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Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855. Trascorre a Bologna
il 6 aprile 1912, poco dopo aver pronunciato l’importante discorso ​La Grande Proletaria si è
mossa​, dedicato a sostenere l’impresa coloniale italiana in Libia. Egli visse un’ infanzia
agiata fino a quando il padre venne ucciso. Questo e altri lutti familiari segnano
profondamente il suo carattere. Iscrittosi nel 1873 alla facoltà di lettere all’ università di
Bologna grazie a una borsa di studio, nel 1876 perde il diritto alla borsa ed è costretto a
interrompere gli studi. Ripresi gli studi, si laurea nel 1882. Dopo aver insegnato in diversi
licei d’Italia, nel 1895 viene nominato professore di grammatica greca e latina all’università di
Bologna. Muore a Bologna il 6 aprile 1912 dopo aver pronunciato l’importante discorso ​la
Grande Proletaria si è Mossa​, dedicato a sostenere l’impresa coloniale italiana in Libia.

Pascoli tra Ottocento e Novecento, il Fanciullino


Pascoli rappresenta un momento di passaggio necessario tra Ottocento e Novecento.
Continuità e rottura, tradizione e innovazione si contemperano in lui in modo equilibrato, così
da farne insieme l’ultimo dei classici e il primo dei moderni​. Pascoli affidò alla prosa
intitolata ​il ​Fanciullino,​ ​il suo più importante ed esplicito discorso programmatico sul poeta e
sulla poesia. Il poeta coincide con il fanciullino​, ovvero con quella parte infantile dell’uomo,
sottratta alla logica ordinaria e alla prospettiva comune,che negli adulti tende ad essere
soffocata.

La produzione poetica pascoliana


La critica ha individuato la parte più viva e intensa della produzione poetica pascoliana nelle
raccolte ​Myricae​, ​Poemett​i e ​Canti di Castelvecchio​. Per esse esiste una verità di fondo
dell’ispirazione, che vede una tendenza lirico-simbolica e una narrativa spesso intrecciate. I
dati caratterizzanti di Myricae (la prima edizione è del 1891) sono il ​frammentismo e
l’impressionismo. Nei Canti di Castelvecchio Pascoli cerca una liricità più distesa. E’
inoltre evidente il recupero dei Canti leopardiani, dai quali Pascoli riprende il tema della
ricordanza e il motivo del rapporto uomo-natura​. ​I Poemetti escono nel 1897. Il titolo che la
raccolta assume nella terza e definitiva edizione, ​Primi poemetti​, annuncia la volontà di
dare vita a una raccolta ulteriore di testi affini. Nei Poemetti c’è una spiccata tendenza
narrativa, con l’introduzione di testi lunghi, per lo più suddivisi in sezioni. In essi si esprime il
generico umanitarismo populistico del poeta. Nel decennio 1894-1903 Pascoli lavora anche
sul registro del preziosismo erudito e alessandrino, che darà vita ai poemi conviviali, e su
quello della poesia latina. C’è infine un altro versante della produzione pascoliana, ispirata a
tematiche storico-civili. La poesia civile di Pascoli è affidata alle raccolte ​Odi e inni​, Canzoni
di re Enzio​, ​Poemi italici​ e ​Poemi del Risorgimento.
La Poetica Del Fanciullino
Tra ottocento e novecento

Pascoli rappresenta un momento di passaggio tra ottocento e novecento. Continuità e


rottura, tradizione e innovazione si bilanciano in lui in modo equilibrato, così da
farne,insieme,l’ultimo dei classici e il primo, in Italia, dei moderni. La sua ​“democrazia
linguistica” e cioè l’impiego di un linguaggio basso e talora persino dialettale e
popolaresco, ha sempre qualcosa di raro e di prezioso che sfiora ​l’estetismo.

Umiltà e privilegio del fanciullino


la stessa poetica del fanciullino presuppone questa ambiguità o duplicità:
◆ da un lato il fanciullino è presente potenzialmente in ogni uomo, è una figura umile e
piccola e sembra porsi in alternativa al ​superuomo dannunziano​;
◆ dall’altro solo il poeta conosce il privilegio di farlo rivivere e di farlo portare dentro di sè
sapendo scorgere il significato profondo di quelle piccole cose che l’adulto “normale” invece
trascura.

Il fanciullino (1897)
E’ il più importante ed esplicito discorso programmatico di Pascoli sul poeta e sulla poesia, e
contiene dunque la sua personale poetica. ​Il poeta coincide con il fanciullino​, ovvero con
quella parte infantile dell’uomo che negli adulti tende ad essere normalmente soffocata e
che invece nei poeti trova libera espressione. Il fanciullino vede ciò che in genere passa
inosservato, attraverso vie puramente intuitive e percezioni non razionali: egli individua
accordi segreti tra le cose stabilendo tra di esse legami inediti e inconsueti, rovescia le
proporzioni classiche, adattando il nome della cosa più grande alla più piccola, e al
contrario, ​guarda il mondo con uno stupore infantile alla luce del quale ogni cosa è una
nuova scoperta.

Il Simbolismo e l’ Impressionismo
il simbolismo pascoliano vuole indicare la strada della rivelazione di una verità segreta e
misteriosa la cui chiave d’accesso nascosta appartiene solo al poeta. Il simbolismo
pascoliano punta inoltre sulla ​valorizzazione del particolare​. Il particolare concreto si
carica di valori simbolici universali. Di qui la tendenza a unire simbolismo e impressionismo e
far nascere il primo dal secondo. L’impressione che il particolare concreto suscita nel poeta
viene valorizzata simbolicamente. Le ”piccole cose” finiscono così per avere una funzione
rivelatrice, assumendo un valore generale.
Myricae
I testi compresi nell’edizione definitiva di Myricae furono composti nell’arco di oltre un
ventennio, e cioè tra il 1877 e il 1900. La prima edizione nasce nel 1891 e contiene solo 22
poesie. Il succedersi delle edizioni successive si accompagna ad un continuo incremento dei
testi e delle sezioni in cui questi vengono organizzati. Nella quinta e definitiva edizione sono
contenuti ​156 testi ripartiti in 15 sezioni. Il titolo Myricae corrisponde all’italiano “​tamerici”
ed è tratto da un luogo delle​ Bucoliche virgiliane.
I criteri di organizzazione interna di Myricae sembrano corrispondere più che ad una logica
di contenuti a una logica retorica-formale, scandita da ben individuabili costanti di tipo
metrico. Ma al criterio metrico-formale se ne associa uno tematico-ideologico, segnalato
anche dalla titolazione delle sezioni e dalla loro successione ,che contribuisce a definire il
significato della raccolta nel suo insieme.Nella prefazione scritta da Pascoli per la terza
edizione di Myricae il poeta affronta ​due temi centrali​ nel libro:

◆ la morte del padre


◆ la natura quale consolatrice benefica

E’ esplicita la volontà dell’autore di costruire un contrasto tra le vicende dolorose della storia
e la dimensione pacificatrice della natura. Anche nella natura di Myricae, sotto un’apparenza
di armonia e positività, spesso si nascondono la minaccia del perturbante e la presenza
della morte.

Myricae tra tradizione e


sperimentalismo
La poesia pascoliana appare divisa tra ​tradizione e sperimentalismo​. Al rispetto della
tradizione rimandano le forme metriche chiuse e a volte desuete, nonchè un’idea della
poesia quale attività privilegiata di conoscenza, a cui corrisponde una funzione sociale del
poeta ancora prestigiosa. Testimoniano lo sperimentalismo pascoliano, invece, la ricerca di
un rapporto nuovo tra metrica e stile, l’apertura di un lessico inedito nella lirica, la contiguità
con le nuove tendenze del Simbolismo Europeo. Il simbolismo impressionistico di Myricae,
fondato sulla frantumazione delle immagini e sulla valorizzazione dei particolari, si
caratterizza per la sua natura allusiva, sospesa e aperta. I particolari naturali che il poeta
giustappone non rimandano a un concetto preciso, ma denunciano una carica segreta di
angoscia e un mistero insolubile.

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