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• 1916: la
morte prematura della madre, avvenuta quando l'autore aveva solo 15 anni,
segnerà la vita sentimentale di Jardiel, alla ricerca disperata di una donna che
lui stesso definisce mujer interior o cubica (“che ha uguale larghezza, uguale
altezza, uguale profondità). Le delusioni amorose dell'autore, dovute a un
presunto complesso di Edipo, condizioneranno i personaggi femminili delle sue
opere, spesso criticati ferocemente. • 1922: pubblica il primo racconto breve,
“El plano astral”, in cui emerge interesse verso l'esoterismo e la dimensione
onirica. • 1926-27: pubblica 5 lipogrammi per il quotidiano “La voz”,
componimenti letterari in cui l'autore esclude tutte la parole contenenti la
lettera E. • 1927: porta in scena la commedia “Una noche de primavera sin
sueno”, ma è anche l'anno della rinascita letteraria dell'autore, che ripudia tutti
i suoi scritti precedenti (tranne “El plano astral”), e decide di abbandonare la
letteratura seria e drammatica a favore dell'umorismo. Sviluppa quindi una
tipologia di umorismo ispirata all'opera di Ramon Gomez de la Serna, condivida
dai membri della “Otra generacion del 27” • 1928-1932: pubblica 4 romanzi
umoristici, che rientreranno nella “Raccolta di grandi romanzi umoristici”
(“Amor se escribe sin hache”, “Esperame en Siberia.. vida mia”, “¿Pero.. hubo
alguna vez once mis virgenes?”, “La tourneé de Dios”) I primi 3 sono una
trilogia, e parlano d'amore in versione parodica; Jardiel ribalta i luoghi comuni
sui romanzi sentimentali. I 4 romanzi vengono censurati dalla dittatura
franchista nel '39 perchè considerati pornografici. • 1932: intraprende la
carriera di sceneggiatore cinematografico e si reca ad Hollywood per lavorare
alla Fox. • 1952: muore a causa del cancro. Jardiel e “La otra generacion del 27”
Jardiel rinasce come scrittore nel 1927, anno in cui si converte all'umorismo ed
entra a far parte della “Otra generacion del 27” (Renovadores del humor),
composta da Jardiel, Mihura, Neville, Lopez Rubio, Antonio de Lara “Tono”. Per
loro l'umorismo, definito Humor Nuevo, è un genere indipendente e autotelico
(cioè fine a se stesso), caratterizzato da incongruenza, inverosimiglianza,
assurdo, paradosso (sentimento del contrario); è una filosofia di vita, una fonte
di salvezza con cui ridere dei drammi del mondo. Il maestro indiscusso degli
umoristi del 27 è Ramon Gomez de la Serna, il quale inventa un tipo di
umorismo chiamato greguerìa, un aforisma definito da lui come Metafora +
Humor, caratterizzato dall'accostamento di elementi incogruenti, personali,
peculiari (esempio: Las piramides son las del desierto). Il secondo punto di
riferimento è Ortega y Gasset, filosofo che nel saggio “La deshumanizacion del
arte” esprime la sua visione dell'arte: essa deve abbandonare l'ossessione per
la realtà oggettiva e analitica, e ripartire da una realtà inedita e soggettiva,
partorita dall'immaginazione dell'autore. Ortega y Gasset propone una visione
ludica dell'arte, in cui essa è desrealizada, ovvero privata degli elementi reali
per dare spazio alla visione dell'artista; un'arte ludica che rifiuta la
trascendenza, si sgrava di ogni impegno politico e sociale e redime l'uomo
dall'angoscia esistenziale con una risata terapeutica. Gli scrittori della “Otra
generacion del 27” iniziano a pubblicare testi umoristici su alcune riviste
satiriche, come “Buen Humor”, fondata nel 1921 dal caricaturista Sileno. Jardiel,
nel prologo del primo romanzo “Amor se escribe sin hache”, dedica parole di
gratitudine a Sileno, riconoscendo l’importanza della collaborazione con la
rivista. Altre riviste sono “Gutierrez”, “La ametralladora”, e infine “La codorniz”
fondata da Mihura. Mihura rifiuta l’umorismo classico e si esprime con giochi di
parole, tautologie, iperboli e metafore. Il jardielismo L’umorismo jardielesco
risente fortemente dell’influenza di Ramon e Ortega. L'umorismo di Jardiel è
l'umorismo castizo (della Castiglia), violento e aggressivo, proveniente da
un'antica tradizione letteraria (Cervantes); caratteristiche fondamentali sono la
provocazione arguta e sagace, accompagnata da una nota di scetticismo e di
cinismo. Alcuni critici, sulla scia di Marquerie, hanno ribattezzato il suo
umorismo “Jardielismo”, al fine di rimarcare l'originalità stilistica di un autore
che elabora un'estetica propria. (“..Se mezclan la fantasìa, las seres anormales
y extravagantes.. Realiza la deformaciòn de un mundo desrealizo y para llegar
al mayor grado de deformaciòn e inverosimilitud posibles inyecta una dosis
fuerte de exageraciòn, pues sin desproporciòn no hay belleza posible..”) Ma
cos’è l’umorismo per Jardiel? Nel suo saggio “Tres realidades correspondientes
al humorismo”, egli afferma che l’umorismo non può essere catalogato ed
etichettato, e critica chi prima di lui l’ha fatto (anche se lui stesso lo definisce).
Per Jardiel, definire l’umorismo è come inchiodare una farfalla con un palo del
telegrafo, è cioè impossibile.
L’umorismo jardielesco è: 1) una filosofia di vita, perché possiede una matrice
spirituale: è un’inclinazione dell’anima, che analizza il mondo e ride di ciò che
ha analizzato. Non è quindi un genere letterario e non può essere classificato
perché è assurdo classificare l’anima. 2) terapeutico, perché depura e
disintossica la vita, è il disinfettante che salva l’uomo e l’autore dalla volgarità
dell’esistenza; serve a sdrammatizzare, a ridere delle cose negative. 3)
intellettuale, perché solo un pubblico colto e scelto può capire l’umorismo; il
pubblico deve avere le competenze necessarie per cogliere il messaggio
umoristico, per cui Jardiel accompagna il lettore e gli ricorda che ciò che legge è
finzione (è stato definito “lazarillo” à chi conduce il cieco). L’umorismo e il
comico procedono di pari passo con il progresso dell’uomo e costituiscono
l’immagine della nobiltà spirituale, in contrasto con la volgarità dell’arte tragico-
sentimentale. In questo saggio cataloga anche i lettori dell’umorismo,
distinguendo tra cretinos (secondo cui l’umorismo è un’arte minore), hombres
vulgares (se ne avvalgono per dimenticare le angosce), hombres discretos (lo
giudicano un genere lodevole), hombres inteligentes (lo considerano l’essenza
della vita). Deve esserci una “mediazione” fra le 2 parti, basata sulla nozione di
sospensione del sentimento: l'autore non deve commuoversi durante la fase di
elaborazione del messaggio umoristico, e il lettore deve sospendere il
sentimento di pietà per decodificare correttamente tale messaggio. Grazie al
costante appello al lettore, Jardiel ribadisce il carattere di finzione della sua
opera. Il continuo contatto con il lettore comporta a volte l'interruzione del
discorso narrativo in favore di osservazioni e battute estranee alla diegesi. 4)
autotelico, fine a se stesso. Ne deriva la mancanza di tesi: l’autore non vuole
dimostrare nessuna teoria. 5) ipertrofico, invasivo, presente in tutto.
L’umorismo è mezzo e fine dell’opera letteraria. I pilastri del suo umorismo 1)
Inverosimiglianza: non c’è nessun collegamento con la realtà, l’umorismo è
disumanizzato e anti mimetico. Per Jardiel l’inverosimiglianza è il contatto con il
divino, l’essenza dell’arte in opposizione alla volgarità della massa assopita.
Jardiel intraprende una battaglia contro la rappresentazione oggettiva della
realtà. 2) Incongruenza: rottura di ogni logica, proprio perché non c’è nessun
contatto con la realtà; ciò comporta una successione di sorprese 3)
Deformazione 4) Iperbole: esagerazione che porta alla deformazione dei
personaggi 5) Accumulazione: insieme di azioni che sono ridicole I personaggi:
nei romanzi e nel teatro Sono caricaturali e grotteschi, agiscono facendo leva
sulle convenzioni e i clichè rappresentati dai personaggi delle opere
sentimentali, principale bersaglio del suo umorismo. Sono personaggi
eccentrici che alterano, ridicolizzandoli, gli eroi e le eroine romantiche del
genere sentimentale, smascherandone l’artificiosità. Jardiel propone la
versione caricaturale di personaggi standardizzati, principi fondanti (Ipertesto).
La lingua dell'ipertesto rappresenta un'immagine deformata dell'ipotesto.
Margaret Rose completa la definizione di Bachtin attraverso il concetto di
“sintesi bitestuale”, per cui il testo parodiato diventa la tesi a partire dalla quale
l'autore elabora un antitesto. I procedimenti letterari del genere parodiato
vengono ripresi e rielaborati, mettendone così in discussione i fondamenti. Il
genere parodico quindi, non appartiene al genere parodiato, ma ne costituisce
l'immagine deformata. Ferratini definisce la parodia un “sistema ternario”, in
cui i punti di riferimento sono l'ipotesto, l'ipertesto e il lettore, che deve sapere
individuare la ricezione polemica a parte auctoris e superare il modello
attraverso la sua riscrittura. Il lettore deve condividere con l'autore un sistema
di valori, grazie al quale potrà decodificare correttamente spie disseminate nel
testo. L'ipertesto è considerato come tesi (ipotesto) + antitesi (critica) + sintesi
(ipertesto). Freud dice che la persona a cui viene detto il motto di spirito deve
trovarsi in un accordo psichico con l'autore, e che la carica eversiva
(=ribaltatrice) della parodia presuppone la partecipazione del lettore e la sua
disponibilità a superare i contenuti del testo parodiato. AMOR SE ESCRIBE SIN
HACHE Novela casi cosmopolita Composizione • Dichiarazione di Copyright: in
essa si intuisce già il tono umoristico. E' presente anche una frase in inglese
(Yes. Have non bananas), che riproduce il titolo di una canzone famosa negli
anni '20 (“Make it snappy”). • Dedica rivolta a Josefina Pegnalver (ex compagna
di Jardiel): lo abbandona per fuggire con un pianista, e gli lascia in affidamento
la figlia Evangelina. • Ruego al lector: l'autore si rivolge al lettore, chiedendogli
in maniera scherzosa, di prestare i libro a un amico, per comprarne poi un'altra
copia, prestarla nuovamente, e così di seguito all'infinito. Nella seconda e terza
edizione ringrazia i lettori, che definisce gente encantadora. Emerge fin dal
principio la volontà di stabilire una relazione di complicità col pubblico, a cui
Jardiel dà del tu. • 8986 palabras a manera de pròlogo: qui è presente un
autobiografia sintetica, in cui l'autore illustra il suo ritratto fisico e morale, la
sua filosofia, le sue opinioni, con tono scherzoso. Espone la sua idea misogina,
compiendo una distinzione netta fra la donna ideale e quella reale: pochi anni
prima pensava che la Chiesa stesse commettendo una mostruosità nel non
riconoscere l'esistenza dell'anima femminile, ora pensa che la Chiesa abbia
ragione. Espone anche l'intento dell'opera, ovvero parodiare il romanzo
d'amore: si propone di svelare l'inconsistenza dei luoghi comuni dei romanzi
d'amore, offrendone una versione parodica che riprende i nuclei tematici del
genere, al fine di evidenziarne la falsità e il ridicolo. • Appendice breve: qui
afferma che la verità non è mai assoluta, riferendosi alle verità assolute che il
genere parodiato diffonde in merito al sentimento amoroso, e offre la sua
opera come chiave d'accesso a una possibile verità che si fonda sulla
negazione e sul superamento dei falsi valori del romanzo d'amore. • Nota
importante • Corpo del testo: suddiviso in 3 libri e 12 capitoli → → “Libro
primero. Terceto: el marido, la mujer y el amante” : qui sono presentati i 3
protagonisti (Sylvia Brums, Zambombo, Paco Arencibia → non crede
nell'amore, per cui non gli importa dei tradimenti della moglie), e ci si focalizza
sull'unione fra i 2 amanti, che, superato l'ostacolo del marito, possono vivere il
loro amore in libertà. I due persoaggi coinvolti nella relazione presentano
caratteristiche antitetiche: Zamb è goffo, ingenuo e provinciale, ma nutre
sentimenti sinceri nei confronti di Sylvia; quest'ultima è passionale ed egoista,
e vive l'amore come un capriccio momentaneo. → “Libro segundo. Dùo: la
mujer y el amante”: i due amanti sono in giro per l'Europa, alla continua ricerca
di stimoli. Alla fine Zamb viene abbandonato su un'isola deserta, e l'autore
lancia qui il messaggio per cui l'apatia, l'odio e l'insoddisfazione corrompono
l'amore → “Libro tercero. Romanza: el amante”: Zamb, abbandonato e solo,
interrompe le ricerche di Sylvia e si rassegna, assumendo una condotta
inaccettabile: si fa cacciare dai luoghi per disturbo della quiete pubblica. Zamb
perde ogni interesse nei confronti dell'amore e diventa misogino e misantropo.
Grazie all'amico Fermìn, Zamb smette di credere nell'amore, convincendosi che
non è importante, poiché, come sostiene la teoria di Fermìn, si scrive senz'acca.
• Nota: elenca i nomi di tutte le caffetterie in cui ha composto il romanzo in 96
giorni, e la cifra spesa per i 112 caffè. • Appendice: riproduce, in chiave
umoristica, lo stile di scrittori, politici e scienziati, immaginando possibili
recensioni del suo romanzo. Ibridazione dei generi • Autobiografia: presente
nel prologo, in cui Jardiel fa un ritratto autoironico. E' un narratore
autodiegetico, cioè un narratore che parla in prima persona ed è protagonista.
J. inserisce tale biografia per stabilire una complicità col lettore. • Teatro:
l'autore introduce tecniche letterarie dell'arte drammatica, come ad esempio -
il nome del personaggio che precede la battuta (dialogo Zamb e Flagg p84) - il
passaggio dal discorso indiretto a quello diretto (dialogo Zamb e Flagg p84) - la
microcommedie: introduzione di una scena teatrale della commedia “Pescaìto
frito” alla quale assistono Zamb e Sylvia, in cui viene parodiato il linguaggio
degli attori. • Saggistica: tramite l'utilizzo di note a piè di pagina precedute da
asterisco (p86) → sono commenti satirici sui personaggi, traduzioni di termini
stranieri, spiegazioni di concetti ovvi, cammei letterari, citazioni apocrife (cioè
citazioni attribuite ad autori, che però non le hanno mai pronunciate). La nota
causa l'interruzione della narrazione, con l'obiettivo suscitare il riso del lettore.
• Linguaggio giornalistico: viene utilizzato in una sola occasione, cioè quando
Jardiel prende spunto da una vicenda riportata sui quotidiani parigi. L'autore
riporta il titolo dell'articolo, che sarà d'ispirazione per Zamb (il quale si traveste
da Fantomas per sedurre la donna amata) • Linguaggio epistolare: Jardiel
inserisce il modello circolare che Paco Arencibia manda alle conquiste della
moglie, e trascrive inoltre la prima lettera d'amore che Sylvia redige per Zamb,
parodiando il linguaggio amoroso (con improbabili descrizioni metaforiche del
paesaggio). Nella lettera di Sylvia, lei utilizza il termine “nichilista” per
descrivere l'aroma prodotto dalla sua pelle in assenza di Zamb (p87). •
Tipografia: l'impiego di illustrazioni avvicina il romanzo alle avanguardie
letterarie, in cui l'immagine diviene parte integrante del testo. Vi sono 3 tipi di
immagini: - sostitutive: utilizzate per sostituire le parole, come quando Zamb
disegna un orologio per indicare l'ora - completive: completano il racconto
(p90) - pubblicitarie: riproduzione di cartelli pubblicitari (p91) Analisi dei
personaggi (caricaturali, inverosimili, disumanizzati, meccanizzati) Sylvia Brums
si ispira a un personaggio abbozzato da Jardiel in un articolo di Buen Humor, in
cui emergono le caratteristiche principali della donna: frivolezza, superficialità,
cosmopolitismo. L'autore ricorre sin dall'inizio alla tecnica dell'accumulazione:
Sylvia viene ritratta mentre 6 persone si prendono cura contemporaneamente
del suo corpo, mentre lei legge un libro. La sua artificiosità diventa palese
quando Sylvia si definisce una “heroina de novela”, mostrandosi consapevole
dello stereotipo che incarna. Jardiel quindi, stabilisce un patto di finzione con il
lettore, privando il personaggio di realismo, come quando narra le origini di
lady Brums inserendo dati geografici immaginari commentando che non
esistono. Sin dal I capitolo, veniamo a conoscenza del fatto che Lady Brums ha
amato l'intera servitù del castello, e ha conosciuto l'amore con il giardiniere
Jim. L'episodio della passione con Jim si ricollega con il romanzo di David
Herbert Lawrence, L'amante di Lady Chatterley: Jardiel parodia la scena
dell'iniziazione sessuale di LC, a partire dal ruolo simbolico che riveste la
vegetazione del bosco, che in ASESH si trasforma in un parco privato. Le
pulsioni intime di LC si traducono nella parodia in un volgare impulso erotico, e
l'unione fra i 2 amanti si riduce a un mero atto meccanico. Nella descrizione
della bellezza di lady Brums, essa viene associata a elementi naturali (pietre,
piante) e ad animali (reificazione e zoomorfizzazione). La sua concezione
dell'amore è frivola e superficiale: per lei l'amore è un accessorio, come un
reggiseno, un anello, o un cappello (p94-95). Il personaggio non subisce mai
nessun processo di evoluzione, mostrando un'immagine caricaturale, che
estremizza gli stereotipi della femme fatale dei romanzi sentimentali. Zamb
sperimenta invece un percorso involutivo, che lo porterà a cambiare
radicalmente idea sulle donne e sull'amore. E' un personaggio goffo, inesperto
e ingenuo; a differenza di Sylvia, ha vissuto poche avventure sentimentali con 4
donne che incarnano gli stereotipi del romanzo rosa: Luisita, che agisce
applicando i cliché appresi nei romanzi rosa; Drasdy, baby-sitter che conosce
tutte le lingue tranne il castigliano, che Zamb abbandona quando impara lo
spagnolo, perchè la trova volgare; Ramona, che pratica il sadomasochismo; e
Manolita, donna religiosa che considera il sesso come un peccato e si rifugia in
chiesa dopo averlo praticato. Il desiderio di sedurre Sylvia fa si che egli rimanga
vittima delle grottesche avventure che mette in atto, causandosi gravi danni
fisici (come quando inscena un suicidio e rimane ferito). Quando Sylvia lo
abbandona sull'isola deserta, inizia la sua trasformazione da innamorato a
misogino. Paco Arecibia è l'antagonista di Zamb, marito di Sylvia. Egli
sperimenta la metamorfosi inversa: abbandona il ruolo di misogino per
tramutarsi in un innamorato ingenuo, soggiogato da Mignonne. L'artificiosità
dei personaggi emerge anche da quelli secondari, come Fermìn, che ha svolti
molteplici e assurdi mestieri negli anni (cowboy, ballerino, lustrascarpe, pittore,
campione di biliardo..). L'autore sviluppo i topoi del romanzo rosa: il triangolo
amoroso, il viaggio a Parigi, il cosmopolitismo, il naufragio.. Il paragrafo in cui i
2 naufragano sull'isola deserta si apre con un commento sul cliché dell'isola
(No serìa yo un verdadero novelista si no hiciera que mis naufragos
encontrasen tierra al amanecer del dìa siguiente). Vengono poi introdotti altri
topoi, come il linguaggio degli innamorati, il fascino del tramonto etc; l'autore
parodia il tramonto all'interno di una poesia cosmica, in cui la descrizione lirica
del crepuscolo, viene interrotta attraverso una brusca trasposizione del
discorso poetico in una dimensione reale (p98). In seguito all'abbandono di
Sylvia, Zamb troverà conforto in una compagnia teatrale che giunge nell'isola
dopo un tragitto a nuoto. Tecniche linguistiche Questo umorismo viene definito
facile o primario, perchè suscita nel lettore una reazione immediata, si coglie
subito. Al contrario, l'umorismo intellettuale o secondario richiede la riflessione
del lettore. Le strategie linguistiche rilevabili nel romanzo sono: • Similitudini e
associazioni incongrue: qui Jardiel è stato molto influenzato dalla greguerìa
ramoniana, per via dell'accostamento ad elementi appartenenti ad ambiti
inconciliabili. Le similitudini conferiscono un potente contenuto visivo, come in
quella in cui il marito di Sylvia decide di suicidarsi (p101); qui abbiamo
l'accostamento tra un'intenzione astratta (condurre Sylvia sul buon cammino) e
un gesto concreto ma iperbolico (condurre a piedi 15 gatti). In altri casi Jardiel
ricorre all'uso della sinestesia (p101), attribuendo qualità astratte a un oggetto
inanimato. Nel testo vi sono anche associazioni incongrue, come ad esempio:
La vida esta llena de sorpresas y de protozoos del paludismo. • Aforismi: i
principali temi sono la donna, l'amore e l'arte, con un forte richiamo agli
aforsmi Wildiani. L'autore condivide con Wilde la concezione dell'arte fine a se
stessa, e la visione misogina, secondo cui la caratteristica principale della
donna è la vanità. Negli aforismi sulle donne è presente anche la
zoomorfizzazione, dato che la donna viene accostata al cane. (p102). • Dialogo
comico logico: dialoghi insensati, formati da pensieri e parole incoerenti e
slegate fra loro (p103-104) • Calembours o giochi di parole: si manifestano
attraverso l'omofonia e la polisemia (p104) • Gramellot e neologismi (p105): la
pratica del gramellot, tipicamente teatrale, consiste nella nome, cognome,
soprannome, età, num di omicidi commessi, anni di galera, e precedente
professione. La comicità della scena deriva dal contrasto fra la serietà
dell'assemblea, che si svolge secondo norme talmente rigide da punire con la
morte chi le trasgredisce, e i contenuti dibattuti. Il presidente lamenta la crisi
del mestiere, minacciato da poliziotti e carabinieri, e se la prende con lo Stato
che non riconosce l'assassinio come una delle belle arti. L'idea sembra trarre
ispirazione da un articolo umoristico di uno scrittore inglese. L'umorismo nero
è qui intensificato dalla spontaneità con cui i personaggi si sottopongono alla
morte punitiva, come avviene per uno dei soci, ucciso per un errore
grammaticale. Questo episodio affronta alcuni temi come la morte e la
violenza, provocando uno spostamento di significati tramite l'uso
dell'umorismo, il quale provoca una risata liberatoria e annulla la
drammaticità. • Il secondo esempio di micro-storia è quello in cui Mario
inciampa, sulle scale della metropolitana di Parigi, in un signore palalitico che
gli chiede di condurlo, in braccio, verso la piazza dell'Opera. Il personaggio si
presenta come un globe-trotter, e lascia a Mario un bigliettino da visita che
riassume la sua storia (p128). Questo micro-racconto diventa un caso
esemplare di umorismo nero. • Il terzo esempio riguarda l'incontro di Mario
con dei banditi corsi che intonano i romantici versi della serenata di Zivago.
Jardiel offre due diversi versioni del racconto: la prima (quella falsa) propone
un dialogo gentile fra Mario e i banditi, la seconda (quella vera). Entrambe sono
anticipate da un commento dell'autore, che realizza un intervento
metanarrativo informando il lettore l'intenzione parodica del primo dialogo,
svelando l'artificiosità della scrittura romantica. Jardiel si è ispirato al racconto
di Merimée Colomba, in cui la serenata diventa strumento di seduzione,
mentre nella parodia è intonata da truci banditi. • Nel suo viaggio in Corsica,
Mario incontra anche la figura di Siska, che salva il protagonista dopo
l'abbandono in mare dei pirati. E' una donna dalla capigliatura rossa,
masochista e virile, che si dedica alla pittura rupestre. Siska conduce Mario alla
locanda di Hipolituccio, nota come posada u hotel de vendettas, per assistere
alla faida fra due famiglie rivali, Idiotinnis e Cretinaccis. I capostipiti delle due
famiglie (Orso e Brando) si danno appuntamento accompagnati dai 19 e 22
figli, impegnati in una partita a domino. Essi si rifiutano di interrompere la
partita e causano così la morte dei padri. Autore e lettore: un patto di
complicità Le continue incursioni dell'autore, sotto forma di commenti, note,
asterischi,..., costituiscono un esempio di metalessi narrativa: ogni intrusione
dell'autore nella narrazione; l'autore fa appello al lettore affinchè si concentri
sui meccanismi narrativi, per scoprirne l'artificiosità, come quando il
protagonista incontra casualmente Palmera: l'autore trasforma il lettore in
personaggio. In altri casi il lettore è chiamato a “completare” il testo, come
quando l'autore gli affida il compito di completare il dialogo amoroso fra i
protagonisti, interrotto dai loro baci o dai lamenti del marchese, inserendo le
vocali nei punti mancanti. Jardiel si diletta anche a trascrivere le possibili
reazioni del lettore, inserendo il commento di un lettore giovane (il quale prova
sconcerto di fronte alla disinvoltura della protagonista) e di un lettore maturo
(cinico e sarcastico). Le reazioni del lettore possono anche esprimere il fastidio
di fronte alle continue digressioni dell'autore. In altri casi, Jardiel fa appello solo
alle lettrici in maniera provocatoria; ad esempio si diverte a scandalizzare le
lettrici con un dialogo di tipo “erotico” fra Mario e Mimì. ¿PERO.. HUBO ALGUNA
VEZ ONCE MIL VIRGENES? Novela del donjuanismo moderno Composizione •
Dichiarazione di Copyright: in cui cita il titolo di una canzone del tempo, Five
o'clock tea, appartenente al musical The cocoanuts. • Dedica: rivolta a se
stesso. In essa si definisce il suo peggior nemico, in quanto alla ricerca costante
di una donna ideale (quest'ultima cosa la spiega in Misterio femenino). •
Cornice vuota: destinata ad accogliere le dediche del libro, da parte dell'autore
a coloro che lo compreranno. • Tesi del libro: l'autore immagina un ipotetico
dialogo fra il protagonista e il lettore, in cui il primo chiede al secondo se siano
esistite 11mila vergini. Il lettore risponde che si tratta di un'ipotesi verosimile,
dato che sono esistiti 12 apostoli, 10 comandamenti, 7 piaghe e 4 vangeli. Il
protagonista argomenta allora che il mondo si ripete ciclicamente, per cui vi
sono moderni apostoli, comandamenti, piaghe ed evangelisti, ma di vergine
nemmeno una. Vieni quindi introdotto il tono irriverente con cui l'autore
tratterà il tema religioso. • Aperitivo con aceitunas: introdotto da alcune
vignette che anticipano le questioni dibattute fra autore e l'editore Ruiz
Castillo. Jardiel gli disse che nel suo romanzo sono presenti donne senza
vergogna poiché la sua scrittura è sincera e non può parlare di romantici idilli.
L'autore propone l'umorismo come strumento salvifico per gli esseri umani. •
Prologo: dedicato al medico Gregorio Maragnon, scrittore di articoli scientifici
in cui esamina le caratteristiche biologiche del Don Giovanni. Il saggio che
compone il prologo si divide in 7 paragrafi, in cui l'autore, avvalendosi
dell'esempio di Adamo ed Eva, espone le proprie teorie sul donjuanismo
moderno; egli si serve dell'episodio biblico per spiegare che il mondo poggia su
3 colonne: stomaco (=le necessità grossolane del corpo), sesso (=le necessità
del corpo in relazione con l'anima), denaro (=il potere possessore-dominatore
assoluto), elementi che il Don Giovanni incarna. Secondo Jardiel, Don Giovanni
è un cretino, che gode di successo con le donne grazie alla sua testardaggine.
Già a partire dal prologo, il lettore capisce che questo romanzo è una riscrittura
parodica del saggio scientifico. • Corpo del testo: suddiviso in 4 parti, che
raccontano la biografia del Don Juan que se llama Pedro, composte da 22
capitoli. La prima parte descrive l'incontro fra Pedro e Vivola che si conclude
con il rifiuto di lei, mentre la seconda e la terza mostrano la fama e le conquiste
del protagonista; la quarta parte si riallaccia alla prima, essendo incentrata
verso la coppia e sull'innamoramento di Pedro. Il romanzo non ha quindi un
ordine analitico. • Appendice finale: è introdotta da una spiegazione dell'autore
che si presenta come tale e smaschera l'artificiosità del romanzo. Si rivolge
quindi al lettore x offirgli gli ipotetici articoli di giornale che sarebbero apparsi
in seguito alla morte dell'eroe; segue il finale che l'autore avrebbe scritto se
Pedro fosse realmente esisito. Jardiel prosegue infine il dialogo fra il
protagonista e il lettore in merito all'esistenza delle 11mila vergini, riportando
la leggenda di Sant'Ursula e le 11mila vergini che morirono lottando per il loro
pudore e i cui resti furono trasportati a Colonia, dove sorge un convento
dedicato alla santa. L'autore contesta l'interpretazione dell'iscrizione in latino
scolpita sulla porta dell'edificio (Santa Ursula e 11mila vergini) e propone
“Sant'Ursula e 11 martiri vergini”, dimostrando che le vergini scarseggiavano
anche in epoche passate. Analisi testuale Con ques'ultimo romanzo Jardiel
compone l'ultimo capitolo della trilogia amorosa. Il percorso che l'autore segue
si compone di 3 fasi evolutive: 1. nel primo romanzo viene tratteggiato un
amore superficiale che si conclude con la misoginia dell'uomo; 2. nel secondo
romanzo si propone un amore pieno di ostacoli stroncato dalla morte
accidentale del protagonista, cui segue prontamente la consolazione materiale
della donna; 3. nel terzo romanzo il sogno d'amore del protagonista rimane
incompiuto, e segue il suicidio. Mito e parodia Jardiel recupera il mito del Don
Giovanni prendendo spunto da 2 saggi scientifici ad opera di due medici: •
Ramiro de Maetzu difende le origini spagnole del mito, ed esamina le
caratteristiche del Don Giovanni, il quale diviene incarnazione del capriccio
assoluto. Per lui il Don Giovanni rappresenta il male e la negazione della
morale cattolica, perchè impiega le proprie forze per soddisfare i propri istinti •
Maragnon analizza in particolare la abitudini sessuali del Don Giovanni, e ne
emerge il ritratto di una figura vuota, a tratti femminea, stolta, irresponsabile,
immorale. Il Don Giovanni di Jardiel invece, si innamorerà perdutamente, e si
trasformerà nella caricatura di se stesso, piangendo e componendo versi
patetici; egli, certo di dominare l'amore, finirà con l'essere dominato.
L'inverosimiglianza del personaggio è preannunciata dalla presentazione della
sua famiglia, i cui membri sono affetti da manie e tic (come lavarsi le mani 7
volte al giorno, o collezionare immagini di santi). Un altro esempio
dell'umorismo assurdo del libro è rintracciabile nell'episodio della vendetta che
Pedro mette in atto contro il suo omonimo antenato, il conquistatore del Cile,
causa dell'odio di Maria Cristina de Orellana; la donna peruviana seduce Pedro
per potersi vendicare delle ingiustizie perpetrate ai danni del suo popolo da
parte del conquistador, per cui Pedro decide di sfidare il ritratto dell'avo
(spalmando il formaggio sul ritratto). In alcuni casi vi sono scene di forte
impatto visivo, come nella scena dell'appuntamento fra i 2 innamorati, durante
il quale la sua goffaggine causerà dei piccoli incidenti. Nella scena in cui Pedro
conosce Vivola, essi appaiono due automi, rigidi e innaturali, che trasformano
un atto spontaneo quale il pianto in un'attività programmabile (es. piango tutti
i giorni, dalle 5 alle 7). Vivola è una caricatura: è immune all'amore per via dei
troppi amanti, e ricerca il piacere nel gioco d'azzardo; perde tutti i suoi averi e
decide di sposarsi con un marchese facoltoso (già noto al lettore). Pedro invece
pone fine alla sua vita. Si assiste ancora una volta al trionfo della donna
sull'uomo. Religione e satira I protagonisti sono devoti all'amore (panteismo
erotico); di conseguenza essi, insieme allo zio Felix, agiscono senza timore di
Dio, e in questo si rintraccia un elemento comune con la blasfemia di Don
Giovanni. La loro “religione” si fonda sul culto e la venerazione del corpo come
oggetto di piacere. Felix, lo zio di Pedro, indottrina il nipote con un manuale
sulla seduzione: l'elemento fondante è il disprezzo verso il prossimo e la
concezione degradante della donna. Il male è una filosofia di vita, in cui non
esiste coscienza o rimorso. Il Don Giovanni si fonda su leggi immorali, quali
menzogna, falsità, e frode, come necessità biologiche. Nel caso di Vivola, la
profanazione della religione è rintracciabile nel suo linguaggio sacrilego, ad
esempio quando menziona il nome di Dio (Dio mio!), o quando mette in dubbio
la parola del vangelo. Tramite il protagonista, Jardiel inasprisce il trattamento
degradante del messaggio religioso: nel primo caso, l'autore si serve
dell'immagine di Cristo in croce per descrivere la scultura di Cristina de
Orellana posta sul capezzale di Pedro (mujer crucificada); la donna ha i capelli
sciolti sui seni ed è catturata nel momento del piacere erotico. Nel secondo
caso, Jardiel mostra Pedro che annovera anche nel suo archivio due novizie,
sue ex amanti. L'autore compie infine un parallelismo tra Pedro e Cristo, fra il
mal d'amore del protagonista e la passione del figlio di Dio. Aforismi e
autoreferenzialità Pedro utilizza un linguaggio costellato di aforismi sarcastici,
espressione della sua filosofia di vita, tant'è che il maggiordomo li annota su un
taccuino per poterli utilizzare nella vita privata. I suoi aforismi sono
autobiografici, e trasmettono quindi, seppur in parte, la visione dell'autore.
L'oggetto principale degli aforismi è l'amore, e, quindi, le donne: • El amor
vuelve idiotas a los inteligentes → l'amore deve essere concepito solo come
oggetto di piacere. • Domar caballos, montar mujeres; amar con pasion es
galopar → Pedro accosta l'amore e la donna all'equitazione, svolgendo un
processo di zoomorfizzazione, e mettendo in atto la degradazione della figura
femminile. • Por qué las automoviles son igual que las mujeres? → tramite un
processo di reificazione, le donne vengono paragonate a delle automobili.
Tramite tale paragone, vengono elencati i principali difetti delle donne: vanità,
infedeltà, superficialità, incapacità critica (tienen ojos y no ven). • El azucar se
disuelve en agua; la nicotica se disuelve en alcohol; la mujer se disuelve en
dinero → ironizza sull'avidità della donna. Jardiel menziona in quest'opera due
personaggi presenti nei precedenti romanzi, in modo da indurre il lettore
all'acquisto: • Epilogo: intitolato Adiòs a Dios. Jardiel attacca l'umanità,
considerandola stolta ed egoista. L'abbandono di Dio da parte degli uomini è
dimostrato dal disinteresse della stampa, che relega la notizia della partenza di
Dio in un trafiletto stringato. L'autore riproduce graficamente tale articolo. Il
riscatto letterario del misogino Per la prima volta Jardiel dota i suoi personaggi
di un carattere quasi verosimile. Il libro si apre con la presentazione di Perico
Espasa, giornalista catalano e direttore del quotidiano La Razòn; Perico è
omosessuale e Jardiel compie una critica nei confronti dell'universo
omosessuale, che vuole il suo prototipo femmineo, vanitoso, frivolo. Superata
questa prima fase di pregiudizio, Jardiel crea un personaggio brillante, colto,
dedito al lavoro. Il secondo personaggio maschile è Federico Orellana,
romanziere di successo e miglior amico di Perico, grazie al quale conoscerà
Natalia. Federico conquista Natalia, assidua lettrice dei suoi libri, e Jardiel
descrive i 4 anni di relazione in cui Federico diventa l'idolo di Natalia, che inizia
a parlare e pensare come lui. Alla fine Federico abbandonerà Natalia dopo la
nascita del figlio, che crescerà da solo. Molti studiosi hanno indicato la natura
autobiografica della relazione, che rappresenterebbe il legame fra Jardiel e
Josefina Pegnalver: Federico condivide con l'autore il mestiere di scrittore, si
separa dalla compagna e cresce in solitudine il figlio. Il riscatto letterario
dell'autore si concreterebbe allora nel sovvertimento della fase finale della
relazione d'amore, determinata dalla volontà di Federico, che matura la scelta
di interrompere il rapporto; Jardiel invece, subisce l'abbandono di Josefina, che
fugge con un pianista di tango. Qui per la mia prima volta i personaggi nutrono
sentimenti umani, ad esempio quando viene presentato con tono malinconico
l'episodio in cui Federico dedica le sue attenzioni al figlio ancora neonato.
Natalia è invece la controfigura evoluta di Sylvia, Palmera, e Vivola, solo in
apparenza realistica. E' l'anello di congiunzione con la trilogia amorosa. L'altro
anello di congiunzione è il Dottor Flag, già comparso in Amor se escribe sin
hache, che qui rappresenta l'unico personaggio in grado di comprendere la
reale condizione di Dio sulla terra; è significativa la scena in cui il dottore
interrompe la noiosa sessione di preghiere per offrire a Dio una limonata
ghiacciata e una sigaretta, rifocillando Dio, che esclamerà: Grazie, solo tu mi hai
capito!. Dio contro l'umanità L'incomunicabilità fra Dio e l'umanità è il grande
tema del libro, e si manifesta sin dal primo annuncio che il Papa riceve da Dio e
che comunica al mondo. La prima reazione degli uomini è una risata che
coinvolge tutti, compresi i medici del Papa. Tutte le aziende ne traggono spunto
per ideare delle efficaci strategie commerciali che incrementano le vendite di
prodotti. In seguito al miracolo della Torre di Pisa, gli uomini si dividono in 2
fazioni: bianchi, credono nella parola del Papa, e neri ancora scettici. Nel caso
della torre di Pisa, l'autore descrive la morte di 52 persone, apparentemente
causata dalla volontà del Creatore di salvare la vita di un bambino. Nel
racconto del Te Deum intonato a Roma per salutare Dio prima del suo arrivo, si
verifica un nuovo tragico episodio con la morte di 7 spettatori. Con questi
episodi, l'autore prepara il lettore alla strage che si verificherà con la discesa di
Dio sulla terra. L'apparizione di Dio nell'oliveto, accolta dall'umanità con festosi
preparativi, rivela la discrepanza fra l'immagine di Dio, umile e semplice, e
l'idea grandiosa che l'uomo e la Chiesa hanno della divinità. L'antonimia fra Dio
e la concezione religiosa degli individui affiora nel primo incontro con il Papa,
quando Dio domanda il significato del saluto ebraico che la folla gli rivolge
(Divina Maestà, mio Signore..). L'autore descrive il massacro della folla che si
precipita furiosamente verso Dio, per poterlo toccare e chiedergli un miracolo,
e che l'esercito frena ricorrendo alla violenza. Si tratta di una vera ecatombe,
che causa la morte di 68mila persone. Questo sterminio di massa lascia il
Creatore imperturbabile: Jardiel rappresenta un Dio indifferente al dolore
umano. Tramite l'intervista divina che viene fatta al Creatore, intendiamo che la
forma politica preferita da egli è la dittatura. La spaccatura fra Dio e l'umanità è
inasprita dall'atteggiamento del Creatore: egli non si sente a proprio agio nella
cattedrale appositamente adibita per accoglierlo, si annoia quando assiste alle
funzioni religiose. La principale causa che provoca lo sconcerto degli uomini
deriva dalla visione di una divinità che rappresenti il bene assoluto e che sia
disposta a risolvere i drammi umani. Il popolo non accetta la condizione
terrena di Dio, e fino all'ultimo spera di trovare in lui la salvezza dei propri mali.
Il discorso che Dio pronuncia all'umanità nella Plaza de Toros si trasforma in
un'invettiva, causando lo svuotamento della pizza e l'abbandono di Dio. Il
Creatore esprime il suo disprezzo verso gli uomini e la loro condotta religiosa,
fatta di paganesimo. Egli disapprova il comportamento del Figlio, stupidamente
sacrificatosi per la salvezza umana; si professa difensore della guerra e
approva la dittatura. Secondo gli studiosi, la divinità Jardielesca incarna
l'immagine del Dio ebraico dell'Antico Testamento, vendicativo, dispotico e
crudele, in opposizione alla figura di Cristo. Potrebbe esserci un aspetto
autobiografico anche nella figura di Dio: il discorso di Dio all'umanità condensa
il pensiero jardielesco in merito al culto religioso; la critica pronunciata da Dio
si ricollega infatti alle teorie contro la massa espresse nel Prologo.