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Introduccion:

Dei cinque sensi l’occhio è l’unico che svolge una funzione sociologica. (George Simmel)

George Simmel è uno dei padri fondatori della Sociologia.


La Sociologia Visuale utilizza come oggetto di studio le immagini. L’immagine è soggettiva,
polisemica, modifiable e manipolabile.

Noi ci muoviamo in un mondo fatto da immagini, viviamo in base alle immagini che ci
vediamo, per questo sarà reale quello che le immagini ci mostrano.

Nel passaggio di una societá moderna a una societá post moderna si passa di un codigo
forte come il linguaggio verbale o scritto, il quale no da margine di interpretazione; a un
codice debole come il linguaggio visivo, il quale è totalmente soggettivo
Il passaggio dell’immagine e inoltre il passaggio di una qualcosa di più emotivo, come un
foto-stimolo.

- Il primo esempio di immagine/simbolo creata dalle uomini sono le pitture rupestri, ma il


concetto di immagine ha avuto tre momenti cardine nel suo sviluppo

Era dell’idolo: Le immagini sono fatte per essere guardate, queste immagini proteggono gli
uomini con la loro presenza.
Era dell’arte: Entra in scena l’uomo come attore, l'artista osserva la realtà e la riproduce.
Era del visivo: Le immagini non hanno più aderenza con la realtá, diventano simboli.

Nel 1939 nasce la sociologia e la fotografia.

-1923: Niepce fa la prima immagine, ma non è considerato come l'inventore della fotografia.
-1927: Niepce si reca alla Royal Society of London per ottenere un brevetto per la sua
invenzione.
-1933: Niepce e Daguerre hanno lavorato insieme, ma alla morte di Niepce, Daguerre
scopre la sensibilità dello ioduro d'argento alla luce.
-1938: Nasce il Dagherrotipo. Compte utilizza per la prima volta il termine Sociologia.
-1939: Talbot rende pubbliche il meccanismo negativo-positivo.
Nasce la sociologia e si fa la prima foto ad una persona.
-1942: Primo reportage fotografico.
-1951: Nascita del collodio che permette la riproducibilità.
-1968: Fotografia utilizzata per i reportage sociali.
-1973: Nasce il metodo all'albumina e alla gelatina
-1988: Nasce la Kodak N.1

A partire dalla Prima Guerra Mondiale, fino al 1960, la fotografia fu completamente ignorata
dall'ambiente accademico della sociologia.
Gli motivi principale per cui la sociologia e la fotografia sono allontanate ci sono:
- Paura che le immagini potessero minacciare lo statuto scientifico e teorico della sociologia.
- Imposizione di un nuovo modo di pensare alla sociologia.
- Ambizione dell’immagine per diventare un arte.
- Alto costo della riproduzione fotografica.

In questo periodo le immagini trovarono posto nel foto-giornalismo, e mostrano la distanza


sociale che separava la classe borghese da quella povera.
In Stati Uniti, sviluppo più evidenti, 1935 Roosevelt crea la Farm Security Administration con
l'obiettivo di documentare gli effetti della grande depressione a seguito della crisi del’29.
Parte 1: Fotografia e dipinto.

- Fotografia e dipinto

La fotografia non è più che la luce che l’oggetto cinematografico emana fissata su una
pellicola. La fotografia è un'immagine indice, perché riproduce ciò che esiste nella realtà e
porta con sé il suo referente, il dipinto invece è un'immagine icono, perché il suo referente
può essere frutto dell’immaginazione di chi dipinge.

L'immagine simbolo è riconducibile a quella che oggi è l’immagine digitale, frutto di un


algoritmo e che non ha un'attinenza con la realtà, per questo è suscettibile alla
manipolazione.

La fotografia è il risultato di un processo soggettivo, è questo spiega il valore magico che gli
veniva attribuito da Roland Barthes e Walter Benjamin, la fotografia garantisce che chi ha
scattato la foto si trovava in un determinato momento e in un determinato luogo.

Parte 2: Guardare o vedere.

- Vedere o guardare

L’ immagine porta a trattare la differenza tra l'atto di guardare, che è un atto di osservazione
e l’atto di vedere, che è un atto di conoscenza.
Del momento in cui l’occhio ha guardato, al momento in cui il cervello ha visto, l'immagine si
cristallizza e il processo del pensiero trasforma l’immagine in un simbolo verbale.

La visione è un prodotto della mente scomposto in processi di:


Sensazione
Selezione
Percezione

Percepire visivamente è pensare visivamente. La differenza fra ciò che percepiamo con gli
occhi e l'immagine con cui la confrontiamo è equale a la differenza tra un oggetto e il
simbolo che lo ripresentano.
Per esempio un negozio che vende tabacchi e la T che costituisce la insegna.

La visione in primo luogo è un qualcosa di soggettivo.


La visione è inoltre culturale, la cultura di appartenenza influenza la visione, è per questo
che l'interpretazione dell’autore e del recettore si avvicinerá.

Il rapporto tra immagine e realtà evidenzia tre funzioni:


-Immagine sostitutiva: Surrogata alla realtà, è emotiva.
-immagine documentaria: Al servizio della realtà, funzione conoscitiva dell'immagine.
-Immagine artistica: Non sostituisce niente ma viene guardata per sé, è estetica.
3. Tipi di linguaggi e significati denotativo e connotativo.

- È possibile riferirsi agli oggetti in due modi:


1. Chiamandoli per i nomi.
2. Rappresentandoli con un'immagine somigliante.

La relazione esistente tra il nome e l’oggetto è puramente arbitraria , è una convenzione


semantica priva di rapporto con la realtà.
La visione è un qualcosa di simultaneo, al contrario della traduzione verbale, che necessita
di una sequenza logica e cronologica.

- Denotativo e connotativo

Ci sono due tipi di linguaggi:


1. Linguaggio verbale, con un codice forte e una sfera razionale.
2. Linguaggio visuale, con un codice debole e una sfera emotiva.

Questa differenza conduce quindi a una distinzione di due tipi di di significato per le
immagini:
- Significato denotativo: Il contenuto della foto, ciò che è visibile.
- Significato connotativo: Le sensazione o idee che richiama nello spettatore.

Queste due significati devono coesistere, quindi nell’interpretazione di un messaggio il cui


codice è debole entrano in gioco diversi elementi:
- Il oggetto fotografico.
- La soggettività del fotografo.
- Le caratteristiche tecniche del mezzo usato.
- La soggettività dell'osservatore.

Nel interpretazione dell immagine si ha un significato:


- Interno, quello a cui il fotografo dà significato.
- Esterno, quello a cui il osservatore dà significato.

Secondo Roland Barthes, la polisemia delle immagini viene fortemente ridotta solo quando il
messaggio è traumatico.

La conoscenza di chi ha sacattato la foto e in quali circostanze permette stabilire la


provenienza dell'immagine. La stessa fotografia può essere:
- Fotografia sociale, è quella frutto di una attività umana.
- Fotografia del sociale, è quella che descrive fenomeni sociali sulla soggettività del
fotografo.
- Fotografia sociologica, è quella valida e attendibile sul piano metodologico.
4. Tipi di codici.

- Tipi di codici

Il codice si riferisce all'insieme di elementi con cui si formano i messaggi.


Dal punto di vista della sociologia visuale i codici più interessanti sono quelli visivi, questi
codici permettono di leggere e interpretare i significati di un immagine.
Esistono quattro tipologie:
- Codici trasmissione
- Codici iconici
- Codici iconografici
- Codici socioculturali

Si possono distinguere due dimensioni di codici:

- Riferibile agli oggetti rappresentati: È quello che denota il messaggio visivo, degli oggetti e
persone della immagine.

- Riferibile agli scopi della rappresentazione: I significati che l’autore o chi osserva le
attribuisce al’immagine.

5. Criteri metodologici

- Criteri metodologici

Il fondamento metodologico della sociologia è il riuscire passare da un semplice icono a un


simbolo visuale codificato, capace di rappresentare un determinato fenomeno sociale sulla
base di cinque criteri metodologici:

- Validità: Corrispondenza tra un’immagine e un concetto.


- Comparabilità: Confrontabilità delle immagini con i codici predefiniti.
- Attendibilità: Credibilità tecnica degli strumenti.
- Coerenza: Uso di immagini che risultano coerenti.
- Convergenza: Utilizzo di immagini compatibili con altre tipologie di ricerca.

Nella ricerca visuale agiscono sostanzialmente due elementi:


- Le tecniche di registrazione della realtà.
- I prodotti realizzati mediante tale tecniche.
6. La sociologia

La sociologia è lo studio dei gruppi umani.

George Simmel è considerato uno dei padri fondatori della sociologia.


La sociologia visuale utilizza come oggetto di studio le immagini. L'immagine è soggettiva,
polisemica, modifiable e manipolabile.

Noi ci muoviamo in un mondo fatto di immagini, viviamo in base a quello che vediamo, per
questo per noi sarà reale quello che le immagini ci mostrano.

Secondo Harper, la sociologia è divisibile in due grandi famiglie:


-Filone metodologico: Consiste nel fare immagini per analizzare la realtà.
-Filone culturologico: Consiste nell'osservare immagini che gli altri hanno fatto.

A seguito di questa prima suddivisione la sociologia visuale è stata suddivisa in altre due
aree:
- Sociologia con l’immagine: Ricerca sul campo, foto-stimolo e produzione soggettiva.
- Sociologia sull'immagine: Interpretazione e spiegazione.

- Sociologia con l’immagine:

- La ricerca visuale sul campo permette al ricercatore di osservare direttamente sul campo
le persone o le situazioni che sono oggetto di una ricerca, il ricercatore si limita a osservare
a fotografare. L’ utilizzo della macchina fotografica si distingue da quello del
foto-giornalismo, perché il fotografo documentarista rappresenta il suo punto di vista.

I passi principali sono tre:


1. Il sociologo visuale deve cominciare a fotografare tutto lo che vede, ottenendo un risultato
poco logico che permetterà di conoscere le persone.
2. In seguito è necessario confrontare le ipotesi con le immagini prodotte.
3. Infine è necessario sistemare il materiale, che sarà l'analogo visuale di affermazione
causali.

Per esempio: Harper in collaborazione con Faccioli ha fatto un ricerca chiamata “The Italian
Way”, riguardante come gli italiani sono influenzati dalla loro cultura locale, regionale e
nazionale nella trasformazione e nel consumo del cibo.

- La tecnica del foto-stimolo è un tipo di intervista in cui osservatore e osservato si


confrontano sulle immagini che il primo ha scattato.
Le immagini possono non avere per il ricercatore lo stesso significato che hanno per il
soggetto.
Il ricercatore non definendo l’oggetto non lo connota, né positivamente né negativamente,
lasciando il soggetto libero di interpretarlo sulla base del proprio vissuto.

Le fotografie utilizzate nell’ambito del foto-stimolo vengono scelte attraverso l’osservazione


sul campo, quindi il ricercatore farà la foto a partire della sua ipotesi ed in seguito la
utilizzerà come stimolo, facendo emergere un altro punto di vista.
- La produzione soggettiva si tratta di cercare di capire il modo in cui gli altri vedono e
interpretano le cose, utilizzando il linguaggio delle immagini.
Questa tecnica nasce intorno agli anni 70 utilizzata in una ricerca chiamata “Through Navajo
Eyes”.
Questo tipo di ricerca si realizza dando al soggetto una macchina fotografica e chiedendogli
di fotografare la sua vita in modo libero.
Un limite a questo tipo di studio è il rischio che i soggetti possano fare immagini che
enfatizzano gli aspetti positivi della loro vita.

- Sociologia sulla immagini:

Con la sociologia sulle immagini si vanno a studiare ciò che le persone fanno con le
immagini e quello che le immagini vogliono rappresentare per le persone.

Questa è suddivisibile in due tipologie:


- Interpretazione delle immagini.
- Spiegazione di questi.

Lo scopo di questo tipo di sociologia visuale è quello di decostruire dei processi di


visualizzazione per scoprire: Significati, ideologie e visioni.

Le dimensione visuali del mondo visuale sono:


- Dati a due dimensioni: Pubblicità.
- Dati tridimensionali: Ambienti, spazi e oggetti.
- Dati vissuti: Spazi e luoghi in cui le persone vivono la propria quotidianità.
- Dati viventi: Il corpo, le identità e la presentazione di sé.

Esempio: Grady cercò di capire attraverso le pubblicità di una rivista americana la


temperatura emotiva della società nei termini del comportamiento dei bianchi nei confronti
delle persone delle persone di colore. Nella ricerca si vede como in un’immagine del 1945
tutte le persone rappresentate siano bianche con l'eccezione di una persona di colore.
Al contrario in un’immagine del 1999 c’è una situazione di piena integrazione e le persone di
colore non sono più al servizio dell’uomo biancho.
7. L’home mode communication

Si riferisce a cosa fa la gente con le immagini, è un approccio di studio che fa riferimento


all’analisi di foto e video di famiglia.
Nasce degli studi di Chalfen, che cercó di capire il nesso tra la fotografia e la cultura.
Secondo Chalfen le immagini prodotte dalle persone non sono copie della realtà ma sono
affermazione su di questa, quindi visioni soggettive del mondo.

Le collezioni di famiglia sono il modo in cui gli individui costruiscono e strutturano il proprio
mondo e lo mostrano agli altri.

Il centro di analisi di Chalfen sono due concetti:


1. Ambiente simbolico: Il ambiente all’interno del quale l’essere umano vive e si
relaziona.
2. Mondi multipli: Diverse versioni della realtà che gli individui hanno in mente.

Gli album di famiglia rappresentano uno di questi mondi e comprenderli significa


comprendere il modo in cui gli individui producono e interpretano i simboli visuali.

La ricerca di Chalfen è incentrata sullo studio di quaranta album di famiglia.


In questa ricerca vengono individuate alcune delle funzione principali degli album di famiglia:
- Appartenenza (rinforzano gli relazione e il senso di appartenenza)
- Interazione (Socializzare, vengono mostrate solo a determinate persone)
- Presentazione di sé (Dare agli altri una presentazione di sé)
- Memoria (Ricordare persone, dettagli e momenti)
- Documentazione (Conserva il stato delle cose)

Nello studio viene evidenziata la relazione tra l'acquisto di una macchina fotografica e la
nascita di un bambino.

Criteri che le persone usano per scegliere cosa fotografare:


-Cultura Kodak: Insieme di regole incoscientemente e informalmente apresse.
-Tradizione storica: Immortalare i momenti più importanti.
-Famiglia ideale: Selezione delle foto influenzata dalla immagine della famiglia ideale.
8. Digitalizzazione

La visione dell'immagine come indice si tratta di un passaggio dallo statuto chimico-fisico a


quello matematico, il quale fa che la fotografia perda di significato in termini tradizionali, e
che per alcuni si parla di una epoca post-fotografica. Questo passaggio crea nuovi timori
soprattutto riguardo al potere distruttivo delle immagini digitali, il potere di manipolazione
della realtà.
Secondo alcuni in questa rivoluzione cambia semplicemente il supporto.
Marra esprime la sua idea che la fotografia digitale è una falsa rivoluzione e definisci di
apocalittici a chi sostiene che questo passaggio possa far terminare la funzione sociale della
fotografia.

Secondo gli apocalittici, la fotografia analogica non miente, è priva di manipolazione a


differenza di quella digitale che porta ad una perdita di oggettività.
Secondo gli integrati, la fotografia digitale è una nuova forma di linguaggio che prescinde
l'oggettività ed il rapporto con la realtà.

Pierce fa una distinzione tra un'immagine indice e un'immagine icona.


L'immagine indice, che è la immagine analogica, non ha bisogno di un codice per essere
interpretata, mentre l’icona, che è l'immagine digitale, ha bisogni di regole interpretative.

Una distinzione fondamentale che caratterizza il passaggio dall’analogico al digitale è la


distinzione tra pubblico e privato.

9. Il Flaneur

Il Flaneur è una figura letteraria protagonista di una serie di poesie dell’Ottocento. Questo
termine deriva dalla parola francese flanerie, che significa bighellonare, quindi si tratta di un
personaggio ozioso che si aggira per la città, il perfetto perdigiorno. In italiano è stata trovata
una certa corrispondenza il termine flanerie e il modo di dire “fare flanella”, che significa
trascorrere il tempo oziando.

Il Flaneur e una persona sola che vaga per la città, osservando la folla in maniera critica, un
incrocio tra un vagabondo e un bohème, vaga come in un labirinto all'interno del quale
trovare piacere perdersi.
Questa è una persona abbastanza ibrida imparentata con la figura dell’antropologo o del
sociologo.

Edgar Allan Poe ha scritto un romanzo nel quale il personaggio principale è un Flaneur
seduto in un caffè di Parigi che decide di seguire una persona anziana che cammina nella
folla.
Questi due personaggi sono simili ma allo stesso tempo diversi.

Il termino Flaneur ha un significato nel suo nome:


-F (folla)
-L (come lentezza)
-A (Asocialità)
-N (notte, regno del Flaneur)
-E (eroe)
-U (urbano)
-R (resistenza)

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