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Antonio Ranieri
Antonio Ranieri (Napoli 1806-1888), di origini nobiliari, fu esiliato in Francia,
Inghilterra e in Toscana per le sue idee liberali. Fu deputato e senatore, docente
all’università di Napoli e scrittore. Conobbe Leopardi a Firenze nel giugno 1828,
e i due divennero praticamente inseparabili dal settembre del 1830.

Vincenzo Gioberti
 Nasce a Torino nel 1801.
 Tra i principali pensatori politici del risorgimento, Gioberti è un intellettuale
originale che riformula filosofia e politica ancorando saldamente sia l’una
che l’altra alla religione cattolica, da lui considerata indispensabile per lo
sviluppo morale della società.
 Dopo la laurea in teologia del 1823, diventa professore all’Università di
Torino.
 Viene ordinato sacerdote nel 1825 e nel 1831 diventa cappellano alla corte
di re Carlo Alberto.
 Autore di un progetto politico per perseguire l’unificazione, che vede il
papato alla guida di una auspicabile confederazione di stati; la sua visione
viene accolta dai contemporanei di tutti gli schieramenti come il progetto
ideale.
 Arrestato e condannato come sostenitore dei repubblicani, va in esilio a
Parigi e poi a Bruxelles nel 1834, dove si mantiene come insegnante e
scrive i suoi saggi sulla filosofia e la politica.
 Grazie all'amnistia politica del 1847, torna in patria.
 Nel 1848 diventa primo ministro del governo piemontese
 Si dimette nel 1849 e si ritira a vita privata a Parigi, dove muore nel 1852.

Giuseppe Mazzini
 Giovane carbonaro cha aveva partecipato alle proteste studentesche del
1821
 Fondò la Giovine Italia, un movimento organizzato su base nazionale con
un progetto ben definito:
creare una Repubblica italiana unitaria.
 Il suo programma si diffuse in tutta Italia e nel 1833-34 furono
organizzati due moti: quello nella Savoia e quello a Genova. Entrambi
fallirono e lui si dovette rifugiare in Svizzera, dove progettò di dare una
dimensione europea al suo movimento facendo nascere la Giovine
Europa.

HERZEN, Aleksandr Ivanovič


 Pensatore e uomo politico russo (Mosca 1812 - Parigi 1870
 Studioso di Hegel e autore (primi anni Quaranta) di rilevanti saggi sul
pensiero scientifico settecentesco
 lasciò la Russia e visse in varî paesi, in contatto con M. Bakunin e altri
rivoluzionari quali L. Blanc, L. Kossuth, Mazzini, Garibaldi. Dopo il 1848
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intuì che in Russia avrebbe potuto svilupparsi un movimento rivoluzionario


ancorato alle tradizioni del collettivismo agrario.

Rousseau
 Teorizza uno stato in cui la sovranità appartiene al popolo su un modello
di democrazia diretta: il potere legislativo (fare le leggi) è del popolo; il
potere esecutivo (far eseguire le leggi) è del Governo i funzionari del quale
sono scelti dal popolo e vige il principio di elezione e di removibilità.
 Il Discorso sull'origine della disuguaglianza rimane una delle opere più
famose di Rousseau, e pone le basi per gran parte del suo pensiero politico,
così come è espresso nel Discorso sull'economia politica e nel Contratto
sociale.
 Il trattato concepisce il «contratto sociale» come un patto attraverso il
quale gli individui che decidono di abbandonare lo stato di natura e di dar
vita allo Stato, alienano tutti i loro diritti (compreso il diritto alla vita) alla
comunità di cui entrano a far parte
 Secondo Rousseau le scienze e le arti corrompono la società. L'uomo allo
stato di natura realizza perfettamente i propri bisogni servendosi di tutti
gli strumenti che la natura mette a disposizione, si trova in una specie di
Eden. Lo stato di natura viene posto come “teorico”, uno stato pre-civile.

Buonarroti e la giunta liberatrice italiana del 1831

Gli avvenimenti francesi del luglio 1830 misero in fermento anche i rivoluzionari
italiani esuli a Parigi, a Londra e a Ginevra, i quali dettero vita a comitati e
associazioni di vario tipo, con indirizzi politici differenti. Ad essi fu conferita una
certa unità di programma con la creazione della Giunta Liberatrice Italiana, di
cui fece parte anche Filippo Buonarroti, che preparò un’azione di forza verso
l’Italia volta all’unificazione politica della penisola: «Cadano i troni, si infrangano
le corone, e sulle loro ruine sorga la repubblica unica e indivisibile dalle Alpi al
mare».
Si trattò, tuttavia, di un programma che non incontrò il favore di molti italiani –
gli aristocratici contrari alla creazione di una repubblica da un lato, i borghesi
moderati sostenitori del federalismo dall’altro lato – e che si limitò ad una piccola,
sterile scaramuccia al confine con la Savoia tra il febbraio ed il marzo 1831. Il
Buonarroti dopo questa esperienza tornò a cospirare attraverso organismi
segreti quali la Carboneria Riformata e la Carboneria Democratica, che gli
permisero di entrare in contatto con Giuseppe Mazzini.

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