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V

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IC
POLL
Aldo Colombo

COLTIVARE
gli
AGRUMI
in piena terra
e in vaso
Progetto grafico
Laura Casagrande

Foto in copertina
© Olaf Speier/stock.adobe.com

www.giunti.it

© 2021 Giunti Editore S.p.A.


Via Bolognese 165 - 50139 Firenze - Italia
Via G.B. Pirelli 30 - 20124 Milano - Italia

ISBN: 9788844078799

Prima edizione digitale: marzo 2021


SOMMARIO

Introduzione 9

UN PO’ DI STORIA 11
Agrumi e arte 14
Gli agrumi: uno scrigno di tesori 15

CONOSCERE GLI AGRUMI


La classificazione 17
Il clima 19
Agrumi e tradizioni 19
Il frutto in sezione: epicarpo, mesocarpo ed endocarpo 20
Agrumi e cambiamenti climatici 21
Quando i frutti sono due 22
Generi, specie e varietà 23
Attenzione al freddo 23
Il miglioramento genetico 24
La preziosissima vitamina C 27

LE SPECIE E LE VARIETÀ PIÙ NOTE


Arancio amaro 29
Arancio dolce 30
Arancio trifogliato o ponciro 33
Bergamotto 34
Calamondino 35
Cedro 37
Chinotto 39
Clementina 40
Finger lime 41
Kucle 42
Kumquat di Hong Kong 43
Kumquat rotondo 43
Kumquat ovale 44
Lime 45
6

SOMMARIO

Limetta di Rangpur 46
Limetta dolce 46
Limetta dolce di Palestina 47
Limetta dolce di Roma o Pursha 47
Limone 48
Limone Meyer 52
Limone volkameriano 52
Mandarino Cleopatra 53
Mandarino King 54
Mandarino Satsuma 55
Mapo e altri ibridi 56
Papeda delle Mauritius o Combava 56
Pompelmo 57
Shaddock o Pomelo o Pummelo 58

LA PROPAGAZIONE
Per seme 61
Per innesto 61
I portainnesti più utilizzati 65
Per talea 66
Per margotta 66
Così fanno oltreoceano 66

LE TECNICHE COLTURALI
Il terreno 67
L’epoca di impianto 68
La preparazione preliminare
del terreno 69
Le distanze di impianto 70
La scelta delle piante 71
7

SOMMARIO

L’impianto 72
La concimazione del terreno 72
La concimazione fogliare 74
Le foglie parlano 74
L’irrigazione 75
La potatura 78
La potatura meccanica 79
Occhio alle spine! 80
La raccolta e la conservazione
dei frutti 81
Quando i frutti si ammalano 82
La coltivazione in vaso 83
Intramontabili usanze 88
La collezione di Castello 89
I bonsai 91
Le forme di allevamento 92

AVVERSITÀ E DIFESA
Fitofarmaci: ammessi, revocati, in deroga 99
Fisiopatie 100
Parassiti, malattie e virosi 103
Acari 104
I narrow range 104
Cocciniglie 105
Afidi 108
Altri insetti 109
Malattie da funghi, batteri e virus 112
Nuove minacce per gli agrumi 117

Glossario 119
Indice delle specie 124
Bibliografia e sitografia 126
9

Introduzione
L a parola “agrume” de-
riva dal latino agrus
e pare che un tempo
duzione dei frutti
(ogni anno oltre
110 milioni di ton-
indicasse le piante con nellate, anche se
frutti dal sapore acre, in Italia è in calo
come l’aglio o le cipolle, rispetto a qualche
passando solo in un se- anno fa), ma an-
condo tempo a indicare che, per esempio,
un gruppo di piante del- nell’industria dei
la famiglia delle Ruta- profumi.
cee, in particolare quelle Né si devono di-
appartenenti al genere menticare le ca-
Citrus. ratteristiche or-
Originari dell’Estremo Oriente, compatibilmen- namentali – il nobile portamento, le foglie
te con la loro scarsa resistenza alle basse tem- sempreverdi di un bel verde lucido, i delicati,
perature, gli agrumi si sono diffusi in molte altre profumatissimi fiori – per le quali gli agrumi
parti del mondo – dal bacino del Mediterraneo sono coltivati da secoli. In questo hanno una
all’America e al Sudafrica – attraversando la notevole tradizione la Toscana e le regioni dei
storia delle più grandi civiltà. La loro grande grandi laghi del Nord, dove è diffusa l’abitudi-
capacità di ibridazione e di mutazione ha fatto ne di costruire, all’interno delle ville, aranciere
aumentare la loro diversità, permettendogli di e limonaie, particolari strutture dove ospitare
adattarsi progressivamente a condizioni e climi gli agrumi nei mesi invernali e che spesso sono
diversi. Da noi hanno trovato una zona d’ele- di grande pregio anche a livello architettom-
zione nelle regioni meridionali, per il clima mite nico. Non solo: gli agrumi sono magnifiche
come per il tipo di terreno. piante per balconi e terrazze o per ricoprire “a
Coltivati, consumati e apprezzati in tutto il spalliera” muri e terrazzamenti.
pianeta, sono indispensabili nella nutrizione Ne racconteremo qui la storia, impareremo a
umana per il loro elevato contenuto in acido conoscerli, coltivarli e difenderli dalle malat-
ascorbico, la vitamina C. La loro importanza tie, e vedremo come raccoglierli e utilizzarli
economica è notevole, non solo per la pro- al meglio.
11

Un po’ di storia
L a storia degli agrumi attraversa quella delle
più grandi civiltà, in tutte le epoche.
Pare accertato che quasi tutte le specie siano
In Mesopotamia, tracce relative agli agrumi
sono state trovate nel XIX secolo sotto forma

originarie delle regioni subtropicali e tropicali


dell’Asia, in particolare della Cina e dell’arcipe-
lago malese. Si tratta di zone caratterizzate da
temperature abbastanza costanti (20/25 °C) e
da un’umidità molto elevata (monsoni). Certo,
vi sono cenni agli agrumi anche in grandi civil-
tà a noi più vicine – pare, per esempio, che il
cedro fosse conosciuto in Egitto e in Mesopo-
tamia fin dal V secolo a.C. – ma è proprio dalla
Cina che ci giungono le testimonianze scritte
più antiche, risalenti circa al 2200 a.C., con ac-
cenni a kumquat, pomeli e a un agrume simile
al mandarino oggi noto come cheng tzu.
Un’altra testimonianza più recente, un testo
cinese del 1178 a.C., fornisce già la descrizione
di ventisette varietà di arance dolci, arance
amare e mandarini, oltre che di diversi metodi
di coltivazione e di trattamento del raccolto
nonché di alcune malattie delle piante. Nel
corso dei secoli, poi, nella letteratura cinese
sarebbero entrati altri tipi di agrumi.
Anche in Giappone si sono trovate testimo-
nianze sulla coltivazione e sull’uso degli agrumi:
quelle scritte risalgono al periodo Nara (710-794
d.C.), nei testi Kojiki e Nihon Shoki, il primo dei
quali menziona chiaramente il mandarino (chia-
mato tachibana). Dall’Indocina e dalla Malesia
ci giungono invece testimonianze su limoni,
lime e il gruppo delle papede, mentre in India
risalgono al non secolo a.C. le descrizioni di
cedri e limoni, denominati jambila o jambira.
Illustrazione tratta da un’opera di B. Ferrari, del
E probabilmente dal sanscrito deriva il termi- 1646, relativa all’Aurantium virgatum, dall’epicarpo
ne naranga, da cui il nostro arancio. vistosamente striato
12 Un po’ di storia

di semi, sicuramente di Citrus, rinvenuti negli Per gli ebrei il cedro aveva anche un significato
scavi presso la città sumera di Nippur: non religioso: nel Libro dell’agricoltura nabatea,
sembra però si trattasse di frutti coltivati in risalente al VI secolo a.C., viene chiamato
loco, ma portati in omaggio da altri popoli. “albero della purezza” ed è considerato un
Quando subentrò la civiltà contadina assira, è simbolo di perfezione. Probabilmente lo co-
probabile sia cominciata anche qui la coltiva- nobbero durante la prigionia in Babilonia e
zione degli agrumi, portandoli fino in Media lo portarono con sé dopo la liberazione da
e in Persia. Al suo arrivo in Persia dalla Grecia, parte di Ciro.
Alessandro Magno trovò sicuramente la coltu- Risale invece alla grande civiltà greca la leg-
ra, se non altro, del cedro. genda del giardino delle Esperidi e dei suoi

Aranceto in Sardegna: in Italia alcuni tipi di agrumi cominciarono a essere coltivati già intorno all’xi secolo
Un po’ di storia 13

frutti d’oro, quasi certamente agrumi, da cui


deriva appunto il nome del frutto tipico di
queste piante: l’esperidio. Di sicuro – così
risulta da numerose testimonianze scritte – i
greci conoscevano il cedro: ne parlano per
esempio Teofrasto nella sua Historia Planta-
rum e Dioscoride nel suo trattato di medicina.
Non si trovano però testimonianze su altri
agrumi, nonostante la conquista da parte di
Alessandro Magno di vaste zone dell’Asia in
cui queste piante erano presenti.
Alla civiltà romana gli agrumi arrivano attra-
verso quella greca: il cedro all’inizio veniva
chiamato malus medica e solo più tardi si
passò a chiamarlo cedrus, nome con cui
peraltro era già noto il cedro dell’Atlante, una
conifera africana. Probabilmente, fu proprio
il termine greco kitron a passare a indicare
tutto il genere Citrus. Tra i primi a parlare
degli agrumi vi fu Virgilio, nelle Georgiche, Limone portoghese: in Portogallo hanno trovato
indicando il cedro come “frutto della Media”. origine molte varietà di agrumi introdotte poi in
Più tardi scrisse degli agrumi anche Plinio, Italia
nella Naturalis Historia. Una testimonianza
iconografica ci arriva invece dai dipinti ritro- contribuirono alla diffusione di queste piante
vati a Pompei, che confermano che diversi in Europa.
agrumi erano coltivati nella zona prima della Gli agrumi sono anche citati nella Divina
disastrosa eruzione del 79 d.C. Commedia:
Fondamentale per la diffusione in Europa degli e poscia per lo ciel, di lume in lume,
agrumi fu la civiltà araba. E gli arabi ebbero ho io appreso quel che s’io ridico,
un ruolo importantissimo anche nel campo a molti fia sapor di forte agrume;
del miglioramento genetico e della selezione (Paradiso, XVII, vv. 115-117)
delle varietà da frutto, nonché in quello delle L’arancio dolce arrivò nel 1520, in Portogallo:
tecniche di coltivazione: furono per esempio ed è proprio con il nome di questo paese
maestri nell’arte dell’irrigazione nelle zone a che è ancora conosciuto in molte regioni,
clima caldo secco. Così, oltre al cedro, comin- compresa la Sicilia, dove fino a pochi decenni
ciarono a essere coltivati l’arancio amaro, il fa esisteva una cultivar ‘Portuallu’. Fu invece la
limone e il lime. In Italia, questi agrumi arriva- città di Berga, vicina a Barcellona, a passare il
rono probabilmente attraverso i primi crociati proprio nome a un altro agrume, il bergamot-
nell’XI secolo, e anche le successive crociate to, più o meno nel XVII secolo.
14 Un po’ di storia

AGRUMI E ARTE
Nel Rinascimento gli agrumi furono ripro- do da Vinci (1452-1519), Girolamo dai Libri
dotti da molti dei più famosi pittori dell’e- (1474-1551), Raffaellino del Garbo (1476-1524),
poca nei loro quadri e affreschi. L’elen- Lorenzo Lotto (1476-1555), Bernardino Luini
co di queste tele, compilato da Samuel (1480-1532), Correggio (1489-1534), Tiziano
Tolkowsky, comprende lavori di Gentile da (1490-1576), Moretto (1498-1554) e Daniele
Fabriano (1360-1428), Fra’ Giovanni Angelico Crespi (1590-1630).
(1387-1455), Giovanni di Paolo (1403-1482), A omaggiare questi preziosi frutti furono
Filippo Lippi (1406-1469), Benozzo Gozzo- anche le sculture di Lorenzo Ghiberti (1378-
li (1420-1497), Andrea Mantegna (1431-1506), 1455), di Antonio Rossellino (1409-1464), del
Andrea Verrocchio (1435-1488), Sandro Bot- fiammingo Jean de Boulogne, italianizzato in
ticelli (1444-1510), Luca Signorelli (1445-1523), Giambologna (1529-1608), nonché le terre-
Domenico Ghirlandaio (1449-1494), Leonar- cotte di Luca Della Robbia (1400-1482).

Particolare della Pala con Madonna e Santi di Andrea Mantegna (chiesa di San Zeno a Verona) con
ghirlande di frutta, soprattutto agrumi
Un po’ di storia 15

Nel Rinascimento gli agrumi cominciarono a agrumi trovano uno dei loro climi d’elezione
essere usati per l’industria dei profumi e ven- in Florida, mentre molto successivo è l’arrivo
nero riprodotti da molti dei più famosi pittori sulla costa del Pacifico, in California.
dell’epoca nei loro quadri. Nel Seicento si cominciano a costruire le
Sempre del Rinascimento è l’interesse per gli prime serre nelle quali ricoverare gli agrumi
agrumi con frutti o foglie particolari, dal ‘Biz- nei paesi a clima invernale freddo, e cioè le
zarria’ all’arancio a frutti variegati. cosiddette limonaie e le aranciere (ve ne sono
Nel medesimo periodo, poi, cominciano an- ancora di splendide in alcune ville toscane e
che a comparire libri e trattati sugli agrumi. presso la reggia di Versailles).
Qualche esempio? Il Libro de Agricultura di Alla fine del Settecento gli agrumi sono dun-
Alonso de Herrera, L’Hesperides, sive de ma- que ormai diffusi in tutti i paesi islamici, nel
lorum aureorum cultura et usu di Giovanni Mediterraneo, lungo le aree costiere di Asia,
Battista Ferrari e il Nederlantze Hesperides Africa ed Europa dove non si verificano gelate
di Jan Commelin. Successivo è invece il libro e in diverse zone dell’America come Messico,
di Johann Christoph Volkamer Nürnbergische Florida e Brasile.
Hesperides. Nel 1753, nel suo testo fondamentale Species
Nel continente americano la diffusione di Plantarum, Carl von Linné, meglio noto come
queste piante ha inizio nel XVI secolo: gli Linneo, classifica il genere Citrus.

GLI AGRUMI: UNO SCRIGNO DI TESORI

Negli ultimi secoli, parallelamente alla storia relativamente modesto. Del 1909 è il brevet-
degli agrumi come piante si è sviluppata to della “macchinetta a leva”, che permise
quella delle sostanze da loro estratte. di meccanizzare quello che era definito il
Le prime descrizioni del processo di distil- processo a spugna. Successivamente si uti-
lazione delle essenze di limoni e arance lizzarono le “macchine sfumatrici”.
a partire dalle scorze si devono a Giovan Anche l’estrazione dell’acido citrico, dap-
Battista Della Porta che, nel Cinquecento, prima con la produzione del cosiddetto
descrisse anche come si otteneva l’olio es- “agrocotto” nel XVIII secolo, venne a mano
senziale distillando i fiori di arancio amaro a mano perfezionata, fino allo sfruttamento
(nel Settecento l’essenza cominciò a essere industriale su larga scala dei primi del Nove-
estratta per strizzamento). Risalgono invece cento. L’industria dei succhi di frutta nasce
alla metà del Seicento le prime testimonian- e si sviluppa invece nel XX secolo, con una
ze sull’estrazione manuale dell’essenza di notevole accelerazione negli ultimi decenni.
bergamotto in Calabria, mentre è del 1844 la E, infine, tra le altre sostanze ottenute dagli
prima “macchina calabrese” che consentì di agrumi ricordiamo la pectina, utilizzata per
ottenere un’essenza molto fine a un costo la gelificazione di marmellate e confetture.
17

Conoscere gli agrumi


LA CLASSIFICAZIONE Le foglie sono spiralate, oppure opposte, e
Gli agrumi appartengono alla sottofamiglia prive di stipole.
Aurantioideae della famiglia delle Rutaceae I fiori sono ermafroditi, actinomorfi (posso-
(ordine Sapindales), che comprende nume- no cioè essere divisi secondo due piani di
rose specie (circa 1600), per la maggior parte simmetria) o, molto più raramente, appena
legnose. Una delle caratteristiche di questa zigomorfi (divisibili secondo un solo piano di
famiglia è la presenza, nei frutti, di ghiandole simmetria). Il peduncolo, di tipo pentamero
oleifere che contengono essenze fortemente o tetramero, si allarga in un disco alla base. Il
aromatiche. calice è dialisepalo (i sepali sono divisi l’uno
dall’altro), così come la corolla è dialipetala.
L’apparato maschile (androceo) è formato
da due verticilli di quattro-cinque stami
(nel genere Citrus sono saldati lateralmente
per i filamenti e disposti in gruppi, arrivan-
do a 25-40 stami); l’apparato femminile
(gineceo) ha in genere cinque carpelli (più
raramente quattro), uniti in un ovario supe-
ro (situato superiormente al calice) diviso
in 5-10 logge.
Il frutto è più spesso una bacca, ma può an-
che essere una drupa o una capsula. Il genere
Citrus ha come frutto una bacca, detta espe-
ridio, caratterizzata da un epicarpo o esocar-
po (la parte esterna) di notevole spessore,
colorato e ricco di ghiandole contenenti oli
essenziali: è denominato flavedo.
Il mesocarpo, la parte intermedia saldata
all’epicarpo, è bianco e spugnoso: si chiama
albedo.
L’endocarpo, la parte più interna, è suddi-
viso in logge (spicchi) per mezzo di sottili
membrane; all’interno si trovano cellule – le
vescicole (la polpa del frutto) – ripiene di una
soluzione acquosa di zuccheri e acidi che
Agrumi in vaso: calamondino variegato, può arrivare al 50% in peso del frutto; il suc-
kumquat e arancio amaro variegato co contiene anche vitamine e sali minerali.
Conoscere gli agrumi 19

vazione di queste piante: temperatura, preci-


Regno Piante (Plantae)
pitazioni, umidità atmosferica e venti possono
essere fattori determinanti soprattutto in
Divisione Angiosperme
(Magnoliophyta)
certi periodi, come quello tra la fioritura e la
maturazione dei frutti. I frutti stessi possono
Classe Dicotiledoni avere colori e, soprattutto, dimensioni diverse
(Magnoliopsida) quando sono coltivati in climi diversi.
Superfluo dire che gli agrumeti non andreb-
Sottoclasse Rosidee (Rosidae) bero mai posizionati vicino a industrie che
emettono prodotti inquinanti o in prossimità
Ordine Sapindales di strade molto trafficate.

Famiglia Rutacee (Rutaceae) La temperatura


La sensibilità alla temperatura degli agrumi
Sottofamiglia Auranzioidee varia in funzione delle specie e delle cultivar
(Aurantioideae) (alcune possono entrare in riposo vegetativo
quando la temperatura scende sotto il valore
critico, intorno agli 0 °C). Per esempio: tra gli
IL CLIMA aranci, le varietà ‘Washington Navel’ e ‘Nave-
L’areale di coltivazione degli agrumi è compre- lina’ sono meno sensibili al freddo rispetto a
so, in linea di massima, tra i 40° di latitudine ‘Ovale’, ‘Moro’ e ‘Tarocco’.
nord e i 40° di latitudine sud. Le principali Importanti sono anche l’esposizione e la gia-
zone climatiche sono tre: climi tropicali, climi citura dell’agrumeto: sono sempre da evitare
subtropicali con precipitazioni invernali (per le posizioni in cui si possono formare le co-
esempio bacino del Mediterraneo e Califor- siddette sacche di gelo. Le brinate sono inve-
nia) e climi semitropicali con piogge estive ce dannose per pompelmi, limoni e manda-
(per esempio Florida e Brasile). rini comuni. Comunque, la temperatura che
Il clima ha una notevole influenza sulla colti- determina i danni da gelo e l’entità dei danni

AGRUMI E TRADIZIONI

I fiori degli agrumi sono considerati dei porta- ciarono a donare alle loro spose nel giorno
fortuna, e quelli d’arancio in particolare sono delle nozze.
spesso usati nei bouquet nuziali. In Grecia e in Sardegna è ancora praticata
Pare che questa tradizione risalga all’epoca un’antica usanza che consiste nel cospargere
delle crociate: per i Saraceni, le zagare erano il capo degli sposi con gocce estratte dagli
un simbolo di fecondità, e i cavalieri li comin- agrumi e dai loro fiori.
20 Conoscere gli agrumi

IL FRUTTO IN SEZIONE: EPICARPO, MESOCARPO ED ENDOCARPO

epicarpo o esocarpo: negli agrumi si chiama


flavedo ed è praticamente la scorza, ricca
di oli essenziali

seme

esocarpo esocarpo
endocarpo mesocarpo (albedo)
mesocarpo (albedo)
spicchio, che contiene la polpa
e il succo del frutto

• In genere l’epicarpo (cioè la buccia, o scorza, “a regola d’arte” – sarebbe, in pratica, la pela-
del frutto) non viene consumato: la buccia tura “al vivo” – un po’ di pazienza e di tempo.
di molti agrumi è però eccellente essiccata In diversi casi, poi, anche la sottile buccia degli
e candita. In molti casi, poi, l’epicarpo è uti- spicchi ha un gusto amaro, come nel pompel-
lizzato per l’estrazione di oli essenziali molto mo o nel pomelo (molti eliminano addirittura
profumati (basta strizzarlo per sentirne l’aro- quella delle clementine e dei mandarini).
ma): l’essenza di bergamotto, per esempio, è di
particolare pregio per l’industria dei profumi. • In alcuni agrumi, come l’arancio e il pom-
pelmo, il colore dell’endocarpo può variare.
• In molte specie, come nell’arancio, gran parte Vi sono dunque, per esempio, arance a polpa
del mesocarpo rimane aderente alla buccia, bionda (‘Ovale’, bionda comune, ‘Valencia’)
e una parte resta invece attaccata alla polpa e arance rosso sanguigno (‘Tarocco’, ‘Mo-
interna. Visto che spesso il mesocarpo ha un ro’, ‘Sanguinello’), oppure pompelmi a polpa
sapore amarognolo, chi ha gusti... raffinati de- gialla o a polpa rosa. Nel Citrus australasi-
ciderà di eliminarlo, prima di gustarsi il frutto: cus può variare il colore tanto dell’esocarpo
operazione che richiede, per un’eliminazione quanto della polpa.
Conoscere gli agrumi 21

stessi è funzione di diversi fattori, al di là del-


la specie e della varietà. Tra i principali, oltre
alla misura della temperatura stessa, sono la
durata della temperatura minima e il grado di
rusticità (durezza) raggiunto dalla pianta pri-
ma che la gelata si manifesti. Così, una gelata
a -5 °C che si prolunga per diversi giorni può
essere più pericolosa di una a -7 °C di poche
ore. Ancora, la temperatura di gelata di una
pianta ben ‘indurita’ può essere anche di 4-5
gradi più bassa di quella di una pianta poco
acclimatata. Anche l’età della pianta e il suo
stato di salute hanno importanza.

AGRUMI E CAMBIAMENTI CLIMATICI

Come tutte le piante, anche gli agrumi sono precipitazioni, può essere importante recu-
interessati dai cambiamenti climatici in cor- perare tutta l’acqua piovana grazie a cister-
so: non solo dal punto di vista, come viene ne, serbatoi, laghetti, dove può essere fatta
immediatamente da pensare, dello sposta- affluire anche l’acqua utilizzata, che grazie a
mento dell’areale di coltivazione in zone una filtrazione e depurazione può essere effica-
volta precluse perché troppo fredde o dalla cemente riciclata.
desertificazione di zone una volta particolar- Per le piante è invece un vantaggio l’aumento
mente vocate. Contano, ad esempio, anche i della CO2 nell’atmosfera visto che l’incremen-
cambiamenti repentini, con ondate improv- to del tasso di anidride carbonica favorisce la
vise di caldo o di freddo: ad esempio diverse fotosintesi e quindi ci sarebbe un aumento
cultivar, soprattutto quelle senza semi, come della produttività.
le arance Navel o alcuni mandarini e limoni, Un altro importante aspetto relativo ai cam-
sono particolarmente soggette a danni da biamenti climatici è che possono favorire
ondate di calore. alcune malattie o parassiti: ad esempio, sem-
Anche eventi meteorici particolarmente in- bra che l’aumento delle temperature abbia
tensi possono mettere a rischio la coltiva- favorito una recrudescenza del Virus della
zione di queste piante, e chi le coltiva deve Tristeza degli agrumi.
tenerne adeguatamente conto. Ad esempio, Infine, se durante il periodo di fioritura ci
si devono curare il drenaggio e il deflusso sono eventi – che ora avvengono molto più
delle acque o rafforzare le protezioni contro spesso – di piogge molto intense e basse
gli smottamenti e le frane laddove si coltivi temperature, ne risentono gli insetti impol-
su terreni in pendenza. Al contrario, in caso linatori: quindi sono fortemente a rischio an-
di siccità o comunque di diminuzione delle che la formazione e la produzione dei frutti.
22 Conoscere gli agrumi

Soprattutto nella fase di allegagione, tem-


perature molto elevate possono provocare
una forte diminuzione della produzione, con
possibilità anche di una perdita completa.
C’è un modo per calcolare il fabbisogno di
calore degli agrumi: dall’inizio della vegeta-
zione fino all’inizio della raccolta dei frutti le
piante devono ricevere un indice di calore,
calcolato sulla somma delle temperature su-
periori allo 0 di vegetazione (corrispondente
a 12,8 °C), superiore a 1200 °C o, secondo
altri, di 1500 °C. Il fabbisogno varia anche in
base alla specie e alla cultivar: sono molto
esigenti, per esempio, gli aranci tardivi, men-
tre poco esigenti sono le cultivar precoci di
In genere la fruttificazione degli agrumi avviene sui arancio, limone e mandarino.
rami giovani, di circa un anno, nella parte esterna

L’acqua
A parità di temperatura raggiunta, un altro Nei nostri climi, il fabbisogno idrico per gli
fattore può essere la differenza tra la tem- agrumi è stato calcolato in circa 2000 mm
peratura dell’ambiente e quella delle foglie, di pioggia (o di acqua di irrigazione) all’anno.
diversa a seconda che il cielo sia sereno o Quindi, da noi, l’irrigazione è quasi sempre
meno e che ci sia o meno vento. necessaria, sia per la scarsità di precipitazioni
Anche le temperature eccessive possono nelle regioni meridionali sia per la loro distri-
provocare l’arresto dello sviluppo dei frutti, buzione molto irregolare. Anche l’umidità at-
nonché il disseccamento di foglie e rami. mosferica ha una sua importanza: se è elevata

QUANDO I FRUTTI SONO DUE

Alcune arance hanno un frutto doppio, con per questo che le varietà di questo tipo non
il più piccolo incluso all’interno di quello producono semi (apirenia).
più grande dal quale sporge leggermente Si tratta, per lo più, di specie originarie e tipi-
all’estremità superiore. Sono le arance di tipo che degli areali caldi e temperati, tropicali o
‘Navel’: il loro fiore, sopra l’ovario normale subtropicali. In Europa sono state introdotte
produce un secondo ovario, più piccolo, da nei secoli scorsi e molte si sono naturalizzate;
cui si sviluppa il secondo frutto. E anche in Italia sono tanto spontanee quanto coltiva-
l’apparato maschile presenta delle anomalie: te, soprattutto nelle regioni meridionali.
infatti, non produce polline funzionale, ed è
Conoscere gli agrumi 23

(ma entro certi limiti), da una parte migliorano e dei rametti, oltre che a rotture meccaniche
le caratteristiche organolettiche dei frutti, dei rami. Particolarmente dannosi sono poi i
dall’altra aumentano i rischi di malattie crit- venti marini, o comunque ricchi di salsedine.
togamiche e di infestazione di alcuni parassiti. Per proteggere le piante è possibile utilizzare
i frangivento, costituiti da piante vive di una
Il vento certa altezza resistenti alle raffiche o da recin-
La presenza di venti forti e persistenti può zioni, da posizionare in base alla direzione dei
provocare gravi danni alle colture di agrumi. venti più forti e frequenti. Nel caso bisogne-
Anche in questo caso, alcune specie e cultivar rebbe pensare all’installazione qualche anno
sono più sensibili di altre: mandarini, clemen- prima dell’impianto dell’agrumeto.
tine e aranci ‘Tarocco’ sono piuttosto sensibili,
mentre il limone è più resistente, anche grazie GENERI, SPECIE E VARIETÀ
al fatto che vegeta e fiorisce tutto l’anno. I Gli agrumi appartengono a diversi generi, di cui
danni sono dovuti a disseccamenti delle foglie i principali sono Citrus, Fortunella e Poncirus.

ATTENZIONE AL FREDDO

Sebbene i cambiamenti climatici abbiano non appena i rischi di gelate sono passati, le
consentito di spostare la coltivazione degli temperature risalgono e l’attività vegetativa
agrumi anche in località in cui, in preceden- della pianta è ripresa. Sono inoltre dispo-
za, sarebbe stata impossibile, il buon senso nibili alcuni prodotti per fasciare il tronco
suggerisce di non coltivarli in pieno campo e fogli in materiale plastico per coprire la
dove la temperatura scende sotto lo zero. parte aerea.
È poi buona norma adottare precauzioni Un altro metodo per proteggere la pianta
che consentano di contenere i rischi o di è irrigarla a pioggia (aspersione) quando la
intervenire per limitare i danni. La scelta del temperatura scende pericolosamente vicino
portainnesto, in questo contesto, è molto allo zero: il ghiaccio che si forma in questo
importante: alcuni, come l’arancio trifogliato caso protegge le parti delicate, soprattutto
(Poncirus trifoliata) possono infatti indurre i frutti, mantenendo una temperatura supe-
una maggiore resistenza alle basse tempera- riore a 0 °C al loro interno. L’unico rischio è
ture. Una prima, semplice protezione contro che qualche ramo si possa spezzare per il
le gelate è poi costituita dalla pacciamatura: peso eccessivo.
un buono strato di sostanza organica (paglia, Negli agrumeti industriali si possono invece
corteccia, foglie o anche compost soffice) proteggere le piante dalle gelate con grandi
consente di isolare l’apparato radicale, par- ventilatori che rimescolano l’aria più calda,
ticolarmente sensibile al gelo. Per le piante che tenderebbe a salire, con quella più fred-
giovani è anche possibile apportare una cer- da, a ridosso del terreno. I bruciatori sono
ta quantità di terra, che isola ancora meglio utilizzati sempre più di rado, a causa dei
della pacciamatura, da togliere in primavera costi di gestione elevati.
24 Conoscere gli agrumi

Il più importante è sicuramente Citrus, che (ibrido tra mandarino e arancio dolce) e i
comprende le specie elencate in tabella tangelo come il mapo (ibrido tra mandarino
(pagina a fianco). Con una certa facilità, gli comune e pompelmo).
agrumi formano poi degli ibridi tra le varie
specie: molte delle specie citate sono in re- IL MIGLIORAMENTO GENETICO
altà ibridi naturali, della cui origine si è persa Ogni anno scienziati, ricercatori, ibridatori
ogni traccia. In epoca più recente sono stati o anche semplici produttori contribuiscono
ottenuti ibridi di cui si conoscono più o meno a migliorare le caratteristiche delle piante
bene le specie d’origine, come il khatta (ibrido coltivate. I caratteri che interessano variano
tra limetta dolce e arancio dolce), il tangor dalla precocità alla produttività, dalla persi-
Conoscere gli agrumi 25

Nome scientifico Nome comune


Citrus aurantifolia lime
Citrus aurantium arancio amaro
Citrus australasica finger lime o caviale di limone
Citrus bergamia bergamotto
Citrus celebica papeda di Celebes
Citrus hystrix papeda delle Mauritius o combava
Citrus ichangensis papeda di Ichan
Citrus indica mandarino selvatico indiano
Citrus jambiri limone rugoso
Citrus junos arancio juzu
Citrus karna limone karna
Citrus latifolia limetta di Tahiti o limetta persiana
Citrus latipes papeda di Khasi
Citrus limetta limetta dolce
Citrus limettoides limetta dolce di Palestina
Citrus limon limone
Citrus limonia limone limetta
Citrus macrophylla alemow o colo
Citrus macroptera papeda della Malesia o don gan
Citrus maxima o Citrus grandis pomelo o pummelo o Shaddock
Citrus medica cedro
Citrus Meyer limone Meyer
Citrus micrantha biasong o papeda a fiore piccolo
Citrus myrtifolia chinotto
Citrus natsudaidai natsudaidai o pompelmo estivo giapponese
Citrus nobilis o Citrus deliciosa mandarino King
Citrus paradisi pompelmo
Citrus pennivesiculata gajanimma
Citrus reshni mandarino Cleopatra
Citrus reticulata o Citrus clementina clementina o mandarancio
Citrus sinensis arancio dolce
Citrus sunki mandarino acido
Citrus tachibana mandarino tachibana
Citrus tangerina mandarino tangerine
Citrus unshiu mandarino Satsuma
Citrus volkameriana limone volkameriano
26 Conoscere gli agrumi

stenza e conservabilità dei frutti alla resisten- semi. Alcuni recenti ibridi triploidi ottenuti dal
za a malattie e parassiti, fino al portamento o CREA-OFA (Centro di ricerca per Olivicoltura,
al vigore delle piante. Frutticoltura e Agrumicoltura) di Acireale so-
Per quanto riguarda i frutti, possono essere no: ‘Alkantara®’ clementine Oroval (2x) x aran-
importanti l’assenza dei semi, il colore della cio Tarocco (4x); ‘Clara®’ clementine ‘Monreal’
polpa, la succosità o l’acidità, mentre per le (2x) x arancio Tarocco (4x); ‘Mandared®’, cle-
varietà ornamentali si ricercano caratteristi- mentine di ‘Nules’ (2x) x arancio Tarocco (4x);
che ancora diverse. L’assenza dei semi si ottie- ‘Mandalate®’, dall’incrocio del mandarino ‘For-
ne in genere attraverso mutazioni, naturali o tune’ (2x) x mandarino ‘Avana’ (4x); ‘Tacle®’, cle-
indotte, che provocano la poliploidia, in par- mentine ‘Monreal’ (2x) x arancio Tarocco (4x).
ticolare la triploidia. In genere, la poliploidia si Tra gli altri temi di miglioramento genetico c’è
associa a un maggior vigore della pianta e a la ricerca di nuovi portainnesti che conferi-
dimensioni maggiori di fiori e frutti. Le cellule scano alle piante caratteristiche di rusticità, di
somatiche degli organismi eucarioti, agrumi entrata precoce in produzione e di produtti-
compresi, hanno normalmente un corredo vità, oppure ancora che migliorino la qualità
genetico diploide, pari a 2n, mentre i gameti dei frutti e li rendano resistenti alle avversità.
(le cellule per la riproduzione, in questo caso il Per il miglioramento genetico sono anche state
polline e l’ovulo), che si formano nel processo messe a punto tecniche che sfruttano carat-
di mitosi, hanno un corredo genetico aploide, teristiche tipiche degli agrumi: molte specie
pari a n. I gameti si uniscono poi nel processo possono infatti differenziare embrioni a partire
della meiosi per riformare una cellula diploide da cellule provenienti dai tessuti dell’ovario
all’origine dell’embrione: metà del corredo (nucelle), quindi senza fecondazione. La tec-
cromosomico proviene dal gamete maschile e nica consiste nella coltura in vitro di ovuli non
metà da quello femminile. sviluppati, dai quali ottenere grandi quantità
Gli ibridi poliploidi, con corredo genetico di plantule nucellari. Le plantule così ottenute
pari a 4n (tetraploidi) o più raramente 3n hanno un vigore e una produttività superiore;
(triploidi) si formano talvolta in natura ma la loro caratteristica più importante è però l’as-
possono essere anche indotti da mutazioni senza di virus, che nella maggior parte dei casi
provocate dall’uomo, con l’uso di prodotti non passano dalla pianta madre al seme.
naturali (come la colchicina) o di sintesi op- Sono state recentemente introdotte altre tec-
pure ancora con altri metodi come l’irradia- niche molto innovative, come l’editing del ge-
zione. In particolare, gli ibridi triploidi sono noma e la cisgenesi (trasferimento di parte del
incompatibili con la riproduzione sessuale, in genoma di un esemplare in un altro della stessa
quanto la meiosi non può avvenire perché specie). Con queste tecniche di laboratorio,
i gameti che si formano sono ‘aneuploidi’, che hanno consentito di “saltare” anni e anni
non contengono cioè coppie omologhe di di ricerca, sono state migliorate caratteristiche
cromosomi. Quindi, negli ibridi triploidi i frutti come la resistenza agli stress biotici e abiotici,
si formano normalmente, anzi hanno spesso alla resistenza post-raccolta dei frutti, fino alla
dimensioni maggiori, ma non contengono resistenza a parassiti e patogeni.
Conoscere gli agrumi 27

LA PREZIOSISSIMA VITAMINA C

Ancora all’inizio del XIII secolo, i marinai nuto di acido ascorbico si


che affrontavano viaggi lunghi per mare ri- riscontra nella buccia,
schiavano la vita a causa dello scorbuto, che superiore a quello
si manifestava con sintomi come gengive della polpa e del
sanguinanti, arrossamenti della pelle, perdi- succo: rispetti-
ta di tono muscolare e ridotta capacità di vamente, il 53%
rimarginamento delle ferite. Solo alla metà nella buccia, il
del Settecento, grazie a un medico inglese, 26% nel succo
ci si accorse che il succo di arancia, o ancora e il 21% nella polpa. Per quanto riguarda il suc-
meglio quello di limetta, era estremamente co, va detto che quello congelato ha un con-
efficace contro questa malattia. tenuto maggiore di acido ascorbico rispetto
In pratica, lo scorbuto era dovuto a una a quello fresco: pare infatti che non solo la
carenza di vitamina C, o acido ascorbico, vitamina C degradi nel succo fresco, ma an-
presente in grandi quantità nel succo degli che che si ricostituisca nel succo congelato
agrumi. Quantità che varia a seconda delle (l’acido ascorbico è soggetto a un processo
specie (le arance, per esempio, contengono di ossidazione, che è anche in funzione della
più acido ascorbico dei mandarini) e delle temperatura di immagazzinamento). E anche
varietà, ma anche dello stadio di maturazione il tipo di contenitore utilizzato ha una sua
alla raccolta: in genere, le varietà con il mi- influenza. Il succo di arancia in lattina perde
nore contenuto sono quelle tardive, mentre più vitamina C rispetto a quello conservato
quelle a più alto tenore sono le varietà a me- in altri tipi di contenitore, a causa dell’ossi-
dia precocità (i frutti ancora acerbi ne con- geno che resta all’interno e della reazione
tengono di più di quelli maturi). E un ruolo del succo con il metallo. I migliori risultati
importante, sulla quantità della vitamina C, lo si ottengono con le nuove confezioni in
giocano anche le tecniche di produzione e le cartone multistrato, che impediscono la pe-
condizioni climatiche. Per esempio: concima- netrazione di ossigeno e luce: se conservate a
zioni azotate eccessive abbassano il contenu- una temperatura di -20 °C, trattengono oltre
to dei frutti, mentre è necessario un livello il 90% della vitamina anche dopo un anno.
adeguato di potassio; ugualmente, tempera- Anche il vetro ha buone prestazioni, con
ture elevate ne fanno diminuire il contenuto, una perdita di circa il 10% di acido ascorbico
mentre temperature fresche nelle ore not- dopo quattro mesi di conservazione. Infine:
turne hanno un effetto positivo. È anche per durante la conservazione, una certa influenza
questo che gli agrumi prodotti nelle regioni l’hanno anche il livello di zuccheri, come il
tropicali contengono una quantità ridotta di fruttosio (maggiore è il contenuto e superiori
questa preziosa vitamina. Anche la posizione sono le perdite), e il livello di acidità (più è
dei frutti sulla pianta ha una sua importanza: alta l’acidità e più la vitamina C si conserva).
i frutti meglio esposti alla luce del sole sono E ovviamente, anche la temperatura di con-
più ricchi di vitamina C di quelli all’interno servazione è importante: più è bassa, minori
o, comunque, all’ombra. Il maggiore conte- sono le perdite.
29

Le specie e le varietà più note


ARANCIO AMARO
C itrus aurantium

L ’arancio amaro è
probabilmente un
reincrocio di Citrus
la polpa per la mar-
mellata e le bucce
per fare i canditi. Parti
maxima (il pomelo) della pianta sono inol-
x Citrus reticulata (il tre impiegate nell’in-
mandarancio). dustria dei profumi.
È originario della Cina; Dalla buccia si ottiene
in Europa arrivò grazie l’essenza di bigarade,
agli arabi nel X seco- utilizzata in liquori
lo, mentre pare che in come il Curaçao e il
Italia sia arrivato gra- Cointreau.
zie ai crociati nell’XI L’arancio amaro ha una
secolo. resistenza alle basse
Raggiunge i 10 m d’al- temperature molto
tezza e ha la chioma più alta rispetto all’a-
arrotondata. Le foglie rancio dolce, tanto
sono verde intenso, che spesso viene uti-
ovate, appuntite all’a- lizzato come portain-
pice e arrotondate al- nesto per altre specie
la base; caratteristica e varietà di agrumi.
la presenza di alette Tra le cultivar, parti-
sul picciolo. I fiori, colarmente interes-
solitari o in infiore- sante è la ‘Bizzarria’:
scenze, sono grandi, presenta contem-
bianchi e molto pro- poraneamente frutti
Arancio amaro
fumati. dell’arancio amaro e
I frutti sono più piccoli di quelli dell’arancio del limone cedrato, e ha frutti bitorzoluti,
dolce, depressi alle estremità e con una polpa gialli, arancioni e verdi, con caratteristiche di
acida, amarognola e ricca di semi; l’epicarpo entrambe le specie; vi sono poi altre cultivar
è abbastanza sottile e rugoso; a maturazione con frutti curiosi (costolati o con protuberanze
assumono un bel colore arancio e possono varie, come l’arancio corrugato) o con foglie
persistere a lungo sulla pianta. Si utilizzano increspate, molto sottili o variegate.
30 Le specie e le varietà più note

ARANCIO DOLCE
C itrus sinensis

È una specie originaria del Vietnam, dell’In-


dia e della Cina meridionale.
Compatta e di dimensioni medio-grandi, la
pianta ha una chioma arrotondata e simme-
trica. I rametti, su alcune cultivar, possono
essere spinosi.
Le foglie, medio-grandi, sono oblunghe o
ellittiche, lucide e cuoiose, con l’apice acuto
e la base arrotondata; alla base del picciolo ci
sono alette sottili.
I fiori (zagare) sono bianchi e molto profumati,
isolati o in gruppi fino a sei per infiorescenza;
la corolla ha cinque petali e gli stami sono
molto numerosi.
La fioritura è primaverile, mentre i frut-
ti arrivano a maturazione nell’autunno o
nell’inverno successivo: in alcuni casi i frutti
dell’anno precedente possono essere ancora
sulla pianta durante la fioritura successiva.
• VARIETÀ Le cultivar possono essere suddivi-
se in quattro gruppi: arance a polpa bionda,
arance pigmentate, arance ‘Navel’ (a ombe-
lico) e arance bionde tardive. Dalle varietà
citate, ne sono poi derivate numerose altre di
più recente introduzione.
• Nel primo gruppo sono comprese le arance
a polpa bionda e maturazione precoce, note
anche come arance Portogallo (cultivar ‘Por-
tuallu’): in genere queste cultivar sono carat-
terizzate da un buon vigore e da frutti con la
buccia e la polpa color giallo-arancio.
• Nel secondo gruppo troviamo le tipiche
arance a polpa rossa, come la ‘Moro’, la ‘Taroc-
co’ e la ‘Sanguinello’: le piante hanno un buon Arancio dolce allevato in vaso
Arancio dolce 31

Arance ‘Tarocco’ nucellari Arance ‘Ovale’

vigore, i frutti hanno la buccia color arancio, • L’ultimo gruppo, quello delle bionde a ma-
talvolta screziato, e la polpa di un rosso più o turazione tardiva, è caratterizzato da frutti
meno intenso. che rimangono a lungo sulla pianta, dato
• Il terzo gruppo, quello delle varietà ‘Navel’, che il picciolo è saldamente attaccato al
è caratterizzato dalla presenza, all’interno del frutto. Se le condizioni climatiche non sono
frutto principale, di un altro frutto più picco- ottimali, la maturazione può essere difficile.
lo, detto ombelico (navel in inglese). Le pian- Di questo gruppo fanno parte la ‘Valencia
te sono vigorose e relativamente resistenti Late’, la cultivar più coltivata nel mondo (è uti-
al freddo; i frutti hanno in genere una ma- lizzata anche per la produzione di succhi), con
turazione precoce e buccia e polpa arancio- frutti arancioni, buccia sottile e polpa succosa
ne: per la stessa caratteristica genetica che con pochi semi, e la ‘Ovale’ o ‘Calabrese’, una
fa loro produrre il secondo frutto, sono sterili delle cultivar tardive più diffuse in Italia, ca-
e non producono semi. Tra le varietà più note ratterizzata, come indica il nome, dalla forma
e diffuse troviamo la ‘Washington Navel’, la ovale dei frutti, che persistono a lungo sulla
‘Thompson Navel’, la ‘Navel Late’ e la ‘Nave- pianta. Tra le varietà ornamentali ricordiamo
lina’, a frutti più piccoli e adatta anche per la invece la ‘Foliis variegatis’, con foglie variegate
produzione di piante ornamentali. e frutti curiosamente striati.
32 Le specie e le varietà più note

Arance ‘Moro’ Arance ‘Washington Navel’ Arance ‘Lane Late’, un’altra


varietà appartenente al gruppo
delle ‘Navel’

• LE CARATTERISTICHE COLTURALI L’arancio dolce


CURIOSITÀ
si adatta a condizioni di mezz’ombra, anche
se preferisce il pieno sole. Nelle zone sogget-
te a gelate, le piante vanno adeguatamente • I frutti dell’arancio dolce non maturano
dopo la raccolta: vanno quindi lasciati
protette.
sulla pianta fino al grado di maturazione
Resiste abbastanza bene alla siccità, ma ri-
desiderato.
chiede irrigazioni abbondanti per la massima • Nelle zone tropicali i frutti rimangono
produzione. verdi, e per far assumere loro la colorazio-
Si innesta su arancio amaro, limone volkame- ne arancione vengono trattati con etilene,
riano e arancio trifogliato (soprattutto per le un gas che è anche un ormone che inter-
piante in vaso e nelle zone con basse tempe- viene nella loro maturazione.
rature invernali). • Le api amano i fiori dell’arancio, e il miele
che se ne ottiene è ottimo.
• Le arance abbassano il tasso di coleste-
rolo e pare facciano digerire meglio i cibi
ricchi di grassi.
• La vitamina C è presente soprattutto
nella buccia e nel mesocarpo: come fonte
di acido ascorbico sono dunque da prefe-
rire altri agrumi.
Arancio trifogliato o ponciro 33

ARANCIO TRIFOGLIATO o PONCIRO


P onCirus trifoliata (C itrus triPtera )

È l’unico tra gli agrumi ad avere foglie de-


cidue e si distingue anche per la sua
resistenza al freddo. Il nome ponciro deriva
probabilmente dal francese pomme de Syrie,
“pomo della Siria”, sebbene sia originario
delle zone settentrionali e centrali della Cina.
Forma piccoli alberi a crescita rapida, con
portamento cespuglioso piuttosto irregolare.
I rami presentano normalmente lunghe spine
acuminate, ma sui rami di un anno si sviluppa-
no anche speroni privi di spine, con internodi
ravvicinati. Le foglie sono trifogliate, formate
cioè da tre foglioline (una apicale, più grande,
e due laterali più piccole); i piccioli sono mu-
niti di alette.
I boccioli fiorali si formano all’inizio dell’estate
ma si aprono solo la primavera successiva,
spesso prima dell’emissione delle foglie; i
fiori sono singoli e di media grandezza, con
un gradevole profumo. I piccoli frutti, globosi
o leggermente piriformi e gialli a maturazione,
hanno un sapore molto acido e contengono
molti semi.
Questa specie molto resistente – regge fino a
-15 °C – è coltivata a scopo ornamentale, per
la formazione di siepi praticamente impene-
trabili, e come portainnesto per altri agrumi.
Alle piante innestate conferisce una maggiore
resistenza al freddo, un’entrata in produzione
precoce e una buona qualità dei frutti. Ed è
anche il portainnesto preferito per le piante
in vaso, sia per l’effetto leggermente naniz-
Arancio trifogliato
zante sia in virtù del suo apparato radicale
superficiale. Si propaga facilmente per seme Ne esiste una varietà, denominata ‘Monstruo-
e per talea. sa’, con rami contorti e spine ricurve.
34 Le specie e le varietà più note

BERGAMOTTO
C itrus bergamia

Frutto di bergamotto

S econdo alcuni autori è una specie di ori-


gine cinese, per altri si tratta di un ibrido
naturale tra arancio amaro e limette acide, e
I frutti sono di media grandezza, da sferici a
piriformi, con una buccia sottile color aran-
cio chiaro o gialla e ricchissima di oli essen-
per altri ancora di un ibrido tra arancio amaro ziali (oltre 300 componenti), mentre la polpa
e limone o, addirittura, una mutazione dell’a- è verdastra e notevolmente acida.
rancio amaro. Tra le varietà, la più diffusa è la ‘Femminello’;
È coltivato in un areale particolarmente ri- vanno però ricordate anche la ‘Fantastico’,
stretto, soprattutto in Calabria, che da solo molto produttiva e ricca di oli essenziali, e
contribuisce per il 90% circa della produzione la ‘Castagnaro’.
mondiale. Il bergamotto è utilizzato principalmente
Forma piccoli alberi, fino a 4 m d’altezza, ca- per l’industria dei profumi, soprattutto per
ratterizzati da foglie grandi, bollose, di colore la produzione dell’acqua di Colonia, ottenuta
verde brillante sopra e più chiare sulla pagina per la prima volta da un italiano, Giovanni
inferiore, che rimangono sulla pianta anche Paolo Feminis, in Germania intorno al 1700.
in inverno. Con l’essenza che si estrae da foglie, fiori e
I fiori, disposti a gruppetti, sono piccoli, frutti si aromatizza anche l’ottimo tè Earl
bianchi e molto profumati: la fioritura princi- Grey.
pale avviene da fine marzo a metà maggio; la La buccia è impiegata anche per la produzio-
seconda fioritura, autunnale, dà frutti tardivi. ne dei canditi.
Calamondino 35

CALAMONDINO
x C itrofortunella miCroCarPa
( x C itrofortunella mitis , C itrus mitis , C itrus madurensis )

S i tratta di un ibrido tra specie appartenen-


ti a due generi diversi: probabilmente tra
mandarancio (Citrus reticulata) e kumquat
ovale (Fortunella margarita). Proviene dalla
Cina.
Forma piante piccole, a chioma molto densa;
i rami presentano solo raramente qualche
piccola spina. Le foglie sono da ellittiche a
ovate, i piccioli hanno piccole alette.
I fiori, emessi quasi ininterrottamente dalla
primavera all’autunno, sono piccoli e bianchi,
solitari o a coppie, profumati, portati all’a-
scella delle foglie.

Calamondino (x Citrofortunella mitis)

Calamondino
36 Le specie e le varietà più note

Calamondino allevato a spalliera Calamondino allevato ad alberello Calamondino potato a


piramide

I frutti sono piccoli, fino a 3,5 cm, sferici


o leggermente appiattiti, di colore arancio
vivo; la buccia è sottile, la polpa piuttosto
acida.
Si possono usare come i limoni o mangiare
come i mandarini.
La pianta resiste abbastanza bene alle basse
temperature, ma anche, caso raro tra gli
agrumi, al caldo secco degli appartamenti,
purché stia in posizione ben soleggiata. Si
presta molto bene a essere allevato in forme
particolari (alberello, piramide ecc.).
Un’altra qualità ornamentale è la lunga persi-
stenza dei frutti.
Ne esiste anche una varietà a foglie e frutti
variegati. Calamondino variegato,
con le caratteristiche striature
Cedro 37

CEDRO
C itrus mediCa

È l’agrume di cui si hanno le testimonianze


più antiche. Pare sia originario dell’India
e della Birmania e il suo viaggio verso oc-
cidente ha visto protagoniste le più grandi
civiltà della storia. Per alcuni botanici non
è una specie a sé ed è incluso nella specie
Citrus limon.
Forma arbusti o piccoli alberi, fino a 8 m
d’altezza, con rami spinosi e portamento
irregolare.
Le foglie sono di dimensioni medio-grandi,
ovali-oblunghe e a margine dentato; sono
rossicce appena emesse, poi diventano verde
scuro; il picciolo è breve e privo di alette.
La fioritura del cedro è continua, con flussi
principali in primavera e in autunno: i fiori
sono grandi, rosso-violacei quando sono in
boccio e con l’interno bianco e l’esterno sof-
fuso di viola quando si aprono.
I frutti sono piuttosto grandi, con un epi-
carpo spesso bitorzoluto; hanno una forma
oblunga e una polpa ridotta, molto acida.
La scorza è utilizzata per la produzione dei
canditi, mentre la polpa è una notevole fonte
di acido citrico; apprezzato anche il succo
(cedrata).
Frutti di cedro
Non molto resistente alle basse temperature,
d’inverno il cedro si può defogliare per poi
riprendere l’attività vegetativa in primavera. ‘Etrog’ e la curiosa ‘Sarcodactylis’, più nota
Le cultivar sono divise in due gruppi: cedri come ‘Mano di Budda’, con frutti ornamenta-
acidi e cedri dolci. Le prime, come la specie li privi di polpa. Tra le cultivar dei cedri dolci
tipica, hanno fiori e germogli rosso-violacei e ricordiamo la ‘Corsican’ e la ‘Salò’, con una
polpa acida; le seconde hanno fiori bianchi caratteristica forma dei frutti.
e polpa più dolce. Tra i cedri acidi le cultivar Ne esiste anche una varietà con frutti molto
più note sono la ‘Diamante’ (o ‘Liscia’), la grossi, denominata ‘Maxi’.
38 Le specie e le varietà più note

Cedro ‘Maxi’

Cedro della curiosa varietà ornamentale ‘Mano di Budda’: a sinistra, chiuso; a destra, aperto
Chinotto 39

CHINOTTO
C itrus myrtifolia

I l chinotto è originario
– come suggerisce il no-
me comune – della Cina
le. Danno origine a no-
tevoli quantità di frutti
di modeste dimensioni,
meridionale. schiacciati alle estremità
È un albero di piccole e di colore arancio in-
dimensioni, che non su- tenso a maturazione; la
pera i 3 m d’altezza, a polpa è amara e acida,
portamento compatto ma l’effetto ornamentale
e a crescita lenta, con è notevole, anche perché
rami senza spine (unico possono rimanere sulla
agrume con questa carat- pianta per un paio d’anni;
teristica). si utilizzano per la pro-
Anche le foglie sono duzione di canditi e della
caratteristiche: picco- omonima bibita.
Chinotto
le, ellittiche, appuntite, Viene innestato soprat-
cuoiose e di colore verde lucido, ricorda- tutto su arancio amaro (Citrus aurantium).
no quelle del mirto (Myrtus communis). Si presta molto bene alla coltivazione in
I fiori, bianchi e profumati, sono piuttosto vaso, in particolare, grazie al portamento, a
piccoli, con fioritura primaverile e autunna- quella dei bonsai.

Chinotto
allevato ad
alberello Frutti e fiori di chinotto
40 Le specie e le varietà più note

CLEMENTINA
C itrus retiCulata (C itrus Clementina )

S econdo molti au-


tori si tratta di una
specie molto antica,
vate altre varietà più
recenti.
Tra le varietà orna-
originaria della Cina e mentali, vanno se-
dell’Estremo Oriente gnalate quelle con
in generale, e porta- frutto rosso (‘Cle-
ta in Europa nel XIX mentino rubino’ e
secolo; secondo altri ‘Clementino rosso’).
si tratterebbe inve- In genere si innesta
ce di un ibrido tra il su franco della stessa
mandarino e l’aran- specie o di specie si-
cio (dolce o amaro); mili, ma si utilizza an-
secondo altri ancora, che il mandarino Cle-
tra il mandarino e il Clementino rosso opatra (Citrus reshni).
chinotto. Le varietà ‘Satsuma’ furono ottenu- Le piante entrano in produzione tre-quattro
te in Giappone oltre 400 anni fa. anni dopo la messa a dimora. Come quelli di
È un albero piccolo, talvolta spinoso, con rami molti altri agrumi, i frutti non maturano dopo
slanciati e chioma arrotondata, simmetrica e la raccolta: bisogna quindi coglierli solo allo
abbastanza aperta. Le foglie sono lanceolate, stadio di maturazione desiderato.
verde brillante, con piccioli leggermente alati.
I fiori, solitari o in piccole infiorescenze, sono
notevolmente profumati. I frutti hanno una
sottile buccia arancione, facile da spellare, e
una polpa dolce, succosa, con piccoli semi
appuntiti (le varietà moderne ne sono ormai
prive).
Numerose le varietà, dal gruppo delle classi-
che clementine – dal frate missionario, Cle-
mente Rodier, che le coltivò in Algeria, nelle
vicinanze di Orano – a quello delle ‘Satsuma’.
La loro maturazione è più precoce rispetto
a quella dei mandarini e anche la resistenza
al freddo è più elevata. Tra le clementine, le
varietà più note sono ‘Monreal’, ‘Di Nules’,
‘Oroval’ e ‘Tardivo’. Da queste sono poi deri-
Finger lime 41

FINGER LIME
C itrus australasiCa

C onosciuto in precedenza come Micro-


citrus australasicus, è una specie di
origine australiana, entrato di prepotenza
Si tratta di un arbusto, talvolta un piccolo
albero, con rami spinosi originario dell’Au-
stralia. Ha foglie piccole e appuntite e, se le
negli ultimi anni tra gli agrumi più apprezzati condizioni climatiche lo permettono, emette
e ricercati. Viene comunemente chiamato continuativamente piccoli fiori bianchi. I frutti
‘finger lime’ per la forma del frutto simile a sono molto caratteristici, cilindrici, talvolta
un dito, o ‘caviale di limone’ perché le vesci- incurvati, lunghi 5-10 cm: possono avere colo-
cole tondeggianti presenti nel frutto - che razioni diverse, tanto all’esterno (dal verde, al
non sono suddivise in spicchi - assomigliano bruno o al rossiccio) quanto all’interno (rosso,
alle sferette del caviale e si rompono in boc- rosa, giallo o verde). Per gustarli al meglio non
ca più o meno nello stesso modo quando li vanno raccolti a piena maturazione, visto che
mastica, e rilasciano un gradevole sapore, si- dopo questa fase perdono rapidamente di
mile a quello del limone. I frutti attualmente gusto e di succosità.
hanno un prezzo di vendita molto elevato, La pianta ha buone caratteristiche ornamen-
e la polpa è molto utilizzata proprio come tali, tanto per la presenza tutto l’anno di
alternativa al caviale, come guarnizione dei frutti e fiori in contemporanea, quanto per la
piatti (anche da chef stellati) o per preparare ramificazione molto fitta; è facilmente adat-
dolci, spremute, marmellate ecc. tabile a forme particolari, come la spalliera.

Frutti di ‘Capelli d’angelo’, Il frutto aperto. I frutti possono avere colorazioni


una varietà di Citrus australasica diverse, tanto all’esterno quanto all’interno.
42 Le specie e le varietà più note

KUCLE
f ortunella margarita x C itrus retiCulata

A nche se l’origine del kucle è incerta, sem-


bra che si tratti di un ibrido tra kumquat
ovale e clementina. La pianta presenta infatti
caratteristiche intermedie tra i supposti pro-
genitori.
Le foglie sono di un verde scuro, mentre i fiori
sono bianchi e piccoli, prodotti più o meno
ininterrottamente nell’arco di tempo dalla
primavera all’autunno.
I frutti sono simili a quelli del kumquat, anche
se di dimensioni superiori e tondeggianti, con
la buccia color arancio intenso; la polpa ha un
gusto agrodolce. Il kucle è molto apprezzato
come pianta ornamentale, anche grazie alla
lunga persistenza dei frutti.
Frutti di kucle

Kucle potato
Kucle allevato a piramide
ad alberello
Kumquat rotondo 43

KUMQUAT DI HONG KONG


f ortunella hindsi

D i origine cinese, è una pianta di dimensioni


contenute, con ramoscelli spinosi.
Le foglie sono ovato-ellittiche, rastremate ad
ambedue le estremità, verde scuro superior-
mente e più chiare sotto; i piccioli sono alati,
quasi a fondersi con la lamina. I fiori, piccoli,
non si aprono mai completamente: sono bian-
chi e inseriti singolarmente sui rami.
I frutti sono molto piccoli (arrivano fino a
1,5 cm), globosi e con una buccia arancione,
liscia; i semi piuttosto grandi se paragonati alle
dimensioni del frutto.
È una pianta con un buon valore ornamentale,
grazie alla notevole persistenza dei frutti.

Alberelli di kumquat di Hong Kong in un vivaio

KUMQUAT ROTONDO
f ortunella jaPoniCa

A
pone.
nche se le origini sono incerte, sembra
che questa specie provenga dal Giap-

È molto simile alla specie Fortunella marga-


rita, da cui differisce per le foglie più piccole,
di un verde più chiaro e con venature più
marcate, e per i frutti, di forma arrotondata.
Ne esiste anche una varietà variegata denomi-
nata ‘Sun Stripe’. Ha poche spine sui rami e la
buccia dei frutti è dolciastra.

Frutti di kumquat rotondo


44 Le specie e le varietà più note

KUMQUAT OVALE
f ortunella margarita

Q uesta specie,
che proviene
dal sud della Cina, pa-
è gradevolmente aci-
dula. I frutti si man-
giano interi.
re abbia origini molto Come tutti gli al-
antiche. tri kumquat, anche
Forma piccole piante questa specie ha una
cespugliose e com- buona resistenza al
patte, con rami leg- freddo e un note-
germente spinosi. Le vole valore orna-
foglie sono lanceola- mentale, apprezzato
te, verde scuro luci- soprattutto in vaso,
do sopra e più chiare grazie alla lunga per-
sotto. sistenza dei frutti.
I fiori, che compa- Tra le varietà, se ne
iono soprattutto in Kumquat ovale ricorda una con fo-
estate, sono singoli o glie e frutti grandi
riuniti in piccole infiorescenze. circa il doppio rispetto al normale (kumquat
I frutti sono piccoli, ovali e con una buccia gigante) e una con frutti rotondi (kumquat
arancione, liscia, ricca di oli essenziali; la polpa tondo).

Pianta di Kumquat ovale


kumquat ovale allevato
ad alberello
Lime 45

LIME
C itrus aurantifolia

D a alcuni autori è
considerato un
ibrido naturale di Ci-
fiori del raccolto se-
guente.
Tra le cultivar ricor-
trus medica (il cedro) diamo la ‘Mexicana’
con un’altra specie. (limetta messicana),
È coltivato princi- molto sensibile al
palmente nelle zone freddo, tanto che è
tropicali dell’Asia per di difficile coltivazio-
la produzione di olio ne all’aperto persino
essenziale, ricavato in Sicilia; la ‘Neapo-
dalla buccia. L’essen- litanum’, meno sen-
za viene impiegata sibile al freddo e già
nell’industria alimen- conosciuta nei giar-
tare per la produzio- dini medicei del XVI
ne di bibite e anche secolo; ‘La Valletta’,
nell’industria dei pro- Limetta di Tahiti: secondo alcuni autori si tratta probabilmente una
fumi e dei detergenti. di una specie a se stante (Citrus latifolia), per altri mutazione ottenuta
Forma alberelli (alti appartiene alla specie Citrus aurantifolia a Malta.
fino a 3-5 m) con ra-
mificazioni irregolari e rametti spinosi.
Le foglie sono ovali, da ellittiche a oblunghe,
finemente crenate, arrotondate alla base, ap-
puntite all’apice e di colore verde chiaro; i
piccioli, alati, sono leggermente appiattiti.
Le infiorescenze, a racemo, hanno da due a
sette fiori piccoli, bianchi e molto profuma-
ti, prodotti irregolarmente in diversi periodi
dell’anno.
I frutti sono piccoli e ovali, per lo più verdi o
verdi-giallastri, anche se alcune cultivar posso-
no diventare più o meno gialle a maturazione;
la buccia è sottile e ricca di oli essenziali; la
polpa è molto acida.
Dal lime sono derivati anche ibridi come questo
I frutti rimangono a lungo sulla pianta, con- limequat, incrocio tra Citrus aurantifolia x Fortunella
tribuendo all’effetto ornamentale assieme ai margarita
46 Le specie e le varietà più note

LIMETTA DI RANGPUR
C itrus limonia

I bridi di origine incerta, probabilmente derivati


da Citrus limon (il limone) e Citrus reticulata
(il mandarancio), ma non è esclusa la partecipa-
zione di Citrus sinensis (l’arancio dolce).
Formano piante di media dimensione con
rami ampi, leggermente penduli e con qual-
che piccola spina. Le foglie sono da ovali a
ellittiche, di colore verde opaco, con picciolo
provvisto di alette. I fiori, profumati, hanno Frutti di rangpur
riflessi violacei. I frutti sono da depresso-
globosi a globosi; la buccia, sottile e che si Di questo gruppo fa parte il Citrus otaitensis
stacca facilmente, è arancione con sfumature o arancio d’Otaiti (l’odierna Thaiti), che ha
giallastre o rossastre; la polpa è arancione, un elevato valore ornamentale (anche come
succosa, acidula, con molti semi. bonsai).

LIMETTA DOLCE
C itrus limetta

Q uesta specie, di origine


sconosciuta, è presente
nei giardini del bacino del Me-
singoli o in infiorescenze. I
frutti sono tondeggianti o un
po’ più allungati, depressi ai
diterraneo da diversi secoli: di poli, con un umbone anche di
quelli medicei si hanno testi- un paio di centimetri; la buc-
monianze risalenti al Seicento. cia, piuttosto sottile, è gialla e
Forma alberelli o grandi ce- ricca di oli essenziali; la polpa
spugli eretti, molto ramificati e è di un verde-giallastro chiaro
spinosi. Le foglie sono ovato- ed è leggermente dolciastra o
ellittiche con apice appuntito, appena acidula, molto succosa.
i piccioli brevi e solo raramente Questa specie è molto ap-
con alette. I fiori, prodotti inin- prezzata come pianta orna-
terrottamente dalla primave- mentale per la fioritura pro-
ra all’autunno, sono bianchi e lungata e la notevole persi-
profumati, e possono essere Limetta dolce stenza dei frutti.
Limetta dolce di Roma o Pursha 47

LIMETTA DOLCE DI PALESTINA


C itrus limettoides

P robabilmente di origine indiana, è una


specie che forma arbusti o piccoli alberi
con rami spinosi disposti irregolarmente. Le
foglie sono da ovate a ellittiche, con apice
leggermente mucronato (cioè appuntito) e
arrotondate o acute alla base, di colore verde
chiaro; il picciolo è privo di alette. I fiori, sin-
goli o in infiorescenze a grappolo, sono bian-
chi e profumati. I frutti sono arrotondati, di
medie dimensioni e con un umbone talvolta
pronunciato; la buccia è gialla, sottile e liscia,
la polpa succosa, non aromatica e dolciastra.
Rispetto alle altre limette, questa specie è re-
lativamente resistente alle basse temperature. Limetta dolce di Palestina

LIMETTA DOLCE DI ROMA o PURSHA


C itrus limetta ‘P ursha ’

S i tratta di un ibrido di origine incerta, forse


tra limetta e arancio o tra limetta e chinot-
to, o ancora tra lime e chinotto.
foglie piuttosto piccole, ellittiche, appuntite
all’apice e color verde scuro lucido; il picciolo
è leggermente alato.
La limetta dolce di Roma, o Pursha, forma I fiori, molto profumati, sono bianchi e vengo-
piante cespugliose, a chioma irregolare con no prodotti continuamente nel periodo che
va da aprile a ottobre.
I frutti sono globosi, depressi ai poli e abba-
stanza piccoli; all’apice presentano talvolta
piccole protuberanze. La buccia è rugosa e
non resta molto aderente alla polpa, che è
agrodolce e abbastanza gustosa.
Il valore ornamentale della pianta, oltre che
alla forma particolare dei frutti, è dovuto alla
presenza, in contemporanea, dei fiori e dei
Frutti e fiori di Pursha frutti in diversi stadi di maturazione.
48 Le specie e le varietà più note

LIMONE
C itrus limon

variegate di verde o di bianco: ricca di oli


essenziali, può essere più o meno sottile, liscia
in alcune varietà e rugosa in altre. La polpa,
divisa in otto-dieci spicchi, è generalmente
molto aspra e succosa. Molte varietà sono
prive di semi.
Una delle caratteristiche che rendono gradito
il limone per la produzione di piante ornamen-
tali è la presenza, più o meno per tutto l’anno
e in contemporanea, di fiori e frutti.
I flussi principali di fioritura sono in prima-
vera, con la produzione dei limoni invernali,
e in settembre, da cui derivano i cosiddetti
verdelli. Per favorire la produzione di questi
ultimi, che ottengono prezzi migliori sul
mercato, si utilizzano tecniche particolari
Limone delle quattro stagioni come l’interruzione delle irrigazioni per un
certo periodo.

Il limone è probabilmente un ibrido naturale


tra il cedro (Citrus medica) e il lime (Citrus
aurantifolia), originatosi tra l’Indocina e l’India.
• VARIETÀ Le varietà di limone sono tante, al-
cune di origine molto antica, come il ‘Fem-
Forma piccoli alberi, fino a 6 m d’altezza,
con ramificazioni irregolari e rami spinosi. Le
foglie sono alterne, rossastre da giovani e poi
verde scuro sopra e più chiare sotto, ellittiche
oppure ovate e finemente dentellate; il pic-
ciolo è leggermente alato. I fiori, dolcemente
profumati, possono essere solitari o in coppie,
all’ascella delle foglie: in condizioni climatiche
favorevoli sono prodotti tutto l’anno. Sono
rossastri in boccio e poi bianchi all’interno
e soffusi di viola all’esterno, con moltissimi
stami spesso uniti tra loro. I frutti sono ovali
oppure oblunghi, con apici appuntiti. Normal-
mente la buccia è gialla, ma ci sono varietà La caratteristica forma del limone ‘Peretta’
Limone 49

Limone allevato ad alberello

I VERDELLI

Alla produzione, divenuta ormai normale,


dei limoni verdelli, si arrivò un po’ per caso
nel 1866. In un giardino siciliano si sospe-
sero le irrigazioni dall’1 aprile al 15 luglio, e
le piante reagirono con una parziale defo-
gliazione e con la caduta dei fiori. Quando,
nella seconda metà di luglio, le irrigazioni
furono riprese, le piante rivegetarono e
si coprirono prima di fiori, poi di frutti
che arrivarono a maturazione nel giugno-
luglio dell’anno seguente, completamente
fuori stagione rispetto al normale. Questa
tecnica, denominata “forzatura”, venne suc-
cessivamente messa a punto ed estesa su
scala industriale.
Pianta di limone in coltivazione
50 Le specie e le varietà più note

minello comune’, da cui ne sono poi deriva-


te altre come la ‘Florentina’, molto utilizzata
come pianta ornamentale, la ‘Femminello a
zagara bianca’, con fiori bianchi simili a quelli
dell’arancio, e la ‘Femminello carrubaro’, che
produce fiori (e frutti) in gruppi. Ricordiamo
poi la ‘Lunario’ o ‘limone delle quattro stagio-
ni’, che fiorisce tutto l’anno e produce frutti
molto allungati, la ‘Peretta’ dai frutti piriformi,
la ‘Monachello’ di forma ellittica e con succo
non troppo aspro, e la ‘Ovale di Sorrento’.
Dalle varietà “classiche” ne sono poi derivate
altre di più recente introduzione.
Ci sono anche varietà a foglie variegate e la
curiosa ‘Digitata’, i cui frutti hanno una carat-
teristica forma – talora definita “mostruosa”
– causata dalle punture dell’acaro delle me-
In alto, limone dolce.
raviglie (Eriophyes o Aceria sheldonii ) sulle Qui sopra, limone lunario.
gemme fiorali.

Limone allevato a spalliera Limone allevato in vaso con tutori Limone potato a piramide
Limone 51

• LE CARATTERISTICHE COLTURALI Data la sua pecu-


CURIOSITÀ
liarità di produrre fiori più o meno continua-
mente nel corso dell’anno, il limone è piutto-
sto sensibile al freddo e si defoglia comple- • A differenza di altri agrumi, i limoni pos-
tamente con temperature di -4/-5°C, mentre sono maturare anche una volta staccati
temperature inferiori possono danneggiare dalla pianta. Spesso vengono staccati (la
raccolta meccanica non è possibile), ma-
anche il legno; i fiori e i frutti, invece, soppor-
nipolati e spediti ancora verdi – protetti
tano valori fino a -2°C. D’altra parte, non ha da un trattamento fungicida e da un’in-
invece bisogno di temperature estive molto ceratura – quindi trattati in seguito per
elevate per la maturazione dei frutti. farli maturare: per questo motivo non è
Le piante sono sensibili anche al vento, per consigliabile utilizzare le bucce dei frutti,
cui è opportuno ripararle con dei frangivento. a meno che non provengano da colture
In periodi prolungati di siccità è necessaria biologiche. I limoni adeguatamente trattati
l’irrigazione. possono essere mantenuti in frigorifero
Per quanto riguarda il terreno, il limone non è anche per sei mesi.
• Il succo di limone ha numerose applica-
eccessivamente esigente e cresce bene anche
zioni medicinali: viene utilizzato in primo
in terreni poveri. Il pH ottimale è intorno a
luogo come antiscorbutico, grazie all’aci-
5,5-6,5. do ascorbico, ma anche come diuretico,
Si innesta su diversi portainnesti, dal franco astringente e febbrifugo, oltre che per
al limone volkameriano fino all’alemow, al curare gengiviti, stomatiti e infiammazioni
mandarino Cleopatra e all’arancio amaro, è della lingua; riscaldato, è un blando las-
incompatibile però con alcune varietà come sativo.
la ‘Monachello’.

Limone rosso Varietà di limone a scorza variegata


52 Le specie e le varietà più note

LIMONE MEYER
C itrus m eyeri

P robabilmente un ibrido naturale tra limone


(Citrus limon) e arancio dolce (Citrus sinen-
sis), fu rinvenuto in Cina dall’esploratore Frank
N. Meyer, che lo introdusse negli Stati Uniti,
dove è abbastanza diffuso in coltivazione.
Produce infiorescenze violacee più o meno
tutto l’anno, e frutti simili a limoni, ma meno
aspri e molto succosi. Si propaga facilmente
per talea.
È particolarmente interessante per la resi-
stenza alle basse temperature e il valore
ornamentale.

Limone Meyer

LIMONE VOLKAMERIANO
C itrus volkameriana

S i tratta, probabilmente, di un ibrido tra


limone (Citrus limon) e arancio amaro (Ci-
trus aurantium).
È più rustico del limone e presenta foglie verde
intenso, di dimensioni medio-piccole ed ellitti-
che. I nuovi germogli e i fiori sono soffusi di viola.
I frutti sono sferici, di media dimensione, con
la buccia color arancio vivo e la polpa piutto-
sto acida, simile a quella del limone.
Viene utilizzato come portainnesto per altre
specie, visto che induce resistenza al freddo,
vigore e una maggiore adattabilità ai diversi
tipi di terreno, anche a quelli poveri.

Frutti di limone volkameriano


Mandarino Cleopatra 53

MANDARINO CLEOPATRA
C itrus reshni

I l mandarino Cleopatra è una specie di ori-


gine indiana.
Forma piante a portamento compatto, arro-
tondato, con foglie strette di modeste dimen-
sioni color verde scuro.
I fiori sono piccoli e bianchi.
I frutti, piccoli, globosi e depressi ai poli, sono
simili alle clementine; la buccia, color arancio
intenso, è poco aderente alla polpa, che ha un
sapore gradevole ed è ricca di semi.
La pianta resiste bene al freddo e può es-
sere utilizzata come portainnesto: gli unici
svantaggi sono una crescita piuttosto lenta e
un’entrata in produzione tardiva.
Il mandarino Cleopatra è molto apprezzato in
particolare come pianta ornamentale grazie
alla lunga persistenza dei frutti.

Frutti e pianta di mandarino Cleopatra


54 Le specie e le varietà più note

MANDARINO KING
C itrus nobilis (C itrus deliCiosa )

P otrebbe essere un ibri-


do tra Citrus reticulata
(il mandarancio) e Citrus
di dimensioni medie, con
forma globosa e depressi
ai poli; la buccia è sottile
sinensis (l’arancio dolce). e non aderente alla polpa,
Di origine cinese, venne che è arancione, succosa,
introdotto in Europa all’i- aromatica e normalmen-
nizio del XIX secolo. te ricca di semi (anche
È una pianta robusta alta se sono state selezionate
fino a 4,5 m, con rami cultivar apirene).
ascendenti a formare una Tra le varietà è molto dif-
chioma espansa. I rametti fusa la ‘Avana’, di cui sono
sono glabri, mentre spi- state ottenute numerose
ne sono presenti sui suc- selezioni, tra cui la ‘Ava-
chioni. Le foglie sono da na apirena’ e il ‘Tardivo
ovato-oblunghe a ovato- Mandarino ‘Fortuna’ di Ciaculli’, quest’ultima a
lanceolate, e si restringo- frutto piccolo e a matura-
no all’apice; il picciolo ha zione tardiva. I frutti sono
alette sottili. I fiori sono piuttosto piccoli, piuttosto sensibili all’alternanza di produzio-
bianchi, profumati e singoli. I frutti sono ne, quindi è opportuno eliminare una parte
dei frutticini in gennaio.
Molte varietà, come la ‘Fortuna’ hanno anche
caratteristiche ornamentali grazie alla lunga
permanenza dei frutti sulla pianta.

Frutto e
pianta del
mandarino
‘Fortuna’
Mandarino King
Mandarino Satsuma 55

MANDARINO SATSUMA
C itrus unshiu

È un agrume origi-
nario probabil-
mente del Giappone,
I frutti arrivano a
maturazione quando
ancora non hanno
dove si pensa abbia raggiunto la comple-
avuto origine circa ta colorazione della
quattro secoli fa. In buccia; quando si la-
Italia è apparso verso sciano i frutti sulla
la fine del XIX secolo. pianta, la buccia si
Si tratta di una pianta gonfia, staccata dalla
di dimensioni medio- polpa, e gli esperidi
piccole, con porta- raggiungono ester-
mento espanso e so- namente dimen-
lo talvolta pendulo. sioni simili a quelle
Le foglie, di colore delle arance; però
verde scuro, sono tendono a perdere
ellittiche, piuttosto quasi completamen-
grandi e con apice te il loro sapore.
appuntito. I fiori, Le piante hanno una
solitari o in gruppi, buona resistenza al
appaiono in prima- freddo e sono ap-
vera e sono bian- Frutti di mandarino Satsuma prezzate dal punto
chi e medio-piccoli. di vista ornamentale
Il frutto è di medie dimensioni, depresso alle per la lunga persistenza dei frutti.
estremità e con buccia arancione, sottile, che I Satsuma, come molte varietà di agrumi or-
si stacca facilmente dalla polpa, succosa e in namentali, si innestano in genere su arancio
genere priva di semi. trifogliato.
56 Le specie e le varietà più note

MAPO E ALTRI IBRIDI


C itrus x tangelo

G ruppo di ibridi con caratteristiche inter-


medie tra il mandarancio (Citrus reticula-
ta) e il pompelmo (Citrus paradisi) del quale
mantiene la forma, anche se con dimensioni
ridotte. Apprezzato per la precocità è il ma-
po, che matura già a fine autunno.
I frutti, dalla buccia molto sottile, restano in
buona parte verdi anche a piena maturazione.
Il sapore è gradevolmente acidulo, un po’ a
metà tra quello dei due progenitori.

Mapo: esperidio

PAPEDA DELLE MAURITIUS o COMBAVA


C itrus hystrix

S pecie originaria dell’India e coltivata par-


ticolarmente alle Mauritius, nell’Oceano
Indiano, la papeda delle Mauritius o combava
è arrivata in Europa nel XIX secolo, come cu-
riosità botanica.
Ha foglie ovato-oblunghe, di colore verde
scuro, con picciolo alato: si tratta di una delle
poche specie in cui anche le foglie sono com-
mestibili, utilizzate ad esempio per aromatiz-
zare alcuni cocktail.
I fiori sono bianchi, piccoli e profumati. I frutti
sono globosi, con la buccia corrugata giallo-
verdastra; la polpa è acidula-amarognola.
Una specie simile è Citrus ichangensis, la pa-
peda di Ichang, che ha però fiori campanulati,
più grandi, così come i frutti. Ne esiste anche
una varietà a fiori rosa, ‘Anthocyane’. Papeda delle Mauritius
Pompelmo 57

POMPELMO
C itrus x Paradisi

S i tratta, probabilmente, di un ibrido natu-


rale tra Citrus maxima (il pomelo) e Citrus
sinensis (l’arancio dolce); secondo altri autori è
invece una mutazione del pomelo.
È uno dei pochi agrumi non originario dell’A-
sia: proviene infatti dalle Barbados.
Forma alberi che possono raggiungere i 12 m
d’altezza, con chioma tondeggiante e a foglia-
me denso. Le foglie sono ovate e di colore
verde scuro, con picciolo alato e una spina
flessibile all’ascella. I fiori sono grandi, riuniti in
genere in infiorescenze ascellari: è proprio da
questa disposizione che deriva il nome inglese
grapefruit (che significa appunto “frutti riuniti
in grappoli”). Il frutto è piuttosto grande,
globoso e con una buccia liscia e gialla, più
o meno spessa secondo la varietà; la polpa è
succosa, amarognola-acidula e normalmente
gialla, o rosa in alcune varietà.
I frutti sono utilizzati anche per la produzione
del succo. I semi sono poliembrionici: con-
Pompelmo rosa

tengono cioè diversi embrioni che possono


dare origine a diverse piante. Le cultivar sono
numerose: ricordiamo la ‘Marsh’, la ‘Golden
Special’, la ‘Duncan’, la ‘Foster’ e, tra quelle a
polpa rosa, la ‘Star Ruby’ e la ‘Red Blush’.

Frutti di pompelmo, tipicamente


riuniti a grappolo, da cui il nome
inglese grapefruit
58 Le specie e le varietà più note

SHADDOCK o POMELO o PUMMELO


C itrus maxima (C itrus grandis )

È l’agrume con i frutti più grandi, probabil-


mente di origine cinese.
Forma alberi fino a 15 m d’altezza, a porta-
I fiori sono grandi, bianchi, solitari o in piccoli
gruppi. I frutti, fino a 15 cm di diametro e di
diversi chilogrammi di peso, sono globosi o
mento ampio e arrotondato, con rametti piriformi; la buccia è molto spessa e la polpa
dapprima pubescenti e poi spinosi. acidula, gustosa, anche se quasi priva di suc-
Le foglie sono grandi, ovato-ellittiche, con co, e ricca di semi.
base arrotondata e apice appuntito, ver- Gli spicchi vanno sbucciati uno a uno; è
de scuro sopra e pubescenti sotto; i pic- ottimo anche come aggiunta alle insalate. In
cioli sono spessi, con alette cuoriformi. Liguria è conosciuto come sciaddocco.

Frutti di pomelo
61

La propagazione
PER SEME
La propagazione per seme tecnicamente è
quella più semplice: in primavera si estraggono
i semi dal frutto maturo, li si risciacqua accu-
ratamente e li si pianta, il più presto possibile,
in una seminiera riempita con una composta
apposita (terreno piuttosto sciolto e molto
ben drenato, a base di torba e sabbia), a una
profondità di 0,5-1 cm. Per germinare, i semi
hanno bisogno di calore e di luce abbondan-
te, nonché di un’umidità elevata e costante:
in queste condizioni le piantine cominciano
a emergere entro una settimana. A mano a
mano che crescono, vanno eliminati i rametti
laterali fino a una quindicina di centimetri
d’altezza, lasciando crescere solo il getto
principale. Le piantine vanno poi trapiantate
in vasetti o in pieno campo.
Gli svantaggi principali della semina sono
l’ottenimento di piante molto spesso diverse Germinazione da seme
da quella d’origine nonché notevolmente di-
sformi, e che producono frutti solo molto più soggetto dà l’apparato radicale, viene chiama-
tardi rispetto a piante ottenute con l’innesto ta portainnesto; quella superiore, che caratte-
(cioè non prima di dieci anni). Queste piante, rizzerà la parte aerea della nuova pianta, viene
tra l’altro, mantengono a lungo anche altre ca- detta marza.
ratteristiche giovanili quali la presenza di spine L’innesto viene utilizzato per conseguire di-
e un vigore eccessivo. versi obiettivi. In primo luogo per eliminare gli
Questo tipo di moltiplicazione si utilizza so- inconvenienti delle piante da seme, ottenen-
prattutto per la produzione di portainnesti. Le do quindi piante identiche a quelle di origine,
piante sono pronte per tale uso dopo due-tre più uniformi e che entrano in produzione
anni dalla semina, quando hanno raggiunto il molto prima. Serve poi a superare alcuni pro-
diametro di 1-1,5 cm. blemi fitopatologici e a far adattare le piante
a diversi substrati e condizioni climatiche.
PER INNESTO Alcuni portainnesti hanno anche un effetto
Questa tecnica consiste nell’unire due parti di regolatore sulla produzione dei frutti e sulle
piante diverse: quella inferiore, che al nuovo loro caratteristiche. La scelta del portainnesto
62 La propagazione

è quindi un momento fonda-


mentale nella vita degli agru- L’innesto a gemma
mi. Per un buon innesto, è in
1. Prelevare un
primo luogo essenziale una
rametto ben li-
buona affinità tra il portain-
gnificato da una
nesto e la marza (compatibi- pianta vigorosa.
lità), per evitare reazioni di ri- Prelevare dal ra-
getto. Bisogna poi conoscere metto una gem-
le caratteristiche climatiche e ma circondata
pedologiche del luogo e quali da un po’ di cor-
sono le malattie più diffu- teccia
se sull’agrume che si intende
coltivare, oltre che avere ben
chiare le caratteristiche (or-
namentali o da frutto) che si
desiderano.
Il periodo più indicato per
l’innesto è compreso tra
maggio e agosto: in un in-
nesto troppo precoce il por-
tainnesto non è ancora in
vegetazione; in uno troppo
tardivo si rischia una mancata 2-3. Praticare un’incisione a T rovesciata sul portainnesto e
cicatrizzazione prima dei me- inserire la gemma
si freddi. In questo periodo,
inoltre, la corteccia si separa
bene dal legno sottostante.

I tipi di innesto
Tra le diverse tecniche di in-
nesto, per gli agrumi si prefe-
riscono l’innesto a gemma (o
innesto a T), quello a penna e
quello a corona.
• L’innesto a gemma è il più
utilizzato. Da una pianta sana 4. Legare bene l’innesto 5. Quando la gemma innestata
e vigorosa della varietà da in- con rafia o con un legaccio comincerà a crescere, eliminare il
nestare si preleva un rametto elastico ramo di sostegno
già ben lignificato, che abbia
La propagazione 63

quindi almeno due anni di età. I rametti pos- deve coprire quasi completamente la gemma
sono anche essere conservati per un breve (attenzione a non inserire quest’ultima ca-
periodo in frigorifero, racchiusi in un sacchetto povolta). A questo punto, l’innesto va legato
di polietilene – controllando che non secchino con rafia o elastici: il legaccio sarà eliminato
e non sviluppino muffe – ma è bene utilizzarli il quando l’innesto sarà riuscito, entro una tren-
più presto possibile. Dal rametto, dopo l’aspor- tina di giorni dall’intervento. Il segno della
tazione di tutte le foglie, si preleva una gemma riuscita dell’innesto è il mantenimento del
circondata da un po’ di corteccia (2 cm circa colore verde circa un mese dopo l’operazione.
in totale); per quanto riguarda lo spessore, si A questo punto si potrà recidere il portainne-
deve fare riferimento al cambio, cioè lo strato sto qualche centimetro al di sopra della gem-
verde subito sotto la corteccia, sopra il legno: ma innestata, inducendola così a svilupparsi.
il cambio della gemma deve assolutamente I rami di “selvatico” che si sviluppano dovranno
corrispondere al cambio del portainnesto. Il essere asportati solo dopo un paio di mesi,
coltello utilizzato deve essere ben affilato e il perché aiutano la ripresa della pianta dopo
taglio va eseguito dal basso verso l’alto; buona l’eliminazione dell’apice (capitozzatura).
norma è pulirlo e disinfettarlo dopo ogni uso Su portainnesti robusti si possono innestare
per non trasmettere malattie. Sul portainne- due gemme, l’una contrapposta all’altra, per
sto si pratica un’incisione a T rovesciata sul ottenere piante con un aspetto più pieno e
fusto, a una quindicina di centimetri da terra; cespugliato.
utilizzando la punta del coltello si divarica la • L’innesto a penna viene effettuato su por-
corteccia del portainnesto e qui si inserisce la tainnesti di piccolo diametro (0,6-1,2 cm):
gemma preparata in precedenza. La corteccia in serra si può effettuare anche quando il

L’innesto a penna

3. Su ambedue i
soggetti praticare
1-2. Praticare un taglio obliquo un taglio longitu- 4-5. Appoggiare la marza
(a penna) sia sul portainnesto dinale, creando sul portainnesto. Legare
sia sulla marza una sorta di lin- bene con rafia o con un
guetta legaccio elastico
64 La propagazione

portainnesto non è in piena vegetazione, l’una dall’altra, divaricando leggermente la


permettendo così di prolungare il periodo di corteccia in modo da portare a nudo il legno
innesto all’autunno o all’inizio della primavera. sottostante.
Le piante così innestate hanno in genere una A questo punto si inseriscono le marze nei
ripresa più veloce. Le marze, rametti appena tagli praticati sul portainnesto, allineando i
lignificati con un diametro solo di poco infe- due strati di cambio, le si lega con rafia o
riore rispetto al portainnesto, vanno prelevate elastici e si applica un mastice cicatrizzante
anche in questo caso da piante vigorose e in (eventualmente, il mastice va riapplicato se,
perfetta salute. I portainnesti vanno preparati ispezionando l’innesto, si rilevano segnali di
praticando un taglio obliquo (a penna) di 2,5-6 disseccamento).
cm, e un taglio analogo va fatto sulla marza. Anche in questo caso, l’innesto va protetto
Su ambedue i soggetti si pratica anche un
taglio longitudinale, creando una specie di L’innesto a corona
linguetta, per inserire meglio la marza sul
portainnesto. Si appoggia quindi la marza sul
portainnesto e si esegue una legatura con rafia
o con l’apposita banda elastica. Per sigillare l’u-
nione si usa un mastice cicatrizzante, quindi si
avvolge l’innesto con un sacchetto di plastica
o altro materiale, per evitare il disseccamento.
Il segnale dell’avvenuto innesto, circa un mese
dopo l’operazione, è la vegetazione della
marza: a questo punto si reciderà la parte
superiore del portainnesto. Se necessario, si A, B, C. Marze tagliate per l’innesto
può sostenere la nuova crescita con un tutore. a corona
• L’innesto a corona si utilizza su fusti o rami
di grande diametro, anche per reinnestare
piante la cui produttività è diminuita o per
cambiare la varietà coltivata.
Il taglio sul portainnesto deve essere netto,
subito sopra un nodo da cui si sviluppano dei
rametti: uno di questi ultimi può anche essere
utilizzato come tutore. Le marze devono es-
sere rametti appena lignificati con tre-quattro
gemme, lunghi 12-15 cm, su cui si eliminano
le foglie.
Sulla corteccia del portainnesto si fanno a co- D. Marze in posizione
rona delle incisioni verticali (a penna) lunghe corretta
qualche centimetro, distanziate regolarmente
La propagazione 65

I PORTAINNESTI PIÙ UTILIZZATI

Arancio amaro (Citrus aurantium) Arancio trifogliato (Poncirus trifoliata)


È adatto per terreni sciolti, sabbioso-limosi Ama i terreni di medio impasto, ma il tenore
e moderatamente argillosi. L’apparato radicale di calcare attivo non deve superare il 4%, e
è ampio e profondo. Buona la resistenza al richiede acqua di buona qualità. È sensibile
gelo; tollera una modesta presenza di sali e pH alla salinità e ai ristagni idrici, ma resiste alle
elevato. In alcune specie fa ritardare la raccolta gelate in aree con inverni non troppo miti. In
perché i frutti restano acidi a lungo. È suscetti- terreni sabbiosi può soffrire la siccità perché
bile a tristeza e mal secco, sensibile ai nematodi ha radici superficiali. Resiste ai nematodi e alla
e molto resistente a Phytophthora. Permette Phytophthora e tollera la tristeza; discreta la
di ottenere piante con un vigore da moderato resistenza al mal secco. Lo sviluppo della pian-
ad alto, con un’ottima qualità del frutto, di ta è normale e la produzione elevata, i frutti
pezzatura piccola. Se ne possono trovare molte sono di qualità eccellente, pezzatura notevole
tipologie, con comportamento molto diverso e colorazione intensa. È utilizzato per manda-
tra loro. Ha una buona compatibilità con la rini, aranci, kumquat e, in genere, per le piante
maggior parte di specie e varietà, tranne che coltivate in vaso, dove dà i risultati migliori: la
con la varietà di limone ‘Monachello’. varietà ‘Monstruosa’ (Flying Dragon) conferisce
un portamento più contenuto alle piante.
Limone volkameriano (Citrus volkameriana)
È adatto per terreni sciolti o sabbiosi e sopporta Citrange (Citrus sinensis x Poncirus trifoliata)
acque con una modesta salinità. Buona resisten- Si adatta a una notevole varietà di terreni, anche
za al gelo. È suscettibile a nematodi e psorosi, con elevato tenore di calcare attivo, e ha biso-
mentre tollera tristeza ed exocortite (media- gno d’acqua di buona qualità. Sopporta poco la
mente Phytophthora e mal secco). Permette di salinità, mentre tollera gelate moderate. Resiste
ottenere frutti di pezzatura grande; la produzio- a Phytophthora e mal secco, tollera tristeza e
ne è abbondante ma la qualità modesta. Non ha resistenza media ai nematodi. La produzione
sono segnalate incompatibilità. è abbondante, con frutti grandi e qualità eccel-
lente. Ottimo per aranci, pompelmi, mandarini
Alemow (Citrus macrophylla) e limoni. Si utilizzano le cultivar ‘Troyer’, ‘Car-
Con apparato radicale profondo e ampio, rizo’ e C35, che riduce di molto la taglia delle
si adatta a tutti i tipi di terreno e sopporta piante e induce una migliore qualità dei frutti.
una moderata salinità. Ha una buona affinità
d’innesto ma è sensibile al gelo. Resiste a Ogni portainnesto ha pregi e difetti, si adatta
Phytophthora, ma è sensibile a mal secco e più o meno alle diverse specie e resiste più
nematodi e suscettibile a tristeza. La produ- o meno a malattie, parassiti, virosi e avversità
zione, abbondante, è caratterizzata anche dal ambientali. Ora ne sono disponibili anche altri
colore più intenso delle foglie. I frutti si in- introdotti da poco, come il Citrumelo Swingle
grossano precocemente, ma la qualità è molto o la serie Forner-Alcaide, ed è possibile che altri
bassa. È utilizzato soprattutto per limone e vengano adottati presto nell’ottica della resi-
clementine. stenza alla nuova malattia del ‘Citrus Greening’.
66 La propagazione

con un sacchetto di plastica per evitare il dis- ad anello, che interessa quindi tutto il ramo.
seccamento e con uno di carta contro la luce Si prende poi un sacchetto di polietilene
solare: i sacchetti verranno asportati quando aperto su due lati e si lega saldamente l’e-
le marze avranno ripreso a crescere, circa un stremità inferiore qualche centimetro sotto
mese dopo l’intervento. il taglio, quindi si riempie il sacchetto di ter-
I rametti “selvatici” del portainnesto vanno riccio inumidito (o di torba) e lo si lega bene
eliminati, lasciando solo per il tempo stretta- anche all’estremità superiore.
mente necessario quelli utilizzati come tutori. All’interno del sacchetto, all’altezza del ta-
glio, si formeranno delle radici: quando sa-
PER TALEA ranno ben sviluppate, sarà possibile tagliare
Per questo metodo di propagazione, tra giu- la margotta staccando il rametto dalla pianta
gno e settembre si devono prelevare rametti madre.
di un anno, con un diametro di 5-10 mm, divi-
dendoli in porzioni di 10 cm circa, con cinque-
sei foglie ciascuna.
Le foglie basali vanno eliminate, lasciandone COSÌ FANNO OLTREOCEANO
solo un paio, quindi si fanno radicare inseren-
doli in una cassetta riempita con un substrato
costituito da sabbia, terra d’erica e torba in • In America sono diffuse alcune piante,
parti uguali, mantenendo elevate umidità e denominate Citrus cocktail, in cui su uno
temperatura e proteggendo le piantine con stesso portainnesto sono innestate a co-
rona diverse specie di agrumi. Il vantaggio,
teli o tessuto-non-tessuto. Prima di inserire
in questo caso, è di avere frutti diversi
la talea nel substrato, è buona norma immer-
sulla stessa pianta, risparmiando spazio.
gerne la base in un prodotto a base di ormoni Lo svantaggio è che le varietà a crescita
vegetali che favoriscono la radicazione. Nor- più vigorosa vanno potate spesso per con-
malmente, la radicazione delle talee avviene in sentire a quelle più deboli di sopravvivere.
4-6 settimane. A questo punto si trapiantano • Tra i portainnesti utilizzati in America
le piantine in vasetti. ricordiamo: Citrus jambhiri, ottimo per la
Questa tecnica si utilizza per diverse specie, resistenza alla siccità ma che dà frutti
soprattutto ornamentali: i vantaggi sono la di mediocre qualità; Citrus limonia, con
semplicità e l’ottenimento di piante identiche caratteristiche simili ma con una migliore
qualità dei frutti e più tollerante a valori
a quelle originali; lo svantaggio principale è
di pH elevati; Citrus reshni, ottimo per la
una maggiore sensibilità ad alcuni parassiti e
qualità dei frutti, ma a crescita lenta e con
malattie rispetto alle piante innestate. pezzatura dei frutti limitata; citrumelo
(Poncirus trifoliata x Citrus paradisi) nella
PER MARGOTTA selezione ‘Swingle’, ora adottato anche da
Nel mese di aprile, quando la pianta entra noi, con buone prestazioni in generale, ma
in piena vegetazione, si sceglie un ramo di che non tollera un pH elevato.
due anni o più su cui si pratica un’incisione
67

Le tecniche colturali
IL TERRENO
Per l’impianto di un agrumeto, fondamentale
è conoscere a fondo il terreno dove si inten-
de mettere a dimora le piante: sarà dunque
necessario effettuare un’analisi approfondita,
affidandosi a laboratori o enti di provata
capacità. Dal punto di vista fisico vanno ac-
certate la struttura del terreno e la sua capa-
cità idrica. Dal punto di vista chimico vanno
invece verificati il contenuto dei principali
elementi nutritivi o macroelementi (azoto,
fosforo e potassio, ma anche magnesio e
ferro) e quello dei microelementi, presenti in
quantità minori (zinco, manganese ecc.), il pH
e il contenuto di calcare attivo.
Gli agrumi preferiscono i terreni profondi
(almeno 1 m di profondità per il corretto
sviluppo dell’apparato radicale) di medio
impasto: indicativamente, un terreno ideale
è costituito per il 15-20% da argilla, per il 15-
20% da limo e per il 40-60% da sabbia, con
uno scheletro (cioè le pietre e i sassi di grandi
dimensioni) che non superi il 10-15%.
Si adattano però anche ad altri tipi di terre-
no – mai però eccessivamente argillosi (da
evitare quelli con una percentuale di argilla
superiore al 35%) – e vanno ugualmente
bene i suoli sabbiosi o comunque ben per-
meabili: l’unico accorgimento da adottare è
l’aumento delle irrigazioni e delle concima-
zioni per compensare l’acqua e le sostanze
nutritive che vanno perse per la maggiore
percolazione.
Da evitare, anche, i terreni con falda freatica Il terreno ideale per l’agrumeto è profondo
superficiale e soggetti a ristagni di acqua, do- e di medio impasto
68 Le tecniche colturali

Agrumeto in Sicilia: le piante hanno forma naturale a “globo”

ve si possono verificare asfissie e marciumi anche una certa dose di sostanza organica,
radicali. I terreni più adatti da questo punto che può essere apportata con le lavorazioni
di vista sono quelli con una velocità di infil- precedenti la messa a dimora. Da monitorare
trazione dell’acqua superiore a 30-40 mm/h. attentamente, poi, sono la microfauna e la
La presenza di uno scheletro eccessivo pone microflora del suolo, dai lombrichi ai batteri
invece problemi per la meccanizzazione del- ai funghi utili, che consentono l’umificazione
le operazioni colturali. della sostanza organica, rendendola disponi-
Gli agrumi rifuggono anche dai terreni ecces- bile per le piante.
sivamente calcarei (cioè con una percentuale
di calcare attivo superiore al 30%, in cui l’as- L’EPOCA DI IMPIANTO
sorbimento di alcuni elementi nutritivi viene Il momento migliore per mettere a dimora
impedito) o eccessivamente salini (nell’analisi le giovani piante di agrumi è la primavera, da
vanno valutati i contenuti di solfati, cloruri, fine marzo a maggio, a seconda delle zone,
carbonati e bicarbonati). La reazione del quando il rischio di gelate è ormai passato
terreno dovrebbe essere neutra, con un va- e le piante possono avere una ripresa vege-
lore di pH compreso tra 6,5 e 7,5. Necessaria tativa rapida. In questo periodo si trovano
Le tecniche colturali 69

nelle migliori condizioni per attecchire bene LA PREPARAZIONE


e crescere velocemente, il che consentirà PRELIMINARE DEL TERRENO
loro di arrivare all’inverno, periodo di riposo, Il terreno da destinare ad agrumeto ha biso-
con un’adeguata riserva di sostanze nutritive. gno di una serie di operazioni preliminari per
E anche le ferite all’apparato radicale even- consentire una migliore messa a dimora delle
tualmente verificatesi nel corso della messa a piante. In primo luogo va eliminata la vege-
dimora avranno avuto tutto il tempo di cica- tazione preesistente bruciando gli eventuali
trizzare. Con una messa a dimora autunnale residui, anche per limitare il rischio di infe-
o invernale, i rischi di marciumi radicali sono zioni da parte di agenti patogeni (soprattutto
molto elevati. Phytophthora e Armillaria mellea).

Agrumeto in Sicilia: il filare di cipressi sullo sfondo è utilizzato come frangivento


70 Le tecniche colturali

Si passa poi a una lavorazione profonda, lo un buon impianto di drenaggio, soprattutto


scasso, arando a una profondità di 1-1,20 m. nei terreni piuttosto pesanti. Oggi esistono
Secondo alcuni, questa lavorazione va prece- macchine apposite – talpe meccaniche e
duta, alcuni mesi prima, da una concimazione posatrici di tubi in plastica – per una facile
di fondo, da calibrare in base a un’analisi del costruzione di questo tipo di impianto (le
terreno. Secondo un’altra scuola di pensiero, tubazioni dovranno essere poi convogliate in
invece, una carenza di elementi nutritivi bacini di raccolta o scolatoi).
costringerebbe le piante appena trapiantate
a espandersi maggiormente per ricercarli LE DISTANZE DI IMPIANTO
nel terreno. Le zolle formatesi con lo scasso Si deve fare una distinzione tra gli agrumeti
andranno poi frantumate con un’erpicatura destinati alla produzione su larga scala e
profonda, eliminando anche il cosiddetto quelli per la produzione domestica.
scheletro. Se per i primi, anche per esigenze di mecca-
Molto importante è la predisposizione di nizzazione, si utilizza prevalentemente una

Agrumeto di aranci ‘Valencia’


Le tecniche colturali 71

disposizione in file regolari, con sesti di


impianto in quadrato di 5x5 m, per una pro-
LA SCELTA DELLE PIANTE
duzione limitata si può ricorrere a sesti di
impianto più irregolari, come le quinconce o Le piante, in vivaio, devono essere scelte
accuratamente: fondamentale è che siano
i controsesti, e più ravvicinati (2x2 o 2x3 m).
certificate, per avere garanzie sulla varietà,
C’è comunque da considerare che i sesti di
sul portainnesto utilizzato e sullo stato
impianto più radi consentono una migliore sanitario.
penetrazione della luce, diminuendo così la Dopo l’acquisto è opportuno metterle a
competizione tra piante vicine. dimora il più presto possibile, riducendo
Negli agrumeti industriali, alle estremità dei al minimo il periodo di immagazzinamen-
filari vanno lasciate delle capezzagne di cir- to, durante il quale andranno comunque
ca 5 m per permettere ai mezzi meccanici tenute accuratamente riparate dal vento
di girarsi agevolmente. Naturalmente, negli e mantenute umide per evitarne il dissec-
agrumeti domestici questa fascia di rispetto camento.
può essere notevolmente minore.
72 Le tecniche colturali

I filari devono essere allineati con precisione fin dal momento della preparazione delle buche

L’IMPIANTO Attorno a ogni pianta si scava poi un piccolo


Prima della messa a dimora bisogna predi- “tornello” per trattenere l’acqua nelle prime
sporre le buche, allineando con la massima fasi dopo la messa a dimora. A questo punto
precisione i filari. Le buche, di dimensioni si irriga abbondantemente e si procede a una
leggermente superiori al pane di terra delle leggera potatura, da effettuare in base alla
piante, possono essere aperte con macchine forma di allevamento scelta.
scavatrici o trivelle collegate alla presa di Alcuni, per evitare i danni da sole sul tronco,
forza di una trattrice. lo imbiancano o lo rivestono con fogli di
Le piante sono generalmente disponibili in fi- alluminio o di plastica bianca.
tocelle (particolari contenitori di torba pres-
sata) da cui vanno estratte solo al momento LA CONCIMAZIONE
dell’impianto. Le si pone quindi delicatamen- DEL TERRENO
te nelle buche, facendo sì che il colletto sia I principali elementi di cui bisogna tenere
a livello del terreno circostante, e badando conto per valutare la fertilità chimica di un
che le radici non siano direttamente a con- terreno sono l’azoto (N), il fosforo (P) e il po-
tatto con concimi o letame. tassio (K). A grandi linee, un alto contenuto
Le tecniche colturali 73

di azoto favorisce la vegetazione, mentre po- un concime complesso a titolazione 20:10:10.


tassio e fosforo intervengono nella fioritura e I concimi complessi, in genere contengono
nella fruttificazione. anche gli altri macroelementi definiti secon-
In commercio si trovano numerosi concimi dari, e cioè calcio, magnesio, ferro e zolfo. Da
azotati, fosfatici e potassici da utilizzare nelle non dimenticare, poi, gli elementi necessari
più diverse situazioni. Molto comodi sono alle piante in minore quantità, i cosiddetti
i cosiddetti concimi complessi, disponibili microelementi (boro, manganese, rame, mo-
in diverse titolazioni dei tre macroelementi libdeno e zinco), la cui carenza può essere
principali (N, P, K), espresse dal rapporto delle difficilmente individuabile e però pericolosa.
loro percentuali. Per una corretta concimazione è comunque
Per i terreni in cui le analisi hanno rivelato sempre necessaria l’analisi del terreno, da in-
un rapporto corretto tra i diversi elementi si tegrare con l’analisi fogliare che permette di
utilizza un concime a titolazione equilibrata sapere quali sono i livelli nutrizionali raggiunti
(per esempio 15:15:15). Se si è invece eviden- dalla pianta e diagnosticare così eventuali
ziata una qualche carenza, si interviene con situazioni di carenza o di eccesso dei diversi
un fertilizzante contenente solo l’elemento elementi nutritivi. Per l’analisi fogliare il pre-
presente in quantità insufficiente o con un lievo va fatto a fine estate-inizio autunno,
concime complesso a titolazione maggiore di prelevando foglie emesse cinque-sette mesi
questo elemento: per esempio, se l’analisi ha prima da rami non fruttiferi. Si sceglie un’area
rivelato una carenza di azoto si può utilizzare da campionare (le piante non dovrebbero

L’analisi fogliare permette di definire la corretta concimazione delle piante: nella foto una carenza di zinco.
74 Le tecniche colturali

essere nei filari esterni) e partendo da una lo, che permette a sua volta di avere una mi-
pianta si prosegue a zig-zag, prendendo gliore struttura fisica e la mineralizzazione e
quattro-cinque foglie per pianta – le foglie solubilizzazione di alcune sostanze nutritive.
devono essere in buone condizioni, da scar- Sono quindi utili gli apporti di sostanza orga-
tare quelle danneggiate o clorotiche – per un nica, come il letame ben maturo, o il sovescio
totale di circa 200 foglie per ettaro. delle leguminose (incorporazione nel terreno
Per l’individuazione delle carenze, in alcuni di queste piante).
casi è necessario anche l’esame visivo delle Tradizionale è ad esempio l’uso del lupino
foglie. secco triturato, che si può trovare facilmente
I concimi vanno sempre utilizzati nelle dosi e a prezzi contenuti e che conferisce, al di
indicate, perché anche gli eccessi nutrizionali là della sostanza organica, la giusta acidità al
o gli squilibri possono provocare gravi danni, substrato.
né più né meno delle carenze.
Come dicevamo in precedenza, molto im- LA CONCIMAZIONE FOGLIARE
portanti sono anche le proprietà biologiche Le foglie degli agrumi, durante la fase di
del terreno, dovute soprattutto alla presenza attività vegetativa possono assorbire una
della microfauna e della microflora: lombri- certa quantità di elementi nutritivi. Questo
chi, batteri e funghi micorrizici sono infatti consente di intervenire con concimazioni
gli agenti più attivi nell’umificazione del suo- a effetto rapido (irrorazioni sulla chioma)

LE FOGLIE PARLANO

• Le carenze di azoto si manifestano con • Le carenze di manganese sono caratteriz-


ingiallimenti delle nervature. In questo caso zate da ingiallimenti tra le nervature, spesso
si può impiegare urea (Titolo 46), nella dose con macchie brune sulla pagina inferiore. La
di 1 kg ogni 100 l di acqua. correzione si effettua con solfato di manga-
nese nella dose di 130-150 g per 100 l di acqua,
• Le carenze di potassio si evidenziano con oppure con 300 g di solfato di manganese
ingiallimenti ai margini e arrotolamenti lungo ogni 100 l di acqua con l’aggiunta di 150 g di
le nervature mediane. Per la correzione, im- carbonato di sodio.
piegare nitrato di potassio nella dose di 3-4
kg ogni 100 l di acqua. • In caso di carenze di zinco si osservano
notevoli ingiallimenti internervali. Si utilizzerà
• In caso di carenze di magnesio si notano allora solfato di zinco, nella dose di 130-150 g
ingiallimenti dell’apice e dei margini. Per cor- ogni 100 l di acqua, oppure 600 g di solfato di
reggerle si impiega nitrato di magnesio (1 kg zinco ogni 100 l di acqua con l’aggiunta di 300
ogni 100 l di acqua) oppure 500 g di solfato g di carbonato di sodio.
di magnesio ogni 100 l di acqua, aggiungendo
anche 250 g di carbonato di sodio.
Le tecniche colturali 75

Le foglie clorotiche evidenziano sempre ingiallimenti diffusi. Nella foto: esemplare colpito da clorosi ferrica

soprattutto in caso di carenze di alcuni ele- siccità prolungata. Particolarmente delicate


menti o di stress vegetativi, in primo luogo sono alcune fasi, come quella successiva
dovuti a ristagni di acqua nei terreni pesanti, all’allegagione, quando spesso si verifica la
ma anche a defogliazioni da vento o che si cascola dei frutticini.
verificano dopo una grandinata. Per la scelta del miglior sistema di irrigazione
I periodi migliori per effettuare questi trat- bisogna considerare le condizioni atmosferi-
tamenti sono i mesi di maggio e di ottobre, che prevalenti per l’agrumeto in questione,
intervenendo per almeno due volte a distanza tenendo a mente che, in linea di massima,
di 20 giorni (è bene aggiungere anche prodotti sono da preferire i sistemi in cui l’irrigazione
bagnanti). I dosaggi vanno formulati in base ai avviene sottochioma ed è il più possibile
risultati delle analisi del terreno e delle foglie. localizzata.
Dato il costo elevato dell’intervento, la con- L’irrigazione a spruzzo con l’utilizzo di micro-
cimazione fogliare è utilizzata soprattutto getti, pur avendo un costo elevato, ha pure
in casi di gravi carenze e sulle piante orna- un ottimo rapporto costi/benefici; inoltre,
mentali. permette di automatizzare quasi completa-
mente la distribuzione.
L’IRRIGAZIONE Un altro vantaggio è il controllo delle in-
L’irrigazione è fondamentale per garantire la festanti, che non crescono tra un filare e
produzione anche in caso di condizioni di l’altro, dove non si irriga. Questo sistema
76 Le tecniche colturali

Carenza di ferro su foglie di agrumi con grave clorosi internervale.

consente poi di usare meno acqua rispetto zione di pompaggio da cui partono le con-
ad altri metodi (come quello per aspersione dutture principali, interrate a circa 50 cm di
a pioggia o quello tradizionale a conche), di profondità; le condutture secondarie arriva-
ridurre la quantità di concimi utilizzata e di no fin sotto a ogni pianta, dove escono in
usare acque leggermente saline senza rischi superficie, vicino al tronco. Su dei montanti
di bruciature sulle piante. a T sono poi inseriti gli erogatori che spruz-
Nei terreni in pendenza, inoltre, si riduce zano l’acqua sottochioma.
notevolmente il rischio di erosione. Con questo tipo di irrigazione è possibile
Oltre al costo, determinato fra l’altro dalla utilizzare volumi di adacquamento ridotti
necessità di un impianto di filtraggio e dalla con turni brevi: circa 200 m3 per ettaro per
manutenzione necessaria per la pulizia degli ogni turno. La produttività risulta ottima, sia
ugelli, l’altro svantaggio di questo sistema qualitativamente sia quantitativamente. I tur-
è la sua sensibilità al vento, che frammenta ni sono in funzione dell’andamento climatico
i getti. Un altro vantaggio, invece, è il fun- e della natura del terreno.
zionamento a bassa pressione, con discreti Si sta diffondendo anche l’irrigazione a goccia,
risparmi economici. La portata varia, a secon- che a fronte di un notevole investimento per
da dell’erogatore, da 20 a 120 l/h. l’impianto (pompe, tubazioni, ali gocciolanti o
L’impianto viene predisposto con una sta- gocciolatoi ecc.) permette in seguito di rispar-
Le tecniche colturali 77

Impianto di irrigazione a goccia in Israele


78 Le tecniche colturali

miare ingentissime quantità d’acqua, di evitare


le dispersioni, di controllare le infestanti e di
regolare meglio la fertirrigazione.

LA POTATURA
La potatura degli agrumi non va considerata
alla stregua di quella di buona parte degli altri
fruttiferi: nel caso degli agrumi è importante
mantenere un buon equilibrio tra l’interno
e l’esterno della chioma stessa. Quindi la
forma più utilizzata per gli agrumi (almeno
per la produzione dei frutti) è il globo a
chioma piena. La pianta è cioè lasciata libera
di accrescersi con il suo portamento naturale
e con le ramificazioni fruttifere anche nella
parte bassa, pure fino a livello del terreno.
Se invece le piante sono in parchi o viali, si
possono adottare forme come gli alberelli
o le spalliere, mentre nei giardini di piccole
dimensioni si possono utilizzare forme più
slanciate, privilegiando i rami apicali e ridu-
cendo via via il numero dei getti laterali.
Bisogna distinguere tra quella effettuata per
dare la forma di allevamento desiderata
alla pianta (potatura di formazione), molto
più importante rispetto ad altri fruttiferi, e
quelle che si fanno in seguito, durante la fase
di coltura (potature di mantenimento), ricor-
dando che potature periodiche equilibrate
possono migliorare la qualità del prodotto
perché permettono anche alle foglie interne
della chioma di ricevere una quantità di luce
sufficiente per la fotosintesi.
Per una corretta potatura è necessario te-
nere conto di come le piante fioriscono e
fruttificano. Bisogna quindi considerare che,
per gli agrumi, la fruttificazione avviene sui
rami dell’anno precedente, e che l’accresci-
mento dei rami si verifica normalmente in tre
Le tecniche colturali 79

LA POTATURA MECCANICA

Negli impianti per la produzione industriale e l’altro (dovranno essere ad almeno 2 m di


di frutti si può ricorrere, per ragioni di rispar- distanza l’uno dall’altro).
mio di manodopera e di tempo, alla potatura Le macchine possono intervenire tanto con
meccanica. tagli orizzontali sulla parte apicale della chio-
In questo caso, naturalmente, è necessario ma (topping) quanto sui lati della chioma
che le macchine possano passare tra un filare (hedging).

Hedging su due lati Hedging su un lato

Topping doppio Topping orizzontale

Tecnica di potatura mista hedging/topping


80 Le tecniche colturali

periodi: primavera, inizio estate e autunno. bisogna eliminare i rami che sporgono o che
L’induzione fiorale delle gemme comincia du- comunque possono rovinare la forma data
rante il periodo di riposo invernale, mentre il alle piante in fase di formazione.
massimo contenuto di sostanze di riserva nel- In alcune specie, come nel mandarino o nelle
le foglie e nei rami lo si ha nei mesi di febbraio clementine, si osserva un certo affastella-
e marzo. L’allegagione dei fiori è in funzione mento dei germogli: li si deve quindi diradare
della quantità di sostanze di riserva presenti per far sì che i rametti siano correttamente
nella pianta. La potatura, dunque, non andreb- distanziati. Su queste specie, la potatura
be mai eseguita in febbraio e marzo, quando si dovrebbe essere effettuata tutti gli anni, per
ha l’accumulo delle sostanze di riserva, ma nei evitare l’alternanza di produzione; per altre
mesi successivi, tra fine primavera ed estate. specie, come l’arancio, il turno di potatura
Vanno evitati i periodi in cui le temperature può invece essere pluriennale.
sono molto basse o molto alte. Nella fase giovanile di allevamento i tagli
Nelle specie che fioriscono tutto l’anno sono da evitare il più possibile, per non ri-
bisogna fare particolare attenzione a non tardare l’entrata in produzione, procedendo
eliminare le gemme a fiore. eventualmente alla sola asportazione dei
Gli interventi devono servire anche per dare succhioni. E anche sulle piante adulte non
alla pianta una forma e una struttura che le si deve intervenire troppo severamente per
consentano un migliore utilizzo della luce, non alterare il rapporto tra vegetazione e
tenendo naturalmente conto che i rami de- produzione: tagli eccessivi favoriscono infatti
vono poter sostenere il peso dei frutti senza la vegetazione a scapito della formazione
rischiare di spezzarsi. dei frutti.
Bisogna poi considerare che una buona fiori- Le potature sono invece necessarie quando
tura si ottiene solo se la pianta ha una quan- si verificano attacchi parassitari da cocciniglie
tità di foglie adeguata: non bisogna quindi e quando l’altezza della pianta non permette
esagerare con le potature, limitandosi solo ad più un’agevole raccolta da terra.
alleggerire la chioma eliminando i rami secchi, Ricordiamo infine che se si deve operare su
rotti o debilitati dopo che hanno già fiorito un gran numero di piante si possono uti-
o quelli curvi verso il basso. I succhioni, cioè lizzare forbici pneumatiche, che riducono
i lunghi rami privi di frutti, vanno eliminati notevolmente la fatica.
quando provengono dalla parte basale delle
branche più grosse, mentre per quelli situati
nelle zone più periferiche della chioma ci si OCCHIO ALLE SPINE!
può limitare alla spuntatura. In alcune forme
di allevamento, come la spalliera, i succhioni
Diverse specie di agrumi sono spinose:
possono poi essere semplicemente piegati quando le si pota bisogna dunque adottare
verso il basso: spesso, così, perdono di vi- tutte le precauzioni possibili, in primo luo-
gore e sono indotti a fiorire. Per le forme di go indossando un paio di guanti.
allevamento come l’alberello o la spalliera,
Le tecniche colturali 81

LA RACCOLTA aprire inavvertitamente la strada ai parassiti.


E LA CONSERVAZIONE La raccolta si effettua tirando e contempora-
DEI FRUTTI neamente torcendo il frutto, in modo che il
La raccolta deve essere effettuata quando i picciolo e i residui del calice restino attaccati
frutti hanno raggiunto un grado di matura- al ramo.
zione sufficiente: al contrario di altre specie, Solo per alcuni frutti si preferisce la recisione
infatti, la maggior parte degli agrumi non può del picciolo. Per molti agrumi è poi impor-
completare la maturazione dopo che i frutti tante che persistano i residui della rosetta:
sono stati staccati dall’albero. la sua mancanza potrebbe infatti far presup-
Si raccoglie con tempo asciutto e dopo che i pore che i frutti siano stati raccolti da terra.
frutti non sono più umidi della rugiada che si Dopo la raccolta, i frutti destinati alla com-
è condensata durante la notte (per raggiun- mercializzazione, sistemati in casse, vengono
gere i rami più alti si useranno scale o piatta- portati al magazzino di confezionamento,
forme). Durante l’operazione bisogna badare dove sono lavati per eliminare i residui di
a non provocare danni ai frutti, per non terra e di fitofarmaci e disinfettati contro le

Gli agrumi si raccolgono tirando e torcendo il frutto, per non staccarne il piccolo e i residui del calice
82 Le tecniche colturali

Arancia colpita da marciume Marciume azzurro (provocato da Marciume basale (provocato da


verde (provocato dal fungo Penicillium italicum) Diplodia natalensis)
Penicillium digitatum)

Oleocellosi su clementina Dermatosi in forma di Necrosi peripeduncolare


maculatura su arancia su arancia

QUANDO I FRUTTI SI AMMALANO

I frutti degli agrumi possono presentare, ma possono anche soffrire di oleocellosi (rot-
anche dopo la raccolta e durante la conser- tura delle ghiandole contenenti gli oli essen-
vazione, attacchi da malattie e parassiti o ziali), necrosi peripeduncolare e dermatosi.
fisiopatie. Lo sviluppo delle malattie sui frutti in con-
I più comuni sono i marciumi, provocati da servazione può essere favorito da condizioni
diversi funghi, tra cui i più noti sono quelli ap- erronee di temperatura e umidità nei locali
partenenti ai generi Penicillium e Diplodia; adibiti all’immagazzinamento.
Le tecniche colturali 83

malattie crittogamiche (per controllare che


non vi siano residui parassitari sono anche
sottoposti a specifiche analisi).
Un’operazione che è spesso eseguita per
i frutti “commerciali” è la ceratura, con
successiva asciugatura. I frutti sono poi se-
lezionati a mano, eliminando quelli even-
tualmente difettosi, calibrati (operazione
invece quasi sempre eseguita a macchina) e
confezionati.
Il confezionamento varia in base al tipo di
frutto e alla destinazione finale: quelli di
maggior pregio sono incartati e imballati
singolarmente.

LA COLTIVAZIONE IN VASO
Tra gli agrumi, sono molti quelli che si adat-
tano alla coltivazione in vaso: in particolare
i cosiddetti mandarini giapponesi, come i
kumquat, ma anche i limoni e altre specie e
varietà tipicamente da frutto.
La scelta del vaso (in terracotta o in plastica)
è assolutamente libera, e dovuta più che al-
tro a preferenze estetiche o al diverso peso
dei contenitori: va tenuto però conto della
maggiore sensibilità dei vasi di plastica al
riscaldamento eccessivo del terreno (soprat-
tutto se di colore nero). Naturalmente, poi,
il vaso dovrà avere una misura appropriata
alle dimensioni della pianta (e a proposi-
Nelle zone in cui le temperature invernali sono
to: ricordatevi, al momento dell’acquisto, di rigide, è preferibile coltivare gli agrumi in vaso, per
controllare che il fogliame sia di un bel verde farli svernare in serra
brillante e che non presenti segni di soffe-
renza, malattie o parassiti): la chioma non
dovrà sporgere più di una quindicina di cen- considerare è che in genere gli agrumi hanno
timetri rispetto al margine del contenitore. radici profonde, quindi richiedono vasi di
In genere è opportuno non superare mai le un’altezza adeguata. Per queste piante non
dimensioni che non consentono di traspor- sono indicati i vasi a riserva d’acqua né la
tare facilmente la pianta. Un altro fattore da presenza di sottovasi.
84 Le tecniche colturali

Il substrato deve essere fresco, permeabile e


non troppo acido: si può ottenere mischian-
do un terzo di terreno da giardino, un terzo
di sabbia e un terzo di torba: meglio non
esagerare con questo ingrediente (che di so-
lito è il migliore per le piante in vaso) perché
gli agrumi non lo gradiscono eccessivamente.
Sul fondo del vaso sarà poi bene stendere
uno strato drenante (cocci e materiale inerte
come argilla espansa o pietra pomice) di
misura proporzionata alle dimensioni del
vaso stesso. Apprezzata è anche l’aggiunta
di inerti, come corteccia (non di pino o di
abete rosso, troppo acida), argilla espansa,
perlite, nel substrato stesso, per migliorare
l’aerazione. In commercio si trovano anche
substrati già pronti (e qualcuno ha trovato
che si possono utilizzare con successo anche
i substrati formulati per le rose), così come si
possono trovare concimi specifici.
Quando si invasano gli agrumi, è consigliabile
non mescolare i concimi al substrato, ma
spargere del concime a lenta cessione (di
solito sotto forma di piccole sfere) in super-
ficie: si evitano così bruciature alle radici.
La concimazione deve in ogni caso essere
prevalentemente azotata in primavera, per
favorire la crescita vegetativa, e fosfopo-
tassica in estate, per favorire fioritura e
fruttificazione. Anche nel caso dei concimi,
si possono trovare in commercio formulati
specifici per gli agrumi, da aggiungere nelle
dosi indicate sulla confezione all’acqua di
irrigazione ogni 20-30 giorni. In particolare
i limoni, che fioriscono in continuazione,
hanno esigenze nutritive molto elevate di
concimi a basso tenore di azoto: questo
All’aperto, nei mesi caldi, le posizioni migliori sono elemento favorirebbe invece una crescita
quelle in piena luce ma non esposte a venti forti vegetativa. Bisogna ricordare sempre che
Le tecniche colturali 85

La corteccia di inerti aumenta l’aerazione del terreno ed è perciò molto consigliata

le piante in vaso sono piuttosto sensibili a ne bisogna mantenere una certa regolarità,
carenze nutritive, come la clorosi ferrica, che soprattutto dopo la fioritura, nel periodo
si evidenzia con ingiallimenti delle foglie. In dell’allegagione, quando carenze o eccessi
questo caso si interviene con prodotti a base idrici potrebbero compromettere la produ-
di chelati di ferro. zione dei frutti. Se l’acqua di casa è molto
Le annaffiature devono essere, per quantità calcarea, è consigliabile utilizzare acqua pio-
e frequenza, proporzionate all’andamento vana o demineralizzata o acidificare quella
stagionale. Con alte temperature bisogna au- del rubinetto: un metodo molto semplice
mentare tanto il dosaggio quanto la cadenza è ad esempio aggiungere 1,5 cc di aceto per
delle irrigazioni, stando però ben attenti litro d’acqua.
a non esagerare, per evitare fenomeni di Come per tutte le piante, è meglio non irri-
asfissia radicale. In ogni caso, nell’irrigazio- gare d’estate nelle ore più calde del giorno,
86 Le tecniche colturali

ma dare acqua alla mattina presto o verso Quanto alle temperature, calamondini e
sera. Molto importante è anche mantenere kumquat sono più rustici rispetto alle specie
una certa umidità attorno alla chioma della e alle varietà più tipicamente da frutto: pos-
pianta, specialmente d’inverno in apparta- sono dunque sopportare temperature anche
mento con il riscaldamento acceso: in ge- di qualche grado sotto lo zero. In ogni caso,
nere, in questa situazione, l’umidità dell’aria se possibile, è opportuno, durante l’inverno,
scende a livelli inferiori al fabbisogno delle ricoverare le piante in locali luminosi non ri-
piante, quindi la si deve aumentare irrorando scaldati, in cui la temperatura non scenda mai
con un piccolo spruzzatore. sotto lo zero, ma che non abbiano differenze
Se si usa un impianto di irrigazione ad asper- marcate rispetto all’ambiente esterno. In
sione, nelle giornate di vento bisogna con- mancanza di un locale adatto, o se le piante
trollare che l’acqua abbia raggiunto le piante e non possono essere trasportate, si può pen-
non sia stata invece dispersa in altre direzioni. sare a serrette mobili o comunque a prote-
Molto indicati sono invece i piccoli impianti di zioni in cellofan o in tessuto-non-tessuto.
irrigazione a goccia, che una volta ben regolati Alla fine dell’inverno, quando non c’è più
permettono un adacquamento ideale. pericolo di gelate, le piante ricoverate vanno

Agrumi coltivati in vaso in vivaio


Le tecniche colturali 87

Gli agrumi ornamentali devono essere rinvasati ogni due-tre anni

portate all’aperto: anche le specie più adatte anche il posizionamento su asfalto o cemen-
alla coltura in vaso, infatti, non sono mai vere to o vicino alle case: questo fa aumentare la
e proprie piante da appartamento. temperatura del terreno all’interno del vaso,
Quando le piante sono tenute in casa du- dando così problemi all’apparato radicale.
rante i mesi freddi, la posizione deve essere D’altra parte, la vicinanza a un prato irrigato
molto luminosa, possibilmente una finestra a pioggia può aumentare il rischio di ristagni
a sud o sud-ovest. Bisogna evitare anche di d’acqua nei vasi.
posizionarle vicino a caloriferi, stufe e altre Il rinvaso è un’operazione molto importante
fonti di calore, per evitare eventuali dissec- per gli agrumi ornamentali. Mentre per la
camenti. maggior parte delle piante questa operazio-
All’aperto, nei mesi caldi, le posizioni migliori ne è effettuata nel periodo di riposo – dalla
sono quelle in piena luce ma non esposte a fine dell’autunno all’inizio della primavera
venti forti: il vento fa aumentare tra l’altro – per gli agrumi il momento migliore è la
l’evapotraspirazione della pianta e quindi il primavera, con le piante già in piena attività
fabbisogno idrico, aumentando così il rischio vegetativa. In linea di massima si può indicare
del disseccamento. Da evitare, se possibile, il mese di giugno, ma è possibile anticipare
88 Le tecniche colturali

INTRAMONTABILI USANZE

Quella degli agrumi in vaso è una tradizione Di recente si è manifestata un’altra tenden-
che data ormai diversi secoli. Visitando qual- za: diversi florovivaisti commercializzano in
che villa con giardini storici vi sarà capitato di vaso alcune piante estirpate dai frutteti, che
osservare come siano coltivati in vaso anche hanno quindi tronchi di dimensioni notevoli.
agrumi che hanno raggiunto le dimensioni di Vista la crisi che attraversa l’agrumicoltura in
veri e propri alberi. L’unico limite, in questo molte zone, molte piante andrebbero co-
caso, è dato dalle dimensioni dei contenitori munque estirpate e questo è forse un modo
e, nelle zone dove gli agrumi non possono per salvare loro la vita. Inoltre, dal punto
svernare all’aperto perché la temperatura non di vista etico, non ci sono i problemi che si
lo consente, da quella delle serre o degli altri incontrano invece con l’estirpazione degli
ricoveri, in particolare le aranciere e le limo- uliveti, con il relativo depauperamento del
naie tipiche delle antiche case di campagna. paesaggio.

L’unico limite
per la coltivazione
in vaso degli agrumi
è dato dalle dimensioni
del contenitore
Le tecniche colturali 89

LA COLLEZIONE DI CASTELLO

Nella Villa di Castello, nei dintorni di Firenze, è stata riscoperta dal curatore del giardino,
che già all’epoca dei Medici ospitava una gran- Paolo Galeotti: presenta nello stesso frutto
de collezione, è ora custodita quella che è pro- i caratteri di tre specie diverse di agrumi, il
babilmente la più grande raccolta di agrumi in cedro, il limone e l’arancio amaro.
vaso d’Europa. La collezione di Castello è oggi Le piante sono coltivate in vasi di terracotta,
costituita da circa cinquecento piante, di tutte molti dei quali settecenteschi e di grandi di-
le dimensioni, alcune vecchie di trecento anni, mensioni, fino a 2 metri di diametro.
altre recenti, tutte discendenti dalle antiche Le piante sono curate secondo le antiche
varietà medicee. Fra le specie e varietà antiche tecniche di coltivazione. Ad esempio, l’in-
di epoca medicea, ci sono vere e proprie rarità, naffiamento dei vasi è manuale: il vaso viene
come il cedrato di Firenze (Citrus limonimedi- “battuto” e quando si sente un suono lungo
ca ‘Florentina’), il limoncello di Napoli (Citrus (si dice “quando il vaso canta”) la pianta
aurantifolia ‘Neapolitanum’), il pomo di Ada- viene innaffiata. Le piante sono mantenute
mo (Citrus lumia ‘Pomum Adami’), l’arancio all’aperto, nel giardino all’italiana, da aprile
virgolaro o dei Lanzichenecchi (Citrus auran- ad ottobre, mentre nel periodo invernale
tium ‘Virgatum’) e, soprattutto, la bizzarria sono invece ricoverate nella limonaia. Per lo
(Citrus aurantium ‘Bizzarria’). Quest’ultima era spostamento di tutte le piante è necessario
una varietà considerata ormai perduta e che un mese intero.

Alcuni degli agrumi in vaso della Villa di Castello discendono dalla collezione medicea
90 Le tecniche colturali

o posticipare in base alla zona in cui ci si Un’operazione che può rendersi necessaria
trova e all’andamento climatico stagionale. per le piante più vecchie è la spollonatura.
Il rinvaso si effettua ogni due-tre anni, sce- Al di sotto del punto di innesto si sviluppano
gliendo di volta in volta vasi più grandi (ma talvolta dei rami (polloni o succhioni) con le
mai molto più grandi). È importante estrarre caratteristiche della specie utilizzata come
la pianta con tutto il suo pane di terra, il più portainnesto. Quindi spesso questi rami han-
possibile intero, e mantenere nel nuovo vaso no spine, foglie, fiori e frutti completamente
lo stesso livello del terreno rispetto al prece- diversi da quelle della specie ornamentale.
dente, senza coprire il colletto della pianta. Vanno eliminati alla base, perché sottraggo-
Quando le piante raggiungono dimensioni no acqua e sostanze nutritive alle altre parti
notevoli, si aumenta il periodo tra un rinvaso della pianta.
e l’altro; poi, una volta che le piante hanno Per quanto riguarda la potatura, una leggera
raggiunto la dimensione definitiva, variabile cimatura della nuova vegetazione aiuta a
da specie a specie, non si rinvasano più, li- mantenere la forma della pianta (soprattutto
mitandosi ad apportare di tanto in tanto del per gli agrumi allevati in forme particolari)
terreno nuovo in superficie. senza pregiudicare la produzione dei frutti.

Impollinazione in vitro di una pianta di limone


Le tecniche colturali 91

I BONSAI

In genere, gli agrumi non sono considerati tra potatura equilibrata tanto dell’apparato radi-
le piante da frutto più adatte per ricavarne cale quanto della chioma.
dei bonsai: con le lavorazioni generalmente Per dare una forma contorta, si può usare
più utilizzate per questo tipo di piante non si del filo metallico di dimensioni proporzio-
conseguono facilmente i risultati che si pos- nate al tronco: non bisogna stringere troppo
sono ottenere con altre specie, come foglie perché la corteccia degli agrumi è abba-
e frutti più piccoli, tronchi e rami contorti. stanza delicata e si rischia di danneggiarla.
Però con una certa pazienza e con lavorazio- Si possono utilizzare anche dei pesi per
ni accurate, si possono ottenere piante con incurvare i rami.
notevoli qualità ornamentali grazie all’abbon- La coltura è simile a quella delle normali
dante fioritura e ai frutti che permangono a piante in vaso, con un’esposizione in pieno
lungo. Come con le altre specie, si può partire sole, irrigazioni e concimazioni regolari, così
da piante giovani, ancora con tronco e rami come simili possono essere anche i problemi
facilmente piegabili; se si è dotati davvero per malattie e parassiti.
di molta pazienza, si può anche partire dal Anche per i bonsai è utile mantenere le pian-
seme. Si utilizzano vasi di piccole dimensioni, te all’aperto nei mesi caldi e ricoverarle per
con forme, colori e disegni particolari. l’inverno possibilmente in locali con un riscal-
Periodicamente (ogni tre-quattro anni) le damento al minimo, mantenendo una tem-
piante si tolgono dal vaso e si effettua una peratura tra i 3 e i 10 °C e un’umidità adeguata.

Ricavare un bonsai da un agrume non è semplice.


92 Le tecniche colturali

I rami più grandi vanno tagliati se crescono in LE FORME DI ALLEVAMENTO


modo disordinato o se si presentano secchi, Per le piante in vaso, le forme di allevamento
rotti o danneggiati. più utilizzate sono quattro: forma libera, a
Se si cerca la produzione dei frutti, è op- vaso con tutori, a spalliera e ad alberello.
portuno “sostituirsi” alle api durante la fio- Per la forma libera si devono scegliere tre o
ritura: quando gli stami sono maturi, con un quattro rami, che costituiranno i cosiddetti
pennellino si deve prelevare il polline dalle rami portanti, e li si deve sostenere con dei
antere e portarlo delicatamente sugli ovari tutori, guidandoli per dare alla pianta la for-
degli altri fiori. ma voluta. I rami interni vanno invece potati
In genere le varietà sono auto-pollinanti e in modo da dare più luce al centro della pian-
non è necessaria, come per altre piante da ta. Per mantenere la forma è poi necessario
frutto (come la maggior parte di pomacee e accorciare ogni anno i rami che si dirigono
drupacee), l’impollinazione incrociata. verso l’alto, favorendo lo sviluppo di quelli

Limoni allevati a forma libera


Le tecniche colturali 93

orizzontali. Quando i rami portanti avranno


raggiunto dimensioni sufficienti a sostenersi
da soli, si elimineranno i tutori. A questo
punto le potature successive si limiteranno
alla rimozione o all’accorciamento dei rami
sporgenti. Questa forma di allevamento ha il
vantaggio di richiedere poca manutenzione,
e lo svantaggio di ritardare l’entrata in produ-
zione delle piante: vengono infatti eliminati i
rami di un anno, proprio quelli su cui si ha la
produzione.
Per coltivare a vaso con tutori bisogna
inserire nel contenitore sei-otto canne di
bambù, di altezza adeguata a quella della
pianta, unite tra loro da un cerchio di fil di
ferro – con un diametro superiore del 60-
70% rispetto a quello del vaso – sistemato a
una quindicina di centimetri dalla sommità.
A questo punto si legano i rami della pian-
ta all’esterno dell’intelaiatura, distribuendoli
uniformemente. I rami più robusti andranno
piegati verso il basso, per diminuirne il vigore
e indurli a fruttificare, mentre i rametti sot-
tili andranno disposti orizzontalmente. Dopo
che la pianta avrà preso la forma, le potature
dovranno eliminare solo i rami sporgenti (è
comunque sempre meglio limitarsi a legare i
rami all’intelaiatura). In caso si aumentassero
le dimensioni del vaso, l’intelaiatura andrà Limoni allevati in vaso con tutori
proporzionata di conseguenza.
Questa forma di allevamento permette una
fruttificazione precoce e consente di mante- spostarle nei mesi invernali; è ottima per le
nere relativamente contenute le dimensioni piante coltivate su una terrazza. È necessa-
delle piante, consentendo un ricovero più rio un supporto, facilmente realizzabile con
agevole nei mesi invernali. canne di bambù, reti o anche semplici fili tesi
La forma di allevamento a spalliera si utilizza su una parete e fissati con dei chiodi. È una
soprattutto quando è necessario addossare forma molto facile da realizzare e da mante-
le piante a un muro o a una recinzione e non nere: i rami, infatti, non vengono potati, ma
si dispone di un ricovero permanente dove piegati orizzontalmente.
94 Le tecniche colturali

Limone allevato a spalliera


Le tecniche colturali 95

Quando la pianta è giovane (sono consiglia- ottenerlo si utilizzano portainnesti che cre-
bili piante con un punto di innesto piuttosto scono dritti, innestando la varietà desiderata
basso) si cominciano a fissare orizzontalmen- piuttosto in alto, da 25-30 cm per la forma
te i rami, e a mano a mano che si sviluppano definita “mezzo fusto” fino a 80-100 cm per
i rami successivi, li si piega orizzontalmente gli alberelli veri e propri. Spesso si associa
e li si fissa con rafia o legacci. La potatura questa forma di allevamento a una potatura
si può limitare all’eliminazione del secco e a formale, nella maggior parte dei casi a globo.
uno sfoltimento dei rami che fanno ombra Lo svantaggio è che richiede una notevole
agli altri. quantità di manodopera, appunto, per le
La spalliera si può utilizzare anche per le potature, che tra l’altro limitano un po’ la
piante in piena terra: in questo caso è con- fruttificazione.
sigliabile fissare i supporti direttamente alla Gli agrumi ad alberello si prestano, nelle
parete su cui si vogliono addossare le piante. zone a clima mite, a essere utilizzate come
L’alberello è una forma di allevamento di- piante da viali con un notevole effetto or-
ventata molto di moda negli ultimi anni. Per namentale.

In questa foto d’epoca (1904), scattata a Villa Bozzolo della Porta di Casalzuigno (VA), si nota l’originale
forma a cono rovesciato, oggi non più in uso
97

Avversità e difesa
In questi ultimi anni, e non solo per quanto ornamentali hanno ancora a disposizione
riguarda gli agrumi, sono cambiate molte cose qualche prodotto chimico di sintesi. Tra
nella lotta contro le malattie e i parassiti. Fino i principi attivi, molti sono stati tolti dal
a pochi anni fa, si utilizzavano in prevalenza commercio o non sono più utilizzabili per una
metodi di lotta con prodotti chimici di sintesi, determinata tipologia di piante: di alcuni si è
mentre ora, anche su impulso delle più recenti accertata una certa pericolosità per gli esseri
legislazioni dell’Unione Europea, c’è stato un umani, per gli animali (compresi gli insetti
notevole incremento della lotta integrata impollinatori) o per l’ambiente. Facciamo
(in cui i prodotti chimici sono utilizzati solo un esempio: l’Imidacloprid, considerato il
in caso di immediata e grave necessità) e, prodotto più efficace nella lotta contro alcuni
soprattutto, di quella biologica. Quest’ultima insetti parassiti come la minatrice serpentina,
non è più basata sull’eradicazione del patogeno è stato proibito per l’uso in campo dall’Unione
o del parassita, ma su un nuovo equilibrio, in Europea nel 2018, così come altri prodotti
cui l’organismo nocivo viene tenuto sotto della stessa classe, quella dei neo-nicotinoidi,
controllo in diversi modi. Si cerca di rendere perché è stato identificato tra le cause della
più vigorosa e resistente la pianta ospite moria delle api. Il prodotto resta però in
anche grazie a buone pratiche agronomiche commercio e può essere usato in serra.
e colturali, si introducono i nemici naturali Altri principi attivi, invece, le case produttrici
dell’organismo stesso, e si utilizzano solo hanno smesso di omologarli per un uso
principi attivi di origine naturale, senza più diverso da quello che è redditizio per loro,
danneggiare la microflora e la microfauna visto che la registrazione di un prodotto per
(compresi gli impollinatori). Si forma quindi un una determinata categoria (es. floricoltura,
ambiente favorevole alla pianta e sfavorevole frutticoltura, orticoltura, produzione in
al patogeno o al parassita: i danni provocati pieno campo o in serra) comporta un onere
dagli organismi nemici sono ridotti (anche se considerevole. Si è arrivati al paradosso che
non del tutto eliminati). L’ulteriore vantaggio è un prodotto utilizzabile in frutticoltura non
che la situazione diventa migliore anche per i lo sia più in floricoltura o viceversa: per gli
coltivatori e per l’ambiente. agrumi, ad esempio, un produttore di piante
C’è stata una profonda revisione dei principi ornamentali non può più trattare con un
attivi utilizzabili: quelli definiti fitofarmaci prodotto che invece un frutticoltore può
sono acquistabili e impiegabili solo da chi ha tranquillamente utilizzare contro la stessa
conseguito il relativo patentino, che viene malattia o lo stesso parassita.
rilasciato dopo un esame e va periodicamente La lotta biologica è soggetta a disciplinari
rinnovato. Quindi, per gli amatori sono molto stretti con relativi frequenti controlli da
disponibili solo prodotti biologici, mentre parte delle autorità e finalmente anche in Italia,
frutticoltori e produttori di agrumi i consumatori badano sempre di più non solo
98 Avversità e difesa

Sempre più spesso si ricorre ora a organismi


benefici che parassitizzano o competono
con quelli dannosi. Molti dei parassiti e dei
patogeni sono originari di paesi lontani e sono
arrivati da noi (o meglio le loro uova, le loro
spore, o, nel caso delle malerbe, i loro semi)
nelle modalità più disparate: sulle ruote dei
mezzi di trasporto, negli imballaggi, sul fango
depositato sulle scarpe ecc.
Una volta arrivati, gli insetti, che siano
parassiti o vettori di malattie, nelle loro forme
adulte possono volare e quindi diffondersi
ulteriormente. Questi nemici delle piante si
diffondono velocemente anche perché non
sono controllati dai loro avversari naturali,
insetti, acari e nematodi, ma anche funghi,
batteri e altri microrganismi che si trovano nei
loro paesi d’origine.
Questi organismi utili sono studiati e portati
da noi da alcune ditte specializzate nel
controllo biologico: molti sono generici, altri
più specializzati, ma ormai per molti parassiti e
patogeni si trovano facilmente in commercio
i loro nemici naturali. Naturalmente, è
necessario saper distinguere gli organismi utili
(insetti, acari, nematodi ecc.) dai parassiti: in
molti casi l’aspetto può trarre in inganno e
si possono confondere gli uni con gli altri. Si
può inoltre cercare di influire sul microclima
locale per renderlo il più possibile adatto alle
al prezzo ma anche alla qualità e sanità della piante e agli organismi utili e più inospitale per
frutta che acquistano. Anche i produttori, i parassiti e i patogeni.
all’inizio restii a lasciare la strada vecchia per Un certo controllo si può anche effettuare
la nuova, si stanno adeguando sempre di eliminando manualmente gli insetti, con
più, un po’ perché la filiera commerciale va trappole, barriere o anche con potenti
sempre più a premiare il prodotto biologico, getti d’acqua. In inverno si dovranno inoltre
ma anche perché si rendono conto che la loro eliminare i residui delle piante rimasti a terra,
stessa salute può essere messa in pericolo dai che possono ospitare forme svernanti di
prodotti chimici. malattie e parassiti.
Avversità e difesa 99

Se si prescinde dalla lotta chimica, un buon Visto poi che alcune malattie e parassiti, oltre
punto di partenza sono le buone pratiche agli agrumi, possono colpire o infestare anche
agronomiche e colturali: una pianta in buone altre piante (ospiti secondari), queste piante
condizioni di salute, viene attaccata meno o andranno eliminate dalle vicinanze o ridotte
subisce meno danni rispetto a una pianta già di quantità.
indebolita da stress climatici e abiotici. In conclusione, per il controllo diretto di insetti
Ad esempio, la lotta può partire dalla e malattie si deve ormai dare la preferenza ai
selezione di piante (specie e cultivar) e prodotti biologici, alternativi a quelli chimici:
portainnesti adatti alla località in cui saranno insetticidi e fungicidi derivati da prodotti
coltivati e che inducano resistenza a un naturali, oli, minerali o anche saponi uniti a getti
determinato parassita o a una certa malattia. d’acqua. Da utilizzare anche sostanze repellenti
Altrettanto importante è mantenere un buon per i parassiti e prodotti biostimolanti, sostanze
equilibrio idrico, senza eccessi che portano che in basse quantità favoriscono la crescita
a ristagni idrici e favoriscono i marciumi. sana delle piante. Fondamentale è identificare
Dove l’acqua scarseggia, invece, si deve con assoluta certezza il parassita o la malattia,
cercare di immagazzinare l’acqua piovana e di magari consultando un esperto o rivolgendosi
riutilizzare le acque reflue. Anche un terreno ai consorzi agrari o ad alcuni grandi negozi
ben preparato, con la struttura e la tessitura di prodotti agricoli, che sapranno anche
migliore, aiuta a mantenere la pianta in buona consigliare, eventualmente, i prodotti più
salute. adatti o le migliori pratiche colturali.

FITOFARMACI: AMMESSI, REVOCATI, IN DEROGA

I disciplinari per la produzione biologica di transizione il panorama dei prodotti uti-


ammettono solo principi attivi naturali lizzabili cambia in continuazione. Quindi,
di origine minerale, vegetale o animale qualora si voglia continuare a utilizzare un
approvati dal Ministero dell’Agricoltura, fitofarmaco, si deve controllare bene se è
nonché prodotti che possono migliorare ammesso, revocato o se gode di un perio-
le difese naturali delle piante stesse. In do di deroga. Proprio per questo continuo
genere si tratta di sostanze meno efficaci cambiamento, per alcuni parassiti non
e meno specifiche dei prodotti chimici indichiamo un principio attivo specifico.
utilizzati fino a poco tempo fa, ma che Bisogna sempre controllare sull’etichetta
non provocano danni e non presentano che il prodotto sia autorizzato per gli agru-
rischi nell’uso. Qualora però non siano mi e che ne sia consentito l’utilizzo contro
più disponibili principi attivi contro alcuni quel dato parassita o quella data malattia,
parassiti e malattie particolarmente dan- e leggere sempre molto attentamente le
nosi, ai “vecchi” fitofarmaci chimici viene istruzioni d’uso (seguendole altrettanto
concessa una deroga e in questo periodo scrupolosamente).
100 Avversità e difesa

Danni da gelo su un limoneto

FISIOPATIE cie: gli agrumi più sensibili sono i cedri, i limoni


e le limette, mentre i più resistenti sono il
Danni da freddo kumquat e il Satsuma.
Come per tutte le piante, anche per gli agrumi I sintomi dei danni da freddo si manifestano
i danni da freddo sono tanto più gravi quanto su diverse parti della pianta. I piccoli frutti
più è avanzata la stagione e i tessuti della talvolta appaiono normali all’esterno ma so-
pianta (frutti, foglie, rami ecc.) hanno un con- no danneggiati all’interno, e comunque nella
tenuto idrico più alto. Va inoltre considerato maggior parte dei casi i danni sono evidenti
che, in quanto sempreverdi, gli agrumi sono anche all’esterno. Anche le foglie, subito dopo
più esposti ai danni da freddo rispetto alle la gelata, possono apparire normali, ma dopo
piante a foglie decidue, che d’inverno entra- poco tempo, se il danno è stato grave, posso-
no in riposo. I danni sono maggiori anche in no perdere consistenza, seccare e cadere. Non
caso di cali repentini della temperatura con sempre, però, la morte delle foglie significa la
gelate improvvise, rispetto a una diminuzione morte del ramo: se il legno è rimasto sano, in
più graduale, anche se di maggiore entità, nel primavera si potrà avere una nuova emissione
corso della quale la pianta ha la possibilità di dai germogli. Ovviamente, invece, la morte
“prepararsi” al gelo. di un rametto significa la morte di tutte le
La sensibilità al freddo varia da specie a spe- sue foglie.
Avversità e difesa 101

Sui rami più grossi e sul tronco si può poi In molti casi, le piante colpite possono
verificare il distacco o la rottura della cortec- riprendersi: è dunque opportuno non inter-
cia, con la comparsa di depressioni (cancri da venire immediatamente, così da valutare me-
freddo) che si possono anche confondere con glio l’entità dei danni (i rami colpiti possono
i danni provocati dalla gommosi; talvolta, sulle morire anche un paio d’anni dopo la gelata
lesioni si instaurano funghi saprofiti (che si nu- e inoltre, spesso, dalle parti danneggiate si
trono cioè di sostanza organica già morta). In sviluppano rami che però muoiono subito
certi casi, i danni interessano tutta la parte ae- dopo). Le parti sicuramente morte vanno
rea della pianta: ma se l’apparato radicale è in- eliminate durante l’estate successiva. Poi, per
tegro, la pianta potrà emettere nuovi germogli favorire la ricostituzione della chioma, si de-
e, molto lentamente, riprendersi. Bisogna però ve intervenire con concimazioni e annaffiatu-
essere sicuri che la nuova vegetazione parta re equilibrate: particolarmente indicate sono
dalla varietà innestata, al di sopra del punto di le concimazioni fogliari con microelementi,
innesto, e non dal portainnesto, che darebbe eventualmente accoppiate a trattamenti an-
frutti diversi da quelli desiderati: in questo tiparassitari contro gli afidi.
caso si dovrebbe tentare di re-innestare la Per quanto riguarda le piante in vaso, è op-
varietà desiderata. portuno ricoverarle o proteggerle per tempo,

Controllate che l’ambiente non sia troppo secco se tenete in casa i vasi di agrumi nei mesi invernali
102 Avversità e difesa

dandogli modo di acclimatarsi alle nuove Per gli stessi motivi, non bisogna riportare trop-
condizioni: soprattutto se vengono ritirate in po presto le piante all’aperto: le gelate tardive
casa in stanze riscaldate, è meglio farlo prima sono quelle più pericolose per le piante. Infatti,
che il riscaldamento venga acceso, per per- trovano le piante in pieno turgore e il ghiaccio
mettere alla pianta di abituarsi alle condizioni che si forma all’interno delle cellule va a rom-
di minore luminosità e umidità dell’ambiente pere i tessuti fogliari. Quindi prima di riportare
prima di dargli l’ulteriore shock della tempe- fuori i nostri agrumi, aspettiamo che il pericolo
ratura e dell’ulteriore diminuzione di umidità. delle gelate sia definitivamente passato.
Così facendo si limita un po’ la caduta delle
foglie nella stagione autunnale, che comun- Danni da caldo
que è fisiologica, dovuta più che altro alla In genere, gli agrumi possono resistere a tempe-
diminuzione della luminosità, e che, quando rature elevate purché l’acqua nel terreno e l’u-
non si presenta in forma massiccia, non deve midità dell’aria non scendano eccessivamente.
preoccupare più di tanto. Le alte temperature possono comunque pro-

Le coperture di protezione preservano le piante dai danni da freddo


Avversità e difesa 103

vocare danni alle parti epigee delle piante e ai alla dimensione: quelli giovani possono subire
frutticini delle fioriture più tardive: in questo una cascola, mentre quelli più grandi possono
caso si manifesta una forte cascola di fruttici- anche riportare solo qualche malformazione
ni. Con temperature particolarmente elevate o manifestare oleocellosi – cioè la rottura
e persistenti, invece, i frutticini necrotizzano delle ghiandole oleifere con fuoriuscita di
restando attaccati alla pianta. Sulle foglie si oli essenziali – e, talvolta, ustioni sulla buccia
evidenziano poi ampie necrosi internervali provocate dal liquido versato.
con clorosi, che possono portare anche alla Le ferite possono anche essere la via d’entrata
loro caduta (filloptosi), mentre i tronchi e i ra- di malattie, come per esempio il mal secco.
mi, soprattutto se hanno subito tagli eccessivi Dopo una grandinata è dunque opportuno
e tardivi, presentano spaccature della cortec- effettuare subito un trattamento anticritto-
cia e necrosi dei giovani rametti (possono es- gamico. Nelle zone particolarmente soggette
sere leggermente protetti dall’imbiancatura). alla grandine, inoltre, è bene coprire le piante
Fattori predisponenti ai danni da caldo sono con le apposite reti.
le carenze idriche e nutrizionali (in particolare
quella di manganese), le disaffinità di innesto e Danni da prodotti chimici
le potature eccessive. Danni da caldo si posso- In certi casi, le piante possono essere dan-
no manifestare più comunemente nelle piante neggiate anche dai prodotti chimici utilizzati
coltivate in vaso, soprattutto se di plastica come fitofarmaci o concimi. Un esempio è
e di colore nero posizionate in pieno sole: il costituito dalle ulcerazioni provocate da un
terriccio si può riscaldare eccessivamente e insetticida, il dimetoato (ancora utilizzato ne-
danneggiare le radici. gli uliveti, spesso confinanti con gli agrumeti).
Se invece le piante in vaso sono tenute in casa Un eccesso di rame può provocare rugginosità
durante l’inverno, il problema può risultare da puntiforme sulla pagina inferiore delle foglie.
un ambiente troppo secco anche se la tempe- Dosi eccessive di urea possono infine provo-
ratura non è eccessiva. care ingiallimenti e macchie fogliari.

Danni da grandine PARASSITI, MALATTIE E VIROSI


In alcune zone si manifestano spesso eventi
meteorici accompagnati dalla caduta di gran-
dine. Sugli agrumi, i danni provocati da questi
G li agrumi, così come la maggior parte
delle piante, sono soggetti a malattie e
parassiti che possono danneggiarli, farli depe-
fenomeni sono in genere di natura meccanica rire o, in caso di infestazioni gravi, ucciderli. È
e possono variare in base alla grossezza, alla sicuramente importante comprendere al più
velocità e alla direzione di caduta dei chicchi. presto lo stato di sofferenza o di malattia
Sulle foglie si evidenziano lacerazioni, più gravi delle piante e accertare con precisione quale
sulle giovani fronde, mentre sui rami i danni sia l’agente che l’ha provocato. Ad esempio,
sono più rari e si manifestano solo in caso di identificare subito un insetto parassita e com-
eventi molto violenti e chicchi molto grandi batterlo significa impedirne la riproduzione
e pesanti. Sui frutti i danni sono in relazione con generazioni che spesso ne fanno crescere
104 Avversità e difesa

il numero in modo esponenziale, così come


individuare e lottare contro una malattia fun-
gina prima che ne cominci la diffusione con
spore o altri mezzi di propagazione, permette
spesso di evitare i danni più gravi.

ACARI
Ragnetto rosso
(Tetranychus urticae
e Panonychus citri)
Questi acari tetranichidi – morfologicamente
si distinguono perché Tetranychus urticae ha
due macchie scure ai lati del corpo, mentre
Panonychus citri è completamente rosso,
anche se in diverse tonalità secondo il ses-
so – attaccano gli agrumi (molto sensibile è
il limone, meno colpiti aranci e mandarini)
provocando bollosità e una notevole caduta
delle foglie (filloptosi) e dei frutticini (cascola).
Sottraggono inoltre linfa alle piante, provo-
cando così una crescita stentata.
Fattori che favoriscono gli attacchi di questi

I NARROW RANGE Sintomi di infestazione da Panonychus citri

parassiti – che svernano come femmine adulte


Tra gli ultimi prodotti introdotti per la sotto la corteccia – sono un clima caldo e umi-
lotta ai parassiti (cocciniglie e acari) ci
do, sesti di impianto troppo ravvicinati, piante
sono i nuovi tipi di oli bianchi denomi-
scarsamente arieggiate ed eccessi di azoto nel-
nati narrow range, ovvero “a ristretto
intervallo di raffinazione”. le concimazioni. Tetranychus urticae è inoltre
Durante questo processo, dagli oli tra- polifago (non ha, cioè, un regime dietetico
dizionali vengono eliminate tanto le specializzato, ma si nutre di diverse sostanze),
frazioni più pesanti (che hanno spesso quindi vanno evitate consociazioni con piante
un’azione fitotossica sulla pianta) quanto che possono essere suoi ospiti secondari.
quelle più leggere (spesso inefficaci): si Contro il ragnetto rosso bisogna intervenire
ottengono così prodotti che possono nei periodi estivi – in presenza di infestazioni
essere utilizzati anche quando la pianta che interessano almeno l’8-10% delle foglie –
è in vegetazione, senza pericolo di dan-
con prodotti acaricidi autorizzati
neggiarla.
Questi acari sono comunque controllati da
Avversità e difesa 105

nemici naturali (acari fitoseidi e stigmeidi, COCCINIGLIE


Stethorus punctillum, Orius ecc.), mante- Tra le numerose cocciniglie che parassitano gli
nendo così una soglia accettabile di dannosi- agrumi, una tra le più diffuse è la cocciniglia
tà. Nel caso però le infestazioni (in mancanza farinosa (Planococcus citri) o cotonello, che
di predatori) raggiungano un livello di perico- oltre agli agrumi attacca molte altre specie di
losità tale da giustificare un intervento, si po- piante. Si manifesta soprattutto sui frutti in
trà usare anche dello zolfo, che ha un’azione accrescimento, in estate.
frenante sull’insetto, o lavare la pianta con Gli adulti si ricoprono di una secrezione ce-
sapone. Inoltre, si possono impiegare anche rosa e si insediano principalmente attorno al
oli minerali narrow range. picciolo, sottraendo la linfa della pianta, men-
tre sulla melata che producono si insediano le
Acaro delle meraviglie fumaggini, che vanno ulteriormente a deprez-
(Eriophyes o Aceria sheldonii) zare il valore del frutto; i parassiti provocano
Questo parassita infesta in primavera tutte le inoltre lesioni e ingiallimenti.
parti verdi della pianta, i fiori e i frutti, provo-
cando vistose deformazioni, che talora ven-
gono sfruttate anche a scopo ornamentale.
Sverna all’interno delle gemme, in diversi stadi
di sviluppo, e completa diverse generazioni
durante tutto l’anno, con un certo rallenta-
mento nella stagione fredda.
Si controlla con applicazioni di olio bianco
durante l’inverno.

Acaro tarsonemide
(Polyphagotarsonemus latus)
È un piccolo acaro i cui adulti, di colore chia-
ro, vivono sulla pagina inferiore delle foglie.
Provocano in genere atrofia dei germogli e
necrosi, con le foglie colpite che spesso ap-
passiscono.
Viene chiamato acaro dell’argentatura. Com-
pie numerose generazioni. Si può combattere
con prodotti acaricidi autorizzati.

La cocciniglia farinosa, o cotonello, si insedia


soprattutto attorno al picciolo
106 Avversità e difesa

L’iceria degli agrumi attacca prevalentemente la pagina inferiore delle foglie e i rami

Questo coccide compie tre-quattro genera- L’iceria degli agrumi (Icerya purchasi) attacca
zioni all’anno, con la deposizione di 60-100 invece prevalentemente la pagina inferiore
uova (ma anche fino a 600); le neanidi (cioè delle foglie, vicino alla nervatura centrale, ma
le forme giovanili) hanno uno sviluppo molto anche i rami. Gli adulti sono ermafroditi e
rapido e l’infestazione è continua. depongono uova di colore rosso-aranciato
L’attività in estate è comunque maggiore, in un ovisacco bianco, in quattro generazioni
quando il parassita sverna come neanide sot- all’anno; le larve nascono scalarmente dopo
to la corteccia o sotto terra, nella zona del circa 15-20 giorni.
colletto: da qui l’importanza dei trattamenti In presenza di forte infestazione si possono
preventivi invernali. avere deperimenti e disseccamenti delle fo-
Avversità e difesa 107

glie, e nei casi più gravi la pianta può addirittu-


ra morire. Anche in questo caso, sulla melata si
sviluppano le fumaggini. Per la lotta biologica
si utilizza il suo parassita naturale Rodolia
cardinalis, un coleottero coccinellide appo-
sitamente importato in Europa dall’Australia.
La cocciniglia grigia (Parlatoria pergandei)
attacca soprattutto gli agrumi (arancio, man-
darino e clementine) ma può infestare anche
altre piante ornamentali.
Si fissa sulle foglie causando decolorazioni pun-
tiformi, sui rami causando incrostazioni e anche
sui frutti, su cui appaiono macchie decolorate.
Sverna come femmina matura fecondata e può
deporre già in pieno inverno continuando fino
a marzo (circa 20-30 uova).
La cocciniglia bassa degli agrumi (Coccus
hesperidum) è notevolmente polifaga e, ol-
tre agli agrumi, infesta molte altre piante
ornamentali. Si manifesta su foglie e rametti
provocando spesso la caduta delle foglie
stesse. Anche per questa cocciniglia si ma-
nifestano i problemi dovuti all’insediamento Frutto infestato dalla cocciniglia rossa
forte degli agrumi
delle fumaggini sulla melata abbondante-
mente prodotta.
La cocciniglia rossa forte degli agrumi (Ao- Si utilizzano gli oli bianchi derivati dal pe-
nidiella aurantii) provoca caduta delle foglie, trolio, che riescono a sciogliere gli scudetti
deperimento della pianta e caduta, o co- cerosi delle cocciniglie, attivati con insetti-
munque deprezzamento, dei frutti. Sverna in cidi autorizzati: una volta sciolto lo strato
diverse fasi di sviluppo e compie tre-quattro ceroso dall’olio bianco, questi principi at-
generazioni all’anno. tivi possono finalmente agire sul parassita.
Per tutte le cocciniglie, va preferita la lotta Se le infestazioni sono limitate, soprattutto
biologica: molte hanno un nemico naturale sulle piante ornamentali in vaso, si può anche
specifico, altre possono essere attaccate da intervenire asportando i parassiti manual-
predatori meno specializzati. La difesa chi- mente con uno spazzolino.
mica va quindi effettuata quando non vi sia Bisogna poi intervenire contro le formiche,
pericolo di uccidere anche i predatori: ottimi che contribuiscono a diffondere le cocciniglie
i trattamenti invernali sulle forme giovanili, e interferiscono con l’azione dei nemici natu-
più recettive. rali di questi parassiti.
108 Avversità e difesa

Per prevenire gli afidi è bene procedere con una concimazione non troppo ricca di azoto

AFIDI tenogenetiche, ognuna con 50-70 neanidi); le


L’afide bruno o afide nero (Toxoptera au- alte temperature estive e quelle basse inver-
rantii) è una specie polifaga, particolarmente nali ne limitano però lo sviluppo. L’insetto ha
dannosa al limone anche se attacca molti altri diversi predatori naturali che si possono utiliz-
agrumi. Si tratta di un parassita che colpisce zare per la lotta biologica: si tratta soprattutto
i giovani germogli, le foglioline e i boccioli di imenotteri, ma anche di coccinellidi, ditteri
da fiore. I sintomi si manifestano con tipici e neurotteri (crisopidi).
accartocciamenti e una notevole produzione L’afide verde degli agrumi (Aphis citricola)
di melata, su cui si sviluppano le fumaggini; in attacca soprattutto l’arancio, il mandarino e le
caso di attacchi molto forti, si ha inoltre cola- clementine, più raramente il limone; può però
tura dei fiori e cascola dei frutticini. infestare anche altre ornamentali come vibur-
Questo insetto si riproduce molte volte nel no, edera, pittosforo, vite, bignonia e Spirea.
corso dell’anno (oltre trenta generazioni par- È particolarmente pericoloso come vettore
Avversità e difesa 109

della tristeza. Sverna come uovo sugli ospiti lorantacee e oleacee. Le larve sono di colore
primari, per poi raggiungere gli agrumi su cui giallognolo, lunghe circa 3 mm a maturità, e
compie tutto il ciclo biologico. Se la lotta bio- danneggiano le foglie scavando sotto l’epider-
logica non è possibile, per gli afidi si devono mide gallerie (mine) color argento, lunghe 5-10
usare prodotti insetticidi approvati. Siccome cm: il percorso della larva è marcato da una
le infestazioni di questi parassiti sono favorite linea scura costituita dagli escrementi.
anche da concimazioni azotate eccessive, una A causa delle mine, le foglie tendono a de-
fertilizzazione equilibrata, con l’uso di molta formarsi: il lembo si arrotola verso la pagina
sostanza organica, può limitarne la presenza. inferiore e infestazioni gravi ne provocano il
disseccamento. Lo sviluppo vegetativo delle
ALTRI INSETTI piante colpite è quindi compromesso.
Minatrice serpentina degli agrumi Le infestazioni si manifestano nel periodo
(Phyllocnistis citrella) estivo, durante il quale gli adulti, piccole
Questo insetto lepidottero originario dell’Asia farfalline, trovano le condizioni atmosferiche
meridionale costituisce uno dei principali pro- ottimali, e le larve si possono nutrire delle
blemi, a partire dal 1995, per gli agrumi. Può foglie dei germogli, più giovani e tenere.
vivere su diverse specie, ma è ospitato anche Gli adulti sono attivi durante la notte e le
da piante di altre famiglie come leguminose, femmine depongono le uova su ambedue le

Minatrice serpentina su stelo


110 Avversità e difesa

pagine delle foglie, vicino alle nervature. Le con prodotti che rispettino gli insetti utili
larve nascono dopo 2-10 giorni e iniziano sin o in periodi in cui questi non siano ancora
da subito la loro attività. Il numero di genera- presenti. Il prodotto chimico che sinora ha
zioni varia in base alle condizioni climatiche. dato i migliori risultati è l’Imidacloprid, dota-
Pur se all’inizio non si trovavano antagonisti to di notevole persistenza e di una velocità
naturali, di recente alcuni parassitoidi hanno d’azione elevata: l’unico rischio è un aumento
cominciato a bloccare l’azione della mina- della presenza di acari. Questo prodotto è
trice. attualmente ammesso solamente in serra.
Un ostacolo alla sua diffusione è rappre- Tra gli altri principi attivi utilizzati contro la
sentato anche dalle reti anti-insetto o dal minatrice c’è anche un insetticida naturale,
tessuto-non-tessuto, che impediscono fi- l’Oikos, a base di azadiractina, un principio
sicamente agli adulti di deporre le uova. attivo che si estrae dai semi della pianta
In ogni caso, la lotta chimica va effettuata Azadiractha indica (comunemente chiama-
to albero di Neem), originaria del nord-est
dell’India: questo prodotto, che ha il van-
taggio di avere un “tempo di carenza” molto
breve, si può utilizzare sia per spennellature
sul tronco sia per irrorazioni fogliari.

Mosca mediterranea della frutta


(Ceratitis capitata)
È un insetto dell’ordine dei ditteri che attac-
ca diverse piante da frutto, tra cui gli agrumi.
Quelli maggiormente colpiti sono i mandarini,
le clementine tangelo e le arance precoci
‘Navelina’ e ‘Tarocco’ nucellare, mentre ven-
gono risparmiati cedri e limoni.
Le larve si sviluppano nella polpa dei frutti,
che subiscono un disfacimento: nelle arance,
le larve e le uova vengono devitalizzate dagli
oli essenziali che fuoriescono dalle ghiandole
oleifere, ma attorno alle punture compare
una macchia marcescente che poi si allarga
interessando più tardi anche la polpa.
La mosca mediterranea dei fruttiferi sverna
come pupa nel terreno. Nelle regioni più calde
la si trova sulle piante più tardive di arancio;
nel meridione compie sei-sette generazioni.
Minatrice serpentina su foglia Gli adulti compaiono nel mese di giugno.
Avversità e difesa 111

sugli steli si notano invece delle argentature,


mentre i germogli si deformano e seccano.
La melata, poi, imbratta le foglie. I frutti
vicini alla maturazione necrotizzano attorno
alla zona del peduncolo e presentano spes-
so una rugginosità argentea (ruggine bianca
degli agrumi). Particolarmente sensibile è il
limone.
Questi insetti si moltiplicano per partenoge-
nesi e svernano nelle fessure della corteccia.
Sono attivi da aprile a novembre, ma con
clima mite possono dare problemi tutto l’an-
no. La femmina depone le uova sulla pagina
inferiore delle foglie, tra le nervature; le larve
La macchia marcescente causata dalla puntura
nascono dopo cinque-sette giorni.
della mosca mediterranea della frutta Le forme adulte seguono i due stadi larvali
di prepupa e pupa, della durata di circa due
La difesa è difficile, vista la polifagia di questo settimane. Completano di norma tre-quattro
parassita. Si possono utilizzare diversi tipi di generazioni, ma in serra, sulle colture florico-
trappole che catturano gli adulti oppure inset- le, possono arrivare anche a sei o sette.
ticidi ammessi. Per la lotta biologica si ricorre Quasi tutti i prodotti chimici utilizzati in pre-
invece all’immissione nell’ambiente di insetti cedenza non sono più ammessi: si può inter-
sterilizzati in laboratorio. venire con oli minerali o estratto di piretro.
I parassiti si possono inoltre combattere cre-
Tripide ando un ambiente che risulti meno favorevo-
(Heliothrips haemorrhoidalis) le per loro: sfoltendo la chioma, per esempio,
Si tratta di un insetto appartenente all’ordine si impedisce il ristagno di umidità all’interno.
dei tisanotteri. Gli adulti sono lunghi circa 1,5
mm, brunastri con solo gli ultimi segmenti Mosca bianca fioccosa degli agrumi
giallo-rossastri e le zampe gialle; le larve sono (Aleurothrixus floccosus)
giallo limone con gli occhi rossi. Questo insetto, che appartiene alla famiglia
Infestano la pagina inferiore delle foglie degli degli aleurodidi (mosche bianche), sverna
agrumi e di molte altre piante, in particolare come neanide; queste forme danno luogo
le colture floricole, orticole e altre colture a un fitto feltro bianco ceroso sulla pagina
da frutta. inferiore delle foglie, arrivando a imbrattare
Sugli agrumi attaccano fiori, foglie e frutti. I tanto le foglie quanto i rametti.
danni sono causati in primo luogo dalle pun- Gli adulti, che hanno il corpo giallognolo
ture, che sui fiori provocano la comparsa di ricoperto da una patina biancastra e che
aree decolorate e necrotiche; sulle foglie e appaiono in primavera, depongono le uova
112 Avversità e difesa

Le foglie infestate dalla mosca bianca fioccosa degli agrumi si ricoprono di un feltro bianco ceroso

sulla pagina inferiore delle foglie. La mosca dal colletto. Il primo sintomo, in primavera, è
bianca fioccosa completa quattro-sei gene- una macchia umida sulla corteccia, che inizia
razioni all’anno. a screpolarsi e da cui comincia a fuoriuscire
I danni che provoca consistono nella sot- un fluido gommoso; la lesione si estende poi
trazione della linfa e nella produzione di normalmente verso l’alto, più raramente verso
melata, con successivo sviluppo di fumaggini. la corona delle radici. Nelle infezioni radicali,
L’imbrattamento dei frutti ne provoca il de- il fungo può invece diffondersi lateralmente
prezzamento. La lotta può essere effettuata formando un’incisione ad anello e provocan-
con oli bianchi. do la morte di tutta la pianta. In questo caso
la gommosi non è visibile dall’esterno, anche
MALATTIE DA FUNGHI, BATTERI perché la gomma si scioglie nell’acqua presen-
E VIRUS te nel terreno.
Gommosi del colletto Nelle infezioni normali, la corteccia necrotizza
(Phytophthora citrophtora, dopo aver perso di elasticità e si spacca verti-
P. gummosis) calmente; il legno non è attaccato ma rimane
Questa malattia, che colpisce tutti gli agrumi e imbrattato dalla gomma, diventando marrone
in particolare il limone, si manifesta, come dice scuro al centro e giallo verso l’esterno. I danni
il nome, con l’emissione di un flusso gommoso alla chioma dipendono dall’entità del danno al
Avversità e difesa 113

colletto: se è interessato tutto l’anello, la pian-


ta deperisce e muore, se invece è colpita solo
una parte, solo una parte della chioma pre-
senterà i sintomi. Le foglie ingialliscono sulle
nervature, poi cominciano a seccare i rametti
e anche le branche.
Fattori che predispongono alla malattia sono
gli eccessi di acqua o comunque un’umidità
molto elevata, specialmente associata ad alte
temperature (25-30 °C). Da evitare anche i
danni meccanici (ferite e lesioni).
In condizioni di elevata umidità, e comunque
in terreni soggetti a ristagni, è poi opportuno
utilizzare come portainnesto l’arancio amaro o
un altro sufficientemente resistente: in questo
caso, l’infezione si ferma al di sopra del punto
di innesto.
L’innesto va tenuto più alto rispetto al norma-
le e non bisogna piantare troppo in profondi-
tà, mentre le piante vanno tenute controllate,
così da poter intervenire più rapidamente con
i trattamenti chimici.
Con l’infezione in atto si utilizzano fungicidi
rameici.

Muffa grigia Il tipico fluido mucillaginoso della gommosi


(Botrytis cinerea) del colletto
È una malattia che colpisce un numero note-
volissimo di piante. Tra gli agrumi attacca in
particolare il limone, sui fiori, sui frutti e anche Marciume radicale fibroso
sui tronchi, dove può provocare anche cancri (Armillaria mellea)
con fuoriuscita di fluidi gommosi. È una micosi che colpisce numerosissime pian-
Condizioni che ne favoriscono la manifesta- te. Sugli agrumi, i sintomi esteriori si manife-
zione sono l’elevata umidità e le basse tempe- stano molto tardi – tant’è che all’inizio si può
rature: sui fiori si forma il classico feltro grigio pensare a un attacco di Phytophthora – con
e si arriva poi al disseccamento. necrosi della corteccia e lesioni sui rami; non
I prodotti da utilizzare sono quelli a base di c’è però presenza di gommosi. Un elemento
rame per i trattamenti al tronco e gli antibo- che permette di riconoscere l’Armillaria mel-
tritici specifici autorizzati su fiori e germogli. lea è un intenso profumo di fungo.
114 Avversità e difesa

La difesa consiste soprattutto nell’effettuare


pratiche colturali che diano alla pianta le mi-
gliori condizioni agronomiche.

Mal secco
(Phoma tracheiphila)
È una tracheomicosi, cioè una malattia fungina
in cui il patogeno si insedia nei vasi legnosi
della pianta. Provoca notevoli danni, special-
mente su limoni, mandarini e aranci amari.
Il primo sintomo è l’ingiallimento delle nerva-
ture delle foglie apicali, con decolorazione e
successiva caduta.
I rametti seccano, poi l’infezione passa ai rami,
al tronco – il legno assume una caratteristica
colorazione rossastra, che si evidenzia aspor-
tando la corteccia, quindi imbrunisce – e alle
radici: a questo punto la pianta muore.
Se l’infezione si ferma alla parte epigea, le
piante emettono polloni. Quando l’infezione
inizia in autunno o in inverno, i sintomi sono
spesso visibili solo dopo diversi mesi.
Il fungo può penetrare attraverso aperture na-
turali, come gli stomi delle foglie, o attraverso
ferite. Fattori climatici favorevoli all’infezione
sono le alte temperature (intorno ai 15 °C) e
un’umidità elevata (oltre il 65%) nei mesi au-
tunnali e invernali. E anche il vento forte e la
grandine, che possono aprire ferite nella cor- Nelle piante colpite da mal secco il legno, sotto
la corteccia, assume dapprima una caratteristica
teccia, favoriscono l’insorgenza della malattia. colorazione rossastra, poi imbrunisce
Da evitare le concimazioni azotate eccessive,
le potature esagerate e le lavorazioni che pos-
sono danneggiare le radici. nesti, resistenti. In caso di infezione, le parti
Vanno poi evitati gli stress: per esempio non colpite vanno tagliate e bruciate, eliminando
bisogna trapiantare le piante in vaso quan- anche i polloni e le ceppaie eventualmente
do non sono ancora entrate nel periodo di rimaste nel terreno.
riposo. I trattamenti chimici vanno fatti in concomi-
Una prima difesa contro questa malattia è la tanza con le condizioni atmosferiche favore-
scelta di specie e varietà, nonché di portain- voli alla malattia, utilizzando sali di rame.
Avversità e difesa 115

Antracnosi trasmessa dall’acqua arriva alle foglie, che


(Colletotrichum sp.) ingialliscono e si accartocciano ma restano
È una malattia che non provoca danni ecces- attaccate al ramo.
sivamente rilevanti. Si manifesta su rametti, Sui frutti del limone si formano anche macchie
foglie e frutti: l’agente patogeno penetra at- rotondeggianti di circa 1-1,5 cm, con presenza
traverso le ferite provocate da avversità atmo- di essudati batterici (piticchia batterica); le
sferiche o dal mal secco. Fattori che possono macchie possono comparire anche dopo la rac-
favorire l’antracnosi sono le piogge e l’umi- colta, con notevole deprezzamento dei frutti.
dità atmosferica, e anche le potature errate La difesa consiste principalmente nel mante-
che non permettono una buona circolazione nere la pianta in buone condizioni vegetative.
dell’aria all’interno della chioma.
La difesa consiste soprattutto nell’effettuare Fumaggine
pratiche colturali che diano alla pianta le migliori (Capnodium citri e altri funghi)
condizioni agronomiche. Le fumaggini non si possono considerare
malattie in senso stretto. Si tratta infatti di
Batteriosi da Pseudomonas syringae funghi che si instaurano sulla melata prodotta
Si manifesta con macchie depresse di colore da afidi, cocciniglie e altri insetti. Il danno è
rosso-bruno sui rametti, parallele all’asse, da provocato dal feltro nerastro che può copri-
cui possono fuoriuscire gocce di gomma. Dal- re le foglie, i frutti e altre parti della pianta:
le lesioni sui rametti, quando piove, l’infezione quando sono interessate le foglie, la fotosin-

Danni da fumaggine su foglia di arancio


116 Avversità e difesa

tesi e gli scambi gassosi risultano limitati, e sul frutto le macchie sono più marcate, con
di conseguenza la crescita della pianta è più aureole verdi più grosse circondate da un alo-
stentata; i frutti perdono di valore perché, an- ne giallo. Ciò nonostante, la malattia non crea
che se vengono puliti (operazione in ogni caso danni rilevanti ai frutti.
onerosa e faticosa), presentano ancora una
decolorazione che li deprezza ulteriormente. Psorosi
Non si deve quindi combattere direttamente (virus della psorosi )
i funghi, ma lottare contro gli insetti che de- È una malattia probabilmente provocata da
positano la melata. ceppi virali diversi, che va a colpire in particola-
re l’arancio, il mandarino e il pompelmo.
Exocortite I sintomi sono desquamazioni della corteccia,
(viroide dell’exocortite) che comincia ad arrotolarsi e lascia scoperti i
Questa malattia si può manifestare quando si vasi floematici, con fuoriuscita di gomma che
utilizza come portainnesto l’arancio trifogliato può arrivare a ostruire i vasi legnosi provocan-
(Poncirus trifoliata); nessun problema, invece, do la morte della pianta. Le foglie appaiono
se si innesta su arancio amaro. Pare comun- invece clorotiche: guardandole controluce, si
que che il virus sia presente un po’ in tutti gli osservano maculature giallastre o verde chiaro.
agrumeti in Italia, anche se i sintomi non sono La malattia si può solamente prevenire, uti-
sempre evidenti. lizzando materiale sano e disinfettando gli
Su piante innestate su arancio trifogliato si attrezzi da innesto e potatura.
osserva la desquamazione del tronco fino Le piante colpite vanno eliminate e bruciate
anche alle branche radicali, e fessurazioni fino per limitare la trasmissione del virus.
ai rametti dalle quali fuoriesce un fluido gom-
moso. Le foglie ingialliscono e si deformano, Tristeza
mentre la fruttificazione è inferiore così come (virus della tristeza)
lo sviluppo della pianta. Apparsa per la prima volta in Spagna, è con-
Contro questa virosi non sono possibili misure siderata la più pericolosa tra le virosi degli
curative. Si deve dunque cercare di prevenirne agrumi (ha già ucciso milioni di piante in tutto
la diffusione, disinfettando accuratamente gli il mondo). I sintomi possono variare molto in
strumenti di potatura e i coltelli da innesto. relazione alla specie, al tipo di coltivazione e
Non ci sono prove che questo agente infetti- all’innesto. Tra i portainnesti sono particolar-
vo sia trasmesso da un vettore. mente soggetti l’arancio amaro, il pompelmo e
anche la limetta dolce.
Maculatura anulare All’inizio la pianta rallenta il suo sviluppo e le
(virus della maculatura anulare) foglie ingialliscono a partire dalle nervature e
Questa virosi si manifesta con desquamazioni si staccano. A questo punto la pianta tende
sul tronco e chiazze giallastre puntiformi e a reagire con l’emissione di nuovi germogli, a
rotondeggianti, di pochi millimetri di diame- crescita però stentata e di colore verde chiaro.
tro, che circoscrivono piccole aureole verdi; Se il virus colpisce l’apparato radicale, passa
Avversità e difesa 117

subito nel tronco e riduce la capacità di coltivati, anche quelli ornamentali, e per que-
assorbimento dell’acqua. Nelle prime fasi di sto è difficile anche trovare dei portainnesti
infezione, la pianta aumenta la sua produ- resistenti.
zione di frutti, che però sono di piccole di- Si teme anche l’arrivo della cosiddetta Citrus
mensioni. Pare comunque che gli agenti virali Black Spot, dovuta al fungo Phyllosticta citri-
che provocano la tristeza siano diversi, il che carpa, che provoca macchie nere sui frutti:
implica anche sintomi diversi. sono già state distrutte partite di frutta prove-
La malattia è trasmessa dagli afidi: quindi, anche nienti dall’estero che ne presentavano i sintomi.
in questo caso, l’unica lotta possibile è quella In Turchia sono state già segnalate due virosi: il
indiretta, con il controllo dei vettori tramite nanismo clorotico degli agrumi (Citrus Chloro-
prodotti chimici o attraverso la lotta biologica. tic Dwarf, CCD) e la ‘decolorazione gialla delle
Gli attrezzi da innesto e potatura, poi, vanno nervature’ (Citrus Yellow Vein Clearing, CYVC).
disinfettati sempre bene. Le piante colpite Anche in questo caso, si spera di evitarne l’ar-
vanno poi eliminate e bruciate. rivo da noi.

NUOVE MINACCE PER GLI AGRUMI


Come abbiamo già accennato, parassiti, pa-
togeni e microrganismi dannosi hanno ora la
possibilità di viaggiare molto più facilmente e
di diffondersi quindi più rapidamente.
Tra le nuove minacce per i nostri agrumeti,
quella che è più temuta è una malattia batte-
rica, provocata da Candidatus Liberibacter già
nota da molto tempo in Oriente (in Cina viene
chiamata Huanglongbing (huang significa giallo,
long ramo e bing malattia). Si è ormai diffusa
in buona parte del mondo, ha provocato gravi
danni tanto nel Nord quanto nel Sud America
ed è già arrivata in Europa Occidentale. Si teme
quindi che sia solo una questione di tempo
prima che si possa diffondere anche da noi.
Provoca ingiallimento dei rami e inverdimento
dei frutti (da qui il nome inglese di Citrus Gre-
ening), che sono quindi invendibili. Infestazioni
gravi portano alla morte delle piante.
È diffusa da insetti (Psille) e uno dei pochi me-
todi di lotta è quello di combattere i vettori.
Un aspetto particolarmente preoccupante è Uno dei primi sintomi di Huanlongbing
che colpisce buona parte delle specie di agrumi è l’ingiallimento dei rami
119

GLOSSARIO

• ACARI artropodi simili a piccoli ragni. Sono • CAPSULA frutto secco deiscente, a più car-
spesso parassiti delle piante, ma alcuni vengo- pelli, che contiene più semi.
no sfruttati nella lotta biologica come preda-
tori di organismi che causano danni. • CARPELLO foglia metamorfosata che produ-
ce gli ovuli di un fiore.
• AFIDI insetti parassiti che, con il loro ap- • CASCOLA abscissione (cioè distacco e caduta)
parato boccale pungente e succhiante, sot- dei frutti durante lo sviluppo o comunque pri-
traggono le sostanze nutritive alle piante. ma della raccolta. È indotta da fattori fisiologici
Producono anche la melata, su cui si possono o da cause climatiche o biotiche.
sviluppare le fumaggini.

• AGAMICA si dice di forma di propagazione in •foglie).


CHIOMA parte aerea di un albero (rami e

cui non interviene la fecondazione.


• CLONI individui derivati da propagazione
• ALBEDO vedi mesocarpo. agamica a partire da un unico capostipite,
• ALLEGAGIONE passaggio dallo stato di fiore a caratterizzati dallo stesso genotipo.
quello di frutto.
• CLOROSI alterazione delle foglie con in-
• ANTERA parte terminale dello stame dei giallimento diffuso. Può avere diverse cause
(parassiti, carenze nutrizionali); molto diffusa
fiori.
è la clorosi da carenza di ferro dovuta a un pH
• ANTIPARASSITARIO sostanza utilizzata per del terreno sbagliato.
combattere i parassiti.
• COLLETTO parte basale della pianta, tra la
• ASCELLA l’angolo superiore che il picciolo, radice e il fusto.
o la base della foglia, forma con l’asse gene-
ratore. • COROLLA insieme dei petali di un fiore, situa-
ta all’interno del calice.
• CULTIVAR abbreviazione del termine inglese
• BACCA frutto completamente carnoso, sen- cultivated variety. Indica una varietà ottenuta
za endocarpo legnoso. dall’uomo.

• CALICE involucro esterno del fiore, che •DRUPA frutto carnoso con esocarpo mem-
protegge gli organi più interni prima dell’a- branoso, mesocarpo carnoso ed endocarpo
pertura. legnoso (nocciolo).
120 Glossario

• ENDOCARPO parte più interna del frutto. • GAMETI cellule destinate a unirsi nella fecon-
• EPICARPO O ESOCARPO parte più esterna del dazione gamica per dare origine a un nuovo
individuo.
frutto (buccia). Negli agrumi è denominato
flavedo. • GAMICA si dice di propagazione in cui in-
• ESPERIDIO frutto tipico degli agrumi. È ca- terviene
gameti.
la fecondazione, con l’unione di due
ratterizzato da un epicarpo (flavedo o buccia)
di notevole spessore, colorato e ricco di oli • GENOTIPO tipologia del corredo genetico di
essenziali, da un mesocarpo (albedo) bianco e un individuo.
spugnoso saldato all’epicarpo e da un endo-
carpo suddiviso in logge (spicchi) contenenti • GOMMOSI secrezione di una sostanza mu-
cillaginosa a seguito di una patologia della
la polpa e il succo del frutto.
pianta.

• FILAMENTO parte sterile, di norma assot- • HEDGING intervento di potatura meccanica


tigliata, dello stame, che sorregge la parte
sulla parte laterale delle piante.
fertile.
• FILLOPTOSI caduta delle foglie.
• FITOFAGO organismo che si nutre di vegetali. •cioIBRIDO individuo che trae origine dall’incro-
tra specie o varietà diverse (più raramente
• FITOFARMACO prodotto chimico per la lotta tra generi diversi).
a parassiti e patogeni.
• IMPALCATURA inserzione delle branche pri-
• FITOPATIA malattia delle piante. marie sul fusto.
• FLAVEDO vedi epicarpo. • INNESTO tecnica di moltiplicazione che con-
• FRANCO piantina da seme usata come por- siste nell’unione di parti di soggetti diversi
(portainnesto e marza) a costituire un unico
tainnesto di cultivar della medesima specie.
individuo.
• FRUTTICINO frutto in via di sviluppo.

• FUMAGGINE malattia fungina, di aspetto fu- • LAMINA porzione distesa e appiattita della
ligginoso, che ricopre la superficie delle foglie
foglia.
e dei rami. Si forma di solito sulla melata pro-
dotta da insetti come gli afidi e le cocciniglie.
Glossario 121

• MARGOTTA tecnica di moltiplicazione in cui • NECROSI alterazione irreversibile che condu-


un ramo viene indotto a formare radici prima ce alla morte delle cellule o dei tessuti colpiti.
di essere separato dalla pianta madre. Sulle foglie si manifesta con macchie scure.
• MARZA nella moltiplicazione per innesto, la • NEMATODI invertebrati dal corpo cilindrico,
parte di pianta (gemma o rametto) che viene lungo e sottile, che parassitano le piante ma
inserita sul portainnesto e che darà origine anche l’uomo e gli animali.
alla parte aerea del nuovo soggetto.
• MATURAZIONE complesso dei fenomeni bio-
chimici che concludono l’evoluzione dei frutti • OVARIO parte inferiore del pistillo, che con-
al termine dell’accrescimento. tiene gli ovuli.

• MELATA escrementi zuccherini emessi da • OVULO parte dell’apparato riproduttore


alcuni fitofagi, come gli afidi e le cocciniglie. femminile che dopo la fecondazione dà ori-
Spesso, sulla melata si sviluppano le fumaggini. gine al seme.

• MESOCARPO strato intermedio dei frutti,


compreso tra l’epicarpo e l’endocarpo. Negli
agrumi è denominato albedo. • PACCIAMATURA copertura della superficie
del suolo che ha lo scopo di impedire lo
• MICOSI malattia provocata da funghi (mi- sviluppo delle infestanti, rallentare l’evapo-
ceti). traspirazione del terreno e proteggere la base
delle piante dal freddo nel periodo invernale.
• MINATORI insetti che vivono scavando galle- Si può effettuare con diversi materiali: foglie,
rie nei tessuti vegetali.
torba, aghi di conifere, paglia, segatura ecc.
• MUTAGENESI induzione di mutazioni con
• PARASSITA organismo che si nutre a spese
mezzi artificiali.
di un altro organismo causandogli danni, fino
anche alla morte.
• NARROW RANGE oli ottenuti con uno stretto • PARTENOGENESI nascita di organismi da fem-
intervallo di distillazione. Sono caratterizzati mine non fecondate.
da bassa viscosità e da elevata omogeneità;
sono quindi più adatti per trattamenti alle • PATOGENO agente infettivo che penetra e si
piante in vegetazione rispetto agli oli normali. moltiplica a spese dei tessuti dell’ospite.

• NEANIDE forma giovanile di un parassita, • PETALO ciascuna delle foglie metamorfosate


simile all’adulto. che costituiscono la corolla dei fiori.
122 Glossario

• PH valore che indica la reazione di una • RACCOLTA complesso delle operazioni at-
soluzione. Viene indicato in gradi da 1 a 14: traverso le quali i frutti vengono distaccati
un valore inferiore a 7 indica acidità, pari a 7 dalla pianta. Talvolta indica, più estesamente,
neutralità e superiore a 7 basicità. il complesso delle operazioni che concludono
il ciclo produttivo, compreso per esempio il
• PICCIOLO porzione della foglia che unisce
trasporto in magazzino.
la lamina al rametto. Negli agrumi presenta
talvolta delle alette. • RACEMO sinonimo di grappolo.
• PIRIFORME a forma di pera. •REFRIGERAZIONE metodo di conservazione
della frutta dopo la raccolta, che consiste
• PISTILLO organo femminile del fiore formato nell’immagazzinamento in una cella frigori-
dall’ovario, dallo stilo e dallo stigma.
fera.
• POLIPLOIDIA condizione per cui i cromo- • REIMPIANTO piantagione su un terreno oc-
somi presenti in una cellula sono in numero
multiplo rispetto al normale numero aploide cupato in precedenza da alberi della stes-
di cromosomi. sa specie. Può provocare il fenomeno della
“stanchezza del terreno”.
• PORTAINNESTO nella moltiplicazione per
• REINNESTO innesto eseguito su alberi adulti,
innesto indica la pianta di cui viene utiliz-
zato l’apparato radicale e su cui si innesta per sostituire la cultivar innestata. Si può
la marza. eseguire tanto su piante franche di piede o
già innestate in precedenza.
• POTATURA operazione che serve a regolare
la modalità di vegetazione e di fruttificazione • RIFIORENTE si dice di pianta che fiorisce più
della pianta, per ottenere il massimo rendi- volte in un anno.
mento. Molto importante è la potatura di
formazione, con cui si dà una forma di alleva-
• RINVASO operazione consistente nel cam-
bio del vaso di una pianta, che viene inserita
mento alla pianta. in un contenitore più grande. Viene effettua-
• PROPAGAZIONE procedimento grazie al qua- ta periodicamente per adeguare la misura del
contenitore a quella dell’apparato radicale in
le una pianta viene perpetuata nello spazio e
nel tempo. Si distingue quella per via gamica crescita.
(riproduzione) e quella per via agamica (mol-
tiplicazione).
• ROSETTA formazione della pianta costituita
da una particolare disposizione delle foglie a
• PUBESCENTE leggermente peloso. raggiera, ben accostate tra loro.
Glossario 123

• RUSTICITÀ grado di resistenza di una pianta • SUCCHIONE ramo vigoroso che si sviluppa
alle avversità ambientali, in particolare alle sui tronchi o sui grossi rami da gemme av-
basse temperature. ventizie o latenti.

• SAPROFITA organismo che si nutre di altri • TALEA parte di pianta, generalmente un


organismi già morti e in decomposizione. ramo, ma anche una radice o una foglia, che
viene staccata dalla pianta madre e utilizzata
• SCASSO lavorazione con aratura profonda
nella moltiplicazione facendola radicare di-
del terreno, che si effettua prima dell’im-
rettamente.
pianto.
• SCHELETRO particelle del terreno che hanno •cheTOPPING intervento di potatura meccanica
viene praticata sulla sommità degli alberi.
un diametro superiore a 2 mm.
• SESTO DI IMPIANTO distanza tra una pianta • TRAPIANTO operazione con cui si cambia
dimora a una pianta.
e l’altra sulla fila e tra le file. Può essere sia
regolare (quadrato, rettangolo, a quinconce
ecc.) sia irregolare.
• UMBONE apice del frutto. In alcuni agrumi
• SISTEMICO si dice di antiparassitario che può essere prominente.
può penetrare nei tessuti delle foglie e di
altri organi erbacei, diffondendosi con la linfa
delle piante. • VARIETÀ raggruppamento di individui ap-
partenenti alla stessa specie ma con alcune
• STAME organo maschile del fiore costituito caratteristiche diverse.
da filamento e antera.
• STIPOLA espansione (fogliacea, scagliosa,
spinificata o tubercoliforme) che in alcune • ZAGARA genericamente fiore degli agrumi,
specie vegetali si trova a destra e a sinistra ma riferito specialmente ai fiori dell’arancio
della base della foglia. e del limone.
124

INDICE DELLE SPECIE


Nome comune Nome scientifico pag.
Arancio amaro Citrus aurantium 29
Arancio dolce Citrus sinensis 30
Arancio trifogliato o ponciro Pancirus trifoliata (Citrus triptera) 33
Bergamotto Citrus bergamia 34
Calamondino x Citrofortunella microcarpa (x Citrofortunella 35
mitis, Citrus mitis, Citrus madurensis)
Cedro Citrus medica 37
Chinotto Citrus myrtifolia 39
Clementina o mandarancio Citrus reticulata o Citrus clementina 40
Finger lime Citrus australasica 41
Hong Kong kumquat Fortunella hindsi 43
Kucle Fortunella margarita x Citrus reticulata 42
Kumquat ovale Fortunella margarita 44
Kumquat rotondo Fortunella japonica 43
Lime Citrus aurantifolia 45
Limetta dolce Citrus limetta 46
Limetta dolce di Palestina Citrus limettoides 47
Limetta dolce di Roma o Pursha Citrus limetta “Pursha” 47
Limone Citrus limon 48
Limone Meyer Citrus Meyer 52
Limone volkameriano Citrus volkameriana 52
Mandarino Cleopatra Citrus reshni 53
Mandarino King Citrus nobilis o Citrus deliciosa 54
Mandarino Satsuma Citrus unshiu 55
Mapo e altri ibridi Citrus x tangelo 56
Papeda delle Mauritius o combava Citrus hystrix 56
Pompelmo Citrus paradisi 57
Rangpur Citrus limonia 46
Shaddok o pomelo o pummelo Citrus maxima o Citrus grandis 58
Indice delle specie 125

Nome scientifico Nome comune pag.


x Citrofortunella microcarpa (x Citrofortunella Calamondino 35
mitis, Citrus mitis,Citrus madurensis)
Citrus aurantifolia Lime 45
Citrus aurantium Arancio amaro 29
Citrus australasica Finger lime 41
Citrus bergamia Bergamotto 34
Citrus hystrix Papeda delle Mauritius o combava 56
Citrus limetta Limetta di Rangpur 57
Citrus limetta “Pursha” Limetta dolce 46
Citrus limettoides Limetta dolce di Roma o Pursha 47
Citrus limon Limetta dolce di Palestina 46
Citrus limonia Limone 48
Citrus maxima o Citrus grandis Shaddok o pomelo o pummelo 58
Citrus medica Cedro 37
Citrus Meyer Limone Meyer 52
Citrus myrtifolia Chinotto 39
Citrus nobilis o Citrus deliciosa Mandarino King 54
Citrus paradisi Pompelmo 57
Citrus reshni Mandarino Cleopatra 53
Citrus reticulata o Citrus clementina Clementina o mandarancio 40
Citrus sinensis Arancio dolce 30
Citrus unshiu Mandarino Satsuma 55
Citrus volkameriana Limone volkameriano 52
Citrus x tangelo Mapo e altri ibridi 56
Fortunella hindsi Hong Kong kumquat 43
Fortunella japonica Kumquat rotondo 43
Fortunella margarita Kumquat ovale 44
Fortunella margarita x Citrus reticulata Kucle 42
Pancirus trifoliata (Citrus triptera) Arancio trifogliato o ponciro 33
126

BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA
Libri italiani
Francesco Calabrese, La favolosa storia degli agrumi, L’Epos 2004.
Roberta Ceschi, Maria Alessandra Rossini, Agrumi in vaso. L’Informatore Agrario 2019.
Eliana Ferioli, Agrumi in vaso. Guida indispensabile per scegliere e coltivare gli agrumi più
belli. Il Castello 2019.
Monika Klock, Thorsten Klock, Gli agrumi in vaso e in piena terra. Scelta, cura, messa a dimora,
Red Edizioni 2008.
Pierre Laszlo, Storia degli agrumi. Usi, culture e valori dei frutti più amati del mondo, Donzelli
editore 2006.
Hans-Peter Maier, Agrumi. Come sceglierli, come curarli, L’Airone Editrice 2005.
Giorgio Tintori, Sergio Tintori, Paolo Galeotti, Gli agrumi ornamentali - Consigli dalla tradizione
dei contadini giardinieri, Edizioni Edifir 2005.
Vincenzo Vacante, Francesco Calabrese, Citrus. Trattato di agrumicoltura, Edagricole-New
Business Media 2010.

Libri esteri
L. G. Albrigo, F. S. Davies, Citrus, Cab Intl 1994.
Citrus – Selection guide, Planting & care, Sunset Books 1996.

Si rimanda anche alle sezioni dedicate ai libri nel sito Citrus Books:
www.homecitrusgrowers.co.uk/books/mybooks2.html

Articoli in italiano
www.inorto.org/2012/08/come-coltivare-gli-agrumi-in-vaso-trapianto-rinvaso-concimazioni-e-
annaffiature
www.monaconatureencyclopedia.com/agrumi-varieta-e-coltivazione-anche-in-vaso

Articoli in inglese
ezinearticles.com/?History-Of-Citrus&id=270715
harvesttotable.com/how-to-plant-grow-prune-and-harvest-citrus

Tecniche di coltivazione
www.crsfa.it/wp-content/uploads/download/biblioteca/agrumi.pdf
www.agraria.org/coltivazioniarboree/coltivazioneagrumi.htm
Bibliografia e sitografia 127

Siti esteri sugli agrumi


www.ultimatecitrus.com
www.homecitrusgrowers.co.uk
dengarden.com/gardening/indoorfruittrees

Siti di produttori italiani


www.giambopiante.it
www.oscartintori.it e il loro giardino dimostrativo Hesperidarium, visibile qui:
www.giardinodegliagrumi.it
www.vivaiolapalmara.com
www.siciliaverde.it

Siti di produttori esteri


www.fourwindsgrowers.com/index.php
www.agrumes-baches.com

La sitografia è stata rivista al momento di andare in stampa.


Ci scusiamo anticipatamente per le eventuali variazioni successive.
REFERENZE ICONOGRAFICHE

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Per aver gentilmente fornito le foto l’autore ringrazia:


Collezione Emilio Trabella: 95.
Giambò Piante (Furnari, ME): 9, 41s, 35s, 36, 37, 38a, 40, 41a, 42a, 42bs, 44, 45, 47b, 48bs, 49s, 50, 51s,
54, 55, 57s, 46a, 58b.
Giorgio Rampinini: 75, 104, 105, 106, 107, 108, 109, 110, 111, 112, 113, 114.
Guido Franco Clamer: 88.
Intrigliolo - Istituto Sperimentale di Acireale: 68, 69, 70.
Istituto Anzillotti: 86, 92, 93, 94.
Italo Vacca: 12.
Lanza - Istituto Sperimentale di Acireale: 82.
MAP/F. Strauss: 8, 17, 18, 28.
MAP/N. e P. Mioulane: 22, 25, 29ad.
Maria Grazia Bellardi: 11, 56b.
P. Fernandes/L’Ami des jardins: 48a, 49d, 51d.
Russo - Istituto Sperimentale di Acireale: 31, 32.
Vivai Torsanlorenzo: 30, 33, 52a.

Disegni: Archivio Giunti / Michela Ameli

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