conoscenza del mondo, è inesauribile fonte di ispirazione artistica, cui ha sempre contribuito in grande misura questo canto della Commedia. Nella letteratura italiana moderna quasi tutti i maggiori autori hanno dedicato versi al leggendario re d’Itaca: tra gli altri Giovanni Ulisse Pascoli (1855-1912, nella lirica Calypso), Gabriele d’Annunzio (1863-1938), Umberto di Umberto Saba Saba (1883-1957), Cesare Pavese (1908- 1950). Qui invitiamo alla lettura dell’Ulisse Nella mia giovanezza ho navigato «bello di sfama e di sventura» di Foscolo e di lungo le coste dalmate. Isolotti quello «crepuscolare» di Saba. a fior d’onda emergevano, ove raro E poi lo stralcio di una poesia del francese un uccello sostava intento a prede, Boris Vian (1920-1959): perché esprime coperti d’alghe, scivolosi, al sole quell’ansia di esperienza che è tanta parte del fascino di Ulisse, e della natura umana. belli come smeraldi. Quando l’alta marea e la notte li annullava, vele sottovento sbandavano più al largo, per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno A Zacinto di Ugo Foscolo è quella terra di nessuno. Il porto accende ad altri i suoi lumi; me al largo Né più mai toccherò le sacre sponde sospinge ancora il non domato spirito, ove il mio corpo fanciulletto giacque, e della vita il doloroso amore. Zacinto mia, che te specchi nell’onde del greco mar da cui vergine nacque UMBERTO SABA, Canzoniere, Torino, Einaudi, 1961 Venere, e féa quelle isole feconde col suo primo sorriso, onde non tacque le tue limpide nubi e le tue fronde l’inclito verso di colui che l’acque Da Non vorrei crepare cantò fatali, ed il diverso esiglio, di Boris Vian per cui bello di fama e di sventura Non vorrei crepare baciò la sua petrosa Itaca Ulisse. Prima di aver conosciuto Tu non altro che il canto avrai del figlio, I cani neri del Messico o materna mia terra: a noi prescrisse Che dormono senza sognare. il fato illacrimata sepoltura. Le scimmie dal culo pelato Divoratrici di fiori tropicali UGO FOSCOLO, Poesie e carmi, I ragni d’argento Firenze, Le Monnier, 1985 Dal nido pieno di bolle Non vorrei crepare Senza sapere se la luna Dietro la faccia di vecchia moneta Abbia una parte puntuta Se il sole sia freddo Se le quattro stagioni Siano poi veramente quattro Senza aver tentato Di sfoggiare un vestito Lungo i grandi viali alberati