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Tra i vari simboli che Pascoli ha introdotto , cioè nel suo mondo di significati e valori, l'immagine

simbolica decisiva è quella del nido. Riguarda anzitutto un'immagine reale, in quanto molte poesie
vedono gli uccelli come protagonisti. Ma il nido vale sopratutto come metafora. Nido per lui è la casa ove
esso può rinchiudersi per sfuggire al male; è la famiglia oltre la quale per il poeta, ci sono solo malvagi.
Infatti per il poeta il mondo fuori dal nido familiare è incerto, pericoloso e indefinito, e questo suo stato
d'animo lo riflette nelle poesie nelle quali descrive fenomeni atmosferici estremi, come il fulmine,
evidenziando la sua paura verso il mondo esterno e, nel contempo, in senso opposto, l'affiatamento con
il suo ambiente familiare. Si può vedere l'esempio più evidente di X Agosto: «Ritornava una rondine al
tetto: / l’uccisero: cadde tra spini: / ella aveva nel becco un insetto: / la cena de’ suoi rondinini. // Anche
un uomo tornava al suo nido: / l’uccisero: disse: Perdono; / portava due bambole in dono… // Ora là,
nella casa romita, / lo aspettano, aspettano in vano: / egli immobile, attonito, addita / le bambole al cielo
lontano». Con questa poesia, Pascoli, rievoca uno degli eventi più dolorosi della sua vita. Infatti il giorno
di San Lorenzo, ovvero il 10 Agosto, il poeta ricorda la morte del padre assassinato mentre tornava a
casa. Attraverso essa, vuole comunicare al lettore la tristezza ed il dolore per la mancanza del padre
assassinato, mettendolo a confronto con la rondine abbattuta che riportava, nel becco, il nutrimento per
i suoi rondinini ed il padre che tornava a casa portando due bambole per le figlie, sottolineando
l'ingiustizia ed il male che prevalgono su questa terra. Il mito del "nido" familiare, crea anche il "mito del
padre" che rappresenta autorità e potere, e la sua mancanza comporta la dispersione della famiglia e
una perdita di sostegno vitale per essa. Dall'altro lato invece vediamo la figura materna come centralità
del nido, che si va a legare alla figura della culla, dove il bambino si addormenta tranquillo in braccio alla
mamma e dimentica ogni insicurezza anche se fuori infuria la tempesta; mito poetico rappresentato in La
mia sera.
Del nido sono parte integrante anche i morti della famiglia, infatti; la morte del padre e successivamente
quella della madre e dei tre fratelli, lo incidono definitivamente, caratterizzandone la poetica. Le voci dei
defunti che, ossessivamente sono presenti con il poeta, vengono descritte come <<pallide larve
lagrimose che vengono nella notte, si assidono al desco, vigilano sulle persone e sulle cose con un
accanito sentimento di posesso, consolano, rimproverano, chiedono perfino vendetta.>> che possiamo
trovare in Ottocento e Novecento: un percorso di letteratura. A differenza della morte, che sta ad
indicare "l'ignoto angosciante"; i morti per il Pascoli servono ad esorcizzare l'idea e la paura della morte
che caratterizza tutta la cultura del Decadentismo. Il poeta, infatti nella poesia "la piccozza", pone
l'attenzione sul fatto che, privato dell'affetto e delle cure materne, abbia dovuto affrontare la vita con
solo le sue forze, non potendo sentire nessun'altra voce fuorché quella dei defunti.
Il mito del "nido" è accompagnato dalla tematica della malvagità e dell'ingiustizia, nelle quali emergono
anche la nostalgia e lo struggimento dell'infanzia perduta. Le due creature innocenti, cioè l'uomo e la
rondine, sono accomunate dalla morte e diventano il simbolo dell'ingiustizia del male che regna sulla
terra. Essa è sede del male e della malvagità dei suoi abitanti, ed è sola in tutto il cosmo, in questo modo
la tragica morte del padre assume una dimensione universale e cosmica.
Nella lirica "il gelsomino notturno" emerge un sentimento ambivalente, espresso con il ricorso a due
immagini: la prima è un simbolo di morte, che allude all'esperienze luttuose della sua infanzia e la
seconda è legata a un senso di estranietà all'amore, che è avvertito con disagio. Il tema dell'amore infatti,
si intreccia a quello della morte che il rivela il turbamento del poeta riguardo la sessualità, vissuta come
sofferenza, morte e violazione.
Il Decadentismo contribuì alla formazione poetica di Pascoli attraverso una delle sue manifestazioni: il
simbolismo. Pascoli quindi rientra nella corrente del simbolismo, dovuto all'uso di simboli e
corrispondenze, a volte di difficile intuzione, altre volte più semplici ed esplicativi come il "nido".

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