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LA NOVELLA DEL DUECENTO

-Fonti: exemplum, il romanzo cortese, i fabliaux, la narrativa araba


-Lintento ludico VS quello edificante
-Il libro dei Sette Savi: lelemento della cornice
-Il Novellino: un repertorio di materiali narrativi
GIOVANNI BOCCACCIO
-1313 nasce a Certaldo
-Lesperienza napoletana
-1340 ca. torna in Toscana
-La vocazione umanistica
-1375 muore a Certaldo
-Il capolavoro, il Decameron

-i rapporti con il popolo


-la biblioteca angioina

Il Decameron il capolavoro di Boccaccio composto da 100 novelle. Per capire le sue


caratteristiche dobbiamo studiare la novella.
Le fonti della novella sono:
LEXEMPLUM = dal latino exempla, i sacerdoti spiegavano un concetto e si servivano
di una storiella che faceva da esempio, quindi lexemplum un breve racconto che
deve dare un insegnamento;
Il ROMANZO CORTESE = riprende lelemento della narrazione tipico del romanzo
cortese;
I FABLIAUX = raccontino molto breve che osceno e presenta elementi che hanno a
che fare con lelemento sessuale quindi il suo unico scopo quello di divertire e far
ridere;
La NARRATIVA ARABA = Mille e una notte in cui presente lelemento della cornice
(Sultano che vuole vendicarsi uccide tutte le sue donne tranne Chahrazad che gli
racconta una novella al giorno per Mille e una notte, tenendo cos in sospeso e
affascinato da queste storie non la uccide.
Il GENERE DELLA NOVELLA non ha un intento edificante ma ludico, da ludus, gioco e il
suo unico scopo quello di far divertire chi legge, rilassare e dilettare e non vuole
insegnare nulla, solo divertire.
Il LIBRO DEI SETTE SAVI contiene lelemento della cornice: un uomo vedovo sposa una
donna, poi si allontana per lavoro; la moglie seduce suo figlio, ma lui la respinge, la
donna vuole vendicarsi allora racconta al marito che il figlio ha cercato di violentarla;
intervengono allora i sette savi, maestri del figlio, e gli dicono di tacere per sette
giorni, in cui loro racconteranno una novella al giorno per dire che non bisogna fidarsi
delle fidarsi delle donne e a sua volta la matrigna racconter sette novelle per dire che
non bisogna fidarsi dei figli. In totale 14 novelle. Alla fine il padre crede al figlio e
caccia via la donna. Lelemento della cornice presente per giustificare i 14 testi
differenti.
Il NOVELLINO si diffonde nel Duecento, non conosciamo lautore, forse uno o pi
fiorentini ed un repertorio di materiali narrativi. Contiene tanti testi, luno pi diverso
dallaltro, stessa cosa vale per i personaggi ; ci propone tutto quello che pu essere
raccontato, come un repertorio-catalogo. Si nota che il pubblico a cui si rivolge un
pubblico popolare e borghese a cui si vuole far conoscere la tradizione cortese (es.
STORIA DEL MEDICO DI TOLOSA).

Giovanni Boccaccio nasce a Certaldo in Toscana nel 1313, nasce da una relazione
extraconiugale del padre, un figlio illegittimo ma il padre, ricco banchiere, si occupa
di lui. In quei tempi i banchieri erano ricchi e potenti e lui vuole che suo figlio diventi
un banchiere, lo manda a Napoli, luogo in cui Giovanni frequenter il popolo e ci si
confronter. Molte delle sue novelle sono ambientate a Napoli, in cui pu frequentare
la biblioteca della corte di Roberto DAngi e leggere testi preziosissimi. Gli anni a
Napoli sono importantissimi. Nel 1340 torna in Toscana e questo sar un distacco
dolorosissimo, torna a Firenze e continua a dedicarsi allHUMANAE LITTERAE, fa parte
della RES PUBLICA LITTERARUM, appassionato della filologia ed un seguace di
Petrarca. Boccaccio oltre al Decameron scrive anche opere minori. Muore nel 1375 a
Certaldo, commenta i primi 17 canti dellInferno Dantesco. Ebbe la possibilit di
parlare con i figli di Dante. Il suo vero capolavoro il Decameron scritto nellarco di
due anni nella Firenze del 1348. Nel 1351 viene accolto in casa di Petrarca a Padova,
nel 1359 si incontrano nuovamente a Milano ed infine nel 1362 a Venezia. Si avvicina
alla religione e nel 1360 riceve gli ordini minori diventando chierico.
[654-655-656-657 sintetizza] [sulla novella 681-682]
IL DECAMERON
-Il titolo
-La cornice
-La gerarchia dei narratori
-Realt eterogenea
-Realismo dellopera
-Temi ricorrenti

-personaggi di diversa estrazione


-luoghi diversi
-elemento che fa da collante
-non c intento pedagogico

-amore
-intelligenza
-fortuna (come valore laico)

-Il mercante
Il Decameron il primo grande libro della narrativa occidentale moderna, detto
sistema-libro ed definito unitario e anche poliedrico. E costituito da 100 novelle
distribuite nellarco di 10 giornate. A Firenze nel 1348 si diffonde lepidemia di peste
nera che colpisce tutta lEuropa e si contagia e diffonde in modo velocissimo. 10
giovani si incontrano nella Chiesa di Santa Maria Novella, 7 ragazze e 3 ragazzi
discutono e manifestano il loro dolore e per riprendersi da questo stato danimo
decidono di allontanarsi da Firenze per 10 giorni e rifugiarsi in una villa in campagna in
cui si dedicheranno al racconto delle novelle.
E presente una cornice per giustificare leterogeneit di 100 diverse novelle, ed
rappresentata dal fatto dei giovani che si rifugiano.
Tra i 10 giovani, uno viene scelto ogni giorno come Re o Regina e ha il compito di
scegliere il tema delle novelle da raccontare, ci sono poi momenti in cui le regole non
vengono rispettate, ad esempio Dioneo racconter novelle molto spinte per le quali
Boccaccio verr criticato (e si difender poi dalle accuse). Inoltre nella 1a e 9a giornata
il tema sar libero.
La gerarchia tra i narratori:
il narratore di 1 grado Boccaccio che descriver la peste e dir che ci che
racconta lha visto coi suoi

occhi (la differenza tra autore e narratore = proiezione dellautore e funzione del
narratore);
il narratore di 2 grado sar a turno il Re o la Regina;
dal 3 al 10 saranno gli altri narratori.
Viene ripreso lelemento della cornice dalla tradizione araba, gli elementi della cornice
sono:
1) la peste del 1348;
2) lincontro dei 10 giovani nella Chiesa di Santa Maria Novella;
3) Il ritiro dei giovani in campagna.
La realt rappresentata eterogenea perch a Boccaccio interessa raccontare tutte le
realt, infatti alcune novelle sono ambientate a Napoli, altre in ambiente aristocratico.
I personaggi sono della pi diversa estrazione sociale: alcuni sono rozzi, altri eleganti e
raffinati. I luoghi in cui le novelle sono ambientate sono i luoghi pi diversi: quartieri
pi malfamati, boschi, quartieri molto ricchi etc..
Boccaccio ci descrive la realt cos come essa perch un autore del Trecento, ha un
animo da mercante, un atteggiamento concreto e pragmatico nei confronti della vita.
Descrive le situazioni pi diverse, i luoghi pi diversi e i personaggi pi diversi, ma alla
fine il realismo fa da COLLANTE dellopera perch accomuna ogni elemento dellopera.
Non c un intento pedagogico, lautore non vuole insegnare nulla, nel Trecento si
diffonde la cultura laica e il mondo si sgancia dalla religione e quindi con le opere
letterarie non si vuole pi insegnare niente ma solo divertire e intrattenere.
I temi pi ricorrenti sono:
lAMORE che il sentimento maggiormente rappresentato, pu essere felice, infelice
e pu condurre alla morte (topos delleros e thanatos) le donne tradiscono i loro
mariti e viceversa e alcune storie damore, che hanno ben poco damore e molto
nellaspetto della sessualit;
lINTELLIGENZA che una virt tipicamente umana e borghese, nasce dopo il 1000
in cui lEuropa rinasce e si sviluppa la figura del mercante che deve presentare
caratteristiche precise e cogliere le occasioni (ideale di intelligenza). Lintelligenza si
manifesta in modi diversi, ma c anche luomo sciocco. E intelligente colui che con
una battuta di spirito riesce a capovolgere una situazione (Es. CHICCHIBO E LA GRU)
se c lintelligente, c anche lo sciocco (Es. CALANDRINO);
la FORTUNA che linterrogativo delluomo, quello che accade accade per caso o
perch c un disegno? Ai tempi della Grecia cera il FATO (destino) come vera e
propria divinit. Con il cristianesimo al fato si sostituisce la PROVVIDENZA. In questo
periodo laico si diffonde lideale della FORTUNA, cio tutto avviene per caso. La
fortuna viene vista come una ruota che gira e porta cose positive o negative. Se
luomo intelligente sfrutta tutte le opportunit positive e non sfrutter le cose
negative per non farsi schiacciare dalla sfortuna e aspetter che arrivi il suo momento
(Es. ANDREUCCIO DA PERUGIA).
IL VERO PROTAGONISTA DELLE NOVELLE E IL MERCANTE, IL MITO UMANO CHE STA
PIU A CUORE A BOCCACCIO. [683-684-685-686-687-688]
LA DESCRIZIONE DELLA PESTE
-Testimonianze dellautore
-Finzione letteraria

-incontro dei 10 giovani


-decisione di andare via da Firenze
-decisione di trascorrere 10 giorni

raccontando novelle
Lautore parla in 1a persona ed testimone oculare di questi fenomeni, lelemento
che introduce la finzione letteraria il fatto che i giovani si ritirano in campagna.
La peste prima diffusa in Oriente dal verso 23 fino alla fine a pagina 701.
Si nominano ufficiali per ripulire la citt dallimmondizia, si vieta ai malati di entrare
in citt, rivolgono preghiere ai malati i devoti. Poi la peste per arriva comunque a
Firenze. I sintomi dellOccidente son diversi da quelli che si manifestano in Oriente . In
Occidente agli uomini crescevano bubboni nellinguine o sotto le ascelle, zone dove
son presenti i linfonodi (peste bubbonica), mentre in Oriente gli uomini perdevano
sangue dal naso. I medici potevano solo dar consigli, ma non esistevano cure e il
malato nellarco di 3 giorni periva
Nella riga 61 e 68: se dagli occhi non fosse stato veduto, gli occhi miei Boccaccio
testimone oculare.
La peste si diffonde come il fuoco su qualcosa di secco o di unto Manzoni si rif
alla descrizione di Boccaccio, a sua volta Boccaccio si rif alla descrizione della peste
ad Atene di Tucidide.
Muore un giorno un uomo di peste e i suoi abiti vengono buttati per strada, arrivano
due maiali e iniziano a toccarli con il muso, dopo poche ore i maiali muoiono. La
malattia si diffonde da uomo a uomo, ma anche fra animali. Tutti quindi iniziano a
schifare i maiali. La paura per la malattia e cos forte che supera i sentimenti e
addirittura i figli abbandonano i genitori.
A pagina 705 parte di finzione letterale non vuole insistere a raccontare di Firenze.
Dopo aver seguito la messa nella Chiesa di Santa Maria Novella vede incontrarsi
allinterno della Chiesa vuota 7 giovani ragazze dai 18 ai 27 anni. Ragazze nobili, belle,
parenti vicine o amiche. Non vuole rivelarci i loro nomi poich esse potrebbero
vergognarsi delle critiche degli invidiosi per esser andate a vivere in campagna a
raccontare novelle.
Con la peste non ci sono pi regole, si scrive in un modo pi disinvolto (donne con
servitore uomo per farsi il bagno). Infatti ci che hanno fatto le ragazze in quel
momento andava bene ma successivamente sarebbe potuto esser criticato, per
questo motivo ci da nomi falsi. Allinterno della Chiesa loro parlano della situazione e
valutano il fatto di allontanarsi da Firenze per poter sopravvivere leggi fino al verso
60
Fai descrizione della peste a pag 701 (dal vv 23 alla fine) e a pag 705 (fino al
vv 60)
NOVELLE:
ANDREUCCIO DA PERUGIA Fiammetta, 2a giornata
Andreuccio, che non si mai allontanato da Perugia, un mercante di cavalli assai
giovane ed ingenuo, che, giunto a Napoli per concludere qualche buon affare, fa
sfoggio della sua ricchezza sulla piazza del Mercato. Andreuccio viene cos notato da
una prostituta siciliana, che cerca di derubarlo: dopo aver visto il giovane salutare con
trasporto un'anziana donna, anch'essa siciliana, chiede a quest'ultima notizie sul
giovane, per poi fingersi sua sorella, figlia di unamante conosciuta dal padre durante
un viaggio nell'isola. Il ragazzo viene invitato dalla donna nella sua casa,
nella contrada Malpertugio, un quartiere malfamato di Napoli. Il giovane commosso

dalla rivelazione della donna, al punto da fermarsi a cena e poi, su insistenza della
presunta sorella, a dormire l. Spogliatosi dei suoi vestiti e della bisaccia con i denari
cos ambiti, Andreuccio si reca nella latrina, dove c' un'asse schiodata che funge
all'uso. Il protagonista vi scivola dentro, senza tuttavia subire danni fisici dalla caduta
nella fogna; mentre la donna s'impossessa dei denari, il giovane inizia cos a gridare e
a richiamare lattenzione del quartiere. Interviene il ruffiano della prostituta, che invita
il ragazzo ad andarsene per evitare problemi pi gravi. Direttosi verso il proprio
albergo, Andreuccio incontra poi due ladri, che lo scovano nonostante egli si sia
rifugiato in un casolare: i due gli spiegano che stato fortunato ad essere caduto fuori
dalla casa della prostituta, perch se fosse rimasto l sarebbe stato senza dubbio
ucciso.
I due delinquenti raccontano poi al giovane che hanno intenzione di derubare il
cadavere dellarcivescovo Filippo Minutolo, gran dignitario del Regno napoletano, che,
morto da poco, stato seppellito con ornamenti e oggetti preziosi nel duomo
partenopeo. Andreuccio decide di partecipare al furto. I due ladri, per, obbligano il
giovane a lavarsi, data la puzza che emana. Viene calato cos in un pozzo vicino alla
chiesa, ma viene subito abbandonato dai due, a causa dellarrivo di alcune guardie di
giustiza. Queste, assetate, tirano su la corda a cui era appeso il giovane e alla sua
vista, colti dal terrore, fuggono. Andreuccio incontra nuovamente i ladri, cui racconta il
proprio avventuroso "salvataggio" e con cui attua finalmente il furto. Scoperchiata la
tomba in marmo dellarcivescovo i due criminali obbligano il ragazzo a introdursi nel
sepolcro e a consegnare loro gli oggetti preziosi. Andreuccio, capendo che i ladri
vogliono nuovamente abbandonarlo, una volta ottenuti tutte le reliquie, tiene per
s un anello. I due chiudono poi il giovane nella tomba, che sviene per il terrore della
morte e il puzzo del cadavere. Mentre Andreuccio si tormenta sul proprio destino
sciagurato, sopraggiungono altri due ladri che aprono l'arca. Un prete prova a calarsi
all'interno, ma Andreuccio, cogliendo l'occasione favorevole, gli afferra la gamba,
terrorizzando lui e i due malfattori, che fuggono immediatamente. Finalmente libero, il
protagonista esce dalla cripta e torna a Perugia, con lanello dellarcivescovo.

Riesce a diventare saggio grazie ad un


processo di cadute e risalite.

CHIASSETTO

POZZO

PERUGIA
NAPOLI
rientro pi ricco e saggio

TOMBA

Tragitto circolare, parte da Perugia stolto e ricco, fa

Il genere del romanzo quello di formazione nel quale il personaggio cresce, matura e
si trasforma.
LISABETTA DA MESSINA 4a giornata
Lisabetta una giovane ragazza messinese, orfana di padre, che vive insieme ai
suoi tre fratelli, originari di San Gimignano e divenuti ricchi conducendo affari e
commerci particolarmente redditizi. La giovane donna, non ancora maritata, commette
lo sbaglio dinnamorarsi di Lorenzo, un modesto ragazzo di Pisa che aiuta i fratelli nel
loro lavoro. Il giovane appartiene a un ceto inferiore a quello di Lisabetta e di
conseguenza il loro amore assume immediatamente implicazioni sociali assai
complicate per lepoca, dimostrate dalla mentalit ristretta dei tre fratelli, che infatti,
una volta scoperto che la sorella si reca notte tempo dal suo amante, decidono
di contrastare con ogni mezzo la loro unione, che nella loro ottica mette a rischio il
buon nome della famiglia. Inducono cos Lorenzo a seguirli fuori citt con una scusa, e
una volta usciti da Messina lo assassinano e ne occultano il corpo. Tornati a casa
giustificano lassenza del loro giovane aiutante dicendo a tutti che si trova altrove per
motivi di affari, e convincono di ci anche la povera Lisabetta. Quando lassenza di
Lorenzo diventa per sospetta, protraendosi per troppo tempo, la giovane donna
innamorata comincia a disperarsi.
Una notte il defunto compare ad animare i sogni di Lisabetta, rivelandole di essere
stato ucciso dai fratelli, e mostrandole il luogo dove stato sepolto da questi. La
ragazza, presa da sconforto e disperazione, escogita un piano per recuperare il corpo
di Lorenzo. Ottiene infatti il permesso dei fratelli di fare una gita in campagna con una
fidata donna di servizio, Lisabetta si reca sul luogo indicatole in sogno dall'amato. Qui
ne disseppellisce il cadavere, e, non potendogli dare pi degna sepoltura, gli taglia la
testa per poter conservare vicino a s almeno un ricordo del suo innamorato. Tornata a
casa, Lisabetta nasconde la testa di Lorenzo in un vaso, la copre con una
profumatissima pianta di basilico, che cresce in modo assai rigoglioso. Ogni giorno
Lisabetta piange e si dispera sul vaso di basilico, trasferendo su questa l'amore e la
passione insopprimibili per l'amato Lorenzo.
Il comportamento di Lisabetta insospettisce i vicini, che segnalano l'anomalia ai
fratelli; questi ultimi decidono quindi di requisirle la pianta e, dopo averci trovato
allinterno la testa dellamato, di far sparire il tutto. Timorosi che la vicenda e il delitto
da loro compiuto diventino di dominio pubblico, abbandonano Messina si trasferiscono
a Napoli, portando con loro Lisabetta. La ragazza, gi ammalatasi dopo la sottrazione
della pianta, muore di l a poco di dolore.

NASTAGIO DEGLI ONESTI 5a giornata


Nastagio, un nobile che ha ereditato ampie ricchezze, brucia damore per una giovane
donna, pi nobile e ricca di lui, che fa parte dellimportante famiglia Traversari. Per
conquistare le sue grazie Nastagio si spende in feste continue, dilapidando il suo
patrimonio e soffrendo profondamente per i continui rifiuti sdegnosi dellamata, che
resta del tutto indifferente al prodigarsi del giovane innamorato. La condizione di
Nastagio peggiora sempre pi e gli amici, vedendolo sofferente e preoccupandosi che
faccia sfumare tutto il suo capitale, lo convincono a lasciare Ravenna per cercare di
dimenticare la crudele donna amata.

Nastagio ubbidisce e lascia la citt trasferendosi in campagna. Qui un giorno assiste a


una caccia infernale: una ragazza corre allimpazzata completamente nuda inseguita
da un cavaliere nero che, una volta raggiunta, la fa a brandelli a coltellate. La scena si
ripete pi volte.
Nastagio cerca di fermare lo scempio ma il cavaliere gli spiega cosa sta succedendo.
La visione "sdoppia" e replica la vicenda di Nastagio. Vengono messe in scena le
ossessioni amorose di Nastagio e il rischio che lui e l'amata implicitamente corrono. La
caccia infernale la loro punizione, che si ripete ogni venerd. Ascoltate le parole del
cavaliere, Nastagio aguzza lingegno e indice in quel luogo un pranzo per il venerd
successivo, invitando la donna amata con amici e genitori. Puntualmente alla fine del
banchetto la caccia infernale si ripete, e con essa anche la spiegazione del cavaliere
di fronte ai nuovi ospiti. Dopo aver assistito alla cruenta scena e aver compreso la
spiegazione del cavaliere, la donna amata da Nastagio si ravvede, cedendo allamore
del giovane. Insieme a lei tutte le donne ravennati diventano pi caute nel rifiutare gli
innamorati, timorose di fare la stessa fine della donna protagonista della caccia
infernale.
FEDERIGO DEGLI ALBERIGHI Fiammetta, 5a giornata
Federigo innamorato di una nobildonna, Giovanna, che per sposata, e quindi non
pu cedere alle proposte del protagonista. Per lei tuttavia Federigo sperpera tutto il
suo patrimonio, organizzando tornei di spada tra gentiluomini, giochi, e ovviamente
feste in cui dimostrare tutta la sua ricchezza e generosit; ma Giovanna non cede.
Il nobile, ridottosi quasi in miseria per via di questa infruttuosa strategia, cos
costretto a ritirarsi in un suo piccolo podere, dove si dedica allagricoltura e alla caccia,
con laiuto di un falcone, ultimo segno della sua antica nobilt. Un giorno, Giovanna,
rimasta nel frattempo vedova, si ritira per lestate si ritira in un suo podere, vicino a
quello di Federigo, sperando di migliorare le condizioni di salute del figlio, assai debole
e gracile. Per caso il ragazzino conosce il nobile Alberighi e, vedendo il suo falcone, lo
desidera ardentemente, tanto da ammalarsi. Domanda quindi alla madre di chiedere a
Federigo il falcone, come rimedio alla malattia che lo sta consumando. La richiesta,
ovviamente, mette in grandi difficolt Giovanna, che da un lato ha a cuore la salute
del figlio e dall'altro non pu chiedere un cos grande favore proprio all'uomo che ha
rifiutato, e di cui ha causato, pur indirettamente, la rovina economica. La donna,
tuttavia, decide di passare all'azione; finge quindi di passare per caso dalla casa di
Federigo e gli chiede se pu fermarsi a tavola; il protagonista, a causa delle gravi
ristrettezze economiche in cui si trova, non in grado di offrirle un pranzo degno di
una nobildonna. Decide, quindi, per amore, di sacrificare proprio il falcone, e di servirlo
arrostito. Quando, terminato il pranzo, la donna chiede di poter avere il falcone per
curare suo figlio ma Federigo, tra le lacrime, confessa ci che avvenuto. Giovanna,
pur rimproverando a Federigo il gesto, non pu non comprenderne la grandezza e la
nobilt d'animo, che lo ha portato a sacrificare per lei l'unica sua residua ricchezza.
La vicenda ha quindi un finale dolce-amaro: il figlio di Giovanna muore dopo poco, sia
per il suo desiderio rimasto inesaudito sia per il progredire della sua malattia,
lasciando alla madre le grandi ricchezze ereditate dal padre. Giovanna, quando i
fratelli fanno su di lei pressioni affinch si risposi, sceglie Federigo, nonostante la sua
povert.
CALANDRINO E LELITROPIA Elissa, 8a giornata

Calandrino viene beffato allinizio della vicenda da altri due tipici personaggi burloni,
Bruno e Buffalmacco, con laiuto di Maso del Saggio. Questultimo personaggio, che
viene citato anche nella novella di frate Cipolla per labile uso dellarte oratoria,
racconta a Calandrino numerose fandonie, svelandogli, tra le altre cose, lesistenza di
una pietra che rende invisibili, lelitropia, che si troverebbe sul greto del fiume
Mugnone, l vicino. Calandrino, non resistendo alla tentazione, propone a Bruno e
Buffalmacco di organizzare una spedizione per recuperare la pietra dalle mirabili doti.
I due compari, intravedendo la possibilit di burlare lamico, accettano di buon grado,
e cos, una domenica mattina, si recano tutti e tre al Mugnone. Una volta giunti qui,
Calandrino si getta su tutte le pietre che vede, dato che Maso del Saggio, per meglio
ingannare Calandrino, non gli ha fornito una descrizione precisa del preziosissimo
minerale.
Una volta che Calandrino ha le tasche piene di sassi, gli amici iniziano a fingere di non
vederlo; anzi sulla strada del ritorno Bruno e Buffalmacco ne approfittano, prendendo
a sassate Calandrino, con la scusa che ormai egli invisibile e che loro quindi non
possono capire dove stia. Convinto di aver trovato la famosa pietra e di essere
diventato invisibile, Calandrino torna a casa tutto contento. Appena entrato, per, la
moglie lo sgrida aspramente per il ritardo con cui arrivato a pranzo; Calandrino,
vedendosi scoperto e certo che la donna abbia spezzato lincantesimo dellelitropia, la
picchia arrabbiatissimo. Fuori di s, Calandrino corre a raccontare laccaduto agli amici
che, trattenendo a stento le risate, gli spiegano come sia appunto una prerogativa
femminile quella di far perdere la vert alle cose. Spiegatogli quindi che non deve
pi prendersela con la povera donna, i due lasciano Calandrino, beffato per lennesima
volta, "malinconioso con la casa piena di pietre".
IL DECAMERON (RICAPITOLIAMO)
-I numeri simbolo: 10, 100, 7, 3
-I diversi interventi dellautore

-proemio
-1a giornata e 4a giornata
-conclusioni

-Larte segue leggi sue proprie


-La forma deve aderire al contenuto
-Larte realistica (lo stile medio e il pluristilismo)
-Larte edonistica e non didascalica
-La polemica anticlericale
Lautore interviene nellopera e ci racconta la diffusione della peste, la differenza tra
quella Orientale e Occidentale, la tanta paura della malattia e la rilassatezza del
periodo successivo.
Interviene poi nella 1a giornata e 4a giornata.
Il Decameron una raccolta di 100 novelle, ma alcune erano gi state lette, altre
erano licenziose e oscene (Es. le novelle di Dioneo).
Boccaccio dice che larte sceglie e segue leggi sue proprie e nessuno pu censurare o
condannare unopera darte. La forma deve aderire al contenuto, bisogna, a seconda
della storia raccontata, scegliere un determinato registro e un modo di esprimersi. (Es.
Lisabetta da Messina linguaggio curato; Calandrino giochi di parole).
Larte realistica, ha lintento di descrivere la realt come si presenta, mercantile e
laicizzata.

Secondo Boccaccio lo stile migliore per rappresentare la realt lo stile medio. Ma usa
il pluristilismo, cio usa stili diversi a seconda delle esigenze.
Larte edonistica e non didascalica ed il suo scopo di produrre piacere in colui che
legge e divertirlo, nessuna lettura didascalica, poich il suo unico scopo quello di
divertire. Lopera dedicata alle donne che in questo periodo iniziano a poter leggere
e a dedicarsi alla lettura.
Dante critica la Chiesa dal punto di vista politico perch vuole impossessarsi del
potere temporale;
Petrarca critica la Chiesa dal punto di vista morale, per il suo comportamento e la
corruzione;
Boccaccio critica la Chiesa perch impone leggi che vanno contro le leggi della
natura che ogni uomo segue (compresi i rapporti sessuali). [Es. LA BADESSA DELLE
BRACCHE Badessa sgrida suora che aveva consumato un rapporto sessuale di
nascosto, ma allo stesso tempo anchessa lo aveva fatto, viene scoperta perch si
mette i pantaloni del prete in testa anzich il suo copricapo.]
[da pag 680 a pag 691]
LA CIVILTA UMANISTICO-RINASCIMENTALE
-Definizione
-I luoghi: Europa Occidentale e Orientale Praga
-I tempi: dalla seconda met del Trecento a Concilio di Trento (1545)
la peste del 1348 truppe mercenarie e dellartiglieria
in Francia e Inghilterra

crisi economica in Italia

crisi politica

-Dal comune alla Signoria


-Il principe e la corte
-Il mecenate e il poeta cortigiano
-Le signorie pi importanti
Nella fase umanistica nascono nuovi ideali, nuovi valori e nuove teorie che nella fase
rinascimentale verranno messi in pratica. Questi due processi sono strettamente
collegati, infatti il Rinascimento definito come lo sviluppo concreto dellUmanesimo.
La culla di questo movimento lItalia e soprattutto Firenze.
Avvengono fra la seconda met del 300 e la prima met del 500 diversi cambiamenti
ed avvenimenti in Europa. In Italia nasce la figura del mercante e nel 1348 vi la crisi
e il calo demografico causati dalla peste.
In guerra iniziano ad essere utilizzate le truppe mercenarie, che combattono per
essere pagati e molto inaffidabili, la guerra diventa disumana, non vi pi il contatto
col nemico, ma ci sono le armi da fuoco in seguito allinvenzione della polvere da
sparo inventata in Cina.
Anche in Inghilterra e Francia vi una crisi, in questo caso religiosa, causata dalla
diffusione della riforma protestante, dalla rottura tra la Chiesa Romana e quella
Anglicana di Enrico VIII.
In Italia i comuni iniziano a non rispondere pi alle esigenze del popolo, viene quindi
istituita la signoria:
ognuna di esse si afferma in modo diverso e ha una storia diversa dalle altre. Essa ha
a capo un signore o un principe che gestisce il potere politico ed economico ed

circondato da pittori, scultori, letterati e artisti del tempo. Costruisce la sua corte in
modo da esser circondato da questi personaggi, si comporta da Mecenate
(personaggio che nellet di Augusto fond il circolo di Mecenate per proteggere gli
artisti del tempo in modo da potersi dedicare alle loro discipline) da qui nasce il
mecenatismo.
Molti poeti vengono accolti a corte e son detti poeti cortigiani, vivono una situazione
ambigua perch nello scrivere deve manifestare la propria riconoscenza e gratitudine
ma deve far attenzione al modo in cui esprime le sue idee, al contrario di Dante che
giudica tutti.
Le Signorie pi importanti al tempo erano:
Firenze: De Medici;
Roma: Papa Giulio II, grande Mecenate che chiamer Michelangelo;
Milano: prima gli Sforza, poi i Visconti;
Venezia, Napoli e Ferrara: gli Estensi Ariosto e Tasso;
Urbino: i signori di Montefeltro;
Mantova: i Gonzoga con Angelo Poliziano.
[da pag 26 a pag 21, pag 25-26, pag 45-46, pag 68-69, pag 147-148-149, pag 153,
154, 156, 157, 160]

-Ancora sul quadro storico

La scoperta dellAmerica
La discesa di Carlo VIII
-Lamore per i classici filologia il principio di imitazione
-LOtium La Res Publica Litterarum
-Il razionalismo una cultura laica
-Lantropocentrismo rivalutazione del corpo
-La pedagogia MENS SANA IN CORPORE SANO
-LUmanesimo come et perfetta
Nel 1492 viene scoperta lAmerica, ma questa scoperta ha un impatto negativo per
lItalia poich i traffici si spostano verso lOceano e lItalia si trova tagliata fuori, a
vivere in una condizione periferica e marginale. La crisi economica per lItalia inizia
con la peste e continua con questa scoperta.
Nel 1498 Carlo VIII re di Francia, spinto dalla borghesia francese supera le Alpi e arriva
fino a Napoli senza trovare alcuna opposizione (segna croci col gesso sui territori presi
senza alcuna fatica). LItalia non reagisce e successivamente organizza un esercito.
LItalia diviene per teatro di guerra per Francesco I e Carlo V, la pace torna a regnare
grazie al trattato di Cateau Cambresis del 1559.
In questo periodo vengono ripresti alcuni elementi petrarcheschi come lamore per i
classici letti in maniera filologica, ma soprattutto si diffonde il principio di imitazione
il poeta non imita un altro copiando, bens individuando un grande classico,
prendendolo come modello e si cerca di arrivare ai livelli di quellopera ma con unaltra
opera.
Ci si dedica allOtium, ci si ritaglia del tempo per se stessi per potersi dedicare alla
composizione delle proprie opere, per studiare, crescere e maturare. Viene ripresa la
Res Publica Litterarum, si comunica in latino, una lingua detta veicolare che si diffonde
tra vari poeti di nazionalit diversa.
Si diffonde un maggiore RAZIONALISMO, si usa la ragione per capire determinati

fenomeni.
Si diffonde la cultura laica che, al contrario del Medioevo, vede luomo che torna ad
avere pi fiducia in se stesso ed pi consapevole e razionale. Il rapporto con Dio
molto pi dialettico e luomo non si sente pi schiacciato da Lui.
Si diffonde lANTROPOCENTRISMO atropos = uomo. Luomo visto al centro
delluniverso, un microcosmo allinterno del macrocosmo che ha un ruolo
fondamentale. Questo concetto capovolge i valori del tempo:
Prima il corpo umano era visto come un oggetto di cui si serve il demonio
(negativo);
Ora viene rivalutato, studiato ed esaltato in tutta la sua bellezza in quanto ritenuto
perfetto.
Si rivaluta anche la PEDAGOGIA che studia come si devono educare i bambini, affonda
le sue radici nella tradizione classica. Leducazione deve riguardare sia la mente ma
anche il corpo attraverso leducazione fisica.
Il Medioevo detto periodo buio e retrogrado perch gli umanisti lo vedono come
spartiacque fra let classica e quella umanistica, considerate perfette.

-I cenacoli

epistola
dialogo
il libro
viene fissato nei suoi caratteri
-Accademie e stamperie Linvenzione della stampa
la mercificazione
della cultura
-La lingua latina
-1441 Leon Battista Alberti e il Certame Coronario
-La Raccolta aragonese
-Lorenzo De Medici (1449-1492)
-Lopera vastissima ed eclettica
petrarchismo
il genere nenciale
la produzione lirica
-I Canti Carnascialeschi
Il poeta devessere riconoscente al proprio signore, ma gli intellettuali non si
riuniscono solamente presso le corti, ma anche nei cenacoli, accademie e stamperie.
Nei cenacoli si incontrano e quando non possono comunicano mediante lettere scritte
in latino poich di nazionalit differenti. Con i cenacoli ancora di pi ci si scambiano
lettere. Inizia a diffondersi la pratica di scrivere opere mediante il dialogo con Platone,
costruire un testo attraverso uno scambio di opinioni. In questo periodo la cultura
diventa pi laica, sganciata dalla Chiesa. Non esiste una verit assoluta, ma la verit
assoluta, quindi il dialogo serve per mettere a confronto diverse verit e discutere su
questi punti di vista. Grazie al dibattito e al dialogo si arriva a dire di no alla verit
assoluta ma si alla verit relativa.
Nel 500 e nel 600 gli intellettuali discutono nelle accademie. Guttemberg a Magonza
idea la stampa, nascono quindi i caratteri a stampa e le rispettive stamperie. Il libro
viene fissato nella sua forma e diminuiscono gli errori presenti nella copiatura dei testi
da parte dei monaci amanuensi.
La cultura viene quindi mercificata, non pi considerata sacra, il libro quindi viene
venduto e a sua volta comprato, il suo prezzo crolla e la cultura si diffonde a macchia

dolio diventando una vera e propria merce. Gli umanisti inventano i segni di
punteggiatura (le parole in principio erano attaccate luna con laltra).
Il latino si diffonde in maniera straordinaria, si riprende il suo utilizzo dalla 2a met
del 300 alla 2a met del 400. Il volgare sta perdendo prestigio e Leon Battista rid
valore a questultimo. Leon Battista un vero umanista che scrive opere, architetto
e si occupa di questioni linguistiche.
Organizza il Certame, dal latino certamen, is = gara, confronto o duello si organizza
una gara coronario il vincitore vincer una corona dargento.
I poeti partecipano scrivendo una poesia in volgare sullamicizia. I partecipanti sono 8,
ma la giuria non ne premia nemmeno uno perch le opere non vengono apprezzate.
Allora Lorenzo Il Magnifico (De Medici) chiede ai suoi poeti di preparare una raccolta,
unantologia di libri in volgare prima di Petrarca e la dona al re Aragonese di Napoli.
Dopo questo evento si rinizia a scrivere in volgare grazie a Lorenzo De Medici che il
Signore di Firenze che ebbe una vita breve ma importante:
- si occup di problemi politici, cap che Firenze non poteva sostenere limpatto con le
altre Signorie allora tutte le volte che si presentavano conflitti in Italia cercava di
ristabilire la calma. Non permise a nessuna signoria di primeggiare sulle altre.
Alla sua morte per peggior la situazione italiana a causa di Carlo VIII che scese in
Italia senza ostacoli.
Lorenzo era un uomo di cultura e la sua produzione comprendeva i generi pi diversi,
forse gli vennero attribuite opere che non compose mai. Scrisse tre tipi di testi:
1) Il petrarchismo comprende testi autonomi ma legati tutti da un tema comune,
capacit di scrivere un canzoniere;
2) Il genere nenciale presso la sua corte viveva Luigi Pulci, suo grande amico, il genere
nenciale deriva da Nencia da Barberino, una donna alla quale Lorenzo scrisse delle
liriche utilizzando il genere comico parla della donna amata e poi la deride;
3) Scrive poesie liriche caratterizzate dalla soggettivit.
Nascono i Canti Carnascialeschi cantati durante le feste di carnevale, a corte la vita
veniva gestita in un certo modo, i partecipanti dovevano prendere parte alle feste di
carnevale mascherati CANZONE DI BACCO E ARIANNA A PAG 160
Il ritornello della canzone presenta il tema del CARPE DIEM, che dice che dobbiamo
vivere non solo cogliendo le occasioni ma godendoci ogni istante della nostra vita
come se fosse lultimo, in modo intenso senza sprecarlo.
Il mito di ARIANNA, si dice che abbia aiutato Teseo ad uscire dal labirinto del
Minotauro.
La storia dice che Atene era sotto il dominio cretese. A Creta,era stato rinchiuso il
Minotauro,mostruoso uomo-toro e che ad esso era dovuto un doloroso tributo:ogni
nove anni,Creta impone che sette ragazzi e sette ragazze Ateniesi siano condotti e
dati in pasto al mostro. L Ateniese Teseo, decide di partire per Creta insieme ai ragazzi
che dovevano essere sacrificati per uccidere il Minotauro. A creta conosce
Arianna,figlia del sovrano Minosse,che si innamora di Teseo e,su consiglio di
Dedalo(costruttore del labirinto in cui era racchiuso il Minotauro) aiuta lAteniese: gli
consegna,infatti un filo,in modo che egli possa rilasciarlo mentre percorre il labirinto e
riavvolgerlo per tornare indietro. Cos Teseo uccide il Minotauro e torna da Arianna
sano e salvo. I due decidono di partire insieme per Atene,ma dopo una sosta presso
lisola di Nasso, il dio Dioniso o Bacco (dio del vino),invaghitosi di Arianna,la rapisce e
con un inganno divino fa s che Teseo non riconosca pi lamata. Teseo infine si

suicida.

CANZONE DI BACCO E ARIANNA

Quant' bella
giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'
certezza.
Quest' Bacco e
Arianna,
belli, e l'un dell'altro
ardenti:
perch 'l tempo fugge e
inganna,
sempre insieme stan
contenti.
Queste ninfe ed altre
genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'
certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per
boschetti
han lor posto cento
agguati;
or, da Bacco riscaldati,
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c'
certezza.
Queste ninfe anche
hanno caro
da lor essere ingannate:
non pu fare a Amor
riparo
se non gente rozze e
ingrate:
ora, insieme mescolate,
suonon, canton
tuttavia.

Questa soma, che vien drieto


sopra l'asino, Sileno:
cos vecchio, ebbro e lieto,
se non pu star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c' certezza.
Mida vien drieto a costoro:
ci che tocca, oro diventa.
E che gioia aver tesoro,
s'altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c' certezza.
Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi sin, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c' certezza.
Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ci c'ha esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c' certezza.

Chi vuol esser lieto, sia:

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