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VENTOTENE

E L'UNIONE
EUROPEA
Berrettoni Jasmin
II A
L'UNIONE EUROPEA
L’Unione europea (UE) è un’organizzazione sovranazionale di cui fanno parte attualmente 28 stati
membri. Questa ha il potere di emanare le proprie leggi immediatamente ed automaticamente
efficaci in tutti gli stati membri, comportando una notevole limitazione della sovranità degli stati che
vi aderiscono. L'unione Europea fu creata al termine della Seconda guerra mondiale, e aveva come
obiettivo quello di promuovere innanzitutto la cooperazione economica degli stati membri. Nel 1958
fu così creata la Comunità economica europea di cui facevano parte inizialmente solo sei paesi:
Belgio, Francia, Germania Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Da allora altri 22 paesi (il Regno Unito è
uscito dall'Unione europea nel 2020) vi hanno aderito dando vita a un enorme mercato unico (noto
anche come «mercato interno»), che continua a svilupparsi per realizzare appieno le sue potenzialità.
Quella che era nata come un’unione puramente economica è diventata nel tempo un’organizzazione
attiva in numerosi settori diversi, fra i quali clima, ambiente, salute, relazioni esterne e sicurezza,
giustizia e immigrazione. Per riflettere questo cambiamento, nel 1993 il nome della Comunità
economica europea è stato modificato in Unione europea, nome con cui ancora oggi è conosciuta.
L'Unione Europea è formata da vari organi di governo. Uno dei maggiori è sicuramente il consiglio dei Ministri, composto dai ministri
dei governi degli stati membri. Questo esercita la funzione legislativa. Troviamo poi il Consiglio europeo, formato dai capi di stato o di
governo degli stati membri e dal presidente della commissione, che si riuniscono due volte all'anno con lo scopo di orientare le
questioni politiche generali e l'attività di tutti gli altri organi dell'UE. La Commissione si occupa invece di formulare le proposte di
legge e dirigere gli apparati amministrativi; ha quindi il potere esecutivo. Infine il Parlamento europeo, formato da 732 deputati eletti
a suffragio universale ogni 5 anni, ha varie funzioni, tra cui quella di agire in qualità di co-legislatore e condivide con il Consiglio il
potere di adottare e modificare le proposte legislative e di decidere sul bilancio dell'UE. Vigila inoltre sull'operato della Commissione e
degli altri organi dell'UE e coopera con i parlamenti nazionali degli Stati membri,
VENTOTENE COME ISOLA
DI CONFINO Per secoli l'isola di Ventotene, nel Mar Tirreno, è stata utilizzata per
isolare prigionieri politici, criminali e altre figure che in qualche modo
erano state giudicate colpevoli. Si pensa che la prima persona che venne
isolata a Ventotene fu Giulia, la figlia dell’imperatore Ottaviano Augusto,
la quale fu accusata di tradimento e di adulterio. La stessa sorte toccò ad
Agrippina, Giulia Livilla, Claudia Ottavia e Flavia Domitilla. Per un lungo
periodo Ventotene smise di essere un luogo di confino, ma nel '700 tornò
ad esserlo. Nella vicina Santo Stefano, invece, fu costruito un carcere di
massima sicurezza per volere di Ferdinando IV di Borbone: quello che
oggi conosciamo come il Carcere di Santo Stefano. Qui venivano
imprigionati pirati, ladri e criminali. Gli stessi che nel tempo si fecero una
Il confinato arrivava sull’isola, dopo un lungo ed vita sull’isola facendo aumentare la popolazione locale. Nella prima metà
estenuante viaggio con sosta nelle celle di transito
sporche ed infestate di insetti, caricato con i ferri del '900, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, Ventotene ospitò
ai polsi e legato a catena con gli altri sul piccolo moltissimi oppositori politici del partito fascista. Tra questi si trovava un
postale che collegava l’isola al continente, era giovane che, non accettando il confino, assieme a Ernesto Rossi ed
condotto nei locali della Direzione della colonia e
sottoposto ad un accurato controllo, era privato Eugenio Colorni, Altiero Spinelli scrisse il Manifesto di Ventotene (titolo
dei suoi documenti personali e fornito di una originale: “Per un’Europa libera e unità. Progetto d’un manifesto”). Essi
carta di permanenza, il famoso libretto rosso, nel indicarono la via per un’Europa federale, in grado di garantire una pace
quale erano segnate tutte le prescrizione alle fra le nazioni. L'isola non è più zona di confino dal 1965.
quali doveva attenersi.
ALTIERO SPINELLI
Altiero Spinelli nacque a Roma il 31 agosto 1907 da una famiglia di
ideologia socialista. Iniziò la sua attività politica nel Partito comunista
italiano in età molto giovane. Nel 1926, in conseguenza delle sue
attività nel Partito comunista, venne arrestato e imprigionato dal
Tribunale speciale fascista di Mussolini e condannato a 16 anni e 8
mesi di reclusione. Di questi, dieci anni furono scontati in prigione e
altri sei al confino. In tutto questo periodo rifiutò di rinunciare ai suoi
ideali e a rinnegarli, anche se ciò avrebbe significato la grazia. Mentre
era in prigione studiò intensamente. Divenne un appassionato
difensore dell’integrazione sovranazionale e criticò alcune delle
posizioni politiche del Partito comunista. La sua disillusione rispetto
al Partito e le capacità critiche acquisite durante i suoi studi lo
portarono ad abbandonare i comunisti e a sposare la causa
federalista. Le sue idee federaliste presero forma durante il periodo
del confino sull’isola di Ventotene, quando divenne progressivamente
sempre più convinto che un movimento tendente al federalismo e
diffuso in tutta Europa avrebbe contribuito a contrastare la forza
distruttiva del nazionalismo.
IL MANIFESTO DI VENTOTENE
All’inizio del XX secolo l’Europa occupava una posizione di
centralità nel mondo, condizione assicurata da un alto tasso
demografico, dal primato economico garantito dagli ottimi livelli di
produzione e da un elevatissimo sviluppo tecnologico e scientifico.
Gli europei stessi erano consapevoli della loro importanza e a
risentirne positivamente erano la cultura e gli stili di vita.
Purtroppo però a prevalere sulla pace fu la rivalità tra gli Stati, che
portò allo scoppio dei due conflitti mondiali. Infatti fu proprio con
la prima guerra mondiale che l'Europa perse molta importanza e
forza, sia sotto il profilo demografico (circa 12 milioni di vittime), sia
in campo economico (gli Stati furono costretti a indebitarsi per
sostenere le spese belliche), sia nella sfera politica (aumentò la
frammentazione del territorio europeo e si inasprirono i rapporti
tra gli Stati). Inoltre, nel periodo tra le due guerre mondiali
esplosero, approfittando della crisi economica e del clima di
malcontento popolare, il razzismo e le ideologie totalitarie,
principalmente il nazismo tedesco e il fascismo italiano, che
annullarono le speranze di unificazione. Tuttavia ci furono
moltissimi contributi positivi all’idea di un’unificazione europea
che portasse a superare gli odi e i nazionalismi. In Italia la prima
espressione in questo senso fu il Manifesto di Ventotene (1941).
IL MANIFESTO DI VENTOTENE
Il Manifesto di Ventotene è un documento considerato fra i testi fondanti l’Unione Europea, in quanto
è il primo documento in cui ci viene mostrata la visione di un'Italia diversa da quella della prima
metà del 1900, dotata di un governo e di un parlamento democratico con poteri reali in economia e
politica estera. Alla base del progetto c’era la proposta di “costruzione europea”, nella speranza che
questa fosse la via giusta per aprire un percorso di pace e di crescita economica e culturale all’interno
dell’Europa. Il progetto prevedeva la creazione di un potere democratico che, pur rispettando
l’autonomia degli Stati, eliminasse i motivi di tensione tra essi favorendo la creazione di una
federazione, nella convinzione che si dovessero ormai ritenere superati e dannosi i nazionalismi,
soprattutto alla luce delle esperienze storiche appena vissute.
Il manifesto fu redatto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi con il titolo «Per un’Europa libera
e unita. Progetto d’un manifesto», mentre due erano confinati nell’isola di Ventotene. Venne
trasmesso per la prima volta clandestinamente, grazie ad alcune donne tra cui Ursula Hirschmann ed
Ada Rossi, le quali lo portarono sul continente dall'isola di Ventotene e lo fecero conoscere agli
ambienti dell'opposizione di Roma e Milano. Venne pubblicato tre anni dopo, nel 1944 da Eugenio
Colorni, che ne scrisse la prefazione. Il Manifesto di Ventotene può essere considerato un documento
collettivo, poiché presero parte alle discussioni che portarono poi alla sua stesura anche altri
confinati antifascisti. Originariamente il manifesto era articolato in quattro capitoli, ma Eugenio
Colorni lo suddivise in tre:
«La crisi della civiltà moderna» interamente elaborato da Spinelli;
«Compiti del dopoguerra. L’unità europea» interamente elaborato da Spinelli;
«Compiti del dopoguerra. La riforma della società» la prima parte definita da Rossi, la seconda da
Spinelli.
CAPITOLO I
Ciò ha permesso di correggere molte ingiustizie dei regimi passati,
ma la libertà di stampa e l'estensione del suffragio ha reso più
difficile la difesa dei vecchi privilegi. Fu dunque normale che
Nel primo capitolo viene esplicitato come al termine moltissime persone abbienti appoggiarono appieno, dopo la fine
della prima Guerra Mondiale si siano persi molti della prima Guerra Mondiale, l'instaurazione delle dittature, che
principi fondamentali nel periodo precedente. Il testo toglievano le armi legali al ceto medio-basso. Si diffuse la
afferma che la civiltà moderna ha posto come proprio convinzione che solo uno stato totalitario, abolendo le libertà
fondamento il principio della libertà, secondo il quale popolari e utilizzando la violenza, potesse risolvere i conflitti di
l'uomo non deve essere uno strumento, ma deve avere interesse. Si creò quindi un divario ancora maggiore tra i ricchi,
la propria autonomia e libertà di scelta. Di possidenti di ingenti somme di denaro, e poveri, costretti a lavorare in
conseguenza ognuno doveva trovare nello Stato lo una condizione di sfruttamento. Infine aveva assunto un ruolo
strumento per soddisfare i suoi bisogni. Questa importantissimo il valore dello spirito politico, che ha portato
ideologia è stata fonte di progresso, ma ha però poi numerosi benefici, ma scontrandosi con i nuovi principi del regime
trasformato lo Stato in un'entità che deve pensare solo totalitario ha portato alla nascita di una società in cui si esige di
alla propria esistenza e al proprio sviluppo, senza credere all'appartenenza ad una razza eletta, si crea una scienza che
preoccuparsi di ciò che questo può causare agli altri, e vuole dimostrare la teoria degli spazi vitali (solo per dar veste teorica
portando alla volontà di dominio, poiché ciascuno si alla volontà dell'imperialismo), la storia viene falsificata, gli uomini
sentiva minacciato. Si era affermato l'eguale diritto di non sono più considerati cittadini liberi e soggetti di diritti ma tenuti
tutti i cittadini alla formazione della volontà dello ad ubbidire alle autorità superiori. Come espresso nel manifesto,
Stato. anche un compromesso tra le parti in lotta significherebbe un passo
avanti del totalitarismo.
CAPITOLO II
Nel secondo capitolo invece vengono analizzate le possibili conseguenze dopo la fine del conflitto. Viene sostenuta l'idea che, per
superare un periodo di crisi di tale portata, ci sia bisogno di riunirsi in un'unica federazione detta "Stati Uniti d'Europa". Infatti con la
caduta delle dittature totalitarie ci sarebbe una possibilità di rinascita per tutti i popoli e una libertà decisionale. Tuttavia Spinelli
scrive che l'istituzione di un partito democratico non sarebbe l'idea migliore, in quanto il popolo ha dei bisogni da soddisfare, ma non
sa con precisione cosa volere e cosa fare e ciò porterà a lotte interne. Sostiene invece che a dover portare avanti lo Stato debbano
essere "coloro che hanno saputo criticare le vecchie imposizioni politiche". L'autore inoltre pensa che il problema principale da
risolvere sia l'abolizione della divisione dell'Europa in stati nazionali sovrani, in quanto tutti gli uomini riconoscono ormai che non si
può mantenere un equilibrio di stati indipendente. Con la propaganda mira a gettare le fondamenta di un movimento che sappia
costituire un'unione salda, che disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali e di organi per mantenere nei
singoli stati un ordine comune, lasciandogli comunque una certa autonomia che consenta lo sviluppo di una vita politica secondo le
caratteristiche dei vari popoli.
CAPITOLO III Riguardo alle istituzioni dello Stato invece Spinelli scrive: "Il
concordato con cui in Italia il Vaticano ha concluso l'alleanza col
Nel terzo capitolo Spinelli si concentra sulle decisioni fascismo andrà abolito per affermare il carattere laico dello stato e
pratiche da prendere e sull'organizzazione per dare vita per fissare la supremazia dello stato sulla vita civile". Aggiunge
alla Federazione Europea. La nascita di un'Europa unita inoltre che il partito rivoluzionario non deve rappresentare una
sarebbe premessa da uno sviluppo della civiltà umana, massa eterogenea di tendenze riunite per il loro passato
che porrebbe fine alle disuguaglianze e i privilegi sociali. antifascista, ma un gruppo di uomini, che si trovano d'accordo sui
La rivoluzione europea dovrà proporsi l'emancipazione principali problemi del futuro. Con la propaganda devono
delle classi lavoratrici, in modo da permettere anche alle affrontare volta per volta un problema sentito dalle classi e
persone meno benestanti di vivere in una condizione di mostrare la rivoluzione come vera soluzione. Essa deve essere
vita migliore, limitando anche l'eccessiva differenza tra rivolta in primo luogo verso la classe operaia e i ceti intellettuali;
ricchezza e povertà. Questa dovrà inoltre seguire questi poiché i primi erano sottomessi dal totalitarismo, i secondi si
diversi punti. Tra i principali troviamo il divieto di sentono spiritualmente soffocare da esso. Man mano altri ceti
lasciare ai privati le imprese che sono in condizione di saranno attratti dal movimento generale.
sfruttare la massa dei consumatori, quello dell'accumulo
di ricchezze nelle mani di pochi, il diritto di istruzione
fino ai gradi superiori, la solidarietà umana verso coloro
che soccombono nella lotta economica e la possibilità di
scelta dei lavoratori delle condizioni alle quali intendono
lavorare. Su queste basi le libertà politiche potranno
avere un contenuto concreto, in quanto la massa dei
cittadini avrà un’indipendenza ad una conoscenza
sufficiente per esercitare un efficace controllo sulla classe
governante.

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