Dunque, questi film trattano una nuova fase percettiva, storie in cui non è più
messa in crisi la capacità di agire del protagonista, ma la distanza dalla
situazione che egli sta vivendo.
Se nel cinema classico il contatto con la situazione era data dalla possibilità di
modificarla, eliminando le passioni tristi; se il cinema moderno era
caratterizzato al contrario dall’assenza di un’interazione emotiva; ora il
cinema propone una nuova possibilità: da una mancanza di contatto a un
immersione ‘’sensibile e sensuale’’ nel mondo.
In conclusione: vediamo il passaggio da un mondo rappresentato a un
mondo di cui si può riappropriare grazie all’immagine filmata
Tanti sono stati i film che hanno inaugurato il terzo stadio della percezione,
mostrano una relazione affettiva con gli spazi e i luoghi:
1. Al di là della vita di Scorsese: narra la storia di un paramedico angosciato in
quanto non riesce più a salvare la vita delle persone ma allo stesso tempo
capirà l’importanza del suo ruolo di accompagnatore degli infermi. Lo aiuterà
la scena in cui uno spacciatore è stato picchiato da dei teppisti e conficcato su
un’inferriata, l’uomo chiede al paramedico di sostenergli la testa e di
ammirare la città. Lo spacciatore grida la sua dichiarazione d’amore per la
città mentre le scintille della fiamma ossidrica dei pompieri per liberarlo
dall’inferriata si trasformano in fuochi d’artificio.
2. Le onde del destino di Von Trier: si basa sul sentimento di appartenenza.
Narra di una ragazza scozzese che vive in un villaggio molto religioso. Questa
ragazza ha il dono di comunicare con Dio. Ella si sposa con un uomo che dopo
un’incidente, subisce delle lesioni celebrali che ne determinano la paralisi.
L’uomo consapevole di non poter fare più l’amore con la moglie, le chiede di
trovarsi un’amante. Questa situazione la porterà a essere disconosciuta dalla
Chiesa e dalla religione. Però lei è pronta a rischiare la sua reputazione e vita
per il marito. Qui non sono i corpi ad unirsi ma le anime dei due protagonisti.