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Luigi Pirandello

Luigi Pirandello nasce nel 1867 nei pressi di Agrigento (Sicilia), in una località chiamata
Caos ( → ciò gli permetterà di attuare un gioco di parole “io dunque son figlio del
caos=caso). Lascia la sua città natia per fuggire da un'epidemia di colera; Pirandello da
molta importanza a questo gesto, come se fosse un segno del destino → per questo scriverà
di esser figlio del caos in Un frammento di autobiografia del 1893, pubblicato sulla Nuova
Antologia.
-Poeta
-Saggista - critico dantesco (è molto interessato a Dante, farà un intervento anche a Firenze
all’istituto DAntesco)
-Novelliere → novelle per un anno
-Romanziere →L’esclusa (1901) → influenza verista; prende come esempio Verga
→ Fu Mattia Pascal (1904)
→Quaderno di Serafino Gubbio operatore (1907)
→Uno, nessuno, centomila (1921)
-Autore teatrale→ Enrico IV
→Sei personaggi in cerca d’autore
-Linguista filologo → si laurea a Bonn, con una tesi di filologia romanza sul suo dialetto.

more about opere:


- Il saggio sull’umorismo(1908) →l’umorismo è il nucleo centrale della letteratura
pirandelliana, tanto da dedicargli tale opera. Vengono distinti comico ( che nasce
dalla constatazione di una contraddizione, l’avvertimento del contrario; viene
istintivamente da ridere) de umoristico (nasce dalla riflessione, una comprensione
più profonda e sottile, suscita un riso amaro, misto a compassione → sentimento del
contrario). Pirandello fa l’esempio della vecchia signora che si veste come una
ventenne; chi la guarda inizialmente la giudica, ma quando scopre che si comporta
così solo per riconquistare il marito che è invaghito di giovani donne, la sua storia
suscita compassione e non fa più ridere.

- L’esclusa→ La protagonista viene accusata di esser l’amante di uno spasimante che


le mandava dei bigliettini romantici (questo solo perchè una volta, spinta dalla
curiosità ne lesse uno tra questi). Viene quindi cacciata dal marito, che non tollera la
sua presenza a causa delle voci di paese, nonostante sapesse che il tradimento non
ci fosse effettivamente stato. Alla fine della storia ella diventa veramente l’amante di
quello spasimante, ma a risposta di ciò il marito è disposto ad accoglierla di nuovo in
casa dato che il vociferare di paese era finito. Alla luce di ciò la donna decide di
autoescludersi, non volendo più far parte di una società in tal senso corrotta.

- Uno, nessuno,centomila (1926)→Quando scrive il romanzo, P. è già famoso per


le sue opere teatrali, ed ha una maturità e un’esperienza letteraria molto elevata.
Fonda un vero e proprio metodo di indagine che si basa sulla trama dell’opera. Viene
fatto notare al protagonista, Vitangelo Moscarda (Gen Gen), che gli pende il naso
verso sinistra. La notizia lo turba in maniera rilevante, perché alla luce di ciò si rende
conto di non rispecchiare la normalità e i canoni previsti dalla società, non
riesce più a riconoscersi in tale canone. Si ribella dunque alla stessa società,
assumendo dei comportamenti irrazionali, rifiutando di esser classificato
semplicemente come colui che ha ereditato il mestiere di usuraio dal padre. Prima
assume un comportamento crudele, cacciando la famiglia alla quale era stato
affidato in comodato d’uso una sua proprietà da moltissimi anni, poi si comporta da
pazzo, regalando tale immobile. Instaura un rapporto affettivo con Anna Rosa, con la
quale si aprirà e racconterà alcuni dei suoi meccanismi mentali che lo portano a
comportarsi in tal modo. Lei è quindi costretta a riflettere sulla sua vita, ma non
riesce a sopportare la verità che ha ormai scoperto, e impazzendo, spara un colpo di
pistola a Gen Gen. Lui tenterà di scagionare, capendola, ma lei ha già confessato.
Alla fine lui si emargina dalla società, creando un ospizio e stando lì. Quindi la vita
non ha nessun senso, con la morte c’è solo la fine di tutti i dolori.

- Fu Mattia Pascal → Qui c’è una crisi d’identità e auto emarginazione, come nell’
esclusa. Mattia tornerà sulla tomba di colui che fù. Alterego= Adriano Meis

- Novelle per un anno → sono 365 novelle, prive di un ordine cronologico, che
hanno come obiettivo di raccontare e rappresentare il caos nel mondo. Il tema
principale è l’effetto paralizzante dei ruoli sociali che finiscono per mortificare
l’esistenza.. i protagonisti sono prevalentemente inetti, che sono tali fino all'avvenire
di un particolare episodio che ha valore di epifania (colleg. Joice), in quanto svela l’
alienazione in cui vivono (Marx), generando però reazioni irrazionali e dirompenti.
Viene introdotto il concetto per cui una persona possiede più sfaccettature e non è
possibile inquadrarla in una sola casella come vorrebbe fare la società (fa ciò perchè
è più semplice), ciò però non è possibile perche siamo in continuo mutamento.

- Opere teatrali → Riforma il teatro (6 personaggi in cerca d’autore), eliminando la


4a parete e dando vita al metateatro, creando un'interazione tra attori e pubblico.

Umorismo → Comico vs Umoristico


Relativismo →Realtà è perenne trasformazione, l’uomo non può avere del mondo una
conoscenza oggettiva (colle. filo, Schopi), ma solo un insieme di percezioni soggettive.
Persino l’identità dell’individuo muta incessantemente, ed è piena di sfaccettature, infinite.
Ogni tentativo di incasellare o inquadrare il soggetto a una solo caratteristica/cosa, è
uccidere il soggetto stesso.
Maschere → P. vuole estirpare le maschere sociali→ “Maschere nude”. La maschera elimina
la possibilità di evoluzione, e di avere un’identità propria e specifica, la maschera, in un certo
senso, è il tentativo di irrigidimento della persona in un unico ruolo→ ciò non è
assolutamente possibile perché le persone hanno infinite sfaccettature. Chi non accetta di
avere una maschera è considerato pazzo dalla società ; è un elemento su cui riflettere a
livello esistenziale: il confronto tra finzione teatrale e realtà. La maschera mostra dunque
un singolo aspetto che il soggetto decide di mostrare in una determinata circostanza,
anche se facendo ciò l’identità individuale viene meno. Da ciò deriva la concezione del
teatro come metafora della vita: come gli attori interpretano una parte, così le persone in
società si trovano a ricoprire dei ruoli alienanti. Il teatro svolge una missione demistificatrice,
perché svela le finzioni (colleg. Wilde→ datemi una maschera e vi dirò la verità).
Pazzia →é il risultato di colore che tentano di non rispettare le convenzioni sociali imposte,
e per questo sono considerati pazzi. In realtà la pazzia caratterizza ogni singolo individuo,
che si illude di avere un’identità mentre in realtà sta solo recitando una parte. L’unico che
riesce a salvarsi è colui che comprende tale gioco e decide di cimentarsi di sua spontanea
volontà. (colleg. presa di coscienza della malattia Svevo).

!!!!QUINDI!!!!
Le opere sono caratterizzate dall’umorismo, che è basato sul sentimento del contrario che
nasce dalla riflessione che svela ragioni profonde di atto apparentemente grottesco e
ridicolo, ciò genera un riso amaro. Sono inoltre caratterizzate da contrasto tra vita (intesa
come un fluire ininterrotto e di metamorfosi continue) e forma (intensa come il
tentativo di fissare la vita in una casella unica); ogni tentativo di interpretazione
soffoca la vita e la libertà e le uniche vie di fuga sono la fantasia e la pazzia (ripresa
leggera di leopardi per quanto riguarda l’immaginazione). La sua, è una missione
demistificatrice dell’arte, svela infatti il caos dell’esistenza, alienazione dell’uomo e le
finzioni delle convenzioni sociali attraverso il romanzo a tema e il teatro riformato,
caratterizzati da personaggi ragionati e uno stile dialettico.

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