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TEORIA e ANALISI DEL CINEMA

Prof. Asti

Perez Federica

Cos'è e cos'è stata la teoria del Cinema

Al giorno d'oggi stiamo vivendo una rivoluzione tecnologica → vi è una reinterpretazione dei concetti
legati al cinema

Infatti durante il corso del tempo vengono messi in discussione i principi sui quali si basano le teorie
cinematografiche, a volte finendo per basarsi sulla filosofia, anche se ciò va ad indebolire
ulteriormente le teorie rendendole spesso prive di fondamenta. Ci chiediamo quindi:

Cos'è la verità di una teoria? Non è delineabile. Essa si basa sul tentativo di interpretare qualcosa
sotto la luce del momento storico in cui ci troviamo:

● significatività
● efficacia storica

Teorie

Le prime ambizioni teoriche si sono sviluppate nel 1907 → sotto la forma canonica del cinema:
proiezione in sala, A metà del 1910 viene prodotto qualche libro.

- 1918 Victor O. Freeburg → si autoproclama filosofo del cinema;

- 1919 Luciani → attribuisce valore teorico alle sue riflessioni riconoscendole come astratte.

caratteristiche delle prime teorie: Inizialmente non vengono sviluppate indagini serie, piuttosto si
trattava di tipologia discorsiva, sporadica, sotto forma di opinione (un po’ rudimentali). Alcuni
giornali cominciano però a formulare discussioni più organizzate.

● sporadiche
● autori quasi anonimi
● senza metodo
● quasi non teorie;

Il cinema ai suoi inizi era infatti considerato quasi scandaloso, vi era quindi la necessità di costruire al
cinema "un'immagine pubblica".

Le Teorie Classiche anni ‘10-’60

Nascono grazie alla stabilità del cinema ottenuta appunto tra gli anni '10 e '60. Durante questo
periodo vengono prodotti alcuni scritti che permettono di delineare quale fosse la corrente di
pensiero dell’epoca:

1924 "l'uomo invisibile" Di Balazs → la teoria è la bussola di uno sviluppo artistico ed al cinema ne
serve una. Bisogna seguire un metodo deduttivo-induttivo.
Rudolf Arnheim "Film as Kunst" → libro molto influente, che non si limita a dare uno sguardo
all’estetica del cinema, ma affronta le regole che dominano il suo modo di esprimersi.

1. Riproduzione e trasformazione di un oggetto;


2. Grazie alla differenza tra film e natura, nasce arte da una macchina da presa;

caratteristiche delle prime teorie:

● scopo di sottolineare i principi su cui si basa la nuova arte cinematografica;


● si presenta come un discorso fondato
● si potrà esprimere in un suo campo di ricerca (distaccato dall'approccio personale, più
scientifico)
● Dedicata agli specialisti: solo gli intellettuali possono legittimare il cinema;

La "Grand Theory"

viene sviluppata in un'epoca in cui la psicanalisi governava le scienze umane (semiotica e marxismo)
la quale ricerca un paradigma anche per il cinema.

● semiotica
● psicanalisi

Vuole mettere a nudo gli effetti del cinema sulle persone: esalta il modo in cui le persone sono
influenzate dal mondo Hollywoodiano. Nasce una sorta di soggezione causata dalla paura di
credere di avvicinarci alla realtà, quando invece ci allontaniamo da essa.

Semiotica: interpretazione letterale di ciò che vedo

Semiotica del cinema: lo spettatore deve realizzare di essere in qualche modo controllato dal
cinema, poiché durante la visione di un film vi è l’idea di essere liberi nell’osservarlo, ma in realtà non
è così.

Il cinema modella il nostro modo di rapportarci con la realtà e con noi stessi, seppur l’azione di
guardare un film all’epoca era considerato un atto culturale leggero, divertente, va comunque ad
influenzare la nostra idea.

Come tutto ciò che noi osserviamo, come i social condizionano la nostra vita ora anche il cinema lo
faceva all’epoca.

● “singing in the rain” (cinema anni ’50) film prodotto del capitalismo conformista della sua
epoca, ma all’occhio salta dell’altro ovvero la gioia dell’uomo che balla e canta sotto la
pioggia. Il fatto che lui stia ballando davanti a cartelloni pubblicitari dominanti, viene
evidenziato come davanti ai problemi basti non pensarci o vero non conta quale sia il
problema ma l’importante è la propria felicità, l’amore ecc. (visione Marxista, riduce i
problemi alla singola individualità, solo al pensiero del singolo);
● Film western, attesa, ansia, scanditi da personaggi fermi e dal tempo che scorre
Psicoanalisi

Ultimo passaggio nella Grand Theory è la psicoanalisi, Baudelaire elabora il concetto del dispositivo
cinematografico che non si limita a mimare i processi reali, ma fa nascere dei desideri sulla base del
soggetto inquadrato. Come una macchina capace di costruire una simulazione simile al sogno e
all’inconscio.

La struttura si divide in due parti: da un lato l’apparato meccanico (videoproiettore, schermo ecc)
dall’altro, il dispositivo indica gli effetti della condizione di proiezione del film attraverso la psicanalisi.

Il cinema crea uno stato di regressione in cui entro in contatto con la realtà con le cose come in un
sogno (=regressione).

Film del Noire, un film con molto sesso e violenza che sono le basi secondo Fraud della Psicanalisi,
come quindi il dispositivo agisce sulla mente.

● "Un bacio una pistola" (1954) Noire, scena in cui durante un “incidente” vengono attaccati i
passeggeri, drama, violenza, inquadrature che imitano il sogno.

Cristian Mezz cerca di studiare il cinema semioticamente

La "Post Theory"

Nuova teoria ispirata alla ricerca scientifica, la quale procede per verifiche successive, ed è proposta
da Carroll e Bordwell.

Dice che la teoria precedente è troppo complessa, dovrebbe anziché scegliere obiettivi più concreti
e vicini, raggiungibili.

Si basa quindi su ricerche più limitate in cui cerca di studiare e capire alcuni aspetti del cinema in
modo più scientifico, usando la psicologia cognitiva (invece della psicanalisi) molto più evoluta
della precedente, David Bordwell studia lo stile del film, studiando gli stili e modi e metodi
produttivi.

Carroll ha un metodo maggiormente sviluppato conferitogli dalla sua esperienza di studioso storico,
e struttura in modo più solido molte teorie. Per lui lo stile è fondamentale perché è ciò che
percepisce lo spettatore e può quindi poi dare una forma di sé nella mente delle persone.

Le scelte stilistiche provocano una specifica percezione del film.

La Teoria oggi

Oggi la teoria del cinema deve affrontare problematiche maggiori, non si può con facilità
distinguere ciò che è cinema da ciò che non lo è ovvero serie tv, video YouTube, quindi emergono
molte domande: cos’è cinema? Cosa lo distingue dal resto?

La teoria odierna è l'aggregazione di tutti gli stati che essa ha assunto in passato. Nasce in risposta
ad una sfida originatasi da un dilemma, ovvero:

Trasformazione significa preservare l'identità o dissolversi nel tempo?

La teoria viene infatti messa in discussione, ma è proprio questo a renderla più libera che mai. Il suo
destino incerto amplifica il modo di capire ed interpretare il cinema.
Strutturalismo e Semiotica

Structuralism

La parola nasce nel 1950 in Francia e comprende lo studio dell’evoluzione linguistica nel tempo e di
conseguenza come una parola e il suo utilizzo si evolvono nel tempo. “Il valore concettuale del
linguaggio è determinato soltanto dalle relazioni e le differenze di altre parti nel linguaggio stesso”
(Saussure, 1986). Il sistema di un linguaggio viene costruito su relazioni culturali

High Structuralism: ha delle elevate aspirazioni e discute di come il contesto culturale interferisca
nel significato del linguaggio. Si interessa soprattutto di relazioni semantiche nei testi.

Low structure: punta ad essere utile fin da subito (nelle scuole dal 1984), infatti si interessa in
relazioni sintattiche tra il testo e la sua grammatica, quindi il modo in cui si collegano le parole in
una frase.

Il luogo culturale è importante per determinare il contesto in cui ci troviamo e poter quindi capire il
significato di ciò che troviamo.

Semeiotic

Ci sono due modi per definire la semiotica, la prima di Ferdinand Estes sostiene che non ci sia
differenza tra la parola tre ed un tre reale, perché il significato che associamo alla prima è il
riflesso/l’essenza di ciò che costituisce la seconda.

La seconda di Charles SPS invece utilizza 3 diversi segni: icon - index - symbol.

Cos’è e cosa è stata la teoria del cinema?

- La teoria del cinema è nata per comprendere meglio il significato del cinema e per
riconoscerlo.
- Con la nuova generazione tecnologica l'interpretazione del cinema cambia e i film
diventano nient'altro che un prodotto; diviene cinema tutto ciò che la critica e/o un pubblico
esperto ritiene tale.
- Per comprendere una teoria del cinema bisogna collocarla nel periodo storico e ambiente
sociale nel quale è stata formulata, in quanto il cinema è considerato un fatto sociale e
culturale.
- Le prime ambizioni teoriche nascono intorno al 1900 con la pubblicazione dei primi testi che
trattavano l’argomento.

Le prime teorie:

Walter Benjamin

Nasce a Berlino e viene influenzato dai movimenti giovanili che si sviluppano in Germania. È
conosciuto come il più grande critico della società moderna della sua epoca.
La sua società era una che si stava vetrinizando.

L'opera di Benjamin(articolo di rivista) è importante nel mondo del cinema per il suo ruolo nella
società caratterizzata dal fordismo. La civiltà delle macchine stava cambiando il gusto delle persone
e Benjamin, che aveva conosciuto il marxismo, sostiene che l'arte è destinata alle masse che
vogliono consumare l'arte come consumano i prodotti industriali dell'epoca. L'arte non è più per
pochi.
Benjamin sostiene che il cinema:
- è un’arte a sé che non assomiglia a nessun’altra.
- è la prima arte riproducibile, nel senso che le copie non sono distinguibili dall’originale.
- la prima arte la cui riproducibilità tecnica è assoluta.
- distrugge la tradizione perché adatto ad un pubblico più ampio e perché riproducibile.

Benjamin legge, attraverso il cinema, la crisi della modernità, arrivata con la rivoluzione industriale
e, quindi, con le metropoli. La vita nelle metropoli è caotica e l'individuo non è più individuo ma
parte di masse. Se prima l'arte aveva un'aura per la sua unicità, il cinema invece si basa sulla
distrazione, sul divertimento e sullo shock.
Benjamin utilizza la parola “aura” come la parola che caratterizza tutta la storia dell'arte. Le opere
d'arte avevano l'aura dell'autenticitá e unicità.

● Screening: The artist(2011)


- Si nota il fatto che il cinema sia più quantitativo che qualitativo, in quanto è la massa che determina il
successo di un film e non la qualità.
- Il cinema muto perde quell'aura che aveva con la nascita del cinema sonoro
- Alla fine del film l'artista è obbligato ad accettare e sottostare alla tecnica pur di non fallire nel mondo del
cinema e per non "morire"; questo si nota quando alla fine i due ballano e cantano. Il musical appare e ha
successo con l'apparsa del cinema sonoro.
- Vari momenti del film ci rimandano a questa modalità di ricezione alla "distrazione" di cui parla Benjamin nella
fine del suo saggio.
- Benjamin sostiene che l'immagine e la vita degli attori diventano di dominio pubblico. L'immagine che si
separa dall'attore, come in Pirandello.-> Essere in esilio da sé stessi.
- L'individuo in lotta con la massa -> es. il protagonista che è quasi portato a ridere insieme alla massa durante la
visione del film sonoro.
- Benjamin parla di una separazione tra l'attore e il pubblico con il filtro della cinepresa in mezzo. Questo
concetto è notabile all'inizio, durante la proiezione del film di Valentine: gli attori sono nel backstage, mentre gli
spettatori sono davanti allo schermo.
- L'arte tradizionale non interessa più: rappresentato da, per esempio, la statua che Peppy ha comprato, caduta
per terra.
- Ambientazione: film ambientato nelle metropoli, caratterizzate dal caos e dalla rapiditá, ma anche dal
progresso -> Le auto. Es. L'auto che quasi lo investe dopo l'asta e la corsa di lei che finisce in un incidente salvifico.
- Il cinema è l'arte della riproduzione. La riproduzione senza esponibilitá non ha senso: Valentine brucia le
pellicole che le masse non trovano più interessanti.
- Il cinema che ingrandisce. L'occhio della macchina da presa che cambia lo sguardo umano, lo intensifica. Es. Il
primo piano di Peppy che piange fuori dall'asta.

Jean Epstein

- Uno dei maggiori esponenti del cinema francese


- Fotogenia - La fotogenia è l'essenza stessa del cinema. Epstein precisa che, a suo avviso, la
fotogenia appartiene solo agli aspetti mobili delle cose, degli esseri e dei fenomeni.
- Movimento (spazio-tempo) - Il cinema deve mostrare la continuità variabile delle forme, il
continuo trasformarsi del mondo, sotto la spinta del movimento proprio e di quello della
cinepresa.
- Lingua d'oro - comprensibile a tutti, anche in assenza di suono in quanto le emozioni che
trasmette sono comprensibili a tutti
- La natura è esaltata e elevata a Dio
- Il compito del cinema è quello di rappresentare, mediante manipolazione del movimento,
determinate emozioni
- Il compito del cinema è anche quello di “elevare” la realtà tramite la bellezza delle immagini
- Screening: La Tempestaire
Le teorie classiche:

A. Bazin

- Lavora presso un giornale e organizza cineclub


- Cinema come arte e non solo come divertimento - emancipazione delle masse (vuole
istruire le masse perché tutti possano vedere il cinema come arte)
- Cinema come mezzo d’istruzione
- Il complesso della mummia: Il cinema deve immortalare un momento della realtà e
preservarlo per sempre
- Cinema come strumento di studio antropologico
- Neo-realismo di Bazin: i registi credono nella realtà e nella sua bellezza per com’è, senza
bisogno né di alterarla né di simularla.
- Screening: La ragazza senza nome (la fille inconnue 2016 dei fratelli dardenne

Le nuove teorie:

Plantinga

- Screening: Il discorso del Dottor Manhattan

I film ci aiutano a capire le emozioni in quanto ci permettono di entrare nella coscienza dei
personaggi. -> Tramite l’utilizzo del voiceover è agevolata la comprensione dei fatti e del significato
che il protagonista dà a questi. Il protagonista racconta i fatti senza seguire una particolare linea
temporale. Il cinema ha stimolato diversi studiosi ad approfondire il fatto che la coscienza non sia un
flusso costruito seguendo una vera e propria linearità, ma dominano dinamiche di
reinterpretazione che il cinema mette in atto metaforicamente.

Il film è un’esperienza olistica(La visione olistica racchiude una prospettiva a 360°, nella quale
l'uomo e il mondo vengono visti nell'insieme e non separati): un mondo di emozioni e non solo di
concretezza.

Come il cinema può avere a che fare con le emozioni che viviamo nella realtà?
Lo scopo principale del cinema è quello di rappresentare le emozioni tramite le immagini. La vera
forza dell’arte è quella di provocare emozioni di stampo estetico, non emozioni reali. Il cinema non
è reale, ma provoca comunque emozioni reali a causa di associazioni e ricordi del passato.

Due sono i motivi per i quali lo spettatore non guarda questi avvenimenti come fossero reali e sono:
1. non può interagire con la situazione, lo spettatore è impossibilitato ad agire fisicamente;
2. la consapevolezza che ciò che vediamo è totalmente fittizio e recitato.

- Screening: Il mago di OZ

Siamo di fronte allo svelamento della finzione. Il mago di OZ non è altro che un vecchietto,
rappresenta i media che possono trasformare uno qualunque in un essere potentissimo; si tratta di
potere comunicativo più che politico, ecc.
Plantinga sostiene che l’emotività non è solo connessa alle credenze.
Nel mago di OZ i personaggi provano emozioni legate alle credenze. Alcune nostre emozioni sono
automatiche e non razionali; es. al cinema che ridiamo quando ridono gli altri - contagio emotivo.
- Il paradosso del cinema, 3 aspetti: fittizia, teoria del fare finta(attori fingono le emozioni) e
teoria del pensiero(spettatori provano emozioni reali con eventi non reali)

- 2 vie per metterci in rapporto con la finzione: via bassa(diretta - emozioni indipendenti dalle
credenze), via alta(razionale - razionalizziamo le emozioni in quanto sappiamo si tratta di
eventi non reali)

La dimensione ludica all’interno dei film

- Screening: Top 20 most satisfying movie ending

Secondo Plantinga il cinema può essere considerata una dimensione ludica in quanto rappresenta
un’attività intrattenimento volontaria che ci permette di vivere esperienze fuori da ogni bisogno o
costrizione all’azione.

Il posizionamento che ci dà il film è un posizionamento che ci consente di avere una certa


esperienza affettiva e morale di certi eventi che nella vita reale potremmo non aver mai vissuto e
potremmo anche non vivere mai. Vivere esperienze senza avere l’obbligo morale di prendere una
decisione.
La forza del film è proprio quella di farci vivere altre vite oltre alla nostra.
Il saggio sostiene che la condizione spettatoriale è una condizione legata a convenzioni sociali. Vi
è la felicità finale in quanto lo spettatore si è immedesimato nel protagonista e il lieto fine lo aiuta ad
apprezzare la vita che il film va a creare.
Il cinema è spesso convenzionale nel modo in cui gestisce le emozioni.

Tipi di Emozioni per Plantinga:

- Globali: emozioni a lunga durata - la capacità del film di farci andare avanti
- Locali: emozioni di breve durata - più limitate temporalmente, ma più intense (es. la paura)
- Dirette: che hanno a che fare con il coinvolgimento all’interno della storia come ad esempio
quando viene rivelato qualcosa di significativo
- Simpatetiche e Antipatetiche: hanno a che vedere con l’immedesimazione nei personaggi.
Noi proviamo empatia verso un certo personaggio.
- Meta emozioni: quando le emozioni hanno a che fare con l’interpretazione che lo spettatore
dà alle sue reazioni o a reazioni degli altri spettatori.
- Screening: Parasite 2019
A.Pinotti – A.Somaini

Image & Picture - Lettura “Alta e Bassa Definizione”

Saggio del 2016 che fa riflettere sul rapporto tra immagine e supporto – e sulla loro materialità,
tenendo conto del passaggio dalla dimensione analogica a digitale dell’immagine. Ciò vale per
l’immagine, come per il suono, per l’audiovisione.

1. Materie e Supporti (materialità dell’immagine)

“imagine” = concetto di immagine “Picture” = immagine concreta legata ad un preciso supporto, ad


esempio un quadro in un museo. Si tratta quindi dell’immagine nella sua dimensione concreta e
materiale, non la raffigurazione di un quadro ma proprio la tela con il dipinto originale sopra.

● Esempio “Blowing Up” (1966)

Materialità della fotografia (valore tra image e picture)

Il supporto è il materiale che permette la visione dell’immagine; ogni Picture ha una sua materialità,
anche se con il passaggio al digitale si complicano le cose.

Tipi di supporto:

- Supporti fissi à mobili


- Opachi (proiettore) à luminosi (schermo)
- Legati all’immagine (dipinto su tavola) à indipendenti (es. proiezione cinematografica)
- Penetrabili (nel quale posso entrare, muovermi) à impenetrabili (con i quali non posso
interagire)
● “Decasia” Trailer

Il valore dell’immagine si stabilisce anche rispetto al suo supporto e quindi danno informazione sulla
produzione e circolazione e ricezione di immagini in un contesto culturale. Anche nel digitale, ogni
file è codificato in un determinato modo da un determinato programma che caratterizza quel
momento storico idee come le immagini materiali vincolato supporti materiali ben precisi.

2. Schermi: genealogie, tipologie, sperimentazioni

Nel diciannovesimo secolo lo schermo comincia ad essere associato alle arti dello spettacolo e
smette di essere barriera per diventare invece una finestra. La nascita della televisione e del
computer costituiscono un passaggio fondamentale in quanto lo schermo diventa una superficie
luminescente costituita da un reticolo di fosfori o di pixel. Quattro età dello schermo:

1. Schermo tradizionale

2. Dinamico – schermo cinematografico, in movimento

3. In tempo reale – videocamere di sorveglianza

4. Interattivo – touch o comunque appartenente agli smartphone


La tappa successiva era scomparsa dello schermo sostituito con la realtà virtuale (Manovich).

Film di esempio:

Existenz. Regia di David Cronenberg (1999) (La picture si osserva negli istanti in cui i protagonisti fanno capire di
essere all’interno di un gioco, così da farci sentire la materialità.)

Casetti: una volta lo schermo era un’apertura per il pubblico, mentre oggi sono un punto di transito
di immagini che circolano nello spazio sociale, come se fossero stati declassati. Sono un luogo di
rapidità in cui avviene la continua replicazione. (The Truman show)

screen study: Gli schermi sono il dispositivo ottico della quotidianità.

Nam June Paik: Electronic - All’epoca lavorare con schermi si pensava fosse il modo migliore per
parlare/descrivere la situazione e dell’epoca

Derek Jarman – Blue (Italiano) - Film legato alla questione della cecità, un unico grande schermo
blu.

3. Analogico e Digitale

Il passaggio da analogico e digitale all'inizio degli anni 90 , grazie al marketing che ha subito
presentato il digitale come sinonimo di nettezza precisione pulizia eliminazione di fattori di disturbo,
evidenziando l'analogico come obsoleto arretrato.

Si parla di fine del rapporto indessicale (la fotografia è il prodotto della realtà che rappresenta. Non
posso fotografare una persona se la persona non c’è. Valore di testimonianza, la rappresentazione è
direttamente legata alla realtà.) La Fotografia perde secondo questo teorico, il rapporto indessicale,
quindi ciò che vedo viene ricostruito da un meccanismo digitale

Es. Forrest Gump.

Le immagini digitali possono essere utilizzate nell'ambito di pratiche scientifiche mediche militari
eccetera in cui la relazione indessicale gioca un ruolo essenziale. Viene definito che anche le
immagini digitali come quelle analogiche in determinati usi sociali possono essere pienamente
realistiche per esempio le telecamere di sorveglianza

Mitchell dichiara l’era post fotografica, ovvero la morte dell’epoca fotografica, segnata non indice ma
simulacro: immagine della realtà sganciata dalla realtà. (Matrix e simulazione della realtà)

Distinzione tra analogico e digitale nata in modo retroattivo: ovvero con l'arrivo delle prime
fotocamere digitali si è cominciato a considerare i dispositivi precedenti come analogici.

Al giorno d'oggi non è delineabile la differenza tra analogico e digitale che spesso sono compresenti.

4. Medium specifity e post medium condition

Il medium può essere inteso come un insieme formato da supporti materiali e anche le tecniche
che possono essere esercitate su tali supporti. (il medium della pittura è l'insieme dei pennelli
utilizzati ma anche delle tecniche per dipingere, così come il medium della fotografia e il medium
del cinema.)

La Post media condition, ci porta allo studio dei media con supporti materiali e tecniche:
La teoria del cinema e della radio proposta da Arnheim si fonda su alcuni presupposti, tra cui
mettere in relazione ogni medium con una sfera sensoriale specifica. La sua estetica ha una
dimensione molto normativa.

Ci sono esempi in cui due forme artistiche in cui cinema e arti figurative tendono mescolarsi, la non
specificità crea qualcosa di interessante.

● “Il mistero dei giardini di Colton house”


● Visione Van Gogh (Volo di corvi in un campo)
● “The art of David Lynch”

Rosaline Krauss Fa una riflessione sulla medium specifity: descrive la scena artistica alla fine degli
anni 90, dominata da opere che esplorano le possibili forme di combinazione di media diversi.

Ricerca dell’intermedialità, il cinema si apre sulle immagini e sulla diversità adattandosi e


mescolandosi alla variabilità tecnica e mediale. Multimedialità ovvero utilizzo di più forme
espressive contemporaneamente, oggi è impossibile lavorare con un’unica caratteristica mediale
ma anzi è fondamentale lavorare con più aspetti conciliati insieme.

“The greatest shot/reverse shot in film history” (galleria con proiettate le montagne al buio).

Questo film lavora molto in questa stanza richiamando la materialità delle immagini ed un ritorno
alla dimensione di pura image delle immagini.

5. multimedialità, intermedialità, rimediazione

Concetti teorizzati alla fine degli anni 60 per descrivere situazioni in cui i media si affiancano e si
mescolano gli uni agli altri. Il computer è un agglomerato di più media o un medium in sé, capace di
riassumere in sé e fondere in una nuova unità tutti i media precedenti.

Screening: Searching

Manipolabilità dell’immagine digitale

● Concetto di schermo: lo schermo diventa un portale; il padre entra nella realtà di sua figlia frugando nel
suo computer, una nuova realtà.
● lo spettatore apre continuamente pagine di siti, vediamo ogni cosa in “diretta”. E’ come se stessimo
interagendo noi con la storia in quanto l’utente si muove come noi ci muoviamo normalmente nei
dispositivi. Il protagonista utilizza più schermi
● L’immagine diventa simulacra. Distinzione netta tra image e picture. L’immagine che rappresentava la
realtà si utilizza un supporto fisico che mantiene l’immagine perfetta, per permetterci di dimenticarci
dello schermo. Le immagini che non ritraggono la realtà invece sono sgranate. Questo per sottolineare
che troviamo anche del cinema.
● Le immagini forniscono realtà, per tutta la durata del film pensiamo di sapere l’esito degli eventi,
basandoci sulle informazioni che troviamo. Siamo convinti che le immagini ci mostrino la realtà, invece
no.
● La madre viene mostrata solo con la picture per enfatizzare la sua mancanza.
● il computer diventa un metamedium nel quale possiamo far entrare tutte le altre fonti mediali
● specificità del medium o meno? Ogni social media è associato ad un certo tipo di contenuto trovabile,
ogni social ha uno scopo preciso
● ogni social medium ha spinto la ragazza ha mostrare un lato diverso di sé
● l’uso dello screencast e uso di webcam: come possono influenzare la storia? Le telecamere a casa dello
zio vengono proposte come vere e proprie prove, ci aspettavamo la confessione dello zio: la realtà dei
fatti. Le webcam ci permettono quasi di intrometterci nella privacy di chi vediamo. La webcam limita
anche la realtà, la webcam ci permette di vedere solo ciò che inquadra. Il cinema di oggi è legato
all’utilizzo della stilicam che rappresenta una forma di ripresa che più ci fa sentire dentro la scena. La
webcam ci da un senso di oggettività nonostante la soggettività. Ci è concesso di entrare nella sua vita
privata, ma ci vedere solo ciò che la webcam riprende. Il posizionamento attraverso lo stile di ripresa
influisce rispetto alla percezione dello spettatore.

V. Gallese - M. Guerra

Il cinema e le neuroscienze - La simulazione incarnata

- Teoria della cognizione incorporata(o incarnata): stampo filosofico e psicologico,


cerca di dimostrare una connessione tra la mente e il corpo: i nostri pensieri
cambiano in base a come siamo fatti fisiologicamente;
Avatar(2011): Il pensiero dipende dal corpo.

- La simulazione del movimento e il tema motorio: Il movimento deriva dalla sua


idea. La neuroscienza sostiene che non pensiamo al movimento, ma allo scopo.
Inoltre: I nostri neuroni rispondono a stimoli di tipo sensoriale sviluppando
indipendentemente e non in maniera cosciente l’immaginazione del movimento.
- Spazialità: Vi è stimolazione motoria anche in assenza di movimento, basta il
concetto e l’idea di esso. Le stimolazioni sensoriali simulano il movimento e da
questo ne deriva un senso di spazio.

Un piccione su un ramo riflette sull’esistenza


● Il muro: Senso di esclusione
● L’inquadratura è fissa: Senso di staticità
● Scena a bassa stimolazione: la scena genera distacco
● Siamo stimolati da tutto ciò che è presente nello spazio peripersonale: l’inquadratura è molto distante
● La storia mostra un tipo di scena che stimola sensazioni contrastanti.

Birdman
● Scena iperstimolante: sovrastimolazione motoria
● Troppo movimento, troppi suoni
● Nel cinema il dualismo mente-corpo si rompe, riusciamo sensorialmente a vivere certe situazioni in
base agli stimoli che riceviamo.
● Il cinema 4D coinvolge in modo potentissimo gli spettatori

Sherlock Junior
● divisione tra mente e corpo, l’anima cerca di interagire col corpo
● serve un po’ per entrare anche sensorialmente in un film, cos’è che frena il personaggio? Qualsiasi cosa
vediamo ci permette di entrare nel film o alcuni elementi ci tengono un po’ fuori? L’elemento sonoro
● in questo caso i protagonisti siamo noi che come lui non riusciamo a entrare nel film

- La cognizione motoria: i neuroni canonici fanno sì che l’osservazione di oggetti


manipolabili evochi e stimoli azioni nei confronti di questi.
- Oggetti “a portata di mano”: Il sistema motorio si attiva anche nella mancanza di
movimento tramite la simulazione. Nel cinema questa sensazione si ha con la
visione aptica: quando vedo qualcosa ho la percezione tattile di questa. Il cinema
diventa tattile.

Una donna sposata


● cinema poco narrativo che utilizza il voiceover
● Hiroshima mon amour, riferimenti e collegamenti all’esistenzialismo(fusione mente-corpo)
● dettagli sensoriali/tattili motori
● linguaggio frammentario che rompe il coinvolgimento spettatoriale
● frammentarietà che ci permette di entrare ancora di più nel film
● storia di due amanti: fuggente e non quotidiano: due amanti sono legati da passione e non da un
legame emotivo o legale o anche dalla quotidianità

- Neuroni specchio: ci dicono che vi è una connessione forte tra gli individui, i nostri
neuroni ci portano a mappare le azioni altrui, simuliamo le azioni altrui
- Intersoggettività - nel cinema parliamo di immedesimazione. Con i film con più
facilità intervengono nei neuroni specchio rispetto ai libri.
- Movimenti oculari: I neuroni specchio hanno a che fare con i movimenti oculari.
Quando vediamo qualcuno guardare in una certa direzione abbiamo il forte
stimolo di guardare nella medesima direzione. Il cinema interviene con le
inquadrature. I neuroni specchio si attivano anche grazie al suono.

Ritorno al futuro
● Raccordo visivo: quando uno sguardo anticipa una scena
● Questa scena è basata molto sullo sguardo

- I primi piani nel cinema: il volto esprime le emozioni(il cinema supera il teatro
perché lontano) e noi rispondiamo molto alla mimica facciale, che ci permette di
provare determinate emozioni.

Matrix
● film ad alta stimolazione neurologica simulata
● il mondo virtuale che si unisce al reale
● extracorporeità
● stimolazione motoria sensoriale e raccordi visivi

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