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Maldonado mette a fuoco i punti critici che riguardano questa relazione. La creazione di mondi
virtuali si è man mano resa più realistica, e maggiore è il suo realismo e maggiore è il senso di
estraniamento che ne deriva. Ma se da una parte l’invasione di una dimensione virtuale ci
spaventa per uno scollegamento dal mondo reale per una desocializzazione e per altri aspetti, è
anche vero che dall’altra parte è anche la realtà a spaventarci e a spingerci a cercare sempre
altrove. Quello che è importante secondo Maldonado è fare della questione non una fuga mundi,
ma una creatio mundi, ovvero sfruttare la potenzialità conoscitiva, progettuale e creativa dei nuovi
strumenti, i quali hanno permesso uno sviluppo nei più variegati campi: dall’arte, alla scienza dalla
didattica alle discipline umanistiche.
Per “virtuale” Maldonado intende anche illusorio, e in quanto illusione il fenomeno in questione
non rappresenta una novità, circoscritta dall’avvento delle nuove tecnologie e dai new media, ma
affonda le radici nella tendenza innata dell’uomo nel creare mondi paralleli. L’uomo da sempre
mitomane, ha una capacità di astrazione e di creare dei simboli. Questi, che riguardano
principalmente due linguaggi: verbale e visivo(delle immagini), rappresentano delle mediazioni per
cui reale e virtuale si collegano e contagiano a vicenda. Nella fantasmatica (teorizzata soprattutto
dal filosofo polacco Lem) che riguarda proprio questa attitudine umana, il meraviglioso in questo
senso ha lo scopo di estetizzare e rendere ammissibile quello che nella quotidianità non lo è.
Per certi versi l’inizio dell’esperienza figurativa è individuale con inizio dell’esperienza speculare.
Lacan descrive l’esperienza dello specchio come “la trasformazione che avviene in un soggetto
quando egli si appropria di un’immagine”. La nostra esperienza infatti differisce da quella di altri
animali, in quanto siamo gli unici a considerarlo come modello per la produzione di costrutti
iconici. Con il Trompe-l’oeil invece l’appropriazione dell’immagine diventa imitazione, e attraverso
un virtuosismo materiale, la realtà tridimensionale viene tradotta in realtà bidimensionale.
Prospettiva
Cyberspace
La microfisica ci ha fatto ripensare agli oggetti, visti fino ad ora attraverso le caratteristiche della
permanenza e dell’individualità (proprietà della meccanica classica)
Già dagli anni 30 è stato riconosciuto il fenomeno dell’obsolescenza degli oggetti, il loro ciclo
vitale si accorciava, arrivando ad una durata brevissima nella società dei consumi.
-Informazione e media
L’uomo è da sempre creatore di mondi paralleli, vi si riconosce una capacità di astrazione che
coincide con quella di creare simboli
Forma di mediazione tramite poi principalmente due linguaggi: verbale e visivo(delle immagini)
Tuttavia le non-cose create sono sempre simulacri di cose, ovvero i mondi virtuali derivano e
stanno per il mondo reale
La fantasmatica ( teorizzata soprattutto dal filosofo polacco Lem) riguarda questa tendenza a
creare mondi paralleli dove tutto è possibile. Il meraviglioso in questo senso ha lo scopo di
estetizzare e rendere ammissibile quello che nella quotidianità non lo è.
La creazione di mondi virtuali si è man mano resa più realistica, maggiore è il suo realismo e
maggiore è il senso di estraniamento che si prova.
-iconoclastia
-ceroplastica
L’uso della prospettiva rappresenta uno dei primi strumenti calcolati per una rappresentazione
illusoria dello spazio su un piano
Specchio:
Importanza dello specchio e delle superfici specchianti, Lacan descrive l’esperienza dello
specchio come “la trasformazione che avviene in un soggetto quando egli si appropria di
un’immagine”; riferendosi al primo contatto del bambino con lo specchio “l’appropriazione
gioiosa della sua immagine speculare”
Uomo: animale catottrico: la nostra esperienza dello specchio differisce da quella delle
scimmie, In quanto siamo gli unici a prendere lo specchio come modello per la produzione
di costrutti iconici
Secondo Gibson lo specchio non appartiene alla categoria dei surrogati (pittura, fotografia
e cinematografia)
Trompe-l’oeil
Perché parliamo di prospettiva? Cioè in che modo si colloca all’interno del dialogo- relazione del