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Sotto l’Alto Patronato del

Presidente della Repubblica

MARTINA FRANCA
14 LUGLIO - 2 AGOSTO 2020

PER RITROVARE IL FILO

FRANCO PUNZI Presidente


ALBERTO TRIOLA Direttore artistico
FABIO LUISI Direttore musicale
INDICE

9 Alberto Triola, Per ritrovare il filo


13 Alberto Triola, Finding the Thread

17 IL BORGHESE GENTILUOMO
19 ARIANNA A NASSO
21 Guida alle opere
29 Overview
37 Giangiorgio Satragni, L’isola nel palazzo:
convergenza delle arti e metateatro nella prima
Arianna a Nasso di Hofmannsthal e Strauss
43 Dinko Fabris, Richard Strauss e la
musica del passato
49 Dario Oliveri, La signora di Bayreuth, il grande
inattuale, il ragazzo prodigio: tre scene dalla
vita di Richard Strauss
59 Gabriella Rovagnati, Il borghese gentiluomo mette
in scena il mito greco: Ariadne aux Naxos
69 Andrea Landolfi, Ariadne auf Naxos:
Hofmannsthal e la Grecia di cartapesta
89 Il borghese gentiluomo - Libretto
93 Ariannna a Nasso - Libretto
105 Mattia L. Palma, Estrema complessità con
grande spontaneità

113 Eva degl’Innocenti, Il filo di Arianna dal Festival


della Valle d’Itria al MArTA

127 OMAGGIO A MARTINA FRANCA

145 Lorenzo Mattei, Il mito di Arianna e il


melodramma barocco

IL CANTO DEGLI ULIVI


149 Alex Esposito, Carmen Santoro
153 Leonor Bonilla, Lidia Fridman, Carmen Santoro
157 Veronica Simeoni, Michele D’Elia

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CONCERTI SUL MARE
161 Lidia Fridman, Trio Gioconda De Vito,
Duo Anastasia e Liubov Gromoglasova
165 Francesco Meli, Luca Salsi, Davide Cavalli

RECITAL DI BELCANTO
171 Jessica Pratt, Xabier Anduaga, Giulio Zappa

CONCERTI NEL CHIOSTRO


177 Federico Colli
181 Francesca Dego, Daniele Rustioni

185 CONCERTO BAROCCO


Francesca Aspromonte, Sara Mingardo,
Francesco Corti, Il Pomo d’Oro

191 SEINOVECENTO.
DA MONTEVERDI A POULENC
Anna Caterina Antonacci, Francesco Libetta,
Antonio Greco, Orchestra Cremona Antiqua

196 PREMIO “LORENZO D’ARCANGELO”


197 IL PREMIO “ABBIATI” E IL FESTIVAL
199 ACCADEMIA DEL BELCANTO
“RODOLFO CELLETTI”
200 GLI ARTISTI DEL FESTIVAL
217 CRONOLOGIA DELLE OPERE DEL FESTIVAL
231 WEB TV
233 IL FESTIVAL IN CD E DVD

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IL MITO DI ARIANNA E IL di Lorenzo Mattei
MELODRAMMA BAROCCO

Ad Arianna si lega indissolubilmente un participio Il legame tra Amore e Morte e tra Morte e Rinascita
passato: abbandonata. Tra i vari segmenti narrativi avvicina questo mito a quello orfico: Arianna e Or-
del suo mito, il momento dell’abbandono da parte feo, dedicano la loro vita alla persona amata, di cui
dell’amato Teseo sullo scoglio di Naxos è quello vengono privati dal destino (Euridice muore, Teseo
che sin dall’epoca ellenistica fu prediletto dall’i- lascia prevalere la ragion di stato); per entrambi il
conografia, in virtù dello struggente patetismo ad dolore della perdita si declina in lamento canoro che
esso congenito. Nella mappa delle costanti della muove a commozione anche gli esseri privi di logos
memoria – una creazione dello storico della cultu- e finanche i vegetali o i minerali; il fallimento esi-
ra Aby Warburg (1866-1929) – Arianna si configura stenziale viene tuttavia trasfigurato da un’apoteosi
come un personaggio evanescente e malleabile alla voluta da un dio – Apollo per Orfeo, Dioniso per
creatività di chi del suo mito s’impossessa, arric- Arianna – che smaterializza i connotati umani assi-
chendolo di significati.1 Arianna è una principessa milandoli alla natura delle stelle (in alcune versioni
– figlia del re di Creta, Minosse, e sorella del Mi- del mito i due protagonisti diventano costellazioni).
notauro – viene però anche definita genericamente La musica – che dei miti classici si appropriò in
“ninfa” e il suo nome (ari-adne, la “più che santa”) modo profondo soltanto con il genere del melo-
può alludere a un ambiente sacral-sacerdotale. dramma, e dunque a partire dal 1600 – guardò con
Negli eventi cretesi del mito Arianna è un’eroina estrema attenzione al mito di Arianna in quanto
dinamica, ora volitiva come la regina cartagine- funzionale alla mozione degli affetti ch’era la ra-
se Didone, ora astuta e quasi maga, come Medea gion d’essere d’ogni composizione. Non è un caso
o Armida (altre due celebri donne abbandonate), che, seppur in seconda battuta rispetto al mito di
infatti solo grazie al suo filo Teseo può uscire dal Orfeo, la storia della principessa cretese desse il via
labirinto (simbolo complesso, legato ai misteri ini- a una tradizione operistica rigogliosa, estesasi fino
ziatici). A Delo, seppure marchiata ormai dallo sta- al Novecento. A ben vedere se si inquadrano La
tus di profuga, gode del suo amore e del suo trion- Dafne (1598) e L’Euridice (1600) di Peri e Rinuccini
fo con l’esuberanza di una baccante che danza in e La favola d’Orfeo (1607) di Monteverdi e Striggio
estasi. Ma a Nasso diventa la “bella addormentata”, jr. come primi esperimenti di teatro tutto cantato,
emblema d’una stasi mortifera, preda del sonno. imparentati con la favola boschereccia, allora L’A-
Più che di sonno nel caso di Arianna si dovrebbe rianna di Rinuccini, rappresentata il 28 maggio
parlare di narcosi, indotta dalla perdita dell’amo- 1708 nel palazzo ducale di Mantova con le musiche
re. L’atto dell’addormentamento s’avvicina così a di Monteverdi, va considerata come il primo au-
quello del suicidio, evitato solo grazie all’interven- tentico “dramma/tragedia per musica” della storia
to di Dioniso che permette una rinascita in seno dell’Opera. Di questa composizione nulla si con-
a un amore mistico (il viraggio cristiano del mito serva, tranne la scena clou, ossia il lamento della
tentò di associare all’unione tra Bacco e Arianna protagonista (“Lasciatemi morire”), riscritto poi da
l’esaltazione dell’amore coniugale monogamico). Monteverdi in una versione polifonica (nel VI libro
di Madrigali) e come contrafactum sacro (Il pianto
della Madonna). Si tratta del prototipo della “scena
1 Per un approfondimento sul mito di Arianna si consi- lamento” costituita da varie sezioni recitative, qui
glia la lettura di: Arianna: estasi e malinconia a cura di inframmezzate da interventi corali; Arianna è in
M. Centanni e M. Forti, La rivista di Engramma, marzo
balìa di sentimenti contrastanti: disperazione, au-
2019 n.163; A. Sbardella, Il mostro e la fanciulla, le riscrit-
ture di Arianna e il Minotauro nel Novecento, Quodlibet tocommiserazione, struggimento nostalgico, desi-
2017; Il Mito di Arianna, a cura di M. Bettini e S. Roma- derio di vendetta e infine pentimento per il proprio
ni, Einaudi 2015; G. Ieranò, Arianna storia di un mito, eccesso d’ira; una disposizione di affetti che ricorda
Carocci 2010. quella di Didone. Per il melodramma del Seicento

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46° Festival della Valle d’Itria

l’“aria lamento” e l’“aria del sonno” diventeranno posta a cornice di un duetto frantumato da recita-
stereotipi morfologici che possono individuare la tivi semplici – quanto funzionale a rendere in mu-
propria madrina in Arianna, eroina abbandonata e sica il sentimento che impronta l’azione inscenata: è
addormentata. In particolare il “lamento” sconfinò infatti la titubanza di Teseo (indeciso se restare in-
nell’ambito della cantata a voce sola, imponendosi sieme ad Arianna o se invece seguire la moglie) che
come situazione drammatica prediletta e ben più genera l’intermittenza congenita al suo duetto con
commovente delle impalpabili schermaglie amoro- Antiope. L’eroe ateniese, consolato dall’amico Piri-
se dei vari Tirsi, Amarilli, Clori, Fille, e altri abitato- too e pronto a lanciarsi in «nuove imprese», ripiom-
ri dell’astratta arcadia pastorale. ba nell’indecisione logorante allorquando ascolta le
L’operismo barocco nella seconda metà del XVII dichiarazioni d’amore che Arianna addormentata
secolo iniziò a deformare le linee narrative dei miti pronuncia in sogno:
classici reinventando la natura dei personaggi.
Arianna (dormente, sognando dice):
Arianna diventò allora una donna talmente protei- Io son la sola, sola
forme da poter essere accostata al ruolo dell’inna- immagine adorata,
morata della commedia all’Improvvisa: disposta a che impressa è nel tuo core
travestirsi, cambiare identità sessuale o dati anagra- e mai non partirà.
[Aria, sezione A: melodia pregnante, orchestrazione
fici, nei libretti dell’ultimo Seicento è un’eroina di
“morbida” (flauti e pizzicato ai bassi), ritmo danzante
affettività trasbordante, gelosa, invidiosa, nervosa ternario]
ma comunque dedita anima e corpo al suo Teseo.
Non è un caso infatti che nell’opera barocca l’ac- Antiope, per convincere il marito a seguirla, sceglie
coglienza del “diverso” rimase una prerogativa dei dapprima la via dell’insistenza violenta, musical-
personaggi femminili a lei simili: Didone ed Enea, mente effigiata da Porpora con il ricorso a formule
Circe (o Calipso) e Ulisse, Medea e Giasone sono tipiche dell’opera buffa: le continue e “meccaniche”
coppie sbilanciate dove le donne offrono ristoro e ripetizioni degli imperativi «vieni», «parti», «fug-
sostegno a uomini – fuggiaschi, profughi, naufraghi gi», finiscono col far assumere alla regina amaz-
o impegnati in imprese impossibili – rinnegando la zone i tratti di una servetta stizzosa (il cui nervosi-
propria identità culturale e rinunciando all’eserci- smo è veicolato anche dal ritmo acefalo mantenuto
zio del potere a tutto vantaggio della sfera affettiva dall’accompagnamento orchestrale). Ad esse si so-
privata. Di contro gli eroi maschili, metafore della vrappone il canto di Teseo, di segno emotivamente
ragion di stato, ossequiano un codice comporta- opposto (frasi lunghe vs semifrasi frante da pause;
mentale che antepone le responsabilità pubbliche canto in stile declamatorio vs sillabato; diastematica
alle proprie aspirazioni affettive. Dallo stridore tra discendente vs progressioni ascendenti) e sfociante,
un “eroismo” che rifiuta il piacere e un “erotismo” ex abrupto, in un secondo recitativo secco:
declinato in senso moderno, individualista e “bor-
Antiope Vieni, parti, fuggi l’incanto.
ghese”, deriva una tensione destinata a sciogliersi in
Teseo L’alma vorrebbe,
epiloghi tragici. Ma l’abbandono subìto da Arianna ma non può tanto;
solo in rare occorrenze del mito sfocia nel suicidio lo spirto manca,
dell’eroina, destinata, dopo la fuga dell’amante, a s’arresta il piè
conoscere l’unione felice con Dioniso. Non desta Antiope Lascia chi amar non dèi, segui chi t’ama.
Teseo È pietà, non è amore.
meraviglia il fatto che nelle riscritture melodram- Antiope E perché dunque,
matiche l’archetipo di Arianna riguardi perlopiù le crudel, di me, di te pietà non hai?
vicende cretesi e gli amori con Teseo, ad eccezione il tuo partir prova ne fia: deh vieni!
di un caso interessante dove l’eroe ateniese, sposato [Duetto, sezione 1: brevi frasi di Antiope, agogica con-
citata; canto di Teseo contrastante con frasi lunghe,
con Antiope, lascia Arianna in ossequio al vincolo discendenti e in stile declamatorio]
matrimoniale precedentemente contratto. Si tratta
di Arianna in Nasso, libretto di Paolo Rolli scritto Antiope sceglie allora (sezione II) la via della sedu-
per l’esordio londinese di Nicolò Porpora (Lincoln’s zione canora – rallentando l’agogica e dilatando la
Inn Fields 29 dicembre 1733) posto in diretta con- fraseologia del suo profilo melodico giocato su pro-
correnza con l’Arianna in Creta di Händel (King’s gressioni e su incursioni nel registro acuto – invi-
Theatre in the Haymarket 26 gennaio 1734). Nell’o- tando Teseo a fare altrettanto: l’eroe ripete la melo-
pera di Porpora il momento topico dell’abbandono dia larmoyante che viene sempre punteggiata dalle
(scene III.4-5) viene gestito da un’architettura me- esclamazioni della moglie, collocate dal composito-
lodrammaturgica tanto inconsueta – una cavatina re al solo fine d’incrementare la tensione del brano:

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Il mito di Arianna e il melodramma barocco

Antiope Vieni cor mio, mai non si lagnerà.


un van desìo [Aria, sezione A da capo: le variazioni si limitano alla
ti fa crudele a me. zona di coda, più intensa sul piano drammatico e con
Teseo L’alma vorrebbe, vocalizzi nella tessitura acuta].
lo spirto manca
s’arresta il piè. Il momento tragico e statico dell’abbandono co-
Antiope Ed è questo l’amor che mi giurasti? nosce così in quest’opera un dinamismo inedito e
Questa la fé che promettesti? Ah vieni!
[Duetto, sezione 2: frasi lunghe di Antiope, agogica ral- toni espressivi finanche grotteschi.
lentata; canto di Teseo modellato su quello di Antiope] Varcata la soglia dell’Ottocento il melodramma
non sfrutterà ancora a lungo i soggetti archetipici
La terza parte del duetto, dopo un nuovo recitativo delle eroine abbandonate: la Medea in Corinto di
secco che ne aveva interrotto il tormentato decorso, Mayr e la Didone di Mercadante saranno monadi
si concentra sull’ultimo tentativo da parte di Teseo legate a velleità classiciste. L’operismo romantico ri-
di opporsi ad Antiope: la ricerca di commuovere fiuterà in blocco le Armide, le Didoni e con loro le
l’interlocutrice si impernia ora sulla sinuosità del Antigoni e le Ifigenie, ossia tutte quelle figure fem-
mélos tornito, ora sulla dolcezza delle progressioni minili condannate a una solitudine tragica in quan-
e delle appoggiature nella linea dei violini; alla fine to predeterminata da disegni trascendentali, tanto
dell’episodio Teseo cerca anche di imporsi sull’a- provvidenziali per la comunità quanto crudeli per
mazzone con una grande cadenza vocalmente im- le singole donne chiamate al sacrificio. Nel teatro
pervia e imperiosa: d’opera romantico l’abbandono dell’eroina, quando
si verificherà, consumerà anche la parte maschile:
Teseo Vengo ma… oh Dio,
pietade almen
Enea, Rinaldo e Teseo la fecero franca, Pollione no.
abbi della mia fé.
Dolce cor mio, POSTILLA SU ALCUNE “ARIANNE STRUMENTALI”
un fato rio In più d’un caso la musica strumentale barocca, qua-
mi rende ingrato a te. si impaurita della sua raggiunta autonomia formale
[Duetto, sezione 3: assolo languido di Teseo; linea dei
violini in evidenza; grande cadenza finale] ed estetica, volle affibbiarsi titoli allusivi al mondo
mitologico o letterario (suggestioni incentivate dagli
È tuttavia la musica stessa, riprendendo la prima editori musicali che speravano di veder aumentare
sezione dopo un brevissimo recitativo del sopra- la curiosità degli acquirenti). Per quanto concerne
no, a confermare che lo sforzo dell’ateniese non ha il mito di Arianna la musica strumentale vi fa rife-
avuto buon esito: Antiope ne fagocita il canto “ob- rimento privilegiandone l’episodio dell’abbandono
bligandolo” a vocalizzare insieme a lei le cadenze e dunque guarda alla vocalità del melodramma ba-
conclusive (la sezione “a due” simboleggia la sinto- rocco: è il caso dell’ultimo concerto grosso dell’Op.
nia – seppur coatta – raggiunta dai due personaggi VII di Locatelli Il pianto d’Arianna (1741) dove il
che prendono commiato dal pubblico): violino solista dà voce allo strazio della donna sullo
scoglio di Nasso ricreandone gli accenti e i palpiti.
Antiope Vieni, parti, crudel fuggi l’incanto. Ma per chi scriveva musica strumentale pensando
Teseo Vengo, parto, ma lascia almen…
Antiope No, no mio ben.
a questo mito, poteva imporsi anche l’immagine
Teseo Darle l’estremo addio. del labirinto, metafora del cimento compositivo ed
Antiope No, no cor mio; esecutivo: Caspar Ferdinand Fischer scrisse nel 1715
vieni, crudel, con me. Ariadne Musica, opera dove i brani seguono venti
Teseo Non parte il cor dal piè. (partono) tonalità diverse, in tono minore e maggiore, strut-
turandosi intorno a un tono centrale che equivale
Senza alcuna soluzione di continuità la fine del
al centro del “labirinto armonico” creato per spiaz-
duetto s’innesta nella ripresa del canto iniziale di
zare l’ascoltatore. Sempre Locatelli, nel 1733, aveva
Arianna (scena III.5), riportando “l’inquadratura”
scritto Il laberinto armonico, l’ultimo concerto della
sull’eroina addormentata come se nulla fosse suc-
raccolta L’arte del violino Op. III: il moto d’apertura
cesso. E in effetti la donna, pur presente in scena,
recitava “facilis aditus, difficilis exitus”, una sorta di
non ha ascoltato nulla del dialogo tra Teseo e An-
monito per chi si fosse misurato con le difficoltà di
tiope in quanto preda di un sonno profondo:
quel brano, tanto complesso da far perdere la strada
Arianna Sì caro ti consola: all’esecutore inesperto e privo del filo di Arianna,
quell’alma innamorata i.e. la preparazione tecnica. Arianna nelle musiche
dell’aspro mio rigore senza voce è Lamento ma soprattutto è Labirinto.

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