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Boccaccio e il Decamerone

Giovanni Boccaccio nacque nel 1313 ( Firenze o Certaldo?,sicuramente allevato a Firenze), figlio
illegittimo del mercante Boccaccio di Chellino, membro della compagnia dei Bardi(Mercanti) e della corporazione dei cambiatori. La madre, di cui non abbiamo notizie certe, nel Filocolo(opera di B.) viene indicata come una francese di nome Giovanna. Nel 1320, il padre spos Margherita dei Mardoli, decise di allontanare il figlio naturale da Firenze, affidandolo a Giovanni Mazzuoli da Strada, perch lo avviasse alla mercatura. Mazzuoli port il ragazzo a Napoli, dove i Bardi avevano interessi, finanziavano gli Angioini e la loro banca controllava in parte l'economia del Regno.(la dinastia angioina di origine Francese, sar al potere a Napoli dal 1246 e dur sino 1442 quando subentr la dinastia Aragonese). Quando il giovane manifest la sua scarsa propensione per gli affari, il padre lo indirizz, inutilmente, allo studio del diritto canonico. Giovanni invece a Napoli si dedic alla letteratura, mentre frequentava l'ambiente colto e raffinato della corte di Roberto d'Angi. Fra il 1330 ed il 1331, all'universit di Napoli fu chiamato ad insegnare diritto Cino da Pistoia (1270 - 1337) che orient ancor di pi il giovane Boccaccio verso le belle lettere. Napoli era il centro intellettuale pi vivace della penisola, con contatti culturali con l'area bizantina, con la Francia, con Avignone, dove si stava affermando la figura di Petrarca. Secondo la leggenda, originata dalle stesse opere del nostro, nel 1336 conobbe Maria d'Aquino, figlia naturale del re angioino e moglie di un gentiluomo di corte, se ne innamor, riamato, e la rappresent nella sua opera letteraria con il nome di Fiammetta (Elegia di madonna Fiammetta) su invito di Maria, compose la sua prima opera, il Filocolo. Non abbiamo comunque notizie storiche di questa Maria d'Aquino, probabile la natura prettamente letteraria del personaggio. Nel 1340 dovette rientrare a Firenze a causa di un grave dissesto finanziario del padre. Fra il 1346 ed il 1348 visse a Ravenna e a Forl, dove fu ospite di Francesco II Ordelaffi e frequent i poeti Nereo Morandi e Francesco Miletto de Rossi, detto Checco, con cui ebbe anche una corrispondenza In seguito, torn a Firenze dove scamp miracolosamente alla peste sino a stabilirvisi definitivamente nel 1349, alla morte del padre, per occuparsi di quanto restava dei beni di famiglia. A Firenze, era assai apprezzato per la sua cultura e ricevette alcuni incarichi come ambasciatore in Tirolo e ad Avignone. Boccaccio pu essere considerato l'inventore della novella, colui che ha dato uno dei maggiori contributi allo sviluppo della Prosa in volgare italiano Il Decameron, composto dal 1349 al 1351, un poco anche l'approdo di questo itinerario di maturazione, l'espressione di una seconda fase della produzione del Boccaccio, che ai vagheggiamenti sentimentali e romanzeschi giovanili sostituisce la disincantata e pi concreta osservazione della realt. Il Decameron contribuisce a consolidare e ad ampliare la sua fama presso i fiorentini. Ne derivano impegni pubblici di vario genere , (ambascerie in Romagna, a Napoli, ad Avignone).Attivit che migliora comunque solo parzialmente la sua condizione sociale ed economica. Nel 1351 gli fu affidato l'incarico di recarsi a Padova, dove incontra il Petrarca, da lui conosciuto l'anno precedente, per invitarlo a Firenze, dove gli sarebbe stato affidato un insegnamento. Petrarca non accett la proposta, tra i due scrittori nacque comunque una sincera amicizia che dur fino al 1374, anno della morte del Petrarca. La tranquilla vita di studioso, condotta dal Boccaccio a Firenze, fu turbata da una crisi religiosa dovuta anche all'influenza del monaco senese Gioacchino Ciani che lo esort ad abbandonare la poesia e gli argomenti profani accentuando in lui atteggiamenti di crisi morale, di ripensamenti sul suo lavoro poetico . Si narra che il grande scrittore fu atterrito dal pensiero della morte imminente a tal punto che decise di bruciare le sue opere, venendone fortunatamente dissuaso dall'amico Petrarca,un pentimento secondo una mentalit tipica del trecento un secolo possiamo dire di trapasso (assente invece in Dante) Nel 1362 fu invitato a Napoli da amici fiorentini ed egli accett, sperando di trovare un'occupazione che gli permettesse la vita agiata e serena di un tempo. Purtroppo Napoli era una citt in decadenza ben diversa dalla citt prospera, colta e serena di Roberto d'Angi e Boccaccio, deluso, ripart ben presto. Dopo un breve soggiorno a Venezia per rivedere il Petrarca, intorno al 1370 si ritir nella sua casa di Certaldo, presso Firenze, per vivere in modo appartato e potersi dedicare alla meditazione religiosa e allo studio ( solo qualche breve viaggio sempre a Napoli tra il 1370 e il 1371). Nell'ultimo periodo di vita ricevette l'incarico dal comune di Firenze di dare vita ad una lettura pubblica, con relativo commento, della Divina Commedia di Dante ma nel 1374, a causa del sopraggiungere della malattia che lo avrebbe condotto alla morte il 21 dicembre 1375, dovette abbandonare l'incarico.

Il Decamerone, o Decameron (dal greco antico, deca = 10; emeron = giorni, In realt il tempo in cui questi giovani stanno in campagna di 15 giorni poich il venerd e il sabato sono esclusivamente destinati alla preghiera.) una raccolta di novelle ,il libro narra di un gruppo di giovani che, trattenendosi fuori citt (per dieci giorni, appunto) per un lieto convivio, raccontano a turno delle novelle, di taglio comico e realista con espliciti riferimenti anche a contenuti di tipo erotico. Per quest'ultimo aspetto, il libro fu tacciato di immoralit o di scandalo, e fu in molte epoche censurato ,Boccacesco come termine spesso indicava un argomento di carattere erotico se non osceno,oggi il giudizio completamente cambiato. Il Decamerone fu anche ripreso in versione cinematografica da diversi registi, fra i quali Pier Paolo Pasolini. Abbiamo quindi una raccolta di cento novelle raccontate a turno in dieci giorni , da sette ragazze e tre ragazzi. Questi, dopo il loro incontro avvenuto nel 1348 nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze mentre infuria la peste, decidono di allontanarsi dalla citt invasa dal contagio e di trascorrere due settimane in campagna.(Raccontare Storie) Qui parte del tempo dedicata alla narrazione di alcune storie. Per sfuggire alla peste i nostri eroi si rifugiano in una villa lontana dalla citt. Per dieci giorni (nel pomeriggio) si raccontano sdraiati su un prato dieci novelle al giorno, ognuno di loro nominato a turno re della giornata; sono esclusi il venerd e il sabato, dedicati a pratiche religiose.I nomi della brigata sono emblematici: Ogni giorno viene eletto un re o una regina che fissa il tema della giornata al quale devono attenersi tutti i dieci ragazzi, ad eccezione di Dioneo, il pi divertente. La prima e la nona giornata hanno un tema libero Panfilo l'amante fortunato,Filostrato infelice e travagliato in amore, Dioneo il lascivo,Pampinea opulenta e felice amante,Filomena l'ardente, Elissa l'adolescente che ama non ricambiata, Neifile giovinetta gaia e sensuale, Emilia presa tutta da se stessa, Lauretta la gelosa, Fiammetta che gioisce del suo amore. Boccaccio cura molto ogni piccolo particolare; per esempio gi dalla scelta dei nomi possiamo capire quale sia il carattere e la funzione del personaggio: Dioneo letteralmente dal latino significa "Dio Nuovo" quindi allude al significato di una vita diversa ed infatti il ragazzo ribelle della brigata; oppure, ancora, Panfilo, che dal greco significa "Tutto Amore", racconter spesso novelle piene di carica erotica. Tutti insieme questi personaggi forse riflettono poi quello che il vero carattere dell'autore. Il tema delle novelle libero nella prima e nella nona giornata, ma nelle altre esiste un argomento obbligato. Solo Dioneo di solito libero di esulare un po' dal tema. Ogni giornata si chiude con danze e con una canzone-ballata che suggella una "conclusione" posta al termine del raccontare. Nel Decamerone sono presenti diversi temi come quello della follia , come quelle della beffa, dello scherno, della burla. La concezione della vita morale nel Decamerone sembra basarsi sul contrasto tra Fortuna e Natura. L'uomo si definisce in base a queste due forze: una esterna, la Fortuna (che lo condiziona ma che egli pu volgere a proprio favore), l'altra interna, la Natura, con istinti e appetiti che bisogna riconoscere con intelligenza. La Fortuna nelle novelle appare spesso come evento inaspettato che sconvolge le vicende, mentre la Natura si presenta come forza primordiale la cui espressione prima l'Amore come sentimento invincibile che domina insieme l'anima e i sensi, che sa per ugualmente essere pienezza gioiosa di vita e di morte.(il concetto di Fortuna assente in Dante ,lo troveremo poi nel Rinascimento) L'amore per Boccaccio (almeno nel Decameron) una forza insopprimibile, motivo di diletto ma anche di dolore, che agisce nei pi diversi strati sociali e per questo spesso si scontra con pregiudizi culturali e di costume. La virt in questo contesto non mortificazione dell'istinto, bens capacit di appagare e dominare gli impulsi naturali. ad esempio: Durante tutta la IV giornata vengono narrate novelle che trattano di amori infelici : si tratta di storie in cui la morte di uno degli amanti inevitabile perch le leggi della Fortuna trionfano su quelle naturali dell'Amore. All'interno della giornata, le novelle 3, 4 e 5 rappresentano un trittico che illustra in modi diversi l'amore come follia. L'elemento che le accomuna la presenza della Fortuna ,poi la diversit di condizione sociale: prevale infatti la tematica dell'amore che travalica le leggi della casta e del matrimonio, che diventa una follia sociale e motivo di scandalo.

Un esempio costituito dalla V novella della IV giornata, ovvero la storia di Lisabetta da Messina e il vaso di basilico. In questa novella si sviluppa il contrasto Amore/Fortuna: Lorenzo un semplice garzone di bottega, bello e gentile, con tutte le qualit cortesi per suscitare l'amore; Lisabetta, che appartiene a una famiglia di mercanti originaria di San Gimignano, incarna l'energia eroica di chi resiste all'avversa fortuna solo con la forza del silenzio e del pianto; i tre fratelli sono i garanti dell'onore della famiglia, non tollerano il matrimonio della sorella con qualcuno di rango inferiore. Sono costretti ad intervenire per riportare le cose in ordine e per ristabilire l'equilibrio sovvertito dalla pazzia amorosa di Lisabetta. L'opera tutta attorniata da quella che viene chiamata una cornice narrativa. : la Firenze degradata dalla peste in contrapposizione con il gruppo di dieci giovani ritiratisi in campagna per trovare scampo dal contagio. Per questo che Boccaccio all'inizio dell'opera fa una lunga e dettagliata descrizione della malattia che colp Firenze nel 1348 (ispirata quasi interamente a conoscenze personali ma anche all'Historia Langobardorum di Paolo Diacono) che, oltre a decimare la popolazione, distrugge tutte quelle norme sociali, quegli usi e quei costumi che tanto gli erano cari. Al contrario, i giovani creano una sorta di realt parallela quasi perfetta per dimostrare come l'uomo, grazie all'aiuto delle proprie forze e della propria intelligenza, sia in grado di dare un ordine alle cose, che poi sar uno dei temi fondamentali dell'Umanesimo. In contrapposizione al mondo questi giovani sembrano porsi, poi le novelle che sembrano avere vita autonoma: la realt presentata in parte quella mercantile e della borghesia, l'emblema di un mondo comunque variegato, non manca la nostalgia verso valori (feudali)che via via stanno per essere distrutti per sempre; i protagonisti sono moltissimi ma hanno tutti in comune la determinazione di volersi realizzare per mezzo delle proprie forze. Nel Decameron, scrisse il De Sanctis, Il mondo dello spirito se ne va: viene il mondo della natura. L'intera vita, l'intera umana commedia, senza esclusioni, viene accolta in quest'opera che appare unica, senza precedenti nella narrativa italiana ed europea. Boccaccio non si propone alcuna finalit morale, edificante o dimostrativa come avveniva nella tradizione narrativa dell'exemplum o nel poema di Dante, ma con costante atteggiamento realistico restituisce, ricrea, fa vedere e fa sentire sulla pagina, realt,azione,concretizza in tutta la sua multiforme e concreta totalit. L'oggetto del suo interesse l'uomo; dell'uomo rappresenta le doti e le capacit del saper vivere a confronto con le principali forze che muovono l'umanit: l'amore, l'ingegno, la fortuna. In una dimensione tutta terrena e laica gli uomini nel Decameron, ignorano il dramma del peccato, cos come inteso da Dante e Petrarca, e divengono artefici responsabili della propria vita solo di fronte a se stessi, non pi di fronte a Dio. Agiscono spinti dall'amore che, sia come pura e semplice passione carnale, sia come elevato sentimento, viene legittimato e non pi demonizzato, in quanto forza tutta naturale e terrena. Ai suoi denigratori e censori il Boccaccio stesso risponde che alle cui leggi [cio della natura] voler contrastare troppo gran forze bisognano, e spesse volte non solamente invano ma con grandissimo danno del faticante s'adoperano. La loro guida l'intelligenza, intesa come esperienza, energica e sagace capacit e volont di dominare se se stessi e la realt, di agire e reagire, in tutte quelle imprevedibili o casuali circostanze, che sorprendono la vita, e che il Boccaccio chiama come abbiamo detto Fortuna. Forza della natura, evento storico, o causale e di per s insignificante avvenimento, la Fortuna nel Decameron si configura assolutamente terrena e in parte laica, non soprannaturale e provvidenziale, propria della tradizione culturale medioevale e dantesca. Cos, per la prima volta nella letteratura europea, dopo il dorato mondo dei cavalieri, irrompe in queste cento novelle, con tutta la sua esuberante e ricchissima vitalit, la civilt italiana dei mercanti (da Dante disprezzata e da Petrarca ignorata) che, da veri eroi dell'intraprendenza e della tenacia umana, tra Duecento e Trecento, muovono alla conquista dell'Europa e dell'Oriente. Gli ideali e i gusti della nuova aristocrazia borghese fiorentina (aristocrazia non pi di sangue, come nell'antico mondo feudale, ma di spirito), scorrono all'interno di questa immensa e suggestiva galleria in cui ritratta, nll'alto Medio Evo, dall'Italia alla Francia, alle Fiandre e all'Inghilterra fino al lontano Oriente, l'umanit. Boccaccio si distingue quindi da Dante e Petrarca per uno stile letterario differente: incentrato su tematiche terrene, con un relativo disinteresse riguardo le questioni religiose, morali e politiche.

Ancora: Nel Decamerone descrive con grande abilit vari personaggi e le rispettive passioni, creando una visione variegata della vita, sotto tutti i punti di vista. Il Boccaccio tenta di concludere le sue storie positivamente: infatti, lasciando raccontare l'ultima novella al pi divertente del gruppo, fa s che anche nelle giornate in cui stato prestabilito un tema triste, ci sia sempre un lieto fine. Questa opera stata la prima a narrare un fatto realmente accaduto, la peste; infatti le raccolte precedenti erano basate soprattutto su elementi fantastici. La struttura narrativa utilizzata da Boccaccio piuttosto complessa: c' infatti un narratore di primo grado, lui stesso, che racconta senza esserne il personaggio, la storia dei dieci ragazzi. Sono proprio i ragazzi ad essere i narratori di secondo grado, raccontando le loro storie. L'opera costituita da due nuclei principali: il mondo cavalleresco a aristocratico ormai al tramonto, e la societ borghese e cittadina. Boccaccio abbiamo detto guarda per con nostalgia al periodo cavalleresco del passato, tanto che le novelle che trattano quel tempo si trovano alla fine della raccolta, proprio per contrapporre gli ideali cavallereschi ai vizi della societ borghese. per la borghesia la protagonista: viene rappresentata nei suoi diversi livelli e in aspetti positivi e negativi. Nel Decamerone sono racchiusi vari tipi di novella, poich sarebbe stato impossibile ricondurre tutte le cento novelle ad un unico schema preciso. Si pu parlare di novella-azione, vale a dire una sequenza di fatti ordinati cronologicamente e i personaggi che si muovono al loro interno. Novella-romanzo, perch si prende molto in considerazione la mente dell'uomo e i sentimenti che lo spingono verso nuove avventure. Novella-esemplare: il personaggio, anche nelle situazioni pi complicate, utilizza i suoi valori per risolverle, agendo da esempio. Inoltre c' un gran senso dell'inganno: spesso si ricorre a bugie e tranelli studiati nei minimi dettagli per mettere in difficolt l'antagonista. Tutta l'opera ha comunque una architettura precisa e simmetrica secondo una logica medioevale Con il Decamerone, Boccaccio, oltre a perfezionare il genere novellistico,(Prosa volgare)ha anche elaborato una particolare lingua letteraria, nella quale si intrecciano i livelli pi alti della scala sociale e quelli pi bassi. Descrizioni particolareggiate(a tratti prolisse ripetitive) che evidenziano una ricchezza lessicale notevole, come Dante in Poesia il contributo di Boccaccio nella prosa volgare enorme Uno stile, che ha ispirato molti autori dei secoli successivi. Riassunto: Dopo il proemio dedicato al pubblico delle lettrici (le "vaghe donne") e una descrizione della pestilenza che devasta Firenze, inizia la Prima Giornata, di cui regina Pampinea. Tra le novelle, quella su Ser Cepparello, detto Ciappelletto, uomo di pessima vita che con una falsa confessione in punto di morte riesce a farsi passare per santo,quella dell'ebreo Abraam che vedendo la corruzione della Curia di Roma si fa cristiano perch il cristianesimo nonostante i suoi pessimi ministri continua pi luminoso che mai; quella di Guglielmo Borsiere che dileggia con grazia l'avaro Erminio de' Grimaldi. Della Seconda Giornata regina Filomena, il tema quello delle avventure a lieto fine,novelle romanzesche,C' la storia di Andreuccio da Perugia che, andato a Napoli a comprar cavalli, incorre in una serie di disavventure da cui riesce alla fine a trarsi d'impiccio; pi favolose le vicende di Madonna Beritola che da gran dama si riduce nei boschi selvaggi, perde i due figlie e li ritrova nel modo pi inaspettato;Alatiel figlia del Soldano [sultano] di Babilonia raminga per quattro anni, preda di vari uomini, ma alla fine sposa il suo promesso passando "per pulcella"; altra storia quella di Gualtieri conte d'Anguersa [= Anversa] mandato in esilio per una falsa accusa.

Nella Terza Giornata regna Neifile, si narra di chi una cosa a lungo desiderata ottiene o ritrova. C' la storia di Masetto da Lamporecchio che si finge muto e fa l'ortolano in un monastero di monache vogliose; l'astuto palafreniere che va a letto con Teodolinda, moglie del re Agilulf e che riesce a non farsi riconoscere dal re; il monaco Felice che se la spassa con la moglie del devoto Puccio; Giletta di Nerbona si vede rifiutata da Beltramo di Rossiglione, cui stata data in moglie dal re di Francia, ma riesce poi, in incognito, a far innamorare di s . Nella Quarta Giornata regna Filostrato, il tema dato dagli amori infelici. In esordio Boccaccio introduce una polemica in difesa dell'opera contro i detrattori, chiusa da una piccola novella che ha il valore di una parabola. Tra i racconti, quello di Tancredi principe di Salerno che manda alla figlia il cuore del suo amante; frate Alberto per conquistare una donna si finge l'angelo Gabriele e viene poi smascherato; Isabetta mette in un vaso di basilico la testa dell'amante uccisole dai fratelli e muore quando questi le sottraggono il vaso;Guglielmo da Rossiglione d da mangiare alla moglie ignara il cuore dell'amante, Guglielmo Guardastagno, da lui ucciso. Nella Quinta Giornata regina Fiammetta.Tema la felicit raggiunta dagli amanti dopo avventure e casi straordinari. Cos Gostanza pu riunirsi con l'amato Martuccio Gom to solo dopo viaggi e avventure affrontati coraggiosamente; Pietro Boccamazza ritrova l'Agnolella da cui era stato separato dai ladroni; Ricciardo Manardi sorpreso da Lizio da Valbona a letto con la figlia, viene perdonato;Nastagio degli Onesti riesce a farsi amare da una bella indifferente dopo che le ha mostrato lo scempio di una donna condannata per l'eternit a essere inseguita e raggiunta dal vendicativo cavaliere da lei rifiutato;Federigo degli Alberighi ama in silenzio una dama che viene conquistata dalla sua dedizione. Nella Sesta Giornata regna Elissa: vi si racconta dei motti spiritosi o pronti che evitano danno o scorno.Gli eroi di questi racconti sono: il garbato Cisti fornaio; il cuoco Chichibio che muta la colera del padrone Gianfigliazzo in risata; Guido Cavalcanti rintuzza con eleganza i villani concittadini; frate Cipolla vuol far passare una piuma per una penna delle ali dell'angelo Gabriele, trova dei carboni ma se la cava dicendoli tolti dalla graticola di san Lorenzo. Nella Settima Giornata re Dioneo, l'argomento sono le beffe fatte per amore o per paura dalle donne ai loro amanti. Cos la beffa giocata a Gianni Lotteringhi spinto dalla moglie a credere che l'amate che bussa un fantasma; Tofano teme che la moglie infedele si sia gettata in un pozzo, ma si trova chiuso fuori casa come un ubriacone; Lidia ama Pirro e fa credere al marito Nicostrato tutto ci che vuole. Nell'Ottava Giornata regna Lauretta, vi si narra di qualunque tipo di beffa. Sono celebrati beffati e beffatori. Lo sciocco Calandrino mandato da Bruno e Buffalmacco a cercare la pietra elitropia che rende invisibili; il prete di Varlungo gareggia in astuzia con la rustica amante Monna Belcolore; il medico maestro Simone dilettante in magia beffato da Bruno e Buffalmacco. Nella Nona Giornata regina Emilia, ciascuno racconta ci che pi gli piace. Il tono generale giocoso. A Calandrino fatto credere da mastro Simone, istigato da Bruno e Buffalmacco, di essere incinto; Donno Gianni persuaso da compar Pietro, vuol trasformare con un incantesimo la moglie in una cavalla; Cecco di Fortarrigo si gioca i denari di Cecco Angiolieri e lo fa in pi passare per ladro e acchiappare dai contadini. Nella Decima Giornata, sotto il regno di Panfilo, l'argomento dato da chi con cortesia e magnanimit ha avuto avventure d'amore o d'altro genere. Ghino di Tacco, bandito gentiluomo, cattura l'abate di Cligni [= Cluny], lo guarisce dal mal di stomaco, ne ottiene la protezione; Nathan diviene per cortesia e generosit amico di chi lo voleva uccidere; il re Pietro d'Aragona consola Lisa innamorata di lui senza approfittarne; messer Torello di Pavia accoglie con gentilezza il Saladino in viaggio travestito, e viene ricompensato quando, divenuto crociato, fatto prigioniero; la paziente e dolcissima Griselda con l'amore supera ogni prova impostale dal marchese di Saluzzo, suo marito. Prof.S.Cicciotti Ist. Bodoni Torino

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