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Difficile rapporto con …. , luogo ci conflitti, legami ossessivi.

Interesse per tematiche esistenziali: ripiegamento sulle soggettività come reazione alle ansie e
spersonalizzazione del vivere sociale.
Principale interesse per tematiche intime, soggettive: certe superficialità ideologiche in Pirandello:
inspiegabile adesione al Fascismo proprio dopo il delitto Matteotti (1924).
Pirandello giunge a formulare negli scritti teorici una sua filosofia soggettivistica della vita ,
inspirata al relativismo di Simmel e altri autori contemporanei.
No riflessione sistematica, ma interessi filo, psico, estetici.
Linguaggio interpretativo e rappresentativo della realtà organica. Linguaggio espressionista,
incisivo, metaforico, sinestesie, accentuazioni espressive del lessico, paragoni metaforici.
Stile della prosa: dissonanze, ellissi, contaminazione di registri linguistici, lingua neutra (no influssi
dialettali). Linguaggio spesso basso, comune, quasi impiegatizio, a fine desublimante.
Scardinamento della successione cronologica, contaminazione di generi letterari (narrazione,
saggio, dialogo, discussione ...).
Arte che vuole fare ragionare, che vuole un lettore critico e distaccato (affinità con Brecht).
Narrazione discorsiva, parlata, dialogica, per mostrare il valore dell’uso critico del linguaggio al
fine di demolire o sostenere tesi.
Continua rielaborazione di temi ricorrenti, citazioni interne da opere ad opere, rielaborazioni
sceniche di novelle e romanzi.

Tu Ridi (1914) e C’è Qualcuno che Ride (1934).


Motivi di somiglianze: presenza del riso come tema presente in entrambe. Ricerca in entrambe
delle sue cause.
Differenze tra le due novelle: il riso nella prima novella è umoristico, qui non c’è umorismo. I
personaggi sono diversi: Anselmo è un “ragionatore”, sa prendere coscienza critica della sua realtà,
è pietoso, critico, rassegnato, mentre i personaggi delle due novelle ridono ignari, senza riflessione,
non si rendono conto di nulla, sono forse capri espiatori. Non c’è distacco, la conclusione è sospesa
ed angosciata; la folla ride sarcastica, senza sentimento.

Nella seconda 3 possibili interpretazioni:


-Novelle surrealiste scritte fra 1931 e 1936 (inserite nel volume “Una Giornata” e in “Berecche e la
Guerra”).
-Nelle novelle dell’ultimo periodo, “surrealiste”: incubo vissuto dall’interno, senza vie d’uscita.
Situazioni allucinate, oniriche, oppure fantastiche.. Mitizzazione della natura: realtà non finta, non
rarefatta e falsa (es. i fiori colti e pestati nel salone).
La società diversa dalla natura: rappresentata in termini grotteschi, espressionistici (es. i ballerini-
marionette o morti dissotterrati, i suonatori scheletrici).
Si estremizza il distacco da una trama consistente e si accentua la forza visionaria delle invenzioni.
L’atmosfera onirica è da incubo.
Pirandello congiunge l’aspirazione utopica alle condizioni autentiche con la critica delle società: il
surrealismo e l’espressionismo.
Le novelle surrealiste sono ormai estranee alla poetica dell’umorismo e presentano caratteri affini a
quelli dei “miti” teatrali: più lirici, addizione strofica, allusivi di momenti “epifanici“ in cui sembra
possibile cogliere una fusione primigenie uomo/natura; ma per lo più fusione di tratti espressionisti
e surrealisti: denuncia dell’oppressione sociale e politica (es. C’è Qualcuno che Ride).
Come nelle altre novelle, ma soprattutto qui, il dettaglio viene ingrandito, messo a fuoco tanto da
renderlo mostruoso, inquietante, perturbante, straniante. Il particolare viene isolato dall’insieme:
effetto sinistro, demoniaco o allucinato.
Estrema dimestichezza di Pirandello con le tecniche tipiche dell’Espressionismo: l’idea che la realtà
non abbia più ordine né gerarchia, la parte è ormai tagliata via da un tutto inafferrabile).

Di Sera un Geranio (1934).


Novella di evasione, di atmosfera fantastica e rarefatta. Qui un morto fantastico avverte il
progressivo dissolversi della sua sensibilità, della sua esistenza come identità. Nel finale c’è il
ritorno dissonante umoristico della realtà, che capovolge l’effusione; ironia, riflessione. Esperienza
fantastica di ciò che accade dopo la morte.
Motivi nuovi:
-Il morire: perdere il corpo, le forme, riemergere dal tutto vitale, informe dentro l’essere, fino ad
allora chiuso nelle forme. Però questo significa ora esperienza di dispersione, l’aderire alle cose,
l’essere le molteplici cose, farsi natura, oggetti, luce, colori.. .
-Tema della metamorfosi: esperienza esaltante, naturalistica, straniante, inebriante, di godimento e
celebrazione dell’io (per Dia. (?)).
Per Pirandello: è il perdere la forma costruttiva, il liberarsi di essa liberando la vita, è l’esperienza
emozionante e liberatoria, ma può essere solo momentanea. Forse dopo la vita il morire potrà
significare questo: distaccarsi dalle forme del corpo e disperdersi in molteplici nature, aderire ad
esse, ma, così, dissolvere le proprie definite identità -> sgomento del disgregarsi e diffondersi nelle
cose.. svanire nelle cose che ora, però, non hanno più senso per sé e non sono più niente per lui.
Morire: sbiadire a poco a poco fino all’annullarsi dei sensi, scoprire il vuoto, è un perdere coscienza
e ricordo sempre più della vita, disperdersi nella tristezza infinita di una così vana eternità.
Desiderio di aggrapparsi ancora all’esistenza, di mantenere ancora una consistenza in una cosa,
anche qualunque.
Conclusione surreale e qualcosa di lirico romantico, fantastico.
L’accendersi del geranio: presenza di qualcosa in sé.
Le novelle scritte da Pirandello per tutta la vita, dagli anni 1890 fino agli anni ’30:
Caratteri delle novelle umanistiche.
Le novelle furono scritte per tutta la vita, poi, nel 1922, viene presa la decisione di riorganizzarle e
pubblicarle entro un unico progetto, sotto il titolo “Novelle per un anno” (che suddivide in 24
volumi, 15 novelle per ciascun volume, per un totale di circa 360 novelle, circa una per ogni giorno
dell’anno).
Così estrasse le novelle già scritte nelle precedenti raccolte e le inserì in nuove unità organizzative.
Un’opera non completata a causa della morte: pubblica solo 15 volumi dei 24 progettati (circa 225
novelle in totale).
La struttura della raccolta, però, è enigmatica e non è chiaro il criterio di organizzazione (non è né
cronologico né tematico). Da un lato, dunque, precisa strutturazione numericamente razionala, ma
dall’altro assenza di un principio nella suddivisione dei testi dentro questa scansione: c’è una
contraddizione. Perché? Forse perché vuole alludere allegoricamente alla sostanza caotica,
molteplice, priva di ordine della vita, alla sua frantumazione ed insensatezza.
Il titolo: pone in rilievo il tema del tempo (richiamo all’antica tradizione ellenistica: il Decameron),
ma il tempo ora è percepito come dissipazione, caos, caducità, casualità di eventi, non come
progresso rettilineo.
Personaggi, vicende e paesaggi sono immersi nella caducità caotica e casuale della vita. Da un lato
un massimo di realismo, una commedia sociale (ambienti contadini, borghesi, nobiliari, riti,
linguaggi..), dall’altro una commedia umana senza spiegazione, sprofondata in un vortice fatto di
contraddizioni, molteplicità, paradossi.
Caratteristiche stilistiche costanti (accetto le novelle surrealiste):
Linguaggio: volutamente basso e quotidiano, quasi impiegatizio, con il fine di desublimazione della
vita.
Nelle novelle surrealiste si allude a momenti “epifanici” in cui sarebbe possibile cogliere una
fusione uomo/natura, ma spesso tratti espressionisti e surrealisti di spietata denuncia delle
convenzioni sociali (es. C’è Qualcuno che Ride).
Aspetti particolari delle novelle pirandelliane:
-L’isolamento espressivo del particolare: tendenza a zoommare, a riprendere da vicino il particolare
isolandolo dal resto: particolare grottesco, “mostruoso”, perturbante. Il particolare viene scisso dal
resto ed assume un valore straniante (tecnica tipica dell’Espressionismo).
-Il paesaggio: appare distaccato ed è l’ironico scenario delle sventure umane (natura indifferente, a
volte addirittura beffarda e maligna).
-Critica portata a fondo dall’idea di verità assoluta (dovuta alle scienze positiviste, o al dogma
religioso, o all’idea spiritualista o idealista..) ed affermazione del carattere relativo di ogni opinione
e visione del mondo (quasi verso il nichilismo), ma in Pirandello un nichilismo non totale: spesso
c’è in lui l’idea della sua doverosa indagine sulla realtà, condotta con strumenti razionali (es.
frequente nelle novelle processuali dove si conduce un’indagine) per opporsi e demolire le
interpretazioni tradizionali e convenzionali, e poter giungere a verità non assolute ma relative.
-La struttura dominante: una narrazione discorsiva, spesso parlata, dialogica, che sembra mostrare il
valore dell’uso critico e straniante del linguaggio, ai fini di sostenere o demolire tesi e persuadere
della bontà di una dimostrazione argomentativa.

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