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QUANDO e DOVE: (344-346)

• tra il secondo decennio del trecento alla metà del quattrocento, AUTUNNO DEL MEDIOEVO o
PREUMANESIMO
• tra civiltà medievale e umanesimo: a volte si sottolinea la continuità con il passato o la rottura con
esso
• TRECENTO= momento di grandioso riepilogo e di tramonto della civiltà medievale e dell’arte
tardogotica
• periodo nutrito da nostalgia per il mondo che sta scomparendo, ma anche di sentimento di
precarietà, di morte e di paura
• nuovo modo di pensare e di vivere
• ispirato al mondo classico e nei caratteri concreti e materiali della vita nella individualità della
persona umana
• letteratura con una funzione di guida
• periodo influenzato da guerre importanti (guerra dei cent’anni)
• papato ed impero perdono la loro influenza
• piano politico caratterizzato dall’affermazione degli stati nazionali
• piano economico caratterizzato dalla crisi produttiva e dal crollo demografico in tutta Europa
• grande fioritura culturale contrapposta allo stato di crisi generale

BOCCACCIO E LA TRADIZIONE ELLA PROSA (355-366)


• il Decameron di BOCCACCIO è un opera “fondativa” per la letteratura italiana ed europea
• Boccaccio rappresenta l’aspetto laico e terreno dell’esistenza umana e vede in una morale laica il
motore e la regola del comportamento dell’individuo
• rappresentazione realistica del mondo
• al centro c‘è l’uomo con i suoi bisogni terreni, con le sue spinte verso la gloria, la fama, l’amore,
l’affermazione individuale
• senza rinunciare ai valori e alla dimensione cristiana dà ampio spazio alla sfera umana nelle sue
verie sfaccettature e anche nelle sue contraddizioni

GIOVANNI BOCCACCIO VITA: (370-375)


• uno dei maggiori narratori a livello europeo
• ci sono due aspetti fondamentali dell’educazione e della formazione del gio: l’aspetto BORGESE-
MERCANTILE e l’aspetto CORTESE della giovinezza napoletana
• ASPETTO BORGHESE-MERCANTILE = preso dalla famiglia paterna e dall’ambiente fiorentino
• ASPETTO CORTESE: risalente al periodo trascorso a napoli da giovane, frequentando
l’aristocrazia angioina, legata alla cultura cavalleresca francese
• vita suddivisa in 6 fasi:
1. 1313-1327: infanzia fiorentina
il gio è il figlio illegittimo, ma il padre lo riconosce e lo fa studiare nella propria casa a Firenze (sotto
la guida di Giovanni di Domenico Mazzuoli da Strada). I suoi studi lo fanno avvicinare a Dante e
viene avviato alla mercatura

2. 1327-1340: la giovinezza napoletana


Nel 1327 il gio segue il padre Boccaccino che si trasferisce Napoli per seguire i propri affari e la
propria filiale. Il gio sta al banco e viene direttamente a contatto con i diversi strati sociali. Tuttavia il
gio non è portato e delude costantemente le aspettative del Boccaccino, che lo manda a studiare
diritto canonico. Qui il gio conosce Cino da Pistoia e inizia a dedicarsi alle lettere. Il gio
frequentando la corte angioina inizia ad occuparsi di letteratura e scrive sia in latino che in volgare
(soprattutto), inizia a frequentare la biblioteca reale. Si crea un mito letterario secondo la tradizione
cortese: il mito dell’amore per Fiammetta, figlia di Robertod’angiò

3. 1341-1350: il primo decennio di attività fiorentina


Il gio fa una cazzata e da napoli si trasferisce a firenze nell’inverno 1340-1341. A firenze è senza
un’occupazione stabile e cerca invano lavoro presso corti di altre città. Intanto si inserisce nella vita
culturale cittadina e scrive delle opere caratterizzate da un’evidente influenza della tradizione
allegorica toscana e in cui è evidente la presenza di Dante. nel 1348 dilaga la peste che uccide
parenti e amici del povero gio. nel 1349 inizia a scrivere il Decameron e lo finisce nel 1351. intanto,
nel 1350 conosce Petrarca e ci fa comunella: ha inizio un’amicizia decisiva per le sorti del
preumanesimo italiano.

4. 1351-1360: il secondo decennio di attività fiorentina


La vita del gio svolta per due ragioni: l’instaurarsi di una stretta amicizia con Petrarca con i
conseguenti interessi umanistici, e l’affido di incarichi prestigiosi da parte del comune di Firenze
(che chiede al gio di invitare Petrarca a tenere corsi presso l’università fiorentina, e una missione ad
Avignone presso Innocenzo VI). In tutto ciò il povero gio sogna ancora un ritorno a napoli, dovoe poi
riuscirà ad andare grazie all’appoggio di Niccolò Acciaiuoli.

5. 1361-1365: il ritiro a Certaldo


Al povero gio però la vita andava troppo bene, quindi gli arriva l’ennesima sfiga. tra il 1360 e il 1361
dei bro del gio vengono coinvolti in un tentativo fallito di colpo di stato. Cadono delle accuse anche
su di lui, che per 4 anni è esonerato da qualsiasi tipo di incarico. Vende la casa fiorentina al
fratellastro e si ritira a Certaldo. Tenta fallendodi trovare un nuovo incarico a napoli. Acertaldo
comincia a scrivere diverse opere in latino tra cui IL CORBACCIO: opera che rivela un radicale
cambiamento del rapportp con le donne: dalla filoginia (amore per le donne) alla misoginia (odio per
le donne)

6. 1365-1375: l’ultimo decennio fiorentino-certaldese


La situazione a firenze cambia e il gio può finalmente riprendere a collaborare con la Repubblica
fiorentina. Viene inviato ad Avignone per convincere, con un ingente somma di denaro, papa
Urbano V a tornare a Roma. ottiene l’incarico di sorvegliare le truppe mercenarie fiorentine. Compie
una serie di viaggi per ragioni personali e di studio. La salute inizia a peggiorare e inizia a soffrire di
obesita e di scabbia (fastidiosa malattia della pelle). Nonostante ciò il gio accetta l’ultimo incarico
del Comune fiorentino: commentare pubblicamente la Commedia dantesca. La salute gli fa
sospendere il tuto e si ritira a Certaldo, dove muore il 21 dicembre 1375

IL DECAMERON (395-397)
• composizione: 1349-1353, anche se probabilmente alcune novelle erano già iniziate a girare
poiché all’inizio della 4a giornata il gio si difende dalle accuse di alcuni lettori
• genere: novella
• struttura cento novelle inserite in una cornice narrativa
• temi: la fortuna e l’ingengno, l’amore e la donna, la satira antieclesiastica, la nuova borghesia
• TITOLO e significato di esso: Decameron=10 giornate, “cognominato prencipe Galeotto”, poichè
come Galeotto aiutò Lancillotto e Ginevra, così il libro deve aiutare e consolare le donne
distrandole dalle loro pene d’amore e cercando di dare una soluzione ad esse
• dopo il proemio comincia la prima giornata
• RUBRICHE: modulo che sintetizza il tema della giornata che introduce, la rubrica si ripete all’inizio
di ogni giornata. Ogni novella è introdotta da un’altra rubrica, che riassume il contenuto. Si
ottengono 10 RUBRICHE DI GIORNATE e 100 RUBRICHE DI NOVELLE.
• ECCEZIONE ALLA REGOLA: nell’introduzione alla 4a giornata è l gio (autore) a raccontare la
novella, rompendo così la regola per cui le novele dovrebbero essere esposte solo dai dieci
novellatori. Con questo racconto (facente parte della “super cornice”) si crea IL CIENTOUNESIMO
RACCONTO dell’opera

STRUTTURA DEL DECAMERON: (395-397)


• è suddivisa in tre livelli: la “super-cornice”, la “cornice” e le 100 novelle
1. LA SUPER-CORNICE: è il primo livello, il protagonista e narratore è l’autore (il gio) che espone
le proprie opinioni (all’inizio al centro e alla fine del libro). Della “super-cornice” fa parte il 101
racconto dell’opera
2. LA CORNICE: secondo livello, inquadrata dal primo livello. i protagonisti e narratori sono invece
novellatori. Serve a collegare fra loro i racconti: una cornice può mediare, connettere o
disgiungere, e talora commentare, le varie novelle
3. LE 100 NOVELLE: terzo livello, contenute dal secondo. i protagonisti sono i personaggi delle
trame narrate, e non i narratori
• L’AUTORE PARLA (in prima persona) nel proemio e nella introduzione che apre la Prima Giornata,
della introduzione alla 4a giornata e nelle conclusioni finali
• I DIECI NOVELLATORI PARLANO nelle novelle che raccontano, le loro voci narranti
accompagnano la voce dell’autore

I PERSONAGGI E I LORO NOMI:(398)


Sono 7 ragazze (numero che allude alle Art liberali o alle Muse) e 3 ragazzi (alcuni innamorati di
alcune ragazze):
1. PAMPINEA: la più saggia e matura, propone di passare qualche giorno fuori città, il nome allude
all’etimologia e alla tendenza del carattere e significa “rigogliosa”
2. ELISSA: nome fenicio di Didone ( regina di Cartagine che si innamora di Enea
3. LAURETTA: evoca la Laura petrarchesca
4. NEIFILE: allude all’etimologia e alla tendenza del carattere, significa “nuova innamorata”
5. FIAMMETTA
6. FILOMENA
7. EMILIA
8. PANFILO: allude all’etimologia e alla tendenza del carattere, significa “tutto amore”
9. FILOSTRATO
10. DIONEO: allude all’etimologia e alla tendenza del carattere, il nome viene da Dione (madre di
Venere, infatti allude ad un temperamento lussurioso e licenzioso)
I nomi dei personaggi evocano talora protagonisti delle opere giovanili del gio, a volte sono suggeriti
attraverso l’etimologia e le tendenze del carattere
LA TRAMA, IL TEMPO E LO SPAZIO: (398-399)
Sette donne (18-28 anni), incontratesi in chiesa, sono spinte da Pampinea, la più saggia e maturatra
di loro, a recarsi per qualche giorno nel contado, in modo tale da scappare dalla peste che in quel
momento sta dilagando nella città. A queste 7 ragazze di uniscono 3 ragazzi (innamorati di alcune
delle fanciulle). I 10 giovani si recano in un luogo ad almeno 3km dalla città e si organizzano in un
bel palazzo con all’interno un magnifico giardino. Arrivano di mercoledì e restano fuori città per 2
settimane. Una volta che si sono accomodati decidono di mettere delle regole: ogni giornata sarà
organizzata da il re o dalla regina, che vengon cambiati ogni giorno per far ricoprire a tutti questo
ruolo. Il re/ la regina del giorno ha inoltre il potere di decidere la sera prima l’argomento delle novelle
che il giorno dopo saranno raccontate, Ogni giorno quasi tutti i ragazzi devono raccontare una
novella al giorno sul tema stabilito la sera precedente (anche se qualcuno può astenersi da questa
regola). Alla fine di ogni giornata uno dei novellieri deve cantare una canzone
A questa regola generale ci sono però delle eccezioni:
• restano senza argomento la nona e la prima giornata. Quest’ultima non ha un argomento preciso
poiché ovviamente esso non era stato deciso il giorno prima)
• Dioneo, uno dei 10 novellatori, otterrà di non attenersi al tema stabilito, si sottrarrà all’ordine
casuale con cui prendono la parola in vari novellatori, parlando (tranne che nella prima giornata)
sempre per ultimo.
I ragazzi, però, non restarono sempre nello stesso posto: alla mattina della 5a giornata (domenica) la
bvrigata si trasferisce in un altro bello e ricco “PALAGIO” e iracconti della 7a giornata vengono
narrati nella VALLE DELLE DONNE, dove già il giorno prima la brigata si era recata per fare il bagno
Nonostante la permanenza nel contado duri 14 giorni, fra quasti solo 10 sono impiegati alle novelle:
il venerdì (giorno sacro della passione di cristo) e il sabato ( dedicato all’igiene e al riposo) il
novellare viene interrotto in entrambe le settimane

CARATTERISTICHE E OSSERVAZIONI: (400-401)


• esigenza di sistematicità e di ordine che è tipicamente medievale
• Struttura ASCENSIONALE: l’opera inizia con l’esempio negativo di Ciappelletto e si conclude con
l’esempio positivo di Griselda; oppure il fatto che nell’ultima giornata si assiste ad un innalzameto
sia SOCIALE che MORALE della materia (giornata dedicata ai nobili signori e ai gesti di
magnificenza e di libertà
• Apparente PARALLELISMO fra Decameron e Commedia dantesca
• In realtà la struttura del Decameron è orizzontale: per Boccaccio, LA VERITà (sempre relativa)
SCATURISCE DA UN RAPPORTO INTERDIALOGICO (ossia fondato sul dialogo fra gli uomini,
non da una ascesa verso Dio).
• I vari racconti tendono a disporsi per “grappoli” tematici, secondo le leggi di contiguità o di
opposizione, costituendo uno schema non evolutivo ma a “blocchi narrativi giustapposti”
• La verità non è più concepita come in modo statico, ma come processo dialogico
• la verità NASCE DAL CONFRONTO DALOGICO E DELLA DISCUSSIONE
• i novellatori esprimono un APPROCCIO POLIPROSPETTICO nel narrare
• i tre livelli esprimono modi diversi, distinti e tra loro intrecciati, di approccio alla realtà
• alla sposto della struttura complessivsa e il modello figurale della Commedia dantesca, c’è LA
VARIA ARTICOLAZIONE DI UN APPROCCIO SEMPRE APERTO E PROBLEMATICO AL REALE
• LE RUBRICHE rispondono a propri criteri narrativi: di vivacità e di incisività rappresentative,
mettere luce su un determinato aspetto della novella
• forza dell’inventiva umana e del caso
• viene meno il rigido criterio gerarchico di organizzazione del mondo
IL TEMPO E LO SPZIO, IL REALISMO E LA COMICITà: (405-406)
• Nel proemio si distingue il passato dal presente
• all’allontanamento dello spazio corrisponde quello del tempo
• luoghi: il polo del mediterraneo e il polo di firenze e della toscana
• nel secondo polo si mette in evidenze il passaggio da città a contado
• NOVITà: il tema polemico degli INURBATI, dove la folla urbana diventa protagonista e vengono
messi in scena gli abitanti di un intero quartiere (Andreuccio) e compare l’avventura cittadina
• REALISMO BOCCACCIANO riscontrato nel trattamento dello spazio e del tempo: sempre ben
definiti ed individuati
• VEROSIMIGLIANZA PSICOLOGICA delle situazioni e dei caratteri
• VEROSIMIGLIANZA SOCIALE. dal rapporto di coerenza fra individuo e tipo, fra singolo
personaggio e classe che esso rappresenta
• il REALISMO, evidente nella stessa attenzione di Boccaccio per tutte le categorie sociali, è
CAPACE DI DARE VITA AD UNA AMPIA E ARTICOLATA COMMEDIA SOCIALE
• IL REALISMO è inteso comico come diletto e considerato “UMANISTICO” poichè la comicità
realistica si accompagna sempre ad un DISTACCO, a un atteggiamento di SORRIDENTE
SUPERIORITà che non si lascia mai completamente coinvolgere
• REALISMO E COMICITà COINCIDONO
• il comico è strettamente legato alle manifestazioni concrete della vita
• FRA LA LIBERAZIONE DELLE FORZE REPRESSE (FORZE DELLA NATURA) E LA COMICITà C’è
UNO STRETTO RAPPORTO
• esiste una censura dovuta al valore positivo dell’onestà
• nonostante i novellieri e l’autore DICHIARINO IL PROPRIO RISPETTO PER LE PULSIONI
CARNALI, L’ONESTà è chiamata a fare i conti con le esigenze della vita associata e della civiltà

L’IDEOLOGIA DEL DECAMERON: (406-409)


• la fortuna e la natura sono le due MINISTRE DEL MONDO, l’uomo è condizionato da esse per
tutta la vita
• LA FORTUNA ha nell sue mani le vicende umane: muta le cose umane a suo piacimento e con il
suo potere sottopone noi umani alle sventure, i casi e gli accidenti. Si scioglie ogni nesso fra
spiegazione teologica e casi umani. IL POTERE DELLA FORTUNA è TEMA DELLA 2a GIORNATA
• la fortuna ha un peso decisivo nelle vicende umane: determina la condizione sociale, espone
l’individuo all’imprevisto continuo del cambiamento e ribalta le situazioni
• la RUOTA DELLA FORTUNA permuta la sorte umana
• concezione di fortuna INFLUENZATA DALLA PERCEZIONE STORICA DI UNA SITUAZIONE DI
CIRSI E DI RAPIDI CAMBIAMENTI
• rovesciamenti della fortuna possono essere negativi o positivi, STA TUTTO NEL SAPER
UTILIZZARE L’INGEGNO
• LA NATURA: è quella che determina lo specifico carattere di ognuno e il proprio tempramento.
• L’INGEGNO serve a contrastare la mala sorte, ad approfittare di quella buona e acontrollare (in
parte) la natura
• NATURA ED INGEGNO POSONO ENTRARE IN CONFLITTO
• LA NATURA condiziona l’uomo attraverso le sue spinte corporali, materiali
• ALLA NATURA è NECESSARIA UNA RESISTENZA che è rappresentata dall’ONESTà (virtu
eminentemente sociale) e dalla GENTILEZZA (virtù individuale)
• lotta su due fronti:
1. LOTTA CONTRO L’ IPOCRISIA E CENSURA SOCIALE: rivendica i diritti della natura e i propri di
scrittore
2. LOTTA A FAVORE DI UNA CONVIVENZA SOCIALE A FORTE IMPRONTA UTOPICA: libera, a
non anarchica
• vuole arrivare UN’EQUILIBRIO TRA NATURA ED ONESTà
• INGEGNO= forza che può essere a disposizione sia dellavirtù, che del suo contrario. l’ingegno è
necessario anche se per certi versi AMORALE. Nonostante ciò ha una NEUTRALITà ETICA poichè
dà all’uomo una possibilità in più nel conflitto tra fortuna e natura. L’INGENGO è UN VALORE
STRUMENTALE AL SERVIZIO DELL’UOMO
CONCLUSIONE:
La concezione del mondoè attraversata dalle esigenze di CONFLITTO EDI NUOVA CONCILIAZIONE
FRA DUE DIVERSI CAMPI: QUELLO DELLA NATURA E ELLA FORTUNA, E QUELLO DELLE VIRTù
SOCIALI ED INDIVIDUALI (onestà gentilezza). NEL MEZO TRA I DUE CAMPI CI STà L’INGEGNO,
strumento positivo a disposizione dell’uomo comeforza naturale ed esprssione di intelligienza,
dell’industria e della cultura individuali

LA RAGIONE, LA MORALE E LA POETICA DEL DECAMERON: (409-411)


• LA NUOVA ETICA si definisce nel rifiuto del carattere di rigida precettistica che era proprio di
quell vecchia e nella proposta di un COMPORTAMENTO PIù APERTO E PROBLEMATICO
• il comportamento dei protagonisti risulta, da un punto di vista etico, difficilmente classificabile
• una morale relativa e problematica che non obbedisce a una precettistica già nota e accettata, sia
essa di tipo religioso o cortese
• evidente funzione poliprospettica della struttura complessiva
• la ragione è invocata come BUSSOLA ORIENTANTE
• RAGIONE ANALITICA e non un’ideologia generale nè un sistema di valori
• la ragione è uno strumento per ricostruire un nucleo di civiltà
• L’INTENTO DELL’OPERA è EDONISTICO (finalizzato al piacere) E UTILITARIO
• il carattere utilitario assegnato all’opera, che insegna una MORALE RAZIONALE E
RELATIVISTICA
• il carattere edonistico e quello unitario sono complementari

LA SOCIETà DEL TRECENTO E LA “POSIZIONE” DEL DECAMERON:


• Nascente individualismo borghese
• l’intraprendenza, l’astuzia, la prontezza l’intelligenza, la ragione empirica ed analitica dei mercanti
• la borghesia italiana attraversa un momento di crisi di sviluppo dovuto alla bancarotta dei Bardi e
alla peste
• i fattori di crisi, agli occhi della società, fanno apparire i borghesi con aspetti di avarizia e
alienazione
• la classe cortese ha valori di onestà e di gentilezza, ma sperpera il suo denaro, ha la mancanza di
iniziativa economica (i nobili spendono al posto che investire i propri capitali), la liberalità condotta
fino allo sperpero dei capitali ( es: FEDERIGO DEGLI ALBERIGHI)
• secondo la visione utopistica di Boccaccio, egi aspirava ad una NUOVA ARISTORCAZIA capace
di equilibrare i valori cortesia della vecchia nobiltà e lo spirito di intraprendenza del nuovo
individualismo borghese: CONCILIARE LE DUE PRINCIPALI ESPERIENZE DELLA PROPRIA VITA
(LA GIOVINEZZA A NAPOLI E LA BORGHESIA DELL’INFANZIA)

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LA NOVELLA DI SER CIAPPELLETTO (PAMFILO)
• prima giornata, tema libero->motivo dominante religioso
• satireggia l’ipocrisia della borghesia per l’interesse degli affari, e la dabbenaggine degli uomini di
chiesa che rendono santo un peccatore
• mette in luce la volontà di Dio si realizza a dispetto delle azioni degli uomini
• rovesciamento ironico
• l’ambiguità di ciappelletto e il relativismo dei valori mondani
• netta distinzione tra il piano divino e quello umano
• molte delle affermazioni contenute nella novella sono false per trasmettere L’IRONIA DEL
ROVESCIAMENTO
• RELATIVISMO causato dalla separazione fra il libello divino e quello umano

LA NOVELLA DI ANDREUCCIO DA PERUGIA: (FIAMMETTA)


• seconda giornata, tema il potere della fortuna o del caso e delle incredibili avventure a lieto fine
(regina filomena)
• la fortuna, motore d’azione della narrazione avventurosa
• l’iniziazione di andreuccio che infine aguzza l’ingegno
• la compresenza di realismo ed elementi tipici delle fiabe
• ambientata a napoli
• rappresentazione dei luoghi precisissima

LA NOVELLA DELLO STALLIERE DEL RE AGILULFO


• terza giornata, tema il raggiungimento dell’oggetto del desiderio attraverso l’ingegno o l’”
industria” (REGINA NEIFILE)
• l’amore fa valere i propri diritti in ogni classe sociale
• democrazia dell’ingegno e dell’eros
• il peso della fortuna nelle vicende umane
• ambientata nella corte longobarda del re agilulfo
• gara nell’astuzia fra lo stalliere ed il re
• la fortuna, insieme all’ingegno, può capovolgere una situazione
• l’industria non solo mette alla pari, ma anzi rende superiore

LA NOVELLA DI TANCREDI E GHISMUNDA:


• quarta giornata, gli amori infelici
• la donna è posta di fronte al cuore o a alla testa dell’amante ucciso dai familiari
• l’autore vuole celebrare la nobiltà e la fierezza d’animo di ghismunda come un’eroina tragica
• carattere democratico dell’eros
• nobiltà d’animo della donna innamorata
• la naturalità degli istinti va accettata e rispettata
• riprende uno dei motivi dell’autodifesa dell’autore svolta nella introduzione della giornata
• elevatezza tragica della donna
• è impossibile resistere al CONCUPISCIBILE DESIDERIO e sfidare le LEGGI DELLA GIOVINEZZA
• il natural peccato
• la contrapposizione tra NOBILTà DI SANGUE E LA NOBILTà D’ANIMO

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