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Plauto Plautus la forma romanizzata di un cognome umbro Plotus (significato originario dubbio: dalle grandi orecchie o dai piedi

i piatti). Il nome completo M. (abbreviazione del prenome Marcus) Accius Plautus tramandato fino allOttocento sospetto alla luce di considerazioni storiche: i tre nomi - cio lidentificazione di una persona per prenome, nome gentilizio e cognome - si usano per chi dotato di cittadinanza romana, e non sappiamo se Plauto labbia mai avuta. Un antichissimo codice di Plauto port migliore luce sulla questione. L nome completo del poeta si presenta nella pi attendibile versione Titus Maccius Plautus; da Maccius, per errore di divisione delle lettere, era uscito fuori il tradizionale M. Accius. Maccius deriva da Maccus, il nome di un personaggio tipico della farsa popolare italica, latellana, che ebbe influssi sulla commedia plautina. dunque verosimile e attraente ipotesi che il poeta teatrale umbro Titus Plotus, o Plautus, si fosse dotato, a Roma, di un nome di battaglia che alludeva chiaramente al mondo della scena comica. Varie fonti antiche chiariscono che Plauto era nativo di Srsina, cittadina appenninica dellUmbria (oggi in Romagna). Si noti anche che Plauto era con certezza un cittadino libero, non uno schiavo o un liberto. La data di morte, il 184 a.C., sicura. E probabile una nascita fra 255 e 250 a.C. Sembra che nel corso del II secolo circolassero qualcosa come centotrenta commedie legate al nome di Plauto. Varrone ritagli nellimponente corpus un certo numero di commedie (ventuno, quelle giunte sino a noi) sulla cui autenticit cera generale consenso (di cui la Vidularia giunta solo in frammenti). La scelta delle ventuno si perpetuava nella tradizione manoscritta, sino ad essere integralmente recuperata nel periodo umanistico. Lo Stichus fu messo in scena la prima volta nel 200, lo Pseudolus nel 191, e la Casina, presuppone avvenimenti del 186. Tipologia degli intrecci e dei personaggi Per unanime riconoscimento, la grande forza di Plauto sta nel comico che nasce dalle singole situazioni, prese a s una dopo laltra, e dalla creativit verbale che ogni nuova situazione sa sprigionare. Amphitruo - Giove arriva a Tebe per conquistare la bella Alcmena. Il dio impersona Anfitrione, signore della citt e marito della dama; aiutato dallastuto Mercurio, Giove approfitta dellassenza di Anfitrione, che in guerra, per entrare nel letto della moglie ignara. Mercurio intanto impersona Sosia, il servo di Anfitrione. Ma improvvisamente tornano a casa i due personaggi doppiati: dopo una brillante serie di equivoci, Anfitrione si placa, onorato di aver avuto per rivale un dio. La commedia occupa un posto particolare nel teatro di Plauto, perch lunica a soggetto mitologico (fabula rintonica). Asinaria - Macchinazioni di un giovane per riscattare la sua bella, una cortigiana. Limpresa ha successo, grazie allaiuto di furbi servitori e anche (cosa assai rara in questo tipo di intrecci) grazie alla complicit del padre dellinnamorato. Nasce poi una rivalit amorosa tra padre e figlio che si risolve, secondo logica, con il prevalere finale del giovane. Aulularia - La pentola, che piena doro, stata nascosta dal vecchio Euclione, che ha un terrore ossessivo di esserne derubato. Tra molte inutili ansie dellavaro, la pentola finisce davvero per sparire; sar utilizzata dal giovane amoroso, con laiuto dello schiavo, per

ottenere le nozze con lamata, che la figlia di Euclione. Bacchides - Il plurale del titolo designa due sorelle gemelle, entrambe cortigiane. Lintrigo ha uno sviluppo complesso e un ritmo indiavolato: diciamo solo che la normale situazione di conquista della donna viene qui non solo raddoppiata (si hanno naturalmente due giovani innamorati, con duplice problema finanziario, ecc.) ma anche perturbata da equivoci sullidentit delle concupite. Il modello di questa commedia era il Il doppio inganno di Menandro. Cistellaria - Un giovane vorrebbe sposare una fanciulla di nascita illegittima, mentre il padre gliene destina unaltra, di legittimi natali. Il caso vanifica poi ogni ostacolo, rivelando la vera e regolare identit della fanciulla desiderata, e permettendo giuste nozze. Miles gloriosus - La commedia, considerata uno dei capolavori di Plauto, mette in scena un servo arguto, Palestrione, e un comicissimo soldato fanfarone, Pirgopolinice. Lo schema di fondo quello abituale - un giovane si affida al servo per sottrarre a qualcuno la disponibilit della ragazza amata - ma lesecuzione prevede un gran numero di brillanti variazioni. Pseudolus - Insieme al Mles, tra i culmini del teatro plautino. Lo schiavo del titolo veramente una miniera di inganni, il campione dei servi furbi di Plauto. Pseudolo riesce a spennare il suo avversario Ballione - un lenone di eccezionale efficacia scenica - portandogli via la ragazza amata dal padroncino e anche dei soldi in pi: la beffa cos ben riuscita che Ballione, senza sapere di aver gi perso la donna, si gioca una bella somma che Pseudolo non potr mai riuscire nel suo intento! Truculentus - Una volta tanto, abbiamo qui una cortigiana che non elemento passivo e posta in palio nellazione: Fronesio una creatrice di inganni, che sfrutta e raggira i suoi tre amanti. Lo spostamento dei ruoli tradizionali fa s che la protagonista sia tratteggiata in modo pi fosco che la media dei cattivi plautini: quasi che ci sia della malizia in pi, a fare i cattivi fuori ruolo. E certamente un esperimento isolato, che tenta di allargare il gi lungo repertorio dei successi: non a caso viene datata al periodo pi tardo. Plauto tende anche a usare dei prologhi espositivi che forniscono informazioni essenziali allo sviluppo della trama, a spese di qualsiasi sorpresa o colpo di scena. I personaggi in azione si possono ridurre a un numero limitato di tipi: il servo astuto, il vecchio, il giovane amatore, il lenone, il parassita, il soldato vantone. Questi tipi sono inquadrati fin dai prologhi (dove infatti si insiste non sui loro nomi propri, ma sui termini tipologici: senex, aaulescens, ecc.), e il pubblico ha cos fin dallinizio una traccia su cui far scorrere la propria comprensione degli eventi scenici (Antologia 5.1) Ancora pi caratteristica di Plauto la prevedibilit degli intrecci. Praticamente tutte le commedie si possono ridurre a una lotta fra due antagonisti per il possesso di un bene: generalmente una donna e/o una somma di denaro necessaria per accaparrarsela. Adottando questo semplicissimo schema, Plauto poi libero di puntare il suo prevalente interesse su certe particolari forme dellintreccio. La forma di gran lunga preferita la commedia del servo, basata su servo ingegnosoche nelle opere mature diventa un vero e proprio artista dellinganno. La coppia giovane desiderante-servo raggiratore quindi la pi solida costante tematica del teatro di Plauto.

Ben definita anche la scansione temporale, che prevede tre fasi distinte: il servo medita linganno, agisce, e alla fine trionfa. Nelle commedie plautine opera una forza onnipresente, la Fortuna, che introduce limprevedibile nellazione. Accanto alla commedia del servo, Plauto afferma unaltra sua preferenza importante: sono commedie che ruotano tutte su un riconoscimento, unidentit prima nascosta, o mentita, casualmente perduta, e poi, fortunosamente, rivelata a tutti. Queste commedie possono passare per una lunga fase di errori e confusioni di persona - si parla allora propriamente di commedia degli equivoci - oppure, assai spesso, il problema dellidentit salta fuori solo nel finale: ma tutte hanno in comune lo scatto fortunoso dell agnizione conclusiva (riconoscimento), del riconoscimento che scioglie ogni difficolt. Cortigiane e schiave tornano donne libere; si scoprono figli, figlie, fratelli, sorelle. Il contrasto tra messinscena e realt non pu durare per sempre, anche se divertente: e qui appunto entra in gioco la Fortuna. Grazie alla Fortuna scopriamo che esiste una realt per cos dire pi autentica e sincera della realt iniziale.

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