Verso la fine del III secolo con l'affermarsi di Roma come grande potenza dell'occidente, era diventato
sempre più forte in tutto il mondo e discusso l'interesse per la storia della città. Per questo motivo attraverso
alcuni esponenti dell'aristocrazia senatoria nacque la storiografia romana di carattere annalistico, scritta in
greco in quanto lingua internazionale della cultura. Tra i primi annalisti ricordiamo: Fabio pittore e Cincio
Alimento, entrambi furono esponenti dell'aristocrazia e narrano la storia di Roma dalle origini, alla seconda
guerra punica inserendo anche le loro esperienze personali
Fabio Pittore guidò la delegazione romana inviata al santuario di Apollo a Delfi dopo la battaglia di Canne.
Fabio ci diedero interpretazione delle guerre puniche molto filoromana esattamente opposta a quella di
Cincio Alimento, che fu fatto prigioniero dai cartaginesi e conobbe personalmente Annibale. Dei due
sappiamo che sono in disaccordo circa la data della fondazione di Roma nel 720 per Cincio e 740 per Fabio.
In seguito coltivarono la annalistica Publio Cornelio Scipione, figlio dell'africano e Aulo Postumio Albino
che ebbe numerosi contrasti con Catone per la loro diversità culturale: Albino nel proemio della sua opera si
era scusato di non dominare perfettamente il greco e Catone, con il suo modo di ragionare scaltro e rude, lo
definì veramente sciocco perché aveva preferito scusarsi di una colpa anziché evitarla.
CATONE
Catone nacque nel 234 nel Lazio a Frascati da una famiglia di modestia di agricoltori. Le fonti lo descrivono
come un uomo di corporatura robusta, occhi azzurri e capelli rossi, ma cosa fondamentale è che a Roma si
scherzava sulla spinosità del suo carattere.
Militò nella seconda guerra punica dimostrando valore e raggiungendo nel 214 in Sicilia il grado di tribunus
militum. Un'esponente dell’aristocrazia conservatrice, avversa al partito Scipioni, lo prese sotto la sua
protezione e lo incoraggio ad intraprendere la carriera politica. Percorse tutti i gradini del kursus honorum
finche nel 195 raggiunse il consolato. Come console si distinse per alcune importanti campagne militari in
Spagna che gli valsero il trionfo. Nel 184 divenne censore e i 18 mesi della censura rimasero impressi per la
severità del suo giudizio sulla morale pubblica: Catone giunse persino ad espellere dal Senato un ex pretore,
Pluvio Manlio, per aver baciato in pubblico la propria moglie.
Catone fu soprannominato il censore non solo per aver ricoperto tale carica ma per il suo carattere severo e
l'asprezza delle sue critiche contro ogni indizio di corruzione anche artiche virtù romane. La sua importanza
letteraria sta nell'essere il fondatore della prosa tecnica e soprattutto della storiografia il latino superando la
fase dell’annalista in greco.
L'ATTIVITÀ POLITICA
Tutta la sua attività politica fu orientata in senso tradizionalista: Catone fu il leader dei piccoli proprietari
terrieri alleati a settori dell'aristocrazia in lotta contro il predomino della fazione scipionica propugnava
ricchi valori universali ma era inconciliabile con la modalità arcaica di una piccola società contadina.
Emblematico è in tal senso un episodio avvenuto nel 155 quando la città di Atene, per ottenere
l'annullamento di una multa, aveva mandato in ambasceria a Roma tre rappresentanti delle più celebri le
scuole filosofiche mentre i giovani accorsero con entusiasmo gli ambasciatori, Catone chiese e ottenne
rapidamente la loro espulsione.
La politica e le iniziative degli Scipioni avevano fatto di Roma la più grande potenza del Mediterraneo ma i
vantaggi erano andati soprattutto all'aristocrazia che aveva accresciuto il proprio potere incurante della
rovina di altri stati della popolazione tra cui i piccoli proprietari terrieri. Catone cercò di far approvare delle
leggi per limitare le spese di lusso, e guidò l'opposizione agli Scipioni finendo per essere coinvolto in
numerosi processi.
Solo in tarda età avvenne la riconciliazione sancita dal matrimonio del figlio di Catone con la sorella del
nuovo leader degli Scipioni, Publio Cornelio Scipione emiliano. Questo matrimonio voleva simboleggiare la
fine di un secolo di contrasti politici tra le due frazioni della nobilitas , e sanciva la fusione della cultura
greca e della cultura romana.
Catone morì nel 145 l'anno di inizio della terza guerra punica portata avanti da Scipione emiliano ma che
realizzava un progetto perseguito dallo stesso Catone: lui aveva capito che Cartagine stava ritornando a
rappresentare una concorrenza commerciale pericolosa per Roma e dunque andava eliminata a tutti i costi
LE ORIGINES
L’opera più ampia, sette libri, e destinata a esercitare un influsso importante sugli autori successivi e che
fu composta in età matura, in vecchiaia, è l’ Origines. Di quest’opera ci restano un centinaio di frammenti e
un riassunto nella vita di Catone di Cornelio Nepote. Le Origines erano una storia completa di Roma con un
taglio molto personale , non cronologico che voleva mettere in risalto gli avvenimenti più importanti secondo
l’autore.
Il primo libro trattava le origini di Roma, il secondo e il terzo Catone aveva allargato i propri orizzonti
narrando l’origine delle altre citta italiche: da questo deriva il titolo dell’opera.
La parte centrale dell’opera l’esposizione delle grandi guerre di Roma e infine, negli ultimi due libri veniva
trattata con grande ampiezza la storia recente, fino alla morte dell’autore. Catone non attribuiva un grande
rilievo alle singole personalità ,infatti non fa mai nomi dei singoli comandanti, ma riporta solo la loro carica
pubblica.
L’originalità dell’opera sta nel fatto che quest’ultima segna la fondazione della storiografia romana in latino.
In precedenza infatti la storia di Roma era stata trattata con poemi epici, narrata in greco attraverso annalisti
romani da cui Catone prende le distanze, in particolari dai primi perché non tollerava la scelta di scrivere in
greco.
Catone però si impadronì comunque del metodo storiografico elaborato dagli autori greci: cercò di
mantenere un ordine più o meno cronologico senza però lasciarsi ingabbiare dallo schema degli annalisti. Lui
riprese la tradizione greca delle ‘’fondazioni’’ delle città interessandosi dei costumi dei popoli , tratto tipico
della storiografia ellenistica.
Catone aveva un grande interesse per la etnografia. L’autore dimostrava di avere un gusto particolare per le
stranezze , infatti secondo lui in Spagna esisteva un monte di sale inesauribile, che ricresce in continuazione,
e che i Galli allevavano i loro maiali in modo abbondante tanto che non riuscivano più a camminare ma
dovevano essere trasportanti su dei carri.
Le Origines comprendono anche l’inserimento di alcune orazioni, tramite discorsi diretti, che sono
particolarmente elaborate sul piano stilistico. Importante è l’adorazione pronunciata da lui stesso in favore di
Rotari.
LE ORAZIONI
Le orazioni sno il frutto dell’intensa attività politica di catone. Conosciamo i titoli e ci sono rimasti circa
un’ottantina di frammenti di quest’opera. Le orazioni ti possono distinguere in due gruppi di analoga
consistenza numerica deliberative e giudiziarie. Le prime furono pronunciate in Senato o in assemblea
popolari e trattavano temi politici o problemi politici di attualità, le seconde furono le arringhe di suoi
numerosi processi. Gli scorsi di Catone e nascono da principi morali e politici semplici e fanno uso di uno
stile retorico vivace non privo di ironia che mira la brevità ma anche alla ripetizione martellante delle proprie
argomentazioni. Nonostante lo sforzo di apparire spontaneo si tratta di prodotti accuratamente studiati sia
nella struttura dell'argomentazione che è fitta di e di esempi oltre che di figure sintattiche come allitterazioni
e anafore.
IL DE AGRII CULTURA E LE OPERE DIDASCALICHE
L’unica Opera di Catone che ci è pervenuta per intero e il trattato de agri cultura che rappresenta anche il più
antico esempio completo di un'opera Latina in prosa. Si tratta di un manuale di economia agricola che è
destinato ai piccoli e medi proprietari terrieri. Catone utilizza uno stile duro e asciutto con uno spunto di
vivacità chi è comprensibile già nell'introduzione in cui l'autore si sofferma sul valore non solo economico
ma anche morale dell'agricoltura. Il manuale contiene una serie di minuziosi consigli al pater familias che il
padrone dell'azienda agricola, la villa. Anche sì il padrone vive in citta dove si svolge l'attività politica per
Catone è importante che gli sia presente il più possibile di persona per controllare i lavori. Il suo manuale è
una preziosa fonte di informazioni sulla vita quotidiana della civiltà contadina infatti ci dà un quadro
dettagliato di un piccolo mondo che sede di un lavoro duro e ininterrotto che va dalla semina alla
concimazione alla raccolta alla preparazione e conservazione dei vini alla cultura degli animali domestici.
Nell'opera troviamo anche una preziosa raccolta di ricette di cucina e preziose prescrizioni di ricette mediche
popolari di riti magici e di preghiere. Non c'è alcuna sensibilità per la bellezza della natura su tutto domina il
criterio economico dello sfruttamento intensivo in te il massimo profitto. L'azienda agricola viene vista come
un'impresa che doveva essere attrezzata per produrre e magari inare vino e olio che erano indicate come le
merci più redditizie. L'amministrazione della villa era affidata a un fattore di condizione servile, il vilius e la
manodopera era formata anch'essa da schiavi. Fra gli aspetti che più col piccolo il letture c'è proprio la
crudeltà verso gli schiavi che errore serati come dei puri strumenti di produzione. Catone per esempio
consiglia di vendere gli schiavi vecchio malati esattamente come animali o attrezzi agricoli difettosi.
oltre al de agri coltura nella produzione di Catone si incontrano altri opere di carattere didascalico. La più
interessante è costituita dai praecepta ad marcum filium Libro di testo scritto appositamente per il figlio
perché Catone non si fidava di lasciare la sua educazione a terze persone come facevano le grandi famiglie
dell'aristocrazia. L’opera aveva un carattere enciclopedico e i pochi frammenti rimasti spaziano dalla cultura
all'arte militare dalla medicina alla retorica. Sono famose la sua definizione dell'oratore che viene definito
come un uomo perbene esperto nel parlare e e il suo sospetto quasi maniacale verso la medicina greca.
Secondo Catone infatti i medici hanno giurato tra di loro di uccidere tutti i romani.
Il carmen de moribus
Nonostante la composizione fosse in prosa, il termine carmen richiamava l’antica prosa ritmica del periodo
delle origini, che per Catone rappresentava l’ideale dell’integrità dei costumi sul modello del mos maiorum.
Il contenuto , per quanto possiamo presuppore dai pochi frammenti che ci sono giunti, era una serie di
precetti morali e proverbi di origine greca o latina.
LO STILE DI CATONE
lo stile di Catone appare asciutto e privo di ornamenti soprattutto nel De agri cultura dove si incontrano
periodi brevi e secchi, consigli dati in forma imperativa e spesso anche espressioni banali della lingua d'uso o
termini tecnici che sono tratti dal linguaggio agricolo. Le parti piu interessanti sono quelli in cui viene
utilizzo di proverbi o l'antica lingua giuridico religiosa. Nella storiografia e nell oratoria troviamo invece uno
stile più elaborato.