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PIRANDELLO

VITA:
~ Nato il 28 giugno 1867 ad Agrigento. La famiglia, borghese benestante, gestiva una
miniera di zolfo.
~ La vita in famiglia non era serena (concetto di Famiglia-Trappola)
~ Dopo gli studi liceali (Palermo e poi Roma) si trasferì all’Università di Bonn
(Germania), dove si laureò nel 1891 approfondendo la letteratura tedesca (Goethe e
Schopenhauer).
~ Nello stesso anno torna in Sicilia sposa Maria Antonietta, figlia di un socio del padre,
bella ma psicologicamente fragile.Si trasferisce a Roma con la moglie dove vive a
lungo grazie all’aiuto economico del padre.
A roma conosce molti intellettuali tra cui Luigi Capuana che lo incoraggiò a fare lo
scrittore.
~ Nel 1893 scrive il suo primo romanzo, L’esclusa (pubblicato solo nel 1901), romanzo
ancora di stampo verista. Dal 1897 inizia a comporre drammi e atti unici per il teatro
che non ebbero successo. Ottiene un incarico come insegnante di lingua italiana.
~ Nel 1903 si allaga la miniera di zolfo, crisi economica della famiglia. Questo
causa una crisi nervosa della moglie che poi sfocia nella follia/pazzia.

~ Assistendo la moglie malata Pirandello compone “Il fu Mattia Pascal”e lo pubblica


nel 1904.Senza l’aiuto economico del padre continua a insegnare e a dare ripetizioni
private di italiano e tedesco.

Nel 1908 pubblica il saggio “L’umorismo”.

Pirandello comincia anche a riavvicinarsi al teatro scrivendo novelle, debuttando nel


1910.Nel 1919 Pirandello decide di internare la moglie in una clinica, mentre il suo
successo come autore teatrale cresceva.

Nel 1921 scrisse il dramma “Sei personaggi in cerca d’autore”, che alla prima venne
fischiato, ma dopo qualche mese riscosse un grande successo venendo tradotto in più
lingue e rappresentato in tutta Europa.

Nel 1922 abbandona l’insegnamento e inizia a viaggiare per seguire le compagnie teatrali.

Nel 1924 si iscrive al partito fascista e nel 1925 firma il manifesto degli intellettuali fascisti.

Nel 1924 fonda la compagnia Teatro d’Arte di Roma. Come direttore scrittura l’attrice Marta
Abba alla quale fu legato sentimentalmente.

Nel 1926 scrive “Uno nessuno e centomila”.

Nel 1927 è il protagonista di una polemica politica e finisce per definirsi apolitico.

Nel 1934 è un drammaturgo famoso nel mondo e riceve il nobel per la letteratura.

Muore nel 1936 per una polmonite mentre seguiva la realizzazione del film tratto dal fu
Mattia Pascal.
L’Umorismo

Nel saggio l’umorismo pubblicato nel 1908 Pirandello mette a confronto due concetti, il
comico e l’umorismo.

Il comico, viene definito “avvertimento del contrario”, ovvero la percezione di un qualcosa di


diverso, che induce al riso.

L’umorismo, invece è il “sentimento del contrario”, ovvero la riflessione sul dramma che si
nasconde dietro al riso.

Nel saggio propone un esempio.

Pirandello descrive una vecchia signora, vestita e truccata da giovane, la quale prova il riso
(avvertimento del contrario), ovvero il comico.

Però porta a riflettere che quella vecchia signora magari si acconcia in quel modo per non
perdere l’amore del marito, e da lì si passa dall’avvertimento al sentimento del contrario,
ovvero all’umorismo.

Il fu Mattia Pascal
Scritto dopo la crisi che portò alla perdita dei capitali del padre e alla malattia della moglie
Antonietta (1903).
Pubblicato a puntate su “Nuova Antologia” nel 1904 e pochi mesi più tardi in volume.
Struttura
È composto da 18 capitoli.
Il libro racconta la storia di Mattia Pascal, che vive a Miragno, in Liguria. (bibliotecario)
Racconta che in precedenza viveva in condizioni agiate grazie al lavoro del padre, che investì
i soldi in proprietà.
Ma dopo la sua morte si affidarono a Batta Malagna, il quale per pagare i debiti inizio a
venderle.
La famiglia e il lavoro rappresentano una trappola per Mattia Pascal, e presso a poco
muoiono le sue due gemelle e anche la madre.
Mattia decide di andare in America, facendo tappa a Montecarlo, dove fa una bella fortuna.
Mentre è in treno escogita un modo per scappare dalla sua vita, e leggendo il necrologio, la
moglie e la suocera, credendolo morto, lo avevano riconosciuto in un cadavere ritrovato in
quei giorni.
Mattia quindi diventa Adriano Meis.
Non avendo informazioni personali, Adriano si trova davanti a mille problemi di identità.
Durante una seduta spiritica Terenzio Papiano (il quale voleva sposarsi con Adriana,
innamorata di Adriano), ruba una parte del denaro di Adriano Meis, il quale privo di una vera
identità, non può denunciare il ladro, ma non può neanche sposare Adriana.
Inscenando il suicidio di Adriano, egli ritorna nei panni di Mattia Pascal, e ritornando a roma
scopre che la moglie si era sposata con il suo migliore amico, e il suo posto da bibliotecario
era stato dato ad un'altra persona.
Mattia si rassegna quindi a restare fuori dalla vita e a essere “il fu mattia pascal”.
Temi
Famiglia/lavoro trappola: Pirandello
descrive nel libro la
famiglia e il lavoro
come una trappola
e base della
frustrazione
Inettitudine: Mattia confessa di essere stato un inetto, aveva
osservato la vita
scivolargli addosso e non si era imposto per la
donna amata.

Crisi d’identità e il doppio: Mattia ha difficoltà a


identificarsi con séstesso. Nel
romanzo questo è simboleggiato
dallo strabismo e dalla tendenza
di specchiarsi spesso.
Forma-trappola della vita: La vita intrappola le
persone ed è impossibile
scappare alla trappola
dell’esistenza.
Polemica contro il progresso: Polemica contro la
scienza e le macchine in
contrapposizione con
lo splendore delle rovine.
Sfiducia nel sistema politico
liberale.
Spiritismo: Tra fine
800 e inizio 900 in Europa c’era
una moda dell’occulto, anche nel
fu Mattia Pascal ci sono scene
come una seduta spiritica.
Gioco d’azzardo: Nel romanzo le scene del
casinò sono molto dettagliate,
questo perché
il gioco d’azzardo rappresenta la
casualità della vita.

Uno, nessuno e centomila

Pubblicato nel 1925

E’ formato da 8 capitoli, ognuno dei quali è suddiviso in capitoletti.

Il protagonista di questa vicenda è Vitangelo Moscarda, erede della banca del padre.

Un giorno, in seguito ad un osservazione da parte della moglie la quale gli dice che il suono
naso è leggermente storto, inizia ad avere crisi di identità, e rendersi conto che non è unico.
Le immagini che hanno di lui sono centomila, ma egli non si riconosce in nessuna di esse.

(Quindi vitangelo è sia uno che centomila, ed essendo che non può definire in modo
univoco la sua identità anche nessuno).

Vitangelo si inizia così a rendere condo di come il giudizio degli altri e il mondo in cui gli altri
lo vedono sia importante, possa influenzare la sua vita e, soprattutto, il protagonista capisce
che tutti possono avere un’immagine di lui diversa rispetto a come lui si è sempre visto.

Vitangelo quindi decide di cambiare vita, facendo diversi atti di carità (come regalare un
appartamento a Marco di Dio), e con l’aiuto di Annarosa, dona i propri beni a opere di carità.

L’uomo finisce in un ospizio, dove si ritira felicemente, e diventa finalmente nessuno.

Stile

La sintassi è ricca di esclamazione e di interrogavi, che evidenziano le caratteristiche dei


personaggi.

Lo stile e il lessico, unite a frequenti dialoghi e monologhi, conferiscono al romanzo, uno


stile teatrale.

Il treno ha fischiato
Il treno ha fischiato narra la storia di Belluca, un semplice contabile che sembra essere
schiavo della vita.
Vive con la moglie, la suocera e la sorella della suocera, tutte e 3 cieche.
E per mantenere la famiglia lavorava come copiatore di testi durante la notte.
Una sera, Belluca si sveglia e sente il rumore di un treno che fischia, e gli fa ricordare tutta la
sua gioventù e i viaggi fatti in giovinezza.
Questo avvenimento smuove qualcosa in Belluca, il quale il giorno dopo lo porta a ribellarsi
con il proprio capo, tanto che i colleghi lo credono pazzo e lo portano in un centro psichiatrico.
A narrare la vicenda è il vicino.

LE OPERE

Pirandello durante la giovinezza si dedicò alla poesia e pubblicò 7 raccolte di versi le più
importanti furono Mal Giocondo (1889) e Fuori di chiave (1912) che però furono giudicate di
scarso valore.

Durante tutta la sua vita letteraria Pirandello scrisse novella, Amori senza amore è la prima
(1894), nel 1922 avviò il progetto di scrivere una novella per ogni giorno dell’anno che presero
il nome di Novelle per un anno, Pirandello però riuscì ad arrivare a 256 sulle 365 previste.
Alcune di queste novelle sono ambientate in Sicilia e parlano del mondo contadino altre sono
in ambiente romano ed hanno come protagonisti la piccola borghesia.
Fra il 1904 e il 1905 scrive il saggio L’Umorismo che verrà pubblicato nel 1908, egli definisce
l’umorismo come: avvertimento del contrario (riso), sentimento del contrario
(compassione).

Il primo romanzo fu l’Esclusa scritto nel 1893 pubblicato nel 1901 con il titolo di Marta Ajala,
parla di una donna, Marta che nonostante sia innocente viene accusata dal marito di essere
un’adultera, costretta a fuggire a Palermo dove incontra Alvignani, il marito
successivamente capisce l’innocenza della moglie e la riaccoglie a casa. Tratta di temi legati
all’analisi della psicologia e introduzione elemento grot tesco. Il successivo romanzo è Il
Turno (1895).

Successivamente scrisse 3 romanzi, il primo Suo Marito nel 1911 successivamente I vecchi
e i giovani nel 1913 ed infine Si gira poi intitolato Quaderni di Serafino Gubbio imperatore
nel 1915.

Uno nessuno e centomila è il romanzo più filosofico di Pirandello iniziato nel 1909 e
pubblicato nel 1926, il protagonista è Vitangelo Moscarda il quale percorre un itinerario di
liberazione da ciò che gli è stato attribuito ma che non riconosce (trappola). A differenza
della fu mattia pascal in questo romanzo il protagonista agisce in modo attivo e consapevole
nonostante l’esclusione dalla società. Grazie a questo percorso troverà un'identità positiva in
se stesso.

Il teatro

Le prime opere teatrali di Pirandello erano in dialetto tra le più importanti Pensaci Giacomino
(1916), La Patente (17-18) e la Giara (1917). Pirandello applicò una vera e propria
rivoluzione al teatro abbandonando il teatro naturalistico e soprattutto i personaggi della
personalità problematica che il poeta smaschera con l’umorismo.

Negli anni tra il 1916 e il 1920 si affermò il teatro grottesco (rifiuto dei modelli letterari) ad
esso aderirono Chiarelli e Rosso di San Secondo (uno degli amici più stretti di Pirandello).

Nel teatro Pirandelliano ognuno di noi ha una maschera che la società ci impone e che ci
proviamo a togliere ma senza riuscirci.

In Così è (1917) Pirandello mette in scena il salotto borghese ma il dramma che si svolge è
del tutto particolare infatti i 2 protagonisti sono portatori di una sventura della quale non
vogliono parlare, tutti vorrebbero sapere la verità che alla fine non esiste in assoluto, in Così è
si presenta il relativismo conoscitivo secondo cui esistono più verità.

Un’altra opera teatrale importante è Enrico IV (1922) dove è presente una moderna tragedia
della follia.

Nel “teatro nel teatro” sono presenti drammi all’interno del teatro stesso, ovvero nella recita
si mette in scena un’altra recita.

Gli attori diventano protagonisti di un ulteriore rappresentazione teatrale, con obiettivo di


evidenziare i contrasti tra realtà e rappresentazione.

tra più importanti vi è Sei personaggi in cerca d’autore (1921) e Ciascuno a modo suo
(1924)

Nel teatro dei miti Pirandello ambiente le sue opere nel mondo primitivo e mitico dei
contadini e dei pastori i più importanti sono Lazzaro(1929) e La nuova colonia(1928)
PENSIERO E POETICA:
Nonostante la sua formazione verista (rappresentazione
oggettiva della realtà, visione
negativa della realtà sociale,
sfiducia nella scienza) arriva a concepire 3 princìpi legati alla
psicologia:
1. Problema dell’identità
2. Concezione della vita come incessante fluire
3. Relativismo conoscitivoà secondo cui non esiste una verità oggettiva e valida
per tutti, ma tante verità quanti sono i punti di vista(es. il tempo che è relativo),
come esprime il titolo del dramma “Così è (se vi pare)”.

Inconoscibilità del reale (come gli altri esponenti della narrativa della crisi, tra cui
Svevo)àognuno ha un’immagine diversa del mondo relativa al suo punto di vista e non è
comunicabile a parole, questo porta l’uomo a vivere in una condizione di disagio esistenziale
(perdita di certezze e crisi d’identità).

Contrasto tra vita e forma: flusso incessante di sentimenti, istinti e convenzioni della società
che formano una morale comune. Se si tenta di superare questi limiti si può sfociare nella
pazzia.
- per riuscire a sopravvivere l’uomo indossa delle maschere, comportamenti diversi a
seconda delle circostanze
- altre gli vengono attribuite dalla società e lo imprigionano nelle trappole delle
convenzioni sociali (lavoro e famiglia).

Poetica dell’umorismo: il “sentimento del contrario” espresso nel saggio sull’umorismoà si


sorride solo quando si è appresa la realtà dolorosa che sta dietro il riso. (Vecchia imbellettata)
DIFFERENZA CON IL COMICO
Il comico è “l’avvertimento del contrario”, nasce dal contrasto tra l'apparenza e la realtà.
L'umorismo è definito come “sentimento del contrario”, spiegando che in esso implica la
comprensione di sentimento e riflessione

Pirandello usa uno stile molto vicino al parlato, evita le figure retoriche, vuole rendere la sua
poetica facilmente comprensibile e traducibile in altre lingue.

MASCHERA: Nel teatro Pirandelliano ognuno di noi ha una maschera che la società ci
impone e che ci proviamo a togliere ma senza riuscirci.

TEATRO GROTTESCO: Il teatro del grottesco rappresenta situazioni di vita di tutti i giorni
dimostrandone la paradossalità e la contraddizione, approfondendo i temi della maschera e
della trappola.

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