Sei sulla pagina 1di 18

LUIGI PIRANDELLO

Luigi Pirandello nacque nel 1867 a realtà che è tutta vita in continuo
Girgenti da una famiglia agiata. Studiò movimento e trasformazione come un
al liceo classico di Palermo, poi si magma vulcanico dal quale tutto ciò che
iscrisse alla facoltà di Lettere. Di qui si stacca diventa una forma distinta che
passò nel 1887 all'università di Roma, si irrigidisce, si rapprende, si coagula
poi a quella di Bonn dove conseguì la fino a morire.
laurea. Al suo ritorno, volendo dedicarsi
Così è la vita dell’uomo; cerca di
alla letteratura, si stabilì a Roma dove
cristallizzarsi in una forma ben definita
cominciò a collaborare con poesie e
senza rendersi conto che quella realtà è
scritti critici a riviste come la "Nuova
solamente un’illusione.
Antologia" e il "Marzocco".
Il novecento è il periodo nel quale si
Nel 1894 Luigi Pirandello sposò
affermano tendenze spersonalizzanti
Antonietta Portulano, dalla quale avrà
della società come il capitale
tre figli. Nel '97 gli venne conferita,
monopolistico che annulla l’iniziativa
presso l'Istituto Superiore di Magistero,
individuale, lo svilupparsi delle industrie
la cattedra di stilistica e poi di
e delle macchine che meccanicizzano
letteratura italiana, che terrà fino al
l’esistenza dell’uomo riducendolo una
1925. Seguì, a partire dal 1903, un
rotella di un meccanismo.
periodo difficile per lo scrittore, a causa
della rovina dell'azienda paterna e con Nell’opera pirandelliana troviamo il
essa del patrimonio suo e della moglie. rifiuto delle forme della vita sociale, dei
suoi istituti, dei ruoli che la stessa
Intanto pubblica poesie, saggi, romanzi
impone e un bisogno disperato di
e novelle, ma la fama gli arriva come
autenticità e spontaneità vitale.
autore drammatico. A partire dal 1922
Luigi Pirandello organizza una raccolta Anche se la sua vita si svolse sul
completa delle sue novelle sotto il titolo perbenismo esteriore, internamente era
"Novelle per un anno", che allude al un anarchico, ribelle e sofferente per le
progetto, rimasto incompiuto (con un convenzioni, le finzioni e le maschere
totale di 218 novelle), di scrivere una che la vita sociale impone, irridendole e
novella per ogni giorno dell'anno. Nel disgregandole nelle sue opere,
'25 Luigi Pirandello lascia soprattutto rivolgendosi alla società
l'insegnamento per dirigere il Teatro dell’Italia giolittiana e postbellica,
d'arte di Roma e fondare una sua criticando la condizione piccolo
compagnia. Nel '34 gli fu conferito il borghese, mentre nelle opere teatrali
Nobel per la letteratura. Morì a Roma predilige ambienti alto borghesi.
nel 1936.
L’ambiente familiare è causa principale
della trappola e della forma perché è
VISIONE DEL MONDO
opprimente, pieno di odi, rancori,
La visione del mondo pirandelliana è ipocrisie e menzogne che si mescolano
basata sulla concezione vitalistica della alla vita degli affetti.
L’altra trappola è quella economica al serio e al tragico, non può evi­tare di
perché il piccolo borghese, nella fare emergere anche il ridicolo. In una
condizione sociale e lavorativa, misera e realtà multiforme e polivalente, tragico
stentata in cui si trova, fatta di lavori e comico vanno sempre insieme, il
frustranti diretti da un’organizzazione comico è come l’ombra che non può mai
gerarchica oppressiva, è un prigioniero. essere di­sgiunta dal corpo del tragico.

Sul piano filosofico la "chiave" per


L’UMORISMO scoprire le contraddizioni e smascherare
L’opera d’arte, secondo Pirandello, nasce le falsità dell'apparenza è la "follia", sul
«dal libero movimento della vita piano poetico è l'umorismo, che consiste
interiore»; la ri­flessione, al momento nel sentimento del contrario.
della concezione, resta invisibile, è quasi Mentre il comico genera la risata perché
una forma del sentimento. Nell’opera mostra subito la situazione
umoristica invece la riflessione non si evidentemente contraria a quella che
nasconde, non è una forma del dovrebbe normalmente essere,
sentimento, ma si pone dinanzi ad esso l'umorismo nasce da una più ponderata
come un giudice, lo analizza e lo riflessione che genera una sorta di
scompone. Di qui nasce il «sentimento compassione da cui si origina un sorriso
del contrario», che è il tratto di comprensione.
caratterizzante l’umorismo per
Piran­dello. Lo scrittore propone un Nell'umorismo c'è il senso di un comune
esempio: se vedo una vecchia signora sentimento della fragilità umana da cui
coi capelli tinti e tutta imbellettata, nasce un compatimento per le
avverto che è il contrario di ciò che una debolezze altrui che sono anche le
vecchia signora dovrebbe essere. proprie.
Questo «avvertimento del contrario» è il
comico. Ma se interviene la riflessione e il treno ha fischiato
suggerisce che quella signora soffre a
pararsi così e lo fa solo nell’illusione di Belluca è un uomo modesto. Lavora
poter trattenere l’amore del marito più come contabile, con rigore e rispetto. È
giovane, non posso più solo ridere: un uomo scrupoloso, mite, umile;
dall’«avvertimento del contrario», cioè puntuale, sottomesso e sempre
dal comico, passo al «sentimento del servizievole. La sua vita scorre
contrario», cioè all’atteggiamento monotona tra la routine domestica e la
umoristico. carriera lavorativa. I suoi colleghi e il
capoufficio non hanno molta stima o
La riflessione nell’arte umoristica coglie particolare considerazione di lui, e anche
così il carattere molteplice e la sua famiglia sembra non valorizzarlo
contraddittorio della realtà, permette di affatto. Se la situazione lavorativa è
vederla da diverse prospettive sempre deludente e umiliante, quella
contemporaneamente. Se coglie il familiare è a dir poco complessa: sua
ridicolo di una persona, di un fatto, ne moglie, sua suocera e la sorella della
individua anche il fondo dolente, di suocera, sono tutte non vedenti e
umana sofferen­za, e lo guarda con vivono nella sua casa, insieme alle 2
pietà; o viceversa, se si trova di fronte figlie vedove con i loro 7 bambini.
Belluca è ora ricoverato in un ospedale dell’accaduto. Attraverso un’analessi
psichiatrico. Ha avuto un brutto crollo e (flashback) il vicino di casa
un giorno che sembrava essere un
nella sua funzione di narratore introduce
giorno qualunque, sul posto di lavoro si
la descrizione della infelice situazione
è letteralmente scagliato contro il
domestica in cui vive Belluca, altrettanto
proprio capoufficio inveendo contro di
opprimente di quella professionale;
lui.
- Solo alla fine della novella vi è il
Tra le grida sconclusionate di Belluca si
racconto disteso dell’accaduto che
ode uno strano verso: il fischio del
permette di comprendere il
treno. È lo stesso che l’uomo continua a
comportamento di Belluca e la sua
ripetere di averlo sentito nella notte e
insubordinazione al capoufficio.
che lo ha trascinato via lontano.
- La conclusione ha toni umoristici
Il fischio di quel treno nel cuore della che vedono Belluca rientrare nei
notte spalanca per Belluca prospettive ranghi, nella monotonia della vita
nuove e mai esplorate e lo mette di quotidiana in cambio della
fronte alla totale mancanza di evasione concessione ogni tanto di qualche
e leggerezza nella sua vita. piccola fuga, al fischio del treno,
in un’altra vita.
Il protagonista comprende l’importanza,
di tanto in tanto, di concedersi dei SIGNIFICATO DEL FISCHI DEL
momenti di libertà e evasione da tutto, TRENO
fosse anche nel mondo del sogno e della
Il fischio del treno ha un significato
fantasia.
allegorico, è l’evasione dalla realtà per
riconquistare la propria libertà. L’evento
analisi insignificante e banale del fischio del
Il racconto procede a ritroso partendo treno è il fulcro del racconto perché
dall’episodio in cui Belluca si ribella e rivoluziona l’esistenza del protagonista
viene rinchiuso in manicomio perché rivelandogli di colpo la possibilità di una
farnetica, per poi narrare le vicende che vita diversa, una vita mai vissuta, più
lo hanno condotto ad un simile libera e ciò lo stordisce e lo inebria.
comportamento: Rappresenta la possibilità di liberarsi dal
giogo della forma (consuetudini, lavoro,
- La follia emerge da subito come famiglia,…) per riappropriarsi del senso
argomento alla base della novella, della vita.
è l’unica giustificazione che i
colleghi e i medici riescono ad
marsina stretta
attribuire allo strano
comportamento di Belluca. Il Questa novella racconta l’esperienza del
ritmo è concitato ed il tono è professor Gori, testimone alle nozze di
umoristico. una sua ex alunna (ha preso sotto la
propria ala protettrice) con un ricco
• Il ritmo rallenta con l’inserirsi della
giovane. Il professore arrivando alla
voce narrante nel racconto nel tentativo
casa dello sposo viene a sapere che,
di approfondire le vere cause
durante la notte, è morta la madre della
sua ex alunna e che i parenti dello
sposo, chiusi nella loro mentalità di rendendolo partecipe delle sensazioni
ricchezza e superiorità sociale e perciò del professore Gori ovvero della vita. In
contrari a quel matrimonio, vorrebbero tal senso il debito verso quello che nella
approfittare del lutto per evitare o novella rimane del naturalismo, ovvero
addirittura annullare per sempre la la descrizione del contesto, viene
cerimonia. superato e Pirandello può quindi
concentrarsi sul protagonista attraverso
Nei giorni precedenti il professore era
cui viene smascherata la forma ovvero
andato a comprarsi la marsina, che era
la tendenza alla falsa rappresentazione
troppo stretta per lui.
della realtà cioè all’autoinganno.
Decide di andare a prendere la ragazza
Il momento epifanico è dato dal bisogno
a casa, indossa la marsina troppo
di mostrare la verità a tutti, ossia che la
rapidamente e l’abito si scuce.
famiglia è ostile al matrimonio e che la
Ma il professore fa leva sui sentimenti ragazza deve sposarsi assolutamente.
dei due sposi imponendo a loro e ai
parenti tutti che quel matrimonio si il fu mattia pascal
faccia prima in municipio e poi in chiesa.
Questo romannzo rappresenta un punto
La novella è il riflesso del susseguirsi di svolta (narrativa in prima persona,
delle sensazioni del professore Gori, precedente alla Coscienza di Zeno).
tutto giocato sul contrasto tra la
scomodità dell’abito indossato, perché Il protagonista è Mattia (nome
troppo stretto, e la crescente tensione. particolare che ha assonanza “matto” -
è un filosofo).
In altri termini la difficoltà per l’abito
stretto indossato dal professore Gori Vive a Miragno (paese immaginario, che
inizialmente rimanda a un livello minimo lui colloca in Liguria), che ha le
di umorismo che diventa però sempre caratteristiche di un piccolo paese
più forte quando si tratta di siciliano. Mattia è un giovane che ha
smascherare l’ipocrisia della famiglia ereditato una discreta fortuna dal padre,
dello sposo. non ha mai lavorato (ha terreni da
amministrare, ma lascia tutto nelle mani
È come se il lettore diventasse, seppur di un amministratore, sfrutta la
per pochi istanti, partecipe della situazione e lo lascia quasi in miseria).
mentalità gretta che domina gran parte
della novella ricevendone così uno L’amministratore si chiama Batta
stimolo a rinunciare alla vita e a Malagna → per vendetta Mattia seduce
guardare paradossalmente al passato sua nipote Romilda, che rimane incinta
per rimanere bloccato per sempre nella (costretto a sposarla). Definisce la sua
forma. Ma la forza del professore Gori vita come una prigione.
penetra la barriera dell’ “illusione della Una mattina decide di andare in treno
forma” dando un nuovo corso alla fino a Montecarlo e con qualche
novella: basta pensare all’uso dell’ironia risparmio decide di giocare al casinò
che, presente in tutte le situazioni con la (mette via una discreta somma di
funzione di denigrare il contesto della denaro) + decide di non tornare a casa
novella, da linfa vitale al lettore per un po’ senza avvisare nessuno.
Quando decide di tornare a casa, in - La famiglia, viene vista sia come
treno su un giornale, legge di essere un nido, riferita alla famiglia
stato dichiarato morto. Secondo originaria, soprattutto nel rapporto
l’articolo è stato ritrovato il corpo di un di tenerezza con la madre, sia
giovane uomo e l’identificazione ha come una prigione da cui evadere,
portato al nome di Mattia Pascal. relativamente al rapporto
coniugale e con la suocera;
A questo punto decide di accettare la
- Il relativismo espresso attraverso
sua condizione di morto, così da non
il gioco d’azzardo che mette in
dover tornare dalla famiglia. Si deve
rilievo la casualità degli eventi e il
però inventare un’altra identità:
potere della sorte, e sottolineando
“Adriano Meis” (nome letto sugli
i limiti della volontà e della
annunci).
ragione confermano la teoria della
Mattia diventa il Fu Mattia Pascal e relatività della condizione umana
assume il nuovo nome. affermata da Pirandello; e lo
spiritismo, raccontato nell’episodio
Trova una stanza presso Anselmo Paleari della seduta spiritica del Cap.XIV
che ha una figlia, che si chiama Adriana. (evento presente anche nella
Adriano Meis si innamora per la prima Coscienza di Zeno di Svevo),
volta nella sua vita e ha una relazione serve per sottolineare la crisi del
stabile con Adriana. Comincia a pensare razionalismo positivista e
di costruirsi una vita con lei, ma si rende affermare che il potere della
conto che non può perché non ha ragione umana è limitato.
un’identità. Non gli resta altro che - L’inettitudine. Come i personaggi
tornare nella maschera di Mattia. di Svevo anche Mattia Pascal è un
inetto incapace di adattarsi alla
Torna a Miragno, però inscena lui stesso
vita e dalla quale sogna
un suicidio per eliminare Adriano Meis
un’evasione impossibile, è uno
lasciando il suo cappello su una spalletta
sconfitto dalla vita ed un anti-eroe
del Tevere. Torna a Miragno e trova la
che finisce con il guardarsi vivere
moglie sposata. La moglie stenta a
e con l’adeguarsi ad accettare
riconoscerlo, perché aveva la barba e
l’estraneità nei confronti della vita
aveva corretto lo strabismo con
e di se stesso.
un’operazione a Roma.
- La crisi dell’identità. Mattia Pascal
Capisce che non può rientrare nel suo non riesce a rapportarsi non solo
ruolo, decide di ritirarsi a vivere in con la propria anima ma anche
solitudine nella vecchia canonica in cui con il proprio corpo, ne è un
fa il bibliotecario. Vive in solitudine, sintomo il suo occhio strabico che
evita le relazioni sociali e ogni tanto guarda sempre altrove. La perdita
porta i fiori sulla sua tomba. dell’identità viene evidenziata
anche attraverso il tema del
ANALISI
doppio: vi è un brano del libro in
Il Fu Mattia Pascal è il romanzo cui l’ombra del protagonista viene
allegorico della crisi dell’uomo moderno posta in primo piano come doppio
e ciò emerge dalle varie tematiche che di Adriano Meis, rappresenta
affronta: infatti la memoria e l’anima di
Mattia Pascal, da cui il meccanismo della finzione ed alla
protagonista non riesce a staccarsi messinscena della vita.
e di cui anzi è prigioniero.

Tutto il romanzo è improntato UNO NESSUNO E CENTOMILA


sulla duplicità, sul raddoppiamento E’ l’ultimo romanzo di PIrandello
delle situazioni: Mattia Pascal (testamento letterario, in cui si
seduce sia Romilda che Oliva; espongono i suoi temi tipici).
finge due volte il suicidio; si dà
due diverse identità, Adriano Meis Il protagonista è Vitangelo Moscarda
e poi Fu Mattia Pascal, ecc. (figlio scansafatiche di un banchiere
usuraio - eredita la banca).
- La maschera e la negazione
dell’identità sociale. L’identità è La vicenda nasce da un evento
una necessità sociale, ognuno di insignificamente: lo scrutarsi allo
noi indossa una maschera per specchio del protagonista e la scoperta
rapportarsi agli altri, non mostra di un difetto (il naso pende verso destra.
la sua vera persona e quando La scoperta del difetto (unita ad altri)
Mattia Pascal prende coscienza di scatenano in lui una crisi d’identità.
ciò capisce di essere passato da
In particolare si rende conto di come
una situazione di maschera a
l’immagine che ha di sé sia totalmente
quella di maschera nuda,
differente rispetto a quella che vedono
consapevole dell’impossibilità di
gli altri (nota che esistono diversi
qualsiasi identità, si limita a
Moscarda).
guardarsi e guardare gli altri
vivere. In lui nasce pertanto un vero orrore per
la prigione delle “forme” in cui gli altri lo
MOTIVO DI INETTITUDINE
costringono; ma scopre anche di non
- Perché non è in grado di sostenere essere “nessuno” per se stesso, e
fino in fondo la condizione di questo genera in lui un'altra forma di
libertà assoluta, a cui idealmente orrore, un senso angoscioso di assoluta
aspirava, dal peso delle solitudine.
convenzioni e dalla trappola della
Vitangelo decide dunque di cambiare
forma;
vita per eliminare l’immagine
- Mattia Pascal si rivela non
stereotipata che gli altri hanno di lui
all’altezza delle proprie ambizioni,
(alla ricerca della sua vera identità).
è destinato al fallimento. Infatti la
conclusione è negativa: Mattia Innanzitutto decide di sfrattare uno
Pascal si riduce a vivere una squilibrato dalla catapecchia che il padre
non-vita, rassegnandosi ad una gli aveva concesso per pietà → attira
condizione di paralisi e stasi. Pur l’odio dei cittadini, ma assicura che ha
non essendo morto fisicamente, di donato lui una casa migliore.
fatto vive in una condizione di
estraneità alla vita, con Decide, sotto lo sbigottimento altrui, di
l’atteggiamento distaccato di chi gestire la banca e i beni paterni +
ha capito come funziona il gioco maltratta la moglie e le impone di
ed assiste dall’esterno al lasciarlo.
Per liberarsi dell’immagine anche quest'opera ha carattere
tramandatagli dal padre, decide di retrospettivo. [temi: identità, rifiuto
liquidare la banca → i familiari per dell’identità, follia come via di fuga…]
impedirglielo lo vogliono interdire per
infermità mentale.
Luigi Pirandello muove da una base
Moscarda riceve la visita di Anna Rosa
filosofica molto consolidata secondo la
(amica della moglie che rimane colpita
quale la realtà è vita, intesa come
dalla sua visione) invitata nel tentativo
perpetuo divenire e soggetta a una
di ricondurlo alla ragione → in preda a
costante trasformazione da uno stato
raptus gli spara un colpo di pistola
all’altro. Tutto ciò che si stacca da
(viene assolta grazie alla deposizione di
questo moto perpetuo, non solo assume
Moscarda). Vitangelo devolve i suoi beni
forma distinta e individuale, ma col
per la costruzione e la gestione di un
tempo comincia a morire.
manicomio per indigenti in cui si ritira a
vivere egli stesso → qui si sente libero Lo stesso, afferma lo scrittore, succede
da ogni regola. per l’uomo: infatti l’essere umano si
distacca dall’universale per assumere un
La narrazione è come un lungo
profilo propriamente individuale,
monologo in cui si chiede l’intervento
costretto com’è a indossare una
dell’autore.
“maschera” con la quale si presenta a sé
L’intento del protagonista è individuare stesso, e nel frattempo se ne allontana.
nelle “centomila” proiezioni che gli altri Le maschere si moltiplicano nel
hanno di lui, il suo vero “io” (l’uno). per momento in cui ci si cimenta nelle
poi scoprire che invece non esiste vicissitudini quotidiane della società. In
“nessuno”. questo caos l’io assoluto perde la sua
individualità, da “uno” diviene
Moscarda è un personaggio sconfitto,
“centomila”, dunque “nessuno.
che tenta invano di ribellarsi alle
convenzioni sociali. Voleva distruggere L’esempio lampante è appunto Vitangelo
tutte le forme che gli erano state Moscarda, il cui io individuale si disgrega
imposte, ma deve accettarne una quando la moglie gli fa notare
nuova: l’adultero. Sarà però in questa scherzosamente alcuni suoi difetti fisici.
sconfitta che trova una guarigione dalle Dettagli che spingono il protagonista a
sue angosce (finisce col rifiutare la un’importante riflessione: infatti si
propris identità e il proprio nome). renderà conto come l’immagine che
aveva sempre avuto di sé non
Già dall’inizio del racconto il tono è
corrispondesse in realtà a quella che gli
umoristico, elemento che sfocerà nella
altri avevano di lui e cercherà in ogni
riflessione e sul concetto d'identità.
modo di carpire questo lato inaccessibile
Anche il protagonista (come in Mattia del suo io.
Pascal), è un inetto. A differenza di
Il passo dalla disgregazione dell’io
Mattia però, cerca una soluzione che lo
individuale alla follia è davvero breve e,
riscatti dalla condizione di inetto
in un certo senso, rappresenta il mantra
(abolizione della coscienza di sé e della
di Pirandello. La follia non è nient’altro
propria identità). Allo stesso modo
che una forma di ribellione contro gli
stereotipi della vita sociale, che crollano sospesa in un vuoto assoluto, priva di
col rivelarsi dell’incoscienza. contatti con la realtà. La condizione
puramente negativa era testimoniata
La contraddittorietà è alla base del
anche dal suo rapporto col nome: l'eroe,
destino di Moscarda: se da un lato
non avendo alternative da proporre,
fallisce dinanzi alle tante forme
restava ancora legato al suo nome, sia
impostegli dalla società nel momento in
pure solo come termine di riferimento
cui indossa l’ennesima maschera, quella
negativo, preceduto da quella sorta di
dell’adultero, dall’altro invece guarisce
segno "meno" che era la particella «fu»:
dalle angosce che lo perseguitano.
«Io sono il fu Mattia Pascal».
Ergo, se in un primo momento la
L'eroe di Uno, nessuno e centomila va
consapevolezza di non essere “nessuno”
più a fondo nelle sue scelte, vede in
gli dava un senso di orrore e di
definitiva più chiaro. Non si limita a
solitudine, adesso accetta l’alienazione
confessare di non sapere chi sia, ma
totale da sé, rifiuta ogni identità
afferma deliberatamente di non voler
personale, rinnegando infatti il suo
più essere nessuno, di rifiutare
stesso nome, e si abbandona al
totalmente ogni identità individuale.
movimento incessante della vita, fatta di
Rifiuta cioè di chiudersi in qualsiasi
morte e di rinascita, in ogni attimo,
forma parziale e convenzionale e accetta
senza la costrizione di alcuna maschera,
di sprofondare nel fluire mutevole della
ma identificandosi in ogni cosa, in una
«vita», morendo e rinascendo in ogni
totale estraniazione dalla società.
attimo, identificandosi con le presenze
esterne occasionali, senza poter più dire
NESSUN NOME «io». Per questo arriva a negare anche il
proprio nome, che è il segno che
La conclusione di Uno, nessuno e
sancisce il rapprendersi della «vita»
centomila è l'approdo estremo della
nell'individualità singola («Nessun
parabola iniziata con il Fu Mattia Pascal:
nome», «non sa di nomi, la vita»). Il
vi tocca cioè il punto più alto la critica
nome non è nemmeno più preceduto da
dell'identità, che è uno dei filoni centrali
un segno "meno", scompare del tutto.
dell'opera pirandelliana. Mattia Pascal,
Irrigidirsi in una «forma» significa
come si ricorderà, dopo aver commesso
morire (come già sosteneva l'io
due fondamentali errori, essersi dato
monologante della novella La trappola),
una nuova identità fittizia dopo la
e Moscarda sceglie di vivere, fondendosi
liberazione dalla «trappola», ed aver poi
nella totalità della «vita».
cercato di rientrare nella vecchia
identità abbandonata, assumeva Questo vivere di attimo in attimo, in una
coscienza dell'impossibilità dell'identità perenne mutazione, è una condizione
individuale, però si arrestava alla pars esaltante, gioiosa. Se la conclusione del
destruens, al momento negativo, si Fu Mattia Pascal era solo negativa,
limitava ad affermare: «Io non saprei interlocutoria, Uno, nessuno e centomila
proprio dire ch'io mi sia». Distruggeva propone un messaggio che vuol essere
l'identità, ma non proponeva positivo, esemplare, un programmatico
un'alternativa. Restava cioè in una fase insegnamento di vita. È un'alternativa
di transizione, interlocutoria. Tale era radicale alle finzioni della commedia
anche la sua condizione esistenziale, sociale. L'eroe se n'è totalmente
liberato. Anche eroi come Mattia Pascal che può esser propria solo del
e Serafino Gubbio erano estraniati dalla «superuomo», mentre per Pirandello è
realtà sociale, ma restavano pur sempre per così dire "democratica", è proposta
a contemplarla da lontano, con come modello per ogni uomo che sappia
superiore consapevolezza dei rompere il meccanismo delle
meccanismi del «giuoco». Moscarda convenzioni sociali ed estraniarsi da
realizza al massimo grado esse; non solo, ma la teoria del
l'estraniazione, poiché nessun legame lo «superuomo» in D'Annunzio è finalizzata
unisce più alla società. Afferma con a forme di dominio autoritario di un'élite
decisione: «La città è lontana», e la città sul corpo sociale, mentre l'irrazionalismo
è proprio il luogo per eccellenza del di Pirandello è del tutto anarchico,
vivere sociale. Invece della società, conduce ad una critica distruttiva di ogni
Moscarda sceglie la fusione con la compagine sociale. Questo approdo
natura. vitalistico e irrazionalistico di Uno,
nessuno e centomila, con l'esaltazione
UN APPRODO IRRAZIONALISTICO
mistica della natura in opposizione alla
Si profilano, in questa conclusione del società, fa presentire sin dal 1926
romanzo, scelte radicalmente l'ultima stagione della creatività
irrazionalistiche, pervase di vitalismo. pirandelliana, quella dei «miti».
C'è qualcosa di mistico in questo
annullarsi dell'io individuale nel fluire L’ESCLUSA
della vita universale. Renato Barilli, a tal
proposito, ha parlato di «misticismo Questo è uno dei primi romanzi scritti
laico-mondano». Mentre nel Fu Mattia da Pirandello che anticipa importanti
Pascal e nel resto dell'opera temi.
pirandelliana non c'era comunicazione L’ambientazione è quella siciliana, e la
tra l'uomo e la natura e questa restava protagonista è Marta Ajala (maestra
un'entità estranea e indifferente, qui, in elementare). Si sposa con Rocco,
un ricupero di posizioni particolarmente geloso, per questo la
romantico-decadenti, tra uomo e natura accusa di avere una relazione con un
si crea un'identificazione profonda collega.
(«Quest'albero, respiro trèmulo di foglie
nuove. Sono quest'albero. Albero, Il marito la costringe ad andarsene → lei
nuvola»). La distanza dalle opere comincia a lavorare in città.
precedenti si avverte anche nello stile:
Sarà qui che incontrerà il collega con cui
non troviamo più la prosa asciutta e
inizierà, stavolta, una vera relazione (lei
secca dell'«umorismo», ma
resta incinta).
un'accensione lirica che tende ai toni alti
e ispirati, al sublime. Per certi aspetti Successivamente Rocco sarà comunque
questa fusione con la natura può far dispostoa riaccoglierla.
pensare al panismo dannunziano di
Alcyone: ed in effetti è ravvisabile nei [paradosso: viene cacciata quando non
due scrittori una comune matrice ha colpe, ma viene riaccolta quando le
nell'irrazionalismo decadente. Con una ha]
differenza, però: la fusione panica per
D'Annunzio è un'esperienza eccezionale,
Serve a Pirandello per mostrare al semplicemente la voleva “tutta per sé”
lettore il relativismo con cui dobbiamo + anche il signor Ponza parla della
osservare la vita… suocera: la signora Frola è in realtà
impazzita dopo la morte della figlia, e
l’uomo porta avanti una messinscena da
Sebbene in apparenza la storia segua il anni (la sua seconda moglie continua a
modello naturalista fondato sul nesso fingersi da lontano, figlia della donna).
causa-effetto in ordine cronologico, in
Si hanno dunque due versioni delle
realtà anticipa le caratteristiche degli
vicende → stabilire chi dei due dice la
altri romanzi pirandelliani e di gran
verità è impossibile, non è identificabile
parte della letteratura che viene fuori tra
il confine tra realtà e finzione
fine Ottocento ed inizio Novecento.
(relativismo: la vita ci offre punti di
Abbiamo quindi temi come la crisi
vista diversi).
d’identità, il contrasto realtà/apparenza
e soprattutto il relativismo. Nulla è più [temi: follia + identità (non sapremo
certo nella realtà in cui si vive, si pensa mai l’identità della figlia)]
di possedere la verità assoluta, ma non
RIASSUNTO
è affatto così.
A Valdana si trasferiscono tre nuovi
Le sequenze narrative non predominano
personaggi che improvvisamente
all’interno del romanzo, al contrario
catturano l’attenzione dell’intero paese.
prevalgono quelle descrittive e riflessive.
Il signor Ponza, sua moglie e la signora
Se le prime richiamano il modo di
Frola, sua suocera, non vivono insieme,
narrare dei naturalisti, attenti alla resa
ma occupano due case diverse. Non
dei minimi particolari, le seconde
solo, l’anziana signora non può accedere
anticipano il romanzo del Novecento. Le
a casa del signor Ponza e per vedere
descrizioni sono molto accurate,
sua figlia deve accontentarsi di lasciarle
soprattutto quelle dei personaggi
dei bigliettini in un paniere calato dalla
approfonditi nell’aspetto psicologico,
ringhiera.
sociale e culturale attraverso
rispettivamente le abitudini, gli interessi Il narratore tenta di far chiarezza sul
e gli ideali. La scrittura di Pirandello fatto, vissuto con inquietudine a
deve la sua incisività al ricorso di Valdana, ricostruendo con attenzione le
numerose similitudini e metafore. tre successive dichiarazioni rilasciate
alle signore del paese da parte della
il signor ponza e la signora frola signora Frola e del signor Ponza.

Si ha il trasferimento di tre personaggi


che incuriosiscono il popolo: il signor
La signora Frola, la prima a recarsi al
Ponza, sua moglie, e la signora Frola
cospetto delle donne, offre loro una
(sua suocera) → vivono in case diverse
prima giustificazione per il
(la signora Frola non può accedere nella
comportamento apparentemente
casa altrui, per questo per comunicare
inaccettabile: l’uomo non è per niente
con la figlia fa uso di bigliettini).
crudele, è anzi amorevole e innamorato
La signora Frola racconta ai vicini di della figlia, tanto da volerla “tutta per
come l’uomo non fosse crudele, ma sé”. Non si tratta di crudeltà, ma di “una
specie di malattia”, su cui la donna non la follia se è impossibile scinderla dalla
dice altro. normalità? Se non si può individuare la
differenza tra realtà e finzione, questa
Non appena terminata la visita della
differenza esiste davvero?
signora Frola, anche il signor Ponza
decide di fornire alle donne la sua Il caso della signora Frola e del signor
“doverosa dichiarazione”. In preda Ponza, inizialmente presentato come
all’agitazione, racconta che la signora pettegolezzo provinciale, diventa così un
Frola è in realtà impazzita dopo la morte dilemma identitario universale: l’identità
della figlia e che lui, per evitarle un individuale esiste solo come costruzione
dolore ulteriore, da quattro anni porta sociale. La verità (su chi siamo noi e su
avanti una messa in scena: la sua chi sono gli altri che ci circondano) è
seconda moglie continua a fingersi, da sempre una verità relativa, costruita
lontano, figlia della donna, perché lei dallo sguardo soggettivo di ciascuno e
possa continuare a illudersi che il lutto dalle imposizioni sociali.
non sia mai esistito e sia il genero a
In questo, La signora Frola e il signor
impedirle di avere un contatto diretto
Ponza, suo genero, come il successivo
con la figlia.
Così è (se vi pare), si inseriscono
A questo punto prende nuovamente perfettamente nel relativismo tipico del
parola la signora Frola, chiarendo Novecento, tanto caro a Pirandello (si
quanto prima taciuto: non è lei a essere pensi anche al famoso incipit de Il fu
impazzita, ma suo genero, il signor Mattia Pascal).
Ponza, che crede che sua moglie sia
La verità non può essere svelata, perché
morta da quattro anni e di averla
la verità intesa come verità unica non
sostituita con una seconda. I parenti,
esiste.
preoccupati per lui, hanno acconsentito
a questa messinscena: l’intera famiglia Emblematico il finale della commedia,
ha celebrato un secondo matrimonio alternativo rispetto a quello della
fittizio, la moglie finge d’essere un’altra novella, in cui la signora Ponza
donna, la suocera si rassegna a poter finalmente compare sulla scena e,
vedere la figlia solo da lontano. anziché risolvere la questione, si
trasforma in un’allegoria della verità,
Stabilire chi dei due dica la verità è
affermando:
impossibile: la moglie del signor Ponza
può parlare solo in presenza del marito "Per me, io son colei che mi si crede".
e non può che confermarne la versione,
rendendo impossibile capire se stia L’unica cosa che è possibile rilevare con
mentendo per il suo bene o se stia certezza è l’insufficienza del buon senso
dicendo la verità. e della volontà di capire. Nonostante
tutte le buone intenzioni e il tentativo di
L’unica cosa concessa al paese è ricostruire gli eventi e risolvere la
rassegnarsi nel dilemma. questione (la rigorosità è evidente
anche nella struttura del testo), il caso
ANALISI
di genero e suocera resta un caso
La novella ruota intorno al rapporto tra irrisolvibile: tutti e tre i personaggi
realtà e finzione e al loro confine: cos’è coinvolti sembrano dire la verità e
rendono inidentificabile il confine tra licenziare, di non fargli più vedere il
realtà e finzione, generando figlio, gli chiede di rivestire il ruolo di
inquietudine. padre. Tutti accettano questa situazione
“strana” per il decoro borghese (che
Rinunciare alla necessità di
però è comunque anomalo).
comprendere diventa l’unica soluzione
possibile, tanto più che i due non si Nella novella pirandelliana Pensaci,
comportano in questo modo per una Giacomino! la vita quotidiana e, di
qualche malvagia vendetta, ma sono conseguenza, la mentalità dei
entrambi mossi da pietà e compiono un personaggi, accolgono delle deviazioni
“meraviglioso e commoventissimo rispetto all’ordine lineare delle cose, che
sacrifizio” l’uno per l’altra. Ognuno diventano emblematici della poetica
segue la sua verità non per cattiveria, dell’umorismo dell’autore siciliano e di
ma per poter aiutare l’altro. un ribaltamento generale di prospettive.
Così, ad esempio, i principi di
PENSACI, GIACOMINO! causa-effetto non sono più trasparenti e
chiari come nel passato, quando ancora
Il protagonista è il professor Toti la vita era regolata dalle leggi ferree
(professore di liceo e prossimo alla della “roba” e dell’onore e
pensione) che da poco si è sposato con dell’immobilità delle classi sociali. La
la giovane Lillina (vantaggio economico vicenda del professore, che non può
di quest’ultima - amore paterno). comprendere il vociferare della “trista
gente” del paese e rimane sconcertato
Quello di Toti è un gesto disinteressato e
dal comportamento del ragazzo,
volto a far del bene a una giovane di
rappresenta lo scacco di un uomo non
bassa estrazione sociale. Il professor
più in sintonia con la società:
Toti ha deciso che a godere della sua
generosità sarà anche Giacomino, che “Ridano, ridano pure di lui tutti i
era stato uno dei suoi alunni prediletti al maligni! Che risate facili! Che risate
liceo (gli permette di avere dei rapporti sciocche! Perché non capiscono... Perché
con la moglie - nascerà un figlio). non si mettono al suo posto... Avvertono
soltanto il comico, anzi il grottesco, della
Il professor Toti riconosce anche
sua situazione, senza penetrare nel suo
all’anagrafe il figlio, nel paese lo
sentimento!... Ebbene, che glie
indicano come “cornuto”, ma in realtà
n’importa? Egli è felice.”
sono i paesani maldicenti, perché lui è
solo un tutore, che si prende cura di Perciò il professor Toti è un personaggio
questa famiglia. chiaramente umoristico e veicola il
fondamentale “sentimento del contrario”
Un giorno però Giacomino, anche
teorizzato da Pirandello. Dal punto di
influenzato dai genitori, decide di non
vista dei paesani e di Giacomino egli è
frequentare più la casa del Professor
solo comico e diverso; per il lettore
Toti e Lillina. La famiglia di Giacomino
diventa invece umoristico perché
cerca per lui una sistemazione affettiva
scorge, dietro la maschera sociale, un
più decorosa con una ragazza borghese
sottofondo drammatico.
+ trova un impiego in banca. Giacomino
vuole sposare questa ragazza borghese. Ma, oltre a questo, il professor Toti porta
Il professore minaccia Giacomino di farlo in sé - forse senza nemmeno
rendersene conto - i segni di un perché lo spettatore deve identificare il
mutamento. La sua generosità e il suo personaggio che ha di fronte.
slancio per il prossimo hanno già una
connotazione nevrotica, che lo rendono Personaggio: deriva dal termine latino
un personaggio preso in mezzo tra “persona” (significa sia maschera sia
l’amore disinteressato (l’agapé o personaggio), Pirandello sente il
richiamo dei personaggi che vogliono
caritas), la volontà di controllo ossessivo
essere rappresentati.
e un insopprimibile egocentrismo. La
sua personalità è perciò come TRAGEDIA DI UN PERSONAGGIO
frantumata, caratterizzata da valori (novella): anticipa i temi del teatro
pirandelliano. All’ufficio di un
opposti e complementari, pienamente
impresario teatrale si presenta un
novecentesca, e il trattamento che ne fa
personaggio teatrale che ricihede di
Pirandello è ironico (come spiega nel essere rappresentato
testo: “egli è filosofo”, “filosoficamente
aveva riconosciuto”, “uomo saggio e
veramente dabbene”). Nel dialogo fra il
professore e Giacomino emerge la Ognuno di noi vive sul palcoscenico, le
sostanziale differenza di prospettiva nel nostre azioni corrispondono ad un
comprendere l’oggettiva portata della copione. Dunque il concetto di persona e
vicenda, che viene perciò scomposta in personaggio sembra sovrapporsi →
tensioni e aspirazioni soggettive e scelta di dedicarsi al teatro fisiologica.
inconciliabili. Il finale è problematico, I primi testi teatrali sono in dialetto
perché da una parte il professore appare siciliano (le novelle erano scritte tutte in
prodigo fino a invadere la libertà altrui e italiano), per necessità di presentare
si rivela del tutto sordo alle alcune opere in Sicilia. Decide poi di
conseguenze delle sue affermazioni passare all’italiano perchè si rende conto
(tanto che Giacomino sbotta: che il teatro contemporaneo è una vera
“professore, ma lei vuol dunque proprio e propria rivoluzione.
coprirsi di ridicolo?”); dall’altra
Giacomino va contro il sentimento Il teatro borghese era di solito
paterno e contro ogni logica dell’utile, intrattenimento: Pirandello sente la
ma deve affrontare un dilemma necessità di entrare nei meccanismi del
tragicomico, tanto che l’avvertimento teatro borghese e di rovesciarli e
datogli in chiusura non può che apparire sconvolgerli. (commedie che
infine sensato. sconvolgono il panorama teatrale
dell’epoca: “Pensaci, Giacomino!”, “Il
giuoco della parti”...).
teatro
All’inizio non è stato ben accolto, ma
Le sue opere teatrali sono rappresentate
dopo un primo momento di smarrimento
in tutto il mondo + fonda la sua
e incomprensione, le opere pirandelliane
compagnia grazie ai viaggi per il mondo
hanno pienamente sostituito il modello
(punto di arrivo della sua narrativa).
del teatro borghese.
Già quando facciamo riferimento alle
forme e alle maschere ci colleghiamo al
teatro (il teatro fa uso delle maschere,
il giuoco delle parti convenzionalità e il suo provocatorio
rovesciamento, sul piano teatrale e
Silia e Leone sono separati ma non sociale.
legalmente per evitare lo scandalo
(vivono in appartamenti vicini) + Silia Quello che avviene è in realtà una lotta
ha come amante Guido. affannosa tra due belve che si dilaniano,
tentano di sbranarsi e che lottano per la
Una sera, mentre si trovava sola con vita attraverso scene di una realtà tanto
Guido, riceve un tentativo di violenza (a esplicita da diventare invadente, in
cui sta al gioco - chiude contrasto con momenti di tenue
atmosfera, quasi di ricordo, che ci
Guido nel salotto) da parte del
conduce a immagini di quella segreta
marchese Miglioriti. I vicini iniziano ad
vita della fantasia che questi sognatori
accorrere + Silia organizza un duello
perdenti non hanno avuto il coraggio di
mortale del marchesino Miglioriti con il
realizzare.
marito (che non l’aveva difesa - Guido
ha questo obbligo morale perchè ormai Dietro la doppiezza di una scrittura
è il marito). Inizialmente il compito drammatica e anche comica, c'è la
apparteneva a Leone (Silia voleva che consapevolezza di essere isolati in un
fosse lui a morire). mondo senza amore, senza via d'uscita,
senza liberazione e la vera crudeltà non
Guido verrà ucciso e Silia è disperata e
è lo scioglimento dell'enigma, ma il
pensa a quanto sia stata sciocca
porre con chiarezza l'enigma stesso che
imbrogliare in tal modo il marito per poi
deve restare tale.
perdere l’ amante. Leone esulta e
prende in giro la moglie. Com’è Silia?
ANALISI Silia è in fondo isolata, vive male il
rapporto con l’altro, chiunque egli sia, e
Il giuoco delle parti è uno dei capolavori
vive male con se stessa. E’ solo in parte
di Luigi Pirandello, il quale nel 1913
consapevole di questo: sente solo che
scrisse ad un amico che, chi ha capito il
non cela fa più, che vorrebbe
gioco non riesce più a ingannarsi e non
fuggire………..…ma per andare dove?
può più prendere né gusto né piacere
alla vita. E, infatti, non va da nessuna parte,
resta intrappolata in una rete di cui
Leone Gala appare proprio come la
incolpa il marito ma che in fondo si è
compiuta incarnazione di chi ''il gioco lo
costruita da sola.
ha capito'' veramente.

L'opera si propone come una riflessione


critica sull'essenza del teatro borghese Pirandello stravolge il teatro borghese
''basato su triangoli amorosi, onori classico: ci sono i personaggi tipici del
traditi e duelli'', che Pirandello svuota dramma borghese, ma lui li svuota e
delle passioni per giocare, proprio come attribuisce loro un ruolo diverso
fa Leone, suo ''alter ego'', con il guscio (l’amante è il vero e proprio marito,
d'uovo nel secondo atto con le mentre il vero marito rimane esterno a
esteriorità dei ruoli, in un’allusiva questa dinamica).
ambiguità oscillante tra la
SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE appuntamenti e sta per avere un
rapporto con la figliastra, ma la madre
All’inizio dell’opera gli spettatori trovano interviene per evitare il legame quasi
il sipario alzato (palcoscenico senza incestuoso (in realtà non c’era un vero
scena dove i 6 personaggi potranno legame di sangue tra il padre e la
presentare la propria storia) + operai figliastra).
che stanno sistemando la scena (alcuni
attori provano il secondo atto del La figlia minore muore e il giovane si
“Giuoco delle parti”) → entrano poi gli spara un colpo di pistola. (dramma: che
attori che cominciano a provare (lo poteva appassionare il pubblico
spettatore vede i preparativi come per borghese).
errore).
L’obiettivo non era scrivere un dramma,
Entrano poi 6 figure dal fondo (concepiti ma esprimere l’impossibilità di
dalla mente di un autore senza scrivere raccontare una storia in cui siano
il loro dramma, che è loro necessario protagonisti questi 6 personaggi →
per essere liberati dalle forme) che impossibilità della rappresentazione (gli
portano maschere e sono vestiti con attori non riescono a rappresentare i
abiti fatti di stoffe speciali. L’unico modo personaggi...).
per far prendere loro visione dei loro
+ tentativo di smascherare il
drammi è fargli prendere vita sulla
meccanismo della creazione artistica,
scena → la compagnia teatrale accetta
scomporre le strutture drammatiche…
di presentare la loro storia.
Significato: ognuno di noi non può
I personaggi non hanno un nome
vivere a pieno la propria esistenza, che
proprio, hanno solo il ruolo (madre,
è una rappresentazione teatrale che non
padre...).
riusciamo a portare a termine.
Il padre scopre che la moglie e il
+ i personaggi non prendono vita
segretario hanno una relazione →
davvero finché non vengono
spinge la moglie a formare una nuova
rappresentati in un teatro (teatro nel
famiglia, abbandonando il figlio avuto in
precedenza. teatro: sensazione che ciò che vediamo
a teatro sia più autentico di ciò che
Si mette in discussione la tipica famiglia
viviamo nella vita quotidiana).
borghese e i suoi valori.
[temi: impossibilità di comunicare
Il padre assiste alla formazione della
(ognuno ha una visione soggettiva della
nuova famiglia in cui nascono tre figli.
realtà che resta sconosciuta agli altri),
Il segretario muore e la moglie è rapporto verità-finzione e l’inconsistenza
costretta a lavorare come sarta per della persona individuale (personaggi
l’atelier di Madama Pace (non è una letterari più veri delle persone reali
vera sartoria, la reale attività è la perché hanno identità definita), conflitto
prostituzione). vita-forma]

La figliastra (padre iniziale) inizia a


prostituirsi per le difficoltà economiche.
I Sei personaggi in cerca d’autore di
Il padre si reca alla casa di
Luigi Pirandello è considerato
unanimemente come una delle prove La stessa scansione della commedia in
più alte e significative dell’intera poetica parti è fluida, smentendo la tradizionale
del suo autore, che vi condensa con divisione in atti e scene, con solo due
abilità e maestria rare i temi interruzioni che hanno le fattezze della
fondamentali (e lo stile relativo) della casualità; in particolar modo, i
sua produzione: la mescolanza di personaggi non si rispecchiano negli
tragico e comico (come nell'Enrico IV), attori e nella loro recitazione, tanto da
l’adozione di un punto di vista entrare in conflitto con tutti e da
umoristico, la molteplicità infinita del sovrapporre realtà e finzione, commedia
reale e la sua intima relatività, da interpretare e commedia che si sta
l’opposizione tra la “forma” e la “vita” vivendo, ruolo da interpretare e
come radice dei drammi umani. maschera che si assume più o meno
consapevolmente. Ed è per questo che
Se l’esordio di questa “commedia da
tutte queste divagazioni metanarrative
fare” - così recita il sottotitolo, ad
creano quel senso di straniamento
indicare cioè un’opera non compiuta,
critico nello spettatore, che non può
inconclusa, aperta; insomma, non
immedesimarsi nelle vicende e nei
fissata in una “forma” - fu difficoltoso,
sentimenti rappresentati. E a chiudere
come ci raccontano le cronache
questa fase cruciale della poetica
dell’epoca (Pirandello tornerà spesso a
pirandelliana, è l’autore stesso che
rielaborare il suo testo), la sua
afferma:
affermazione e il suo successo di
botteghino è senza pari; la svolta io ho accolto e realizzato quei sei
metateatrale (cui partecipano anche personaggi: li ho però accolti e realizzati
Ciascuno a suo modo e Questa sera si come rifiutati: in cerca d'altro autore.
recita a soggetto) di Pirandello è del Bisogna ora intendere che cosa ho
resto una rivoluzione per l’intero teatro rifiutato di essi; non essi stessi,
borghese ed europeo del tempo. Da un evidentemente; bensì il loro dramma,
lato, le scelte narrative fanno saltare gli che, senza dubbio, interessa loro sopra
schemi convenzionali, mettendo sul tutto, ma non interessava affatto me. E
palco di un teatro di prosa un gruppo di che cos'è il proprio dramma, per un
attori che prova la commedia personaggio? [...] Il dramma è la ragion
pirandelliana Il giuoco delle parti, d'essere del personaggio; è la sua
commentandola esplicitamente come del funzione vitale: necessaria per esistere.
tutto incomprensibile. Oltre agli attori e Io, di quei sei, ho accolto dunque
al direttore-capocomico, arrivano in l'essere, rifiutando la ragion d'essere.
teatro sei nuove persone che si
Come a dire che nella modernità non si
presentano come sei personaggi nati
possono più rappresentare né tragedie
dalla fantasia di un autore, che però li
né drammi, ma solo "commedie da
ha poi abbandonati. I sei “intrusi”
fare".
esprimono allora il loro desiderio che il
capocomico si sostituisca all’autore e
faccia recitare il loro dramma alla enrico iv
compagnia.
Il protagonista, un nobile del '900,
prende parte ad una cavalcata nella
quale impersona l'imperatore Enrico IV.
Con lui ci sono Matilde di Spina, di cui visione più vera ed attendibile della
Enrico IV è innamorato e Belcredi, suo realtà del mondo
rivale in amore. Durante la cavalcata
TEMA DELLA PAZZIA
cade disarcionato (in realtà è stato
Belcredi a farlo cadere), sbatte la testa La pazzia è un tema su cui Pirandello ha
e quando si riprende crede di essere incentrato diverse sue opere. La
veramente Enrico IV. malattia mentale ha fatto parte della
vita di Pirandello e lo ha colpito
I familiari sono preoccupati, il loro
profondamente in quanto la moglie
medico consiglia di assecondarlo. Così
soffriva di una patologia psichica e più
prendono in affitto un castello, dei
volte venne ricoverata in strutture per le
collaboratori domestici, che vengono
cure psichiatriche.
vestiti con abiti dell'epoca. Passano
venti anni e, su consiglio dello Nel dramma "Enrico IV" la follia
psichiatra, decidono di ricostruire la rappresenta un rifugio rispetto alla
stessa scena di 20 anni prima con la sofferenza dell'esistere ed il
figlia di Matilde , Frida, che è protagonista la adotta, prima
esattamente uguale alla madre da inconsciamente e poi coscientemente,
giovane, nella speranza di provocargli quando nonostante sia guarito continua
uno shock tale da fargli tornare la a millantare di essere pazzo, per poter
ragione. In realtà egli da molti anni ha sfuggire alla realtà che lo circonda.
riacquistato la ragione, ma ha
continuato a fingere sia per prendersi L'alienazione mentale è un mezzo per
gioco di tutti sia per non dover opporre alla penosa molteplicità della
affrontare la dolorosa verità su Belcredi. realtà, la stabilità e immutabilità data
dalla pazzia.
Ma alla vista di Frida, identica alla
madre 20 prima, Enrico IV crede ANALISI
davvero di essere pazzo, tenta di
L’Enrico IV venne rappresentato per la
abbracciare la ragazza e alla reazione di
prima volta, al teatro Manzoni di Milano
Belcredi che si oppone, sguaina la spada
nel 1922 e riscosse un notevole
e lo ferisce a morte. Per sfuggire alle
successo.
conseguenze del suo gesto decide di
continuare a fingersi pazzo. Quindi Appartiene alla fase teatrale di
Enrico IV alla fine della vicenda è Pirandello detta del teatro nel teatro in
obbligato ad indossare di nuovo la cui la finzione viene proposta come
maschera, l'impulso irrazionale di reale. Nel caso del dramma "Enrico IV"
vendetta lo ha costretto a questo. C'è la pazzia determina il crearsi di una
un monologo finale in cui egli parla della realtà diversa, una realtà teatrale, una
condizione del folle: chi è il folle? Colui finzione, che è reale tanto quanto la
che riesce a cogliere le contraddizioni realtà concreta. Le classiche antinomie
della realtà, ad averne lucida pirandelliane ne costituiscono la
consapevolezza. Si rivolge al lettore struttura: vita/forma, ragione/pazzia,
dicendogli che tutti pensano che il folle verità/finzione.
sia qualcuno che non capisce. Al
Il personaggio di Enrico IV passa da uno
contrario il folle vede oltre, ha una
stato di follia vera iniziale ad una follia
simulata per l’impossibilità di rientrare
in una realtà in cui non si riconosce più.

La follia non è vista da Pirandello in


un’accezione negativa ma rappresenta
un rifugio e lo strumento attraverso cui
l’uomo può sfuggire all’angoscia
esistenziale e al dramma del vivere che
caratterizza la condizione umana.

Il protagonista per tutta la pièce viene


sempre designato come Enrico IV, e mai
si viene a conoscere e viene indicato il
suo vero nome.

Potrebbero piacerti anche