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La seconda met del Settecento: lilluminismo in Italia A partire dalla seconda met del secolo la societ italiana fu notevolmente

influenzata dalle nuove proposte dellIlluminismo: gli intellettuali avvertirono per la prima volta il bisogno di un contatto con la cultura europea orientata verso un progresso comune. Un carattere fondamentale dellIlluminismo era la stretta correlazione tra cultura e azione nel campo civile, economico e politico. I testi pi importanti dellilluminismo francese vengono pubblicati, diffusi e letti, e vari scrittori italiani tra cui ricordiamo Cesare Beccaria (autore dellopera Dei delitti e delle pene, contro la pena di morte e la tortura) e Antonio Genovesi, partecipano con le loro opere alle nuove fondazioni di pensiero. La tradizione galileiana e cartesiana, lopera di cauto rinnovamento iniziata dallArcadia disponevano al nostra cultura ad accogliere le dottrine francesi senza avvertire brusche fratture. Tuttavia lIlluminismo italiano andava in contro a varie difficolt: la prima la presenza della Chiesa sia come potenza politica sia nella sua incidenza sulla coscienza del popolo. Tuttavia il maggior ostacolo alla circolazione delle idee illuministiche fu rappresentato dalla conformazione particolare della societ italiana: manc da noi una borghesia mercantile e industriale che fosse interessata ad idee e riforme pi coraggiose. Gli illuministi italiana furono in prevalenza intellettuali impegnati nellamministrazione pubblica e nelle libere professioni, mentre le innovazioni economiche e giuridiche potevano essere applicate quasi esclusivamente allagricoltura. Anche in Italia si assiste al dispotismo illuminato, ossia a una politica di riforme che parte dai sovrani alleati con gli intellettuali illuminati, nellintento di modificare il governo sul piano amministrativo, soprattutto in vista dello sviluppo economico. Le nuove idee si affermarono soprattutto a Milano e a Napoli e, in forma pi cauta, in Toscana. Non va dimenticato che lEnciclopedia fu edita in traduzione italiana a Lucca. A Milano e a Napoli le idee trassero forza da una vivace politica di riforma instaurata dai governi, soprattutto da quello austriaco, dove benefica fu lopera di Maria Teresa e Giuseppe II. Gli illuministi napoletani ebbero un atteggiamento pi speculativo, quelli lombardi erano, invece, pi spregiudicati verso la tradizione, e avevano soprattutto uno spirito concreto e fattivo. Milano divenne cos una piccola capitale europea, instaurando una traduzione che super limpero napoleonico e la Restaurazione. Animatore del gruppo milanese fu il conte Pietro Verri, fondatore del giornale Il Caff, che dibatt argomenti letterari, economici e scientifici con carattere aperto e spregiudicato.

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