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VITA
Francesco Petrarca nacque ad Arezzo nel 1304 il padre Pietro era un notaio guelfo di
parte bianca esiliato da Firenze due anni prima. Il poeta si trasferisce con la famiglia
nella Francia meridionale perché il padre aveva trovato impiego presso la sede papale
che si era trasferita ad Avignone. Francesco segui con poco interesse gli studi diritto a
Bologna che gli furono imposti dal padre. Dopo la sua morte del padre ritornò ad
Avignone e frequento alla Corte papale e condusse per alcuni anni vita mondana
insieme al fratello e ad alcuni amici. Il venerdì Santo del 1327 conobbe nella chiesa
di Santa Chiara la donna di cui si innamorò e a cui dedico il canzoniere con il nome
di Laura la cui identità è ancora incerta.
Abbandonati gli studi giuridici Petrarca si dedicò con passione a quelli letterali in
particolare alla lettura degli autori classici. Per garantirsi una rendita nel 1330 scelse
la carriera ecclesiastica e prese gli ordini minori sottoponendosi alla tonsura e al
celibato
Nel 1333 incontrò frate Dionigi di borgo San Sepolcro che svolse un ruolo decisivo
per la sua evoluzione spirituale, il frate infatti gli donò una copia delle confessioni del
filosofo e teologo latino Agostino che influenzerà per sempre la vita del poeta
Petrarca ne farà infatti il proprio interlocutore nei dialoghi del segretum opera in cui
esplora i propri conflitti interiori
Nel frattempo Petrarca era sempre più insofferente nei confronti della Corte
Avignonese e nel 1335 indirizzò un'epistola in latino a Papa Benedetto esortandolo a
riportare la serie papale a Roma
Nell'autunno del 1343 Petrarca si recò in Italia come ambasciatore pontificio andando
a Napoli, Bologna, Parma e Verona. Trascorsi due anni in Provenza scrivendo le
opere di meditazione filosofica
Nel maggio del 1348 morì Laura vittima della peste anche se Petrarca nella finzione
letteraria del canzoniere fece risalire il suo primo incontro sia la morte della donna al
6 Aprile. La morte di Laura segnerà per sempre Petrarca
Nel 1350 Petrarca compie diverse missioni diplomatiche in varie città italiane come
Roma in occasione del Giubileo e Firenze dove incontrò Boccaccio di cui divenne i
grande amico.
LA VECCHIAIA AD ACQUA
nel 1370 Petrarca si trasferì ad acqua dove riviste o no le sue opere in latino re ordinò
il canzoniere e morì confortato dalla presenza della figlia della notte tra il 18,19
luglio del 1374
La vasta cultura di Petrarca è basata sullo studio critico degli autori classici in
particolare degli antichi scrittori latini a cui vi Petrarca si avvicinò per la loro
attenzione alle questioni morali il loro interesse per l'uomo con le sue passioni e i
suoi problemi esistenziali
La sua attività filologica veniva svolta soprattutto nelle biblioteche dei monasteri sia
in Italia che all'estero
Petrarca fu tra i primi a stabilire un nuovo rapporto tra intellettuale e potere che era
basato sullo scambio. Il signore era infatti un laico che forniva protezione, onori, aiuti
materiali e l'intellettuale offriva in cambio prestigio culturale partecipazione a
missioni diplomatiche e opere su commissione
Una delle conseguenze negative del mecenatismo fu il distacco degli intellettuali dal
resto della società. Gli umanisti infatti contribuirono a dare un carattere aristocratico
alla produzione letteraria ponendosi al servizio delle corti e delle classi diligenti.
LINGUA
Parte di questo processo socio culturale fu anche la riaffermazione del latino come
lingua di comunicazione fra intellettuali. A partire da Petrarca si interruppe il
processo di unificazione del linguaggio letterario in direzione del volgare che Dante
aveva voluto e che permetteva di stabilire un contatto tra l'elite intellettuale cioè di
medi o bassi. Con Petrarca la letteratura si allontana dalla realtà quotidiana dei
cittadini sia per i temi affrontati sia per l'uso del latino conosciuto dalla maggioranza
Petrarca viene considerato anche l'iniziatore della poesia moderna europea per aver
posto al centro della propria opera l'io e gli Stati d'animo del poeta e questo portò
alla nascita di una nuova sensibilità.
Da una concezione cristiana della vita terrena si passa una concezione più laica e una
libera ricerca intellettuale
Il 300 è stato definito il secolo delle calamità e dell'incertezza a causa delle catastrofi
naturali e questo mise in crisi la visione cristiana del mondo e dell'aldilà e generò
profonde inquietudini e un senso di precarietà. Questo si rispecchia nelle opere di
Petrarca dove sono conpresenti la visione classica della vita e la fede religiosa che
alimentava il lui il senso del peccato e il pentimento il conflitto tra il bene e il male.
Tra le doti di Petrarca c'è quella di saper stabilire relazioni umane positive e intense,
come testimonia il suo ricco epistolario: più di cinquecento lettere, molte delle quali
indirizzate a notabili, cioè persone importanti del mondo religioso e politico, tra cui
figura l'imperatore Carlo IV di Boemia. Oltre a Gherardo, fratello di sangue e primo
tra i suoi amici, Petrarca ricorda in particolare Giacomo Colonna, compagno di studi
a Bologna, poi vescovo e protettore; il monaco Dionigi di Borgo San Sepolcro, da cui
Petrarca riceve il libro che amerà per tutta la vita, le Confessioni di Agostino.
Un'amicizia nata anni dopo, ma assai significativa sul piano letterario oltre che su
quello umano, è quella con Giovanni Boccaccio, conosciuto a Firenze nel 1350.
Boccaccio prova per Petrarca quasi una sorta di devozione, e spesso gli chiede
consigli. Petrarca non risparmia frecciate (morsus) all'amico, di cui apprezza
l'umanità ma che considera intellettualmente meno preparato; lo rimprovera per i
«passi troppo liberi e licenziosi» della sua raccolta di novelle, ma gli offre come
prova di affetto una riscrittura in latino della novella Griselda del Decameron,
favorendone la diffusione in tutta Europa. Petrarca è un uomo amante della
tranquillità e della solitudine, ma anche un inquieto viaggiatore, secondo la tradizione
medievale dei clerici vagantes – ossia di quei religiosi che si spostavano in modo
irrequieto per le diverse università, le città e le corti, per ascoltare vari maestri e
spesso vivere al di fuori delle regole - e anticipa quella che sarà un'attitudine propria
dell'Umanesimo, ossia la propensione a spostarsi presso le Signorie più splendide,
dove creare relazioni e offrire le proprie competenze artistiche e culturali. Petrarca
viaggia per stabilire contatti con intellettuali, per compiere missioni diplomatiche, ma
soprattutto per cercare libri, tesori dell’antichità che giacciono ignorati in qualche
biblioteca e che egli fa copiare o spesso trascri ve di suo pugno. Tra le sue mete,
nell'Europa settentrionale, Parigi, Gand, Liegi (dove scopre l'orazione ciceroniana Pro
Archia), Aquisgrana; in Italia si reca più volte a Parma, Padova, Verona (nella cui
biblioteca capitolare ritrova l'epistolario Ad Atticum), Roma, Napoli, Genova,
Mantova..
Nel 1340 i libri di Petrarca potevano essere contenuti in un semplice armadio, dieci
anni dopo occupavano vari bauli e alla fine della vita sono circa duecento, anche se
alcuni pensano che siano il doppio. Ne osno stati conservati una novantina e si tratta
di test in latino, due soli in greco- e uno in volgare, la divina commedia di Dante.
Sono volumi di ogni formato, dalle dimensioni più grandi a quelle più piccoli, che lui
definisce ‘’misura di un pugno’’ nelle Confessioni di Sant’Agostino che aveva
sempre con se.
Attraverso i libri Petrarca intrattiene un dialogo continuo con gli antichi, come si
deduce delle numerose annotazioni a margine dei margini che scriveva in latino, dove
approvava o dissentiva il pensiero dell’autore o della trama del racconto.
Lui è comunque riuscito a farsi conoscere come uomo di prestigio per la sua capacità
di suscitare idee, e di incarnare una nuova cultura, e di concepire la formazione
culturale come interscambio personale tra dotti ed esame diretto dei libro. Per questo
motivo due città , Roma e Parigi, gli offrivano il titolo di poeta laureatus. La scelta di
Roma è per Petrarca un modo di promuovere la riscoperta e la valorizzazione del
mondo classico : Roma per lui merita infatti di tornare ad essere sede papale, ma
anche di proporsi nuovamente come capitale della cultura.
Petrarca rappresenta una nuova figura di intellettuale rispetto agli altri scrittori del
Duecento anticipando una figura che dominerà nei periodi successivi. Lui è un
intellettuale cosmopolita perché non è legato ad un preciso ambiente cittadino. Ciò si
manifesta nella sua perpetua ansia di viaggiare, nel variare continuamente il luogo dei
suoi soggiorni. Anche la scelta dell’Italia come luogo per i suoi soggiorni è da
interpretare come una scelta non più municipale ma nazionale.
IL CANZONIERE
LE IDEE E LA POETICA
Il canzoniere ha questo titolo dal 500, mentre in origine Petrarca aveva intitolato
l'opera: frammenti di cose in volgare
L'opera comprende 366 liriche in volgare composta dal poeta dalla giovinezza fino
alla vecchiaia ed è frutto di aggiunte e ripetute selezioni e revisioni. La versione
definitiva racconta la storia dell'amore per Laura che il poeta dice di aver incontrato
la prima volta ad Avignone nella chiesa di Santa Chiara il 6 Aprile 1327 e continua
dopo la morte della donna che sarebbe avvenuta esattamente ventun anni più tardi da
quell'incontro
Vissuto nell'ultima parte del medioevo Petrarca presenta molte caratteristiche dell'età
successiva, l'umanesimo.
Era ancora medievale la sua concezione cristiana della vita terrena e dell’al di là ma
sono invece umanistici la sua inquietudine, la sua sensibilità, il senso di angoscia per
la precarietà delle cose terrene a cui il poeta contrappone il desiderio d'amore quello
di gloria che sono visti come un vizio e un peccato.
Il canzoniere contiene temi della tradizione poetica cortese stilnovistica come l'amore
inappagato, la donna irraggiungibile, ma presenta anche caratteri del tutto nuovi come
una nuova concezione della realtà
Protagonista del canzoniere è l'animo tormentato del poeta che considera l'amore per
Laura prima un itinerario di perfezionamento spirituale poi un ostacolo. La sofferta e
irrisolta ricerca di un equilibrio è quindi la chiave più appropriata per interpretare la
poesia d Petrarca
La modernità del canzoniere trova conferma anche nella volontà dell'autore di creare
un'opera organica. Petrarca selezionò e dispose i frammenti in modo da costruire il
diario di un'anima. Da questo deriva la cronologia interna del canzoniere che si divide
in due parti:
rime in vita
All'interno del canzoniere vi e poi un gruppo di liriche, perlopiù della sezione in vita
di Laura, che riguardano argomenti e passioni del poeta. Sono componimenti di
ispirazione civile, morale, politica come la condanna alla corruzione papale di
Avignone o legati a vicende personali
SONETTO INTRODUTTIVO
Gli elementi che caratterizzano la modernità di Petrarca sono in gran parte presenti
già nel sonetto introduttivo del Canzoniere in cui l'autore espone la sua idea di poesia
e la sua concezione esistenziale. In questo componimento la poesia è connessa
l'amore non corrisposto. Scrivendo lei egli ha trovato conforto. Per Petrarca la poesia
è espressione dell'io dei suoi diversi opposti stati d'animo ma diventato maturo e
saggio il poeta riflette sulle lacrime versate per quell'amore e sostiene che i piaceri
terreni sono soltanto un sogno destinato a svanire con la morte
Anche il modo in cui Petrarca si rapporta con i lettori e del tutto nuovo. Il sonetto
iniziale si apre con il vocativo voi perché l'io del poeta si rivolge in modo esplicito a
un pubblico che lo ascolta. Inoltre le liriche di Petrarca non sono destinati soltanto a
studiosi intellettuali ma un pubblico universale che non possiede cioè ci specifiche
qualità sociali culturali o ideologiche.
I TEMI
Il tema si centrale del canzoniere è l'amore non corrisposto per Laura. La donna
domina la mente del poeta che vive l'amore come una dolce prigione. L’io oscilla tra
sentimento religioso e passione sensuale per la donna. La presenza e la bellezza fisica
dell'amata turbano il poeta che teme di cedere nel peccato, e prigioniero di questo il
poeta ricerca talvolta luoghi solitari che pratichino la sua passione. Altre volte al
contrario rifugge per la paura di restare solo con la propria angoscia
Anche se il canzoniere si conclude con la preghiera alla vergine non offre soluzione
al conflitto interiore che tormenta il poeta. A Differenza del viaggio di Dante quello
di Petrarca è un percorso tortuoso in circolare che torna su se stesso sugli stessi
problemi
A differenza della donna angelo degli stilnovisti, Laura è soggetta allo scorrere del
tempo che ne offusca la bellezza ed anche quando è paragonata a un angelo lo è il
rapporto ha un'esperienza psicologica e soggettiva del poeta.
Il canzoniere contiene anche alcuni sonetti che hanno per tema la corruzione della
Corte Pontificia di Avignone e canzoni di argomento storico politico. Uno dei testi
più celebri è ‘’ Italia via’’ indirizzata a tutti i signori d'Italia che mossi da voglia di
espansione arruolano mercenari per farsi guerra tra loro
LA PRODUZIONE IN VERSI
Petrarca compose in latino opere in versi (poemi, salmi) e opere in prosa (trattati di
argomento storico, morale, ascetico-spirituale). Si ispirò ai grandi autori dell'antichità
latina (Cicerone, Seneca, Tito Livio, Virgilio e Ovidio), che considerava modelli di
stile, virtù e sapienza, e agli insegnamenti dei Padri della Chiesa (come Agostino che
sarà un punto di riferimento nella sua crescita interiore), arricchendoli delle
inquietudini e delle influenze del suo tempo.
IL BUCOLICUM CARMEN
Il poeta supplica Dio perché lo aiuti a superare il contrasto tra l'intelletto, che
concepisce il bene, e la volontà, che cede alla passione, allontanandolo dalla verità.
LA PRODUZIONE IN PROSA
Nelle opere latine in prosa, Petrarca unisce l'amore per i classici a temi morali di
ispirazione cristiana, e a elementi letterario-umanistici provenienti dalla sua attività di
filologo.
II SECRETUM
DATAZIONE
Agostino insiste troppo sulla sicura morte di Laura che sarebbe avvenuta 5 anni
dopo nel 1348
sono presenti molte citazioni da opere classiche che lo scrittore al tempo non
aveva ancora a disposizione
Secondo alcuni studiosi la clinica riflessa nel Secretum va dunque riferita a questi
anni è la data più probabile per la relazione completa e tra il 1353 quando vedrà Arca
si trasferì definitivamente in Italia presso i Visconti.
La cronologia dell'opera rimane però una questione aperta. Lui forse afferma di aver
scritto il Secretum tra il 1342 e il 1343 perché intende mostrare il suo quarantesimo
anno di età come un momento decisivo di svolta. Il numero 40 nella tradizione biblica
simboleggia l'attesa del cambiamento e della liberazione infatti 40 sono i giorni del
diluvio universale, e i giorni intercorsi tra la risurrezione di cristo e la sua ascensione
al cielo.
L’OPERA
Nel 1378 un monaco fiorentino che trascriveva accuratamente le opere di Petrarca tra
i manoscritti trovò un dialogo in latino finora rimasto ignoto ai lettori: il Secretum.
Il titolo che nella forma estesa è ‘’il segreto conflitto dei miei pensieri’’ sembrerebbe
alludere all'intento di mantenere privato il contenuto e di destinarlo alla diffusione
presso il pubblico. E in effetti il Secretum non fu divulgato da Petrarca durante la sua
vita . Questo non deve indurre per forza a considerarlo davvero come un testo intimo
e segreto, a uso privato dello scrittore ma piuttosto può essere considerato un libro
elaborato e costruito per i lettori, a cui mancava la revisione finale la correzione di
alcuni errori di citazione.
Il carattere pubblico del testo è provato dall'attenta costruzione del libro e dalla
riflessione complessiva che Petrarca vi compie su di sé e sulla propria attività di
scrittore. Attraverso la forma del dialogo tra due personaggi, che rappresentano parti
diverse della sua stessa natura interiore, Petrarca registra una situazione personale di
crisi tra la volontà di un cambiamento e resistenze a una vera conversione
Il Secretum ha la forma di un dialogo drammatico ed è costituito dal semplice
alternarsi di voci come in un'opera teatrale. Gli interlocutori sono Agostino e
Francesco che sono personaggi definiti e presentati come reali.
Per tre giorni Francesco viene interrogato da Agostino , che rappresenta la coscienza
che indaga e la volontà di smascherare gli autoinganni del peccatore. Agostino ha
ricevuto dalla verità, che è presente nel dialogo ma non prende mai la parola, il
compito di aiutare il poeta in piena crisi spirituale a prendere le distanze dal peccato e
a cambiare vita. Questo colloquio si svolge in un luogo tranquillo nei pressi di
Avignone.
La scelta di Agostino non è casuale, infatti lui era molto legato alle sue confessioni
ma soprattutto alla vita stessa di Agostino; infatti lui passa da una giovinezza
dissoluta allo studio della filosofia e alla scelta della conversione, che appare come
un'anticipazione e un modello per Petrarca.
Nel primo libro Agostino rimprovera Francesco per la debolezza della volontà
di cambiamento; che è la vera causa del suo mancato cambiamento e lo invita a
meditare sull’incombere della morte
I MODELLI E LA LINGUA
L'idea di un possibile dominio razionale sulle passioni trova espressione anche nella
lingua che si traduce in un latino limpido e irregolare che riproduce la sintassi
equilibrata dei modelli classici e conferisce una forma armoniosa a un contenuto
drammatico.
I TRIONFI
I trionfi sono, insieme al canzoniere, l’unica altra opera in volgare di Petrarca, anche
se il titolo corretto è in latino: “Triumphi”.
I trionfi sono un poemetto allegorico in volgare italiano in terzine, articolato in
seivisioni avute dal poeta, durante un sogno.
Si assiste così ai 6 trionfi successivi in cui ogni allegoria sconfigge la precedente:
nell’ordine Amore, Castità, Morte, Fama, Tempo, Eternità.
È un’opera incompiuta e stranamente, per uno che ha sempre criticato Dante, il metro
usato per quest’opera, che è in versi, è la terzina incatenata, anche detta terzina
dantesca. C’è quindi un evidente riferimento a Dante, non solo nell’uso della terzina
incatenata, ma anche nell’idea allegorica, nell’impalcatura dell’opera, che è tutta
un’allegoria. nella stesura di quest’opera Petrarca fu influenzato anche dall’Amorosa
Visione, opera di Boccaccio.
Il titolo allude, come sempre in Petrarca, al mondo classico. È evidente come in lui si
fondono la cultura classica e i riferimenti agli autori cristiani, come S. Agostino. I
“triumphi” erano quelli che i generali vittoriosi celebravano a Roma per la via sacra,
conducendo in processione gli schiavi catturati e il bottino ottenuto. Nel frattempo si
recitavano i carmina triumphalia, con cui su cercava di evitare l’invidia degli dei.
Nei Trionfi vengono riprese e sintetizzate le riflessioni del Canzoniere, dei tratti
morali come il Secretum e delle raccolte epistolari .
Qui abbiamo una serie di trionfi, uno dopo l’altro, di tipo allegorico:
• Triumphus cupidinis (Trionfo della passione) o Triumphus Amoris (Trionfo
di Amore): Troviamo due titoli, una doppia dicitura, perché l’opera è incompleta e
non c’è stata la revisione finale. Petrarca immagina di vedere in sogno la visione del
dio Amore trionfante. Egli si trova su un carro di fuoco seguito da una schiera di
amanti focosi (è il desiderio, la passione fisica, l’amore passionale…), tra cui c’è
anche il poeta, che insegue Laura. Egli, insieme a questo carro, arriva a Cipro, isola
dove si credeva fosse nata Venere, e qui capisce di essere schiavo di Amore, quindi
che la sua è una schiavitù.
• Triumphus pudicitiae (Trionfo della castità): Laura, con altre donne che
rappresentano la castità, sconfigge Amore. Prima quindi trionfa e poi viene sconfitto
dalla castità. Egli viene rinchiuso per sempre nel Tempio della Pudicizia a Roma.
• Triumphus mortis (Trionfo della morte): anche la pudicizia a sua vola viene
sconfitta dalla morte. Laura muore e compare poi in sogno al poeta rivelandogli e
prospettandogli la felicità e la serenità di una vita ultraterrena. Queste visioni sono un
chiaro riferimento alla Vita Nuova di Dante.
• Triumphus famae (Trionfo della fama, della gloria): la morte viene sconfitta dalla
fama. C’è la rappresentazione di una galleria di uomini famosi, sia uomini d’azione
che intellettuali, tra cui molti personaggi dell’antichità romana.
• Triumphus temporis (Trionfo del tempo): la fama viene sconfitta dal tempo, il
tempo svela la vanità della stessa fama, che viene da lui distrutta. Col passare del
tempo nessuno si ricorda più di tante persone famose.
• Triumphus Eternitatis (Trionfo dell’eternità): il tempo viene sconfitto
dall’eternità, perché è solo l’eternità di una vita ultraterrena, che può preservare
l’uomo dalla precarietà della vita.
Si tratta di un’opera molto pesante, erudita, c’è molto indugio sulle singole
descrizioni, c’è un elenco lunghissimo e pedante dei personaggi famosi. Infatti non ha
ottenuto un grande successo. Possiamo notare però che si inserisce nella scia di
Dante: i riferimenti a Dante sono continui: l’idea dell’allegoria, delle visioni (tipiche
in realtà di tutta la poesia medievale) e l’uso della terzina dantesca.
LE OPERE MINORI
Altre opere latine in prosa sono:
Con questo poema Petrarca voleva collocarsi a fianco dei grandi scrittori da lui tanto
venerati . Argomento dell'opera è la seconda guerra punica, perchè il poeta credeva
che non fosse mai stata trattata dai poeti classici.
I modelli sono naturalmente latini: la materia è ricavata dalle Storie di Livio, i moduli
narrativi e stilistici, episodi e caratteri sono ispirati all’Eneide di Virgilio. Il proposito
che muove il poeta è esaltare la gloria e la grandezza di Roma, in particolare le gesta
di Scipione l'Africano, il vincitore di Annibale. Ma accanto agli intenti epici,
compaiono altri motivi, più soggettivi e sofferti. È significativo l'episodio più famoso
del poema, quello di Magone morente, sulle cui labbra compaiono, i temi più cari alla
meditazione di Petrarca: la vanità delle cose umane, la vita che trascorre tra illusioni
ingannevoli e continui travagli, l'inquietudine dell’uomo che non trova mai requie, e,
al fondo di tutto, la morte, unica cosa certa tra tante apparenze, ed è vista come la
soluzione a tutte queste inquietudini dell’animo.
Lui tuttavia era geloso della propria autonomia di intellettuale, e per questo rifiuta
incarichi in cui sarebbe vincolato dal potere delle istituzioni come quello di segretario
pappale. Lui infatti con i vari signori e personaggi influenti non vari e proprio
rapporti istituzionali ma è visto come un ospite illustre, conservando cosi la propria
libertà e dignità.
L'HUMANITAS
I privilegi e i favori di cui Petrarca può godere si spiegano col grande prestigio che ha
assunto, presso i gruppi dirigenti italiani, la letteratura. Essa viene considerata come
la più alta manifestazione dello spirito umano, l’attività in cui si compendia l'essenza
stessa dell'umanità, l'humanitas. Il letterato è colui che, con i suoi studi e la sua
dottrina, fa rivivere il mondo antico, a cui si guarda sempre più con riverenza come
modello della vita spirituale e di quella civile; d'altro lato è colui che, con i suoi
scritti, si assicura l'immortalità della fama. Nell'opinione "pubblica" delle classi
dirigenti si andava già a delineare quella concezione della cultura che caratterizzerà
l'Umanesimo e Petrarca ne era l'interprete più consapevole; per lui nelle lettere si
compendiano i più alti valori umani, e si possono individuare gli strumenti per la
formazione complessiva della persona. Perciò esse non devono avere solo un fine
pratico, ma devono restare un'attività assolutamente disinteressata. Petrarca ostenta
disprezzo per un sapere puramente tecnico e scientifico, per le "arti meccaniche"; le
"lettere" invece, che apparentemente non sono necessarie, sono veramente utili e
costruttive, perché riconducono alla meditazione e alla riflessione interiore perché
portano alla vera conoscenza di sé e confortano l'animo, rendendolo saldo. Per questo
Petrarca ha un'idea altissima della dignità del poeta, che per lui è il sacerdote di un
vero e proprio culto, ed ha il potere di consacrare all'immortalità se stesso e coloro di
cui tratta. Questa concezione della letteratura e dell'attività intellettuale, ispirata ai
classici latini, anticipa quella che trionferà nel secolo successivo con l’Umanesimo.