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❖ PIRANDELLO

La crisi delle certezze influenzò anche la letteratura italiana, soprattutto nelle


visione dell’io nella poetica di Pirandello.
Pirandello nasce nel 1867 a Agrigento, da una famiglia agiata che cade in
rovina quando la miniera di zolfo si allaga. Questo evento influenza i temi
delle sue opere che trattano della declassazione e del dissesto economico.
Pirandello instaurò un ambiguo rapporto con il fascismo, inizialmente aderì al
movimento con la speranza di avere un appoggio del regime alla fine ne
prenderà le distanze.
Alla base della visione di Pirandello c’è la frantumazione dell’io, Infatti la
realtà è tutto un perpetuo movimento vitale e ciò che si stacca da esso
assume una forma. Queste forme in realtà sono illusioni, noi crediamo di
essere “uno” ma in realtà siamo tanti a seconda di chi guarda. Ogni forma
quindi è una maschera e sotto la maschera non c’è nessuno, c’è solo un
fluire indistinto di stati.
La frantumazione dell’io provoca la crisi della realtà oggettiva,
l’individuo non conta più e questo suscita smarrimento, solitudine ecc…
Queste forme non solo sono illusioni ma sono delle trappole, la vita stessa è
una trappola. In Pirandella questa trappola la vediamo: o nella famiglia
opprimente, o nella condizione socio-economica (lavori frustranti).
L’unica via di salvezza a questa trappola è il forestiere della vita , ovvero
estraniarsi dalla società e guardare gli altri vivere, contemplare la realtà
capendone l’inconsistenza.
La tecnica usata da Pirandello è l'umorismo (su cui pubblicherà anche un
saggio), l’umorismo permette di avvertire il sentimento del contrario.
L’umorismo non è il comico e permette di comprendere la molteplicità della
realtà. I personaggi sono portati all’estremo fino a sembrare solo marionette
(se belluca avesso solo la moglie cieca non avrebbe destato stupore ma
avere tre donne cieche e in più le figlie zitelle questo è un esempio di come
Pirandello lo abbia portato all’assurdo).
opere:
L’umorismo
Saggio diviso in due parti.
1. Parte storia (varie manifestazioni dell’arte umoristica)
2. Parte teorica (definito il concetto di umorismo)
L’umorismo è un’arte che implica la riflessione.
La realtà è un fluire incessante a cui noi diamo forme fittizie, l’umorismo fa
saltare queste barriere. Viene percepito il sentimento del contrario
Ciaula scopre la luna
Legami con Rosso Malpelo
analogie: duro lavoro nelle miniere, figura di reietto (soprusi)
differenze: 1 non c’è l’eclisse del narratore, anzi il narratore è superiore
osserva e giudica; 2 in Verga c’è l’intento di studiare scientificamente i
meccanismi della realtà, mentre Pirandello vuole descrivere un’esperienza
irrazionale; 3 Malpelo è un eroe intellettuale, invece Ciaula è un minorato
mentale un primitivo senza consapevolezza

Esperienza irrazionale (uscita all’aperto dai cunicoli della miniera)= nascita


la miniera= utero della madre
Ciaula nella miniera è in un una condizione prenatale
Prima di uscire è spaventato dal possibile buio esterno ma quando esce
scopre la luce della luna, la luna= per Ciaula è una divinità,
Ciaula ha una specie di teofania (apparizione divina)

Il treno ha fischiato
Belluca (sempre ligio al suo lavoro) ha un’improvvisa follia (si ribella al
capoufficio e viene portato al manicomio). Ha una specie di epifania quando
sente il fischio del treno.
La novella ha la struttura dell’inchiesta, inizia in medias res e non sappiamo
nulla di Belluca, poi viene descritto.
il narratore prima non ha un volto ed è esterno (tipo colleghi di ufficio), poi
assume un volto più interno (testimone del fatto, che conosce belluca)
Belluca vive la trappola sia del lavoro sia della famiglia
Pirandello lo porta all’assurdo: 3 donne cieche, 2 figlie vedove, 7 figli delle
vedove.
Dopo l’epifania Belluca torna al suo lavoro ma consapevole del meccanismo
(ha capito il gioco)

Il fu Mattia Pascal
Mattia Pascal intrappolato nella trappola del lavoro opprimente (bibliotecario)
e della famiglia.
Per un caso vince a Montecarlo e scopre che la madre e la moglie lo hanno
riconosciuto in un cadavere quindi viene dichiarato morto. Mattia ora è libero
ma ancora è attaccato alla forma e decide di cambiare nome in Adriano
Meis. Viaggia per l'Europa ma soffre la nostalgia, è ancora attaccato alla
trappola.
Adriano è fittizio come Mattia ma in più è peggio perchè non può avere
legami.
Adriano torna a roma e si innamora di Adriana (figlia di Anselmo Paleari), ma
lui non può avere relazioni perché non esiste.
Simula il suicidio per riprendersi l’identità di Mattia, torna dalla moglie ma lei
si è risposata con un suo amico.
Diventa un forestiere della vita, torna a fare il bibliotecario e a volte porta i
fiori alla sua tomba.
- Lo strappo nel cielo di carta (critica alla consistenza dell’io)
La vita è una costruzione fittizia e quando si strappa il cielo di carta del
teatrino la marionetta entra in crisi, perché pensava fosse vero, le
certezze entrano in crisi.
Questa crisi delle certezze la si vede per Pirandello nella condizione
moderna dopo la teoria copernicana. C’è la figura di Oreste (che vendica la
morte del padre con determinazione) che rappresenta l’uomo prima del crollo
delle certezze; e poi c’è Amleto (che è perplesso, paralizzato) che è l’uomo
dopo crisi
- La lanterninosofia
filosofia di Anselmo Paleari, ognuno di noi è immerso in un cerchio illuminato
detto lanternino che divide l’io dal non io, poi tutti noi siamo immersi in
cerchi grandi di luce detti lanternoni che sono le ideologie/ fedi. quando si
spengono i lanternoni si ha lo strappo nel cielo di carta

I quaderno di Serafino Gubbio Operatore


temi: trionfo della macchina che meccanizza la vita
critica alla mercificazione (la realtà industriale trasforma tutto in merce
eliminando la spontaneità)
Due filoni narrativi:
1. drammone passionale tra gli attori
2. percorso interiore di Serafino
gli attori sono: Varia Nestoroff (femme fatale) e il barone Nuti innamorato di
Varia e Luisetta innamorata di Nuti.
Serafino è un operatore cinematografico che riprende con la cinepresa la
storia senza partecipazione emotiva.
Serafino si contamina quando si innamora di Luisetta ma dopo che va a
casa della nestoroff e vede la mercificazione ritorna impassibile. Il
drammone si conclude con il barone Nuti che geloso spara sul set alla
donna fatale e viene divorato da una tigre, tutto questo mentre Serafino
continua a riprendere. Dopo questa atrocità Serafino diventa muto,
raggiunge il silenzio di cosa che è una via di salvezza.
Uno, nessuno e centomila
tema:crisi d’identità individuale
plot: La moglie di Vitangelo Moscarda gli fa notare che gli naso che gli pende
di lato. Da questo Vitangelo scopre che l’immagine che gli altri avevano di
lui è diversa da quella che pensava, ne diviene un’ossessione, commette
delle pazzie.
scopre che esistono infiniti Moscarda e che non si riconosce in nessuno di
questi e si vuole liberare dalle forme che gli hanno dato.
Fa delle pazzie tra cui induce la moglie a lasciarlo e affascina Anna rosa la
quale gli spara e quindi si pensa abbiano una relazione. Fonda un ospizio e
viene ricoverato lì.
Vitangelo è sconfitto è ha per di più una forma in più: l’adulterio. Si aliena
e rinuncia ad ogni forma, rifiuta anche il suo nome.

Sei personaggi in cerca d’autore


personaggi: Padre, Madre, Figlio, Figliastra, Bambina, Giovinetto
Questi personaggi si rivolgono ad un autore per scrivere il loro dramma ma
l’autore rifiuta. Così entrano in un teatro mentre degli attori stanno provando
“Il giuoco delle parti”. I personaggi vogliono avere un’opera teatrale e la
compagnia accetta.
Il dramma non scritto: il Padre scopre la moglie con segretario quindi la
spinge ad andare con lui e con il Figlio. Il Padre vede crescere la nuova
famiglia e segue la figliastra. La madre rimane vedova a va a lavorare in un
“atelier”, anche la figlia si prostituisce all’atelier. Arriva un giorno il padre
all’atelier e sta per avere un rapporto senza saperlo con la figliastra, lo
ferma la madre. L’opera si conclude con la bambina che affoga nella vasca
del giardino e il giovinetto che si spara.
- L’impossibilità di scrivere il dramma
Pirandello non vuole mettere in scena il dramma tipico ottocentesco ma
mette in scena l’impossibilità di scrivere quel dramma. Pirandello è critico
nei confronti del dramma, ora non basta più portarlo all’assurdo come in
Serafino, ma ora lo rifiuta. Grazie al metateatro si ha in continuo del grottesco
e dell'umorismo
- L’impossibilità di rappresentare il dramma
Gli attori non sono in grado di dar forma all’idea dell’autore (il teatro tradisce
l’autore), impossibilità di comunicare (ognuno capisce a modo suo)
❖ SVEVO
vita.
Hector Schmitz nasce a Trieste nel 1861 da madre italiana e padre tedesco
1o conflitto non si riconosce in nessuna delle due nazionalità
Fallisce la fabbrica paterna e Svevo fa esperienza della declassazione
sociale.
Trova lavoro in una filiale di una banca: lavoro impiegatizio opprimente
ma non abbandona la letteratura
scrive: “Una vita” e “Senilità”
Le sue opere non hanno successo e non ha neanche una sua lingua (italiano
o tedesco è un altro conflitto).
Al capezzale della madre incontra Livia Veneziani, si sposano e grazie al
suocero cambia la sua situazione economica (viaggia molto incontrerà Joyce).
In questo periodo smette di scrivere ma gli interessi culturali permangono.
In seguito scriverà “La coscienza di Zeno”.

Da chi viene influenzato?


1. Schopenhauer: pessimismo radicale, la salvezza= rinuncia a vivere
2. Nietzsche: soggetto non è una coerente unità
3. Darwin: selezione naturale e lotta per la vita
4. Marx: tutti i fenomeni sono influenzati dalla realtà delle classi
5. Psicoanalisi: non è una terapia ma uno strumento conoscitivo

“UNA VITA”
romanzo in 3a persona
Alfonso Nitti lavora per la Banca di Mahler, è un lavoro arido mortificante.
Un giorno Mahler lo invita a casa e conosce la figlia Annetta con cui scriverà
un romanzo e conosce Macario, amico sicuro di sé.
Nitti seduce Annetta ma invece di sposarla scappa e quando torna lei si è
fidanzata con Macario. Nitti le chiede un appuntamento ma lei si presenta con
il fratello per un duello. Alfonso si sente “incapace alla vita” e si suicida.

Alfonso è un inetto che soffre per la sua condizione


Macario è un lottatore mentre Nitti è un pensatore
Teoria del gabbiano
O si è lottatori o contemplatori
Il gabbiano è fisicamente forte, ampie ali, vista acuta; esaltando il gabbiano si
esalta la forza e si svaluta il cervello.
“Senilita”
Emilio Brentani, lavora per un’assicurazione, ha scritto un libro, ma ha vissuto
un’esistenza vuota, appoggiandosi alla sorella Amalia o all’amico Balli.
Questa esistenza vuoto lo spinge ad avventurarsi in una relazione con
Angiolina una ragazza del popolo che Emilio idealizza come donna angelica.
Angiolina in realtà è una femme fatale è lo spirito di gioventù, e lui non riesce
a separarsene anche se lei lo tradisce, gli mente…
Balli si interessa ad Angiolina ed Emilio è geloso; Amalia si innamora di Balli e
poi muore. Emilio abbandona Angiolina e si abbandona alla sua senilità, come
un vecchio che guarda alla sua gioventù.

“La coscienza di Zeno”


Zeno scrive su invito del Dottor S. a scopo terapeutico, un memoriale a cui
aggiunge un diario in cui spiega perché ha abbandonato la terapia.
vicenda.
Zeno è un inetto, ma non è più un piccolo borghese impiegatizio, fa parte della
ricca borghesia.
Conduce una vita oziosa e il padre non lo stima per questo.
Il primo capitolo si chiama il vizio del fumo perché Zeno vuole togliere le
prerogative virili al padre e farle proprie e quindi comincia a fumare rubando
un sigaro al padre.
Prima di morire il padre dà uno schiaffo a Zeno che non sa se quella è
un'azione inconscia o c'è dietro un’intenzione punitiva, in parte Zeno desidera
la morte del padre.
Morto il padre Zeno cerca di sostituirlo con Giovanni Malfenti che è il suo
antagonista, e decide di sposare una delle sue figlie: si innamora della più
bella Ada che lo rifiuta, poi vada Alberta e infine l'unica ad accettare è Agusta
la più brutta che è come una madre.
Zeno ha un amante Carla ed è pieno di sensi di colpa. Fonda un'associazione
commerciale con Guido il marito di Ada che è il suo rivale, Zeno prova per
Guido un vero odio (si vede quando al suo funerale Zeno sbaglia corteo
funebre).
Zeno anziano si sottopone alla psicoanalisi, però si ribella alla diagnosi, infatti
durante lo scoppio della guerra Zeno specula e guadagna e una volta
guadagnati i soldi dice di essere guarito.
Il romanzo termina in chiave apocalittica.
Innovazioni:
tempo: è misto non c'è una successione cronologica
è un tempo soggettivo che mescola i piani del passato e del presente.
La narrazione è spezzata e ogni capitolo ha un suo tema.

il narratore è inattendibile: Zeno è un inetto malato quindi ciò che dice non è
una menzogna ma è un autoinganno perché si vuole giustificare da ogni colpa
La coscienza di Zeno è una cattiva coscienza, una falsa coscienza che ci fa
dubitare di Zeno.

l'inettitudine però in Svevo: è un'apertura al mondo,


i sani sono compiuti e paralizzati e non possono migliorare
mentre l'inetto è imperfetto e può evolversi
Quindi l’inetto non è una condizione di inferiorità ma anzi di sviluppo.

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