole sono spesso prive di legami logico-sintattici e sono connesse tra loro da analogie che vanno
interpretate ed è assente la punteggiatura), spinge l‟autore a reinventare il linguaggio poetico, frantumando
il verso fino ai limiti del silenzio e perseguendo un ideale di poesia “pura” in linea con la ricerca simbolista
della seconda metà dell‟Ottocento; la seconda, evidente a partire dagli anni Venti, ha accompagnato quel
ritorno all‟ordine che caratterizza l‟espressione artistica dopo la crisi delle grandi sperimentazioni di inizio
Novecento.

POETICA: Il carattere autobiografico della produzione di Ungaretti non è da intendersi nel senso più
comune del termine, ovvero come una narrazione che ripercorre la vita dell‟autore, bensì deve essere
inquadrata attraverso la concezione della poesia ermetica: non poteva esservi verità in un‟opera d‟arte
qualora essa non fosse una confessione. La difficoltà della poesia ungarettiana sta nell‟accostamento di
parole apparentemente slegate fra loro; questa è un‟innovazione: i versi sono liberi e per lo più brevi; la
strofa è spesso costituita dalla sola frase principale o addirittura da una sola parola o verbo, ci sono molte
pause e spazi bianchi allo scopo di fare emergere la singola parola, carica di significato.
Giuseppe Ungaretti ricerca una poesia pura, essenziale, priva di enfasi e di insegnamenti, liberata da ogni
schema metrico, che esprime soltanto ciò che il poeta, con la sua fantasia e la sua sensibilità, intuisce;
poesie brevi in cui ogni termine si carica di una grande ricchezza di significati.
Uso dell’analogia: L'analogia la si può considerare un paragone, una similitudine in cui è stato abolito il
"come" che introduce il rapporto tra le cose paragonate.

OPERE
Della prima produzione poetica di Ungaretti è possibile individuare tre fasi:
1) Un primo gruppo di poesie venne pubblicato nel 1916 con il titolo Il porto sepolto.
Il titolo Il porto sepolto, allude ad un‟antica leggenda diffusa in Egitto sull‟esistenza di un antico
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porto sommerso nei pressi di Alessandria. In realtà il porto rappresenta il mistero sepolto, che si
nasconde e che è racchiuso dalla poesia, che ha il compito di svelarlo. La parola è un mare sotto la
cui superficie si nasconde una verità profonda
2) Successivamente vennero ripubblicati nel 1919 con il titolo Allegria di naufragi.
I naufragi costituiscono le brutture dell‟esistenza, rappresentano la guerra, la morte e la
disperazione, mentre l‟allegria coincide con la speranza, la voglia di vivere, lo scorgere la
positività nonostante l‟orrore e la guerra. Qui Ungaretti mette in evidenza il dramma della guerra e
l‟angoscia della solitudine per questo spinge gli uomini a considerarsi come fratelli, uniti nella
disgrazia. La poesia si afferma come portatrice di speranza e di salvezza. La guerra, pur nella sua
atrocità, permette agli uomini di fare propri valori come la fratellanza e la solidarietà.
3) La pubblicazione finale sotto il titolo l’Allegria è del 1942, in essa è possibile ravvisare ulteriori
correzioni e l‟aggiunta/eliminazione di alcuni testi rispetto alle versioni precedenti.
L‟opera è suddivisa in cinque sezioni e i suoi temi rendono ben evidente la componente
autobiografica di cui si è parlato. Un gruppo di temi si lega all‟infanzia e all‟adolescenza del poeta,
un altro all‟esperienza presso il fronte e quindi alla guerra. Un altro tema è quello del viaggio come
simbolo di una presenza della morte sempre latente, che si collega a quello del naufragio (evidente
è il richiamo al celebre verso leopardiano dell‟Infinito “e il naufragar m‟è dolce in questo mare”).

In questa raccolta troviamo tutte le innovazioni portate dall'Ungaretti alla poesia:

- abolisce la punteggiatura lasciando solo il punto interrogativo. Per far fare al lettore una pausa
lascia degli spazi bianchi.
- elimina tutte le parole strettamente poetiche, sostituendole con quelle che vengono parlate e capite
da tutti.
- sconvolge la sintassi rompendo i "sintagmi", cioè dei gruppi di parole legati logicamente tra loro,
facendo questo le parole staccate da ogni contesto logico assumono un suo significato attirando su di
esse l'attenzione del lettore come vuole il poeta.
- rifiuta le forme metriche tradizionali, infatti scrive con dei versi liberi.
- va contro allo stile di D'Annunzio, dei crepuscolari e dei futuristi, usando frammenti di immagini
ed espressioni scarne però vive nell'anima.

I temi principali sono: le sofferenze patite in guerra, la caducità della vita, l'angoscia della morte che
incombe, la fratellanza umana, la solitudine, il dolore, il desiderio di pace, di serenità, di sentirsi in
armonia con la natura.

Seconda produzione poetica:


Le poesie facenti parte della seconda raccolta ungarettiana Sentimento del tempo (1933) presentano un
sostanziale mutamento di prospettiva rispetto a quelle inserite nella raccolta Allegria. In questa sezione
l‟autore ha maturato una diversa concezione del tempo: ora lo intende come durata, come causa del mutare
di tutte le cose in un continuo processo di creazione e distruzione. Lo scenario paesaggistico in cui si
collocano queste liriche è la città di Roma, ma le ragioni di tale ambientazione vanno ricercate soprattutto
nei significati che il poeta attribuisce alla città, ricca di monumenti antichi e luogo di memoria. Gli antichi
edifici rovinati dal passare degli anni, così come il susseguirsi delle ore e delle stagioni, sono segno dello
scorrere del tempo. I toni sono cupi e malinconici perché il poeta riflette tematiche legate all‟inevitabile
passare del tempo e alla morte.
Il linguaggio non tende più a ridursi al minimo ma ritornano le strutture metriche tradizionali, torna la
punteggiatura.
Sentimento del Tempo è, almeno per alcune liriche, la raccolta ungarettiana per la quale si può parlare
decisamente di ermetismo.

Ultima produzione poetica di Ungaretti:


La raccolta Il Dolore, pubblicata nel 1947, è suddivisa in sei sezioni riconducibili a due temi: nelle prime
tre sezioni domina il dolore personale, causato in gran parte dalla prematura scomparsa del figlio
Antonietto. Nelle restanti sezioni il dolore individuale diventa collettivo, di un‟intera nazione, alimentato
dalla tragedia della Seconda guerra mondiale, che il poeta avverte come apocalittico sconvolgimento di

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cose, uomini e certezze. Ma l‟uomo non deve soccombere e, attraverso l‟accettazione del dolore che ci
rende «fratelli», deve aprirsi alla speranza nel futuro. Di fronte a una tragedia collettiva non resta che
pregare.

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