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21/05/2020

ERMETISMO
 L’ORIGINE DEL NOME
Il termine “ermetismo” significa chiusura e impenetrabilità.
Nel 1936 Francesco Flora coniò l’espressione “poesia ermetica” per indicare, con accezione
negativa, l’oscurità e l’ambiguità espressiva di quella poesia che, tra il 1925 e il 1935, tese a scelte
lessicali e sintattiche volutamente difficili. Siamo negli anni del “ritorno all’ordine” (dopo
avanguardia), nel clima di recupero della tradizione e del classicismo, espresso in Italia già con la
rivista romana “La Ronda”, ma evidentemente anche nelle raffinate ricerche formali di
“Sentimento del tempo” di Ungaretti e nella carica emotiva che gli oggetti contengono nella
raccolta di Montale.
Per i poeti ermetici il ritorno alla tradizione coincise con il recupero del simbolismo.
Il termine ermetismo , in seguito, ha perso l’accezione negativa per passare ad indicare la
tendenza poetica iniziata nel 1932 con le raccolte di Salvatore Quasimodo e di Alfonso Gatti
(esponenti principali).
 LA POETICA DELL’ERMETISMO
Il ritrovo letterario degli ermetici era a Firenze, presso il caffè “Le Giubbe Rosse” (chiamato così dal
colore delle giacche dei camerieri), e attorno alle riviste dove pubblicavano le loro opere, come per
esempio “Campo di Marte”. L’ideologo del gruppo era il critico Carlo Bo, che pubblicò su “Il
Frontespizio” il saggio “Letteratura come vita”, in cui sintetizzava gli aspetti fondamentali della
nuova poetica.
L’idea centrale è il rifiuto della politica e della storia e il riconoscimento della poesia come
esperienza totalizzante, come “un discorso infinito e continuo che apriamo con noi stessi”. La
scrittura poetica è la strada per conoscere se stessi ed è anche strumento di ricerca di una forma
superiore di conoscenza, dell’assoluto e della verità universale della vita. In definitiva la vita intesa
come pura esperienza interiore coincide con la letteratura.
È interessante riflettere sulla relazione esistente tra questa poesia misticheggiante, così poco
attenta al reale, e il contesto in cui operò. Il punto nodale è che l’oscurità ermetica non va intesa
come artificio fine a se stesso; essa implica, invece, il rifiuto della situazione politica di quegli anni
e della compromissione della retorica del fascismo.
Gli ermetici perseguirono l’ideale di una poesia “pura”, sganciata da ogni condizionamento o
impegno politico-civile. Il linguaggio concentrato e oscuro faceva così da baluardo per quanti
intendevano difendere la propria libertà.
La poesia come esperienza conoscitiva contiene in sé una inesauribile tensione metafisica, muove
cioè verso ciò che non si può dire, verso il silenzio e l’assenza.
- La poesia uguale a vita intesa come una realtà più intima, raccolta dell’uomo. Una poesia
che portasse ad una forma di conoscenza interiore e quindi metafisica, quasi come un
valore iniziatico e religioso.
- Il rifiuto della storia, c’è un individualismo assoluto, quindi, non c’è il legame con la società
che è espresso con quei testi perché tutto quello che importanza per loro, è il rapporto
unico del testo col suo autore.
 IL LINGUAGGIO POETICO
La poesia è rivolta ad un numero ristretto di persone e gli strumenti principali sono:
- Le analogie in quanto cercano di cogliere il significato dell’esistenza;
- La poesia pura sottratta ad ogni condizionamento e quindi la parola evocatrice, con una
grande/densa concentrazione immaginifica, quindi, sono assenti i riferimenti spazio-
temporali;
- I sostantivi sono senza articoli.
Si può vedere un collegamento con Ungaretti ed è per questo che viene definito come il padre
dell’ermetismo.
Poesia “Ed è subito sera” pag. 426
Quasimodo nelle raccolte del dopoguerra cambia direzione: i versi delle poesie diventano più
lunghi, i suoi messaggi si fanno più accessibili perché vorrebbe trovare delle soluzioni più corali e
non strettamente individualistiche come la produzione ermetica precedente. Questo perché vuole
scendere dal piano metafisico esistenziale, che era quello di prima, ad un piano più storico e di
impegno civile del poeta che erano anche frutto dell’amara esperienza della guerra.

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