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Rappresentazione è proprio il prodotto dell’incontro tra un soggetto e un oggetto, che scaturisce
sempre dall’esperienza. Perché quest’incontro è un incontro che avviene solo a partire tra un
soggetto e un oggetto? Perché ci deve essere colui che si rappresenta e l’oggetto della
rappresentazione, quindi i due poli della conoscenza( ogni conoscenza scaturisce dalle
rappresentazione che mi faccio del mondo) sono il soggetto e l’oggetto. Qua ci sta Kant, che aveva
formulato l’Io legislatore della natura, ovvero che l’Io si rappresentava il mondo e ne comprendeva
le leggi.
No perché per Kant l’oggetto aveva un’esistenza indipendente dal soggetto, tante che l’Io era
forma. Affinchè ci fosse conoscenza era necessario che l’uno presupponesse l’altro e qui ci sta
Kant. Quindi il concetto di rappresentazione è kantiano nella misura in cui riconosce come
fondamenti della rappresentazione il soggetto e l’oggetto( che veniva definito fenomeno, perché
appariva al soggetto che ne faceva esperienza). Qui siamo quindi dentro Kant, anche per quanto
riguarda la misura in cui Kant ha riconosciuto l’esistenza di una dimensione non fenomenica, che
era il noumeno( tutto ciò di cui non si poteva fare esperienza e che quindi non cadeva all’interno di
una rappresentazione).
Quindi riassumendo dentro Kant lo siamo per tre motivi:
Pessimismo Cosmico
La Volontà non è solo nell’uomo , ma essa è fondamento di tutto, quindi tutti gli esseri viventi
soffrono
Pag.30 n.2
l’Arte
l’Etica della Pietà
e infine l’Ascesi
Es.n.6 pag.36
Schopenhauer dice che noi riusciamo a rappresentarci i fenomeni, però c’è qualcosa che si muove
dentro i fenomeni che non riusciamo a rappresentarci, che ci sfugge di fatti( il famoso noumeno
che è la Volontà). Egli infatti lui li definisce i fenomeni come “attimi d’illusione, non sono la
verità; Noi dobbiamo squarciare “il Velo di Maya”, e qui ecco la suggestione orientale, perché è
come se i fenomeni noi c’è li rappresentiamo, li vediamo e ci sembrano la verità però in realtà essi
nascondono una verità all’interno di essi, che è questo noumeno, che è la Volontà. Chiaramente
noi non riusciamo mai a prendere atto del principio che regola gli interi fenomeni ma solamente
delle manifestazioni perché noi vediamo il cambiamento continuo, la vita, la forza incessante
dinamica che regola ogni fenomeno naturale.
Sicuramente è una visione quella di Schopenhauer profondamente coscienzialistica-soggettivista
che non fa altro che attribuire una piena autonomia dell’Io e del suo status. Il pensiero riguardante
la distinzione tra fenomeno e noumeno, che ricordiamo aveva fatto per primo Kant, è sicuramente
originale ma parecchio influenzata anche dagli studi dell’epoca dell’Ottocento.
Secondo la mia opinione però dietro ogni fenomeno c’è un qualcosa di ben preciso che lo
determina, quindi dobbiamo andare a capire quella serie di meccanismi scientifici e razionali che
ne stanno alla base, grazie al frutto delle scoperte scientifiche, perché la visione di Schopenhauer è
da questo punto di vista secondo il mio parere parecchio immaterialistica. Sicuramente la nostra
epoca è parecchio materialistica e utilitaristica però il pensiero di Schopenhauer è sicuramente un
pensiero apprezzabile e parecchio in linea con i suoi tempi.