Sei sulla pagina 1di 5

Il fanciu!

ino

Saggio del 1897 pubblicato interamente nel 1907. Nel poeta vive un fanciullino, una creatura ancora
pura, sensibile, vitale, non incatenata dai meccanismi della razionalità. Per questa sua naturalezza
nell’essere, il fanciullino entra in contatto col mondo attraverso l’immaginazione, l’intuizione, e può
dunque conoscere il mondo che lo circonda in modo autentico, genuino. È dai sogni, dalle esperienze e
dalla voce del fanciullino che è dentro il poeta che nasce la poesia, la quale si esprime con un linguaggio
tutto suo, che trasmette emozioni universali, simboli e immagini potenti. Lo scopo della poesia non è
quello educativo o divulgativo; la poesia mette in comunione, in comunicazione, gli esseri umani, che si
parlano e si riconoscono tramite la voce interiore del fanciullino. Ecco che il poeta, tramite la poesia,
risveglia il fanciullino negli uomini.

X AGOSTO

Il 10 agosto del 1867, il padre Ruggero Pascoli veniva assassinato da due sicari appostati sul luogo dove stava
passando con il suo carretto, sulla via del ritorno a casa. Le motivazioni che spinsero i due a
sparare sono rimaste ignote: probabilmente si trattò di un attacco di brigantaggio ai danni dell’uomo. le figure
retoriche:
• Il testo è ricco di metafore.“gran pianto” (v. 3), usata per indicare il fenomeno atmosferico delle stelle cadenti,
“concavo cielo” (v. 4), che fa riferimento all’orizzonte del cielo notturno, o ancora “cielo lontano” (v. 10),
impiegata per mettere in luce indifferenza di Dio nei riguardi della sofferenza degli esseri sulla terra. Ancora, tra
le più significative del componimento, segnaliamo “quest’atomo opaco del Male”, riferito alla Terra, (v. 24) e
“anche un uomo tornava al suo nido” (v. 13), con cui, estendendo il nido anche come metafora della casa,
Pascoli porta al culmine il parallelismo tra la rondine e il padre. Il nido, tra l’altro, è un elemento fondamentale
della poetica pascoliana: visto come rifugio caldo e accogliente, fatto di legami di sangue strettissimi, contro un
mondo esterno di incomprensione, dolore e solitudine.
• Parallelismi e similitudini: il poema si regge sul parallelismo tra la rondine e il padre di Pascoli, entrambi uccisi
sulla via del rientro a casa, entrambi recanti in dono qualcosa per i propri piccoli, ed entrambi rimasti a tendere
il dono, sdraiati a terra, verso un cielo indifferente. Non solo: la rondine morta è stesa sul suolo “come in croce”
(v. 9). Si crea così una similitudine tra la rondine e Gesù Cristo, anch’egli innocente e ucciso e, per proprietà
transitiva, trao Gesù Cristo e Ruggero Pascoli. Questo espediente serve al poeta per mostrare l’assoluta
innocenza del padre: il caso non sarà mai risolto e Pascoli non avrà mai una spiegazione sul motivo che spinse i
due uomini appostati a uccidere il padre.
Novembre
è una delle poesie che compongono la raccolta Myricae di Giovanni Pascoli sin dall’edizione del 1891. È un testo assai
rappresentativo della poetica di Pascoli, in cui si concentrano la sensibilità pascoliana nella descrizione del mondo
naturale, la presenza sotterranea del dolore della vita, la ricerca stilistica, soprattutto sul piano fonosimbolico. In Novembre
il poeta descrive quanto sia precaria la felicità a cui l'essere umano può aspirare ricorrendo ad un paragone con il mondo
naturale, che, nell’ultima strofa del testo, dimostra la propria illusorietà. Pascoli descrive infatti, nella prima strofa, una
primavera attraverso una serie di immagini solari e caratterizzate positivamente. La prima strofa si chiude tuttavia con
una nota cupa, segnata da una sensazione olfattiva: si sente nel cuore “l’odorino amaro” (v. 3) di un prunalbo.
Nella seconda strofa si infittiscono i segnali negativi: il mondo, prima apparentemente aperto a nuova vita, è attraversato
da segnali di morte (“secco il pruno”, “stecchite le piante”, v. 5; “nere trame”, v. 6; “vuoto il cielo”, v. 7), che il poeta
coglie soprattutto con lo sguardo. Questi amari indizi vengono confermati dalla terza strofa, in cui predominano le
sensazioni uditive: regna il “silenzio” (v. 9), mentre le “ventate” portano solo il rumore di “foglie” (v. 11) morte che cadono.
Il ritorono alla vita, tanto atteso e sperato, si rivela essere quello dell’estate “dei morti” (v. 12).
Pascoli concentra così in questa poesia alcune tematiche ricorrenti della sua produzione poetica: il fascino ambiguo del
paesaggio naturale, l’ossessiva presenza del tema della morte connessa alla violazione del nido, il tentativo assillante di
ricostruire una realtà familiare protetta, al riparo dalle mille insidie percepite nel mondo esterno. figure retoriche, tipiche
della poesia di Pascoli, come l'ossimoro de "l'estate | fredda" (vv. 11-12) e la metonimia di "cader fragile" (v. 11

Temporale

è uno dei componimenti più tipici ed esemplari della poesia di Giovanni Pascoli. In questo testo
viene descritto in pochi versi e attraverso rapide impressioni acustiche e visive l’inizio di un
temporale. La poesia fu inserita per la prima volta nella terza edizione di Myricae, risalente al
1893. La presenza di moltissime Figure retoriche, che contribuiscono a creare il senso e a
evocare un’atmosfera cupa e di mistero, quali: Bubbolìo” (v.1): onomatopea. La parola riproduce il
suono così come esso si sente, è come se il poeta dipingesse una sensazione uditiva; questo
contribuisce a calare il lettore nell’atmosfera che si vuole creare; la cura al registro dei suoni è
evidente anche attraverso l’allitterazione della lettera “o”, che ricorre in tutta la poesia e
contribuisce alla creazione di un’atmosfera cupa.
“Come affocato” (v.3): similitudine. Si ha una similitudine ogni volta che due termini sono
accostati attraverso espressioni che indicano un paragone (“come”, “simile a”, “sembra”, “più
che”).
“Nero di pece” (v.4), “stracci di nubi chiare” (v.5): metafora. La metafora consiste nel
sostituire una parola con un’altra parola appartenente a un campo semantico diverso, ma che
è sentita come simile grazie ad alcune qualità condivise. In questo caso si usa “stracci” per
indicare che le nubi sono stralciate in tanti piccoli pezzi, come fossero degli stracci bianchi nel
cielo, mentre la “pece” viene presa per il suo colore scuro.

l’importanza della natura nell’opera di Pascoli.


Il mondo della natura è presente nella poesia di Pascoli in due forme:
in modo assoluto, svincolato da tutto il resto (eventi atmosferici, paesaggi, animali); in rapporto
con l’uomo e quindi nella descrizione del mondo contadino e rurale.
L’uomo in Temporale diventa una parte del paesaggio naturale, all’interno del quale le sue azioni
assumono un senso nuovo. Il modo in cui Pascoli rappresenta la natura e il mondo contadino
risponde alla poetica del fanciullino, che intende vedere le cose come per la prima volta, con
stupore e meraviglia, al fine di scoprire in esse significati nuovi e ricostruire i simboli e la rete
di corrispondenze presenti nella natura.
I simboli: Il casolare su cui incombe il temporale rimanda a uno dei miti fondanti della poesia di
Pascoli, il nido, la sua famiglia, su cui si è abbattuto il male del mondo, che qui è rappresentato
dal temporale che sta per scatenarsi. L’ala rimanda a un’idea di protezione e non a caso è
accostata per mezzo dell’analogia al casolare. Il riferimento è di nuovo al nido familiare; la
coincidenza simbolica tra il casolare e l’ala rafforza la funzione della figur retorica dell’analogia
e ci mostra come essa contribuisca a creare il senso generale della poesia. L’altro simbolo che
evoca l’ala è quello del volo come liberazione dalle sofferenze della vita. Anche i colori hanno in
questa poesia una valenza simbolica: il rosso e il nero evocano il male e l’angoscia, mentre il
bianco indica una speranza e si lega, attraverso il riferimento all’ala, al volo.
Lampo

Si tratta di una lirica connotata dalle sensazioni visive, in cui la caduta di un lampo, che illumina il panorama
circostante squassato dalla pioggia, diventa il pretesto per rievocare le sensazioni suscitate in Pascoli dalla
notizia della morte del padre. Notizia che si è abbattuta con la potenza del fulmine e la cupezza del temporale
sulla casa dell’autore, turbandone irrimediabilmente gli equilibri e tranquillità. Questo intento simbolico appare
esplicito soprattutto negli ultimi versi del componimento, dove un occhio si apre per l’ultima volta, stupito,
sgomento, davanti alla consapevolezza dell’abisso. Ma sono tutti i dettagli visivi della lirica a richiamare il
dolore del poeta: la terra agonizza sotto i colpi della pioggia, i movimenti delle zolle ricordano infatti piccoli e
continui sussulti, e il cielo, squarciato da fulmini e coperto di nuvole, si mostra intento a combattere una
battaglia che è destinato a perdere. Anche il climax ascendente con cui sono inseriti gli aggettivi riferiti a
questi due elementi contribuisce a sottolineare una crescita esponenziale di sofferenza e inquietudine.
L’unico dato rassicurante è rappresentato dalla “casa”, bianchissima e in radicale contrapposizione rispetto
al nero della notte, e che funge da richiamo alla tematica pascoliana del “nido”: Ma quest’impressione di
tranquillità si rivela precaria, destinata com’è a essere inghiottita dalla notte. La morte del padre viene così
rappresentata nei termini di un’intrusione violenta e terribile del mondo esterno all’interno della dimensione
familiare, violata definitivamente. Il lampo rappresentaallora l’evento che porta la luce su una realtà negativa:
da un lato, esso permette di prenderne coscienza del male del mondo ma dall’altro determina un decisivo
sovvertimento della calma e sicura consuetudine affettiva.

Italy
Tema dell’immigrazione nel 1895 fu testimone di questo fatto a caproni, un piccolo borgo di
poche case, nella Garfagnana (una piccola striscia di terra in toscana tra le Alpi Apuane e gli
Appennini). In quell’anno avviene il ritorno di una bambina nipote di abitante del villaggio, la
bambina si chiamava Isabella e ritorna a caprina perché è malata di tubercolosi, cosi i
genitori decidono di tornare in Italia per curare la bambina, nel testo viene chinata Maria o
Molly.
La poesia che ha una discreta lunghezza, si divide in 5 sequenze.
• nella prima è descritto l’arrivo dei 3 migranti
• Nella seconda sequenza viene descritto l’ingresso in casa e l’incontro con la nonna
• terza parte colloquio della nonna con loro e descrizione ella casa 8troviamo molti climax
discendente paragrafo 3).; linguaggio specifico e linguaggio gergale. Primo contato tra la
bambina.
• Quarta parte viene descritta una nevicata notturna. Fanciullina, sguardo d stupore e
meraviglia.
• Quinta parte descrive l’incontro di Giuseppe con i compaesani,

Potrebbero piacerti anche