Sei sulla pagina 1di 3

PASCOLI

Per comprendere le tematiche principali della poesia di Giovanni Pascoli è necessario ripercorrere, anche
brevemente, alcuni momenti della sua vita. Nato nel 1855 a San Mauro di Romagna (vicino a Forlì), il piccolo
Giovanni cresce in una famiglia piccolo borghese. Il 10 agosto 1867 però, il padre, amministratore di
un’importante tenuta della zona, viene ucciso mentre sta tornando a casa. È questo uno dei gravi traumi che
colpì la vita del poeta; gli assassini e i mandanti non vennero mai trovati, e questo gli instilla un senso di
sfiducia nei confronti della giustizia soprattutto dopo che, nel 1879, viene incarcerato per breve tempo per
aver partecipato a una manifestazione socialista. Tornando alla vita personale, alla morte del padre
seguirono una serie di lutti: la madre, una sorella, due fratelli, tra cui Luigi, il prediletto. Dopo la laurea in
Lettere, insegna nei licei e ipotizza di ricostruire il nido famigliare, distrutto dagli eventi esterni, andando
a vivere con le sorelle Ida e Mariù. Vive però come un tradimento la scelta di Ida di sposarsi; in seguito il
rapporto con Maria viene vissuto in modo morboso, al limite del patologico, tanto che entrambi non si
sposarono mai, nonostante alcune proposte. La relativa tranquillità conquistata con l’insegnamento
universitario e il trasferimento a Castelvecchio è segnata, negli ultimi anni, dai dispiaceri in ambito
accademico (non era considerato all’altezza del suo maestro, Giosue Carducci) e da qualche problema di
salute. Muore a Bologna nel 1912.

TEMATICHE
 Alcuni testi sono legati al tema del ricordo, come L’aquilone, in cui un’occasione semplice come
un’atmosfera basta a scatenare una serie di ricordi con un preciso valore simbolico legato alla
fragilità della vita.
 X Agosto è legata al tema del Male, di cui la terra è totalmente permeata. L’omicidio del padre è
occasione per una riflessione più ampia, che dal problema personale passa ad una visione
metafisica; l’argomentazione, infatti, arriva a dimostrare che il “pianto” della notte di San Lorenzo è
generato dal dolore per l’assassinio paterno e si riversa su un mondo che è Male.
 Il tema della natura si ritrova anche in Novembre, uno dei tipici quadri naturali di Myricae. All’illusione
iniziale sulla mitezza dell’aria durante “l’estate, fredda, dei morti” segue la disillusione, con la
consapevolezza che in realtà stiamo entrando nell’inverno, mese della morte simbolica. Pascoli
vuole sottolineare come ci sia sempre un aldilà nelle cose, che può essere compreso solo dal
fanciullino che sta dentro ognuno di noi. Secondo Pascoli infatti per vedere davvero si deve
osservare le cose in maniera pura, con occhio puro, come se le vedesse per la prima volta. Questo
modo di guardare è proprio del bambino, del fanciullo. Il poeta deve perciò ricordare e ripetere le
impressioni che provò da bambino. La poesia deve essere spontanea, intuitiva, priva di
sovrastrutture culturali, proprio come la concezione del mondo che ci formiamo nell’infanzia.
 Il mondo poetico pascoliano appare frantumato in tanti piccoli oggetti e lampi di luce. Il poeta rifiuta,
infatti, la divisione tra temi alti e bassi e riprende il principio romantico per cui ogni cosa è degna di
entrare in letteratura.
CARDUCCI
Giosuè Carducci, nasce a Valdicastello (Lucca), il 27 luglio 1835. Trascorre l’infanzia nella Maremma
toscana fino al 1849 quando la famiglia si trasferisce a Firenze. L’esperienza maremmana è di importanza
fondamentale e avrà notevole influenza su parte della sua produzione poetica. Nel 1859 si sposa con Elvira
Menicucci e si trasferisce con la famiglia a Bologna dove ha ottenuto la cattedra di eloquenza (più tardi
chiamata letteratura italiana) all’università. Si iscrive alla massoneria e si dichiara repubblicano e
anticlericale. Dal 1872 al 1889 è la fase della maturità di Carducci. La delusione per la politica trasformista
della Sinistra di De Pretis e l’incontro con i regnanti, colpito in particolare dalla regina Margherita (alla quale
dedica l’ode Alla Regina d’Italia), lo portano progressivamente ad abbandonare le idee radicali e giacobine e
ad avvicinarsi a ideali monarchici sino ad arrivare addirittura a condividere la politica imperialistica di Crispi.
Diventa il poeta ufficiale, il poeta-vate dell’Italia umbertina. Sul piano privato si innamora di Carolina
Cristofori Piva a cui dedicherà varie liriche con il nome di Lina o Lidia, con la quale inizia una relazione
amorosa nel 1872 che dura fino al 1878. Nel 1890 Carducci viene nominato senatore del Regno, dopo che
per due volte era stato eletto anche deputato. Ha grandi riconoscimenti, come quello di Cavaliere di Gran
Croce, che culminano nel Nobel per la letteratura nel 1906, primo poeta italiano a ricevere tale premio. Dal
1904 ha lasciato l’insegnamento per l’aggravarsi della paralisi che lo aveva colpito nel 1895 ed a seguito di
una broncopolmonite muore il 16 febbraio 1907 a Bologna.

TEMATICHE
 Natura
 Memoria, i ricordi della sua infanzia sono momenti sereni
 Depressione (dopo la morte del figlio Dante)
FOSCOLO
Ugo Foscolo è uno scrittore che è nato nel 1778 a Zante o anche chiamata Zacinto, ovvero una delle isole Ionie,
appartenenti alla Grecia. Il padre è veneziano mentre la madre è di origine greca. Foscolo compì a Spalato i suoi primi
studi e successivamente alla morte del padre si trasferì a Venezia con la madre. È qui, a Venezia, che Foscolo decide di
arruolarsi nell'esercito napoleonico, combattendo quindi contro gli austriaci. Si trasferì poi a Milano subito dopo che
Napoleone decise di cedere la Repubblica Veneziana agli austriaci con il Trattato di Campoformio, per questi
avvenimenti Foscolo si sentì tradito nei suoi ideali. Nel frattempo aveva concluso il suo romanzo epistolare, ovvero un
romanzo composto da una serie di lettere, autobiografico e psicologico, intitolato “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”. Tra
le altre sue opere poetiche possiamo trovare Le Odi, I Sonetti, il carme intitolato Dei Sepolcri e un poema rimasto
incompiuto intitolato Le Grazie. Successivamente si trasferì a Bologna e nel 1808 venne nominato come professore di
eloquenza all'Università di Pavia, ma nel 1815 Foscolo decise di rinunciare all'incarico offertogli dall'amministrazione
austriaco . Andò quindi in esilio, inizialmente in Svizzera poi a Londra, dove morì nel 1827.

TEMATICHE
Temi centrali delle sue opere sono:

 la Libertà
 l’Amore
 la Bellezza
 la Patria. Nel componimento “A Zacinto” le sponde dell’isola sono sacre per 2 ragioni. Innanzitutto perché terra
natale del poeta, e in secondo luogo perché secondo la tradizione classica Venere nacque proprio da quelle
acque. Un altro collegamento tra la dea e l’isola è che entrambe sono nate da quel mare (l’acqua è da sempre
simbolo di vita). Perciò sia l’isola (che ha dato i natali a Foscolo), sia Venere( grazie alla quale è sorta l’isola) si
identificano in una sorta di immagine materna a cui il poeta desidera tornare, come se si trattasse proprio del
grembo materno.
 l’Eroismo. Nel componimento “A Zacinto”, Foscolo mette in contrapposizione Ulisse e se stesso. Il primo
rappresenta l’eroe classico, che nonostante le avversità conclude felicemente il suo viaggio, mentre il secondo
l’eroe romantico, che invece non riesce. L’eroe romantico si rappresenta miticamente come un esule, isolato dal
mondo, condannato ad una condizione di smarrimento, di incertezza e dunque di infelicità.
 l’Esilio
 la Tomba. Foscolo, indirettamente, afferma che i sepolcri sono l’incarnazione della memoria, che coincide con
la civiltà, in quanto solo la memoria può sopravvivere alla distruzione materiale.
Nelle tombe quindi si identifica la memoria concreta del passato. Questo tema assume un ruolo principale
specialmente nel sonetto “In morte del fratello Giovanni”, nel quale Foscolo immagina di avere un colloquio con
la madre, che incarna il legame tra lui e il fratello deceduto. Ci viene mostrata l’immagine della donna che, china
sulla tomba del figlio, parla con quest’ultimo. Infatti è proprio attraverso la tomba che si crea la corrispondenza
di amorosi sensi tra vivi e morti che aiuta a lenire il dolore dei vivi.

Questi ideali , secondo il poeta, sono irrealizzabili nella vita e nella storia , ma ad essi è tuttavia necessario
ispirarsi per dare un significato al proprio comportamento e alla propria esistenza; per questo lo stesso Foscolo li
definisce “illusioni”. Questo dissidio tra cuore, che s’ispira ed è alla continua ricerca di tali ideali, e ragione, che li
nega , provoca nel poeta una profonda inquietudine e ansia, prettamente romantica, che si rispecchia nella vita
tormentata e movimentata dell’autore. I testi foscoliani hanno uno stile classico :sono ricchi di rimandi alla mitologia
greca, costituiti da periodi ampi e complessi, da un lessico ricercato e solenne, ricco di latinismi e grecismi. Le
composizioni più usate dal poeta sono quelle classiche: il sonetto e le odi. Un aspetto del tutto caratteristico del suo
pensiero è la posizione materialista, derivata soprattutto dalla conoscenza del filosofo greco Democrito; secondo
Foscolo, non esiste il trascendente e l'unica nostra dimensione è quella della vita che stiamo vivendo. Materialismo
non significa però ateismo: Foscolo oppone uno strenuo eroismo alla deriva dei valori, e si applica per cercare i
valori ideali che possano guidare la nostra esistenza, come ad esempio la bellezza.

Potrebbero piacerti anche