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La crisi
dell’uomo
contemporaneo
NASCE IL 28 GIUGNO
1867
La comicità si ha
quando, osservando Assenza di Suscita
solo le apparenze, si
coglie l’avvertimento
riflessione il riso
del contrario.
L’umorismo si ha
quando superando le Suscita
Nasce dalla
apparenze, si coglie il pietà e
sentimento del riflessione
compassione
contrario.
“il sentimento del contrario”
“Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non
si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente
imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a ridere.
"Avverto" che quella vecchia signora è il contrario di ciò
che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così
… arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è
appunto un "avvertimento del contrario". Ma se ora
interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella
vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così
come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa
soltanto perché pietosamente, s'inganna che, parata così,
nascondendo le rughe e le canizie, riesca a trattenere a sé
l'amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io
non posso più riderne come prima, perché appunto la
riflessione, lavorando in me, … da quel primo
avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo
sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il
comico e l'umoristico.”
1910 PRIMO
CONTATTO CON IL
TEATRO
Dal 1915 Pirandello si dedica soprattutto
al teatro, anche se non abbandona
completamente la narrativa.
Tra 1916 e il 1918 scrive e mette in scena
una serie di drammi che modificano
profondamente il linguaggio teatrale,
suscitando nel pubblico e nella critica
reazioni sconcertate.
1916 Il berretto a sonagli
1917 Così è (se vi pare)
1917 Il piacere dell'onestà
1918 Il giuoco delle parti
IL TEATRO ITALIANO
PRIMA DI PIRANDELLO
TEATRO BORGHESE
La vita è un continuo
Ognuno è visto dagli
divenire. La realtà
cambia Il dramma altri in modo diverso
e finisce così per
continuamente,
assumendo forme
dell’uomo assumere centomila
identità.
sempre diverse.
TRAS
L'uomo è in balia del flusso della vita dominata dal
caso, ma, a differenza degli altri esseri viventi,
tenta, inutilmente, di opporsi costruendo forme
TO
fisse, nelle quali potersi riconoscere ma che alla fine
sono solo maschere con le quali è costretto a
identificarsi per dare un senso alla propria
TRA
esistenza.
Se l'essenza della vita è il perenne divenire, quindi,
fissare il flusso equivale a non vivere. Questa
ALI
individui diversi, a seconda della visione di chi ci
guarda.
La forma che l’uomo assume lo isola dalla natura e
E LE
lo soffoca.
Dalla persona si passa alla maschera o
personaggio.
MAS
La maschera è una forma stereotipata, fissa,
morta, uguale per tutti, che diventa, per l’individuo
che la indossa, una trappola: il cittadino, il figlio, il
CHE
professionista, l’amico, l’alunno ecc.
L’uomo così interpreta un ruolo, mentendo
psicologicamente a sé stesso e mentendo
RE
socialmente agli altri.
PPO
LE
L'individuo soffre ad essere fissato dagli
altri in «forme» in cui non si riconosce.
Queste «forme» sono sentite come una
«trappola», come un «carcere» in cui
MA
vedere altre forme possibili di società.
OM
U
La realtà in perpetuo divenire è multiforme,
per cui non esiste un’unica prospettiva da cui
osservarla, al contrario i punti di osservazione
NIC
possibili sono infiniti ed equivalenti.
La verità non è oggettiva. Ognuno ha la sua
verità, che nasce dal suo modo di vedere le
ABI
cose.
Ne scaturisce un'inevitabile incomunicabilità
fra gli uomini, che non possono intendersi,
perché ciascuno fa riferimento alla sua visione
LIT
della realtà e non sa, né può sapere, come sia
quella degli altri.
Le parole rispecchiano quel mondo soggettivo
À
di vedere le cose, che gli altri non possono
indovinare.
LA Alla base di tutta l'opera pirandelliana si può
scorgere il rifiuto della vita sociale, delle sue
A
lo impoverisce, lo irrigidisce e lo conduce alla
morte, anche se in apparenza continua a vivere.
Colui che prende coscienza del meccanismo sociale
si autoesclude, guardando vivere gli altri
SOC
dall'esterno della vita e dall'alto della sua superiore
consapevolezza, rifiuta di recitare la sua parte e
osserva gli uomini imprigionati nelle loro trappole
con un atteggiamento «umoristico», di irrisione e
IAL pietà.
In questa figura di eroe estraniato dalla realtà, di
«forestiere dalla vita» si proietta la condizione
stessa di Pirandello, un intellettuale che rifiuta il