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Zephiro torna, e’l bel tempo rimena (310)

Parafrasi
1. Il vento primaverile Zefiro ritorna, e riporta con sé il bel tempo,
2. il fiorire della natura, che sempre lo accompagna,
3. il garrire delle rondini e il pianto dell’usignolo,
4. la primavera dai colori bianchi e rossi (i colori dei fiori).

5. I prati diventano rigogliosi, e il cielo si rasserena,


6. i pianeti Giove e Venere si avvicinano, quasi che il dio fosse contento di stare accanto a sua figlia e
guardarla.
7. l’aria, l’acqua e la terra (gli elementi naturali) sono pieni di un sentimento amoroso
8. e ogni essere vivente torna ad amare.

9. Ma per me, sventurato, tornano i più angosciosi


10. sospiri, che fa uscire dal mio cuore
11. quella che ne possedeva le chiavi e che ora che è morta le ha portate con sé in cielo

12. e il canto degli uccelli, il fiorire dei prati,


13. le dolci movenze di donne belle e cortesi
14. sono per me aridi come un deserto, bestie crudeli e selvagge.

Figure retoriche
Anastrofe v. 1: “‘l bel tempo rimena”, v. 7: “d’amor piena”, v. 8: “d’amar si riconsiglia”: Inversione
dell’ordine abituale di parole successive per rendere la frase piu’ affascinante e sorprendente.

Metafore: v. 2: “sua dolce famiglia”, v. 5: “ridono i prati”, v. 6: “Giove s’allegra di mirar sua figlia”,
v. 11: “le chiavi”: Sostituzione di un termine con un altro su un rapporto di similitudine.

Parallelismi: v. 3: “garrir Progne e pianger Philomena”, v. 12: “et cantar augelletti, et fiorir
piagge”: Ripetizione e parallelismo dei suoni per dare vari effetti fonici al testo

Chiasmi: v. 5: “ridono i prati, e ‘l ciel si rasserena”: Disposizione incrociata di parole ABBA

Figura Etimologica: vv. 7-8: “amor… amar”: Ripetizione di due parole che hanno la stessa radice
semantica (significato).

Enjambements (vv9-10): Stabilisce un collegamento tra un verso e l’altro a livello grammaticale e sintattico
Perifrasi: v. 11: “quella ch’al ciel se ne portò le chiavi”: GIro di parole che porta al significato di
una o piu parole.
Analisi

Il componimento che leggiamo fa parte del libro di liriche del Petrarca, il


Canzoniere (titolo originale: Rerum vulgarium fragmenta), raccolta di 366 poesie
che raccontano la storia dell’amore del poeta per Laura e la decisione, dopo la
morte di lei, di abbandonare le illusioni mondane per cercare in Dio la fine degli
affanni terreni e la salvezza. Questo componimento fa parte della seconda parte
dei componimenti del canzoniere (1-263 laura viva, 264-366 laura morta).

Il sonetto Zephiro torna si rifà per certi aspetti a un genere poetico della
lirica provenzale, le chansons de primtemps, che descrivono ed esaltano il
ritorno della stagione primaverile; ma la tradizione provenzale è qui rovesciata,
perché il tempo felice dell’anno è periodo di lutto per Petrarca che in esso,
precisamente in aprile, ha visto la scomparsa dell’amata Laura.

Il testo da questo punto di vista è scandito con precisione fra quartine e


terzine: le prime celebrano infatti proprio lo sbocciare della natura e la nascita a
nuova vita delle creature con toni di idillio; le seconde, col brusco trapasso
segnalato dalla congiunzione ma (v. 9), spostano l’attenzione sull’io del poeta, al
quale rimane estranea la gioia dello spettacolo primaverile.

Da una parte, dunque, abbiamo l’effetto vivificante che il vento Zefiro


sortisce sugli elementi della natura, dall’altra la morte di Laura; da una parte la
gioia d’amore da cui gli esseri viventi sono rapiti, dall’altra l’impossibilità per il
poeta di tornare ad amare, dopo che la donna ha portato in cielo con sé le chiavi
del cuore di lui, destinato a rimanere chiuso per sempre.

Giusto un’altra rapida menzione spetta al rifiorire del paesaggio nell’ultima


terzina, perché sia rovesciata in un arido ed aspro deserto. Se in certi testi
petrarcheschi si ha l’impressione di un moderno senso di “compassione” (cioè di
sentimento di comune sofferenza) fra il poeta e la natura, l’idea di fondo di
questo sonetto è dunque quella contraria, di contrapposizione fra l’io e il mondo
esterno.

Anche dal punto di vista stilistico è possibile osservare in Zephiro torna una
distinzione fra l’aspetto linguistico, soprattutto fonico, dolce e piano delle
quartine, e la ricerca di effetti aspri nelle terzine.

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