I dati biografici
Di Plauto sappiamo poco. Gli stessi nomi che gli vengono attribuiti
dalla tradizione, Tito Maccio Plauto, sono dubbi. Da certi prologhi di
alcune commedie si ricava infatti il nome Plautus, da altri Maccus.
Si è supposto perciò che il poeta abbia utilizzato in momenti diversi
della sua carriera nomi differenti: prima Macco, derivatogli dalla sua
attività di attore di atellane (Maccus corrisponde infatti a una delle
maschere dell'atellana, il ghiottone balordo) e successivamente
Plauto, forse anch'esso nome d'arte, secondo i filologi antichi un
soprannome scherzoso che significherebbe "dai piedi piatti" oppure
"dalle orecchie lunghe e penzoloni".
Sappiamo che Plauto nacque qualche anno prima del 250 a.C. a Sarsina,
città compresa a quei tempi nell'Umbria, oggi in Romagna, quasi al
confine con le Marche, e che morì nel 184 a.C.
Scrisse e portò sulle scene le sue commedie a partire almeno dagli
anni della seconda guerra punica (218-202 a.C.).
Amphitrio (Anfitrione)
Giove, innamorato di Alcmena, assume le sembianze di suo marito Anfitrione,
condottiero tebano, per unirsi con lei. La comicità nasce dagli equivoci causati
dagli scambi di persona non solo tra Giove e Anfitrione, ma anche tra Mercurio
e Sosia: il primo, servo di Giove, ha preso l'aspetto del secondo, servo di
Anfitrione.
Asinaria (La commedia degli asini)
Un giovane innamorato di una cortigiana, riesce a possederla grazie al denaro
(ricavato dalla vendita di alcuni asini) procuratogli d due servi con la complicità
del padre, il quale vorrebbe approfittare a sua volta della ragazza; ma il
vecchio immorale vine scoperto e malmenato dalla moglie, ricca e autoritaria.
Aulularia (La commedia della pentola)
Un vecchio avaro Euclione, ha trovato una piccola pentola (aulula) piena d'oro
e vive nella paura ossessiva che gli venga sottratta; gliela ruba, in effetti, l
servo di un giovane innamorato della figlia, già promessa in moglie a un vicino
anziano e benestante che è disposto a prenderla senza dote. La restituzione
del tesoro consentirà al giovane di sposare la ragazza (ma la commedia ci è
pervenuta mutila della parte finale).
Bacchides (Le Bacchidi)
Due sorelle cortigiane, le Bacchidi, diventano le amanti di due giovani amici
grazie al denaro carpito al padre di uno dei due dallo scaltro e audace servo
Crisalo, che mette in opera una serie di brillanti inganni ed espedienti; nella
scena finale, i due padri si lasciano sedurre anch'essi dalle Bacchidi ed entrano
nella loro casa per far baldoria insieme con i figli.
Càsina
Un vecchio e suo figlio vorrebbe entrambi godere dei favori di una trovatella di
nome Càsina. Il vecchio tenta di darla in sposa al proprio fattore, che dovrebbe
poi mettergliela a disposizione, ma sua moglie organizza una grottesca messa
in scena facendo travestire da sposa un giovane scudiero; così il vecchio
ridicolmente innamorato finisce beffato, mentre Càsina sarà riconosciuta libera
e potrà sposare il figlio.
Curculio (Gorgoglione/Pidocchio)
Un giovane riesce, con l'aiuto di uno smalto parassita che escogita una serie di
inganni, a sottrarre la ragazza di cui è innamorato al lenone che la possiede e
al soldato a cui era stata promessa; alla fine la ragazza è riconosciuta libera,
nonché sorella del soldato, e i due giovani possono sposarsi.
Menaechmi
Un giovane durante un viaggio alla ricerca del fratello gemello perdutosi da
bambino, giunge nella città in cui questo abita; prima però che i due
s'incontrino e si riconoscano, si ha una lunga e complicata serie di equivoci,
perché i due fratelli, eguali di nome e d'aspetto, vengono continuamente
scambiati l'uno con l'altro.
Miles gloriosus (Il soldato fanfarone)
Un giovane, innamorato di una cortigiana, riesce a sottrarla a un soldato con
l'aiuto di un servo e di un simpatico vecchio scapolo; il soldato, tronfio e
sciocco viene ripetutamente ingannato e finisce beffato e bastonato.
Mostellaria (La commedia del fantasma)
Durante l'assenza del padre, un giovane ha preso denaro a usura per
comperare una cortigiana. Il padre torna all'improvviso mentre in casa si sta
gozzovigliando: l'astutissimo servo Tranione non lo lascia entrare facendogli
credere che la casa sia abitata da un fantasma; inoltre gli fa promettere il
pagamento del debito, fingendo che il figlio abbia comperato un'altra casa; alla
fine si scopre la verità, ma il giovane e il servo sono perdonati.
Pseudolus (Bugiardo)
Un giovane ama una cortigiana che il lenone Ballione ha promesso a un
soldato; il servo Pseudoluo mette nel sacco con i suoi scaltri imbrogli sia il
lenone sia il meno del soldato, venuto per prendere la ragazza, sia il vecchio
padrone, padre del giovane innamorato; alla fine Ballione ha il danno e le
beffe, mentre Pseudolo fa baldoria con il padroncino e si riconcilia con il
vecchio.
Le altre commedie
Farò come vuoi. Sai perché ti concedo il erodono accontentandoti senza tante
storie? Per non allungare ancora di più questa commedia che è già lunga.
Altrove il pubblico viene messo a parte dei segreti e dei trucchi del
retroscena. In altri casi del carattere stereotipato e ripetitivo dei
luoghi comuni della commedia, come ad esempio gli insulti al lenone.
Al procedimento di rottura dell'illusione scenica, molto frequente, e
che conferma la ricerca di effetti comici, a scapito di ogni
verosimiglianza, è l'inserzione, o intrusione di riferimenti romani in
commedie di ambientazione greca. Il caso più clamoroso è costituito da un
passo del Curculio, in cui i protagonista si scaglia contro i Greci fannulloni,
ubriaconi e profittatori, un attacco che suona incredibile in bocca a un
personaggio greco.
La presa di distanza dal modo greco di pensare e di vivere è netta ed esplicita
anche in altri passi, ma Plauto non ha da comunicare un messaggio
preciso, di tipo morale o politico, non intende ammaestrare il suo
pubblico, non pretende di dimostrargli qualcosa: vuole semplicemente
rallegrarlo, divertirlo.
Così sarebbe errato interpretare l'insistenza e il compiacimento con cui Plauto
mette in rilievo lo scontro dei figli con i padri e soprattutto la vittoria dei servi
sui padroni come la manifestazione di un atteggiamento critico o polemico nei
confronti dei rapporti familiari e sociali vigenti. Essi rientrano invece in un
aspetto caratteristico della commedia in generale e del comico plautino in
particolare: la tendenza al rovesciamento burlesco della realtà.
In una specie di mondo alla rovescia, in cui i sogni più audaci si
possono avverare e le gerarchie di potere si possono capovolgere,
quelli che erano i reali rapporti di forza all'interno della famiglia
appaiono ribaltati: i giovani soddisfano i loro desideri in barba
all'autorità paterna, gli schiavi umiliano i padroni, le mogli
spadroneggiano sui mariti. Ma ciò può avvenire solo grazie alla magia
della finzione teatrale, in un contesto dichiaratamente ludico e
scherzoso, senza che sia messa seriamente in discussione la normalità
dei rapporti familiari e sociali, ristabilita, anzi, e riaffermata nella
riconciliazione finale, dopo la temporanea, illusoria e giocosa,
sospensione propria dell'evento comico.