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PLAUTO

Plauto nacque a Sarsina, una città dell'Appennino romagnolo tra il 255 e il 250 a.C. e morì a Roma nel
184 a.C. La sua attività teatrale si svolge in un arco di tempo che va dall'inizio della seconda guerra
punica fino al 186 e alla morte.
Il più antico codice plautino conservato riporta chiaramente per l’autore i tria nomina caratteristici
dell’uso romano: Tito Maccio Plauto (prenome, nome gentilizio, cognome). Tuttavia questi sembrano
essere autentici ma falsati dai grammatici antichi. Infatti i tre nomi canonici comportano una
successione preanomen-nomen-cognomen, questi plautini risultano essere il frutto di aggiustamenti
successivi. In maccius si riconosce facilmente il richiamo al nome famoso della maschera alla base
dell’atellana e significa lo sciocco, il matto; mentre plautus sembrerebbe rinviare a una caratteristuca
fisica ben precisa cioè i piedi piatti. Entrambi i nomi potrebbero essere nomi d’arte utilizzati in
momenti differenti. Maccus potrebbe risalire ai tempi romani di plauto, all’attività che avrebbe svolto
come attore di atellane, Plautus potrebbe invece riferirsi, più che all’effettiva piattezza di piedi, al suo
modo di recitare a piedi nudi, infatti non indossava il caturno (alto calzare della tragedia) o il socco (il
sandalo della commedia). Tuttavia il riferimento potrebbe anche alludere ad un particolare modo di
posizionare i piedi durante le rappresentazioni.
Plauto esordì come attore, ma secondo Varrone, dopo aver perso nel commercio tutto il denaro
guadagnato facendo l'attore fu costretto a girare la macina in un mulino e proprio in tale condizione
aveva cominciato a scrivere le sue prime commedie. Quindi egli cominciò la sua carriera come autore, ma
ben presto divenne un addictus (schiavo per debiti). Per risollevarsi dalla catastrofica situazione
economica, cominciò a scrivere palliate (commedie di argomento e costume greco).
Plauto è il primo poeta latino a dedicarsi interamente ad un’unico genere teatrale quello della palliata.
Egli imita, cioè riadatta copioni greci di autori della commedia nuova come Menandro, Difilo e altri. Gia
nel II secolo circolavano sotto il nome di plauto ben 130 commedie. Ci fu un accesso dibattitio sulla loro
autenticità e decisivo fu l'intervento di Marco Varrone che stabilì una lista delle 21 commedie
sicuramente attribuibili a plauto che erano dette varroniane; v’erano poi 20 di incerta o solo parziale
plautinità.
Le trame trattavano sempre gli stessi temi pur variando di piccoli particolari. I temi favoriti erano
pochi: le peripezie di due amanti, lo sfruttamento di prostitute per sottrargli una ragazza, l'inganno
ordito da schiavo e giovane innamorato per strappare denaro a un padre avaro.
TIPOLOGIA DEGLI INTRECCI
commedie del servuus callidus un servo astuto che ordisce un inganno ai danni
esempi: Cistellaria, Miles Gloriosus dell’antagonista

commedia della beffa la situazione trova un equilibrio per mezzo di uno


esempi: Casina, stratagemma solitamente da parte del servo ai
danni dell’antagonista
commedie degli equivoci l'intreccio si basa su una catena di malintesi
esempi: Amphitruo, dovuti principalmente a scambi di persona
commedie di carattere assume un ruolo centrale un personaggio dei forti
esempi: Aulularia caratteri che vengono fortemente stereotipati

Alla prima fase della produzione di plauto, che coincidono con gli anni della seconda guerra punica nei
quali l’unica occasione per spettacoli teatrali era offerta dai ludi romani, appartengono probabilmete
l’Asinaria e il Miles gloriosus e forse anche la Cistellaria. A partire dal 200 le occasioni teatrali si sono
moltiplicate perché sono state resi scenici, cioè aperti alle rappresentazioni teatrali, i ludi plebei (15
novembre) e Plauto in questa occasione rappresento lo Stichus. ( lo si ricava dalla ‘’didascalia’’’ della
commedia cioè dalla notizia coi dati esssenziali: autore, titolo, festività , capocomico)oltre che nel
prologo. Si inaugurava cosi la seconda fare della sua produzione post bellica a cui si attribuiscono le
restanti opere.
I TEMI
Incerta è la cronologia delle opere ma certissima è una data che ebbe grande importanza nella
nell'elaborazione della poetica di plauto: il 17 dicembre 217 giorno e l'anno della Rifondazione e
fissazione della festa dei saturnali. Era la festa di tutti per eccellenza, la festa della sospensione del
tempo in cui una volta l'anno il pileus , copricapo che portavano gli schiavi diventava d'obbligo per tutti.
In questa festa era consentito a chiunque di mangiare bere a dismisura e il 17 dicembre la divisione tra
liberi e gli schiavi spariva. Era l’unica volta in cui gli schiavi potevano sedere alla tavola dei padroni, non
per concessione, ma da pari a pari e poter dire loro liberamente tutto ciò che nessun altro momento
avrebbero osato dire. Seneca, in una sua epistola, ricorda anche che agli schiavi era consentito di
amministrare la giustizia trasformando la casa in un piccolo stato. Questo clima di sospensione del
tempo reale e di ribaltamento delle parti, è uno dei temi dominanti nel teatro di Plauto. Infatti, come
nel giorno dei saturnali, sulla scena plautina amministrare la giustizia apparteneva a tutti coloro che
sembrano i meno indicati a possederla e di conseguenza la parte bassa della società si
impadroniva ,oltre che della legge, anche della scena stessa: in Plauto adulescentes, parassiti e schiavi
trovano un accordo, si alleno, e di fatto, dettano legge dal principio fino alla fine dell’azione.
A livello di personaggi, in ordine di importanza vengono prima gli schiavi, poi parassiti infine gli
adulescentes, e infine giovani liberi che non sono ancora entrati a far parte del mondo dei padri cioè un
mondo del denaro e del potere
In plauto era continuo lo scontro tra la generazione dei padri e dei figli, ma non era un confronto
diretto tra padri e figli che preferivano evitare lo scontro e restare in retroguardia. I figli mandano in
prima linea i servi asturi o madri gelose mentre i padri ricorrono ad amici fidati. A volte più accadere
che gli innamorati siano alle prese con lenoni.
I lenoni sono personaggi che equivalgono ai padri in quanto anche loro posseggono donne desiderabili, ma
a causa della loro professione non godono dei diritti di piena cittadinanza. Così prendersela con loro
truffarli , bastonali, picchiarli più che una colpa è un titolo agli occhi dei concittadini.
Generalmente, le commedie di Plauto erano precedute da un prologo, in cui un personaggio raccontava
l'antefatto, indispensabile per comprendere la vicenda. Inoltre, nel prologo Plauto diceva anche a quale
commedia greca si era ispirato.
Le trame e i personaggi sono simili in tutte le commedie: ciò che è veramente importante è l'umorismo
dei personaggi e delle situazioni.
Nelle commedie, di solito l'adulescens è innamorato di una meretrice, ma non dispone del denaro
necessario per riscattarla. Perciò, si affida all'aiuto di uno schiavo astuto e scaltro, che organizza una
beffa ai danni di qualcuno allo scopo di procurarsi i soldi necessari a riscattare la cortigiana di cui è
perdutamente innamorato.
La beffa cioè l'invenzione della stratagemma ai danni di qualcuno era l'unico a presentare le
caratteristiche di una messa in scena vera e propria con un copione o meglio di un abbozzo di trama.
L'ideatore e il regista della beffa è di solito il servo furbo il quale diventa in plauto un capocomico.
Questo ha a disposizione una vera e propria compagnia di aiutanti che è rappresentata da tutti coloro
che per amicizia, per cibo o denaro si prestano ad aiutare il giovane innamorato.
Non a caso Plauto sceglie uno schiavo come direttore della truffa: ha ormai perso la sua dignità, è colui
che ha provato qualsiasi tipo di punizione e non teme alcun castigo, nel caso in cui la truffa venisse
scoperta. A volte gli schiavi arrivano persino a deridere e umiliare il loro nemico
LA PALLIATA
La palliata è un genere misto, né del tutto greco e del tutto latino capace di fondere elementi nuovi con
quelli ben noti al pubblico romano
Il servo furbo si sente ‘’poeta’’, perché molto spesso le beffe potevano essere anche del tutto
improvvisate, e capo comico ed anche grazie al ribaltamento dei ruoli, si sente magistrato, console e
capo dell'esercito
Ma come facevano gli spettatori romani ad assistere a tutto ciò e a sopportare spettacoli talmente
imbarazzanti?
Grazie al fatto che nella palliata l’ambientazione era greca e i personaggi, sia il servo che il padrone,
indossavano costumi romani. I costumi romani infatti toglievano l’aggressività e sovversità a parole ed
atti della scena
LUOGHI DELLE RAPPRESENTAZIONI, DIFFERENZE CON LA COMMEDIA NUOVA E LINGUA
I luoghi dove si svolgevano le vicende rappresentate, più che luoghi reali erano luoghi immaginari, luoghi
dell'impossibile che diventavano provvisoriamente possibile.
La forma teatrale che costituisce il modello di primo riferimento per plauto, cioè la commedia nuova
atenese, non contemplava parti cantate ,se non al di fuori della vicenda, negli intervalli tra un atto e
l'altro.
In Plauto invece le parti recitate dette ‘’deverbia’’ si trovavano alternate parti seguite con un
accompagnamento musicale, cantica, che erano vere e proprie ‘’arie’’ in cui veniva messo alla prova il
virtuosismo degli attori.
Un altro aspetto che distingue la commedia plautina dai suoi modelli greci è l’esuberante creatività
linguistica. A differenza dei poeti della commedia nuova, che facevano ricorso a un linguaggio semplice e
quotidiano Plauto amava procedere con metafore guida che egli sviluppa e varia, creando una complessa
tramatura di immagini e motivi divertenti in cui si collocano le più notevoli invenzioni verbali dei
personaggi plautini in particolare dei servi furbi.
Un esempio della creatività plautina è data dall'uso dei nomi propri. Si tratta in sostanza di nomi d'arte
che si collegano perfettamente con i motivi- guida, all’ambientazione delle commedie e ne costituiscono
il motivo conduttore Per esempio lo Pseudolo della commedia omonima si chiama così perché diceva
molte menzogne e in greco menzogna si dice pseudos
L’abilità di Plauto nell’inserire l’elemento romano in un contesto greco e questa invenzione linguistica
continua fu il filo conduttore grazie al quale la scelta degli argomenti ,come la lotta per la donna e il
denaro, arrivarono al cuore della gente.
TRAME COMMEDIE

ANFITRIONE

La trama ruota intorno a un ingegnoso inganno escogitato da Giove ai danni di Anfitrione, eroico re
di Tebe, lontano dalla sua città perché impegnato nelle guerra contro i Teleboi. Il padre e sovrano degli
dei per poter passare una lunga notte d’amore con Alcmena, bellissima e virtuosa sposa di Anfitrione,
prende le sue sembianze e si presenta a lei. Mercurio, per aiutare il padre, assume l’aspetto di sosia,
servo di anfitrione.
La commedia inizia con sosia che in piena notte, si incammina verso la casa del padrone, ma sulla soglia
trova Mercurio che lo prende a pugni e lo scaccia via affermando di essere lui l’unico vero Sosia.
Dopo una lunga notte durata tre giorni giove, egli saluta Alcmena dicendole di essersene andato di
nascosto dal campo di battaglia per stare con lei e di dover ritornare lì al più presto.
quando Anfitrione torna a casa la moglie, inconsapevole dell’inganno divino, lo accoglie in modo
aggressivo poiché crede che il marito si stia prendendo gioco di lei, dato che l’aveva lasciata poco prima.
Così fra i due nasce un acceso dibattito, in cui Alcmena racconta al marito la serata che avevano
passato insieme. Anfitrione, quindi, la accusa di adulterio.

Dall’unione tra Anfitrione e Giove erano stati concepiti due gemelli, uno dei quali tanto forte, da
uccidere due serpenti piovuti dal cielo. intanto ad Anfitrione appare Giove, che confessa di aver avuto
rapporti con Alcmena e gli rivela di essere padre del bimbo che ha strangolato i serpenti. Giove esorta
Anfitrione a no punire la moglie perché è stata costretta dal suo potere e che suo figlio gli darà fama
eterna. Anfitrione dinanzi al padre degli dei può solamente acconsentire.
AULULARIA: LA COMMEDIA DELLA PENTOLA
Euclione, vecchio avaro ha scoperto che nel giardino di casa sua c’è una pentola piena d’oro ed è
ossessionato dal timore che gliela possano tubare ostentando così una povertà assoluta. Il suo vicino
Megadoro si offre di sposare senza dote la figlia Fedria. Il padre acconsente con entusiasmo, ma non sa
che la ragazza è stata violentata dal nipote di quest’ultimo e che sta per partorire. Intanto il servo del
nipote si riesce ad impossessare della pentola. Qui il testo si interrompe ma è facile immaginare che a
Fedria per il matrimonio con il nipote di Megadoro.
CASINA: LA RAGAZZA DAL PROFUMO DI CANNELLA
Un senex anonimo e suo figlio Eutinico si contengono il possesso dell’ancella Casina, allevata come una
figlia da Cleostrata, moglie del vecchio. Per poter disporre liberamente della ragazza, il vecchio vuole
darla in moglie al fido fattore Olimpione e il figlio per lo stesso motivo al fido scudiero Calino. Il
vecchio vuole liberarsi del figlio mandandolo in una missione all’estero ma la mamma ne prende le difese
e la guerra continua finche non ci si affiderà alla sorte, che risulta favorevole al fattore. Cleostrata e
la moglie del vicino travestono Calino da Casina e dopo una solenne cerimonia affidano la falsa sposa al
marito che quando arriverà a casa insieme al suo servo, ne scoprira la vera identità ricevendo una bella
bastonata. In seguito casina convolerà a nozze con Eutinico
CISTELLARIA: LA COMMEDIA DELLA CESTA
Demifone violentò in giovinezza una ragazza, Fanostrata, e da questa unione nacque una bambina. Lui
però scomparve e la mamma fece esporre la bambina insieme a una cestella con i suoi giochu. Demifone
si sposò poi con una parente da cui ebbe un’altra figlia ma presto la moglie morì. Egli pensò allora di
sposare la donna un tempo abbandonata e di mettersi a ricercare la figlia perduta che intanto è
diventata una giovane amata da Alchesimaco che tuttavia non può sposarla perché il padre vuole farlo
convolare a nozze con la figlia leggittima di Demifone. Alla fne grazie a ricerche del servo di Demifone
si scopre che la bambina nata dall’unione dei due è proprio la sedicenne tanto amata da Alchesimaco che
finalmente può sposarla liberamene e legittimamente come figlia di Demifone.
MILES GLORIOSUS: IL SOLDATO SPACCONE
il giovane atenese Pleusicle ama la giovane cortigiana Filocomasio la quale è stata rapita un soldato che
la usa come concubina. Il servo di Pleusicle viene catturato e consegnato anche lui al soldato, quando
Pleuside viene informato di dirige a Efeso e i duei innamorati tornano ad incontrarsi clandestinamente
nella casa di un vicino compiacente. Ma il servo del soldato scopre la tresca ne il servo di Pleusicle, per
farlo tacere, inventa l’esistenza di una ‘’gemella’’ di Filocomasio. Bisogna ora liberare la concubina, il
servo di Pleusicle una cortigiana per la moglie del vicino che è ardente d’amore per il soldato. Il soldato
cade nella trappola accetta di incontrarsi con la sua spasimante nella casa stessa del vicino e licenza la
concubina. recatosi all'appuntamento e colto sul fatto dal vicino che gli infligge un'esemplare passo
natura mentre i due veri innamorati e il servo di Pleusicle viaggiano indisturbati alla volta di Atene
MOSTELLARIA: LA COMMEDIA DEL FANTASMA
Approfittando dell'assenza del padre Filolachete voi indebita per una cortigiana. Tuttavia il ritorno
improvviso del padre costringe il servo astuto del giovane scapestrato a inventare stratagemmi per
tenere il mercante lontano dalla propria casa. Alla fine la verità salta fuori ma per intero questione di
un amico il giovane è perdonato e il servo assolto

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