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Estetica contemporanea I lezione 20 Settembre

Programma:
portare 3 testi.

Che cosa è l’estetica contemporanea: concetto greco. Forma di conoscenza legato alla percezione.
Decorso filosofico e estetica.
Estetica antica: resta il testo di Platone. Che credeva di sapere cosa è il bello, i valori dell’estetica.
Estetica moderna: rivoluzione del senso dell’estetica. Non vale più sapere che cosa è il bello, come è fatto
l’oggetto ma vale il gusto. Diventa centrale il soggetto che giudica qualcosa. Si guarda i sentimenti
dell’oggetto.
Estetica contemporanea: molti filosofi contemporanei, criticano lo schema, vogliono superare il discorso
di come l’uomo giudica che contrappone troppo il sogg. All’oggetto. Si considera l’uomo, che per
sopravvivere deve conoscere le cose che lo circondano e una di tali forme per comprendere è l’arte. A
cominciare dall’arte antica.

Bataille esprimeva la sua teoria che l’arte cominciò quando l’uomo disegnava nelle grotte. Questi disegni
secondo lui sono la prima volta che l’uomo “gioca” cerca di capire. Nell’estetica contemporanea noi
vogliamo mettere in risalto il superamento del rapporto tra uomo e natura. C’è il bisogno di non lasciare
sempre l’uomo al centro del mondo. Se in filosofia è superare questo confronto uomo-natura/oggetto
soggetto, nell’estetica cont….
Ci sono concetti base come lo spazio e l’architettura. L’architettura è un’arte che considera lo spazio.
Capire perché si parla di post umanesimo, cyborg e femminismo. Perché centrano? Le forme di arte
contemporanea Superano certe distinzioni. Cyborg → sono una mescolanza tra uomo e tecnica.
Femminismo → è un tipo di femminismo che si impone dai confini netti tra uomo e donna. Consideriamo
tutti i generi senza vedere un confine netto.

Con la filosofia da Cartesio/Kant in poi l’uomo viene messo al centro del mondo. Ed è proprio questo che
l’estetica contemporanea vuole superare (tutti i dualismi).
Concetto immanenza: è qualcosa che sta dentro, che è parte di qualcosa. Contrapposizione con
trascendente. È qualcosa che non vuole andare oltre sé stesso. Vi è da considerare tutti i rapporti.

Concetto architettura: in un’installazione non vi è un solo linguaggio, e tutto è interconnesso. Anche sei
guarda un tempio greco si deve vedere da più p.ti di vista e l’arte cont. cerca di fare ciò.

II lezione 21 settembre

Platone, Timeo. A cura di Giovanni reale.


Kant 1781-89 (critica del giudizio): nella storia dell’estetica e filosofia ha fatto la svolta rivoluzionaria di
dire non andiamo cercare l’oggetto o a cercare cosa è il bello, si deve guardare prima di dire ciò come è
fatto il soggetto. Relativismo rispetto al soggetto. Nella critica del giudizio non solo c’è la svolta che si
occupa di estetica, ma è come se lui superasse se steso rispetto alla..contemporanea. Kant ha già spunti
di superamento perché già il sogg. di cui parla è qualcosa di evanescente.
Schopenhauer: Concetto rappresentazione. La vera realtà che sta dietro le cose è la volontà= realtà delle
cose, forza bruta che spinge a vivere. Contrapposizione vitalismo visto in maniera negativa/ istinti-
razionalità.
Nietzsche umano troppo umano: allievo di Schopenhauer, affascinato da concetto di volontà. Lo riprende
in maniera positiva. (L’arte perfetta= tragedia). Lui in uomo troppo umano critica sia l’arte che la scienza.
Fa satira verso l’artista che pensa di essere un genio. Critica gli artisti che pensano di essere arrivati a una
visione delle cose superiore agli altri. Loda dello scienziato la laboriosità che però è anche una
caratteristica dell’artista. Critica la metafisica – convinzione di essere arrivato ad un risultato.

SIE = società estetica italiana.

M.Foucault, 1926/84 -Le parole e le cose, Filosofo e sociologo francese. 1961: storia della follia – si capisce
la sua impostazione sul problema della razionalità. Quello che da noia alla società viene visto come
razionale. La società identifica la razionalità, con se stessa. Lui considera il relativismo delle categorie
con cui…il mondo. Lui dice che l’uomo è diventato centrale ma poi scomparirà.
G. Deleuze, 1925/95 -Differenza e ripetizione. Prima opera empirismo e soggettività.

Genealogia: N. si riferiva alla morale. Andare a vedere perché siamo arrivati a certe convinzioni. Cercare
le ragioni per cui si crede a certi valori. Foucault parlava di Archeologia.
D. studia il cinema. È una ricerca che va avanti rispetto al filosofo. (Bergson)

III lezione 22 settembre

Uno dei temi riguarda il problema del post-umanesimo.


Bibliografia →
• T. Griffero, Atmosferologia. Estetica degli spazi emozionali: ci interessa perché lui collega il
concetto di spazio alle emozioni. E afferma che quando si parla di atmosfera, noi pensiamo anche
agli stati emotivi. Fa molti esempi. Insiste sul fatto che se si parla di atmosfera ci si riferisce a un
contesto a qualcosa che non è totalmente soggettivo e afferma anche che “nel nostro apporto con
il mondo c’è un prios qualitativo sentimentale, cioè nel momento che percepiamo le cose il primo
momento in cui siamo in contatto con l’esterno è qualcosa legato al sentimento, e spazialmente è
vasto. Il nostro incontro sensibile con il mondo inizia da questa priorità qualitativa sparsa nello
spazio.

Ernst Cassirer: lui nella filosofia delle forme simboliche va a vedere come è stato il primo incontro
conoscitivo dell’uomo primitivo e dice sinteticamente che il primo momento in cui l’uomo primitivo si
accorge che esiste qualcosa al di fuori di lui, è un momento che riguarda i sentimenti. Lui la chiama
ESPRESSIONE. Per esempio: si spaventa, coglie un’espressione malevola oppure fa l’esempio del
bambino che si accorge di qualcosa fuori di lui e coglion non il volto di chi li sta vicino ma coglie la sua
espressione benevola. Coglie qualcosa di qualitativo. Quindi la prima forma conoscitiva (sia per l’uomo
primitivo che per il bambino) quando si comincia ad avvertire che c’è qualcosa al di fuori di noi è legata
alle emozioni. Lui dice” percepire un’atmosfera significa scogliere nello spazio circostante un
sentimento”.

Il libro cita anche il professore Franzini che dice l’atmosfera è ciò che resiste ad un atteggiamento
rappresentazionale. Ciò è un altro dei nostri problemi perché vogliamo vedere come le forme d’arte
contemporanee vogliono sfuggire a questa idea di rappresentazione. Si parla di risonanza dello spazio
vissuto.

Il concetto di atmosfera serve a spiegare l’importanza di uno spazio che unisce soggetto, oggetto.

• F. Poli, F. Bernardelli, Mettere in scena l’arte contemporanea. Dallo spazio dell’opera allo
spazio intorno all’opera: certe installazioni sono quasi forme teatrali. Poli insegna arte
contemporanea presso l’accademia di Brera. Un’affermazione che ci interessa di tali autori è
“Sebbene le implicazioni temporali siano sempre in vario modo presenti, riguardo le arti visive per
definizione esse prendono corpo e esistono in una dimensione spaziale. Anche nell’arte più
tradizionale vi è bisogno di una libertà spaziale. Si è passati dal superamento dei limiti della cornice
o del piedistallo, alla creazione di artefatti concepiti come installazioni spaziali. Utilizzano anche
la parola Site specific: l’artista si deve ispirare al posto in cui esporrà l’opera.
Lui all’inizio del libro cita Parreno e dice” Bisogna stabilire una relazione tra la produzione della
forma e l’esposizione della forma, per me sono totalmente interdipendenti, non c’è oggetto d’arte
senza la sua esposizione”. Un oggetto artistico da solo, non esiste.

• T.W. Adorno, Teoria estetica, Einaudi.


Era un esponente della scuola di Francoforte, e come anche altri autori come Foucault e Deleuze
che hanno un interesse inizialmente e strettamente legato alla società e alla politica poi capiscono
che per capire come anche utopicamente deve funzionare la società occuparsi dell’arte è
fondamentale. Teoria estetica è stata pubblicata dopo la morte. Lui è emigrato a Oxford.
Filosoficamente si è occupato anche di musica. Nel testo ci interessa Forma e Contenuto. Lui aveva
già capito questa preponderanza dell’industria culturale, difatti critica il fatto che l’arte è
diventata una merce. Adesso con le opere contemporanee il valore mercificato è ancora più forte.
È la galleria che stabilisce il prezzo. C’è una mercificazione che lui aveva già capito in quegli anni,
diceva appunto di distinguere, l’arte quella che si adatta all’industria culturale da quella che si
esprime liberamente.
È significativo il fatto che lui collega il concetto di arte a quello di enigma=l’arte si esprime in una
maniera che neanche l’artista capisce bene. Cioè lui dice di non dover stringere l’arte in un
significato chiuso, difatti rimarrà sempre qualcosa di aperto.

• P. Sloterdijk, L’imperativo estetico. Scritti sull’arte


Nato nel 1947. Il primo capitolo fa riferimento al museo di Berlino. Lui ha scritto primo volume
globe, secondo sfere e il terzo schiume. È come se dicesse che noi non siamo mai soli, anche lui
cercava di andare all’inizio della vita. C’era l’idea dell’utero materno in cui già siamo in compagnia,
e quindi subito si comincia ad essere in una bolla, sfera e quindi man mano nella crescita è come
se si sciogliesse certe sfere e se ne costruisse altre finché in schiume dice che ci sono talmente
tante forme in cui costruiamo le cose che è poi difficile trovare un’unità tra tutte queste
prospettive. Lui si serve delle immagini artistiche per spiegare il fatto che non siamo mai soli, che
ci muoviamo in una sfera.

• Agamben, Creazione e anarchia. L’opera d’arte nell’età della religione capitalista. Parla del
concetto di opera, fa come una storia dell’uso del termine opera che si può vedere di come qualcosa
di già fatto, come manufatto. Adesso l’opera è qualcosa che si dilata nello spazio.

I testi di Cyborg e Femminismo sono:


➔ J. Haraway, Manifesto cyborg. Donne tecnologie e biopolitiche del corpo.
➔ R. Braidotti, Il postumano

Manifesto cyborg ha l’introduzione di Braidotti. Lei era anche una biologa e era interessata anche dal p.to
di vista scientifico di come la scienza può collegarsi al corpo e portare delle variazioni (Concetto di cyborg),
della mescolanza tra organismo e tecnologia. Quindi lei voleva recuperare la tecnologia. Questo concetto
di cyborg deriva anche dalla cibernetica inizialmente. La macchina che riesce a cambiare sé stessa, ad
avere un flusso continuo. Mentre il cyborg mescola cibernetica e organismo.
Haraway, è sia interessata dal p.to di vista scientifico a vedere le nuove forme di legame tra tecnologia e
corpo, sia agli aspetti legati ai romanzi fantascientifici (sono interessate ad aprire questa lontananza
dall’organismo vivente naturale e un organismo meccanico).
Lei comunque critica il dualismo della cultura occidentale, che ha visto uomo/donna, animale/macchina.
E considerandoli uno separato dall’altro vuole vedere le interconnessioni. Il Cyborg gli interessa anche dal
p.to di vista filosofico proprio per il ripensamento del concetto di soggettività, se poi la soggettività dal
p.to di vista del femminismo è solo l’uomo invece per queste femministe la cosa è più ampia. Soggettività
più aperta che non si riconosce in un soggetto universale (uomo). Si parla di soggetto nomade. Cita molte
femministe che si esprimono con forme artistiche. Es: Lory Anderson, Gianna Nannini.

Il postumano si ispira a donna Haraway. La corrente transumano ha molte forme artistiche. Ci sono ricerche
scientifiche per vedere come si potrebbe superare la morte attraverso tecnologie. → campo a sé, da non
considerare con il postumano → superare l’ideale classico dell’uomo, andare al di là di questa immagine
dell’uomo che si è poi fossilizzata nell’umanesimo.

Quarta lezione 27 settembre


Nella prima settimana abbiamo introdotto il corso, 2 e 3 introdotto biografia.

La base è che l’estetica è collegata alla percezione del mondo e l’arte e una forma di conoscenza, l’altra
cosa che sta alla base di tutto è che vi è uno schema soggetto da una parte, mondo dall’altro, uomo/natura
e li ha come separati facendo dell’uomo un soggetto universale. Abbiamo detto che nella filosofia e
nell’estetica contemporanea vogliamo vedere come superare questo schema che è diventato un dualismo.
Nella presentazione dei testi noi abbiamo iniziato dai filosofi, adesso cominciamo con esempi del rapporto
architettura-cinema.

Giuliana Bruno: Giuliana Bruno è studiosa di arti visive e media. Attualmente è Emmet Blakeney Gleason
Professor of Visual and Environmental Studies presso la Harvard University. È conosciuta a livello
internazionale come autrice di numerosi libri e articoli influenti su arte, architettura, cinema e cultura
visiva.
Giuliana Bruno, L’atlante delle emozioni. In viaggio tra arte, architettura e cinema:

Già nel titolo vediamo che vuole diffondere nello spazio le emozioni.
Per Cinema intende = proiettare nello spazio delle immagini, tale spazio viene visto come qualcosa che si
racchiude. Lei usa il termine aptico, che riguarda il toccare, il fatto di avere un contatto. Vedremo che
non centra solo il visivo ma anche l’aptico. Concetto di spazio, tendenza a voler toccare. Mette al centro
rapporto fisico-emozionale delle cose. Un altro termine è il termine Viaggio = spostarsi nello spazio tra
un’emozione e un’altra. Lei si rifà a un romanzo dell’600, di una certa Madame Scudery. L’autrice realizzò
un disegno, una mappa (sei volumi/storia amorosa) in cui vi erano dei luoghi che corrispondevano a delle
emozioni. Per raggiungere l’amato dovette usufruire della mappa. Si può parlare di mappe spaziali,
tradurre le nostre emozioni come mappe, tradurle in atlanti.
Il testo è interdisciplinare e La Bruno cerca la Genealogia (Disciplina che si occupa dell'origine e della
discendenza di famiglie e di stirpi accertando e studiando i rapporti di parentela, di affinità e di attinenza
che intercorrono fra i diversi membri di una o più famiglie). Secondo lei la genealogia del cinema si collega
alle esperienze dell’architettura.

Lo studioso di lettere sottolinea che G. Bruno mette in luce l’intreccio tra cinema, architettura e corpo.
Questa relazione ad a che vedere con la posizione del movimento del corpo nello spazio e ciò vuol dire
non avere una visione soggettiva ma una visione che si espande nello spazio.
Lei utilizza il termine “sight-site” → Vista/luogo ovvero passare dal problema del visivo al luogo, alla
spazializzazione di qualcosa. Guardare e Viaggiare. La sua analisi collega il visivo allo spaziare, il guardare
al muoversi, il movimento all’emozione.
Cita uno storico, lui diceva che lo spazio in senso sociale esiste solo in rapporto a un’attività di camminare
o di viaggiare. Lei si serve del regista Ėjzenštejn per chiare il fatto dello spazio legato al muoversi o al
camminare. Lo spettatore dell’arte o del cinema è in viaggio la quale attraversa un terreno aptico emotivo.

Lei sostiene che è sbagliato considerare Il CINEMA come discendente della prospettiva rinascimentale in
un modello ottico geometrico, perché ciò non rende conto del viaggio sensoriale che si attua e che lei
definisce Psicogiografia. Per capire ciò bisogna partire dal concetto di spazio abitato, quindi vissuto e
messo in mobilità. Un critico letterario (Greenblat) dice che la mobilità è anche il cuore della metodologia
degli storici, difatti Il fatto di parlare di mobilità serve anche ad essi perché non bisogna vedere le cose in
comportamenti stagni, vi è una spinta a muoversi senza avere degli scopi prefissati.
Il periodo della nascita del cinema è anche il periodo della nascita di certi aspetti moderni. Es: passaggi
di Parigi. Anche lei parla di luoghi come le ferrovie, le stazioni ferroviarie etc. Nella modernità sorgono
queste forme spaziali che sono transitate, tutti luoghi di transito, forme architettoniche che erano
costruite per passarci. Era un modo nuovo di usare lo spazio ed esporre i prodotti, le merci. C’è un nuovo
rapporto tra percezione spaziale e movimento corporeo proprio di inizio 900.
Lei va a cercare forme di figure in movimento che vanno ad anticipare il cinema. Prende lo spunto da
Frederic Marès. Museo sentimentale a Barcellona, creato da Mares e inserisce tutti cimeli che per lui
hanno avuto un valore emozionale, ed è come se proiettasse in uno spazio la sua vita.
Orhan Pamuk, Museo degli oggetti, Istanbul, dove vi sono tutti gli oggetti della persona amata (p121).

Lei va a cercare anche i dispositivi tradizionali (lanterna magica, kinetoscopio, pre-cinema) che mettevano
le immagini in movimento, anche i primi automi come le bambole meccaniche. È interessata dall’automa
perché è una creatura meccanica che contiene in sé il principio del proprio motto, è come se l’automa che
aveva in sé il suo movimento fosse un’anticipazione delle immagini filmiche che hanno in sé il loro
movimento. Lei vedrà anche un rapporto tra sale cinematografiche e sale anatomiche. Li si sezionavano i
corpi come il cinema seziona le emozioni. (cap.5). → parla anche della tecnica giapponese della pittura
su rotoli di pergamena dell’ottavo secolo. Lo cita anche perché Greenway era affascinato da tale tecnica
pittorica e diceva → forse dovremo reinventare il cinema come rotolo.
Quello che collega queste forme antiche e moderne di pre-cinema sono il fatto che ci sono delle immagini
in movimento che si susseguono nello spazio e provocano piacere ed emozioni. Vogliamo capire come si
collega questo al rapporto che ci interessa tra Cinema e Architettura. G. Bruno dà molta importanza alla
sala cinematografica = luogo spaziale dove scorrono le immagini filmiche procurando atmosfere
emozionali. Quindi sono luoghi spaziali, dentro questi luoghi scorrono delle immagini, che determinano
atmosfere emozionali, però non solo in una visione ottica ma anche aptica. Quai tocchiamo le immagini
fisiche come quasi ne facessimo parte. Vedendo questi esempi alla prof gli è venuta in mente la Filarmonica
di Berlino.
Ci serviamo di sale cinematografiche per capire/trovare la fusione tra cinema-architettura. Utilizzando
due autori → come architetto le Corbusier (1877-19659) e Ėjzenštejn (studioso).
Le Corbusier fa parte di quel movimento moderno dell’architettura. Le sue opere sono diventate
patrimonio dell’UNESCO nel 2016. Nella motivazione si legge che gli edifici scelti sono «una testimonianza
dell'invenzione di un nuovo linguaggio architettonico che segna una rottura con il passato».
È stato criticato per aver rinnovato l’architettura. Lui era contro qualsiasi decorazione, ritornava per certi
versi all’idea delle proporzioni armoniche. Lui ammirava tutte le forme di novità (treni, navi, piroscafo) e
voleva tradurre nell’architettura una voglia di vivere di abitare.
A noi interessa perché lui era affascinato dal concetto di abitare e vivere bene nelle forme che costruiva.

Ėjzenštejn: è stato un regista, sceneggiatore, montatore, scrittore, produttore cinematografico e


scenografo sovietico, ritenuto tra i più influenti della storia del cinema per via dei suoi lavori rivoluzionari,
per l'uso innovativo del montaggio e la composizione formale dell'immagine. Ha diretto capolavori della
storia del cinema come La corazzata Potëmkin, Aleksandr Nevskij, Que viva Mexico! e ottobre. È
importante per il rapporto che ha con architettura, cinema e movimento.
La Bruno introduce l’argomento dicendo che secondo lei sia per architettura che per cinema vi è uno
spettatore mobile, poiché c’è un percorso dell’occhio e della mente. Per il cinema lo spettatore è
apparentemente immobile, ma l’atto della visione cinematografica implica una dinamica mobile e quindi
lo spettatore apparentemente immobile si muove lungo una molteplicità di luoghi e epoche. Quindi pur
stando fermi ci si muove con la mente dentro attraverso le immagini. Quindi secondo lei e gli altri autori
che riportano il suo pensiero, il cinema eredita il viaggio spetto riale del campo dell’architettura, poiché
anche nell’architettura chi vaga all’interno di un edificio si muove, entra/esce e costruisce il suo percorso.
Il consumatore di spazio architettonico è il prototipo dello spettatore cinematografico. Vedremo anche
che sarà il fruitore dell’arte contemporanea. Il percorso filmico è la versione moderna dell’itinerario
architettonico.

A lei interessa anche un'altra idea di Ėjzenštejn. Lui ha scritto anche un’opera sul pittore El greco,
presente nell’opera Cinematismo. Nell’opera viene fuori l’idea del montaggio* e dice: un insieme
architettonico è un montaggio dal punto di vista dello spettatore in movimento. Quindi appunto è come se
lo spettatore selezionasse certe parti e le mettesse insieme a modo suo, quindi è un MONTAGGIO. Anche
il montaggio cinematografico, è un modo di collegare in un unico punto (lo schermo) vari elementi di un
filmato in diverse dimensioni, da diversi punti di vista e da vari lati. Il montaggio rompe la continuità e ne
crea un'altra come dentro una costruzione architettonica scegliamo un percorso piuttosto che un altro.
Il montaggio delle attrazioni è una teoria formulata dal regista Ėjzenštejn nel 1924.
**Secondo tale teoria il cinema e il teatro dovrebbero essere utilizzati come strumenti volti a stimolare
particolari reazioni emotive nello spettatore. Per raggiungere tale scopo è necessario realizzare un
montaggio cinematografico che si svincoli dal mero naturalismo per comprendere elementi
eterogenei. Il concetto di "attrazione" risulta quindi fondamentale per catturare l'attenzione del pubblico,
che deve essere sempre spinto alla riflessione intellettuale. Il regista attuerà la prima applicazione pratica
di tale teoria nel film Sciopero! (1924) in cui è rappresentato attraverso spezzoni brevissimi e spesso
incomprensibili, il caos della lotta e della rivoluzione.

Lui dice anche → la posizione mutevole del corpo nello spazio crea il campo architettonico e
cinematografico. Quindi anche da lui viene messo al centro il corpo, è un percorso percettivo. Lui fa
l’esempio (che ritrova in Choisy – storico dell’architettura) della passeggiata nell’acropoli di Atene. Si
tratta di una visione peripatetica. L’acropoli come una sequenza di prospettive. La passeggiata è un legame
tra architettura e cinema. La passeggiata è modellata dal montaggio dei movimenti dello spettatore, si
costruisce un ordine sequenziale con inquadrature riprese da diversi punti di vista.
Lei cita anche l’architetto le TSCHUMI → ha fatto a Parigi il parco delle pillet, e lui ha paragonato le
passeggiate cinematografiche alle strisce della pellicola. Lui nota che nel cinema la relazione tra le
inquadrature e sequenze possono essere manipolate. Quindi dice quello che facciamo nel cinema infondo
perché non è architettura? Anche in essa manipoli il modo di vivere all’interno del luogo.

Le Corbusier ha affermato che nel suo lavoro ha l’impressione di pensare come H. fa nei suoi film.
V Lezione 28 settembre

Ieri abbiamo affrontato Giuliana bruno – atlante delle emozioni. Anche lei si interessa all’arte
contemporanea e alle nuove tecnologie e cerca di capire come si possono spiegare questi modi di agire
nello spazio. Lo spazio è qualcosa dove tutto si relaziona. L’opera non è mai chiusa o finita perché a
seconda di chi entra e dove si guarda cambia tutto. L’architettura è qualcosa di costruito dove ci si muove
in varie direzioni. Secondo come percorriamo i luoghi ciò cambia. Ogni luogo architettonico ha in sé tutti
i percorsi fatti. Esempio: L’acropoli è stata costruita per un determinato scopo per una determinata epoca
però ciò non toglie che poi è stato percorso in modi diversi. Ad oggi l’aspetto sacrale sarà diverso.
Ci sono due modi di vivere i luoghi, l’arte: il primo è intuitivo, L’altro è più scientifico.

Rapporto Le Corbusier/Ėjzenštejn = Dato di fatto. Quando si percorre uno spazio, di un film, di un’opera
d’arte o di una struttura architettonica, è come se si facesse un montaggio. Entrambi analizzano e
ricompongono. Le diverse traiettorie attraverso lo spazio fanno parte della storia dell’edificio, però le
traiettorie, il modo di fare il montaggio può sempre cambiare e questo fa tutto parte dell’oggettività di
quell’installazione. → si possono creare diversi percorsi.

Eravamo arrivati a vedere che E. fu affascinato da un dipinto → La veduta e pianta di Toledo di El Greco
del 1610.

lui diceva che come in un film vediamo in questo dipinto non solo punti esterni della città, ma anche
dall’interno come dai vicoli o dalle strade. E questo secondo lui è una caratteristica che appartiene anche
ai film. Ciò che collega l’architettura al film è che entrambi si possono vedere da più punti di vista.
La Bruno parla di gambe che creano una sequenza di montaggi. Ci sono altri autori convinti di ciò esempio
→ Pasolini. Legame tra arte e cinema = passeggiata in uno spazio.

Ad un certo punto viene nominata Beatriz Colomina. -- Beatriz Colomina (nato nel 1952) è uno storico
dell’architettura, teorico e curatore. Lei è il fondatore e direttore del Programma in Media e Modernità
presso la Princeton University. Lei studia l’architettura e la vede come un mezzo di comunicazione di
massa. Anche lei dice che le vedute di Corbusier erano vedute cinematografiche.

Anche lei dice che l’architettura si scopre appunto percorrendo a piedi. Ha organizzato una biennale turca
nel 2016 (sul design) titolo → siamo noi umani. Il titolo di questa edizione era Are we human? Colomina e
Wigley avevano chiesto di esplorare i confini della relazione tra design e uomo. Ne è risultata una mostra
in cui l’essere umano si trova al centro di un’ambiziosa quanto impensabile opera di
riprogettazione. Questa biennale vuole parlare del design a partire dal mondo antico. Il contemporaneo
ha bisogno di andare a cercare il primitivo sial dal p.to di vista filosofico e artistico. Nella biennale (che
passa dal l’antico al moderno) si parla anche di questi due artisti che nel 1206 costruiscono un automa che
serve l’acqua → fatto da un matematico arabo. Si vede una scena in cui l’automa serve l’acqua per far
lavare le mani. L’immagine è significativa perché l’automa ha in sé il movimento.

Vediamo come la Bruno va avanti nel rapporto con l’architettura e le arti visive.
Un esempio che lei fa del movimento dello spazio e un’opera contemporanea si riferisce a Gerard
Richter, pittore tedesco. L’opera si chiama Atlante.
Abbiamo visto come a lei interessa disegnare le emozioni su una cartografia. L’opera è una serie di
immagini di qualsiasi tipo. Tante fotografie una in fila all’altra e secondo lei queste immagini creano un
ambiente da percorrere. L’opera è iniziata ne 1962. Raccolse immagini di vario tipo, foto, ritagli di
giornale che in un certo senso riguardano la sua vita. Nel 98, erano diventate cinquemila immagini montate
su seicento pannelli e lui afferma di avere un sogno che le immagini diventino un ambiente oppure
un’architettura. Non conta il fatto che lui è davanti alle sue immagini ma è importante il percorso in cui
il visitatore è immerso e l’atmosfera. Ciò che conta è che l’opera si trovi in un ambiente, da percorrere.
“abitiamo queste mura di immagini” Queste immagini formano un effetto mobilitante. Attraversando le
immagini lo spettatore crea un proprio atlante personale. P299 → citazione. “l’insieme crea ulteriori
aperture”. Quindi vi è un luogo intersoggettivo di passaggio, che non sarà mai chiuso.

A Giuliana Bruno gli viene in mente il romanzo pellegrinaggio intorno alla propria camera del 1784
Xavier de Maistre In cui la sua stanza diventa una storia, un racconto. È come se la storia la creasse, man
mano. Lui era costretto a stare in casa. Xavier de Maistre percorre in lungo e in largo e in diagonale,
zigzagando e facendo spesso camminare sulle gambe posteriori la poltrona da cui non ama scollarsi, i 36
passi di lato della sua stanza quadrata, commentando mobili e oggetti e richiamando vecchi ricordi. Ogni
oggetto che l'autore ci presenta è occasione di divagazioni e di aneddoti, di osservazioni filosofiche basate
su una morale corrente, benevola, generosa e arguta.

Judith Barry nata nel1954, conosciuta per le sue installazioni, disegni e fotografie. Una delle sue opere ha
un impegno sociale politico e si intitola Cairo story, lei ha fatto delle interviste a donne immigrate. E
riguarda delle foto che lei ha fatto a delle immigrate e le mette una accanto all’atra e anche in questo
caso si va a creare un percorso. In un’altra opera in un mercato abbandonato proietta su delle bacheche
vecchi film di vita urbana. Intreccio vita urbana prima e dopo. Tutte queste artiste vengono citate per fa
capire che i musei devono essere visti come archivi di fantasia e non come cimitero dell’opera d’arte.

Es: Volterra ospedale psichiatrico in cui vi era un uomo che incideva un muro ciò poteva essere considerato
come un artista. Allora hanno staccato un pezzo e l’hanno portato in un museo, anche se aveva più senso
in quel giardino. È un esempio in cui il museo uccide l’opera perché la toglie dal contesto, o la valorizza?
In fin dei conti in un museo si creano percorsi.

Sesta lezione 29 settembre

Oggi vedremo come questi argomenti che collegano l ‘arte contemporanea con il fatto di superare l’uomo
con l’autore Cambio di rotta, nuove teorie dell’estetica – Welsch.
Wolfgang Welsch (nato il 17 ottobre 1946 a Steinenhausen ) è un filosofo tedesco che ha sviluppato nuove
idee sull'estetica , il postmodernismo , la ragione , la società transculturale e il rapporto tra l'uomo e il
mondo. Vinse nel 2016 con questo testo il premio della società d’estetica. Il testo fa dimenticare che lui
sia un filosofo. Collega l’ interesse per l’arte contemporanea con l’aspetto filosofico.

Ci interessa il saggio → in che modo l’arte conduce al di là della limitatezza del mondo umano – verso un
modo di vedere transumano. Transumano diverso da Postumano perché il transumanesimo è un’espressione
che viene data anche a certe forme d’arte a certe filosofie di fondo che vogliono addirittura superare la
morte o comunque creare delle cose che vanno al di là di essa. A noi interessa dal punto di vista di superare
questo dualismo che vede l’uomo separato dal resto, l’uomo davanti all’arte. L’uomo non è fuori l’arte o
la natura ma è dentro.

Lui criticò questo dualismo conoscitivo che lui attribuì alla tradizione occidentale, quella orientale vede il
rapporto uomo/natura in maniera non così strettamente razionale. Dice che bisogna considerare, parlando
dell’arte che essa va verso l’inumano, come essa vuole superare la sfera umana.
Lui cita anche altri filosofi -- Robinson Jeffers, poeta --> “dobbiamo distogliere le nostre menti da noi
stessi, disumanizzare un poco i nostri punti di vista e essere fiduciosi come la roccia, l’oceano da cui
fummo ricavati”. La tendenza postumana si collega anche con l’ecologia, l’evoluzione. La FILOSOFIA
DELL’INUMANISMO -> interessa a Welsh, perché l’umanità è troppo incentrata su sé stessa e quindi
indifferente alla bellezza delle cose.

Vi è una Diramazione in altre forme di pensiero che hanno sentito il bisogno di capire cosa c’è al di là
dell’uomo troppo razionale. Welsh fa degli esempi d’arte non cosi estremi come le forme di giuliana bruno
su installazioni.
Welsh Cita tre casi di artisti:
• Malevic: pittore urbanista russo.
• Du buffet: pittore e scultore francese, interessato all’arte primitiva.
• Valter de Marie: scultore

Malevic – Quadro nero = La serie dei suoi quadrati neri li usa per far emergere qualcosa. In fin dei conti lui
voleva andare al di là dell’umano. L’artista cerca una dimensione che non ha una valenza umana. La stessa
cosa dirà Foucault di Mallarmé -> Ovvero il linguaggio diveniva una cosa a sé. L’opera anche qui è lo spunto
per l’esperienza di qualcosa che supera la dimensione dell’opera. Malevic dice “ lo sguardo perde ogni
presa dalla superfice e sprofonda”.

Jean Dubuffet = anche lui cerca di sfuggire alla centralità dell’uomo. Lui cerca la terrestrità. È come se
lui nei suoi quadri facesse emergere la fisicità della terra. La terra come materia densa, autentica e
autonoma senza preoccuparsi dell’uomo. Dice che era importante la disumanizzazione dell’uomo e il suo
sguardo. Lui diceva che la concezione centrata sull’uomo, domina ancora ma ad alcuni non va più bene.
Walter De Maria, scultore americano che si è occupato da Land art** = Quest’opera si intitola le due mila
sculture ed è stata fatta in un museo. Si chiama così perché è stata fatta di tanti piccoli pezzettini di gesso
bianco che hanno delle strutture diverse, alcune con meno spigoli altre con più spigoli. Lui mette 200
elementi bianchi di gesso e li ordina in venti file, e secondo come si gira intorno (installazioni nello spazio)
cambia completamente l’opera.
L’opera si crea/si sviluppa nel momento in cui la si guarda, nel momento in cui ci si muove. L’opera è
statica.

https://www.youtube.com/watch?v=nkLgVOsUHFw

** La land art è una forma d'arte contemporanea sorta negli Stati Uniti d'America tra il 1967 e
il 1968 caratterizzata dall'intervento diretto dell'artista sul territorio naturale, specie negli spazi
incontaminati come deserti, laghi salati, praterie, mare ecc. Le opere hanno spesso carattere effimero.
Nasce da un atteggiamento rigorosamente anti-formale in antitesi con il figurativismo della pop art e con
le fredde geometrie della minimal art[1].

Welsh dice che è importante il fatto che non si debba riportare l’opera ai sentimenti umani ma che l’opera
si costruisce man mano. Non c’è l’autoreferenzialità umana. Però bisogna dire che chi percorre l’opera è
sempre un osservatore con caratteristiche conoscitive percettive umane, a lui non interessa capire l’uomo
ma il percorso che si crea. Nel momento in cui lo spettatore costruisce l’opera, esso è dentro a l’opera e
non davanti.

Testo di Giorgio Agamben che cosa è il contemporaneo? = il contemporaneo è proprio quello che guarda
oltre. Bisogna sempre andare a vedere l’origine delle cose, “La chiave del moderno è nascosta nel
memoriale e nel prestorico, la via d’accesso al presente ha necessariamente la forma di un archeologia.”
Nietzsche usava genealogia, Foucault Archeologia, difatti per spiegare il contemporaneo bisogna capire
come siamo arrivati a una certa conclusione, idea. “la contemporaneità è una singolare relazione con il
proprio tempo che aderisce ad esso e insieme ne prende le distanze. È quella relazione con il tempo che
aderisce ad esso attraverso una sfasatura e un anacronismo”.
Vedremo un’installazione presente nel libro pubbliche intimità della Bruno. In cui le artiste citano qualcosa
di precedente. Il contemporaneo non è mai fotografabile, sarà sempre una proiezione verso il futuro che
recupera aspetti del passato- il contemporaneo ha in sé questa incapacità di essere raffigurato in un unico
concetto. “Contemporaneo è colui che riceve in pieno viso, il fascio di tenebra che proviene dal suo tempo”
– bisogno del passato per comprendere il futuro.

Un altro testo= A. Vettese, Si fa con tutto. Il linguaggio dell’arte contemporanea. Si rifà a un


contemporaneo già passato. Parla di opere nello spazio/natura però ancora non siamo ai livelli di
tecnologia dei giorni presenti.

Esempio in cui inizia a esser presente la tecnologia = Sono due artiste Jeane e Louise Wilson. L’esempio si
trova nel libro della Bruno “pubbliche intimità, architetture e arti visive”. L’opera è del 2003. Abbiamo
un’installazione di immagini in movimento su molti schermi, ci sono molti schermi sospesi in aria e tutto
questo si presenta come la costruzione di un set.
“Spazio abitato da storie accadute nel corso del tempo” → ci sono varie memorie che si intrecciano, gli
schermi non sono solo messi in maniera diversa ma si intersecano in vario modo. Loro sono interessate
all’abbandono dei luoghi e fanno riferimento all’opera di Victor Pasmore che costruì un Padiglione (Apollo
Papillon), monumento abbandonato. Le Wilson proiettarono le fotografie di questo luogo con dei bambini
che giocavano, cosicché il luogo non avesse più il senso di prima facendo vedere cosa era rimasto e cosa
era cambiato. → BALTIC Center for Contemporary Art di Gateshead.
Nel momento in cui siamo dentro l’opera ( si è parte di essa), anche qua si parla di spettatore
cinematografico.

Si riesce a non chiedersi il senso dell’opera ?

-- Apollo Papillon

Settima Lezione 4 ottobre

con certe opere si cerca di andare al di là di qualcosa, l’immagine costruita acquista una vita propria, e
Welsh fa tre esempi: due pittori Malevic e Du Buffet e Valter de marie. Lui è interessato all’ Idea che gli
artisti (secondo Apolinere) sono uomini che vogliono divenire inumani. Secondo apolinere cercano tracce
di inumanità. Tentativo dell’immagine di cogliere un’altra realtà. Concetto di inumanità attraverso queste
immagini →

1) Quadrato nero di Malevic → Deve essere un’esperienza di qualcosa che supera la dimensione stessa
dell’uomo e dell’opera stessa. È un’immagine che vale di per sé.
2) Du buffet→ lui è famoso per le immagini sull’uomo primitivo. A noi interessa il concetto di terra,
qualcosa che è alla base di tutto, non vuole rappresentare l’uomo ma la terra che sta alla base di
tutto. In questi autori c’è la disumanizzazione dell’uomo e del suo sguardo.
3) De Maria → una delle prime idee di installazione. L’opera contemporanea è costituita dalla nostra
visione. Secondo da che parte la guardiamo cambia. Secondo come si gira intorno si fa parte
dell’opera. Chi la percepisce, la costruisce. Sono modi di vedere che non sono mai stabili, la
percezione genera l’opera. È qualcosa che non si afferra pienamente.
Per esempio la geometria era considerata come qualcosa di stabile e eterno ( bellezza collegata
all’armonia- Platone) invece in questo caso la geometria cambia.

Ci sono questi tre modi che vede Welsh ovvero come andare al di là dell’uomo, andare alle basi di esso
ovvero la terra ed infine la sperimentazione di qualcosa che non si afferrerà mai pienamente.
In questo modo si critica quel concetto di modernità in cui era l’uomo che costruiva il mondo. Qui siamo
oltre a quell’idea perché l’arte vuole andare oltre le cose e non costruirle dal punto di vista del l’uomo.
Con Walter, c’è la coscienza che non c’è un unico sguardo dell’uomo al centro del mondo, ma un fruire
continuo di relazioni in cui l’uomo è una parte, quindi l’immagine va vista in questo senso.

• Esempio presente in Pubbliche intimità:


- Sorelle Jane e Louise Wilson: gioco di immagini con opera precedente di Passmol, che aveva
costruito un padiglione di nome apollo, per una città che volevano costruire new Town.
- Volevano costruire nuove città più utili e funzionale. Lui costruisce uno strano padiglione → specie
di ponte nel centro della città che non aveva proprio la funzione di ponte. Questo ponte perde il
suo senso e allora le sorelle costruiscono una struttura che richiama esso(foto dei bambini in
bicicletta). Queste sorelle nelle loro installazioni non sono davanti all’opera ma sono dentro. Il
fruitore è dentro l’opera e la costruisce. Le sorelle giocano sull’idea che il ponte non è riuscito a
collegarsi nella città. Vi sono vari schermi messi nelle posizioni più strane in cui il fruitore è dentro
e la costruisce.

Il concetto lo ritroviamo anche in altri esempi di Welsh → (realtà in cui si è dentro)


- Esempio musicale: Cage, si cerca di far parlare la realtà, sono suoni casuali arbitrari che trovano
in sé la coerenza. Non c’è una composizione data dal fruitore, ma lui si affida alle note che arrivano
non c’è un tema portante. Sono note sparse. I suoni sembrano provenire da qualche luogo.
comparire. È come se l’autore non dovesse comparire. Si vuole rivalutare il rumore e il silenzio.
Cage porta avanti l’idea che vuole far parlare la realtà, diversa in cui non vi è l’autore.
- Feldmann: Anche lui cerca di non pianificare la composizione, cerca di far parlare i suoni del
mondo.

Ci troviamo assorbiti in un mondo di note in cui il compositore non le domina. Queste musiche cercano
di far parlare il mondo.

Esempi cultura orientale → Parla dei giardini giapponesi. L’esperienza del giardino risveglia
l’avvicinamento alla natura. I giardini giapponesi sono installazioni che mutano a seconda di come li
percepiamo. Esempio Mi Fu, poeta pittore, che viene colto da l’ammirazione per le pietre e lui vede
corrispondere la sua forma con quella della roccia. Riconosce l’appartenenza dell’uomo alla natura.
Un'altra leggenda che lui cita è una leggenda cinese. La cultura orientale supera questa distinzione tra
soggetto e oggetto. Vede questo rapporto più fluido e in movimento.
Leggenda in cui Il pittore invita a casa sua gli amici per vedere il suo quadro, in esso vediamo la natura
le colline e ad un certo punto lui lo vedono non più fuori ma dentro il quadro. Nella sua esperienza del
paesaggio lui si sente tutt’uno con esso. La leggenda vuole dimostrare che l’arte ha questa simbiosi
con il modo stesso.

Tutti gli esempi fatti rendono l’idea del tentativo dell’arte di superare la distinzione tra soggetto/oggetto.

Dobbiamo vedere in che senso Kant è visto come l’esempio centrale di questa centralità del soggetto,
perché con lui si parla di conoscenza vedendo centrale l’oggetto.

In Antropologia pragmatica, Foucault ha fatto un’introduzione all’antropologia pragmatica.

L’occidente vede un io davanti al mondo. Pensiero occidentale si nutre di Kant → il soggetto costruisce il
suo mondo. Con lui si esce dall’epoca della somiglianza (periodo della metafisica). Foucault e Deleuze
hanno sempre dovuto rifarsi a Kant. Vogliamo capire perché lo schema occidentale mette l’io davanti al
mondo. Questo schema occidentale si nutre del pensiero di Kant. Perché parlando di Kant, usiamo il
termine il soggetto costruisce il suo mondo? E perché con lui si esce dall’epoca della somiglianza? (periodo
metafisica).

Come affrontare lettura Kant. Ci sono tre passi: Prefazione prima edizione della critica della giompura
1781, la prefazione della seconda edizione e il primo paragrafo dell’estetica trascendentale → teoria della
sensibilità. Nella prefazione della prima edizione Kant si lamenta guardando alla metafisica dei suoi tempi,
ed alla filosofia dei suoi tempi. → ognuno dice cose diverse su tutto, come si fa a sapere chi ha ragione e
chi a torto → la metafisica è una lotta interna tra i vari filosofi. È necessario fare la Critica della ragione
ovvero guardare l’uomo come essere razionale quindi munito di ragione. Per ovviare a questa lotta tra le
varie teorie si deve andare a vedere l’essere razionale che capacità ha di conoscere.

Prefazione seconda edizione: vuol fare della metafisica una scienza - si chiede appunto se è possibile fare
della metafisica una scienza? Allora va a cercare di definire che cosa è una scienza → ovvero la logica, la
matematica e la fisica. La logica è una scienza conclusa. I giudizi logici sono già stati capiti. Quando
stabilirà le categorie della conoscenza lui le ricaverà dalla tavola dei giudizi perché per lui la logica ha
stabilito tutta le forme di giudizi e ed è completa come scienza.
Lui cerca di capire perché la matematica e la fisica sono scienze? Lui parla di Torricelli e Galilei (hanno
fatto degli esperimenti) e secondo come hanno organizzato l’esperimento hanno trovato un certo risultato,
se lo organizzavano diversamente avranno avuto un altro risultato. Lui dice che la scienza è scienza
all’interno della domanda che si è posta. Viene fuori un relativismo della coscienza. È scienza qualcosa
che è all’interno della domanda posta. La ragione vede ciò che lei stessa produce secondo il proprio
disegno, essa pone delle ipotesi e poi le risolve all’interno dei problemi. La scienza in un certo senso è
scienza perché costringe la natura a rispondere alle sue domande.
Anche la metafisica per diventare scienza deve capire questo (ognuno dice cose diverse e non sappiamo
chi ha ragione). Di conseguenza lui dice che bisogna cambiare la Prospettiva, perché fino a ora abbiamo
creduto che tutta la nostra conoscenza dovesse regolarsi sugli oggetti/fatti invece lui dice che bisogna
cercare di vedere nei problemi della metafisica facendo l’ipotesi che gli oggetti debbano regolarsi sulle
nostre conoscenze – parla di rivoluzione copernicana – lui diceva che bisognava cambiare la prospettiva
non mettendo la terra al centro (la terra gira intorno al sole). Come Copernico ha capito che la terra non
è al centro cosi noi dobbiamo capire che al centro di tutto non c’è l’oggetto ma dobbiamo partire dal
soggetto, da noi stessi e dalle nostre capacità conoscitive. Inizio della modernità in cui al centro c’è il
soggetto = L’uomo. Critica della ragion pura = la ricerca di capire che forme mentali abbiamo per conoscere
le cose. Quando si sarà stabilito questo potremo dire se e quando si ha una conoscenza certa, solo quando
si è analizzato il soggetto.

5 ottobre Ottava lezione

Le sorelle Wilson l'abbiamo prese come esempio di questo diciamo postumanesimo cioè il fatto che non si
l'opera non è più qualcosa che sta davanti ma, io sono dentro all'opera faccio parte di essa e questa opera
diventa nello spazio sempre più complessa ed abbiamo visto Walter De Maria per farci un'idea e poi sempre
più la cosa diventa complessa però il principio è quello che ci interessa.
Abbiamo visto queste interrelazioni di cui il fruitore fa parte e quindi abbiamo fatto questo balzo indietro
alla filosofia e vogliamo vedere in che senso tutte queste forme che noi chiamiamo in un certo senso
postumane (cioè forme che non vogliono dividere il soggetto da una parte e l'oggetto dall'altra oppure
soggetto da una parte è il mondo dall'altro) vogliono vedere le cose interconnesse. Volendo vedere le cose
interconnesse - questi filosofi, artisti e tutti questi che si occupano di questi problemi dicono abbiamo
superato o vogliamo superare il modo di guardare al mondo della filosofia moderna, dell'epoca moderna.
Allora siccome l'abbiamo detto tante volte che c’è questo schema soggetto oggetto che vuole essere
superato dobbiamo anche capirlo meglio, e tutti attribuiscono l'inizio di esso alla filosofia moderna. Quindi
dobbiamo andare a vedere a chi si riferiscono ed è per questo che siamo risaliti a chi viene visto da tutti
come inizio dell'epoca moderna, inizio della filosofia moderna, inizio dell'estetica moderna ovvero Kant.

Nella Critica Della Ragion pura 1781 Abbiamo cominciato a vedere come con questa svolta comincia l'epoca
moderna, comincia la filosofia moderna. Cosa cambia la rivoluzione copernicana - e così Ieri abbiamo visto
in che senso Kant parla di rivoluzione copernicana -- cos'è la Rivoluzione copernicana? Intanto è comunque
una rivoluzione, c'è un cambio di prospettive anzi si riferisce a quella che era stata una rivoluzione
precedente nella scienza e non solo ma anche nel modo di pensare. Si pensava che la terra/l'uomo fosse
al centro e intorno giravano tutti i pianeti, poi Copernico con le osservazioni e poi Galilei anche hanno
cominciato a dire No qui non è vero che la terra sia al centro, al centro c'è il sole. Poi non si mette più
nessuno al centro perché dipende da dove guardi però tutto è interconnesso comunque la rivoluzione era
cambiare il centro delle cose non è più la terra non è più l'uomo e si diceva impossibile che l'uomo fosse
così importante.
la Critica Della Ragion pura ci serve per vedere la rivoluzione nel campo della conoscenza che poi diventa
l'evoluzione nel campo dell'estetica. Ognuno dice la sua e si pronuncia su tutte le cose quelle concrete
quelle non concrete sulla divinità, sulla fine del mondo su tutto e ognuno ha una versione diversa della
realtà e vede le cose in maniera diversa, allora chi ha ragione chi ha torto? E quindi lui dà la sua versione
di questo => è un'idea sua dice Io adesso guardo come sono fatto mentalmente anche se lui non usa la
parola mente ma inizialmente lui usava la parola anima perché quando scrivevano in latino e parlavano
della conoscenza, anima era l'insieme di tutte di tutte le capacità conoscitive poi diventa testa, diventa
mente. Ma lui riprende la divisione della mente che I filosofi avevano fatto già dal tempo di Aristotele e
già si diceva c'era la sensibilità cioè ci sono i sensi e anche poi Platone diceva che ci sono i sensi e c'è
l'intelletto quindi si distinguevano già due forme di conoscenza. Però a quei tempi si vedeva una gerarchia
e si vedeva il senso come inferiore e la ragione come superiore.

Abbiamo visto ieri - cos'è una scienza? e abbiamo visto che lui ha un'idea molto moderna della Scienza
perché parlando di esse lui dice di aver usato l'esempio della fisica e la scienza con dei risultati sicuri ma
sicuri rispetto alla domanda che uno si è posto cioè all'esperimento che uno si è fatto.
Galilei fece quel determinato esperimento, trovando quel determinato risultato all'interno di quel
problema che gli servì rispetto alla domanda posta, però nel caso in cui l’esperimento fosse stato posto
in maniera differente, in esso avrebbe trovato un altro risultato quindi la validità della scienza è una
validità che noi adesso nel mondo moderno diciamo ipotetica. Ma è un po' quello che diceva lui Cioè
Dipende come si pone il problema - in un certo modo ho una risposta però questa risposta e comunque
relativa alla domanda che mi sono fatta.
TRE P.TI – in questi tre passi abbiamo visto –
• il primo in cui tutti gli studiosi dicono quello che gli pare;
• il secondo che cos'è La scienza e quindi l'idea di fare una rivoluzione ;
• andare a cercare come siamo fatti che nelle parole kantiane è la Critica Della Ragion pura.

Nella Critica del giudizio come vedremo voi la trovate soprattutto nella traduzione che ha fatto il
professore Amoroso cosa aveva fatto lui aveva tradotto questa parola giudizio ma lo vedremo passando
alla critica del giudizio - giudizio → urteilskraft → Kraft → forza
Da Aristotele in poi fino a i contemporanei di Kant c’era questo modo di parlare della mente, quindi della
conoscenza dividendola in facoltà o in forze. Queste erano il senso, la sensazione, la sensibilità tutto quello
che riguarda i sensi e quello che invece riguarda l'intelletto e la ragione quindi fin dalla filosofia greca si
è fatta una gerarchia si è detto quello che riguarda i sensi è più negativo di quello che riguarda l'intelletto.
Aristotele tra l'intelletto e la sensazione metteva un'altra forza ovvero l'immaginazione.

Terzo punto → paragrafo teoria della sensibilità


quello che ci interessa vedere questo primo paragrafo è l'importanza che Kant dà alla sensazione alla
sensibilità questa parte si chiama estetica trascendentale. → (Treccani) “ Nell’estetica trascendentale
Kant si propone di isolare la sensibilità cioè, di separare tutto ciò che l’intelletto pensa mediante i suoi
concetti da ciò che invece è dato alla conoscenza umana tramite l’intuizione sensibile.”

Allora vuoi dire finalmente si parla di estetica ? No perché a quei tempi estetica era semplicemente legato
alla teoria della sensibilità riguardava i sensi – aisthesis → quando si parla di estetica nel contemporaneo
si va di nuovo cercare l'origine di questa parola che era legata alla parola greca che vuol dire percezione
che vuol dire sensazione. Baumgarten primo a usare parola estetica.
Estetica trascendentale vuol dire occuparsi dei sensi – una delle tante forme della conoscenza.
Trascendente vuol dire che va oltre l'esperienza quando parlo per esempio di dio o dell’ Angelo o cose che
non posso sperimentare quello è trascendente, mentre trascendentale per Kant(ancora metafisico) va a
cercare ciò che rende possibile l’esperienza. qualcosa che sta a monte dell’esperienza, prima
dell’esperienza ma la rende possibile. Quindi Estetica trascendentale – significa andare a vedere nel
campo della sensibilità quali sono per lui i principi a priori cioè quello che per lui viene prima. Questa
è la parte metafisica pensare di poter raggiungere di principi, delle forme a priori che rendono possibile
l’esperienza. Quando va a fare la critica della ragion pura va cercare quali sono le forme a priori, le forme
trascendentali che rendono possibile l’esperienza.

Vediamo dove si forma la conoscenza (paragrafo uno) = Intuizione – la conoscenza si basa sull’intuizione
kantiana più legata al mondo dei sensi. La base della conoscenza per lui deriva dai sensi. Lui da un esempio
di che cosa è per lui l’intuizione “Anschauun”. Di questo concetto di intuizione nelle lezioni di psicologia
lui fa spesso l’esempio Basilica di San Pietro perché dentro vi sono talmente tante forme di arte di spazi
di cose che noi difficilmente riusciamo avere un concetto unitario di essa.
Questo ci serve a capire in maniera più semplice più concreta il fatto che lui dice questa intuizione da cui
parte tutta la conoscenza è un'intuizione spazio-temporale cioè ha come forma pure lo spazio e il tempo.
Lui dice la nostra conoscenza comincia quando i nostri sensi sono colpiti da qualcosa di esterno a noi.
Questa è il primo momento della conoscenza. Kant per dividere la conoscenza valida da quella non valida
dice che ci deve essere una base empirica. Il primo contatto che si ha con le cose si spazializza e si
temporalizza (intuizione). La sensibilità è questo modo di ricevere stimoli, ed è la prima forma di
conoscenza, ed intervengono anche le forme dell’intelletto. Quindi per avere una conoscenza deve agire
l’intelletto che ha delle categorie (forme logiche che ricava dalle forme dal giudizio della logica).

Undici ottobre Nona Lezione


➔ Il Timeo racconta la formazione del mondo.

Rapporto musica matematica – Platone il Timeo edizione Bompiani a cura di Giovanni reale.

Platone fu influenzato dai pitagorici che vedevano nei numeri la perfezione del mondo. I pitagorici
parlavano di musica delle sfere ovvero c’era un rapporto particolare tra i movimenti dei pianeti che
corrispondevano a delle proporzioni matematiche che erano anche proporzioni musicali. Pitagora scorpi le
proporzioni musicali prendendo una corda e pizzicandola e metà.
Platone riprende da pitagora il fatto che si parla di musiche delle sfere → si parlava di ciò perché si
riteneva che c’era un rapporto tra i movimenti dei pianeti che corrispondeva a delle proporzioni
matematiche che erano anche proporzioni musicali. La prima proporzione musicale è l’ottava.

Il demiurgo che forma il mondo come arriva a farlo cosi legato alle proporzioni matematiche e musicali?
perché vuole copiare la perfezione eterna. Esiste un mondo perfetto (No mondo delle idee) lo ipotizza
perché esso non ha inizio né fine è immobile. (28a) Se il demiurgo arriva più vicino possibile a questa forma
che da al mondo, a questo essere perfetto lo farà bello, se invece copia qualcosa di sensibile legato ai
sensi e che ha già un’origine questo mondo non potrà essere così bello. Il demiurgo deve copiare il mondo
intellegibile cioè quello che è lontano dai sensi, se si riferisse a qualcosa legato ai sensi non sarebbe cosi
bello e perfetto. Deve dare una forma il più vicino a questa eternità statica eterna ed essa è la sfera.
Vedremo che anche gli atomi sono solidi iscritti nel cerchio.
Quindi diamo la responsabilità a Platone di tutta la nostra tradizione per vari motivi:
Senso inferiore/intelletto superiore-mondo intellegibile/mondo sensibile-Regolarità del cerchio. Platone
segna tutta una storia filosofica e estetica perché il bello è legato a queste forme matematiche
geometriche, musicali armoniche. Forma perfezione dell’uomo.

Si parla d Kant per dimostrare che c’è un cambiamento nell’epoca moderna, nella conoscenza e
nell’estetica e deriva dal dare più importanza al soggetto che all’oggetto. In che modo la rivoluzione
Copernicana (non c’è più la terra al centro ma il sole) si ha nella critica del giudizio? Lui mette il soggetto
al posto dell’oggetto cioè per dire chi ha torto o ragione bisogna andare a vedere che capacità abbiamo
noi di conoscere. (relativismo)
Abbiamo detto che Kant riprende la suddivisione della mente che divideva sensi, immaginazione,
intelletto, ragione – salvo non vedere i sensi maggiori all’intelletto, perché qualsiasi conoscenza ci voleva
il mondo empirico che colpiva i sensi, poi venivano spazializzati e si temporalizzava il dato empirico,
l’intelletto lo unificava con le categorie, ancora più sopra vi era il soggetto. E la sintesi di tutto quel
materiale dava la conoscenza.

Lui parla anche dell’importanza della capacità del giudizio – dote particolare che non si poteva insegnare.

Critica del giudizio – Kant = Prima parte – Analitica del bello. Lui dice che si chiedono quando è che noi si
prova il sentimento del bello? Però la rivoluzione copernicana non va a vedere come è fatto l’oggetto, ma
va a cercare in che stato si trova il soggetto che dice questo è bello. Questo stato non è tutto legato alla
conoscenza o all’etica, ma bensì è importante il sentimento che si prova. Vi è una situazione in cui
intelletto e immaginazione giocano tra di loro. È uno stato di libertà.
Deleuze –> nell’idea di genesi nell’estetica di Kant. Lui da valore al gioco dell’intelletto e immaginazione
a questa libertà del campo estetico. Qui si ha una rivoluzione rispetto all’ aspetto gerarchico delle
categorie che c’era nella critica della ragion pura. Li abbiamo visto che per avere una conoscenza
l’intelletto domina sull’immaginazione.
quindi per la conoscenza c’era una gerarchia tra le capacità mentali, l’intelletto comandava
sull’immaginazione – qui invece vi è una rivoluzione perché l’immaginazione poi è libera.

Kant ci parla del sentimento del sublime – succede quando si è davanti a cose cosi grandi (natura, fulmini).
Si tratta sempre del gioco tra le facoltà e succede che l’immaginazione non riesce a formare l’immagine
obbedendo alla categoria intellettuale, sente i suoi limiti, perché non riesce a dare un’immagine e si
accorda con la ragione. il sentimento del sublime è definito un sentimento di piacere/ dispiacere. Da un
lato prova anche un piacere più grande anche di quello del bello, dall’altro un dispiacere perché non vi è
la possibilità di dare la forma. Libertà delle nostre facoltà-immaginazione si allea più con la ragione.

Ci interessa:
1. Visione di Deleuze dell’importanza dell’estetica e delle libertà (queste facoltà che hanno stabilito
nelle ‘essere libere).
2. Innovazione della critica del giudizio per quanto riguarda il giudizio riflettente.
Giudizio determinante → quello della critica della ragion pura/applica le categorie all’oggetto/ è quello
che Kant ha stabilito per dire i limiti della conoscenza.
Giudizio riflettente → parte dall’oggetto e crea il suo giudizio universale.
12 ottobre Decima lezione

Nella scorsa lezione abbiamo parlato anche di Platone e di questa base greca Pitagorico platonica che
aveva fondato proprio l'idea che la perfezione del mondo fosse collegata alle proporzioni matematiche e
geometriche e quindi noi come Platone così come Kant lo vediamo per vedere cosa nel nostro
contemporaneo abbiamo superato e poi vedremo se l'abbiamo superato o no. Però sicuramente già
nell'epoca moderna con Kant si supera quest'idea che si sa cos'è il bello è il bello è la perfezione l'armonia
e quindi l'arte deve seguire queste regole matematiche geometriche.

nella Rivoluzione cosiddetta copernicana di Kant il cambiamento è dato dal fatto che non vado più a vedere
come è fatta l'Opera per dire Questa è bella ma dico questa bella Quando mi sento in un certo modo
quando ho questo sentimento particolare. Il sentimento particolare viene sì dal rapporto finalistico
particolare con l'opera però soprattutto viene dalla situazione di come si trovano le capacità, facoltà
mentali o conoscitive. Queste facoltà non sono messe nello stesso modo come quando voglio
semplicemente conoscere qualcosa nel qual caso le categorie dell'intelletto dominano l’immaginazione
come insiste molto su questo Deleuze → che abbiamo visto in un saggio Genesi dell'estetica di Kant ma
si trovano il libero gioco.

La rivoluzione Copernicana dell'estetica è quello che noi attribuiamo a Kant per dire che da lì in poi c'è
questo relativismo e c'è questo fatto che io rispetto all'arte, rispetto al bello rispetto a alle cose che ho
davanti e guardo me stesso per capire la situazione non tanto l'oggetto in sé perché per guardare l'oggetto
in se devo comunque fare i conti col mio modo di conoscere quindi diventa importante il soggetto e noi
abbiamo questi esempi Platone - importante l'armonia dell'oggetto - Kant importante come è fatto il
soggetto per vedere se è vero come dice la tendenza post-umanista che questo soggetto viene superato a
un certo punto, sia nella dimensione artistica, estetica che in quella conoscitiva.

Michael Foucault – testo LE PAROLE E LE COSE si interessa al cambiamento che è avvenuto nel corso dei
secoli, come è cambiato l’atteggiamento con cui abbiamo costruito il nostro sapere. Lui in un certo senso
relativizza quelle che erano le categorie kantiane. Già Kant aveva capito che secondo il tipo di problema
che avevamo, non bastavano le categorie logiche che aveva stabilito nella critica del giudizio ma bisognava
crearne di nuove per poter capire le cose sfuggite alla comprensione. Anche lui aveva capito in un certo
senso che c’era un relativismo, un cambiamento possibile nel modo di vedere le cose.

Per quello che abbiamo detto possiamo capirlo questo testo se consideriamo che lui vede nel corso dei
tempi cambiare il modo come vengono affrontate certe sfere conoscitive. Quelle che lui Indaga sono il
linguaggio la natura e l'economia, quindi la ricchezza il lavoro.
Lui vede come fino al 500 nell'epoca che lui chiama classica, nel Seicento e poi dal Settecento in poi come
cambia questo atteggiamento di fronte a come si studiano le cose insomma si studiano in maniera diversa
In che senso?? Lui individua tre sfere che sono tre epoche e le chiama →
• Epoca della somiglianza
• Epoca della rappresentazione
• Epoca della storia
Dopo l’epoca della storia c’è questa così detta scomparsa del soggetto.

L’epoca della somiglianza è quella che abbiamo visto anche con Platone o quella che Kant chiama
epoca della Metafisica. F. la vede verso il cinquecento e vede la somiglianza – fiducia nel fatto di scoprire
l’essenza delle cose. Perché si va a cercare la verità, l’essenza. Sono convinti che si deve svelare qualcosa
di già presente nel mondo. L’atteggiamento del ricercatore deve vedere i segni che svelano la vera essenza
delle cose. Questa è l’epoca anche della magia, per capire questa epoca è utile la figura di Paracelso
medico e alchimista e lui criticava i vecchi studi di medicina perché diceva che bisognava trovare una
corrispondenza tra le cose. Era importante trovare la corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo. È il
fatto di svelare l’essenza delle cose.
Foucault dice “ Il mondo è fatto di segni che occorre decifrare”. C’è la magia l’astrologia e anche l’inizio
della scienza e c’è la convinzione che nulla è sufficientemente vasto per nascondersi allo sguardo
dell’uomo. Quindi le cose vengono svelate dà segni corrispondenti. In questa prima epoca c’è questo
atteggiamento. Questo modo che chiama Epistemi è scoprire un’essenza che c’è. Per noi va bene per
individuare l’atteggiamento della metafisica.
L’epoca della rappresentazione – perché si serve dell’esempio di Don Chisciotte come un’esistenza
letteraria – lui è un’esistenza che vale solo all’interno del linguaggio letterario.

Lui è l’esempio di qualcuno che cerca di vedere le cose ancora con l’idea della somiglianza, pensando di
trovare dei riscontri tra i segni e quello che è reale e in questo senso rimarrà sempre deluso perché i segni
non somigliano più agli esseri. Nella seconda parte si capisce che lui vive solo nel romanzo, mentre nella
prima parte lui cerca di trovare il suo mondo ovvero quello cavalleresco (principessa, gigante) e crede di
riconoscerlo nel mulino avvento, nella serva e quindi rimane deluso perché il segno non ha più un riscontro
diretto con le cose. Lui pensa che i segni nel mondo cavalleresco dovrebbe mostrare quel mondo invece
non lo mostrano più perché ci si rende conto che i segni non sono legati alle cose ma sono arbitrari come
linguaggio letterario. Quindi tutto quello che fa Don chiesotte ha senso nel mondo che è stato costruito
letterariamente.
Il linguaggio non ha più il potere che aveva prima di rappresentare le cose, però ha il potere di
costruire il suo mondo.
In questa epoca della rappresentazione non si va più a cercare proprio il fondamento essenziale delle cose
ma si vuole trovare un ordine tra di esse basato sulla loro identità e sulla loro differenza. Vi è l’esempio
di Lenneo, che aveva cercato di vedere nella natura e negli animali tutte le eguaglianze e differenze per
descrivere il loro mondo e avere una visione ordinata delle cose basata sull’identità e la differenza.
Secondo lui il 600 ha questa funzione di cercare un ordine nelle cose basate sull’identità e la
differenza e lui vede già in questa epoca che il soggetto viene eliso. Secondo lui già qui l’uomo è
secondario.

L’epoca della storia – è la storicizzazione di tutto cioè e si capisce che tutto quello che si va a studiare
sia la natura, sia linguaggio, sia quello che è l'economia ha avuto un'evoluzione storica quindi non si fa più
una grammatica generale che vedeva tutte le relazioni tra le parole, si va invece a vedere la storia delle
lingue. Per esempio si vede come ha la lingua si è evoluta o come la natura non ricerca questa identità e
differenza superficiale fra le cose ma nasce invece la biologia.
La biologia cambia tutto perché studia anche l'evoluzione interna degli esseri naturali e il rapporto
evoluzionistico anche tra gli esseri viventi. Quindi prevale la vita ed il concetto di vita come qualcosa che
si evolve qualcosa che muta. Tutti questi settori che lui vuole indagare vengono indagati dal punto di vista
del loro mutamento.

Foucault vuole dire prima non c’era l’uomo perché abbiamo visto che inizialmente nell’epoca della
somiglianza si andava a cercare l’essenza delle cose. L’epoca della rappresentazione cerca l’unità, la
differenza delle cose e quindi è indipendente dalla centralità dell’uomo. Nell’epoca storica l’uomo diventa
centrale perché l’uomo vuole studiare sé stesso, però nello stesso tempo si scopre anche inserito in una
storicità che non lo riguarda – animali, piante tutto esistito prima di mettere al centro sé stesso.
Lui vede nell’800 una difficoltà nell’usare lo schema kantiano perché è l’epoca della psicoanalisi e l’epoca
in cui si rivaluta l’inconscio. Lui dice che non si riesce a capire più il pensiero perché esso pensa
l’impensabile.

Per indicare l’epoca della rappresentazione (epoca in cui il soggetto è eliso) F. si serve di un quadro Las
Meninas Dipinto di Diego Velázquez- Quadro in cui si vedono queste damigelle d’onore del 600 e il pittore
che dipinge il quadro. F. vuole fare vedere che se si guarda non c’è un qualcosa di centrale e quello che
l’importanza del quadro sono i vari sguardi che si incontrano senza avere davanti qualcosa di centrale. È
un’interrelazione di sguardi che creano la realtà del quadro.

Shopennuer - In lui torna il mondo della metafisica, il mondo di cercare l’essenza delle cose.

A noi interessa capire che Foucault ha fatto lo sforzo di andare a vedere come l’uomo ha costruito le varie
scienze, saperi, epistemi in maniera diversa con atteggiamenti diversi a seconda dell’epoca. Dall’800 in
poi si tende a fare vedere la storicizzazione dell’uomo.

Shopennuer : è una mescolanza di varie epoche (800). Da un lato riprende le categorie di Kant e dice che
l’uomo ha una rappresentazione delle cose che dipende da queste forme spazio, tempo e causalità. La
differenza è che si torna indietro dalla rivoluzione copernicana all’epoca della somiglianza perché lui dice
che la rappresentazione delle cose è illusoria e la realtà sta dietro ed è l’essenza di ciò che si vede.
Secondo lui l’essenza del mondo è la volontà di vivere che porta avanti tutto.
18 ottobre Undicesima lezione
Era venuto fuori il problema del post umano, noi lo vediamo dal p.to di vista filosofico come visione delle
cose in cui c’ è un relazionarsi tra esse tra cui l’uomo. I tipi di arte contemporanea si avvicinano di più a
questo tipo di filosofia perché non hanno quella distinzione soggetto-oggetto, pubblico davanti a qualcosa
ma c’è rapporto più complesso.
Aspetto importante del seminario = aspetto Time specific.

Idea dello spazio nell’arte contemporanea.

Bergson – la sua filosofia ci servirà per superare solito schema soggetto-oggetto. Lui voleva superare
questo dualismo spirito materia
Confrontiamo data Bergson 1859/1941 con data Schopenhauer 1788-1860. B, studiava anche la scienza. Lui
è francese nato a Parigi. Saggio mediato dalla coscienza, materia e memoria, evoluzione creatrice. Lui ci
serve per capire Deleuze.

Uno degli argomenti principali per quanto riguarda B. è il concetto di tempo - il tempo della vita interiore.
Per lui spazio è qualcosa di negativo se lo vediamo solo come uno spazio matematico geometrico.
Lui disegna una riga e se lui pensa al tempo come una linea in cui ci sono tutti i punti uno uguale all’altro
lui non riesce a capire il tempo. Se a un primo momento segue un altro momento, il secondo momento
cambia il primo. C’è una Fusione presente-passato-futuro che si intersecano tra di loro.

Saggio: Dati mediati dalla coscienza. Si divide in tre capitoli. E il terzo riguarda la libertà.
Nella prefazione ci fa capire il problema principale lui dice “ci esprimiamo necessariamente con le
parole e pensiamo per lo più nello spazio” - ovvero noi selezioniamo le cose e lui vede il fatto di chiamare
le cose in un certo modo e sistemarle in uno spazio geometrico lo vede come una gabbia. Quando si
nominano le cose già sono chiuse in sé stesse e lui vuole superare questo facendo vedere che tutto dipende
da questa spazializzazione che noi facciamo in questo mondo. Lui combatte il concetto di spazio
geometrico, fatto di momenti tutti uguali e dice che è l’esempio di una visione errata ovvero quella
quantitativa. Usiamo questa visione anche per aspetti della realtà di tipo intensivo. L’errore sta
nell’estendere questo tipo di linguaggio quantitativo (utile nella vita quotidiana) ad aspetti della vita che
sono qualitativi e che si spiegano solo con l’intensità.

Fa degli esempi. Il primo capitolo si intitola: sull’intensità degli stati psicologici. Esempio in cui il fruitore
prova un piacere più intenso davanti a un quadro d’autore, più che davanti all’insegna di un negozio. Ci
sono piaceri più intensi di altri. Se pensiamo alle emozioni non son quantificabili, ma si sovrappongono. Il
nostro modo di pensare è quantitativo e proiettato nello spazio come se fosse una grandezza. Lui dice
“più si scende nella profondità della coscienza meno si ha il diritto di considerare fatti psicologici come
cose che si sovrappongono”.
A pag. 11 fa l’esempio dei sentimenti estetici. Rende l’idea del fatto che lui vuole vedere questi sentimenti
infierì, proiettati verso il futuro. Lui dice che questo sentimento estetico noi lo proviamo di fronte alla
GRAZIA, nel senso di un ritmo che nasce e si protrae, è qualcosa che si può prevedere ad esempio LA
DANZA. Quello che conta è l’intensità crescente, sentimento estetico che poi divengono altri sentimenti.
Fluire di sensazioni che si accavallano l’una all’altra. Il piacere estetico è dato da qualcosa che inizia e va
avanti, che è intuibile dal ritmo. Noi interpretiamo questo progresso qualitativo in un cambiamento di
grandezza.

Parla anche del sentimento del bello – sempre per la questione del ritmo. I sentimenti qualitativi sono
basati sul fatto di aspettare qualcosa, sul fatto di non essere statici. Lui guarda anche la staticità della
scultura. Dal p.to di vista estetico è Schopenhaueriano, si perde la volontà di fare altre cose perché si è
presi dalla bellezza. Però aggiunge questo progresso di questo sentimento che non si ferma. Nell’arte
contemporanea troviamo esempi contrari a questo. Lui dice “l’artista cerca di farci provare ciò che non
potrebbe farci comprendere”. Cade barriera spazio temporale tra noi e l’artista perché l’intensità sta
nel progresso qualitativo da un sentimento all’altro. Il sentimento non si quantifica è qualcosa che va
avanti e cambia, è una connessione di stati in evoluzione.

Per capire la differenza tra visione quantitativa della vita pratica e la visione più intensa del nostro animo
lui fa degli esempi letterari e non solo. Un esempio che fa è quello del suono della campana → lui dice
che ci sono due modi per cogliere il suono di una campana. Dipende dallo stato emotivo (otto rintocchi) o
capisci di essere in ritardo o ti godi la melodia in cui le note sono fuse. Visione Quantitativa – devo essere
puntuale. Visione Qualitativa – stato rilassato – si sentirà la melodia o il suono farà riaffiorare dei ricordi
piacevoli o spiacevoli che siano.
Idea del movimento = non è una successione di punti statici ma è un progresso fluido. È una sintesi
qualitativa. È un flusso che continua, cambia, si evolve e quindi è differente dal senso comune che ha
bisogno di cose distinte.

Il terzo capitolo del saggio si dedica al concetto di libertà. Si parla di libertà con più o meno determinismo
( A o B ) dove si potranno conoscere le scelte. Non è così perché confondiamo ciò che ci sta tracciando
con ciò che deve essere tracciato → La biforcazione. Finché non si è scelto non si può dire cosa si sceglierà.
È qualcosa di non tracciato che si può sempre scegliere. Nella memoria verrà alla luce un aspetto che poi
determinerà effettivamente la scelta.

In “materia e memoria” si vuole superare questi dualismi (memoria-spirito). A noi interessa come
l’allusione alla memoria ci chiarisce ciò che abbiamo detto. Lui chiama la memoria = la Virtualità, è come
un magazzino, cioè tutto quello che si sperimenta non va mai perso ma viene messo da parte nel virtuale
ed è comunque in continuo rapporto con noi stessi. La percezione non è data solo da ciò che si incontra
ma è data anche rispetto a quale aspetto del mondo virtuale (memoria) si recupera.
Ci sono due memorie. Es – impara a memoria una poesia. Ma oltre alla classica memoria c’è un altro tipo
di memoria ovvero ricordarsi anche i momenti in cui si è imparata. (M. pratica e M. che riguarda la vita
immaginaria e i sentimenti = non pratica.)

La linea è la vita pratica. Per fare qualcosa di pratico non ci si deve riferire a cose personali ma si far
riferimento alla memoria meccanica che ci serve per la vita pratica dove si vedono le cose separate una
dall’altra. È importante la memoria più personalizzata – Shopennuer distingueva tra uomo contemplativo
e uomo manager. L’uomo pratico è più valido nella vita di tutti i giorni. Il poeta utilizza la memoria di
tipo immaginario.

Il nostro flusso di coscienza ha queste due possibilità – chi vive le cose in maniera più intensa e chi la
vive in maniera più quantitativa. Differenza di modi di guardare e conoscere la realtà.

B. è negativo per quanto riguarda il cinema perché diceva che esso andava avanti con momenti statici e
non naturali.

Lezione 19 ottobre

Deleuze – testi: le sue opere principali cominciano nel 68’ differenza e petizione, nel 69 logica del senso
e una serie di articoli, lui Ha vissuto durante la guerra.
Nel 63 scrive la filosofia critica di Kant – lo critica e lo vuole superare. Momento di svolta nel suo pensiero
quando conobbe gattari. Uno dei problemi principali di D. è superare il fondamento. Anche la radice ci
mostra questa diffusione che non ha un unico fondamento. Poi scrive cosa è la filosofia (capitolo il piano
rimanenza). Nell’87 che cosa è l’arte di ?
I suoi principali ispiratori sono Bergson, N. e Spinosa. Tutte queste influenze lo portano nella dimensione
di considerare il mondo nelle sue interrelazioni. Idea che noi siamo sempre in movimento, sarà impo idea
di creazione. Influenza B. per quanto riguarda il cinema.

Immagini e movimento: lui dirà che B. ha scoperto l’immagine in movimento che poi diverrà immagine
tempo.

Cominciamo con concetto IMMANENZA => nel 1995 scrive un piccolo saggio intitolato l’immanenza: una
vita… Poi è stato ripubblicato da mimesi nel 2010. Parla di immanenza non come qualcosa di chiuso, ma
come una vita, un processo. Vuole vedere le cose indipendenti dal fondamento e dall’idea di un soggetto
universale che crea tutto. Cosa è un campo trascendentale? (ne collegato a un ente superiore ne collegato
a una coscienza) come affermazione abbiamo il superamento del soggetto? Il fatto di voler individuare
qualcosa…Durata qualitativa della coscienza sensa Io.

Gli interessa di cercare di capre come costruire il sapere senza fare riferimento a un fondamento
trascendente, metafisico, dell’oggetto.
Cita Dickens – e parla di un personaggio che non ha caratteristiche soggettive. Lui dice che se si mostra
con le sue caratteristiche personali allora la gente lo critica o è indifferente, invece se si presenta senza
caratteristiche lui si sente felice è solo uomo e non ha caratteristiche individuali.
Saggio che cosa è la filosofia – il piano di immanenza = Qui lui parlava di concetti e di filosofia. Piano di
immanenza rispetto alla filosofia. D. stabilisce che la filosofia crea concetti. Che cosa è l’atto di creazione
? Parla della filosofia come creazione di soggetti.
Vuole capre i modi di applicarsi ai diversi settori (idea in cinema/idea in filosofia). Lui dice la filosofia non
è riflettere su qualsiasi cosa.

25 ottobre.

Sono venuti fuori da Heidegger degli spunti. Aveva parlato dello spazio non geometrico, non misurabile.
Heidegger fa capire che nel momento in cui uno scolpisce l’opera, scolpisce anche lo spazio.
La verità non è cogliere solo l’assoluto. Nell’arte contemporanee hanno una verità diversa → mostrano un
significato diversi – si svela un’idea ideale.

Film Kubrick – arancia meccanica (apollino e dionisiaca nascita della commedia Nietzsche).

Pensiero Deleuze → immunità, una vita.


Per lui immanenza vuol dire qualcosa che non ha bisogno di rifarsi a qualcosa che lo fonda, per lui il piano
di immanenza è come se fosse trascendente per Kant.

Rambaud = io. Un altro


Concetto di differenza → tesi differenza e ripetizione. Lui fa capire che non ci sono mai cose uguali, ma
questo progresso va avanti con piccole differenze che poi porta a cambiare. Ci sono aperture diverse.
Se la pensiamo dal punto di vista di D, la realtà ha questi movimenti.
Cita lo scultore tingelin,
l’idea di differenza gli serve a superare l’idea di rappresentazione e di idee chiuse. Il pensiero post
moderno nasce dal fallimento della rappresentazione.
Concetto ripetizione – Essa è una singolarità insostituibile. Ci sono cose che non possono essere
generalizzate. Hanno un valore ed è quello e basta esempio La gioconda è solo lei. A

Forme d’arte come atti di resistenza : l ‘art farà qualcosa, trasgredisce le regole.

Che cosa resta della sua filosofia dei libri dedicati al cinema, Dobbiamo ritornare allo scritto che cosa è
l’arte della creazione. Parla di atto di creazione perché per lui appunto è importante il progresso. Parla
di diversi campi di sapere con caratteristiche diverse. Campo filosofia, arte, scienza e tutti crescono con
successivi campi di creazione. Il cinema crea atti sonori. Si chiede cosa significhi avere un’idea ? essa è
un’idea dedicata a un ambito, bisogna conoscere la tecnica del settore per muoversi in quel campo. In
tutti i campi si crea per necessità di creare.
Li divide ma dice che ci può essere consonanza tra i vari campi ad esempio tra letteratura e cinema. È
affascinato dalla duttilità del cinema per sfuggire..
46 min.

26 Ottobre

Ieri siamo arrivati a dire di D. che quando parla di cinema non fa filosofia del cinema ma gli serve per
ampliare i concetti di cinema, per renderli più duttili. L’immagine ha in sé un’apertura per cui anche in
una sola immagine vi possono essere interconnessioni.

N.- Come il mondo vero fini per diventare favola – per mondo vero intende quel mondo perfetto che altri
filosofi hanno ipotizzato o hanno visto all’origine del tutto, oppure qualsiasi mondo ipotizzato dalle
religioni. N. critica il fatto che noi viviamo in una realtà e pensiamo che non sia vera.
Quando parla di arte, rivaluta l’arte perché è un mondo apparente (dualismo mondo vero/apparente). Non
esiste più l’apparenza in contrasto al mondo vero. Lui vuole sconfiggere questa assunzione di verità. Il
termine apparenza lo usa per l’arte (non è in contrapposizione al mondo vero) perché essa è nel mondo
reale e inventa, crea utilizzando la fantasia.
Lui valorizza e critica sia la scienza, sia l’arte. L’artista può muoversi liberamente, anche con le sue verità.
Essa è relativa.
Il concetto di uomo – soggetto l’abbiamo reso astratto e lui va nella direzione del post umanismo nel senso
che non ha senso parlare di un uomo che resta sempre identico a se stesso. Ritiene che non esista uomo
sempre uguale a sé stesso.

Antonio Caronia – Cyborg/Dal Cyborg al postumano.

Vediamo in che senso i testi del femminismo ci servono per questa idea di post umano?
Il postumano è una tendenza filosofica, artistica.
Post femminismo – Cyborg femminismo.
Il sottotitolo della Haraway è donne, tecnologie, biopolitica. Va verso il modo di capire in che modo va
oggi la tecnologia. Il corpo diventa centrale.

H. dice dobbiamo capire la tecnologia dei nostri tempi. Va in una direzione diversa verso il femminismo
classico. Da un lato è a favore dell’approfondimento della tecnologia (anche ad esempio per il bene delle
donne) dall’altra parte è importante la centralità del corpo. Si ricorda l’origine della parola Cyborg =
CIBERNETICA+. Con il concetto di Cyborg si intendono i fatti scientifici in cui la tecnologia diviene parte
del corpo.( uomo cresciuto su sé stesso mescolanza biologia tecnologia).
Transumano = si interessano a cose che vanno oltre la morte. Il transumanesimo va oltre il post umanesimo
andando oltre la morte o rappresentando in maniera artistica l’andare oltre. Il post umano e il femminismo
post umano vuole avere anche una posizione politica. P. umanismo – rivalutazione politica – biologia.

L’altra cosa che ci interessa è l’andare contro i dualismi classici soggetto- oggetto / uomo- donna → come
tutti gli altri dualismi non deve essere una contrapposizione. Se pensiamo ai disc filosofici il fatto di portare
avanti…. C’è una liberizazzione delle differenze, quindi anche la bisessualità deve essere superata.
Dice che auspica anche la valorizzazione delle forme Cyborg. P 46. Queste trasgressioni potrebbero essere
usate in modo appropriato. Lei fa vedere come certe idee (donna bianca o nera) sono costruzioni storiche.
Non esiste un’identità ben precisa. Studio denominazione donna nera e bianca = costruzione storico
culturale. Il cyborg e il femminismo cyborg va in direzione di vedere le interconnessioni e cyborg aggiunge
la mescolanza con la tecnologia.

Rosy Braidotti = la differenza è che lei ha una formazione più filosofica. Lei aggiunge una perplessità, un
bisogno di tenere gli occhi aperti…sfruttare in modo negativo.

La soggettività cyborg – lucia Ferrari filosofia, cinema cyberpunk

Otto novembre=

Seminario → Artisti visionari

Arcangelo sassolino esponente dell’arte cinetica. Essa è una corrente artistica nata in Europa durante gli
anni 60 – 70 del XX secolo. Le sue opere nascono tra l’incontro tra fisica, geometria e arte. Le sue opere
sono site specific.

“untitled” 2007 è una scultura cinetica basata su un meccanismo semplice.

15 Ottobre

Cyber Punk nel cinema.


➔ Da Metropolis a Blade Runner

Come si è formato il genere Cyborg punk nel cinema??

➔ Cenno storico: nel 900 = Futurismo movimento artistico culturale


➔ Romanzo distopico. -> distopia = rappresentazione di un futuro ipotetico.

- Velocità = si lega al processo tecnologico perché essa serve per eludere il tempo, la morte. Si tende
a superare l’uomo e allora servono le macchine -- tecnica e progresso.
La macchina si allontana dallo stato naturale.
- Violenza guerra e distruzione è ciò a cui vuole arrivare il futurismo. I toni dei miti classici sono da
distruggere.

Il Cyberpunk: corrente artistica che si afferma nella prima parte del degli anni 80. Il termine nasce nel
1983. Cibernetica + punk.

Film =
1. Metropolis 1927
2. Cinema d’autore 60’ = 2001 odissea nello spazio e F.451
3. Blade Runner 1982

1. Film di Fritz Lang. Maestro dell’ Espressionismo – distorsione del segno: alterazione che manifesti
la presenza dell’autore. – Effetto Schuffitan: tutte le scene sono miniature molto piccole. – Ricerca
compositiva (scenografia). Gotico = Gusto del macabro; Dialettica luce-ombra; Tema del doppio
che rientra nel romanzo gotico. L’ideologia è il classismo = lotta padrone – operaio; lotta uomo –
macchina; imposizione cristiana-conservatrice. Esso è un film molto lungo. All’inizio viene mostrata
la città e i meccanismi dell’industria (divisione di classe). Scenografia chiusa. La città ha un livello
superiore – nobili e uno inferiore -industrie e città lavoratori. Verticalizzazione fisica e metaforica.
L’uomo trova la connessione grazie alla macchina e non ad una indole naturale.
Richiami alla religione = piano dell’eden e torre di babele.
Tocco orientale – caratteristica futurista.

2. 451 è del 1966 di Francois Truffaut – recuperare il passato / 2001 è del 1968 di Kubrick – ipotesi
del futuro.
3. Blade runner, Ridley Scott affermazione del genere Cyberpunk. La scena finale della versione del
regista ha delle immagini di shaining di K. Tema dell’occhio, si mostra la citta e gli automi.

17 Novembre ____________________________________________________________Ultima lezione

Ci interessa questo nuovo modo di pensare – dialogo tra filosofia e arte. Questo nuovo modo di pensare lo
troviamo nei vari settori della società, arte, filosofia. E questo modo di pensare ha la caratteristica di non
avere un centro. Il modo in cui noi cerchiamo di vedere il mondo non è più mettere qualcosa al centro.
L’uomo cerca di spiegare le cose immergendosi in questo tutto – essere nel mezzo – percorrere – vedere le
relazioni/ differenze.

A noi non interessava definire l’arte, ma attraverso queste nuove forme d’arte ci interessava capire questo
nuovo modo di pensare che va oltre il post – moderno.

Siamo partiti da arte, architettura e filosofi.

Negli esempi visti nei seminari abbiamo sottolineato forme di denuncia per quanto riguarda gli aspetti
della nostra società. Il linguaggio artistico che va oltre ciò che ci sfugge. Con nuove forme si può mostrare
qualcosa che la società reprime.

EX FORME arte, ideologie e scarto. Nicola Boriaud → In questo testo analizza il concetto si Scarto. Nella
nostra epoca siamo oberati dai resti di cui non riusciamo a liberarci – sia materialmente, sia quelli che
consideriamo al margine.

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