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IL FU MATTIA PASCAL

Vita di Pirandello

Scrittore, drammaturgo e poeta, il siciliano Luigi Pirandello, nacque a Girgenti, l’attuale


Agrigento il 28 giugno 1867 e morì a Roma 10 dicembre 1936. È considerato uno dei più
grandi letterati di sempre, inoltre è stato uno dei sei intellettuali italiani ed essere insignito del
Premio Nobel per la letteratura 1934: gli altri furono Giosuè Carducci, Eugenio Montale,
Grazia Deledda, Salvatore Quasimodo e Dario Fo. Figlio di borghesi, sua padre era
proprietario di una miniera di zolfo ed aveva anche indossato la divisa rossa dei garibaldini e
invece suo nonno era stato un esponente di spicco nei moti siciliani del 1848-1849. Studiò
all’università di Palermo, poi si trasferisce per un breve periodo e Roma per poi completare
gli studi a Bonn, in Germania.
Pirandello ebbe una vita piuttosto travagliata, lui stesso si definisce “Figlio del caos”. In
primo luogo l’alluvione e la frana che rasero al suolo la miniera, causò gravi problemi
economici alla famiglia. Per fortuna egli aveva uno stipendio sicuro come insegnante
all’Istituto superiore di magistero femminili, questo a sottolineare il fatto che ancora a quei
tempi, i letterati non riuscivano a vivere solamente dalle rendita delle loro opere. Nonostante
le finanze della famiglia migliorarono, il rapporto di coppia peggiora sempre di più. La forte
gelosia della moglie Maria Antonietta Portulano, la portarono a uno stato di pazzia, e
Pirandello fu costretto a farla ricoverare in un ospedale psichiatrico. Ne susseguì un periodo
molto buio, l’adesione al fascismo, mossa provocatoria o di strategia per cui molti pensarono
che fosse legata alla necessità di fondi per la sua compagnia teatrale.

Vive a cavallo di due secoli, fra ‘800 e ‘900, ​fra il naturalismo e l’inizio del decadentismo
Pirandello, venne definito uno scrittore isolato perché difficile da inquadrare in un movimento
letterario ben definito. Questo periodo è determinato da una crisi dei valori ottocenteschi,
dove viene meno la fiducia nella scienza, nella razionalità e nei valori borghesi, dove è
difficile aspirare alla verità.
L’atmosfera influenza moltissimo l’opera di Pirandello, che rivoluzione completamente il
modo di scrivere, attingendo dalle novità del resto d’Europa per la realizzare qualcosa di
nuovo: il gusto per il paradosso, la scelta dell’ironia e dell’espressione, la tendenza alla
scomposizione e deformazione e l’adesione all’umorismo (Nel saggio ​L’Umorismo del 1908
Pirandello presenta la poetica dell’arte umoristica e la visione del mondo su cui essa si basa.
Nasce dal ​“sentimento del contrario”​, ovvero dalla riflessione sul dramma che si nasconde
dietro il riso. Esempio: La vecchia signora vestita e truccata da giovane, provoca il riso, è il
momento dell’ ​“avvertimento del contrario” ovvero del comico. Se però rifletto e penso che
quella vecchia signora si acconcia in quel modo per non perdere l’amore del marito più
giovane, non posso più ridere come prima e passo dall’avvertimento del contrario al
“sentimento del contrario” ovvero all’umorismo. L’arte umoristica analizza, scompone,
smonta la realtà che rappresenta, “l’arte umoristica è un’erma bifronte che ride per una
faccia del pianto della faccia opposta”.​ )​ e al relativismo, corrente filosofica e psicologica che
l’autore conosce grazie allo psicanalista austriaco Sigmund Freud, nonostante non avesse
letto nulla di quest’ultimo e Schopenhauer letto nel periodo tedesco e agli studi di psicologia
che disgregano l’idea di coscienza e conoscenza di sé.
Il relativismo corrisponde alla frantumazione dell’io: l’uomo non è una sola persona ma si
suddivide in tante persone. Da ciò deriva che non esistono delle verità e dei valori assoluti:
ognuno percepisce la realtà non per quello che è ma per come la vede in un determinato
momento, a seconda anche della propria educazione (religione, famiglia, ecc…).
Il relativismo corrisponde al dualismo tra vita e forma: la vita è un libero fluire degli istinti
umani e la forma è una maschera che la società ci impone. Di maschere ce ne sono due:
una attribuita da noi stessi e un’altra che ci viene imposta dalla società, e che ci imprigiona
nella trappola delle convenzioni sociali. La prima trappola è la famiglia. Si diventa così
forestieri della vita e spettatori della vita altrui. La realtà è multiforme poiché ognuno la
guarda con occhi propri. Secondo Freud nell’uomo esistono tre personalità: Es, che
corrisponde all’io inconscio; Io, che corrisponde all’io cosciente e che è il tramite tra l’Es e il
Superio; Superio, che corrisponde alla maschera pirandelliana. Per fuggire da questa realtà
esistono tre possibilità: il suicidio; la pazzia (qui emerge l’elemento autobiografico che si
ricollega alla pazzia della moglie); e infine il vedersi vivere, che è un po’ come morire (la vita
non la vivo ma la vedo dal di fuori). A causa di questa “relatività di ogni cosa”, la modernità
appare a Pirandello come un intreccio contraddittorio di spinte e controspinte, ciascuna delle
quali relegata alla relatività del proprio punto di vista e perciò incapace di aspirare alla verità.

Pubblicazione del romanzo

Edito inizialmente a puntate sulla rivista “​Nuova Antologia” a Roma tra i mesi di aprile e
giugno del 1904, in seguito raccolto in volume nello stesso anno. Terzo romanzo, fu
composto di getto nel 1903 da Pirandello in un momento critico sul piano economico e
familiare, travolto dalla malattia della moglie e dal fallimento finanziario, propizi alla
gestazione de “​Il fu Mattia Pascal”,​ scritto nelle veglie notturne alla consorte e dietro un lauto
anticipo dalla rivista capitolina. Fu ripubblicato nel 1910 e nel 1912 con alcune modifiche,
poi nel 1921 con l’aggiunta di una ​“Avvertenza sugli scrupoli della fantasia”​, scritta da
Pirandello come risposta alle critiche di assurdità mosse alle vicende narrate nel suo
romanzo, che si aggiunge come conclusione ai diciotto capitoli del romanzo.

Argomento

Il romanzo è ambientato in una piccola città ligure e narra le vicende del giovane Mattia
Pascal, che prigioniero delle consuetudini di una società in continuo cambiamento, schiavo
delle leggi e annoiato da una vita che non lo appaga, fugge dalla sua famiglia e dal suo
paese, in cerca di novità. Ciò gli permetterà di affrontare un percorso che lo cambierà per
sempre.

Personaggi

L’opera pirandelliana è caratterizzata da una grande quantità di personaggi (almeno una


trentina) tutti differenti tra loro e tutti con una diversa importanza nella vicenda.Se alcuni
sono fondamentali, altri potrebbero essere considerati quasi superflui ma servono
ugualmente a creare un piccolo e verosimile mondo, fatto di sfaccettature e di personaggi
molto eterogenei tra loro, per rappresentare quanto più possibile il reale. Ogni personaggio
viene presentato da Mattia in modi diversi ma la descrizione iniziale è minima, spesso senza
un accenno all'aspetto fisico. Il carattere del personaggio che entra in scena si presenta da
sé, indirettamente, attraverso lo sviluppo della vicenda. Dalle sue azioni e dai dialoghi è
possibile capire anche il suo modo di pensare. Infine si nota che alla fine della storia l’unico
che veramente è cambiato e maturato rispetto alla condizione iniziale è il protagonista Mattia
Pascal. Quindi tutti gli altri personaggi a parte lui hanno la funzione di cornice.

Mattia Pascal – Adriano Meis: ​il protagonista dell’opera, attraverso un enorme flash back ci
racconta la sua vita singolare, nella quale ha potuto morire formalmente per ben due volte.
Pirandello ci offre una indiretta descrizione fisica, legata comunque al suo carattere. Non si
preoccupa di essere un bell’uomo, accetta il naso piccolo, l’occhio sbircio (libero di vedere
quello che vuole) e tutti gli altri suoi piccoli difetti. Si preoccupa del proprio aspetto solo
durante la trasformazione Mattia-Adriano, per un fine preciso. Con l’operazione all’occhio
capisce di amare di più sé stesso. Ama e rispetta moltissimo la madre, nonostante il suo
errore di fidarsi del Malagna. Romilda non sembra essere molto importante per lui e l’unico
suo grande amore è sicuramente Adriana, che con la sua dolcezza ha saputo conquistarlo in
un momento di trasformazione morale. Mattia, assieme al fratello Roberto è cresciuto senza
preoccupazioni ed anche nelle situazioni più difficili assume un atteggiamento tranquillo e
sarcastico. Si preoccupa della sua libertà, di avere meno problemi possibili e di divertirsi,
almeno da giovane. Col matrimonio e la difficile condizione in casa inizia a sentirsi troppo
legato alle cose materiali, ai soldi che non bastano mai e cerca una via di fuga, un ritorno
alla vita semplice e divertente che ha potuto fare da piccolo. Scappa all’insaputa di tutti a
Montecarlo, per fuggire dai propri problemi e per stare da solo. Alla roulette il destino e la
fortuna gli offrono molti soldi che, assieme alla notizia incredibile della propria morte gli
offrono l’occasione di abbandonare una propria vita fatta di problemi e di iniziarne una
nuova, perfetta. Così diventa Adriano Meis, ma durante i suoi lunghi viaggi scopre quanto
sia insignificante una vita senza legami, senza responsabilità ed affetti. Tutto questo lo
spinge a tornare Mattia, ma ormai è troppo tardi. La sua scomparsa ha permesso alla
famiglia ed alla moglie di sostituirlo, creando una nuova e sconosciuta armonia. Con la sua
esperienza è maturato, cresciuto ed ha scoperto gli ideali a cui fare riferimento nella vita ma
non può avere una seconda possibilità. Ad un uomo come lui,vittima del destino e della sua
volontà di cambiarlo, non rimane altro da fare se non commiserarsi davanti alla propria
tomba, a tomba del fu Mattia Pascal.

La mamma di Mattia: ​è una donna debole ed ingenua. Questi difetti sono la causa della
rovina della sua famiglia. Non è capace di gestire da sola la grande ricchezza lasciata dal
marito e lascia l’intera amministrazione dei suoi affari e delle sue proprietà al Malagna. Non
accorgendosi degli imbrogli fatti alle sue spalle può solo facilitare la sua rovina. Quando
Mattia si sposa con Romilda non riesce a sopportare la vicinanza della violenta e bisbetica
vedova Pescatore e finisce con il diventarne una vittima. Fugge di casa con la sorella ma la
morte la colpisce dopo poco, a causa degli affanni e dei feroci litigi subiti in precedenza.

Zia Scolastica: ​è completamente differente dalla sorella e Mattia se ne accorge fin da


piccolo. Aveva molta più paura di lei che dei leggeri rimproveri della madre. Spesso apre gli
occhi alla sorella su ciò che avviene attorno al lei ed è l’unica donna capace di vincere una
lite contro la vedova Pescatore, perché ha un carattere ancora più forte e duro di lei e
sicuramente più saggio. Non si è mai sposata per paura di un eventuale tradimento da parte
del marito.

Roberto Pascal: è il fratello di Mattia e viene presentato inizialmente, quando il protagonista


parla della sua infanzia, il suo compagno di divertimenti, viene soprannominato Berto, ed
assieme i due giocano, passano le giornate nelle loro proprietà e studiano. Ma con la
crescita diventa sempre più differente da Mattia: esteticamente più bello, maggiore stile e
gusto nel vestirsi, più maturità. Da adolescente non combina tutti i guai sentimentali del
fratello e lo ritroviamo verso la fine della vicenda un uomo maturo, serio ed abbastanza
fortunato, capace di compensare il dissesto finanziario subito in gioventù grazie alla ricca
dote della moglie. Si capisce quanto sia legato al fratello dalla gioia che prova nel rivederlo
una volta tornato Mattia.

Batta Malagna: ​il disonesto amministratore delle ricchezze della famiglia di Mattia.
Approfittando della ingenuità e buona fede della moglie del defunto Pascal, riesce ed agire
indisturbato ed a diventare a poco a poco un signore. Non ha rispetto per l’amico defunto e
la sua famiglia; non si fa scrupoli a dirigere la sua attività in modo sbagliato, costringendo i
Pascal a vendere una dopo l’altra tutte le loro proprietà, per poi acquistarle ad un prezzo
stracciato e goderne i frutti. Mattia, cresciuto nella spensieratezza totale a causa della madre
non se ne preoccupa e non si meraviglia una volta arrivata la povertà. Questo personaggio
sembra punito dal destino per le sue azioni disoneste: è continuamente afflitto perché non
riesce ad avere un figlio. Anche in famiglia non si comporta in maniera corretta. Si inserisce
negativamente anche nella vita sentimentale di Mattia, come se averlo rovinato
economicamente non fosse stato abbastanza. Una volta morta la prima moglie decide di
sposarsi con la bella Oliva, rovinando il primo amore di Mattia. Infatti i due ragazzi si
amavano e da lui Oliva aspettava un bambino. Ciò nonostante Malagna decide di accettare
quel figlio di Mattia come suo. Così finalmente potrà diventare padre.Mattia su questo fatto
ironizza arrivando a definire Malagna in un certo senso onesto. In fondo tutte le ricchezze
accumulate da quell’amministratore a forza di rubare e truffare i Pascal sarebbero un giorno
passate a suo figlio, così tutto sarebbe stato restituito.

Romilda: ​la moglie di Mattia. Il matrimonio tra i due viene imposto e nasce quasi per gioco.
Infatti Mattia si era avvicina a lei solo per conto dell’amico Pomino e per toglierla dalle grinfie
del Malagna. Soffre della condizione in casa Pascal, dei continui litigi e non può fare a meno
di seguire le scelte della madre. E’ di carattere debole e tutto ciò si trasmette alla sua salute:
perde la bellezza giovanile e le due figlie che mette al mondo, essendo troppo gracili per
sopravvivere. Alla fine della vicenda la troviamo risposata con Pomino. Alla vista di Mattia
sviene per l’emozione. Sembra trovarsi davvero bene col nuovo e ricco marito: è tornata ad
essere la bella Romilda di gioventù.

Vedova Pescatore: ​l’insopportabile madre di Romilda. Non accetta la sua misera


condizione di vita dovuta al matrimonio della figlia con Mattia, ormai poverissimo. Quindi fa
di tutto per vendicarsi e, da brava suocera, è la causa principale dei litigi in casa Pascal,
spesso troppo violenti. Il suo personaggio esprime antipatia.

Pomino: ​è un personaggio di seconda importanza, con un carattere mediocre se


paragonato a quello del protagonista. Amico di Mattia, appare per la prima volta nell’opera
durante la gioventù del Pascal. Non ha problemi economici e nel paese ha diverse proprietà
lasciate dal padre. Si innamora di Romilda e chiede al giovane Pascal di aiutarlo a
conquistarla, vista la sua timidezza ed il carattere debole. Rimane deluso ed offeso quando
capisce che l’amico, a forza di andare a trovare la ragazza se ne innamora, ma anche in
seguito non dimostra mai apertamente il suo disprezzo. Anzi, è disposto ad aiutare Mattia
quando cerca lavoro, gli offre del denaro ed è lui a trovargli il posto di bibliotecario. In fondo
è di indole buona ma risulta vittima degli altri, incapace di reagire. Alla vista di Mattia non sa
proprio come reagire, non riuscendo a trovare una soluzione per evitare l’annullamento del
suo matrimonio. E’ sollevato quando capisce che Mattia non vuole intromettersi nella sua
nuova famiglia ma la sua felicità e la stabilità della sua condizione non è dovuta alle sue
azioni:è una conseguenza delle scelte coraggiose di Mattia.

Adriana: ​sicuramente è il personaggio femminile che più colpisce il lettore in tutta la vicenda
e sicuramente il più grande e puro amore di Mattia. Quello che la rende così invidiabile non
è il suo aspetto fisico (forse nemmeno accennato da Pirandello) ma il grande carattere. E’
una ragazza pura, gentile, educatissima, tenera e discreta ma allo stesso tempo è
responsabile di sé stessa e di tutta la famiglia. Adriano la definisce infatti con dolcezza
“mammina di casa”. La sua candida figura è minacciata da Terenzio, che la vuole sposare
solo per non dover rendere la dote ad Anselmo. Non riesco a trovare in lei un solo difetto,
forse la sua timidezza e riservatezza limita un po’ la sua libertà e le sue decisioni. Si
innamora di Adriano ma per lei questo è un errore: ormai quest’uomo è in crisi, non potrebbe
mai sposarla e non vuole coinvolgere una creatura amabile e pura come lei in una vita resa
falsa, senza radici ed ideali.

Anselmo Paleari: ​sicuramente il personaggio più singolare che incontra Adriano nella sua
vicenda. Anselmo ormai non può più lavorare e tutta la sua vita è dedicata alla lettura, alla
filosofia ed alle riflessioni sul suo tema preferito: il post-morte. I suoi lunghi discorsi con
Adriano, il singolare tema del “lanternino”, mettono a dura prova la pazienza del protagonista
ed anche quella del lettore. Nonostante questi difetti è di sicuro un personaggio buffo e
simpatico, che fa sorridere nei comportamenti, con le sue teorie strampalate. Lascia gli affari
di casa quasi completamente in mano ad Adriana e non si accorge sempre di quello che
avviene attorno a lui. Ne è una prova la seduta spiritica. Lui è l’unico che crede nella
presenza dello spirito di “Max”, mentre gli altri approfittano dell’oscurità per baciarsi,
picchiarsi e fare confusione.

Terenzio Papiani: ​è ​il marito della defunta sorella di Adriana. Per lavoro viaggia
spesso,soprattutto a Napoli e conosce molta gente anche influente in politica, ma la sua
indole non è positiva. Ha molti debiti e segreti. Si appropria di molti soldi della Caporale e,
grazie ad un complice, rapina Adriano di ben 12.000 lire.Vuole sposare Adriana solo per fini
economici e si rivela essere anche un falso ciarlatano. Sicuramente è il personaggio
peggiore che incontra Adriano a Roma ed in fondo è una della cause che spingono Mattia a
riflettere e tornare sé stesso, ad abbandonare la finzione.

Olivia: ​Ragazza del paese, povera e onesta e corteggiata da Mattia. Sposata con il Malagna,
che poi la vuole lasciare perché non gli ha dato figli, con lei il Mattia intrattiene una relazione
sessuale a dispetto del Malagna in modo che la giovane non sia umiliata. Così rimane incinta
dello stesso Mattia, il figlio però verrà cresciuto da Batta Malagna come se fosse suo. In questo
modo Mattia si vendica di Malagna e risarcisce Oliva.

La signorina Caporale: ​un personaggio minore, inquilina nella casa Paleari. E’ una donna
brutta e zitella, che si consola della propria misera condizione con l’alcool . Ha avuto una
volgare relazione con Terenzio ma è stata solo usata. E’ lei che suggerisce ad Adriano
l’operazione all’occhio e nei suoi confronti diventa sempre più curiosa ed invadente. La
compagnia e le chiacchierate con il curioso coinquilino la fanno innamorare ma il suo
sentimento non verrà mai contraccambiato. Ha una grande complicità con Adriana, ma
spesso finisce solo con fare arrabbiare la giovane ragazza o metterla in imbarazzo
TRAMA

Mattia pascal vive a Miragno (immaginario paese ligure) e appartiene a una famiglia
benestante ma, alla morte del padre, un amministratore disonesto si è arricchito alle spalle
della stessa, sino a ridurla sul lastrico. Il protagonista per vivere fa il bibliotecario ma, a
causa di profondi dissidi con la moglie (Romilda) e con la suocera (vedova Pescatore),
decide di partire per Montecarlo; lì la fortuna gli sorride e, fatto un piccolo capitale, decide di
tornare a casa. Sul treno però, mentre sfoglia un giornale per ingannare il tempo, legge di un
suicidio del suo paese e, tra lo stupore la sorpresa, apprende che si tratta del suo suicidio.
Nella gora di un mulino era stato trovato un corpo in avanzato stato di putrefazione che era
stato prontamente riconosciuto come suo dalla moglie della suocera. Allora pensa di
inventare un’identità e vivere una nuova vita riacquistando libertà che aveva perso
sposandosi; comincia così la vita di Adriano Meis. Affitta una casa a Roma (grazie ad
Anselmo Paleari) ma dopo un po’ si rende conto che, senza documenti, non può vivere da
persona normale, si innamora della figlia del padrone di casa (Adriana Paleari) e non la può
sposare, subisce un furto e non lo può denunziare pur conoscendo il colpevole, viene
insultato e non può vendicare l’offesa. Decide allora di “suicidare” Adriano lasciando su un
ponte il cappello, il bastone e un biglietto di riconoscimento. Tornato in paese però ha una
brutta sorpresa: si accorge che non c'è più posto per il “redivivo” Mattia Pascal. La moglie
infatti si è risposata ed ha avuto dei figli con l'amico ed egli viene trattato con diffidenza.
Decide allora di vivere nella biblioteca con il suo collega, unico amico che gli sia rimasto, e,
di tanto in tanto, porta fiori alla propria tomba. Il fu Mattia Pascal decide anche di scrivere un
libro sugli strani casi della sua esistenza, libro da leggere esclusivamente “50 anni dopo la
sua per terza, ultima e definitiva morte”.

TEMATICHE

 La famiglia, che viene vista sia come un nido, riferita alla famiglia originaria
(soprattutto nel rapporto di tenerezza con la madre), sia come una prigione da cui
evadere, relativamente al rapporto coniugale e con la suocera
 Il relativismo, espresso attraverso il gioco d’azzardo il quale mette in rilievo la
casualità degli eventi e il potere della sorte, e sottolineando i limiti della volontà e
della ragione confermano la teoria della relatività della condizione umana affermata
da Pirandello
 L’inettitudine: Mattia Pascal è un inetto incapace di adattarsi alla vita e dalla quale
sogna un’evasione impossibile, è uno sconfitto dalla vita ed un anti-eroe che finisce
con il guardarsi vivere e con l’adeguarsi ad accettare l’estraneità nei confronti della
vita e di sé stesso.
 La crisi dell’identità: Mattia Pascal non riesce a rapportarsi non solo con la propria
anima ma anche con il proprio corpo, ne è un sintomo il suo occhio strabico che
guarda sempre altrove. La perdita dell’identità viene evidenziata anche attraverso il
tema del doppio: vi è un brano del libro in cui l’ombra del protagonista viene posta in
primo piano come doppio di Adriano Meis, rappresenta infatti la memoria e l’anima di
Mattia Pascal, da cui il protagonista non riesce a staccarsi e di cui anzi è prigioniero.
 La maschera e la negazione dell’identità sociale: l’identità è una necessità sociale,
ognuno di noi indossa una maschera per rapportarsi agli altri, non mostra la sua vera
persona e quando Mattia Pascal prende coscienza di ciò capisce di essere passato
da una situazione di maschera a quella di maschera nuda, consapevole
dell’impossibilità di qualsiasi identità, si limita a guardarsi e guardare gli altri vivere.
 La follia: per fuggire dalle tensioni e dalle trappole l’unica via di fuga è la follia o
l’immaginazione che porta l’uomo in un altrove fantastico o a vivere una nuova vita.
Questa stessa tematica la possiamo ritrovare nella sua novella “il treno ha fischiato”,
dove il protagonista Belluca è sottoposto a continue pressioni sia in ambito familiare
che lavorativo e il fischio del treno è l’unico modo per uscire dalla sua quotidianità
attraverso l'immaginazione che gli consente di fare viaggi in luoghi lontani e sperduti.
A differenza di Mattia Pascal, Belluca non cerca di crearsi un'altra vita, ma ritorna
semplicemente a condurre la sua vita nello stesso modo di prima, concedendosi,
ogni tanto, qualche viaggio con la mente. Per Pirandello, infatti, l'immaginazione è
una delle due vie di fuga dalle "trappole" della vita (famiglia e lavoro). In questo modo
Belluca riesce a sostenere la famiglia senza dover soffocare i problemi derivanti dalla
complessa situazione di vita, prendendosi delle pause in mondi immaginari

Caratteristiche Mattia ne “Il Fu Mattia Pascal”


 È il protagonista e narratore de Il fu Mattia Pascal.
 Il cognome Pascal, tipico dell’area piemontese-ligure, allude alla resurrezione.
(il nome si collega al concetto di Pasqua)
 Il suo carattere gli impedisce di vivere al di fuori delle strutture sociali e dallo stato civile
 Appare come un uomo di carattere impulsivo, vivace ma confusionario.
 Si dimostra essere un attento osservatore della realtà e della società che lo circonda
narrando fatti accaduti che riguardano altre persone che fanno parte della sua vita, infatti
ad ognuna di esse offre una caratterizzazione fisica e psicologica
 È intollerante ai comportamenti della suocera, la vedova Pescatore, Marianna Dondi, ed ella
è una delle numerose cause che condurranno Mattia alla decisione di fuga; essa, infatti, si
può considerare l’antagonista di Mattia.
 Fisicamente si può dedurre che egli non è un bell’uomo, di corporatura robusta, porta i
capelli molto corti e la barba ben curata, la sua particolarità e ciò che marca il suo aspetto
è lo strabismo dell’occhio sinistro.
 Al contrario, nelle vesti di Adriano Meis egli porta i capelli lunghi che lo fanno assomigliare
ad un “filosofo tedesco “, è sbarbato e col tempo si fa correggere il suo difetto all’occhio
con un’operazione chirurgica.
 Ha una pessima caratterizzazione culturale e socioeconomica, poiché la madre si rifiutò di
mandarlo a scuola
 Da un punto di vista economico, egli possiede dei poderi, ma spesso parla di una mancanza
di qualsiasi capacità, quindi di un’inettitudine da parte di Batta Malagna, una persona
avida, che contribuisce a creare i problemi economici del Pascal.
 Da un punto di vista psicologico, Mattia assume atteggiamenti negativi e mostra rancore nei
confronti di Batta Malagna, persona avida, la vedova Pescatore, persona gelida, Terenzio
Papiano, sembra voglia approfittarsi di Adriana
 Mattia è anche una persona a cui stanno a cuore le persone a lui care, infatti mostra
empatia, dunque compassione nei confronti della madre e dunque verso Adriana, la quale
è una persona debole e istigata da Terenzio Papiano.
 Mattia è una persona molto malinconica, questo anche perché si trova in solitudine, dunque
ciò mostra anche un’inaspettata forza.
 Mattia discute di forti contrasti esistenziali che lo assillano, con il signor Anselmo Paleari,
come la vita, la morte, e anche la cosiddetta “lanterninosofia “.

Romanzo psicologico
Il romanzo psicologico è un tipo di romanzo nato tra l'Otto e il Novecento, in un tempo in
cui la letteratura era caratterizzata da una profonda crisi e tensione: da una parte, una
chiusura nella propria interiorità, dall'altra una forte esigenza di realismo. Di fronte ai
drammi della guerra, la letteratura diventa mezzo di autoanalisi e riflessione profonda su di
sé.
Principale caratteristica di questo genere è il mondo interiore dei personaggi, i loro
processi psichici, le emozioni che derivano dal profondo, gli stati d'animo e le riflessioni
consce o inconsce.
La psicoanalisi di Freud ha avuto un ruolo fondamentale del processo di formazione del
romanzo psicologico, poiché i suoi studi sono stati fonte di ispirazione per gli scrittori
contemporanei; ne sono un esempio Italo Svevo e Luigi Pirandello con la creazione di
personaggi i quali, più che vivere esperienze nel mondo esterno, compiono un “viaggio” nel
proprio mondo interiore, non trovando però una via d'uscita e spesso le loro riflessioni
diventano pensieri fissi, manie, che rendono la loro vita angosciosa e piena di paure.
L'attenzione degli scrittori si sposta dalla descrizione oggettiva a quella soggettiva; prevale
la focalizzazione interna, sia in prima che in terza persona e si utilizzano il discorso diretto,
il discorso indiretto libero, il flusso di coscienza, dove viene scritta qualunque cosa passa
per la mente del protagonista senza punteggiatura e il monologo interiore, una particolare
tecnica narrativa che permette allo scrittore di esporre, in modo spontaneo, i pensieri, i
ricordi e le emozioni dei protagonisti.
Principali autori del racconto psicologico, oltre ad Italo Svevo e Luigi Pirandello, sono
James Joyce, Gustave Flaubert, Dostoevskij e Oscar Wilde, che avendo perso fiducia nella
possibilità di conoscere razionalmente il mondo si rivolgono all'analisi della coscienza
esaltando l'importanza della vita posteriore ai primi anni del Novecento.

MESSAGGIO: Il messaggio che dà l'autore è che l'uomo non può lottare contro la propria
sorte, anche se tristemente avversa, e nemmeno può crearsela da sè, come fa Mattia
Pascal diventando Adriano Meis. Inoltre, Pirandello vuole farci capire che l’importante è
essere se stessi perché solo in questo modo si può raggiungere la pace interiore, così come
fa Matta alla fine del romanzo una volta tornato a Miragno.

Ora passiamo al tema del viaggio in altri libri della letteratura contemporanea.

VITA DI UN EMIGRANTE è un libro che ho preso qualche anno fa al salone del libro e
racconta il viaggio di una famiglia agli inizi del Novecento da Torino verso l’America in cerca
di un futuro migliore. L’autore, Antonio Asnariotti, descrive i volti degli emigranti sui
transatlantici che erano pieni di tristezza, in quanto lasciavano una parte della vita e della
famiglia nel proprio Paese, ma erano anche speranzosi per ciò che avrebbero vissuto.
Un altro libro molto avvincente che tratta il tema del viaggio è VIAGGIO IN AMERICA di
Oriana Fallaci in cui viene raccontato come questo continente appaia a prima vista agli occhi
di un europeo. Infatti, l’autore si chiede spesso come mai si passi nel giro di qualche isolato
da città molto sviluppate a quartieri malsani e prova a darsi una risposta: secondo lei, gli
Stati Uniti sono un Paese impaziente, che ha fretta di arricchirsi e che non si affeziona mai a
nulla, si stacca senza dolore da tutto.
Infine, l’esempio emblematico di viaggio è, secondo me, rappresentato nel monologo
Novecento di Alessandro Baricco, in cui il protagonista è un pianista nato sulla nave che
trascorre tutta la sua vita a suonare per quel transatrantico, chiamato “Virginian”. Viaggio
dopo viaggio sull’oceano, gli viene il desiderio di scendere da quell’imbarcazione, ma non
riuscirà mai a trovare il coraggio per paura di ciò che potrebbe trovare nel mondo, da lui
considerato infinito e in cui si sarebbe sicuramente perso.

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