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Colun Danila

5 CMM

25.02.2022
1) Nella poesia “Patria” di Pascoli, appartenente
alla raccolta poetica “Myricae”, vengono descritte due
principali tematiche: il primo, che è anche esplicitato
nel primo verso, è il sogno di qualcosa di lontano,
qualcosa che manca fortemente al poeta proprio in
quel momento e questo gli fa provare un sento di
nostalgia, altro tema importante del componimento.
La nostalgia che sente il poeta è per la sua infanzia
vissuta in campagna a San Mauro di Romagna. Pascoli
rivede le immagini dei membri della famiglia e avverte
i suoni che gli piacciono. Si vede anche la passione
dell’autore per la botanica, perché nomina gli
elementi naturali con il proprio nome. Mentre i temi
nelle prime strofe sono espressi in maniera positiva, le
tematiche dell’ultima strofa cambiano a quello
dell’esilio, il poeta si sveglia dal sogno e si sente come
un forestiero che non può più tornare nella sua patria.

2) Il titolo “Patria” e il primo verso “Sogno d’un dì


d’estate” possono essere entrambi riassuntivi
dell’intero componimento perché esprimono tutto
il senso di questa poesia: Pascoli rimpiange con
nostalgia il suo paese dove è nato, perché si era
allontanato sia per gli studi, sia perché vede
frantumarsi il “nido” originario della famiglia a
causa della morte del padre, e in seguito quella
della madre. Tramite il sogno l’autore riesce a
ritornare nella sua “patria” e a rivivere tutto ciò
che lo ha tanto appassionato. Purtroppo il sogno
finisce quando suonano le campane che lo
riportano in una realtà in cui non c’è il sentimento
della patria e dalla quale si sente estraneo.

3) Il poeta prova un senso di alienazione verso la


realtà e quindi lui si trova lontano dalla sua patria
dopo essersi svegliato dal sogno. È proprio questo
risveglio che ha accentuato questo senso provato
dall’autore. Pascoli utilizza il termine “forestiero”
perché si sente in questo modo, cioè come un
esule impossibilitato di ritornare nella sua propria
patria. Questo termine dunque racchiude proprio
lo stato d’animo del poeta, cioè di qualcuno che sta
fuori e di qualcuno che si trova in un luogo molto
diverso da quello abituato.

Interpretazione

In questo componimento e come nella


maggior parte delle opere di Giovanni Pascoli,
contenute nella raccolta poetica “Myricae”, è
presente questo tema dello sradicamento che
assume una dimensione universale e che porta il
poeta a incentrare le sue opere anche su aspetti
quali la nostalgia, la memoria e l’infanzia.
L’autore della poesia “Patria”, ovvero Pascoli, ha
riscontrato diversi problemi durante la sua vita
che lo hanno portato a questo stato di
sradicamento. Queste tragedie sono la morte del
padre, della madre e la perdita dei suoi fratelli.
Per questa causa il suo “nido” familiare si è
frantumato e adesso Pascoli non è più in grado
di integrarsi e rapportarsi col mondo, una
caratterista comune nel comportamento dei
poeti del Simbolismo (un movimento culturale
sviluppatosi in Francia nel XIX secolo).
Comportamenti di questo genere tipicamente
sono di chi si trova in una profonda crisi
personale, per colpa dello scontro fra la loro
società (che è quella della Belle Époque) con i
singoli autori, che non riescono a conformarsi
alla visione progressista, ma soprattutto
materialista della loro realtà sociale e culturale.
Pascoli rafforza questo sentimento dello
sradicamento e il senso di non appartenenza al
mondo in cui si trova anche tramite il tema della
natura e del paesaggio, dove lui si ricorda di una
natura e di un paesaggio idilliaco ormai non più
esistente nella sua realtà. Oltre a Pascoli ci sono
anche tanti altri scrittori dell’Ottocento e del
Novecento che descrivono i paesaggi
ricordandosi con la nostalgia delle loro città di
nascita. Tra questi si può evidenziare Foscolo che
con il suo sonetto “A Zacinto” descrive la sua
patria in maniera dettagliata, nella quale lui non
potrà più tornare e questo lo porta nella
condizione di un esulo proprio come Pascoli. Un
altro poeta che sente il fenomeno dello
sradicamento è Charles Baudelaire che con la
sua poesia “L'albatro” spiega profondamente il
contrasto tra l'artista e la società, cioè la
disabilità dello scrittore di integrarsi nella società
di massa.

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