MARTINA FRANCA
14 LUGLIO - 2 AGOSTO 2020
17 IL BORGHESE GENTILUOMO
19 ARIANNA A NASSO
21 Guida alle opere
29 Overview
37 Giangiorgio Satragni, L’isola nel palazzo:
convergenza delle arti e metateatro nella prima
Arianna a Nasso di Hofmannsthal e Strauss
43 Dinko Fabris, Richard Strauss e la
musica del passato
49 Dario Oliveri, La signora di Bayreuth, il grande
inattuale, il ragazzo prodigio: tre scene dalla
vita di Richard Strauss
59 Gabriella Rovagnati, Il borghese gentiluomo mette
in scena il mito greco: Ariadne aux Naxos
69 Andrea Landolfi, Ariadne auf Naxos:
Hofmannsthal e la Grecia di cartapesta
89 Il borghese gentiluomo - Libretto
93 Ariannna a Nasso - Libretto
105 Mattia L. Palma, Estrema complessità con
grande spontaneità
6
CONCERTI SUL MARE
161 Lidia Fridman, Trio Gioconda De Vito,
Duo Anastasia e Liubov Gromoglasova
165 Francesco Meli, Luca Salsi, Davide Cavalli
RECITAL DI BELCANTO
171 Jessica Pratt, Xabier Anduaga, Giulio Zappa
191 SEINOVECENTO.
DA MONTEVERDI A POULENC
Anna Caterina Antonacci, Francesco Libetta,
Antonio Greco, Orchestra Cremona Antiqua
7
IL MITO DI ARIANNA E IL di Lorenzo Mattei
MELODRAMMA BAROCCO
Ad Arianna si lega indissolubilmente un participio Il legame tra Amore e Morte e tra Morte e Rinascita
passato: abbandonata. Tra i vari segmenti narrativi avvicina questo mito a quello orfico: Arianna e Or-
del suo mito, il momento dell’abbandono da parte feo, dedicano la loro vita alla persona amata, di cui
dell’amato Teseo sullo scoglio di Naxos è quello vengono privati dal destino (Euridice muore, Teseo
che sin dall’epoca ellenistica fu prediletto dall’i- lascia prevalere la ragion di stato); per entrambi il
conografia, in virtù dello struggente patetismo ad dolore della perdita si declina in lamento canoro che
esso congenito. Nella mappa delle costanti della muove a commozione anche gli esseri privi di logos
memoria – una creazione dello storico della cultu- e finanche i vegetali o i minerali; il fallimento esi-
ra Aby Warburg (1866-1929) – Arianna si configura stenziale viene tuttavia trasfigurato da un’apoteosi
come un personaggio evanescente e malleabile alla voluta da un dio – Apollo per Orfeo, Dioniso per
creatività di chi del suo mito s’impossessa, arric- Arianna – che smaterializza i connotati umani assi-
chendolo di significati.1 Arianna è una principessa milandoli alla natura delle stelle (in alcune versioni
– figlia del re di Creta, Minosse, e sorella del Mi- del mito i due protagonisti diventano costellazioni).
notauro – viene però anche definita genericamente La musica – che dei miti classici si appropriò in
“ninfa” e il suo nome (ari-adne, la “più che santa”) modo profondo soltanto con il genere del melo-
può alludere a un ambiente sacral-sacerdotale. dramma, e dunque a partire dal 1600 – guardò con
Negli eventi cretesi del mito Arianna è un’eroina estrema attenzione al mito di Arianna in quanto
dinamica, ora volitiva come la regina cartagine- funzionale alla mozione degli affetti ch’era la ra-
se Didone, ora astuta e quasi maga, come Medea gion d’essere d’ogni composizione. Non è un caso
o Armida (altre due celebri donne abbandonate), che, seppur in seconda battuta rispetto al mito di
infatti solo grazie al suo filo Teseo può uscire dal Orfeo, la storia della principessa cretese desse il via
labirinto (simbolo complesso, legato ai misteri ini- a una tradizione operistica rigogliosa, estesasi fino
ziatici). A Delo, seppure marchiata ormai dallo sta- al Novecento. A ben vedere se si inquadrano La
tus di profuga, gode del suo amore e del suo trion- Dafne (1598) e L’Euridice (1600) di Peri e Rinuccini
fo con l’esuberanza di una baccante che danza in e La favola d’Orfeo (1607) di Monteverdi e Striggio
estasi. Ma a Nasso diventa la “bella addormentata”, jr. come primi esperimenti di teatro tutto cantato,
emblema d’una stasi mortifera, preda del sonno. imparentati con la favola boschereccia, allora L’A-
Più che di sonno nel caso di Arianna si dovrebbe rianna di Rinuccini, rappresentata il 28 maggio
parlare di narcosi, indotta dalla perdita dell’amo- 1708 nel palazzo ducale di Mantova con le musiche
re. L’atto dell’addormentamento s’avvicina così a di Monteverdi, va considerata come il primo au-
quello del suicidio, evitato solo grazie all’interven- tentico “dramma/tragedia per musica” della storia
to di Dioniso che permette una rinascita in seno dell’Opera. Di questa composizione nulla si con-
a un amore mistico (il viraggio cristiano del mito serva, tranne la scena clou, ossia il lamento della
tentò di associare all’unione tra Bacco e Arianna protagonista (“Lasciatemi morire”), riscritto poi da
l’esaltazione dell’amore coniugale monogamico). Monteverdi in una versione polifonica (nel VI libro
di Madrigali) e come contrafactum sacro (Il pianto
della Madonna). Si tratta del prototipo della “scena
1 Per un approfondimento sul mito di Arianna si consi- lamento” costituita da varie sezioni recitative, qui
glia la lettura di: Arianna: estasi e malinconia a cura di inframmezzate da interventi corali; Arianna è in
M. Centanni e M. Forti, La rivista di Engramma, marzo
balìa di sentimenti contrastanti: disperazione, au-
2019 n.163; A. Sbardella, Il mostro e la fanciulla, le riscrit-
ture di Arianna e il Minotauro nel Novecento, Quodlibet tocommiserazione, struggimento nostalgico, desi-
2017; Il Mito di Arianna, a cura di M. Bettini e S. Roma- derio di vendetta e infine pentimento per il proprio
ni, Einaudi 2015; G. Ieranò, Arianna storia di un mito, eccesso d’ira; una disposizione di affetti che ricorda
Carocci 2010. quella di Didone. Per il melodramma del Seicento
145
46° Festival della Valle d’Itria
l’“aria lamento” e l’“aria del sonno” diventeranno posta a cornice di un duetto frantumato da recita-
stereotipi morfologici che possono individuare la tivi semplici – quanto funzionale a rendere in mu-
propria madrina in Arianna, eroina abbandonata e sica il sentimento che impronta l’azione inscenata: è
addormentata. In particolare il “lamento” sconfinò infatti la titubanza di Teseo (indeciso se restare in-
nell’ambito della cantata a voce sola, imponendosi sieme ad Arianna o se invece seguire la moglie) che
come situazione drammatica prediletta e ben più genera l’intermittenza congenita al suo duetto con
commovente delle impalpabili schermaglie amoro- Antiope. L’eroe ateniese, consolato dall’amico Piri-
se dei vari Tirsi, Amarilli, Clori, Fille, e altri abitato- too e pronto a lanciarsi in «nuove imprese», ripiom-
ri dell’astratta arcadia pastorale. ba nell’indecisione logorante allorquando ascolta le
L’operismo barocco nella seconda metà del XVII dichiarazioni d’amore che Arianna addormentata
secolo iniziò a deformare le linee narrative dei miti pronuncia in sogno:
classici reinventando la natura dei personaggi.
Arianna (dormente, sognando dice):
Arianna diventò allora una donna talmente protei- Io son la sola, sola
forme da poter essere accostata al ruolo dell’inna- immagine adorata,
morata della commedia all’Improvvisa: disposta a che impressa è nel tuo core
travestirsi, cambiare identità sessuale o dati anagra- e mai non partirà.
[Aria, sezione A: melodia pregnante, orchestrazione
fici, nei libretti dell’ultimo Seicento è un’eroina di
“morbida” (flauti e pizzicato ai bassi), ritmo danzante
affettività trasbordante, gelosa, invidiosa, nervosa ternario]
ma comunque dedita anima e corpo al suo Teseo.
Non è un caso infatti che nell’opera barocca l’ac- Antiope, per convincere il marito a seguirla, sceglie
coglienza del “diverso” rimase una prerogativa dei dapprima la via dell’insistenza violenta, musical-
personaggi femminili a lei simili: Didone ed Enea, mente effigiata da Porpora con il ricorso a formule
Circe (o Calipso) e Ulisse, Medea e Giasone sono tipiche dell’opera buffa: le continue e “meccaniche”
coppie sbilanciate dove le donne offrono ristoro e ripetizioni degli imperativi «vieni», «parti», «fug-
sostegno a uomini – fuggiaschi, profughi, naufraghi gi», finiscono col far assumere alla regina amaz-
o impegnati in imprese impossibili – rinnegando la zone i tratti di una servetta stizzosa (il cui nervosi-
propria identità culturale e rinunciando all’eserci- smo è veicolato anche dal ritmo acefalo mantenuto
zio del potere a tutto vantaggio della sfera affettiva dall’accompagnamento orchestrale). Ad esse si so-
privata. Di contro gli eroi maschili, metafore della vrappone il canto di Teseo, di segno emotivamente
ragion di stato, ossequiano un codice comporta- opposto (frasi lunghe vs semifrasi frante da pause;
mentale che antepone le responsabilità pubbliche canto in stile declamatorio vs sillabato; diastematica
alle proprie aspirazioni affettive. Dallo stridore tra discendente vs progressioni ascendenti) e sfociante,
un “eroismo” che rifiuta il piacere e un “erotismo” ex abrupto, in un secondo recitativo secco:
declinato in senso moderno, individualista e “bor-
Antiope Vieni, parti, fuggi l’incanto.
ghese”, deriva una tensione destinata a sciogliersi in
Teseo L’alma vorrebbe,
epiloghi tragici. Ma l’abbandono subìto da Arianna ma non può tanto;
solo in rare occorrenze del mito sfocia nel suicidio lo spirto manca,
dell’eroina, destinata, dopo la fuga dell’amante, a s’arresta il piè
conoscere l’unione felice con Dioniso. Non desta Antiope Lascia chi amar non dèi, segui chi t’ama.
Teseo È pietà, non è amore.
meraviglia il fatto che nelle riscritture melodram- Antiope E perché dunque,
matiche l’archetipo di Arianna riguardi perlopiù le crudel, di me, di te pietà non hai?
vicende cretesi e gli amori con Teseo, ad eccezione il tuo partir prova ne fia: deh vieni!
di un caso interessante dove l’eroe ateniese, sposato [Duetto, sezione 1: brevi frasi di Antiope, agogica con-
citata; canto di Teseo contrastante con frasi lunghe,
con Antiope, lascia Arianna in ossequio al vincolo discendenti e in stile declamatorio]
matrimoniale precedentemente contratto. Si tratta
di Arianna in Nasso, libretto di Paolo Rolli scritto Antiope sceglie allora (sezione II) la via della sedu-
per l’esordio londinese di Nicolò Porpora (Lincoln’s zione canora – rallentando l’agogica e dilatando la
Inn Fields 29 dicembre 1733) posto in diretta con- fraseologia del suo profilo melodico giocato su pro-
correnza con l’Arianna in Creta di Händel (King’s gressioni e su incursioni nel registro acuto – invi-
Theatre in the Haymarket 26 gennaio 1734). Nell’o- tando Teseo a fare altrettanto: l’eroe ripete la melo-
pera di Porpora il momento topico dell’abbandono dia larmoyante che viene sempre punteggiata dalle
(scene III.4-5) viene gestito da un’architettura me- esclamazioni della moglie, collocate dal composito-
lodrammaturgica tanto inconsueta – una cavatina re al solo fine d’incrementare la tensione del brano:
146
Il mito di Arianna e il melodramma barocco
147