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PIRANDELLO

Pirandello nasce nel 1867 vicino Agrigento - all’epoca Girgenti - e precisamente in una località
chiamata Caos. Su questo lo scrittore amò sempre scherzare, definendosi un “figlio del caos”.
Viene educato da un precettore privato, però la famiglia si trasferisce a Palermo e frequenta il
ginnasio liceo classico della città. Contro il volere del padre che voleva facesse un indirizzo tecnico.
Dopo il diploma si iscrive alla facoltà di lettere, appoggia il socialismo ed entra nei fasci siciliani si
diffonde tra i contadini e i minatori, e cercavano di essere tutelati per il loro lavoro, questi
movimenti vennero repressi violentemente dal governo Crispi.
Nel 1887 si trasferisce a Roma ma ha uno scontro con il professore di latino e quindi cambia
università se ne va a Bon in Germania, si laurea con una tesi molto tecnica sugli aspetti fonetici del
dialetto di Girgenti. Lì entra in contatto con la filosofia e la poesia tedesca.
Ritorna a Roma nel 1893, conosce Luigi Capuana e vi diventa grande amico, lo introduce nel
ambiente culturale del tempo e inizia a lavorare per le riviste intellettuali del tempo. Inizia a
scrivere anche il suo primo romanzo "L'esclusa" e inizia a scrivere anche le sue famose novelle. Fu
anche poeta da giovane.
L’anno dopo sposa Maria Antonietta Portulano figlia dell'imprenditore che lavora insieme a suo
padre, diventa professore di lettere nella facoltà di magistero.
Sembra una vita tranquilla, la mattina lavora, poi scrive però succede una grande tragedia nel
1903, le miniere di zolfo del padre vengono allagate e distrutte. La famiglia perde tutto e
Pirandello è costretto a lavorare duro per rimanere in vita, la moglie di lui entra in una crisi
depressiva che sfocerà nella pazzia, lei era ossessionata dalla gelosia nei confronti del marito,
voleva controllarlo sempre, tanto che Pirandello cerca di curarlo ma poi ad un certo punto è
costretto a chiuderla in un manicomio.
Durante questa crisi finanziaria continua a scrivere e scrive "Il fu mattia Pascal" scrive molte
novelle e due romanzi "i vecchi e i giovani" 1909 e "Suo marito" 1911.
Negli anni prima della guerra Pirandello si avvicina al teatro prima come regista, inizia a lavorare
con autori importati come Angelo Musco che lo porta anche al successo come regista.
Scoppia la guerra e Pirandello si schiera tra gli interventisti. Però lui pensa che questa guerra possa
riportare in vita gli ideali risorgimentali, in realtà il figlio Stefano viene rinchiuso in un campo di
prigionia dagli austriaci.
Pirandello dedica alla guerra pochi scritti e denuncia il terrore della guerra l’incubo della vecchia
Europa, all’interno della novella “Berecche e la guerra”.
Nonostante questo dramma familiare continua si scrive, "Prima si Gira!" "I quaderni di Serafino
Gubbio operatore"
Pirandello si avvicina al cinema.
Dopo la guerra Pirandello non scrive più romanzi ma si dedica esclusivamente al teatro come
regista e scrittore, prima molte delle sue novelle diventano opere teatrali.
Pirandello nel 1924 prende la tessera del partito nazional fascista, si pensa che la motivazione sia il
fatto che il fascismo finanziava la sua compagnia del teatro d'arte di Roma 1925.
Il rapporto tra mussolini e Pirandello è sempre stato molto guardingo.
La moglie muore dopo 20 anni di matrimonio, e Pirandello conosce un attrice Marta Abba, e ha
una relazione, e a lei descrive mussolini, come uno malato ingrigito depresso.
Grazie alla sua novità delle sue opere diventa famoso mondialmente per il teatro, all’inizio le
novità non erano apprezzate ma poi furono molto apprezzate.
Questo periodo di successo lo porta anche a riordinare le sue novelle, 360 novelle, Novelle per Un
anno. La sua fama lo porta a ricevere il premio Nobel per la letteratura 1934, nel 1936 muore a
Roma a 69 anni.

Pirandello Pensiero
Fu Mattia Pascal da leggere, tutti lo credevano morto e lui era partito, allora decide di cambiare
identità: Adriano Meis parla con un personaggio un po' strano Anselmo Baleari e riflettono sulla
vita e vedono un manifesto pubblicitario che annuncia uno spettacolo di una tragedia greca:
l'Elettra di Sofocle è una delle tragedie più forti del teatro antico e diciamo che 2 sono i drammi
che devono vivere i protagonisti Egisto e Clitennestra amanti e assassinano il marito di lei
Agamennone, il figlio Oreste è dilaniato perché da una parte vorrebbe vendicare il padre però ha
rispetto per la madre, allora loro vedono che c'è uno spettacolo di marionette del dramma
dell'Elettra. Strappo dal cielo di carta che parte il pensiero. Ci fa capire come la vita sia come uno
spettacolo teatrale in cui gli spettatori sono inglobati perché ci sembra vivo. Quando accade lo
strappo nel cielo di carta, ovvero qualcosa di inaspettato, c'è una sorta di paura, ma anche una
presa di coscienza che quella è apparenza e siamo in un momento di pura finzione e nel pensiero
di Pirandello è la vita, es. Cinema e teatro. La consapevolezza di ciò che è e di ciò che appare. Il
personaggio si vede vivere e non può comportarsi come prima. Questo strappa rappresenta
simbolicamente tutta la dell'uomo moderno. Lui avrebbe voluto vivere in un'epoca di certezza in
cui il cielo era ben saldo, invece si trova a vivere questa modernità che si contrappone al mondo
arcaico fatto di macchine, nuovi mezzi di comunicazione. Voleva vivere a l'età eroica del
risorgimento invece si trova in questa squallida Italianetta post unione che ha scandali bancari e
allo stesso modo avrebbe voluto essere un uomo travolto dalle grandi passioni invece ha vissuto
una vita quasi nella più totale castità, devoto alla moglie pazza e ai figli, incapace a gestire la sua
unica passione alla fine della vita, avventura con Marta Abba, più affetto che passione. Perché lui
dice che quando si è capito il gioco, titolo di una novella, tutto sembra nella vita una inutile fonata,
non si può credere più a nulla, non si ha nessuna gioia, nessuna soddisfazione e qualche progetto
che si cerca di fare non si realizza. L'opera in cui tutte queste cose si raccolgono è il saggio
umorismo del 1908 e scritto da Pirandello per necessità pratiche perché doveva partecipare ad un
concorso universitario e doveva avere una pubblicazione scientifica, infatti presenta una parte più
erudita, solo nella seconda parte troviamo teorizzata l'essenza, i caratteri e la materia
dell'umorismo. L'umorismo secondo Pirandello nasce da una consapevolezza di ognuno da uno
strappo al cielo di carte, è colui che ha perso la capacità di illudersi e non può fare a meno di
smontare i grandi ideali del passato, lanternoni, ma anche tutte quelle piccole finzioni che gli
uomini si costruiscono nella loro coscienza individuale, i cosiddetti lanternini, tipo tutto ciò che
ciascuno insegue nella sua vita: amore, fede politica, obbiettivo artistico. Nell'umorismo
l'elemento riflessivo diventa predominante. Una specie di demonietto che smonta il congegno di
ogni immagine di ogni fantasma messo su dal sentimento come il fato. Per spiegare questo
concetto Pirandello spiega l'aneddoto della vecchia signore, cercare su internet, riflessione
sentimento del contrario umoristico, ti fa ridete ma poi riflettere. L'umorista è colui che riflette
sulle ragioni che possono indurre questa vecchietta a vestirsi così. L'umorista scompone e smonta
ogni meccanismo e fa vedere di ogni cosa il suo contrario. L'umorista è colui che fa vedere il lato
squallido delle cose, la bellezza di facciata ma anche lo sguardo tragico degno di compassione della
vicenda.

I temi dell'opera Pirandelliana:


1. Il contrasto tra forma e vita: Pirandello ci dice che la vita è un flusso continuo e ogni individuo
all'inizio della sua vita si stacca da questo flusso distinto e assume una forma, l'eredità della
famiglia, il suo aspetto fisico, il patrimonio genetico. La forma però è sempre un imprigionamento
del flusso vitale, che continua a scorrere dentro di noi. L'individuo non può esistere senza una
forma contingente, allo stesso tempo però la sua costrizione è una limitazione di quelle che sono
le sue possibilità nella sua vita e quindi aspira a liberarsi da questa forma per tornare ad essere
flusso vitale.
2. Il concetto della maschera: Dalla nascita l'uomo è costretto ad assumere una forma in più è
costretto da alcuni vincoli alla interazioni sociali, deve assumere un ruolo, deve recitare una parte
o più parte contemporaneamente a seconda dei contesti a seconda di dove si trova. Ognuno si
comporta in un modo in base a dove si trova e sfuggire a questo è impossibile, se fugge si esclude
da qualsiasi contesto sociale e vive nel completo isolamento senza alcuna identità come succede a
Mattia Pascal.
3. La dissoluzione dell'io: l'identità è soggettiva, dal momento che non è reale è sempre relativa
perché dipende dallo sguardo degli altri e quindi noi assumiamo non un solo volto ma centomila
volti perché tutti gli altri ci vedono ognuno in modo diverso, ma se ciascuno di noi è diverso e
sembra diverso ad ognuno degli altri a chi lo circonda come si può definire l'essenza di un
individuo? C'è qualcosa che può permettere di unire questi vari sguardi in un'unica forma? A
prescindere dagli sguardi degli altri il tentativo di fissare la nostra fisonomia psicologica è sempre
precario perché vorrebbe dire imprigionare quel flusso vitale che si trova sempre in noi, senza
tenere conto dei cambiamenti della nostra vita e del passato e di ciò che abbiamo tenuto nel
passato e senza tener conto di quelle che sono le nostre pulsioni che sfuggono alla nostra
coscienza razionale. L'individuo si illude di avere una consistenza stabile ed univoca ma in un modo
nell'altro, presto o tardi, comprende che questa consistente è apparente.
4. La rinuncia alle passioni e la sfiducia nella morale: il soggetto razionale e tradizionale viene
meno nel pensiero pirandelliano e insieme a lui vengono meno tutti questi moti interiori che
facevano parte di quel soggetto, che lo caratterizzavano, quelle grandi passioni, moti nell'anima
che erano presenti anche nella letteratura del passato come nel romanticismo non esistono più
per Poeta. L'amore è quello che si sogna in gioventù che viene spezzato dalla morte o quello degli
altri visto da lontano, esempio Pascoli, Leopardi. L'amore non c'è mai veramente e quindi al
presente non rimane il ricordo o la messa in scena o il rimpianto delle passioni di un tempo. I
principi e le convenzioni della borghesia di quel periodo appaiono a Pirandello e ai suoi personaggi
una formalità come delle parti che ogni individuo è costretto a sostenere senza avere alcuna
convinzione quindi i grandi valori della morale borghese, come possono essere le virtù private o le
passioni civili e politiche in realtà diventano obblighi che l'uomo non vorrebbe mai avere ma che è
costretto ad accettare.
5. Il togliersi la maschera: il personaggio Pirandelliano per eccellenza è quello che ha capito il
gioco, non riesce più a parteciparvi e a volte prova a liberarsi da tutti questi vincoli per tornare
all'essenza vitale ma scopre che senza maschera è impossibile vivere. Due sono le alternative:
continuare ad indossare la maschera ma in maniera critica, guardando con scetticismo il gioco
delle parti, o rifiutare qualsiasi maschera e rimanere quindi senza individualità morale in una
condizione di vita che rimane vicinissima ad una condizione primordiale come gli animali o piante.
Alla base delle ideologie pirandelliane c'è un pensiero pessimista che si rifà a Schopenhauer che
Pirandello stesso cita nei suoi racconti nelle sue novelle e romanzi. I concetti ripresi sono: La teoria
del mondo come volontà di vivere, cieca e fine a sé stessa e di conseguenza la considerazione
negativa della vita individuale che non ha altro scopo se non quello di permettere alla volontà di
continuare ad esistere.
La denuncia della generale lotta per l'esistenza e l'ideale contrapposto della compassione e della
identificazione di tutti gli esseri viventi e poi la soppressione completa della volontà di vivere come
meta finale del sapiente. In realtà Pirandello non è un filosofo, è narratore drammaturgo quindi fa
suo il concetto filosofico ma lo rende letterario.
Pirandello è considerato un mediatore tra tradizione e modernità, è consapevole che le forme del
passato non sono più proponibili ma invece di fare tabula rasa lui le recupera ma in maniera
stravolta. Nei suoi racconti, nei suoi romanzi la poetica dell'umorismo si trasforma in una
narrazione disarticolata, alla base il materiale è quello dei romanzi dell'800 ma vengono rielaborati
e scomposti, infatti lui dice che non vuole rappresentare l'oro ma il fango.
Parlando di innovazione, di modernità si rifà all'arte teatrale. Il teatro nella società moderna entra
in crisi, il teatro tradizionale viene scomposto e viene sottoposto spesso a confronto con il cinema.
D'altra parte nuovi commenti avanguardisti che nascono in questo periodo stravolgono
totalmente il concetto di teatro, si perde il riferimento al testo scritto teatrale, l'arte teatrale
ingloba anche la danza, il mimo o qualsiasi movimento corporeo. I generi della tradizioni vengono
tenuti in considerazione ma si comporta come un'artista dell'avanguardia facendo un vero e
proprio stravolgimento, un uso spettacoloso della macchina scenica, teatro e cinema insieme. Dal
punto di vista dei contenuti tutto diventa assurdo, surreale, invero simile. Il teatro borghese
denuncia l'ipocrisia della conoscenza individuale e rappresenta l'inconsistenza della vita e della
realtà oggettiva e i vari punti di vista. Le varie interpretazioni. Opera teatrale più importante: 6
personaggi in cerca di autore, è un tentativo di provocare lo spettatore ma anche di rappresentare
lo scandalo. Nell'ultima opera teatrale inconclusa: I giganti della montagna, Pirandello arriva a
proporre la magia del teatro nella terra dei giganti, senza arretrare per paura di perdere la vita ma
sacrificando sé stesso per il teatro.
Fin da giovane scrive novelle e tutta la sua vita sarà dedicato a questo, ne scrisse più di 300. Nella
raccolta novelle per un anno 365, volumetti che poi verranno pubblicati anno dopo la morte 1937.
Elementi fondamentali della novellistica:
1. Il fatto che Pirandello dispone e seleziona in modo in concreto e strano. Dispone gli argomenti
fondamentali in modo particolare, per esempio gli eventi principali sono come passati, una
tragedia è già vissuta e lui ne fa riferimento con dei lunghi flashback. Tecnica dell'analessi.
2. Il personaggio ha una caratterizzazione fisica ben precisa ma ci rendiamo conto che tutti i
personaggi sono in un certo senso uniti perché sono degli sconfitti, hanno un destino compiuto
alle loro spalle e non possono fare nulla per cambiarlo. Queste situazioni si rifanno al pessimismo
però addirittura diventa quasi ridicolo, passaggio dalla tragedia, dal momento di disperazione, di
tristezza al ridicolo perché ormai il personaggio ha subito quello che doveva subire e si passa al
bizzarro.
3. Dal punto di vista stilistico passa al discorso indiretto libero. Nei narratori tradizionali per
esempio Manzoni indiretto libero serviva al narratore onnisciente per entrare nella psiche dei
personaggi e rimaneva ben definito il ruolo del narratore e del personaggio, invece in Verga
l'indiretto libero lasciava i personaggi sulla scena, agivano da soli senza l'intervento dell'autore. A
Pirandello invece serve a fondere la voce del narratore e dello scrittore, il narratore si identifica
con un personaggio.

Romanzi di Pirandello
Ha scritto 7 romanzi: “L'esclusa”, “il turno”, e “il vecchio e il giovane”. Questi primi 3 sono di
ambientazione siciliana e in terza persona. Poi il romanzo "suo marito" ambientato nel mondo
dell’arte e in terza persona, la moglie è una famosa e il marito ce la descrive.
Il fu mattia pascal e uno nessuno centomila in prima persona e sono narrate sulle inconsuete
circostanze, lo scrittore e il protagonista.
I quaderni di Serafino Gubbio operatore, che è una sorta di diario dedicato alla nascente cultura
del cinema.
Le tematiche dei romanzi pirandelliani sono i legami sociali considerati negativamente, perché
Pirandello ci fa comprendere che ogni legame e aggregazione sociale prima o poi diventa una
macchina vessatoria che schiaccia e modifica l’individuo.
I lanternoni che per secoli hanno guidato l’uomo, i valori civili e morali, hanno perso tutta la loro
credibilità e non sono più punti di riferimento né per la vita dell’individuo che per la vita pubblica.
Come conseguenza entra in crisi anche la verità individuale, se le interazioni con gli altri
costringono l’individuo a vivere nella finzione, i protagonisti di Pirandello scoprono che non c’è
nulla, è quindi non esiste un autenticità la si può superare solamente nella pazzia. Alla crisi dei
lanternoni si aggiunge anche la crisi dei lanternini, le passioni individuali, i progetti ecc. tutto
diventa vacuo e inconsistente.
Dal punto di vista stilistico gli elementi in comune, come tutti i modernisti sperimentano delle
soluzioni alternative al romanzo classico. Pirandello rimane alla forma tradizionale del romanzo ma
facendo quasi implodere dall’interno la forma tradizionale stravolgendola.
I suoi romanzi quindi diventano dei romanzi ottocenteschi falliti.
L’umorismo, la narrazione di Pirandello infatti sortisce l’effetto del racconto della signora anziana,
diverte inizialmente e fa riflettere in un secondo momento.
L’esclusa
Uno dei primi romanzi che compone, scritto sotto incoraggiamento del suo amico Luigi Capuana,
che lo spinge a scrivere un romanzo siciliano, con come ispirazione un suo romanzo ribrezzo.
La protagonista viene accusata ingiustamente di adulterio e viene buttata fuori casa, ma viene
riaccettata quando Realmente tradisce il marito.
In quello di Luigi capuana La descrizione psicologica e sentimentale della protagonista è il fulcro.
In quello di Pirandello viene evidenziata l'esclusione sociale e le supposizioni, questa esclusione
che condiziona la sua vita.
Capuana fa concludere la storia in modo drammatico con la protagonista che muore.
Marta in Pirandello pensa al suicidio ma il fatto che venga riaccolta dal marito è una conclusione
pirandelliana, viene accolta dopo aver confessato il tradimento.
RAPPORTO PIRANDELLO VERGA
Pirandello ha sempre visto come maestro Verga, soprattutto perché come scrittore di cose, lo ha
ritenuto sempre superiore agli scrittori di parole es. D'annunzio. Sicuramente non esiste un
Pirandello naturalista ma Pirandello vede verga come punto di partenza per descrivere la realtà
che sfugge sempre di più ad ogni tentativo di razionalizzazione.

IL TEATRO
Pirandello fin da giovanissimo esplicita la sua passione per il teatro, in una lettera che scrive ai suoi
familiari scrive: insomma scrive che gli piace e che ha sempre molte idee.
Nel momento in cui recitano gli attori è come se lui pensasse ad altro, questo fascino del teatro lo
porta quasi ad ammattire se la scena non va bene. Per lui è quasi un posto magico, risveglia i
fantasmi della sua fantasia che desiderano di essere messi sula scena.
Pirandello i primi scritti sono un adattamento delle sue novelle, inizialmente non ha molto
successo, ma quando Nino Martoglio dà avvio all'esperienza del Teatro Minimo cioè la
rappresentazione di più atti unici nella stessa serata. E pensa a Pirandello per avere nuovi copioni
da mettere in scena, e Pirandello siccome si trova in situazioni economiche non belle, recupera i
vecchi progetti e li rende dialettali e glieli dà.
Queste prime rappresentazioni gli segnano l’inizio della sua carriera, angelo musco, dal momento
in cui Pirandello inizia la sua attività di drammaturgo due sono le tendenze che si sviluppano:
1) da una parte la sperimentazione estrema delle avanguardia, che distruggono tutte le
convinzioni e puntano alla performance.
2) la tradizione che viene mantenuta
In questo periodo il teatro italiano è in crisi infatti non vengono investiti soldi per il teatro, le opere
sono sempre uguali per fare soldi.
Pirandello fa un opera di radicale rinnovamento agendo in modo individuale, è consapevole infatti
che il teatro moderno può sopravvivere solo mantenendo le cose tradizionali.
Le caratteristiche importanti sono che lui riprende il dramma borghese, la commedia dell’arte e
l’opera buffa, le esalta nelle loro caratteristiche oppure li smonta, li mostra agli spettatori dal di
dentro per far vedere loro lo
Le trame del dramma borghese vengono complicate, ci saranno adulteri, scambi di coppia ecc. lo
fa per criticare le convinzioni della morale ufficiale, nelle opere di Pirandello abbiamo poca azione
e molto parlato, nei dialoghi Pirandello inserisce anche concetti filosofici che riprendono la sua
visione umorista, niente è come appare non esiste una sola prospettiva, e non è possibile
recuperare una realtà universalmente valida.
All’interno delle sue opere troviamo anche elementi triviali e melodrammatici che Pirandello
prende dalla cronaca per analizzare in modo approfondito la psiche dell'uomo nelle sue parti più
nascoste: l'inconscio la follia, il sogno. Pirandello sostiene nel corso degli anni che la coscienza è
solo una piccola parte dell'io al disotto della quale si nascondono istinti e impulsi irrazionali che
non riusciamo a tenere sotto controllo e avvolte ci spingono verso azioni di cui non siamo
nemmeno consapevoli.

Altro elemento: Metateatro, Pirandello riprende l'idea antichissima, in cui i limiti del teatro scenico
vengono superati, l'attore interlocutore con il pubblico. Il personaggio perde la sua essenza e lo
stesso regista perde il suo ruolo. Al centro di questa innovazione c'è la teoria del personaggio,
secondo Pirandello l'arte deve proseguire l'opera creatrice della natura, mettendo però in risalto
ogni singolo elemento dell'opera d'arte. Il personaggio una volta emerso dalla fantasia dell'autore
assume una vita propria e si stacca dal contesto in cui è stato concepito, autonomo come qualsiasi
altro essere in natura, quindi dialoga con l'autore, decide di rimanere o meno in un'opera, nel
momento in cui se ne va decide lui quale opera lo rappresenta meglio.

Teatro Pirandello
Gli inizi del teatro pirandelliano riprendono soprattutto le sue origini siciliane. Molte sue novelle
vengono tramutate in opere teatrali con successo. Il teatro nel periodo in cui vive Pirandello, c'è
tanto sperimentalismo, e c'è anche il dramma ottocentesco.
Riprende il teatro ottocentesco del reale ma lo stravolge secondo il suo pensiero, un critico
Ferdinando Taviani, dice che Pirandello cerca di rinnovare il teatro restituendo una vitalità
aggressiva al teatro che aveva incantato in passato.
Descrizione delle 4 fasi in ordine crono del teatro pirandelliano:
Generalmente la critica non divide il teatro pirandelliano in un ordine cronologico ma seguendo
comunque un ordine ben definito.
1) teatro Grottesco, qualcosa di rude, volgare, disturbante ma divertente, in questa fase Pirandello
riprende ed esaspera le trame tipiche del dramma borghese, in particolare le trame triangolari,
infatti il tema dell’adulterio viene presentato in tutte le sue varianti, rappresentando quindi quella
che è una vera è propria contestazione riguardo alla morale del tempo. In pratica Pirandello
condanna gli amori illegittimi, come un legame coniugale che si è ridotto ad apparenza.
Una delle opere di questo periodo è "Pensaci Giacomino". In questa opera il protagonista è un
anziano professore che ha sposato una donna più giovane di lui che è incinta di un altro. Il
protagonista è pronto a svolgere questo ruolo di marito di facciata perché non vuole sprecare la
reversibilità della sua pensione, e vuole aiutare questa giovane in difficoltà economica, e quindi
sfida il perbenismo degli abitanti del paese.
"Il berretto a sonagli" il protagonista si chiama Ciampa, e accetta in silenzio i tradimenti di sua
moglie, ma solo finché avvengono senza infrangere le apparenze, e senza che nessuno possa
chiamarlo cornuto.
“Il giuoco delle parti" Leone Gala, vive separato dalla moglie e la lascia libera di accompagnarsi con
chi vuole, ma ad un certo punto è esasperato dalla situazione e da questi ruoli che si basano
sull’apparenza, e riesce a far sì che non lui ma l’amante di turno della moglie affronti un duello
mortale per difendere l’onore della morte.
L’opera più importante di questo periodo è "Così è se vi pare” 1917
In questa opera viene messa in discussione l’oggettività del reale e l’identità reale.
La signora Ponza e la signora Frola, secondo la comunità borghese, la signora ponza è la moglie del
protagonista, invece secondo lui questa donna è la seconda moglie, la signora Frola invece per lui
è la mamma della prima moglie, mentre la signora Frola dice di essere la mamma della signora
ponza. La signora ponza ad un certo punto è chiamata a spiegare la verità, però non c'è verità
ognuno determina la sua verità, io non sono nessuno sono colei che mi si crede.

2) Metateatro.
L’opera più importante è 6 personaggi in cerca di autore, nel 1921 a Roma, in questa opera come
nelle altre in questo periodo prevale la riflessione autoriflessiva, l’indagine di quelli che sono i
meccanismi che costituiscono il teatro stesso. Lo spettacolo teatrale vero e proprio viene
smontato e mostrato nel suo farsi, non esiste più nessun sipario che divida attori e pubblico, non
esiste nessun inizio di rappresentazione né alcuna conclusione che possa distinguere la realtà dalla
scena.
Infatti, in questa opera, i 6 personaggi compaiono così dal nulla, in alcune rappresentazioni
vengono scesi dall’alto a caso.
Questi personaggi arrivano sulla scena dal nulla, e si dichiarano frutto della fantasia di un
capocomico che non li ha messi in nessuna opera, quindi chiedono alla compagnia di attori, di
metterli nella scena, tutti quelli che sono gli elementi fondamentali del teatro, in queste opere
vengono quasi sottoposti ad un indagine impietosa, in particolare i personaggi inventati e gli attori
che li devono interpretare è quasi una riflessione che fa Pirandello, come è possibile che una
persona si possa trasformare in un personaggio? Poi abbiamo anche la contrapposizione tra
spettacolo teatrale e la vita, come si può ridurre la vita ad una pura finzione? Una finzione che
deve seguire determinate regole, copione, decisioni regista, ecc...
All’interno di questa fase abbiamo anche ciascuno a suo modo 1924 inizia nel foyer del teatro, ci
sono attori e spettatori che si mischiano, e quindi battute di spettatori si alternano a quelle degli
attori, gli identità degli spettatori si mischia con quella degli attori.
Altre opere, questa sera si recita a soggetto, 1930 in Germania, in questa opera sono gli attori che
devono improvvisare la vicenda narrata in una novella, con questa ultima opera Pirandello come
scrittore di teatro passa da teatro di attore a teatro di regia, quindi all’interno delle sue opere il
capocomico non si limita più a guidare il lavoro degli attori ma è lui che crea lo spettacolo.

3) La fase del teatro della follia.


Inizia con un'opera che è Enrico IV, che viene messa in scena subito dopo 6 personaggi in cerca di
autore nel 1922. Qui viene visto in chiave introspettiva, il tema del rapporto tra recitazione e
realtà. Quindi l'oggetto della riflessione non è più il teatro in sé ma l'estensione metaforica del
concetto di teatro. Tutta la vita è vista da Pirandello come un'enorme messa in scena, a volte più o
meno cosciente e volontaria, a volte anche controllata in modo razionale, a volte sfocia nella vera
e propria follia, anche se è difficile secondo Pirandello comprendere il confine tra razionalità e
follia. In Enrico IV il protagonista cade da cavallo durante una festa in maschera e rimane fissato
alla realtà apparente di quella che era la falsa in costume. Quindi per anni Enrico IV rimane
rinchiuso in una villa isolata come se fosse davvero il re Enrico IV, ma nella rappresentazione non si
comprende se il protagonista crede davvero di essere Enrico IV oppure fa finta di essere pazzo, di
essere impazzito, per ripicca e per delusione della donna amata perché lo aveva tradito e secondo
lui lo aveva fatto cadere durante la cavalcata e poi Pirandello si chiede anche chi sia il pazzo, Enrico
IV o chi gli sta attorno. Questi temi trattati nell'Enrico IV si trovano anche in altre opere come in
vestite gli nudi, la protagonista Ersilia tenta di coprire quello che ha combinato nella sua vita, e
addirittura riesce a coprire la morte accidentale di una bambina che le era stata affidata,
inventandosi la parte di un'eroina melodrammatica, poi "Come tu mi vuoi", una vicenda che ruota
attorno la figura di una donna molto affascinante che non ha un'identità, l'ignota, che vive in
Germania ma fino alla fine dell'opera non viene mai caratterizzata.

4)Il teatro dei miti.


In particolare di questo periodo sono 3 opere che lui stesso chiama Miti, perché prima di tutto si
svolgono in un luogo e in un tempo indeterminati, propongono poi degli eventi meravigliosi, non
reali, come un cataclisma o una resurrezione e alcuni eventi magici e assumono quindi un
carattere di sacralità.
"La nuova colonia" pubblicata nel 1928 che rappresenta le vicende di un gruppo di persone che
sono veri e propri disperati e sono guidati dalla spera che è una prostituta e madre di un bambino
di pochi mesi e si trasferiscono in un'isola chiamata penitenza per fondare una nuova società, più
onesta e corretta. Succede che questa società non si concretizza perché nascono i contrasti tra
queste persone nel momento in cui bisogna prendere le decisioni e l'isola si abissa a parte Spera e
il bambino.
"Lazzaro" il protagonista che si chiama Diego Spina ha una fede molto bigotta e tiene segregati i
suoi 2 figli, Lazzaro e Elia, c'è anche la moglie Sara che è un personaggio molto saggio. Ad un certo
punto abbandona il marito e i figli e va a vivere in campagna lontano dalla famiglia e l'elemento
religioso viene fuori nel momento in cui Lazzaro, fa camminare la sorella che da tempo era
paralizzata.
L'ultima opera "I giganti della montagna", un'opera che rimane incompiuta, ci troviamo in ambito
teatrale perché viene messa in scena un'opera ma purtroppo non sappiamo quello che succede ai
personaggi perché è incompiuta, era in realtà un'opera che voleva rappresentare una realtà
lontana dalla contemporaneità, una realtà indefinita, una realtà che non rappresenta la sofferenza
dell'uomo moderno. Era una sorta di evasione che proponeva Pirandello nella sua produzione
teatrale.

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