Lezione 1
1839 Nascita della fotografia con Daguerre; tra tanti metodi sperimentati il suo fu
uno tra quelli più convincenti e scelto come principale tra gli anni ’10 e ’30.
Ulteriore shock è causato dal fatto che l’immagine è data da una MACCHINA;
diventa così un dato oggettivo non più soggettivo. L’uomo si fa tramite tra macchina
e oggettività. La tecnologia restituisce le immagini in modo ‘naturale’, non costruito.
La fotografia nasce come un rituale borghese, nascono infatti atelier per ritratti che
vanno a sostituire i ritratti artistici che implicavano costi e tempi maggiori. Con la
stampa delle fotografie nasce anche la possibilità di condividere la propria
immagine. I tempi di posa inizialmente erano lunghi ; 20 min di posa necessari per
evitare il mosso, poi con le nuove tecnologie il tempo diminuisce e di conseguenza
calano anche i costi di produzione. Gli atelier erano composti da numerose stanze,,
ognuna con un ruolo specifico, ordinate in sequenza come un rituale borghese. Le
persone poi nelle foto in esterna iniziano ad essere isolate dal contesto, si veda
l’uso di lenzuoli alle spalle dei soggetti che fungevano da sfondo bianco neutrale.
L’iconografia che si ha con i ritratti è ispirata e adattata ai canoni dei tipici ritratti
borghesi; persone rappresentate con oggetti indicanti lo status, posture composte a
3/4, sguardo in camera… seguendo i codici fissi non alterabili del ritratto.
Oltre alla borghesia, anche il proletariato inizia a voler essere rappresentato al lavoro
e con i propri mezzi, con la propria cultura e religione.
1
I tempi di posa arrivano a ridursi a soli 2 secondi, permettendo così alle persone di
muoversi più liberamente; si ha nelle foto successive una spontaneità costruita e
diventa così difficile distinguere la realtà dalla finzione. Le immagini acquisiscono un
carattere ancora più oggettivo. Si cercano modi per rappresentare la soggettività, la
personalità e il carattere di chi viene rappresentato, tentativi di far trasparire
l’invisibile mediante l’apparenza. Il modo migliore era quello di stabilire un rapporto
personale con il modello; iniziando una conversazione il fotografo doveva essere in
grado di catturare l’attimo in cui emergeva il carattere, l’espressione.
Tempi di posa minori, costi minori, fotografie formato TESSERA stampate anche su
carta; immagini diventano così QUOTIDIANE. Si iniziano a comporre anche
sequenze fotografiche, come nei film.
Lezione 2
Donne rappresentate spogliate; ragazza mezza nuda che colloca la foto a metà tra
pornografia e ritratto vero e proprio, ambiguità voluta.
Donne con atteggiamenti ammiccanti per esempio con la sigaretta non sono
rappresentazioni casuali ma dettagli che descrivono la situazione e che vogliono
mostrare le ragazze esotiche come libertine e disponibili, stimolazione dei sensi
dello spettatore. ESOTISMO parola accostata al colonialismo dal punto di vista
turistico e della curiosità; crea senso di libertà. Si crea un’idea di IMMAGINARIO; il
soggetto in questione non è la ragazza ma l’immaginario che essa suscita, l’idea di
vita e messaggio che lascia passare, come nelle pubblicità.
Forma di pubblicità, usare le immagini facendo credere che siano solo denotative e
che non c’è altro oltre a ciò che è rappresentato.
2
I primi viaggiatori raccontano che certe popolazioni africane che non avevano idea
di cosa fossero le fotografie, alla vista delle stesse rimanevano shockati; pensavano
che l’immagine venisse strappata da loro stessi, che non fosse dipinta. L’immagine
è come se fosse uno strato della persona, uno spettro, e avevano l’idea che ogni
singola fotografia strappasse uno strato al proprio essere, fino a scomparire. Erano
quindi spaventatissimi.
Una volta le carte d’identità erano scritte a parole, quella che noi abbiamo e che
conosciamo nasce con la fotografia e con la somiglianza; assomigliamo di più alla
nostra foto che alla descrizione dei nostri dettagli. Con la nascita della foto vengono
catalogate le misure del viso e del corpo; diversi tipi di naso, bocca, orecchie … e la
polizia li usava per studiare i caratteri somatici dei criminali, nascono le identikit, si
costruisce un linguaggio comune “questo è un naso aquilino…”
Lezione 3
‘Elefantiasi da scarlattina’ donna malata, coperta in volto sia per la sua vergogna sia
perché gli spettatori non vogliono guardarla e riconoscerla.
L’INVISIBILE
Invenzione dei raggi X porta allo scoperto l’interno dei corpi, l’interiorità si fa
oggetto con la visione dell’interno. Nascono da qui studi e tecniche per mostrare e
manifestare l’invisibile, come i ‘pensieri’. I fotografi tentano di catturare tutto ciò che
c’è di astratto e invisibile del corpo umano; la fotografia scavalca e annulla i limiti
che occhi e sensi hanno, le macchine diventano protesi che colmano i nostri limiti.
4
LA MORTE
5
‘Assassinio di poliziotti’ Weegee
6
‘Viaggio a Nagasaki’
Guerra del Vietnam fu la prima mediatizzata; tantissimi reporter sul posto e vengono
utilizzate per la prima volta le cineprese per trasmettere 24h su 24. La tv arriva a
sorpassare la fotografia che deve cercare di riaffermarsi. Questione VISIBILITÀ = un
evento è efficace e reale, se visibile.
Lezione 4 19/02
Susan Sontag fa riferimento (lei non lo dice), al passo di Platone “la repubblica”
dove Platone dice che siamo come degli schiavi legati in fondo ad una grotta fin
dalla nascita. La grotta ha uno spiraglio dove si vede una luce e gli incatenati
vedono le ombre che credono sia la realtà. No scambiamo apparenze con la realtà
perché non l’abbiamo mai vista.
Non si tratta tanto di dire che è sempre esistita, ma si tratta del fatto che quando
non hai un parametro di riferimento la interpreti così.
Negli anni 70/80 arrivarono molti turisti giapponesi, per la prima volta l’occidente si
rese conto che questi fotografavano tutto non guardando mai cosa fotografavano,
7
solo sempre attraverso la camera. Tornati in Giappone facevano vedere con gioia le
diapositive.
Dove c’è censura, c’è qualcosa che non si vuole sia mostrato.
Ma a partire dagli anni della guerra del Vietnam, questa cosa è venuta meno.
- Pudore, discrezione
- Nascondere
8
I reporter in questa guerra erano 2embedded”, dovevano far è un giuramento di
discrezione.
Abu Ghraib, 2004 immagini di soldati che maltrattano i detenuti con torture, che
venivano effettuate di nascosto.
Immagini mai trapelate finché i militari non le hanno rese publiche con i parenti e gli
amici.
In questo caso c’è una negazione della cultura nel senso profondo del termine.
Lezione 5 4/03
Abu Ghraib importante non solo per l’escalation e l’assuefazione delle immagini
(svuotamento di significato dovuto all’abitudine di vedere immagini che arrivano a
non farci più effetto) e delle emozioni, ma anche perché le immagini si differenziano
per la produzione; sono fatte con macchine digitali con nuove questioni e nuovi
problemi annessi (questione affrontata nel libro di Gunthert ‘l’immagine condivisa’)
Immagini a bassa risoluzione non si vede la violenza, non si può entrare nel
dettaglio, si vedono solo piccoli pixel ma non persone umane; presa da “azimut”
cioè punto di vista perpendicolare all’evento. La presenza del bersaglio che indica il
mirino è una specie di sostituto astratto della violenza, perché riusciamo ad
immaginare che in quel puntò avverrà la violenza. Le guerre con i droni che
escludono in ogni modo la presenza umana, diventano guerre meccaniche senza
emozioni e effetti umani. I fotoreporter di guerra devono cercare delle soluzioni
9
diverse in questi casi. Paolo Pellegrini per esempio cerca di accentuare
l’espressività dell’immagine; restituisce ciò che accade ma la gestisce con effetti
espressivi (es. gioco di luci e ombre, materiale e inquadrature coinvolgenti, riprese
mosse evocano la drammaticità, giochi di riflessi, immagini metaforiche). Immagini
efficaci non attraverso la violenza ma attraverso le espressioni
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Immagine creata da John
Fontcuberta sul tema di Abu Ghraib;
formata da pixel di immagini
riguardanti quella vicenda e alle sue
tematiche. Attraverso un programma
ha riordinato le immagini per colore e
ha restituito quest’immagine. Nuovo
meccanismo: utilizzo di immagini già esistenti attraverso l’uso di un software
predisposto.
Con Abu Ghraib e le immagini digitali sorgono delle regole fotografiche in quanto le
foto digitali sono altamente manipolabili; il fatto di manipolare le immagini tocca la
questione di principio della falsificazione, da piccole manipolazioni evidenti si apre
la strada a manipolazioni più grandi. Questione importante per l’oggettività; si
incrociano espressione e comunicazione, finzione e documentari che in molti casi si
fondono. Le immagini digitali per questo erano sempre state escluse, perchè non
oggettive, fino ad Abu Ghraib.
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Lezione 6 10/03
All’epoca i tempi di posa erano estremamente lunghi, gli sguardi fissi di chi veniva
fotografato rimandano al tempo passato (questione dei movimenti degli occhi). Con la
diminuzione dei tempi di posa si colgono movimenti e maggiore spontaneità, per la prima
volta si ha l’idea dell’attimo non misurabile, dell’istante. In realtà c’è poca spontaneità, tutto
è messo in scena perché anche se i tempi di posa sono minimi ci rendiamo conto che
vanno mantenute le posizioni e dobbiamo fingere. Questa è un’ambiguità della fotografia,
che è multidimensionale; la foto è un intreccio di cose.
Gli impressionisti come Monet e Renoir tentano nelle loro opere di mostrare questa
spontaneità, questi movimenti e disposizioni in un contesto temporale; mostrano gli istanti.
Con le foto tessere si vede la sequenza temporale; chi guarda collega logicamente in ordine
temporale le immagini, automaticamente collego ciò che avviene prima e ciò che avviene
dopo. Le pubblicità iniziano ad approfittare di questo principio; es. un orfanotrofio si
pubblicizza mostrando la foto di bambini prima abbandonati e selvaggi e dopo educati e
composti. Anche Andy Warhol fece la pubblicità della chirurgia con un naso prima e dopo
l’operazione. Si vende l’idea.
Cronofotografia
Il trascorrere del tempo induce a pensare a ciò che non ci sarà più, aspetto melanconico. Si
fotografano oggetti e usanze che man mano scompaiono, la fotografia fa scomparire il
presente perché nel momento in cui lo colgo è già passato.
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Quando so di essere fotografato perdo spontaneità. Così i fotografi cercano un modo di
diventare invisibili e modi per nascondere la macchina fotografica per cogliere le situazioni
vere e proprie, cogliere il vero attimo. Così come avverrà poi per le candid camera. Per altri
fotografi le immagini per essere efficaci devono essere costruite e non spontanee (Smith).
Mentre Bresson, famosissimo fotografo, ha un’idea di fotografia condivisa ad oggi con molti
fotografi di tutto il mondo; idea dell’istante decisivo, cogliere l’acme ovvero il punto
culminante dell’azione collocato tra un prima e un dopo che riesco a dedurre osservando
l’immagine (es. immagine del salto), fotografo diventa cacciatore di questi istanti sempre
con la macchina pronta ad aspettare il momento giusto. Questa è la concezione più diffusa
della fotografia, fotografare qualche momento perché è speciale e lo selezioniamo non
casualmente. Con il digitale si fanno usi diversi, la post-fotografia cambia tempi e
attenzioni.
Vari usi della fotografia per mostrare il tempo … si può giocare con il tempo per mostrare e
vedere la realtà in modo diverso, si inventano meccanismi come il montaggio e le
manipolazioni delle immagini per avere novità e scenari diversi.
POSTFOTOGRAFIA
Un ragno mentre cattura una vespa conservato in una goccia di resina caduta da un albero,
come un click fotografico che blocca l’azione mentre si svolge. Immagine molto efficace
per l’idea di tempo e di istante che viene catturato. Le fotografie diventano per tutti la
materia prima per questo processo di fissazione e metafora del mantenimento del tempo,
della vita e dell’arte.
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Lezione 7 11/03
Es. ritratto dei coniugi Arnolfini di Van Eyeck con alle spalle lo specchio convesso
che riflette come un grandangolo fotografico lo spazio circostante, riflette inoltre il
pittore che dipinge la scena diventando lo specchio testimone della presenza dello
stesso.
Fotografia e specchio sin dall’inizio sono legati, qualcuno ha anche detto che una
foto è come uno specchio con memoria. Anche la pittura cambia, l’impressionismo
soprattutto ha portato cambiamenti enormi e il confronto con la fotografia ha
cambiato ancora di più l’arte e i modi di dipingere. Monet fa uso del riflesso nei suoi
dipinti impressionisti, non restituisce però l’oggettività come fa uno specchio in
modo meccanico ma mostra un riflesso approssimativo, semplificato e interpretato.
Si cerca di restituire il valore simbolico delle cose, si cerca di svelare lati diversi e
nascosti della realtà.
14
Specchio alle spalle (Manet, bar alle Folles Bergeres) che fa da sfondo e riflette tutto
ciò che c’è davanti; specchio retrovisore. Lo spettatore viene interpellato e tramite
lo specchio fa parte del dipinto, della rappresentazione
Altri usi dello specchio suggestivi; immagine prodotta direttamente nello specchio,
idea simbolista. Salvador Dalì e il surrealismo hanno un forte legame con gli specchi
e i riflessi (Metamorfosi di Narciso) uso di giochi di riflessi che rivelano la surrealtà,
ciò che sta ad un livello diverso della realtà. Crea le ‘figure doppie’ (cigni che
riflettono elefanti) con effetti molto efficaci, metamorfosi del riflesso che mostra
l’inconscio della situazione. Anche René Magritte ha giocato con gli specchi in
modo molto efficace nei suoi dipinti surrealisti, destabilizzando la nostra visione
della realtà, portandoci a pensare diversamente. Paul Delvaux giochi di specchi e
ombre.
Andy Warhol, autoritratti, foto con specchi nella moda e nella pubblicità.
Lezione 8 17/03
15
• Celebrazione (foto di feste e divertimento)
• Sperimentazione: come nell’arte ma ora nelle mani di molte più persone, creatività
e curiosità. Smania di fotografare e cercare originalità che introduce programmi di
elaborazione dell’immagine come Photoshop.
• Esibizione:
L’uso degli autoritratti allo specchio ha fatto saltare i parametri estetici cambiando il
tipo di immagini. Si vedono immagini mosse, con specchi sporchi, con flash che
nasconde il volto; errori che sono diventati accettabili e caratteristici in quanto
comunicano freschezza e vicinanza alla realtà. Cambia anche l’idea di originalità e
di autorialità, noi siamo autori ma non rivendichiamo a tutti i costi di esserlo.
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Lezione 9 18/03
Gunthert fa notare che c’è stato un processo che ha portato al SELFIE, che parte
dall’autoscatto pubblicizzato per la prima volta nel 1954 dalla Kodak; bastava un
supporto stabile per fotografarsi da soli e mostrare la propria presenza, non serve
più un altro fotografo che scatta, ma tu stesso scatti e diventi parte integrante
dell’azione. C’è però uno scarto temporale; devo prima predisporre la scena,
impostare il tempo dell’autoscatto e poi inserirmi nella scena. Questo mi costringe a
preparare la scenografia, non si tratta mai di foto naturali che mirano a mostrare la
spontaneità.
In Thelma e Louise (1991) viene mostrato per la prima volta la messa in scena di un
selfie nella cinematografia. Il selfie entra nella nostra quotidianità nel 2012 e la
parola viene eletta parola dell’anno dal Times e dal vocabolario di Oxford.
Si ha perdita del contatto fisico tra macchina e occhio, non guardo più attraverso
ma vedo la scena sullo schermo del dispositivo, così la macchina perde la funzione
di protesi/estensione dell’occhio umano ma diventa un dispositivo integrato a noi
stessi come se la macchina fosse il nostro occhio. I selfie non si fanno per
documentare l’evento che è accaduto, ma come il riflesso nello specchio dei
coniugi di Van Eyck, il selfie è la dimostrazione della nostra presenza ‘io sono qui, io
ero lì’ è una rivendicazione dell’essere in un luogo, non di essere. Si fa la propria
autobiografia con un selfie che racconta dove sono stato. Inoltre colui che invia il
messaggio diventa il messaggio stesso; l’autore e il modello sono la stessa
persona, me stesso. I ruoli che fino ad ora erano distinti vengono così messi in
discussione e fatti coincidere con la tecnica del selfie, tutto è integrato e converge
nel selfie.
• Selfie girato per catturare la scena dietro di me, impone una restrizione del campo
• Selfie dei piedi, mostra la presenza sul territorio ‘io sono qui’
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Il selfie esprime un carattere fortemente contestualizzato in quanto si evidenzia il
contesto stesso che da il senso alla foto. Al tempo stesso avviene ciò che Gunthert
chiama il collasso della multi dimensionalità; si appiattisce la comunicazione,
l’immagine è fine a se stessa. Anche dal punto di vista estetico si creano delle
immagini diverse; foto che prima erano brutte e scartate, ora diventano dei veri e
propri caratteri estetici che trasmettono freschezza e autenticità; chiamati caratteri
‘fai da te’ ES. foto mosse, non in posa, espressioni buffe, gestacci… questi
caratteri che noi automaticamente accettiamo possono però poi diventare costruiti,
manipolati e le immagini falsificate; diventano ESIBIZIONE. Noi per abitudine e per il
fatto che vengano condivise, le accettiamo ma in realtà sono false e bisogna fare
attenzione a questi meccanismi comportamentali. Tutto ciò che diventa diffuso può
essere modificato e reso ingannevole. Un conto è avere un immagine reale, un altro
discorso è quando una foto viene modificata per farci credere qualcosa che magari
non è reale.
La critica fatta maggiormente all’uso dei selfie è il rischio del narcisismo, tra la
gioventù che non sa più distinguere le cose veramente importanti e con le
tecnologie alla portata di tutti. Fontcuberta ci dice che la nostra idea di identità è
cambiata nel tempo e con il ‘post human’ si ha un picco di differenza tra l’identità
come era intesa nel passato a quella che si intende oggi; il post umano è
caratterizzato dal fatto di cambiare personalità in modo disinvolto e senza mettere
in discussione i significati morali e senza crisi d’identità. Esempio lampante nel
mondo dello spettacolo è Madonna. L’essere umano e la sua rappresentazione
cambiano nel tempo perchè cambiano le condizioni che lo circondano.
Lezione 10 25/03
https://teams.microsoft.com/l/meetup-join/19%3ameeting_OTM4NjJkZDUtOWZkMC00YzJmLTgxODQtYzUwMmMzOGNjODVh%40thread.v2/0?
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Narcisismo; denuncia morale, perdita della socialità. Comunichiamo sempre più con
il nostro io, generazione ME con l’individuo al centro. Fontcuberta Ci dice che
questa situazione esiste già da un ventennio con il post umano e la costruzione
dell’identità . Passiamo poi alla costruzione del proprio corpo per esempio con la
chirurgia plastica, del proprio umore con le pastiglie e soprattutto nell’epoca della
costruzione dell’identità:posso essere come voglio e cambiare la mia identità pur
rimanendo me stesso senza problemi ideologici o morali. IDENTITÀ FLUIDA non
bloccata. L’uso appunto del selfie si inserisce in questo processo: si crea una
relazione ma c’è sempre il focus narcisistico su se stessi.
18
Gunthert fa notare che nel 2013 solo il 2/5% dei selfie è presente nei social. Le star
dei social hanno sfruttato questo strumento dei selfie per pubblicità e creazione del
personaggio, creando poi un meccanismo di emulazione da parte dei fan.
Fontcuberta mostra anche il punto di vista di alcuni selfie pericolosi; per esempio
quelli di patologie come l’anoressia che mostra in modo concreto la distruzione del
nostro corpo. In modo più astratto con questi meccanismi distruggiamo, elaboriamo
il nostro corpo per costruire l’identità, aspetto pericoloso del narcisismo.
Cambia anche il rapporto con le celebrità, ovvero sono gli utenti a stabilire chi è
celebre, desiderabile e fotografabile.
“Il narcisismo ha fatto del selfie una forma culturale a tutto tondo; non è un semplice
fenomeno momentaneo o quotidiano, ma è dotato di significati epocali, politici ...”
Con questo dobbiamo fare i conti, senza perderci troppo sul lato psicologo
Aggiungiamo poi i selfie scattati con la fotocamera del computer. Vediamo foto di
artisti, contesto della post fotografia, autori che non producono la fotografia ma
cercano e uniscono foto già esistenti.
Es. Karl Caviezel che prende una serie di foto multiple di una coppia che fa
colazione e si fotografa ogni mattina, o serie di foto di gente che sbadiglia. Con
questa operazione artistica si toglie l’immagine dal suo contesto e si isola; l’artista
crea dei nuovi significati e immagini metaforiche.
Es. serie di selfie ai piedi “io sono qui”, serie di tramonti, serie di videoconferenze
che danno idea di comunità e del mondo, in modo un po’ appiattito. In questo
modo Fontcuberta ci riporta e ci mostra la democrazia, opponendosi alla solita
critica di chiusura e appiattimento della socialità, causata dalla tecnologia, dai suoi
usi e dai nuovi modi di esprimersi.
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Il corpo
(Libro del Prof. “Corpo e figura umana nella fotografia” e capitoli di Susan Sontag)
Fotografie di nudo sia maschile che femminile, entrano in gioco per sostituire il
lavoro delle modelle che non stavano ferme durate i ritratti e inoltre costavano
molto. Il fotografo professionista quindi scatta la foto che verrà poi usata per fare un
disegno, si creano album interi con foto in varie pose e situazioni.
Sin da subito nasce la competizione; i fotografi ritenevano le loro foto migliori dei
disegni svolti poi dai pittori.
Ambiguità della fotografia di nudo è il risvolto ammiccante, che si riversa poi nella
pornografia che dilaga in ambito fotografico. Dialettica del vedo non vedo, mostro
solo una parte un dettaglio, non l’intero, per sollevare il desiderio. Esempio foto di
nudo con volto mascherato che invoglia a sapere chi c’è dietro. Viene introdotto
l’uso dello stereoscopio che permette la realizzazione e visione di immagini, disegni,
fotografie e filmati che trasmettono un’illusione di tridimensionalità, è una sorta di
binocolo che sollecita il tatto, che allo stesso tempo viene negato. Questo
strumento rivela che occhio e tatto sono slegati tra di loro, così come la pornografia
che sollecita un desiderio che viene bloccato provocando frustrazione.
Una realtà separata noi, irraggiungibile e che ci provoca ciò che Susan Sontag
chiama ‘malinconia’ del passato, realtà a cui non possiamo accedere. Le fotografie
creano e danno allo stesso tempo presenza e assenza.
1900 - Ci si concentra anche sulla costruzione del corpo fisico non solo
dell’identità, corpo estetico, allenato; da qui nascono le palestre, il culto del body
building, i bagni di sole (nel passato ci si copriva e ci si riparava dal sole e dai suoi
effetti benefici). Cambio epocale; le persone pensano al fisico, all’igiene e al
cambiare il proprio corpo.
Con il passaggio nel nuovo secolo la fotografia non ha più uso documentario, ma si
vuole affermare come arte a se, si cerca il riconoscimento estetico. In che modo ?
costruendo le pose/le situazioni ed elaborando poi le fotografie con tagli e
illuminazioni particolari abbandonando gli standard. Si trasgrediscono regole e
abitudini per portare l’attenzione dello spettatore dove vogliamo noi.
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1850 - Tema trasversale è l’appropriazione della macchina fotografica da parte della
donna, la pittura era più impegnativa per questione di spazi e tempi, mentre con la
fotografia e le nuove macchine più leggere le donne iniziano a interessarsi e a
specializzarsi. Donne fotografe si presentano prima o contemporaneamente ai
famosi fotografi maschili. I lavori e le foto creati dalle donne creano subito un forte
impatto, soprattutto per l’espressività.
Innovazione dei ritratti, non più dei volti ma di qualsiasi altra parte del corpo. La
fotografia ritaglia sempre un pezzo, come nei paesaggi anche nei corpi ci sono dei
bordi e si decide cosa includere e cosa tagliare. Questi fotografi mostrando solo i
dettagli ci insegnano a fare attenzione a come guardiamo; il nostro occhio guarda
sempre al centro, cosi la fotografia si concentra con questi tagli su ciò che vuole
farci vedere. Si fotografano nuove pose, non naturali, la realtà assume un carattere
diverso; non vedo il corpo ma delle forme. Geometrizzazione del corpo, corpi
disposti in modo da formare forme geometriche. Queste immagini hanno portato un
modo diverso di vedere e pensare, premessa per il surrealismo; guardare la realtà
facendone una surrealtà.
Lezione 12 27/03
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La realtà e la verità non sono la stessa cosa, è una pretesa ma non è così.
21
Il surrealismo ha dato molti spunti interessanti. André Breton 1924 pubblica il
manifesto del surrealismo, dove spiega i caratteri e gli intenti di questo movimento
dettati dalla scoperta di quello che la psicanalisi di Freud ha chiamato ‘inconscio’:
ovvero qualcosa di particolare che sta sotto alla coscienza, formato da elementi che
noi abbiamo sepolto perchè ci davano fastidio, paura, cose che non facciamo
perchè le istituzioni e la società ci impediscono, limiti della libertà. L’inconscio ha
portato un mondo nuovo prima non molto considerato o nascosto nell’arte; nuove
immagini entrano nella produzione visiva come i sogni, i bambini o i malati di mente
che sono persone succubi del controllo delle istituzioni. La sintesi della pratica
surrealista Breton la chiama ‘scrittura automatica’ che significa lasciar fluire ciò che
viene dall’interno, dalla mente senza controllarlo o correggerlo, flusso di pensieri.
Sembra assurdo, come i sogni, eppure è il vero discorso dell’inconscio.
In pittura non è così facile dipingere automaticamente, per questo ci sono tecniche
particolari come il collage usato dal surrealista Max Ernst, che usando la seconda
regola del surrealismo crea degli accostamenti inconsueti.(Breton ispirato da un
poeta che disse bello come l’incontro casuale di un ombrello e di una macchina da
cucire, su un tavolo di anatomia). Questi accostamenti appaiono insensati e
provocatori se analizzati da un punto di vista realistico, ma se mi sposto su un livello
diverso tutto diventa comprensibile (così come l’analisi dei sogni di Freud). Più gli
accostamenti sono strani e slegati tra di loro, più sarà bella l’immagine su cui ci
interrogheremo.
Dalì è quello che più di tutti ha manipolato la visione del corpo, per provocazione e
per creare scalpore. Si parla anche di anamorfosi; ricostruire in modo deformato la
figura rappresentandola da un solo punto di vista è un effetto di illusione ottica per
cui un'immagine viene proiettata sul piano in modo distorto rispetto alla realtà.
Percezione del corpo non oggettiva, surreale. Nei corpi di Dalì troviamo anche degli
innesti come la donna con testa di rose o il corpo formato da cassetti, rappresenta il
corpo come metafora dell’inconscio.
22
In fotografia non è possibile fare ciò che si vuole come nella pittura e nelle opere
surrealiste. MAN RAY fotografo surrealista per eccellenza,, che ha trovato il modo
per rappresentare la realtà come se fosse un’altra cosa, facendoti interrogare su ciò
che vedi. Tecnica di solarizzazione, una delle tecniche usate per creare surrealismo
in fotografia, cioè accendere la luce o far entrare luce nella camera oscura durante il
processo di lavorazione del negativo, in questo modo si imprime la luce nelle
macchie nere del negativo creando un effetto di colpo di luce dove prima c’era
ombra. Altro effetto di luce e tema del surrealismo è il mimetismo, come fanno gli
animali che prendono forme e colori dell’ambiente in cui si trovano per sfuggire alle
prede. Così nelle foto l’ambiente prima usato passivamente come sfondo diventa un
elemento attivo e importante che crea l’immagine.
Immagini della fotografia surrealista in breve sono quelle che sollecitano domande e
risposte da parte nostra, realtà e corpi distorti e trasfigurati così come fa l’inconscio
della psicanalisi.
23
Lezione 13 30/03
https://teams.microsoft.com/l/meetup-join/19%3ameeting_NWVhYmQyZDctNDlmYy00OTFkLTgzM2YtZmM2Zjc2ZTVhYjBm%40thread.v2/0?
context=%7b%22Tid%22%3a%224f0132f7-dd79-424c-9089-
b22764c40ebd%22%2c%22Oid%22%3a%228496762d-98fa-479f-8b90-68e83672698f%22%2c%22IsBroadcastMeeting%22%3atrue%7d
• Quando parlo di Pubblicità devo sempre tener presente anno/periodo e come veniva
pubblicizzata la cosa in passato, target, obbiettivo … bisogna avere metodologia.
• Pubblicità vende oggetti del desiderio, non oggetti che tu necessiti o semplicemente per
la loro funzione.
• Pubblicità con specchio; narcisismo della persona che si specchia nel pavimento pulito
come se poi la casa rispecchiasse la personalità. Inoltre nel 90% delle pubblicità le
inquadrature creano volutamente allusioni erotiche, seduttive perchè appunto si evoca il
desiderio. Il narcisismo è sempre stato considerato come un aspetto negativo del
comportamento di una persona che metteva se stessa al centro del mondo, invece da
qualche decennio questo giudizio morale è stato sdoganato e il narcisismo è diventato
sinonimo di sicurezza, libertà e fiducia in se stessi. I prodotti come i profumi e prodotti di
bellezza diventano intrinsechi alla persona si fanno appunto simbolo di amore per se
stessi, narcisismo “positivo”.
• Specchio interattivo che rivela la bellezza e il desiderio di ciò che si vorrebbe essere e poi
specchio rivelatore di ciò che realmente siamo in luce negativa.
24
attenzione. Vanity Fair e altre riviste hanno per esempio copertine con immagini
completamente sganciate dalla realtà. Anche nelle foto di moda c’è un gioco tra
realtà e funzione, che si fondono tra di loro.
Lezione 14 31/03
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I surrealisti tagliano e dividono corpi, come una divisione tra conscio e inconscio.
Parti del corpo come occhi e bocca vengono isolati dal corpo e diventano soggetto
e parte principale carichi di significato, di alcune foto e pubblicità. Anche questo è
un tema psicanalitico; gli organi come zone parziali o zone erogene, caricate di
senso che nella nostra percezione sono più importanti di altre. I surrealisti tolgono
appunto occhi, bocca e mani per portarli in contesti e situazioni diverse da quelle
reali. La surrealtà non è immaginazione, ma un modo diverso di vedere la realtà; es.
prendo la bocca e la metto al posto degli occhi, come metafora.
Es. della scarpa come cappello, mostra che non ci importa della funzione del
cappello ma ha un significato simbolico, fetish della scarpa con il tacco sensuale. Il
rimando è voluto ed esplicito. I cappelli delle pubblicità surrealiste sono dei veri e
propri oggetti, delle decorazioni che prendono il sopravvento.
Anni ’50
Il surrealismo nasce nel ’24 e dura fino agli anni ’40, alcuni surrealisti durano fino
agli anni ’60. In arte e in cultura gli anni ’40 segnano l’entrata in scena dell’America
come nazione più importante del mondo occidentale, cambiano le immagini con il
processo di americanizzazione. Negli anni ’50 cambia; i sono dinamiche per
catturare l’acme, catturare il momento speciale di un mondo quotidiano tornato ad
essere umano, gli uomini e i loro problemi. Ritorno alla ricerca di fiducia e alla libertà
in seguito agli anni di guerre e dittature. Non c’è più la spaccatura dell’inconscio e i
corpi tornano ad avere forme e sembianze normali.
Il fenomeno più rappresentativo della pubblicità degli anni ’50 sono le testimonial,
che si lega al tema del corpo. Le testimonial non testimoniano la funzione del
prodotto, ma vogliono far passare l’immaginario di poter essere come loro ed avere
la loro bellezza. Noi carichiamo queste persone attribuendogli autorità, sono attori e
attrici che hanno già nel loro essere la spaccatura tra ciò che sono e ciò che
vogliono rappresentare.
Irving Penn pubblicità eleganti, formali e statiche ‘nudi terrestri’. Avedon fa invece
l’opposto forza pose e cerca movimento, pose sgraziate in contrasto con eleganza
delle modelle e dei vestiti che indossano per sottolineare che eleganza non deve
trasformare la donna in un manichino ma assecondare l’attività della donna che non
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è statica.Le pubblicità diventano delle opere che cercano di evadere dalla tradizione
e dal fare soldi, diventano più fantasiose e pensate per essere particolari
Anni ’60
Tema del Freak, delle stranezze di comportamenti e look, l’apparenza diventa tutto. I
freak sono personaggi con corpi e apparenze che non rispondono ai canoni della
normalità che vengono però mostrati nella loro naturalezza (le gemelle, i nani,
adolescenti nei panni di adulti). Si crea lo ‘strano’ lo ‘straniamento’, qualcosa di
estraneo alla normalità che colora l’evento e l’immagine di qualcosa che la
normalità non ha, immagini che ti fanno chiedere cosa c’è di strano? fanno pensare.
Street photography, voler cogliere la realtà sul vivo senza pose, manipolazioni o
interpretazioni. Cogliere la realtà per quello che è, la macchina è come se fosse il
nostro occhio che coglie le scene per strada proprio così come sono. Il corpo e la
sua presenza irrompono nella realtà, non è un oggetto statico.
Gli anni ’60 sono anche gli anni della body art, il corpo al centro. Movimento
artistico che segna le immagini, il corpo non è più solo l’oggetto della
rappresentazione ma diventa strumento per realizzare l’arte.
Anni ’70
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Lezione 15 1/04
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Anni ’80
Esplosione di ciò che prima era rimasto sommerso da eventi come il boom
economico, che avevano portato a omogenizzazione della società. La ‘Milano da
bere’ società che esce allo scoperto senza problemi, senza corse al successo da
esibire o rincorse al piacere, la gente vuole godersi la vita. Questa parte della
società finisce per essere la più diffusa, più in vista soprattutto nella pubblicità che
ne approfitta per diventare più esplicita senza critiche o senza dover render conto a
qualcuno. Dall’altro lato c’è un mondo rimasto nascosto, come quello delle droghe
pesanti e fenomeni che nascono nelle periferie di grandi città dove le persone
tendono a reagire alla noia con comportamenti devianti, distorti che portano anche
all’autodistruzione. Nascono tribù e gruppi nei quali emergono fenomeni di
emulazione, riconoscimento di sé nel gruppo, divertimento del mondo giovanile e
condivisione.
Vengono presi in considerazione, sia in fotografia che in pubblicità, nuovi temi come
l’omosessualità in pubblicità dove l’aspetto e il corpo maschile viene esaltato. Il
mondo della moda, pubblicità e comunicazione deve essere sempre molto attento
alle novità e soprattutto ai comportamenti della società, deve cogliere tutti i
cambiamenti anche quelli negativi per poterli presentare con la finalità di piacere e
vendere, in questo modo si può sempre paragonare il tema di una pubblicità o di
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una sfilata con l’attualità di quel periodo. Gli anni ’80 sono anche gli anni della
musica e del cinema che ripresenta i temi di quegli anni tra libertà e trasgressione,
esempio fotografie di cantanti come Madonna, attori come Richard Gere.
Non c’è più censura della sessualità e della stranezza, che permette di sperimentare
nuove dinamiche fotografiche che mostrano esibizione e narcisismo, immagini e
situazioni particolari ed efficaci. Bellezza finalizzata al piacere, sono gli anni appunto
della costruzione del corpo con chirurgia, palestra, body building; la bellezza si
costruisce non si eredità. In questo contesto anche i difetti vengono esaltati e
talvolta apprezzati.
C’è ancora però il tema della malattia e della sofferenza. Malattia metafora di questi
anni è l’AIDS, negli anni precedenti la metafora del comportamento sociale era
rappresentata dal cancro, cellule che si mangiano tra di loro. Così come il
coronavirus e questa pandemia, diventeranno metafora della nostra società e dei
nostri comportamenti. L’aids veniva vista come una vendetta della natura verso
comportamenti sessuali sbagliati come l’omosessualità. Arte, fotografia ma non
tanto la pubblicità ,che tende ad evitare, si concentrano quindi su questo tema
sociale e come ogni novità presenta immagini e metodologie nuove di
presentazione. Ci sono fotografie di cadaveri dalle quali si può capire e percepire il
tipo di morte, fotografie che riportano la società sul tema della morte dal quale si
cercava in ogni modo di scappare evitandone il confronto ed esaltando immagini
vitali e del divertimento. Foto di parti del corpo non riconoscibili con dettagli come
suture ,lividi, cicatrici a volte accostati a immagini di paesaggio per creare analogie
‘il livido sul mio corpo come una nuvola in cielo’ effetto efficace e toccante.
Sono anche gli anni della oda della body art con i tatuaggi, ci si fa tatuare come mai
prima nella storia e questo porterà qualche anno dopo ai piercing, bucarsi ma non
per qualche funzione semplicemente per un fatto estetico o per sentirsi parte di un
gruppo.
Lezione 16 6/04
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Altro tema degli anni ’80 è la figura dell’uomo politico, i politici si rendono conto di
dover costruire la propria immagine e si abbassano quindi ai canoni della
comunicazione e della pubblicità. Esempio di Mitterrand politico francese che si
affidò ad un pubblicitario per raggiungere un elettorato maggiore, la pubblicità
segue i 4 canoni di Codeluppi 1) analisi del contesto sociale di mercato; la persona
deve conquistare un pubblico maggiore di quello del suo partito quindi il
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pubblicitario non fa riferimento al contesto specifico della persona in quanto
socialista ma usa uno sfondo generico che potrebbe essere qualsiasi posto della
francia e si passa al 2) analisi della struttura del messaggio, tramite il paesaggio
neutro si mostra che non è un politico strettamente legato al centro di Parigi, perchè
ciò potrebbe essere un conflitto per le periferie. Mitterrand inoltre assume un volto e
un atteggiamento che è illustrativo dello slogan sopra ad esso ‘la forza tranquilla’,
nessun riferimento politico ma una pubblicità che infonde sentimenti, sensibilità e il
modo di essere di questo uomo.Inoltre l’immagine è stata modificata in modo che il
paesaggio ricreasse i colori della bandiera francese, un richiamo esplicito. La
seconda pubblicità mostra lo slogan ‘la Francia unita’ in quanto i sondaggi
presentavano una richiesta e preoccupazione della nazione unita, lui vuole garantire
che si impegnerà in questo. Pubblicità che ci ricordano le campagne e le immagini
di Berlusconi in Italia. 3) L’immagine del prodotto e della marca; qui sostituito dalla
persona protagonista 4) il destinatario che in questo caso è il pubblico elettore.
Nascono studi sull’immagine pubblica del leader e del capo, come vengono
rappresentati e i loro atteggiamenti.
Anni ’90
Post umano; tre questioni fondamentali: 1) il post umano nasce dal fatto che oggi è
usanza diffusa la modificazione del proprio corpo con chirurgia plastica e modi per
cambiare il proprio aspetto con facilità e velocità, 2) sono cambiamenti che non
comportano crisi d’identità e disagi, come invece succede per esempio ad un
ustionato grave che non si riconosce più . 3) apparecchi meccanici si integrano nel
corpo, come arti e organi artificiali come sostituti e più avanti si potrà addirittura
avere un’ integrazione dei sensi, come uno zoom negli occhi o apparecchi di
memoria visiva (black mirror)…
Volto senza occhi e bocca, chiuso su se stesso per mettere in guardia sul fatto che
la chirurgia può in extremis portare a estraniamento e chiusura verso la realtà, è
l’immagine anche del lato morboso del narcisismo non più come un lato liberatorio
ma come l’incapacità di relazionarsi con gli altri e l’esterno, immagine della
chiusura. Chirurgia è trasformazione e manipolazione del proprio corpo. Corpo
collage tecnica avanguardista che concettualmente ti fa vedere come può essere
modificato e mescolato il corpo o addirittura il genere sessuale. In fotografia
probabilmente il fotografo più famoso è Robert Mapplethorpe, fotografo di nudi che
crearono scalpore e denunce, immagini con corpi scultorei che esaltano la
perfezione dei canoni estetici e della prestazione (body builder), riporta la perfezione
della tecnica e classicità come nelle sculture.
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grafica, design e fotografia negli anni ’30 in America. Appunto 100 anni fa disse “gli
analfabeti di domani non saranno quelli che non sanno leggere le parole, ma quelli
che non sanno leggere le immagini”
Pubblicità del 2014 che appare al fotografo e che fa scattare la sua curiosità e il
percorso intrapreso dallo stesso nel capitolo. Il film del ’68 ‘Il pianeta delle scimmie’,
mostra già questa contrapposizione ovvero un pianeta governato da scimmie
intelligenti che trattano gli uomini come animali; vediamo la scimmia come autrice
della foto. In un film comico di 40 anni prima appare già una scimmietta che imita il
suo padrone nel ruolo di cameraman. Nello stesso anno un altro film di culto e di
avanguardia tecnologica ‘l’uomo con la macchina da presa’ mostra come l’uomo e
il suo occhio diventa macchina fotografica; il tema come per la scimmietta ci dice
Fontcuberta che riguarda lo sguardo non umano, produzione di immagini che non
sono prodotte dall’uomo per finalità umane a cui siamo abituati. Questo diventa un
grande tema ‘il mondo del non umano’ uscire dal pensiero ristretto dell’umano
attraverso animali, macchine, tecnologie con cui oggi stiamo ancora sperimentando
andando verso la costruzione di automi. Dal punto di vista estetico e fotografico è
interessante; un progetto mostra e vuole evidenziare il punto di vista della scimmia
nella gabbia allo zoo, così mettendo in mano agli animali la macchina fotografica le
scimmie fotografano la loro visuale degli uomini dietro alle sbarre. Il progetto viene
pubblicato su una rivista, quando l’autore chiede di essere pagato per le foto la
rivista si oppone contestando il fatto che l’autore è la scimmia facendo nascere
questa questione ‘cosa significa essere autore ?’ che diventerà anche un caso
giuridico. Pur avendo perso la causa l’autore propone il progetto ad un altra rivista
che ne riconosce il ruolo d’autore. In queste situazioni al limite e paradossali viene
messa in evidenza la problematica dell’autore e dei suoi criteri (questione
evidenziata anche con le opere ready made di Duchamp) L’autore prima era
considerato colui che premeva il bottone e scattava la foto, ma ora l’autore diventa
chi ha progettato l’operazione, colui che l’ha ideata e che ne decide il senso. Si
passa poi al selfie realizzato dal macaco che prendendo la macchina riconosce se
stesso, si specchia nella macchina e casualmente scatta il suo ritratto. Dallo
specchio al selfie anche nel mondo animale. Siamo sul piano del non umano; non
possiamo dire che il macaco sia l’autore perchè non c’era l’intenzione, ma è
casualità quindi il concetto di autore presuppone l’intenzionalità. L’autore del
progetto appunto fu l’uomo che ebbe l’intenzione di mostrare gli uomini che
osservano allo zoo, non la scimmia che scattò. Animali e macchine in genere non
hanno intenzioni questo porta Fontcuberta a parlare di ‘Umanesimo digitale’,che
rivendica le caratteristiche umane dell’uso degli strumenti/macchine. Questi
cambiamenti di usi, vanno oltre usi e costumi e vanno considerati dei veri e propri
cambiamenti culturali con cui bisogna fare i conti.
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(Dentro l’intenzionalità c’è anche la concezione di memoria che viene rovesciata,
prima era la rappresentazione dell’esperienza da ricordare ora c’è la capacità di
dimenticare, non fotografare)
Lezione 17 7/04
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- Ordine visuale nuovo; tre fattori: 1)Immagini immateriali perchè sono dei file,
immagine digitali e trasmissibili perchè vengono condivise. 2)Fattore di
moltiplicazione dell’immagine e che aumenta il fattore disponibilità; più foto
stampabili infinitamente e disponibili a tutti. 3)Enciclopedismo del sapere e della
comunicazione; tutto il pensiero, il comportamento umano, qualsiasi gesto sta
nelle immagini che si possono liberamente in internet. Se non conosci qualcosa,
lo cerchi e vedi la sua immagine.
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Cap. 5 Fontcuberta
Invenzione della rete, Internet è il grande archivio assoluto perchè contiene tutto; si
depositano documenti, materiali, immagini riguardanti ogni cosa. Internet è l’infinito.
Si parla di ‘vita online’ affidata alle immagini digitali, virtuali non sono solo i
videogiochi dove ti immergi realisticamente ma anche il fatto che noi consegniamo
gran parte della nostra vita a internet che la ingloba.
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Lezione 18 8/04 ULTIMA
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